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Io non so se il problema è il patriarcato e se questo patriarcato sia effettivo, quello che posso dire, anche da "criminologo" (lo sono per aver fatto due master universitari di II livello in criminologia ma non mi definisco tale perché non è una figura normata in Italia), è che il problema è il controllo sulla figura femminile e l'idea di possederla.
Probabilmente la Cecchettin si riferisce a quello, ossia l'annullamento della donna dovuto a una sorta di "cultura maschile del possesso" per cui se la mia donna ha più successo di me negli studi o nel lavoro o non posso più controllarla io non sono più un uomo.
Detto questo, come giustamente sostieni, si riscontrano spesso una psicopatologia o un disturbo della personalità, bisogna vedere quanto una persona può essere imputabile.
Carlo Lissi e Alessandro Maja un giorno si sono svegliati e hanno deciso di ammazzare tutta la famiglia (il primo tra l'altro dopo un rapporto sessuale) e quanto avrebbe a che fare il patriarcato con questi omicidi efferati?
Quanto ha a che fare il patriarcato con la vicenda di Antonio De Marco?
C'è sempre una linea sottile che riguarda la sfera sessuale, ma non c'è mai la "prova regina" contro il patriarcato o forse non la si vuole vedere.