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Le lacrime di sofferenza nella conferenza post Chievo? Da tramutare in lacrime di gioia il prima possibile, per sciogliere il nodo alla gola e allontanare gli spettri. La squadra sta facendo quadrato intorno a mister Juric. Il momento è importante specie ora che il margine di sicurezza si è assottigliato. Il ritiro di Acqui Terme però ha lavato umori e pensieri. E’ stato utile per guardarsi in faccia e ripartire alla conquista. “Da quando sono tornato, ho visto bene i giocatori negli allenamenti. Abbiamo fatto delle buone prestazioni e, con il Chievo, disputato un primo tempo stupendo, superiore alle aspettative per gioco espresso e occasioni create. Dopo l’intervallo è mancata quella determinazione che nel gruppo manca un po’ a livello di caratteristiche principali, pur avendo nel finale le occasioni per pareggiare. Nel subconscio pensavamo bastasse l’1-0. Forse abbiamo creduto di gestire, con il risultato di subire due gol con due tiri. Stare insieme è stato utile per unire il gruppo a livello umano. Quando cambi diversi giocatori, prendi ragazzi di paesi diversi e perdi elementi importanti, non è facile ricrearlo. Le lacrime di domenica? E’ un lavoro freddo e professionale ma, come magari nessun altro mestiere, ti dà emozioni e io la vivo così. Ho avuto tanti attestati di stima, insieme a qualche critica. A me viene così, naturale: non si può controllare tutto Sono convinto che questi ragazzi, con tutte le difficoltà che ci sono capitate, alla fine usciranno rafforzati e vincitori. Purtroppo Orban è dovuto tornare in Argentina per problemi famigliari. Gli siamo vicini”.