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Non si era ancora spenta l'eco delle quattro violente esplosioni che nella notte a Istanbul e a Marmaris avevano provocato 27 feriti, tra cui 10 turisti britannici, che una ancora più violenta esplosione nel centro di Antalya, in un punto di ristoro affollato da turisti turchi e stranieri, ha provocato tre morti e 18 feriti nel pomeriggio.
Mentre si teme che il tragico bilancio si aggravi ulteriormente, il gruppo armato curdo 'Falchi per la liberazione del Kurdistan' (Tak) ha rivendicato sul suo sito Internet, i quattro attentati di ieri notte a Istanbul e a Marmaris, definendoli una "rappresaglia" per le condizioni di isolamento in cui si trova il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah Ocalan, che sconta l'ergastolo nella prigione speciale di Imarali, vicino a Istanbul. Questa rivendicazione sembra confermare l'opinione delle autorità turche che considerano il Tak una "sigla paravento" dello stesso Pkk, che gli avrebbe delegato le azioni armate fuori della regione sud-orientale curdofona, ed in specie, in località turistiche.
L'esplosione ad Antalya e quelle di ieri a Istanbul e Marmaris hanno gettato nello sconforto gli operatori turistici delle zone costiere turche che vedono in queste ore annullare le prenotazioni di turisti soprattutto inglesi, olandesi, tedeschi, nordeuropei e russi.
La sequela delle deflagrazioni è cominciata ieri ad Istanbul. Erano le 9 di sera quando è esploso un pacco bomba collocato vicino a una scuola nel distretto di Bagcilar, nella parte europea della metropoli sul Bosforo ferendo sei persone. Poi verso mezzanotte a Marmaris (Turchia mediterranea) tre esplosioni in successione: la prima, causata da una bomba posta sotto il sedile di un minibus che percorreva una delle strade principali della cittadina costiera, ha provocato il ferimento di 21 persone, tra cui 10 cittadini britannici, di cui quattro sono "gravi, ma non in pericolo di vita". Circa tre quarti d'ora più tardi una seconda esplosione è avvenuta nel porto di Marmaris, seguita da una terza in una zona residenziale, entrambe senza feriti.
E' ritornato così con virulenza in Turchia l'incubo degli attentati nelle località turistiche; un incubo che non ha mai lasciato tranquilla la caldissima estate turca. Solo tre giorni fa ad Adana (Turchia sud mediterranea) due bombe hanno ferito 4 persone ed il 25 giugno a Manavgat, tra la stessa Adana ed Antalya, l'esplosione di una bomba, anch'essa rivendicata dal Tak, aveva ucciso 4 turisti, di cui tre russi, e ne aveva feriti altri 28. I 'falchi del Kurdistan' hanno minacciato lo scorso aprile attentati nelle zone turistiche turche diffidando i turisti stranieri dal recarvisi. Essi hanno rivendicato diversi attentati avvenuti nell'ultimo anno ad Istanbul ed in località balneari della costa egea e mediterranea.
Primo tra questi attentati rivendicati dal Tak fu la bomba fatta esplodere in un minibus a Kusadasi nel luglio 2005, che provocò la morte di 5 persone, tra cui una ragazza irlandese e una turista inglese, ed il ferimento di altre decine di persone. Qualche giorno fa sul sito Internet dello stesso Tak è apparsa una rivendicazione per i grossi incendi che nella scorsa settimana hanno distrutto circa 2.000 ettari di boschi in varie zone della Turchia, soprattutto costiera.
Non a caso quest'anno si è assistito ad un netto calo dei turisti stranieri in Turchia, che gli esperti valutano tra il 10 ed il 30 per cento, con grave pregiudizio per un paese che ha proprio nel turismo una delle risorse più importanti.
ansa.it
Quando leggo queste notizie, non so, davvero, cosa aggiungere |