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L'Organizzazione critica sulla Finanziaria: troppe tasse, sottostimato l'impatto dei rimborsi Iva sulle auto
ROMA - Critiche alla Finanziaria da parte dell'Ocse (L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). «Il problema di bilancio dell'Italia si risolverà solo grazie a vaste riforme», ha detto il capo economista dell'Ocse, Jean Philippe Cotis, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'Outlook 2006 dell'organizzazione internazionale. Cotis ha ribadito che l'Italia soffre di «un problema di competitività in generale, legato sia ad un'inflazione rimasta per anni più alta rispetto ai paesi concorrenti, sia alla sua incapacità di passare ad una produzione a maggiore valore aggiunto».
CRITICHE ALLA FINANZIARIA - «In Italia l'aggiustamento è interamente legato a nuove tasse, con nessun serio tentativo di tagliare la spesa». È quanto si legge nell'Economic Outlook dell'Ocse in merito alle modalità con cui l'Italia punta a riaggiustare i conti pubblici nel 2007. Secondo l'Organizzazione, la Finanziaria per il prossimo anno è troppo imperniata intorno all'aumento dell'imposizione fiscale, «che avrà un effetto depressivo sulla crescita dei consumi».
Nelle considerazioni introduttive sull'Italia, l'Ocse sottolinea che il consolidamento fiscale per il 2007 «si appoggia, per la maggior parte, su attesi aumenti dei ricavi, che potrebbero aumentare i disincentivi al lavoro ed agli investimenti». Per questo motivo, prosegue il rapporto, «il contenimento della spesa è quindi necessario, soprattutto nel campo delle pensioni, del pubblico impiego, delle amministrazioni locali e della sanità, come indicato nei piani di medio termine del Governo». Il rapporto precisa quindi che «circa un terzo della crescita è ottenuta tramite il trasferimento del Tfr, nonostante su questa misura debba ancora decidere l'Eurostat. Circa metà nasce dall'aumento delle entrate fiscali collegate all'evasione, mentre le entrate nette legate all'aumento dell'imposizione ammontano ad una piccola parte, visto che la crescita della tassazione è compensata da tagli negli oneri sulla sicurezza sociale».
OBIETTIVI DI BILANCIO - Ma l'Ocse è anche estremamente critica sulla possibilità che la manovra raggiunga gli obiettivi di bilancio. Il rapporto deficit/Pil si attesterà in Italia al 4,8% nell'anno in corso, per poi scendere nel 2007 al 3,2% ed al 3,3% nel 2008, quindi ancora sopra i parametri fissati dal Patto di Stabilità Ue. È quanto si legge sempre nell'Economic Outlook dell'Ocse, secondo il quale i rimborsi Iva legati alla sentenza della Corte di Giustizia Europea pesano per l'1% sul dato del 2006. Per il 2007, l'Ocse stima un deficit/Pil del 3,2%, superiore alla stima del 2,8% formulata dal Governo italiano «nonostante simili previsioni di crescita del Pil». Secondo l'organizzazione, le entrate relative all'evasione fiscale saranno inferiori alle attese del Governo.
RIPRESA - L'Ocse ribadisce invece l'avvenuta ripresa dell'economia italiana nel 2006, confermando la stima di una crescita del Pil dell'1,8% per l'anno in corso, che mette la parola «fine a quattro anni e mezzo di quasi stagnazione». Le forze trainanti della ripresa, si legge nell'Economic Outlook, sono state «la forte crescita del mercato dell'export, le migliori condizioni creditizie, una crescita dell'occupazione e della fiducia». Secondo l'Organizzazione, la crescita si dovrebbe ridurre nel 2007 ad un +1,4%, per poi risalire all'1,6% nel 2008.
OCCUPAZIONE - L'Ocse nel suo rapporto ha anche trattato il tema dell'occupazione «La crescita dell'occupazione ha di nuovo superato quella della produzione nella prima metà del 2006» sostiene il rapporto. Secondo l'Organizzazione, l'occupazione crescerà dell'1,7% nell'anno in corso, contro la stima di un +0,6% rilasciata nell'Employment Outlook di giugno. Nel 2007, l'occupazione dovrebbe aumentare dello 0,8% (+0,4% nella precedente previsione) mentre nel 2008 l'aumento è atteso all'1%. Secondo il rapporto, l'andamento dell'occupazione riflette un nuovo processo di regolarizzazione degli immigrati, l'aumento dell'occupazione delle persone sopra i 50 anni e la continua crescita di contratti a termine presso i lavoratori più giovani. In questo modo, il tasso di disoccupazione è atteso in costante calo, dal 7,1% dell'anno in corso, al 6,8% del 2007 fino al 6,5% del 2008.
28 novembre 2006
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