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Never ending story

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  • Nimwid
    00 21/04/2008 15:59
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?
    Lo stregone. uomo di mille risorse
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    00 21/04/2008 16:01
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone
  • Nimwid
    00 21/04/2008 17:20
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia,
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    00 21/04/2008 17:47
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti

  • Animaloverdrum
    00 21/04/2008 17:57
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata
  • Nimwid
    00 21/04/2008 18:25
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la
  • Animaloverdrum
    00 21/04/2008 18:32
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
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    00 21/04/2008 19:23
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?
    Lo stregone. uomo astuto e perspicace si
  • Nimwid
    00 22/04/2008 12:50
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
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    00 22/04/2008 13:12
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
    Estasiata, disse: "lei,
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    cucina meglio di Vissani
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    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
    Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
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    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
    Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
    "Mi fa onore
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    00 23/04/2008 09:17
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
    Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
    "Mi fa onore e non è tutto!!!


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    00 23/04/2008 15:29
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
    Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
    "Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le
  • Nimwid
    00 23/04/2008 17:57
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
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    "Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
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    00 23/04/2008 19:05
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
    Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
    "Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
    "No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
  • Nimwid
    00 24/04/2008 17:39
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
    Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
    "Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
    "No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
    "Mi permetto di
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    00 24/04/2008 17:40
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
    Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
    "Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
    "No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
    "Mi permetto di insistere, rispose Genoveffa,

  • Nimwid
    00 24/04/2008 17:57
    C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
    Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
    Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
    Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
    Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
    La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
    " No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
    “ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

    "Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
    E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
    Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
    Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
    "Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
    "No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
    "Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova
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