GENOA 2
SALERNITANA 1
Reti: s.t. 2' Stellini, 32' Magliocco, 40' Lopez.
GENOA: Scarpi, Ambrogioni, Moretti, Lamacchi (s.t. 34' Grabbi), Stellini, Baldini, Rossi (s.t. 47' Botta), Coppola, Lopez, Mamede (s.t. 41' De Vezze), Iliev. All. Vavassori.
SALERNITANA: Ambrosio, Siniscalchi, Ingrosso (s.t. 10' Vastola), Cardinale, Ignoffo, Scotto, Princivalli, Soligo, Ferraro (s.t. 10' Magliocco), Di Vicino, Araboni (s.t. 31' De Cesare). All. Cuoghi.
Arbitro: Gervasoni di Mantova.
Note: giornata calda, terreno in buone condizioni, 22086 spettatori paganti.
E' banale, d'accordo, ma non si può non dirlo: cose da Genoa.
Un destino, uno stramaledetto destino che ha votato questa società alla sofferenza eterna. Delusioni in serie, e gioie da conquistare all'ultimo tuffo, attraverso patemi inenarrabili. Cose da Genoa, per l'appunto: è accaduto anche oggi, nel retour match della semifinale playoff con la Salernitana. Non è bastato giocare bene, a tratti benissimo; non è bastato trovare la rete del vantaggio in avvio di ripresa e ridurre all'impotenza i temutissimi avversari, quasi mai pericolosi; è stata sufficiente una distrazione, la prima della difesa dopo 77' di gioco, per aprire ai campani la strada di un gol che stava mandando in frantumi un sogno. E prima, due legni, colpiti da Baldini e Moretti, come dire che la malasorte non deve davvero veder di buon occhio i colori rossoblù. A 5' dalla fine, sembra consumarsi l'atto conclusivo dell'ennesimo psicodramma da Grifone: tiro di Grabbi e palla sulla traversa; stavolta, però, qualcosa di diverso dal solito accade: accade che la palla, invece di rimbalzare altrove, nei pressi di un difensore avversario, finisce proprio sulla testa di Dante Lopez, che può appoggiarla nella porta incustodita. E' il delirio, a cui seguono dieci minuti (i cinque finali più altri cinque abbondanti di recupero) da infarto, lettaralmente: un attacco di cuore colpisce un tifoso in Gradinata Nord, che viene tempestivamente soccorso e grazie a Dio se la cava, riprendendo conoscenza a chiedendo notizie sull'esito del match.
Esito positivo, lo si è capito: vittoria sacrosanta, perché il Genoa ha sfoderato una delle migliori prove stagionali, una prova fatta di nerbo, determinazione, equilibrio tattico e brillantezza, e ha saputo mandare in bianco un avversario che si presentava con ottime credenziali e che all'andata aveva messo davvero alle corde il team di Vavassori. Oggi, però, tutto è andato diversamente: merito anche del pubblico, forse mai come in questo 4 giugno 2006 vero dodicesimo in campo: c'erano circa 25mila spettatori sugli spalti, ma lo stadio sembrava pieno, era un'autentica bolgia che, invece di bloccare per il panico i giocatori di casa, come tante volte, va detto onestamente, è accaduto, ha dato loro una spinta in più per gettare il cuore oltre l'ostacolo, per crederci fino alla fine.
In cronaca, il Genoa parte di buona lena ma il primo brivido è per i tifosi del Grifo: errore di Stellini in disimpegno, si inserisce l'"odiato" Di Vicino ma Scarpi esce e salva. E' più che altro un fuoco di paglia: i locali salgono ben presto in cattedra, al 12' Baldini ci prova in rovesciata sugli sviluppi di un corner, ma la conclusione è alta: ben altra sorte per un altro tentativo del centrale genoano, che due minuti dopo, inseguito a un altro angolo, spara un proietto da fuori centrando la traversa, quindi Iliev si getta sulla palla ma il suo diagonale destro si perde di poco sul fondo. Altro tentativo rossoblù al 17': bordata di Mamede dal limite, Ambrosio respinge. Ospiti pericolosisimi al 21': punizione di Di Vicino dalla trequarti, in area stacca Ignoffo e il suo colpo di testa sfiora il palo alla sinistra di Scarpi. La risposta genoana è veemente: al 27Lamacchi da destra mette dentro per Rossi, che si fa largo e spara di sinistro sfiorando il palo, quindi, sessanta secondi dopo, Moretti centra il montante con un sinistro su punizione da posizione defilata. In chiusura, Iliev cerca più volte il contatto in area, la cosa innervosisce l'arbitro che alla fine non può che ammonirlo.
Ripresa: il tempo di annotare un punizione telefonata di Di Vicino, che il Genoa passa: punizione di Moretti da destra, la difesa respinge, palla a Stellini che, da fuori area, spara una terrificante cannonata di sinistro, e il pallone termina la sua corsa nell'angolino bassa alla sinistra di Ambrosio, peraltro copertissimo. Sulle ali dell'entusiasmo, i padroni di casa sembrano poter controllare gli avversari e piazzare addirittura il due a zero: come al 15', quando Rossi smarca in area Lopez che dribbla un avversario ma si fa respingere il tiro dal portiere, o come al 30', quando l'ennesimo tentativo di Moretti su tiro piazzato fa la barba al palo. Invece, il solito, malefico destino sembra accanirsi sul vecchio Grifone spelacchiato: Magliocco parte dalla trequarti, trova uno spiraglio in difesa e fa partire un sinistro da lontano che beffa Scarpi: 1 a 1 e costernazione in campo e sugli spalti. Ma Vavassori e i suoi si ribellano all'ennesima conclusione amara di una vicenda rossoblù: al 40', su un batti e ribatti, la palla giunge in area a Grabbi, che si fa largo e di sinistro coglie la traversa, ma, come detto, il pallone termina proprio dalle parti di Lopez, che a centro area, solissimo, di testa mette nella porta incustodita. Nel finale la tensione raggiunge livelli incredibili: Siniscalchi si fa espellere, il Grifo tiene palla e perde (giustamente) tempo, poi, al 51', il triplice fischio di Gervasoni, un'autentica liberazione. Come avevamo detto all'inizio? Ah, sì: cose da Genoa.
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