Breve cronaca di una festa indimenticabile
E chi se la scorda, una notte così? Notte di paura, di panico folle, prima. Notte di esaltazione poi. Paura, sì, paura di non farcela, con il Venezia che va in vantaggio nella partita che il Genoa deve vincere a tutti i costi, con l'ennesima squadra senza più nulla da chiedere a questo campionato che, una volta opposta al Grifone, si trasforma, chissà perché, in qualcosa di simile al Real Madrid… Una compagine allo stremo, quella rossoblù (alla fine Rimoldi dovrà uscire per crampi, ed era uno dei più freschi…), e in più la solita sfortuna che, errori di tecnico e giocatori a parte, in questo girone di ritorno ha frenato non poco la corsa del Grifo: palo di Milito, traversa di Rossi. Sembrava una maledizione. Ma questa volta il destino ha voluto scrivere un finale diverso: un lieto fine, quello che il popolo rossoblù attendeva da dieci anni, e se lo meritava tutto. Quando Milito ha inventato la perla del 3 a 2, il più era fatto, ma nessuno ci voleva credere: troppe se ne erano viste, in questo decennio e anche in questo campionato, per pensare che un solo gol di vantaggio potesse bastare.
Il conto alla rovescia finale, mentre il Genoa faceva melina nell'attesa che arrivasse il fischio di Morganti, ha sottratto anni di vita a tutti i genoani veri.
Due minuti di recupero e poi l'esplosione, 37mila cuori in festa all'interno dello stadio, centinaia di migliaia (ebbene sì) fuori, nelle strade, nelle piazze, nelle case davanti ai televisori o incollati alle radioline… La festa, iniziata con uno stadio tappezzato di rossoblù, la festa che qualche veneziano, chissà perché, avrebbe voluto rovinare, prima di essere indotto a più miti consigli dalla classe di Milito, Rossi e Caccia e dal cuore di tutta la compagine genovese, è potuta proseguire, accendendosi in una notte che resterà nella storia della Genova calcistica. Dal Cosmi seminudo impegnato a fare il giro di campo, al Preziosi groggy, terreo, quasi incapace (lo dirà lui stesso a fine gara) di capacitarsi della portata dell'evento a cui aveva appena assistito (e del quale era stato artefice).
Nello spogliatoio, i rossoblù tiravano secchiate d'acqua e spumante addosso ai giornalisti che si azzardavano a mettere il naso nel loro vestiario, mentre fuori era tutto un risuonare di clacson impazziti… Si è visto un giocatore (ci è parso Sottil, ma non si siamo sicurissimi) andare in giro con un curioso copricapo rossoblù, Preziosi indossare la casacca da gioco e presentarsi così davanti alle telecamere per le interviste di rito… Poi la festa si è spostata nel cuore della città, piazza De Ferrari: il Genoa al completo, giocatori, tecnici e dirigenti, vi è approdato a bordo di un torpedone, transitando in mezzo a una folla in delirio. Una folla che ha atteso questo momento per dieci anni, un'eternità.
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[Modificato da Fatascalza 12/06/2005 21.36]