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Risorgimento piemontese

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2008 23:43
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21/10/2008 23:07
 
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Del Piero-Amauri in gol
La Juve risorge, Real k.o.


Dopo un primo tempo dominato e chiuso in vantaggio grazie a una rete del capitano al 5', i bianconeri raddoppiano a inizio ripresa col brasiliano, poi rallentano e soffrono. Al 21' Van Nistelrooy riapre i giochi, poi il Real non passa più: finisce 2-1. Marchisio s'infortuna la caviglia sinistra in uno scontro con Sissoko



TORINO, 21 ottobre 2008 - La Juventus risorge. Nell’occasione più importante. Batte 2-1 il Real Madrid nella terza uscita di Champions, gol di Del Piero e Amauri. I soliti. E vola in testa al girone. Le 5 partite senza vittorie sono un pallido ricordo. Del passato, non a caso in bianco e nero. E’ la vittoria della vecchia guardia - mai sottovalutare il cuore dei campioni - come dice un vecchio adagio americano che calza a pennello per Del Piero e Nedved, il cui abbraccio smodato dopo il 2-0 è la fotografia della partita. Ma è anche la vittoria dei nuovi eroi del popolo bianconero, su tutti uno per reparto: Chiellini, Sissoko e Amauri. Le vittorie hanno tanti padri, mentre le sconfitte se le era caricate sul groppone Ranieri, che può tirare, per ora, un sospiro di sollievo. La Juve ha carattere come nessun altro. Per il gioco ripassare tra un po’.

LE SCELTE - Ranieri sceglie Molinaro e Marchionni, preferiti a De Ceglie e Salihamidzic. Decisione filosoficamente salomonica: il terzino più difensivo, l’esterno di centrocampo più offensivo. Schuster non s pone problemi di copertura: il tridente d’attacco è supportato da Van der Vaart e Sneijder.

MAGIA ALE - La Juve parte forte. Aggressiva. E passa al primo affondo. Triangolazione Del Piero-Amauri-Del Piero. Il capitano bianconero sfrutta la linea difensiva della casa blanca, troppo alta, se ne va, e carica un destro formidabile da fuori area. Casillas è fuori posizione, cioè troppo fuori porta, e non ci può arrivare. Gol pazzesco. Il 41° di Ale in Champions. In questa stagione già il terzo: ha segnato ad Artmedia, Zenit e Real. Juve avanti.

JUVE IN CONTROLLO - Il Real accusa il colpo. Ma non si danna più di tanto. Forse in cattiva serata, forse un po’ presuntuoso. Non alza il ritmo. Magari è convinto che prima un poi un gol lo segnerà. Non nel primo tempo, però. Comincia a macinare gioco dal 15’. Ragionato. Con le marce basse. In orizzontale. Troppo compassato. Van der Vaart, il bianconero mancato, ci prova un paio di volte dalla distanza. Qualche brivido. Ci mancherebbe. E’ sempre il Real. La Juve, trascinata un Sissoko che spunta dappertutto, però riparte in verticale. A folate, incisiva. Sfruttando gli squilibri del Real, che pende che nemmeno la torre di Pisa. In avanti, con il solo Gago a dare una mano alla sua retroguardia. Al 35’ la Juve perde Marchisio, che si fa male alla caviglia sinistra in uno scontro con Sissoko. Sfiga. Ranieri inserisce Salihamidzic, sulla corsia mancina, e accentra Nedved. La partita è "addormentata". Bene per la Juve. I decibel si alzano solo per i fischi dei tifosi bianconeri a Cannavaro. All’intervallo è 1-0.

CI PENSA AMAURI - Non rientra Legrottaglie. Che sente riacutizzarsi il problema muscolare che lo aveva tenuto in forse fino al fischio d’inizio. Spazio a Mellberg. Al 4’ arriva il raddoppio. Cross da sinistra di Nedved, Amauri vola in cielo e schiaccia di testa. La palla colpisce Heinze, che spiazza Casillas. Gli dei del calcio che tra infortuni e episodi sfavorevoli avevano girato le spalle alla Juve le rendono il debito. 2-0. L’Olimpico esplode. Ora ci crede davvero.

REAZIONE REAL - Schuster cambia. Era l’ora. Fuori Higuain, non pervenuto. Dentro Robben. Van der Vaart di testa si divora un gol. Poi di testa è Robben a sfiorare il bersaglio. Il Real ora fa vedere di che pasta è fatto, entra in scena con 50’ di ritardo. Snejder cerca il colpo da biliardo. Palo. Il gol è nell’aria. Lo firma chi se non lui: il solito Van Nistelrooy, chirurgo dell’area piccola, che di testa anticipa Molinaro. Real tutto avanti, Juve alle corde. Che non riparte più. Schiacciata nella sua metà campo. "Dai ragazzi non mollate" canta la curva. E loro eseguono. La Juve vince. D’orgoglio.

dal nostro inviato
Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
22/10/2008 23:15
 
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Le reazioni spagnole ...


Madrid, la brutta sorpresa
accende sogni di vendetta


Le recenti delusioni bianconere avevano illuso gli spagnoli, col solo Schuster a predicare cautela. Ora invece la riscossa parte dal tecnico del Real: "Dipende tutto da noi: dobbiamo arrivare primi". Ecco la rassegna stampa dei giornali spagnoli

MADRID (Spagna), 22 ottobre 2008 - Fino alla prima serata di ieri da queste parti il madridista doc era convinto che a Torino non ci sarebbe stata partita. La crisi della Juventus sembrava mettere 'en bandeja', sul vassoio, una vittoria che al Madrid nel capoluogo torinese sfugge da 46 anni.

TUTTI OTTIMISTI MENO SCHUSTER - Via radio s'ironizzava, storpiandoli senza ritegno, sullo scarso peso specifico di nomi quali Marchisio, De Ceglie, Molinaro, Marchionni. Più o meno sconosciuti, da queste parti. Solo Schuster sembrava vedere ciò che gli altri proprio non riuscivano a distinguere: "Occhio a questa Juve ferita - aveva detto alla vigilia - io non mi fido e avrei preferito incontrare un avversario in salute". Buon profeta, l'ex Angelo Biondo.

SORPRESA - E dunque, come gestire l'inattesa sconfitta? As ricorre a una parola, 'arrimon', di scarsissimo uso comune tanto che questa mattina su Radio Marca hanno tirato fuori il vocabolario per cercare di dare una mano a se stessi e agli ascoltatori. Il titolo è "Arrimon sin premio", e più o meno vuol dire 'scalata senza premio'. Il riferimento è al buon secondo tempo del Madrid che però non è bastato per completare la rimonta. All'interno concetti meno criptici, "La Juve allunga la propria leggenda", e propositi battaglieri: "Juve, qui non riderai". Su As il paragone Del Piero-Raul è spietato: "Ha segnato un 'golazo' e ha lavorato bene sulle fasce", il riferimento allo juventino, "né un tiro né un cross nei 90 minuti" quello al capitano blanco.

DOLCE? - Per Marca quella di ieri sera è stata una "Dolce sconfitta". Con lo zucchero rappresentato dal gran gol di Van Niistelrooy e dal "superlativo" secondo tempo di Sneijder. Poi l'attacco a Bernardo: "Schuster si addormenta" strilla il titolo a pagina 2 e 3: "Il tecnico madridista ha aspettato troppo a fare i cambi e la sua squadra ha finito col perdere a Torino". Note per l'ottavo gol di Van Nistelrooy in 7 partite fuori casa in questa stagione e per gli insulti dei "tifosi" a Cannavaro. Poi il consueto sguardo ottimista al futuro: si preannuncia "La 'vendetta' al Bernabeu", con la parola chiave in italiano, ma trova spazio anche una considerazione fuori dal coro: "Pepe dice che il Madrid deve 'imparare la lezione'".

I QUOTIDIANI POLITICI - Sulla prima pagina del Pais si legge un eloquente "Il Madrid morde la polvere", doppiato all'interno da "Il Madrid arriva tardi" in riferimento al pessimo inizio dei campioni di Spagna: "Il Madrid dà vita a una Juventus in coma", il commento finale. "La Juventus spacca in due il Madrid" è il titolo del Mundo: "La Juve ha saputo giocare con la propria inferiorità contro un rivale molto sicuro di sé, esageratamente sicuro di sé". Il cronista riconosce che "Claudio Ranieri ha saputo leggere il duello meglio di Schuster contrastando i punti di forza del Madrid alzando il pressing e tenendo il pallone lontano dai centrocampisti e dagli attaccanti 'blancos', riuscendo così a spaccare in due il Madrid".

IMMANCABILE CATENACCIO - Ovviamente non poteva mancare un riferimento al difensivismo italiano, fumo negli occhi e trito luogo comune caro agli spagnoli; "Del Piero e via col 'catenaccio'" titola Publico "La Juve è andata in vantaggio con un gol dell'illustre italiano e Ranieri ha ordinato di tirar su le barricate". Tra due settimane il ritorno al Bernabeu: se vuole il primo posto nel girone il Madrid deve vincere: "Dipende tutto da noi: dobbiamo arrivare primi", ha detto Schuster. Qui, naturalmente, non hanno dubbi sull'esito finale del match.

Filippo Maria Ricci

Fonte: gazzetta
22/10/2008 23:43
 
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Del Piero operaio e artista
"Si gioca per partite così"


Il capitano sentiva particolarmente il match: "Juve-Real Madrid è una gara diversa. Regala sensazioni particolari, che siamo stati capaci di trasmettere in campo". E sistemati gli spagnoli con il suo gol n. 41, è corso a festeggiare il primo compleanno del figlio...




TORINO, 22 ottobre 2008 - Alla vigilia di Juventus-Real Madrid aveva detto: "Siamo tutti sulla stessa barca". Lui, Alessandro Del Piero, il capitano della Juve, ha tirato fuori una prestazione di quelle che lasciano le impronte persino sulla sabbia. Indelebili.

ALE E LA CHAMPIONS - Aveva anche detto a poche ore dal fischio d’inizio: "Si gioca a calcio per partite come questa". E Ale, 33 anni, 41 gol in Champions League, ha ribadito il concetto nel dopo partita. "Juve-Real Madrid è una partita diversa. Regala sensazioni particolari, che siamo stati capaci di trasmettere in campo". Detto senza iperboli, con un filo di voce, senza mai alzare i toni. Come la partita della Juventus, e soprattutto la sua partita, fossero state normali. Un’altra giornata in un ufficio.

GARA SUPER - E invece no. La sua gara è stata illuminata dal gioiello con cui al 5’ ha trafitto Casillas. Un destro pazzesco. Dalla grande distanza. Che ha gasato la Juve e l’Olimpico di Torino. Che ha tramortito il Real. Lui lo racconta quasi con pudore: "Il gol? E’ quello". Eh no, Ale, non basta. E allora concede qualcosa di più, mica tanto. "La palla è stata deviata dopo il bel triangolo con Amauri, ha preso un effetto strano. E’ rimasta lì. Ho deciso di tirar subito, per fortuna". Pacato. Misurato. Almeno quanto in campo è stato indemoniato. Più del solito. Perchè era una partita diversa. Di quelle "che ispirano" - sempre parole sue. Novanta minuti di corse a perdifiato a tutto campo, e non è più un ragazzino. Le sgridate ai compagni più giovani. Un pallone recuperato negli ultimi minuti, da terzinaccio. E quell’abbraccio sfrenato con Nedved, con cui condivide la ferocia agonistica e la mentalità vincente, dopo la rete del 2-0. L’impresa era a un passo. Novanta minuti che magari ti svuotano, ma che diventano dolci come il miele quanto significano vittoria sul Real. Quando significano i cori dei tifosi dopo il triplice fischio. Ancora una volta, solo per lui. E’ così da una vita.

UOMO DI COPPA - Ale non è nuovo a prodezze europee. Da sempre. Ma l’astinenza da Champions delle due passate stagioni sembra averlo caricato ancora di più. Prima il gol nel preliminare all’Artmedia, bellissimo. Poi la punizione capolavoro contro lo Zenit, da distanza siderale. Infine la gemma di ieri sera. E non sembra mancargli neanche il suo complice offensivo più fidato, Trezeguet, ai box per un lungo infortunio. Il triangolo con Amauri in occasione dell’1-0 sembrava quello tra una coppia d’attacco consolidata, non una neonata. Ma lui a parole mantiene il profilo basso, e riserva l’entusiasmo ai festeggiamenti per il compleanno di suo figlio, Tobias, che oggi compie un anno: "Vado a festeggiare - scherzava ieri sera - se dorme lo sveglio...". Buona festa Ale.

dal nostro inviatoRiccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
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