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Fuori tutte in Champions: le inglesi ci surclassano

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2009 10:52
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12/03/2009 00:17
 
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Juve, cuore da Champions
Ma passa il Chelsea: 2-2


Il ritorno degli ottavi si era messo subito bene, con il vantaggio di Iaquinta. Poi, nel confuso finale di primo tempo, il pari di Essien. Nella ripresa Chiellini viene espulso, ma anche in 10 la squadra di Ranieri torna avanti su rigore con Del Piero. Di Drogba il pari definitivo



TORINO, 10 marzo 2009 - Niente da fare. La Juventus è fuori dalla Champions. Contro il Chelsea serviva un’impresa: non è arrivata. All’Olimpico finisce 2-2. Iaquinta e Del Piero illudono due volte, Essien e Drogba qualificano i Blues ai quarti di coppa. Non è bastata la solita Juve tutta cuore. Troppi gli infortuni che hanno decimato la squadra di Ranieri, l’ultimo Nedved, dopo pochi minuti. Serviva la partita perfetta, e invece di sbavature ce ne sono state parecchie. E il Chelsea è una grande squadra, seppure su ritmi lenti. Non è una vergogna uscire contro i Blues, come ha sottolineato la curva bianconera con il "grazie ragazzi" finale. L’Inghilterra si conferma però indigesta per la Vecchia Signora: terza eliminazione di fila dalla coppa con le grandi orecchie, dopo quelle contro Liverpool e Arsenal.

GLI UOMINI - Ranieri stupisce: Del Piero trequartista dietro Trezeguet e Iaquinta. Hiddink replica recuperando dal 1’ il lungodegente Essien, schierato esterno destro di centrocampo. Al 13’ la Juve perde Nedved, infortunato. Dentro Salihamidzic.

L’ILLUSIONE - Al 19’, al primo brivido della gara, la Juve passa. Trezeguet inventa in girata un assist per Iaquinta, che semina Terry in velocità e fulmina Cech in uscita. L’Olimpico esplode. La Juve è avanti stasera, e pareggia i conti con l’andata. Del Piero prova ad approfittare del momento di sbandamento dei londinesi, che accusano il colpo: ci prova di sinistro, Cech con i pugni alza sopra la traversa. La Juve prende coraggio e metri in campo. Iaquinta è un moto perpetuo in avanti, dà grande profondità alla manovra bianconera. Per il resto il ritmo è da crociera. La gara si gioca sui nervi prima ancora che con le gambe. Tanta tensione, pochissimo gioco.

IL SOLLIEVO E LA BEFFA - All 44’ prima occasione per il Chelsea. E quasi gol. Punizione di Drogba, Buffon si accartoccia sul suo palo. Palla dentro o sulla linea? Per l’arbitro sulla linea. Anche se sembra dentro. Va di lusso. Ma l’esultanza bianconera dura poco. La fortuna dura lo spazio di un minuto. Una conclusione dalla grande distanza di Lampard viene deviata da Tiago, spiove in verticale improvvisamente: Buffon, ingannato dalla traiettoria, non ci arriva, palla sulla traversa, Essien arriva in corsa, brucia Molinaro e segna l’1-1. Che chiude il primo tempo. Il peggior finale possibile di un capitolo che sembrava da sottoscrivere.

CAMBIO TATTICO - L’inizio di ripresa è senza squilli. E allora Ranieri prova a cambiare le carte in tavola. Dentro Giovinco che si rivelerà volitivo, fuori il positivo Iaquinta. Del Piero di punta, che cambia passo nella nuova posizione. E che ispira il colpo di testa di Trezeguet, Cech salva con un colpo di reni.

ESPULSIONE - Chiellini però rimedia un secondo giallo per un’entrata in scivolata forse più inopportuna che violenta. Espulso. Juve in 10 e con due reti da segnare. Sembra finita.

DEL PIERO - Ma non lo è. Perchè c’è sempre Del Piero. Calcia la solita punizione dal limite, Belletti tocca di mano. Rigore. Che Ale trasforma. La Juve è viva e vegeta. E ora ci crede. Sospinta da uno stadio improvvisamente incandescente.

GRAN FINALE - Ora la gara è bellissima. Finalmente. Sono saltati gli schemi. I rovesciamenti di fronte si sprecano. Segna il Chelsea. E Chiude i conti. Belletti, dimenticato da Molinaro, cross al centro, Drogba arriva prima di una difesa centrale mutilata dall’assenza di Chiellini. Gara finita. Chelsea avanti, Juve fuori dall’Europa.
Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
12/03/2009 00:18
 
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Inter fuori a testa alta


Nerazzurri eliminati per il terzo anno consecutivo agli ottavi di finale di Champions League. All'Old Trafford perdono 2-0, gol di Vidic e Cristiano Ronaldo. Ma l'Inter fallisce molte palle-gol e colpisce due legni con Ibra e Adriano. Il Manchester United si conferma una potenza



MANCHESTER (Inghilterra), 11 marzo 2009 - L’Inter è fuori dall’Europa, e per il terzo anno di fila si ferma agli ottavi di finale della Champions. Avanza il Manchester United (2-0) con i gol di Vidic e Ronaldo, esecutori di una pena fin troppo severa per i nerazzurri al di là della cifra tecnica superiore espressa dai campioni del mondo. La traversa centrata da Ibrahimovic, il palo di Adriano e altri quattro tentativi di poco fuori bersaglio avrebbero infatti meritato una sorte migliore.

C’E’ MARIO - Mourinho parte più coperto che può. Balotelli viene preferito a Mancini con compiti da esterno universale (cioè terzino aggiunto all’occorrenza). Ferguson propone tre novità rispetto all’andata: Vidic in difesa dopo il turno di squalifica, Scholes al posto di Fletcher in mezzo e Rooney nel ruolo che due settimane fa era stato di Giggs (con Park largo a sinistra). E’ lo stesso modulo dello 0-0 in Italia, ma visto che il gol arriva subito, ci vogliono 4 minuti per ripiegare sul più comodo 4-4-2.

SUBITO SOTTO - Angolo di Giggs, Vieira scivola sul piede d’appoggio e lascia a Vidic il colpo di testa dell’1-0 facile. E’ una mazzata per l’Inter, che impiega 20 minuti buoni per rialzarsi. Pesano le minaccia laterali: non solo l’esplosività di Ronaldo, c’è anche l’esperienza di Giggs (793 partite con i Red Devils), bravissimo ad accentrarsi per aprire spazi ai compagni. Il prevedibile avvio da terremoto dei diavoli produce, oltre al gol, un episodio da moviola per un mani di Samuel in scivolata, bissato da un tocco meno eclatante di Stankovic, e un incredibile occasione buttata al vento da O’Shea, fermato da Julio Cesar.

QUANTI ERRORI - Mourinho del resto l’aveva anticipato: "Partiranno forte. Se segnano per primi dobbiamo restare calmi, ci basterebbe comunque un gol". Pare una profezia. I nerazzurri prendono le misure e affondano i colpi. E nonostante manchi il sostegno che permetterebbe a Ibra di far ripartire per bene la squadra, nel solo primo tempo germogliano quattro fiori sull’erba vicina a Van der Sar: la traversa dello svedese di testa, il missile di Stankovic salvato in angolo (non assegnato), la deviazione molle dello stesso Deki, illuminato sulla via del gol da Ibra, e il diagonale di Zlatan su assist di Balotelli. Occasioni pulite, giganti, al contrario di quanto accadde nel primo round.

LA MAZZATA - Giocando di prima c’è margine per schiodare i due centrali di Ferguson. In più, i terzini dello United non sono in serata, tant’è che O’Shea è costretto a trattare Mario con la clava. Buoni presagi, eppure ingannevoli. La "colpa", se vogliamo trovarne una, sta nell’aver concesso una seconda chance a una macchina da guerra. Nella ripresa spunta Muntari al posto dell’impresentabile Vieira, con il rombo. Ma come nel primo tempo, allo United "girano" i 4 minuti: Giggs porta a spasso mezza difesa e dà la stura al 2-0, "esploso" da Ronaldo (primo gol in questa Champions) su intuizione di Rooney.

LEGNO NUMERO DUE - Per tenere vivo il sogno Mourinho aggiunge le spallate di Adriano all’attacco. La mossa è giusta, perché l’Imperatore centra un palo interno da incazzatura colossale allo scoccare dell’ora di gioco. Certo, va detto che Berbatov divora il 3-0 dopo una sassata di Rooney, ma nemmeno uno dei celebri "dettagli" invocati dall’uomo di Setubal rendono facile la vita dell’Inter nella notte più dura della stagione. A Ibrahimovic resta in canna un altro colpo, disorientato da un tocco di Evra al momento della zuccata sicura, e se non fosse per Julio Cesar Ronaldo aumenterebbe il carico sul peso di Mourinho. Non è serata per i nerazzurri, la cui dimensione europea resta al piano inferiore rispetto all’attico occupato dai Red Devils.
Antonino Morici

Fonte: gazzetta
12/03/2009 00:18
 
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Non basta una grande Roma
Arsenal avanti ai rigori


I giallorossi segnano dopo 9' con Juan e agguantano gli inglesi dopo lo 0-1 dell'andata. Poi giocano meglio nonostante le assenze e gli infortuni, ma non trovano il secondo gol. Dal dischetto è fatale l'errore di Tonetto all'ottavo tiro



ROMA, 11 marzo 2009 - Ci mette il cuore, i cerotti, il cervello, la voglia. Ci mette tutto quello che ha, la Roma. Ma alla fine cade ai rigori contro l’Arsenal. Le resta la magra consolazione di essere stata l’ultima squadra italiana a lasciare gli ottavi di Champions League. E dopo l’errore decisivo di Tonetto le restano anche tanti, tanti amari applausi.

JUAN, CHE SERATA - Quando la partita inizia, all’Olimpico, gli occhi vanno subito sugli acciaccati, soprattutto su Totti e Juan: il capitano corricchia e dà l’idea di gestirsi, il brasiliano si produce subito in una gran chiusura che pare rassicurante. Poi, però, al 5’ calcia un pallone in fallo laterale, con rabbia, per farsi curare i fragili muscoli a bordo campo. Tutti pensano: "ecco, adesso esce". Invece, prima di cedere, rimane sul terreno di gioco ancora una ventina di minuti ed è proprio lui a trovare l’importantissimo gol dell’1-0 al 9’, sul cross rasoterra di Totti che taglia l’area di rigore.

PROTESTE GIALLOROSSE - La gara cambia e il 4-2-3-1 di Wenger, che all’andata aveva funzionato perfettamente, stavolta non produce nulla, sebbene sia interpretato dagli stessi protagonisti dell’Emirates. Neppure quando entra Baptista per Juan i londinesi riescono a mettere pressione sulla coppia centrale d’emergenza Diamoutene-Riise. Per tutto il primo tempo, i Gunners combinano pochissimo: Nasri è imbrigliato e Van Persie si fa vedere una sola volta, con un colpo di testa debole. L’occasione migliore è ancora giallorossa, con una doppia parata di Almunia su Motta e Taddei. Poi, un istante prima dell’intervallo, arriva l’episodio che fa infuriare tutto lo stadio: Clichy contrasta in area il lanciato Motta e l’arbitro Mejuto Gonzalez non concede il rigore. Materiale per la moviola, il penalty (discutibile) avrebbe cambiato ogni discorso.

BAPTISTA SPRECA - La ripresa comincia con i giallorossi ancora più carichi: due squilli di Totti con tiri da fuori area, ma anche un contropiede subìto di quelli che fanno male. Buon per la Roma che il passaggio di Eboue per Van Persie sia un pelo troppo lungo. L’Arsenal cresce e spaventa Doni con la testa di Nasri e il piede di Diaby, che però non inquadrano il bersaglio. Più passano i minuti, più aumenta il timore di incassare reti. Wenger, allora, si gioca la carta Walcott, ma è la Roma ad avere un clamoroso match-ball con Baptista, che si incarta al momento di buttare dentro il pallone recapitatogli da Totti. Così la sofferenza di prolunga e si va ai supplementari, non prima che Van Persie e Toure abbiano bloccato la respirazione ai tifosi dell’Olimpico con due chance in pieno recupero.

CEDE TONETTO - I primi 15 minuti di overtime trascorrono senza particolari sussulti, fatta eccezione per un tiraccio alto di Van Persie da ottima posizione. Nel secondo supplementare la musica non cambia: Doni blocca un rasoterra di Walcott, Totti calcia fuori dal limite e scocca l’ora dei rigori. La tensione tradisce Eduardo (grande risposta di Doni), ma anche Vucinic, che tira malissimo. Cinque penalty a testa non bastano per rompere l’equilibrio, si va a oltranza. Alla fine, i nervi cedono a Tonetto, che manda altissimo. La Roma esce dalla Champions, ma giù il cappello davanti al cuore dei giallorossi.
Stefano Cantalupi

Fonte: gazzetta
12/03/2009 21:17
 
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Viva l'Inghilterra!!!
Mi scusino gli interisti ... ma dopo sabato sono contenta che l'Inter sia uscita.
Delle latre sinceramente non mi sonomai occupata .... ho seguito l'inte proprio perchè è stata la squadra che ci ha sconfitto sabato
12/03/2009 21:36
 
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Il gufo Mourinho ha colpito anche se stesso!

[SM=g27827]
13/03/2009 10:52
 
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aaaaaaa l'inter fuori ....aaaa che soddisfazione....aaaa special one di sti cazzi...aaaaa quanto gooooodo


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