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Inter di nuovo in fuga, male il Milan, malissimo la Juve

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2009 20:41
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29/01/2009 14:48
 
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Stankovic più Ibra
L'Inter scappa via


Catania battuto in casa (0-2) con un gol per tempo e soprattutto con un uomo in meno per oltre un'ora. La squadra di Zenga vicina al pareggio nella prima frazione. Nerazzurri a + 6 sulla Juve e + 8 sul Milan

CATANIA, 28 gennaio 2009 - Alla prima trasferta utile, l'Inter riscatta il tracollo di Bergamo e vince a Catania resistendo oltre un'ora in dieci contro undici. L'impresa ha un peso specifico notevole, nella notte in cui sia la Juventus sia il Milan rallentano sulla strada verso la vetta. Nerazzurri avanti con Stankovic dopo 5 minuti, ma schiacciati nella loro area dopo l'espulsione di Muntari. Di Ibrahimovic, su assist del serbo, il gol del 2-0 a metà ripresa.

GIOCO - Anche se lo "Speciale" non è così simpatico a Lo Monaco, Catania fa un figurone accogliendo il "grande nemico" portoghese con i torroncini alle mandorle. Guardando al primo tempo, i siciliani si fanno apprezzare pure per il gioco. Certo, l'espulsione di Muntari è un bell'aiuto, ma Zenga conferma l'indiscutibile qualità di saper ottenere il massimo praticamente da tutti i suoi giocatori. Mancano quattro centrocampisti (Ledesma k.o. prima del via)? Nessun problema, Martinez s'improvvisa interno e la macchina rossazzurra va, confinando l'Inter nella sua area per venti minuti buoni.

ROSSO CHE FRENA - Tornando all'episodio che costa il rosso a Muntari, curiosamente cacciato anche all'andata per una manata sempre ai danni di Tedesco, va detto che la decisione di Rocchi lascia molti dubbi, visto che l'intervento è sì pericoloso, ma al massimo da ammonizione. Prima del cartellino l'Inter aveva giocato bene, trovando il gol dopo 5 minuti grazie a Stankovic, l'altro insostituibile insieme a Ibrahimovic per la sua capacità di inserirsi. L'atteggiamento determinato, i reparti corti, la difesa attenta: ecco le tre cose migliori dell'avvio interista a Catania, che naturalmente passano in secondo piano con un uomo in meno e le due punte lasciate in campo da Baresi e Mourinho.

BOLGIA - Julio Cesar è il solito muro. Anche quando il Catania è a un passo dal gol, sospinto dal pubblico del Massimino, il guardiano dell'Inter resta in piedi (vedi conclusione di Paolucci). Oltre al rammarico scaturito dagli errori sotto porta di Capuano e Mascara, i rossazzurri possono mettere in conto pure un gol annullato a Paolucci. Il motivo, secondo l'interpretazione di Rocchi, è il "gioco pericoloso" di Morimoto su Burdisso, episodio da vedere e rivedere con le moviole del caso. E in tutto questo c'è anche da annotare la traversa scheggiata da Ibrahimovic al 22'.

LEGNI ED EQUILIBRI - Meno frenetico il secondo tempo, aperto da Mascara con un palo e gestito con più calma da Mourinho, grazie all'ingresso di Maxwell per Cruz. Il fatto di non aver sfruttato il momento più caldo della partita per pareggiare, è l'unica colpa che si può attribuire alla squadra di Zenga, che sbanda solo sul lancio di Stankovic in occasione del raddoppio di Ibra. Un calo di concentrazione abbastanza prevedibile dopo il "tutti avanti" del primo tempo. L'ingresso di Spinesi, recuperato da un infortunio serissimo, non serve a cambiare l'inerzia della partita, ormai in cassaforte con le chiavi in mano all'Inter.

NUOVA FUGA? - Nel finale si esalta Ibra, evidentemente sazio del gol e ispirato come suggeritore per Maxwell. Per il Catania però, il 3-0 sarebbe una punizione davvero esagerata, e a Mourinho va benissimo così. In un colpo solo l'uomo di Setubal ha ritrovato il gioco, la giusta "cattiveria" e un vantaggio rassicurante sulle inseguitrici. Ripensando alle polemiche e ai dubbi del dopo Bergamo non sembra vero...
Antonino Morici

Fonte: gazzetta

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Beckham lancia il Milan
Milito lo riporta a terra


Un gran gol dell'inglese, il secondo in tre giorni, porta in vantaggio i rossoneri che nel finale cedono di schianto e vengono raggiunti con una rete dell'argentino a tre minuti dalla fine. Due traverse di Pirlo nel primo tempo

MILANO, 28 gennaio 2009 - E' il David Beckham show. Tutto perfetto, prestazione impeccabile, gol da sballo; un tempo e oltre da protagonista. Strilli da prima pagina già pronti. Ma il Milan non fa i conti con le sette anime del Genoa e sulla cattiveria agonistica di Milito che all'87' trova il gol dell'1-1. Un pareggio fatale per i rossoneri che si allontanano dall'Inter e mancano l'aggancio alla Juve. Roboante per i liguri che con il prezioso punto aggiungono un mattone lungo la marcia che porta verso l'Europa.

SEGNALI AL C.T. - Venti secondi e Beckham è già in partita. Pressing di Seedorf e palla all'inglese che mira l'angolo alto; Rubinho vola e respinge. Mister Capello in tribuna ammira e l'asso britannico invia un'altra cartolina al c.t. dell'Inghilterra: cross calibrato che i compagni non sfruttano. Bellissimo, al 7', il lancio lungo per Seedorf, frenato dall'uscita di Rubinho. Ecco tre buoni motivi per giustificare la quarta presenza in campo consecutiva del centrocampista. Ancelotti confida sulla sua intelligenza tattica, a metà strada fra linea offensiva e difesa, dove rientra Jankulovski. Ronaldinho? Ancora in panchina: Seedorf e Kakà alle spalle di Pato garantiscono di più. Un Milan ancora una volta spregiudicato, contro un Genoa più prudente. Gasperini schiera un modulo variabile. In partenza un 3-4-1-2, con Thiago Motta a supporto di Milito e Sculli, quest'ultimo però pronto ad arretrare per dare manforte al centrocampo.

PIEDI BUONI - Giusta la decisione del tecnico rossoblù. Il Milan, alto e veloce, non fa ragionare il Genoa che gioca di rimessa. I rossoneri dominano il primo tempo, sfruttando tutte le loro qualità, anche se Kakà è ben lontano dal suo normale standard. Ma ci pensano i piedi buoni di Beckham, Pirlo e Seedorf a dare ordine al gioco. Al 16' Pirlo delizia il popolo di San Siro con una punizione perfetta e conseguente palla che va a sbattere sull'incrocio dei pali. Intenzione ribadita al 44', quando la sfera picchia sulla traversa. Il gioco alto dei rossoneri non concede molto ai liguri che riescono a liberarsi della morsa solo al 26' con un colpo di testa fuori misura di Thiago Motta. Uno squillo isolato che precede il capolavoro di Beckham. Al 33' il rossonero porta in vantaggio il Milan con una punizione angolata di rara fattura: palla a giro sul primo palo che fulmina Rubinho. Il gol è esaltante e produce un effetto a catena. Straordinario, subito dopo, il cross per Pato, geometrico e con sopra scritto "spingere in rete, please", ma il brasiliano non coglie l'attimo giusto.

SOFFERENZA - Il Genoa cerca di ricostruire le idee e la sua fisionomia di gioco, ma è evidente la mancanza di muscoli in fase offensiva. Gasperini corregge con Jankovic al posto di Modesto, per poi perdere Thiago Motta per infortunio, sostituito nel recupero con Vanden Borre. Non è al meglio neanche Beckham che accusa problemi all'adduttore destro. Ma non è serata per ballerini: il britannico stringe i denti e si gioca anche la ripresa. Sorprendente. Ecco il termine più azzeccato per definire Becks, che corre come un ragazzino e regala traiettorie magiche. E' lui a sopperire ai vuoti di Kakà e alle incompiute di Pato. Gasperini chiede più ritmo alla squadra, ma costatandone la poca propensione al sacrificio, gioca l'ultima carta, inserendo benzina e qualità: Palladino per l'abulico Sculli. L'innesto regala qualcosa ai rossoblù che alzano il baricentro e costringono il Milan ad arretrare nella sua trequarti. Ancelotti ritarda i cambi e solo al 26', con la squadra in affanno, decide di sostituire un sofferente Beckham con la sostanza di Flamini.

MILITO NON PERDONA - Il finale è tutto in salita perché il Genoa è cresciuto molto. La schiacciata di testa di Biava al 28' è una segnale forte. Resta da scegliere se difendere l'1-0 o tentare la strada del raddoppio. Così tocca a Ronaldinho cercare il bis, ma a spese di Pato, mossa poco gradito ai tifosi di casa. Eppure il Gaucho, al 33' il gol lo sfiora su punizione; provvidenziale una deviazione in angolo di Rubinho. Senderos rileva Seedorf. Il Milan si copre. Maldini garantisce il massimo, ma è Abbiati al 36' a compiere un miracolo sul colpo di testa di Milito. Non può nulla però il portiere rossonero al 43', quando il Principe le mette dentro di forza da due passi sull'appoggio di testa di Biava.
Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta

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L'Udinese risorge e incanta
Juve irriconoscibile e k.o.


I friulani si impongono 2-1 grazie alle reti di Quagliarella e Di Natale e ad una grande prova corale, soprattutto nel primo tempo. La squadra di Ranieri accorcia le distanze su rigore con Iaquinta, ma delude e non va mai vicina al pareggio

UDINESE, 28 gennaio 2009 - L'Udinese risorge e complica i piani scudetto della Juventus. Sconfitta 2-1 al Friuli dai gol di Quagliarella e Di Natale, attaccanti tecnici e soprattutto rapidi, fatti su misura per mettere nei guai la difesa della Juve, solidissima, ma certo non composta da velocisti. Alla squadra di Ranieri non basta il rigore realizzato dal rientrante Iaquinta. La Juventus nei 90' non ha creato altre occasioni gol.

GIORNATA STORTA - Quella della Juve. Che non perdeva dal 22 novembre, quando si arrese all'Inter a San Siro. Inter ora di nuovo lontana 6 punti. Questa partita fa storia a sè. Perchè è difficile individuare difetti specifici: non ha funzionato quasi nulla. La qualità di Del Piero è mancata da morire: ora in tanti getteranno la croce sul suo sostituto, Giovinco, ma la Formica Atomica, poco incisiva, è stata poco assistita da un centrocampo poco illuminato e dagli altri attaccanti, non pervenuti. Unica consolazione il rientro di Trezeguet, che forse creerà un ballottaggio con Amauri, ma serve come il pane alla Juve vista (o non vista) oggi. L'Udinese è sembrata il brutto anatroccolo trasformato improvvisamente in cigno. La fatina autrice dell'incantesimo ha le sembianze virili di Marino, che salva così una panchina a rischio, lo dicevano i risultati. L'Udinese (8 sconfitte e 3 pari nelle ultime 11 uscite) non vinceva dal 29 ottobre. Ottimi D'Agostino e Inler in mezzo, superlativi gli attaccanti.

UDINESE RITROVATA - La prima mezz'ora dell'Udinese è della squadra di inizio stagione. Lontana parente di quella crepuscolare delle ultime esibizioni. Marino azzecca lo schieramento tattico. Schiera il solito 4-3-3, ma con Isla sulla destra, al posto di una punta effettiva. Così il modulo si trasforma spesso e volentieri in 4-1-4-1, con D'Agostino playmaker davanti alla difesa e Quagliarella unica punta. E così l'Udinese sfrutta la superiorità numerica a metà campo, dove il solo volitivo Marchisio non può fare miracoli per la squadra di Ranieri. Che doppia la partenza falsa dell'ultima trasferta, quella di Roma contro la Lazio. Anche allora approccio troppo guardingo e soft, puntualmente punito ora come allora. Stavolta da Quagliarella, che azzecca una girata sporca di sinistro, con la quale anticipa Legrottaglie e trafigge Buffon. 1-0. Settimo gol in campionato dell'attaccante, che si fa perdonare il rigore sbagliato domenica scorsa.

JUVE TIMIDA - La Juve comincia a mettere la testa fuori dal guscio dopo la mezz'ora. Ma di occasioni neanche a parlarne. Giovinco si muove tanto, non sempre con concretezza, Amauri conferma il trend delle ultime due uscite: in calo. L'Udinese, che aveva subito sfiorato il gol con Zapata, stasera esterno destro basso, va vicina al raddoppio con Isla. Buffon para in uscita bassa. E salva la patria.

RANIERI CAMBIA - Fuori Marchionni. Dentro il rientrante Iaquinta. Che va a fare la spalla di Amauri, con Giovinco vertice alto di un centrocampo a rombo il cui vertice basso è Sissoko. Ma è l'Udinese che continua a fare la partita. Un destro incrociato di Di Natale da buona posizione finisce sul fondo.

JUVE ALL'ATTACCO - Dal 10' della ripresa la Juve prende il centrocampo, e comincia ad attaccare in massa. Ma gli spazi non ci sono, perchè l'Udinese è ordinata, e per una sera attenta dietro. La Juve rumina gioco, ma è lenta in fase di costruzione e poco ispirata in avanti.

TOTO' RADDOPPIA - L'Udinese chiude la partita in contropiede. Con l'altro gioiello d'attacco, Di Natale. Che segna alla Del Piero, rimasto a Torino per turn over. Totò sfrutta gli spazi larghi e sigla il 2-0 con uno splendido destro a rientrare da sinistra.

REAZIONE JUVE - Un rigore riapre i discorsi. Fallo ingenuo di Pasquale su Grygera. Dal dischetto Iaquinta non perdona. Ranieri butta nella mischia anche Trezeguet, graditissimo ritorno. Fuori Amauri. La Juve fa possesso palla sterile fino al 95'. Ma le occasioni non arrivano, tantomeno il gol del pari. E lascia i tre punti ad un'Udinese ritrovata.
Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
29/01/2009 20:12
 
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30/01/2009 14:46
 
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Beh, questa volta il piacere il Genoa l' ha fatto alla Juve (così ha tenuto a distanza il Milan per il secondo posto).
01/02/2009 03:27
 
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naggia.... [SM=x714158]
01/02/2009 12:08
 
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ahahaha kendy..le ultime parole famose...massacro juve...ahahahaha se rido!!! keeeeeendy....oh kennnndy....


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la tua libertà finisce dove inizia la mia!
01/02/2009 20:41
 
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Mister Holmes, 01.02.2009 12:08:

ahahaha kendy..le ultime parole famose...massacro juve...ahahahaha se rido!!! keeeeeendy....oh kennnndy....




[SM=x714086] pero' che bella canzone kendy ho kendy

almeno questo ....[SM=g27828]


ridi ridi.... che poi alla fine ridero' io ...eheheeheh....[SM=x714086] [SM=x714119]


[Modificato da kendy@ 01/02/2009 20:42]
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