Genoa calcio retrocesso in serie C1, giudizio inappellabile
di red
La Commissione d’Appello Federale non ha smentito le conclusioni raggiunte dalla Disciplinare il 27 luglio. Il ricorso proposto dal Genoa calcio è stato respinto, tutte le condanne emesse i suoi tesserati confermate: la società guidata dal presidente Enrico Preziosi è stata retrocesso all'ultimo posto della serie B e quindi l’anno prossimo giocherà in serie C1, scontando anche tre punti di penalizzazione. La decisione della Caf è inappellabile dal punto di vista della giustizia sportiva, ma i legali della società hanno già annunciato che ricorreranno a quella ordinaria. Con le parole colorate dell'avvocato Alfredo Biondi (anche parlamnetare di Forza italia): «Quando una contadina si vide calpestato il proprio orticello dalle truppe di Federico II, non potendo ottenere giustizia nella sua città disse: "Ci saranno pure dei giudici a Berlino". Noi speriamo di poter rimanere in Italia per ottenere quanto ci spetta di diritto». Pure il presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, si è mobilitato: ha presentato un esposto al tribunale di Genova contro la decisione del Caf.
La sentenza
Al presidente del Genoa Enrico Preziosi e al presidente del Venezia Franco Dal Cin sono stati confermati i 5 anni di inibizione con proposta al Presidente federale di preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria delle Figc. La Caf ha respinto i ricorsi di Capozucca e Pagliara, a cui sono stati confermati i 5 anni di inibizione, nonché i ricorsi di Michele Dal Cin (3 anni e un mese), e dei calciatori Massimo Borgobello (5 mesi) e Martin Lejsal (6 mesi).
I guai per la società rossoblu sono iniziati quando è stato scoperto un giro di accordi sotterranei per pilotare la partita Genoa-Venezia dell'11 giugno scorso, finita poi 3 a 2. C’erano state telefonate tra giocatori e dirigenti, probabilmente anche dei soldi arrivati per addomesticare il risultato.
Le proteste
In città si teme una reazione per lo meno "accesa" della tifoseria genoana. Il questore della città ligure Salvatore Presenti ha già avvertito in via preventiva che «non consentiremo nessun eccesso, la città non deve essere coinvolta in questa vicenda».
Domenica la protesta dei sostenitori del Genoa ha costretto l'arbitro Dondarini a interrompere la partita di Coppa Italia tra i rossoblù e il Catanzaro. Alcune centinaia di tifosi erano arrivati in mattinata ad Alessandria, dove era in programma la partita per l'inagibilità dello stadio di Genova Luigi Ferraris, senza creare incidenti. La questura aveva comunque predisposto, per motivi di sicurezza, un blocco della circolazione delle auto attorno allo stadio Maccagatta. I sostenitori genoani si sono sistemati in curva e in parte della tribuna intonando cori contro la sentenza che condanna il Genoa alla Serie C-1. La protesta col passare del tempo è degenerata e i sostenitori rossoblù hanno iniziato a lanciare razzi e petardi in campo, costringendo l'arbitro Dondarini a interrompere la partita al 21' e a sospenderla definitivamente dopo sei minuti.
Sabato invece, presagendo notizie non buone, a Milano, in una conferenza stampa convocata nello studio del suo legale, l'avv. Lorenzo Crippa, il presidente Preziosi è stato un fiume in piena. Parlando in viva voce al telefono ha denunciato che la sentenza della Caf, prevista per lunedì «è già stata scritta». E ha lanciato un po’ di fango sui giudici sportivi: ha raccontato che, durante l'udienza nella quale «i nostri difensori stavano discutendo la loro tesi, alcuni giudici si passavano dei bigliettini, poi strappati e cestinati». Non solo: come in un giallo in salsa genovese, una persona presente nella sala dove si è svolto il processo, ha recuperato questi pezzi di carta: «Ricomponendoli - ha aggiunto - abbiamo scoperto fatti gravissimi. Cioè che la sentenza era praticamente già stata redatta prima dell'udienza». Per questo si chiedeva un rinvio della decisione per poter ricomporre un ambiente più sereno. Ma lo strenuo tentativo della società dei Grifoni non ha avuto successo, la giustizia sportiva ha fatto il suo corso.
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