irlanda - Alice nella città delle streghe

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Marluna69
00giovedì 7 settembre 2006 11:59
Kilkenny, la città delle streghe
A poco più da 100 km (massimo un’ora e mezza di macchina) da Cork si trova Kilkenny, una cittadina che merita di essere visitata, soprattutto dagli appassionati di stregoneria e mistero. Si tratta, infatti, non solo di una delle città medievali meglio conservate di tutta Europa, ma anche della patria delle streghe irlandesi! Il paese è davvero molto caratteristico, popolato da casupole di tutti i colori e sovrastato da uno splendido castello, circondato a sua volta da un magnifico parco.

La storia delle streghe, a Kilkenny, ha radici ben lontane e risale al Medioevo. Essa è associata al nome di Alice Kyteler, figlia di un importante uomo d’affari del paese e nata nella Kyeler’s House, nel 1280, la cui famiglia era giunta in Irlanda dopo la conquista Normanna nel 1169. Quando il padre morì, nel 1298, Alice aveva appena 18 anni ma ne ereditò tutti i beni e le ricchezze. Subito dopo la morte del padre, Alice sposò un socio del padre – tale William Outlawe – fratello di Roger Outlawe, cancelliere d’Irlanda e pedina strategica, negli anni successivi, nella lotta alla stregoneria e all’eresia, a causa della quale Alice fu giudicata colpevole e condannata a morte. William Outlawe era di circa vent’anni più vecchio di Alice quando si sposarono. Nonostante ciò lei diede presto alla luce un figlio che chiamò William junior.
Alice era una donna sofisticata ed affascinante, abile nel maneggiare i soldi e i cuori dei poveretti che per lei perdevano la testa. Con abilità e diplomazia, infatti, riusciva a sedurre i suoi corteggiatori a tal punto da ricevere da loro doni di estremo valore, come gioielli e perfino danaro. Incrementando la sua ricchezza ella estese così la sua casa verso quella che, oggi, si chiama St Kieran Street e la trasformò in una specie di pub con alloggio (un Inn). Tale pub divenne presto luogo di incontro dei più importanti uomini d’affari della contea, che lì si riunivano nella speranza di strappare qualche particolare attenzione all’affascinante Alice.
Ma, col tempo, la fama dell’Inn di Alice Kyteler cominciò ad essere offuscata da voci che raccontavano di strani riti satanici ed orge officiati, in tutta clandestinità, dagli ospiti dell’Inn. Quando William morì in circostanze ambigue, si disse che egli avesse trovato nei sotterranei della casa un repertorio di oggetti malefici: bizzarri oggetti, calici, occhi di animali, frammenti di capelli di bambini mai battezzati e di uomini morti e un’orribile coppa costruita col teschio di un ladro decapitato tempo addietro.
Pochissimo tempo dopo la morte del marito, Alice si risposò con un importante banchiere di nome Adam Le Blont, che morì tragicamente nel 1310 lasciando in eredità alla moglie – alla stregua di William Outlawe – un’ingente somma di danaro. Alice divenne la donna più ricca di tutta la città ma anche, si vociferava, la più maledetta. Raccolse attorno a sé un gruppo di donzelle che pare l’aiutassero a portare avanti l’Inn, ma anche nella preparazione dei riti satanici. Quella che più si legò ad Alice fu tale Petronella di Meath. Nel 1311 Alice sposò il suo terzo marito: un ricchissimo proprietario terriero di nome Richard De Valle il quale… sfortunatamente morì nel giro di pochissimo tempo a causa, si dice, di una strana malattia ed in seguito ad una cena luculliana. Nel frattempo, Alice diventava sempre più abile nella sua arte demoniaca e si raccontava intrattenesse relazioni sessuali con un demone di nome Robin, figlio del demone Artisson.
Nel 1320 sembra che Alice sposasse il suo quarto marito, anch’egli benestante come i suoi predecessori, assiduo frequentatore dell’Inn Kyteler e, si narra, innamoratosi della donna in seguito ad uno suo incantesimo. Da allora Alice divenne nota come adescatrice di uomini attraverso le arti più immonde e abilissima ammaliatrice. John Le Poer era il nome del quarto marito di Alice. Egli si ammalò in età non più giovanissima di varie malattie e, temendo si trattasse di qualche terribile sortilegio della moglie, decise di rivolgersi ai Frati dell’Abbazia di San Francesco. Essi, allora, contattarono il Vescovo di Ossory Richard di Ledrede, raccontandogli di Alice, dei suoi misfatti e della congrega di streghe che, assieme a lei, avevano causato la morte dei suoi mariti. Giusto per girare il dito nella piaga, i frati ci tennero ad aggiungere che Alice aveva abiurato la religione cristiana ed aveva affermato che Cristo, da essere ignobile quale era, era stato condannato a morte giustamente.
Il Vescovo fece di tutto per far arrestare e, quindi, uccidere le streghe di Kilkenny ma Alice era una persona influente, imparentata col Cancelliere d’Irlanda, fratello del suo primo marito. In quel periodo il vescovo fu addirittura imprigionato e tenuto a pane ed acqua, cosa stranissima, all’epoca, per una terra così cristiana come l’Irlanda. Fu solo grazie a John Darcy, capo Presidente della Corte di Giustizia, che il Vescovo fu rilasciato e riuscì ad incastrare Alice e le sue streghe. Con argomentazioni apparentemente valide, riuscì a dimostrare che Alice era colpevole di stregoneria assieme alle sue compagne e, per questo, esse furono scomunicate e i loro beni confiscati. Grazie alla parentela con il Cancelliere di tutta l’Irlanda Alice riuscì, però, a fuggire. La sua fuga dalle prigioni del castello fu organizzata nei mini dettagli: le guardie furono abbattute e la donna riuscì ad allontanarsi dal castello. Altrettanta fortuna non conobbe, invece, la sua amica di fiducia Petronella di Meath. Si decise, infatti, di condannarla a morte e giustiziarla al posto di Alice. Sotto le peggiori torture, tipiche dell’Inquisizione, Petronella confessò di aver abiurato Cristo e di aver partecipato ai sabba organizzati da Alice. Fu, quindi, bruciata viva dinnanzi ad un’accanita ed inferocita folla, mentre – si dice – gridava invano il nome della sua padrona e la implorava di correre in suo aiuto. Ma Alice aveva iniziato una nuova vita in un villaggio vicino a Londra e non mise più piede nella sua città natia.
Mikayla Dryadia
00venerdì 8 settembre 2006 18:53
Re: un'altra versione...
Quello di Alice Kyteler è stato uno dei primi processi per stregoneria del medioevo.
Era una facoltosa dama irlandese di Kilkenny che nel 1324 venne accusata di stregoneria e di eresia.
La nobildonna era rimasta per ben tre volte vedova e fu proprio il suo quarto marito a testimoniare contro di lei, accusandola di aver praticato la stregoneria al fine di minargli la salute.
Venne quindi accusata di aver provocato la morte dei suoi precedenti mariti.
Intrattenere rapporti carnali con il maligno; cosa testimoniata (sotto tortura) dalla cameriera personale della dama: Petronilla de Meath che a sua volta si autoaccusò di aver giaciuto con il Demonio, a loro apparso con il nome di Robin Artisson.
Controllando nella stanza della donna furono rinvenute polveri, pomate e perfino quella che fu ritenuta un'ostia.
Fu accusata di praticare sacrifici con animali, di aver parodiato cerimonie religiose, di aver tratto profezie con l'aiuto di demoni e di aver preparato pozioni magiche dentro al teschio di un ladro morto per decapitazione.
Alice fu scomunicata ma si difese strenuamente riuscendo perfino a far imprigionare per una quindicina di giorni il vescovo di Ossory, Riccardo di Ledrede, suo accusatore. Il vescovo lanciò quindi un'interdizione all'intesa diocesi impedendo quindi la sommistrazione di tutti i sacramenti.
Alice Kyteler, grazie all'aiuto di alcuni nobili ed amici riuscì a scappare prima della conclusione del processo ed a riparare in Inghilterra presso la corte di Edoardo II (1307-1327).
Ma il processo fu comunque celebrato e arrivò ad una sentenza quella di morte per la cameriera di Alice: Petronilla de Meath che fu bruciata sul rogo il 3 novembre del 1324.


Sono anni che mi batto perchè la dignità delle donne venga finalmente riconosciuta e non possiamo riconquistare la nostra dignità se non la piantiamo di dare adito a questa marea di stronzate facendoci sopra pure la risatina più o meno sottointesa...

durante l'inquisizione (e parliamo di più di TRE SECOLI) MIGLIAIA di donne sono morte bruciate per i più svariati motivi, che con il demonio hanno davvero pochino a che fare...
torturate, con occhi, seni e unghie strappati a mente sana e tante altre belle cose: ne ho una tesi intera di esempi e se vuoi li metto qui tutti..

La signora in questione, così come tante altre ha insospettito non per la morte dei mariti, cosa abbastanza frequente data l'epoca e lo stile di vita.. ma perchè era benestante, e questo ad una donna non poteva essere consentito.

sul massacro delle donne da parte della chiesa ripeto, ci ho fatto una tesi, ci ho speso un anno a leggere testi inquisitoriali da far accapponare la pelle...scusami se l'argomento mi fa particolarmente "scaldare"...
e quando leggo queste crudeltà spacciate per verità (sesso con il demonio....dimmi che cosa ne pensi tu? come te lo immagini nel caso...) mi imbufalisco.
Mikayla Dryadia
00venerdì 8 settembre 2006 21:25
Re: Re: proposta
al limite, fuori da questa sezione perchè di misteri raramente si tratta, posso mettere le storie di alcune donne e/o alcuni pezzi della mia tesi.

magari si può cercare di capire meglio talune situazioni....

le metterei nella sezione "antiqua", visto che di storie antiche (ma vere!) si tratta...

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