Oro per le ragazze della scherma

Il fioretto femminile non tradisce mai. Il Dream Team della scherma resta sul tetto del mondo. Come lo scorso anno, ai mondiali di Torino, é tripletta azzurra e i nomi sono ancora quelli: Valentina Vezzali, Margherita Granbassi, Giovanna Trillini. Cambia solo la padrona dell' oro: lo scorso anno fu la Granbassi, quest'anno è la Vezzali, che così conquista il suo quinto titolo mondiale. La campionessa uscente però non accetta bene il verdetto e attacca l' arbitro reo, a suo dire, di averle girato contro due assalti in un momento decisivo della sfida. E la Vezzali replica che lo scorso anno la gara non fu ad armi pari perché lei stava in pedana con un ginocchio lesionato.

Vezzali-Granbassi finisce 11-8, ma al di là della competizione tra le due fa felice tutta la scherma azzurra. Che il fioretto azzurro si avviasse a celebrare un' altra impresa è stato chiaro quando nei quarti di finale sono entrate tutte e quattro le fiorettiste del commissario tecnico Andrea Magro. Del quartetto faceva parte anche Ilaria Salvatori che si é piegata solo alla Vezzali nel primo dei tre derby di giornata: dopo questo sono arrivati quello tra Vezzali e Trillini in semifinale e la finale Vezzali-Granbassi. Mentre nella parte alta del tabellone il cammino di Margherita Granbassi era tirato, ma non impossibile, nella parte bassa le sfide di Giovanna Trillini erano tutte al cardiopalma fino ai quarti. Nei primi tre incontri la campionessa di Jesi (compaesana della Vezzali), 37 anni, al suo 16/mo mondiale, ha sempre dovuto ricorrere al tempo supplementare per piegare le sue avversarie. Poi un assalto di slancio, quello che gli ha aperto la strada della semifinale e del bronzo, ennesima sua medaglia: in appena 2' e 43" ha superato la sudcoreana Hyun Hee Nam, che era numero due del ranking mondiale (l' azzurra era n.7). La sua corsa si è fermata contro la Vezzali. "Non ho tirato come avrei dovuto - dice la Trillini - e non sono riuscita ad imporre la mia scherma". Così è arrivata la finale replay di Torino 2006.

E' stata una gara tirata, come si addice a ogni derby. Le due fiorettiste hanno lo stesso maestro e si conoscono alla perfezione: l'assalto è stato equilibrato, fino a quando l' arbitro, dopo aver consultato la moviola ha attribuito alla Vezzali due stoccate che reclamava la Granbassi. "L' arbitro non mi ha convinto - dice la triestina mentre è all' antidoping - perché in un momento decisivo potevo andare in vantaggio di quattro stoccate e mi sono trovata in parità. E' stata una sfida tirata, ci siamo urlate in faccia molto di più rispetto a Torino. Valentina dice che la sfida dello scorso anno non era ad armi pari? Bisogna saper perdere e vincere e poi potrei direi che quest' anno io stavo peggio di lei". Al di là della polemica, la fiorettista triestina è soddisfatta del risultato: "Non credevo alla finale. Mi era allenata poco. Questa è la medaglia della conferma dopo il mondiale, una Coppa del mondo e il bronzo europeo. Chi credeva che fossi un fulmine a ciel sereno è servito", dice la bella Margherita che questa mattina, come a Torino, ha ricevuto la visita dei medici dell' antidoping per un controllo a sorpresa. Chi è alle stelle è il ct Magro: "Queste ragazze ci hanno viziato. Un abbraccio forte alla Salvatori che meritava una medaglia. A Valentina dico che è stata straordinaria, a Margherita che ha fatto un anno da sogno e a Giovanna che è l' emblema della classe e della tenacia". Gioisce anche il presidente Giorgio Scarso: "E' un risultato straordinario, è la conferma che la tripletta di Torino non era dovuta solo al fatto di giocare in casa. Mi dispiace che non ci sia stato Petrucci: ha perso una occasione per assistere ad un grande spettacolo". La giornata azzurra finisce con l' inno di Mameli cantato dalle fiorettiste: la Vezzali è in lacrime, la Trillini é composta e la Granbassi tiene la mano sul cuore. E' l' immagine dell' Italia che vince.