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Vincono Roma, Inter e Juventus: ora aspettano le inglesi

Ultimo Aggiornamento: 22/02/2009 12:06
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22/02/2009 12:06
 
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Roma più forte dei guai

L'ex Taddei stende il Siena


I giallorossi, alle prese con molte assenze, battono i toscani, tatticamente brillanti, ma un po' sterili, grazie a una rete del brasiliano nella ripresa. Spalletti sorride per il quarto posto momentaneo, ma in chiave Arsenal preoccupano gli infortuni di Juan e Cicinho



ROMA, 21 febbraio 2008 - La Roma ha un grande cuore. L'1-0 con cui i giallorossi battono il Siena toglie molti dubbi sulle qualità morali dei ragazzi di Spalletti. Infortuni, squalifiche e altri guai in corso d'opera. Difficile colpevolizzare più di tanto i giallorossi per il gioco poco brillante mostrato. Alla fine i tre punti, ottenuti contro un ottimo Siena, consentono alla Roma di raggiungere momentaneamente il quarto posto e di non perdere altro terreno prezioso. La batosta di Bergamo è dimenticata, anche se preoccupa l'infortunio di Juan, vero pilastro della difesa con Mexes. Il Siena esce dall'Olimpico con un po' di rammarico dopo una prova prestazione, ma una squadra così compatta e ben allenata non dovrebbe avere problemi a salvarsi. Nonostante una certa sterilità offensiva.

EMERGENZA - Spalletti è privo di Vucinic, Aquilani, Cassetti, Menez e Tonetto, oltre all'epurato Panucci, che farebbe tanto comodo. Non bastasse ci sono anche De Rossi e Perrotta squalificati. A Spalletti cadono le braccia quando sul finire del primo tempo Juan accusa un problema ai flessori della coscia destra (tutto da valutare in chiave Champions). Il tecnico toscano si gira verso la panchina e trova solo primavera oltre a Montella, Loria e Diamoutene.

GIAMPAOLO IN CATTEDRA - Il Siena si conferma una bella realtà, impedendo con un pressing efficacissimo qualsiasi trama alla Roma, soprattutto nel primo tempo. I primi a sacrificarsi sono gli attaccanti e Kharja, che mantengono sempre la squadra corta. Così la difesa va in affanno solo due volte nella prima frazione. I due sussulti sono firmati Baptista: il brasiliano prima impegna Curci da fuori area, poi sfrutta un errore di Portanova per indirizzare di testa verso la porta di Curci, che si salva alla grande.

BRIVIDO - L'Olimpico ammutolisce quando in avvio ripresa Mexes cade male e accusa problemi alla spalla destra. La prospettiva di andare all'Emirates con la coppia difensiva Diamoutene-Loria è da brividi. Per fortuna il francese si riprende e diventa protagonista con una serie di interventi da grande centrale qual è.

PRODEZZA - Le difficoltà della Roma, con le mille attenuanti del caso, continuano. In questi casi ci vuole uno svarione della difesa o una prodezza del singolo per segnare. Portanova prova a dare una mano a Spalletti, ma Codrea rimedia. E allora ci pensa Rodrigo Taddei, a Siena dal 2002 al 2005, a dare un dispiacere alla sua ex squadra. L'esterno brasiliano, fin lì pressoché inesistente, controlla il pallone dopo una respinta della difesa toscana e supera Curci con un meraviglioso destro a girare sul secondo palo. Taddei firma il suo primo gol in campionato con una vera prodezza.

STERILE - Il vantaggio della Roma è tanto bello quanto estemporaneo. Il Siena, un po' penalizzato dal risultato, prova a reagire. Ma i bianconeri si confermano più efficaci quando devono difendersi rispetto a quando devono attaccare. Doni è attento sulle girate di testa di Amoruso e Ghezzal.

ESORDIO DI FUOCO - I giallorossi non hanno ancora finito di pagare il loro debito con la sfortuna. Il ginocchio di Cicinho fa le bizze e Spalletti è costretto a far esordire il giovane brasiliano Filipe, che non trema. Mexes è un gigante e si merita fino alla fine la palma del migliore in campo. Per una vittoria che vale più di tre punti in chiave morale.

DUBBI - Saranno due giorni caldissimi quelli di avvicinamento all'andata degli ottavi Champions a Londra contro l'Arsenal. Recuperare Cicinho e soprattutto Juan sarebbe un gran colpo. Se poi tornasse anche Vucinic, viste anche le difficoltà atletiche di Totti contro il Siena, sarebbe ancora meglio. L'Arsenal non è un ostacolo insormontabile, ma ci vuole una Roma migliore e soprattutto meno incerottata di quella vista nella partita coi toscani.
Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta

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Balotelli più Julio Cesar

L'Inter piega il Bologna


Mario segna il gol del 2-1 al 37' della ripresa, un minuto dopo il suo ingresso in campo, il portiere chiude su Di Vaio: Mourinho vola a quota 59. Gran secondo tempo dei rossoblù, trasformati dall'ingresso di Marazzina



BOLOGNA, 21 febbraio 2009 - L'Inter non ha fatto scherzi al suo allenatore. A tre giorni dall'incrocio con il Manchester United non concede regali al Bologna, battuto (2-1) con gol di Cambiasso e Balotelli nel secondo tempo (pari momentaneo firmato da Britos). Nel giorno del ricordo di Giacomo Bulgarelli, la prima della classe conserva quindi intatta la dote su Juve e Milan nonostante l'assenza di Samuel, messo fuori nel giorno della sua centesima partita nerazzurra da un problema muscolare al polpaccio sinistro che andrà valutato in ottica Champions.

PIU' IBRA CHE GOL - Davanti a Roberto Mancini, in tirbuna con Pagliuca e a distanza di "sicurezza" da Massimo Moratti, l'Inter offre subito venti minuti d'assalto, come probabilmente aveva previsto Mihajlovic. Ibra martella Antonioli da fuori e dispensa passaggi da genio a Muntari, prezioso nell'inserimento ma fuori contesto quando deve impostare nella posizione di Stankovic. Da apprezzare anche il modo di ripartire dei nerazzurri, che "aprono" verso gli esterni quasi sempre dopo il salto dell'uomo. Il problema comunque resta quello del gol, che non arriva anche per merito del Bologna, tosto e coraggioso.

IL GRANDE FREDDO - Si gioca al Dall'Ara, ma sembra già di essere al Meazza con il sottofondo musicale così popolare dalla Svezia alla Turchia. Il mondo dell'Inter gira attorno alla partita contro Ferguson, Ronaldo eccetera. Ovvio quindi, che quando Zenoni entra sul ginocchio di Ibrahimovic, gli occhi della panchina dell'Inter restino a lungo velati di terrore. Ingiustificato visto che lo svedese si riprende quasi subito.

ADRI, ANCORA TU - Va detto che prima dell'intervallo c'è anche un'occasione per il Bologna, neutralizzata dall'uscita tempestiva di Julio Cesar sul capocannoniere della serie A. Con Stankovic al posto di Muntari nel ruolo cruciale del modulo di Mourinho, non cambia granché. Il gol di Cambiasso nasce da un calcio piazzato, battuto da Maicon, sul quale Adriano si esibisce per la seconda volta in 6 giorni nel fortuito colpo "testa-braccio". Giudicato, come chiede Collina e conferma il giudice sportivo Tosel, non volontario.

PIU' PUNTE, PIU' GOL - Con una mezz'ora abbondante davanti, il Bologna aggiunge peso al suo attacco con Marazzina al posto di Valiani, mossa talmente azzeccata da lasciare qualche dubbio circa la sua puntualità. Aumentando la quantità di possessi, Mihajlovic ottiene incisività davanti a Julio Cesar, che sarà ancora una volta decisivo ai fini del risultato. Il grado d'allarme sale al massimo livello per Mourinho, che infatti si copre con Vieira, inserito al posto di Adriano. Ma l'inerzia della partita resta favorevole al Bologna, che trova l'1-1 con merito sfruttando un buco difensivo grazie a Britos, solo nello stacco in mezzo all'area. Perso il vantaggio, l'allenatore dell'Inter ripristina l'assetto con due attaccanti. E fa bene...

QUELLA GIOIA DA 18ENNE - Nella sua stagione piena di musi lunghi, lacrime e polemiche, Mario Balotelli inserisce anche un gol-lampo, il primo del campionato, che arriva un minuto dopo il suo ingresso in campo. Una punizione con traiettoria beffarda, che certifica l'errore di Antonioli così come l'esultanza finalmente "smodata" del diciottenne difeso dal suo presidente e stimolato al limite dell'ostruzionismo dall'allenatore. Il finale però non è ancora scritto. Tra i ringraziamenti Mourinho è costretto ad aggiungere il nome di Julio Cesar, straordinario sul colpo di testa di Di Vaio, servito ancora una volta da Marazzina a tempo quasi scaduto. Un altro intervento che ha la valenza di un gol.
Antonino Morici

Fonte: gazzetta

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Sissoko-Trezegol, la Juve va


I bianconeri si impongono 2-0 a Palermo nell'ultimo anticipo della 25ª giornata. Gara sofferta, ricca di occasioni da gol, con un Buffon favoloso e la traversa che fermano Miccoli. La squadra di Ranieri passa con una prodezza del maliano e nel finale chiude i conti col francese



PALERMO, 21 febbraio 2009 - La Juventus è pronta per il Chelsea. Vince a Palermo 2-0, soffrendo, ma portando a casa tre punti pesanti. E resta a -9 dall'Inter, consolidando il secondo posto in classifica. Bene Trezeguet, che torna al gol, che gli mancava dall'ultima gara dello scorso campionato, contro la Samp. Benissimo Buffon, tornato un muro, e Sissoko, autore di un gol indimenticabile. Il Palermo ha giocato un'ottima gara, in cui ha avuto il principale torto di non concretizzare le tante occasioni create. E ha finito per pagare: l'attacco della Juve è spietato.

SCHIERAMENTI - Al Barbera Ranieri non presenta una Juve in maschera, alla faccia del Carnevale. Turn over ridotto al minimo, alla faccia del Chelsea. Cambi solo in avanti: Amauri e Del Piero in panca, tocca a Trezeguet, alla prima da titolare in campionato e con la fascia di capitano al braccio, e a Iaquinta. Ballardini sceglie il danesino Kjaer come sostituto dell'infortunato Carrozzieri.

FUOCHI D'ARTIFICIO - Le occasioni da gol si susseguono da entrambe le parti per tutti i primi 45 minuti. Il Palermo parte arrembante, con Buffon miracoloso su Miccoli e poi salvato dalla traversa sul bolide dell'attaccante tascabile ex bianconero. La Juve è in affanno, ma replica orgogliosa con Trezeguet e con un Nedved volitivo. Uscita di Buffon su Cavani, che non trova la porta da posizione defilata. Le palle gol proseguiranno, con il Palermo più manovriero e la Juve velenosa in contropiede, negli spazi larghi. Cavani ci prova due volte, Nedved e Iaquinta testano i riflessi del vice Buffon in Nazionale.

SUPER SISSOKO - Ma la perla, il gol spezza equilibrio lo trova Momo Sissoko. Straripante. Il maliano segna un gol da fantascienza, di quelli che ti aspetti da Messi e Cristiano Ronaldo, non da un medianone, seppure di quelli con la m maiuscola. E invece Momo si inventa una verticalizzazione palla al piede impronosticabile - sembra Bolt lanciato palla al piede - salta due avversari in velocità e trafigge Amelia con una cannonata squassante. Una tempesta di fisicità che fa sorridere la Juve. Avanti all'intervallo dopo un primo tempo spettacolare.

FORCING PALERMO - Che nella ripresa spinge forte. E la Juve soffre. Come all'andata, quando era finita k.o.. Miccoli chiede invano il rigore per un mani di Legrottaglie su un suo cross da sinistra. Poi Buffon si esalta, prima su Nocerino, poi su Miccoli. Insuperabile.

GAME OVER - Entra Amauri, che ritorna nella città che lo ha consacrato. Il brasiliano sfiora subito il gol, ma calcia su Amelia da pochi passi sull'assist da sinistra di Nedved. Un peccato veniale, che si fa subito perdonare offrendo un cioccolatino da sinistra a Trezeguet, che se lo divora con la fame da gol che gli è caratteristica. Sinistro vincente, primo gol stagionale e gara chiusa. La Juve vince. E ora sotto con il Chelsea.
Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
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