Scritto da: daimon. 03/10/2006 11.54
Il regno borbonico cadde per ragioni politiche, economiche, sociali... la Garibaldata non avrebbe altrimenti mai funzionato, e infatti più volte rischiò di fallire... fortuna per i mille che zì Peppo aveva una sua abilità "contadina" nell'elaborare strategie militari "mordi e fuggi".
Sulla prima parte sono assolutamente in linea con te, anche sulla seconda ma con qualche integrazione che mi sembra importante.
E' vero che Zì Peppo era abile nelle strategie del "mordi e fuggi" ma lo era anche nel prendere in precedenza contatti con i più loschi figuri di un posto - banditi, ladri, puttanieri e quanto di peggio possa esserci - promettendo loro le più alte cariche istituzionali in quella zona a conquista avvenuta. Ecco perchè dopo la conquista il meridione si è trovato ad essere governato dai peggiori figuri nelle varie zone, la gente onesta e laboriosa, - che si ribellava perchè dalle patrie galere uscivano prefetti, consoli, rappresentanti governativi, sindaci, questori, - è stata semplicemente sottomessa, quando non massacrata dai piemontesi succeduti ai garibaldini dopo Teano.
Ma anche questi sistemi non sarebbero potuti essere sufficienti senza il più che determinante, anche se parzialmente occulto, aiuto di Gran Bretagna - che aveva interessi ad indebolire la Chiesa di Roma fortemente spalleggiata dai Borboni - e della Francia che, con la Gran Bretagna, si vide saldare il debito contratto dai Savoia una volta razziato l'oro contenuto nelle casse del Banco di Napoli il cui residuo, saldato il debito estero dei Savoia, rappresenta OGGI l'80% dell'oro nazionale (unito a quello del Granducato di Toscana e del Lombardo Veneto in minima parte.
A proposito Zì Peppo era anche un grande insolvente. Una volta ripristinata la legalità (si fa per dire),i terreni a Caprera (e i sacchi di farina e semenzi) più altre unità immobliari li acquistò mediante mutui contratti con il Banco di Napoli e MAI onorati nonostante svariati solleciti (la documentazione è ancora esistente presso l'archivio storico del Banco - sempre che il Sanpaolo, che di recente ha assorbito il Banco completando l'opera iniziata 140 anni fa - non l'abbia fatta sparire).
Non basta! i piemontesi colsero quell'occasione per prendersi tutte le buone teste pensanti esistenti al sud - ingegneri, maestranze qualificate, medici, architetti, di cui il Regno era ricco - con i quali furono costruiti i canali di Cavour (sul genere di quelli del Sannio) e tante altre belle cose e fu così che il meridione rimase con sola manovalanza di basso rango e governata da lestofanti. Nacque "La questione meridionale" ed il "banditismo meridionale" anzi il "meridionalismo", come oggi lo intende il senatur, gente incolta, spregevole, sporca (almeno quella che è sopravvissuta alla forzata emigrazione verso il nuovo mondo).
Una nazione privata di tutte le sue ricchezze accumulate con laboriosa attività negli anni e della sua scienza, delle sue teste pensanti diventa una nazione monca, paralitica.
Il primo distretto industriale d'Italia, perfettamente funzionante ed attivo (qualcosa funziona ancora oggi) è San Leucio (prov, di Caserta), questo pochi lo sanno senza parlare dei cantieri di Castellammare di Stabia.
E pensare che c'è qualcuno, al giorno d'oggi, che afferma che il meridione vive alle spalle del nord.