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Tsunami a sud di Giava

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    00 17/07/2006 20:31
    Tanto per non dimenticare che chi comanda è la natura



    Almeno 67 persone sono morte nello tsunami che ha colpito le coste meridionali dell'isola di Giava, in Indonesia. Lo ha riferito Rudi Supriatna Bahro, parlamentare indonesiano, in visita nel luogo della tragedia. "Il bilancio - ha aggiunto Bahro - è destinato ad aggravarsi". "La ricerca sta andando avanti per ritrovare i dispersi", ha dichiarato il presidente indonesiano, Susilo Bambang Yudhoyono.

    Non ci sono notizie di danni in altri Paesi dell'area a il Centro per l'allerta degli tsunami delle Hawaii ha escluso la possibilità che il nuovo maremoto abbia causato conseguenze simili a quello disastroso del dicembre 2004.

    Il maremoto odierno è stato scatenato dal forte terremoto registrato in mattinata al largo della costa meridionale dell'isola di Giava. L'Istituto nazionale americano di geofisica ha valutato la magnitudine del sisma a 7,7 gradi della scala Richter. Un terremoto, dunque, di particolare violenza seguito da due forti scosse di assestamento. Subito dopo il sisma, il Centro ha inviato un'allerta-tsunami all'isola di Giava e a quella di Natale, poi estesa agli arcipelaghi delle Andamane, delle Nicobare e delle Maldive. La zona colpita è un'area turistica con piccoli alberghi sulla spiaggia ed è vicina a una riserva naturale. Secondo fonti locali, le onde hanno spazzato via i chioschi e gli edifici di legno che affollavano la popolare spiaggia di Pangandaran, vicino alla città di Ciamis. "Credo - ha riferito un poliziotto locale - che ritroveranno molti morti. Adesso sono seppelliti sotto i rifiuti portati dalle onde".

    Le onde sono arrivate fino a 1,5 metri e hanno inondato buona parte dell'interno dell'isola. "C'era panico e siamo scappati via. Un intero villaggio è stato sommerso dall'acqua", ha dichiarato un abitante dell'isola ad una televisione locale. "Quando le onde sono arrivate, ho sentito la gente che urlava e un rumore simile ad un aeroplano che si schiantava nelle vicinanze della mia abitazione", ha ricordato Uli Sutarli, contadino che si trovava sulla spiaggia di Pangandaran al momento della prima inondazione.

    "Abbiamo bisogno di tende, cibo e aiuti medici per i feriti", ha immediatamente ammonito Robert Simatupang della Croce rossa di Jakarta. "Più di dieci corpi sono stati identificati e ancora centinaia mancano all'appello", ha continuato. Episodi di questo tipo sono frequenti in Indonesia, il quarto Paese più popoloso del mondo. A maggio un terremoto nella città di Yogyakarta, al centro di Giava, aveva ucciso più di 5.700 persone.

    L'Indonesia conta ben 17.000 isole, in una fascia di intensa attività vulcanica. Per questo motivo una parte della zona oceanica viene chiamata "anello di fuoco del Pacifico".
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    00 18/07/2006 20:37
    Il bilancio delle vittime dello tsunami che ieri ha colpito la costa sud dell'isola di Giava si aggrava di continuo. Le ultime notizie ufficiali dicono di almeno 340 morti e piu' di 200 dispersi; tra gli altri, hanno perso la vita anche cinque stranieri, due dei quali europei. Drammatica la situazione dei sopravvissuti: le prime stime parlano di circa 60.000 sfollati. Nessun altro Paese ha riferito di aver subito danni.

    Lo tsunami e' stato scatenato da un terremoto sottomarino registrato a largo della costa sud di Giava nella mattinata italiana di ieri. Il sisma, in un primo momento, era stato definito ''lieve'' dalle autorita' che ne avevano minimizzato le possibili conseguenze.

    Con il passare delle ore le stime dei diversi centri di prevenzione e allerta erano state riviste al rialzo. Gli allarmi per le diverse isole dell'immenso arcipelago indonesiano erano partiti in ritardo; la macchina costruita con i fondi piovuti da tutto il mondo durante l'emergenza del dicembre 2004 ieri si era misteriosamente inceppata.

    Solo pochi giorni fa, il 14 luglio, la Tsunami Evaluation Coalition (TEC), organizzazione con il compito di monitorare l'utilizzo dei soldi raccolti a favore delle popolazioni indonesiane, aveva lanciato l'allarme. Il denaro, si leggeva nel rapporto, nella maggior parte dei casi e' stato speso ''rapidamente e in modo ostentato'', ma senza badare alla reali esigenze della popolazione. Per le catastrofi future, la TEC auspicava modalita' di intervento radicalmente differenti.

    I tanti soldi giunti da tutto il globo, insomma, sono stati utilizzati molto male.

    Fonti ufficiali hanno riferito che, al momento del terremoto di ieri, la parte meridionale di Giava era completamente priva di un sistema in grado di avvertire tempestivamente la popolazione. L'anno scorso l'Indonesia aveva avviato un programma quinquennale di istallazione di boe di rilevamento lungo le sue coste. Alcuni rilevatori erano stati collocati a largo di Sumatra.

    Edi Prihantoro, esponente del Ministero della Ricerca e Tecnologia, ha dichiarato che durante il terremoto nessun sensore era in funzione. ''Avremmo bisogno di almeno 22 rilevatori per coprire tutta l'Indonesia - ha aggiunto Prihantoro -. Ne abbiamo ricevuti due lo scorso anno dalla Germania e li abbiamo immediatamente messi in funzione. Ora sono entrambi danneggiati''.

    Nessuna sirena ha suonato per mettere in guardia la gente di Pangandaran e molti di quelli che sono riusciti a salvarsi hanno riconosciuto da soli i segni dell'imminente catastrofe.

    ''La gente si e' messa a urlare e poi ho sentito qualcosa di simile ad un aeroplano che si schiantava nelle vicinanze. Mi sono messo immediatamente a correre'', ha riferito un contadino che era sull'isola al momento della prima inondazione.

    Le onde hanno scaraventato macchine, motociclette e barche contro i molti edifici costruiti in prossimita' della spiaggia. La televisione ha riferito di molti corpi recuperati sugli alberi nella zona della citta' di Ciamis, vicino all'area di Pangandaran, 270 km a sud-est di Giakarta. La confusione di queste ore rende difficilissimi i soccorsi. Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) ha gia' preparato due camion carichi di cibo da inviare agli sfollati. Attualmente si trovano a Giakarta; nel pomeriggio muoveranno verso la zona di Pangandaran.