Sapevano che oggi era il giorno in cui quel che resta della loro figlia, partita dopo le nozze, 'al colmo della felicita'' per Las Roques, sarebbe tornato in Italia: i genitori di Elena Vecoli - la donna di 34 anni soffocata e uccisa nella notte tra il 26 ed il 27 settembre, da un gruppo di sconosciuti, nel letto della sua camera della posada 'Lagunita' - hanno atteso chiusi nella loro casa di Firenze, frastornati dal dolore e da un alternarsi di notizie che, in primo momento, davano la salma in arrivo a Bologna e poi a Milano, dove era gia' giunta alle 8.15 di stamani, con un volo Alitalia partito da Caracas. Attenderanno chiusi nella loro casa anche l' arrivo a Firenze, previsto in serata, quando la salma di Elena sara' portata all' Istituto di Medicina Legale per una nuova autopsia, dopo quella eseguita a Caracas. Un nuovo esame dal quale quale Adriano e Rossana Vecoli sperano di avere altre risposte, ma non si muoveranno dalla loro abitazione.
'Tanto a che serve ormai - dice il padre al telefono, cercando di apparire lucido soffocando il dolore - l' aspettiamo qui e martedi' le faremo il funerale che - aggiunge - vorrei non si trasformasse in un' occasione di aggressione vigliacca, vorremmo esser lasciati nel nostro dolore che e' grande e di fronte al quale, credo, serva un po' di rispetto da parte di tutti, anche da parte della stampa'. Un desiderio prima espresso solo a parole, poi tradotto in forma esplicita in poche righe consegnate all' Ansa di Firenze. 'Per rispetto della privacy e del dolore dei genitori, dei parenti e degli amici di Elena, chiediamo - afferma il padre della donna - che il funerale di nostra figlia si svolga senza giornalisti, ne' fotografi, ne' telecamere: non vogliamo che un momento intimo di commiato diventi pubblico' . Dalla autopsia fatta in Venezuela hanno saputo che la loro figlia era incinta, di pochi giorni, solo tre settimane, massimo un mese. 'E' un dolore che si aggiunge al dolore' per i genitori della donna. 'Forse mia figlia - dice il padre - non lo sapeva ancora: sarebbe stata una bella notizia per noi, ma in queste circostanze non ha fatto altro che accrescere le nostre angosce ed il nostro dolore'.
Dal nuovo esame necroscopico si aspettano altre risposte e non solo quelle che possano aiutare gli investigatori. La madre, Adriana, vuol sapere 'se Elena e' stata narcotizzata'. 'Mi darebbe un po' di sollievo - spiega - sapere che non si e' accorta di quello che le stavano facendo e che non ha troppo sofferto'. I funerali si terranno martedi' alle 14,30, a Firenze, nella chiesa dell' Ascensione di Nostro Signor Gesu' Cristo, in via Giovanni Da Empoli, la parrocchia della famiglia Vecoli. 'Faremo pubblicare su due quotidiani locali il luogo e l' ora dei funerali - ha spiegato la madre -, ma lo facciamo solo per comunicarlo ad amici e parenti di Elena, a quanti l' hanno conosciuta e, come noi, amata, a nessun altro'. Il padre, Adriano, non sa ancora darsi una ragione del perche' sua figlia ed il marito abbiano scelto proprio quella meta e si lascia andare ad uno sfogo che coinvolge i tour operator 'impegnati solo a vendere pacchetti a turisti che vengono mandati allo sbaraglio anche in posti dove non hanno alcun rispetto per la vita'. 'Ci dovrebbe essere - osserva - un organismo supervisore per mettere in guardia le persone dall' andare in certi luoghi, che le rendesse almeno coscienti dei possibili rischi, invece quello che interessa e' solo vendere'.
'Nel caso di Elena - prosegue Adriano Vecoli - si parla di casualita', si dice che lei e suo marito non erano in realta' il vero obiettivo degli assassini, ma mettendo tutti insieme i casi accaduti negli ultimi anni all' estero, sembra che siano tutte casualita', ma ripetitive'. L' uomo vuole anche ringraziare 'dal profondo del cuore', il console e la vice console del Venezuela, 'che sono stati disponibili 24 ore su 24 e che hanno avuto nei nostri confronti un comportamento che andava oltre il loro dovere, facendo di tutto anche per confortarci', una mamma - dice riferendosi alla vice console - non avrebbe potuto fare di piu''. Stamani, era rientrato a Firenze da Caracas, anche il marito di Elena, Riccardo Prescendi, 46 anni, di Sesto Fiorentino, dipendente del Gruppo Ferragamo, che nella notte dell' aggressione in albergo era stato brutalmente percosso e legato. Ricoverato in un ospedale a Caracas, dove ha saputo della morte della moglie di cui non si era reso conto sul momento, gli e' stato diagnosticato una frattura della mandibola ed un forte trauma cranico. E' atterrato a Firenze alle 12.35, con un volo Lufthansa proveniente da Francoforte, citta' dove aveva fatto scalo l' aereo da Caracas. Un arrivo avvenuto nel piu' stretto riserbo, voluto dalle due famiglie. Ancora presto per dire se le sue condizioni fisiche gli consentiranno di partecipare al funerale della moglie, ma il fatto che abbia voluto far rientro in Italia fa sembrare molto probabile la sua presenza in chiesa. Sara' sicuramente al funerale don Alvaro Guidotti, il prete che il 16 settembre scorso aveva unito in matrimonio Riccardo ed Elena nella chiesa di Carraia, la piccola localita' vicino a Firenze dove la coppia aveva scelto di vivere.
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