Il Genoa di Gasperini modello Bagnoli
di:Giovanni Ciolina
Del: 23-10-2006
CORSI E RICORSI Gioca bene, diverte e segna a raffica: la memoria dei tifosi vola ai protagonisti di due campionati trionfali I rossoblù ricordano il Grifone del quarto posto. Torrente: «Ha la filosofia vincente della squadra di Scoglio»
Genova. Sedici anni dopo il Ferraris torna a tirare fuori i vessilli della festa e si diverte a vedere giocare il Genoa. Per lunghi tratti della sfida con il Cesena il teatro del calcio lascia da parte aplomb inglese e modi da opera per tributare applausi a scena aperta a Milanetto e compagnia. Se Marassi non balla poco ci manca. Sono cambiati i cori dello stadio in grado di dettare i ritmi del divertimento, ma i momenti di gioia si sprecano. E l'euforia viaggia sulle frequenze degli sms dei telefoni cellulari.
«Teniamo i piedi per terra»è l'invito che arriva da un po' tutto l'ambiente rossoblù, ma è più facile da dire che da mettere in pratica. Di fronte al Nuovo Genoa Paradiso delle ultime domeniche si fa fatica a non pensare in grande. Sedici anni dopo, gioco e risultati tornano ad andare a braccetto sotto il cielo rossoblù genovese. Da quel Grifone targato Bagnoli che conquistò la qualificazione in Coppa Uefa e l'anno successivo centrò la semifinale.
Rispetto a quella compagine di spinelliana memoria il Genoa di Gasperini ha un tasso tecnico leggermente inferiore dettato anche e soprattutto dalla categoria di appartenenza e una filosofia di gioco che ha affinità prevalentemente sulla qualità del gioco e sulla ricerca di schemi semplici, ma efficaci.
Detto questo c'è poi anche una difesa a tre, con Signorini che era chiamato a staccarsi per fare il libero, con Torrente e Caricola al fianco. Anche in mezzo al campo la carta carbone si può applicare sui compiti affidati a Ruotolo e attualmente a Coppola, mentre Bortolazzi e Milanetto si assomigliano davvero tanto. Entrambi sono capaci di alternare i passaggi semplici ai lanci lunghi e illuminanti.
Ma nel refrain all'indietro del film sul bel calcio genoano si deve compiere ulteriori due passi a ritroso alla stagione 1988-1989, quando sulla promozione in serie A venne posto il sigillo indimenticabile del Professore. Quante somiglianze, nonostante il diverso modulo tattico, tra quel Genoa di Franco Scoglio e quello attuale di Gian Piero Gasperini. «Due formazioni dagli stessi concetti tattici», chiarisce Vincenzo Torrente, attuale tecnico della Primavera e colonna di quelle due squadre rossoblù.
Ricerca continua della verticalizzazione del gioco, attacco degli spazi, pressing alto, giocatori di qualità e aggressivi «sono le caratteristiche di quelle due formazioni così lontane nel tempo, ma così vicine per la pratica del calcio». «In effetti il Genoa di Gasperini sta giocando in maniera spettacolare con una filosofia che mi ricorda quel nostro Genoa» ammette Torrente.
Ovviamente è difficilissimo effettuare similitudini tra squadre di tecnici e di epoche differenti. Cambiano i sistemi di gioco, cambiano i protagonisti («Gli allenatori sono bravi, però spesso i meriti sono maggiormente da attribuire alle qualità di chi va in campo»), ma su una cosa non si può sbagliare: quello che ammirano gli occhi puntati sul prato verde.
Il gioco, il bel gioco, accomuna quelle tre squadre. E in questo c'è la mano dell'allenatore, quella sua cura dei particolari quasi maniacale che porta il Grifone a muoversi a memoria sul prato verde e con una velocità astronomica per gli avversari. E quando il pallone finisce in possesso degli avversari ecco scattare il piano "b", ossia il pressing sul portatore di palla.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il Genoa di Gasperini vince e soprattutto convince con un trio delle meraviglie impressionante. Sculli solo a Crotone (5 reti) e a Modena (8) ha fatto meglio che in questo spizzico di campionato. Discorso simile per Adailton, già a quota 5 in otto gare. Il suo record (2003-2004) conta nove reti in 23 gare con la maglia del Verona. E lunedì prossimo il brasiliano torna a Verona, la città di Bagnoli.
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Nadia
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