Condivido in generale il pensiero di asvero, e se abitassi in Veneto sarei più impensierito da una-bomber che da Bin Laden.
Ció non toglie che il problema della pace mondiale esista, e l'inizio dell'escalation non é difficile da individuare (Israele e la sua posizione strategica come ponte verso il medioriente e l'avvallo incondizionato a tutto l'operato degli israeliani dato dagli Stati Uniti dal dopoguerra ad oggi.
Detto questo peró non si risolve niente, resta il fatto di ordigni nucleari in mano a persone delle quali mi fido poco, e non mi riferisco solo agli iraniani quando avranno in mano la bomba atomica.
La situazione di qualche decennio fa era molto più semplice, due superpotenze che si fronteggiavano, ciascuna cosciente che l'altra era il suo interlocutore, che lo schiacciare il bottono avrebbe causato danni irreparabili.
Ora i protagonisti per scenari di instailitá non sono più due, si sono moltiplicati, non hanno fiducia l'uno dell'altro e sono tutt'altro che disponibili al dialogo.
Un passo indietro dovrebbero cominciare a farlo tutti, ma i passi indietro non si fanno invadendo gli stati "antipatici", soprattutto se oltre ad essere "antipatici" hanno meccanismi di reazione che non sono contenuti tra le regole del gioco della scatole del Risiko.
Qualcuno ha tirato troppo la corda, e speriamo che il troppo non sia veramente un troppo troppo.
Pr questo trovo positiva la missione europea nel sud del Libano. In generale l'Europa é vista meglio degli USA, é vista comunque abbastanza bene da entrambe le parti, e se assumesse più coscienza di se stessa potrebbe fare dacuscinetta tra gli stati "canaglia" e le canaglie di stato.
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Where were you last night?
That's so long ago, I don't remember.
Will I see you tonight?
I never make plans that far ahead.