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Il Milan perde a Udine e l' Inter è Campione d' Italia

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    binariomorto
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    00 16/05/2009 23:18
    Il Milan affonda a Udine


    I friulani in serata di grazia passano meritatamente 2-1. Gol di D'Agostino e Zapata per i bianconeri, di Ambrosini per i rossoneri nel recupero. Irriconoscibile la squadra di Ancelotti tradita dai suoi brasiliani

    UDINE, 16 maggio 2009 - L'Inter è campione d'Italia. Lo scudetto numero 17 glielo consegna in anticipo il Milan, vittima di una serata disgraziata, in cui non ne azzecca una, subendo la prepotente prestazione dei friulani alla sesta vittoria consecutiva. Nel 2-1 del Friuli, gol di D'Agostino su rigore e Zapata e rete nel recupero di Ambrosini, si legge un malessere già evidenziato a San Siro con la Juve, a cominciare dalle sbiadite prestazioni di Kakà, incapace di incidere e guidare la squadra. Un k.o. da valutare in vista delle sfide contro Roma e Fiorentina.

    MALDINI 900 — Pasquale Marino fa una sola correzione in attacco: Floro Flores al posto di Sanchez; alla sinistra del tridente al fianco di Quagliarella e Pepe. Carlo Ancelotti, con Favalli e Beckham squalificati, conferma invece alla lettera le previsioni: Senderos centrale in difesa, Flamini alla destra del centrocampo e Seedorf alle spalle di Kakà e Pato. Inzaghi rifiata in panchina al fianco di Ronaldinho, ormai vittima predestinata e all'ennesima esclusione. Arbitro dello scudetto, il Milan che insegue l'obiettivo di blindare il secondo posto, festeggia la leggenda Paolo Maldini che compie 900 presenze in serie A. Proprio al Friuli, allenato da Nils Liedholm, era il 20 gennaio 1985, tenne a battesimo la sua incredibile carriera. Un highlander del calcio che si appresta a dare il suo addio, in concomitanza con quello possibile di Ancelotti.

    CHE D'AGOSTINO — Il guastafeste Marino dispone la squadra con intelligenza. Pochi consigli ai suoi ragazzi: velocità costante, pressione sulle fasce dove conviene smpre stare larghi, sfruttando soprattutto la fascia destra del Milan che oppone poca resistenza. L'undici di Ancelotti utilizza invece un solo schema: la prevedibile verticalizzazione di Pirlo per Pato, puntualmente raddoppiato e anticipato. Se l'Udinese chiude il primo tempo in vantaggio 1-0, lo deve alla sua caparbietà e nella sua capacità di far girare la palla, mestiere rubato al Milan che, al contrario, non è capace di alzare il ritmo, rendendo tutto scontato. D'Agostino è il profeta: dai suoi piedi partono chicche d'autore. Compreso il cross per Floro Flores su cui commette fallo Maldini che viene ammonito. Il botto sotto la traversa è dello sesso D'Agostino: imparabile, anche se intuito.

    MILAN LENTO — Il gol, che innesca la festa anticipata dell'Inter, è vitamina per i friulani che giocano a memoria e regalano momenti di bel calcio. Mentre il MIlan, bolso e irriconoscibile, si avventura verso Handanovic di tanto in tanto in una sorta di stato confusionale. Solo Kakà, al 45', regala l'unica palla gol ai rossoneri: un tocco dalla linea di fondo per Pato, che il portiere bianconero spazza con i piedi.

    TOCCA A INZAGHI — FiIppo Inzaghi è l'immediata mossa di Ancelotti. L'attaccante prende il posto di Flamini. Ad arretrare è Seedorf, mentre Kakà si piazza alle spalle di Inzaghi e Pato. I propositi di vendetta ci sono, ma Rizzoli non vede un'entrata forte su Ambrosini. Linea di confine: l'Udinese riparte e raddoppia. D'Agostino è impeccabile anche dalla bandierina: palla che spiove e scende di colpo. Zapata intuisce da due passi e infila sul primo palo. E' il giusto premio alla squadra di Marino che gioca a testa alta e prende a schiaffi il Milan. Inevitabile al 15' l'ingresso di Ronaldinho per Seedorf; vale a dire un 4-2-3-1 con Inzaghi scortato dai tre brasiliani.

    BRASILIANI DELUDENTI — Ma servirebbe ben altro. Magari un Kakà decisivo, oppure il Pato della prima parte della stagione. E' invece serata Udinese che costruisce la sua vittoria con autorità e bravura. A nulla serve l'avvicendamento Pato-Shevchenko: mai entrato in partita il primo, praticamente inutile il secondo. Resta da registare l'errore di Inzaghi a tu per tu con Handanovic, tra l'altro in fuorigioco. Ci pensa Dida, a dire il vero, a far evitare alla squadra una figuraccia con tre interventi vecchia maniera. Ambrosini di testa, al 48', accorcia le distanze, ma è troppo tardi e ci pensa il palo a dire di no a Quagliarella sul fischio finale di Rizzoli.
    Gaetano De Stefano

    Fonte: gazzetta
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    kendy@
    Post: 7.207
    Registrato il: 02/05/2006
    Sesso: Femminile
    00 17/05/2009 00:46
    beh! che dire e brava l'inter... [SM=g1861822]
    [Modificato da kendy@ 17/05/2009 00:47]