Il Secolo XIX
IL GENOA RITROVA LA RABBIA
Giuliano Gnecco: la riscossa Scontri maschi in allenamento. Ma i compagni applaudono i gol di Lopez Spenti con il Cittadella, i rossoblù recuperano la voglia di reagire
Genova. Una scarica di adrenalina. E torna la voglia di lottare, la cattiveria sportiva, lo spirito di gruppo. Lunedì, dopo il Cittadella, la squadra sembrava priva di forze, svuotata mentalmente, senza la forza necessaria per reagire: una situazione da encefalogramma piatto. Una crisi psicologica che si era già manifestata a San Benedetto del Tronto dopo il raddoppio marchigiano. L'esonero di Perotti con il ritorno di Vavassori, insieme alle dimissioni di Fabiani, hanno dato la scossa. Ma non basta: il giocatori si sono guardati in faccia, si sono parlati, hanno fatto il punto della situazione. Si sono chiariti. E la forza di reagire è tornata.
A Pegli è tornata anche l'alta tensione. Stavolta quella positiva. Le blande partitelle degli ultimi tempi hanno lasciato spazio a una sfida al calor bianco con toni accesi ed entrate decise, fin troppo: sul filo del rasoio. È la voglia di conquistarsi una maglia da parte di chi, forse, con il Cittadella avrebbe forse preferito non dover scendere in campo. È la voglia di vincere nuovamente un campionato che era già vinto e che invece è sfuggito di mano senza quasi accorgersene.
Eppure sembrava che i bollenti spiriti dovessero essere raffreddati dall'acqua fuoriuscita improvvisamente dai bocchettoni per l'irrigazione che si sono aperti automaticamente per errore con la squadra giù in campo: allenamento brevemente interrotto, fondo leggermente allentato e doccia fuori programma per il medico sociale Mauro Casaleggio, seduto in panchina.
Invece pronti via: fallo fortuito di Iovine su De Vezze che urla, cade, resta a terra dolorante. Poi riprende, e alla prima occasione restituisce il favore. Piccola scaramuccia verbale, poi tutto termina nel migliore dei modi. Nel frattempo Di Maio e Caccia arrivano in contemporanea su uno spiovente; guardando la palla non si accorgono l'uno dell'altro finendo per darsi reciprocamente un calcio alla caviglia. Ha la peggio l'attaccante, che ha bisogno delle cure prima di poter rientrare. Dopo le ultime delusioni nessuno intende tirare indietro la gamba, neppure in partitella. Collisione Ambrogioni-Giuntoli, con la punta che plana a terra: nulla di grave.
All'ennesimo scontro Lamacchi, saggiamente, rimbrotta i compagni: «Dai ragazzi, diamoci una scossa». Sembra di assistere ad una gara del campionato inglese: interventi maschi, ma senza cattiveria né rancore. Solo la voglia di dimostrare la propria forza.
Ma non c'è solo cattiveria agonistica, c'è anche fair play e spirito di gruppo: Dante Lopez, giocatore in evidente difficoltà, segna una tripletta. Una rete è di rapina, una con una bomba della distanza. A ogni gol del paraguayano i compagni si fermano e applaudono convinti, strappando un sorriso all'attaccante triste. Applausi anche per una traversa di Mamede. Uno per tutti, tutti per uno, come i moschettieri di Dumas.
Però Vavassori tiene tutti sulla corda: normalmente giovedìè il giorno nel quale l'allenatore abbozza una formazione per la partita successiva. Invece il tecnico tiene mischia le carte. Solo Bacis e Zaniolo sono ancora indisponibili; precauzionalmente Baldini svolge un lavoro differenziato per un fastidio alla caviglia: nulla di preoccupante, a Teramo ci sarà. Vavassori divide il resto della rosa in due formazioni che non lasciano trasparire nulla delle sue intenzioni. In pettorina gialla c'è Barasso in porta, con Gazzoli nell'insolito ruolo di difensore esterno destro, Fusco e Di Maio centrali, Stellini a sinistra; a centrocampo Iovine, Mamede e Botta; in attacco Giuntoli, Lopez e Iliev. Contrariamente a quanto sperimentato mercoledì (il 4-4-2), anche l'altra squadra è schierata con il medesimo modulo: c'è Scarpi fra i pali; Rivaldo, Grando, Ambrogioni e Moretti nelle retrovie; Lamacchi, De Vezze e Coppola in mediana; Caccia, Grabbi e Rossi in prima linea.
Un'idea per il Genoa anti-Teramo? Si possono fare solo ipotesi. La più accreditata è Scarpi; Ambrogioni, Fusco, Baldini, Stellini; Lamacchi, Mamede, Coppola; Rossi, Grabbi, Iliev.