PALERMO: Amelia, Cassani, Carrozzieri, Bovo, Balzaretti, Nocerino, Liverani (c) (30’st Guana), Bresciano, Simplicio, Cavani (45’st Migliaccio), Succi (22’st Lanzafame). A disposizione: Ujkani, Capuano, Dellafiore, Mchedlidze. All. Ballardini.
GENOA: Rubinho, Biava, Ferrari (10’st Jankovic), Criscito, Mesto, Milanetto (c), Juric, Modesto, Sculli (22’st Vanden Borre), Milito, Palladino (1’st Olivera). A disposizione: Scarpi, Sokratis, Bocchetti, Rossi. All. Gasperini.
ARBITRO: sig. Gava di Conegliano Veneto.
ASSISTENTI: sigg. Miliardi e Fittante.
QUARTO UFFICIALE: sig. Peruzzo.
RETE: pt 39’ Cavani; st 13’ Bovo, 44’ Milito.
NOTE: paganti 3.614, incasso 43.849 euro; abbonati 16.487, quota gara 249.895 euro. Ammoniti Ferrari, Olivera, Carrozzieri, Mesto.
PALERMO – Più Palermo, che Genoa. Inevitabile lasciare punti in Sicilia e tornare a mani vuote, anche se nel finale il Grifone va vicino a un incredibile 2-2. Domenica scorsa una partita perfetta, oggi una gara imperfetta. Sta racchiusa qui la differenza. Avvio a favore dei padroni di casa, subito in partita e proiettati all’attacco. Non ci sono sorprese negli scheramenti varati da Gasperini e Ballardini, con le chiavi del gioco affidate a Milanetto e Liverani. Il Genoa soffre l’aggressività degli avversari e stenta a uscire, poi alza il baricentro e inizia a respirare. Azioni che si sviluppano sulle fasce, mentre le percussioni centrali trovano maggiore opposizione. Spingono con convinzione i rosanero, ispirati dai lanci del loro regista, seppure mai pericolosi nel primo quarto d’ora. Un semplice predominio territoriale, contro un Genoa guardingo e poco intraprendente. L’iniziativa resta dei siciliani che fanno tutto bene, venendo puntualmente rimbalzati nei sedici metri dove Biava, Ferrari e Criscito chiudono ogni varco. Al 24’ proprio l’ex difensore palermitano, impegna Amelia alla smanacciata in angolo. Un Grifone con le distanze giuste quando difende, con poca profondità quando è chiamato a ribaltare il fronte. Ritmi sostenuti e non certo forsennati, lucidità che va e viene, con qualche giocata di classe. Una per tutte? La conclusione con cui il Principe al 33’ colpisce la traversa calciando dal limite. Una squadra che lievita e, a tratti, prende il sopravvento prima dell’intervallo, contro un Palermo volenteroso però spuntato. Spuntato? Non lo pensa Cavani innescato da Simplicio in corridoio. Destro secchissimo che s’insacca alle spalle di Rubinho, dopo una sbavatura difensiva. Un tiro, un gol. Sculli prova a riequilibrare il risultato, con una girata debole su invito di Palladino. Nella ripresa il Genoa si tira su le maniche e inizia mostrando i muscoli, nella speranza di trovare un golletto. Tra andata e ritorno, lo scorso campionato, riuscì a bucare sei volte la porta isolana. Provare, per credere. Magari con Olivera che prende il posto di Palladino. Non cambia la disposizione del Vecchio Balordo, che preme conquistando metri e calci da fermo. Ballardini stende una ragnatela a centrocampo e addormenta l’incontro. Il Grifone si arrampica, mentre Ferrari risulta il primo ammonito. Poi l’ex romanista viene richiamato e Gasperini inserisce Jankovic, fischiato dai suoi ex tifosi, arretrando Modesto sulla linea difensiva. I piani vanno all’aria in pochi minuti, quando Bovo deposita una pietra sulla partita, con una picconata da trenta metri. Esultanza misurata, gol splendido. E il terzo gol se lo mangia Cavani al 16’ a tu per tu con Rubinho che lo ipnotizza. La reazione tarda contro un Palermo che fa il bello e il cattivo tempo. Sulla giostra delle sostituzioni trovano posto Vandenborre (Sculli) e Lanzafame (Succi). I difensori del Palermo rintuzzano ogni tentativo e assurgono al rango di gladiatori nell’arena. Il Genoa non riesce più a cucire il gioco con precisione e chiarezza di idee. Milito è l’ultimo ad arrendersi e al 39’ fa sibilare un destro maligno a lato del palo. Nel finale succede di tutto. Il Principe accorcia le distanze al 45’, appoggiando facile in porta. E Olivera due minuti più tardi spara alle stelle una facile occasione.