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verso i play off

Ultimo Aggiornamento: 10/05/2006 13:10
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03/05/2006 12:17
 
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Secolo XIX
Vavassori: «Così rilancio il Genoa»

Giovanni Ciolina
LA CRISI DEL GRIFONE
Incontro con l''allenatore richiamato dopo 58 giorni per guarire i rossoblù. Messaggio ai giocatori e ai tifosi: pensiamo positivo Oggi pomeriggio il primo allenamento a Pegli. «Preziosi è demoralizzato, ma bisogna avere fiducia» dal nostro inviato

Bergamo. Cinquantotto giorni di esilio nella sua Bergamo, poi il richiamo del Grifone. È uno stridio sordo, un sibilo d´aiuto che Vavassori acchiappa al volo nonostante un esonero incomprensibile e che poteva far male a chiunque.
Aveva lasciato il Genoa a pari con lo Spezia , lo riprende sotto di cinque punti. Da buon soldato la risposta è la solita: «Presente». Senza proclami, senza squilli di tromba. Alla sua maniera. Giovanni Vavassori, 54 anni, di Arcene, è da ieri nuovamente in sella al Grifone dopo quella maledetta trasferta di Busto Arsizio. Rileva Attilio Perotti. Tra i due i rapporti sono buoni. È proprio Perotti a tirargli la volata quando ormai si accorge di essere al capolinea. Vavassori torna pronto a riallacciare il rapporto con la squadra, a riprendere la rincorsa alla serie B e placare la contestazione. Certo il compito non è facile. «Speriamo bene», sottolinea la moglie Nella dopo averlo salutato. Un doppio bacino sulla guancia e una raccomandazione: «chiamami appena arrivi»è il segnale del distacco dai suoi affetti più cari.
«Non può farne a meno _ incalza la moglie _ È un lavoratore e se non va in campo si annoia». Sa che il compito che attende il marito è duro, ma è fiduciosa. Sono le 19,30 quando il tecnico bergamasco sale sulla Golf del figlio che lo accompagna all´appuntamento con il secondo Tirloni. Il tecnico ha la giusta carica. «Cosa ci fate qui. Siete matti...» esclama aprendo il cancello della villetta a due piani nell´immediata periferia di Bergamo. «Non posso rilasciare dichiarazioni» aggiunge. È tornato rossoblù da poche ore, ma il silenzio stampa è come se l´avesse sempre avuto con sé. L´appuntamento è per oggi alle 12,30 quando verrà ufficialmente presentato. È un via vai continuo nel salone di casa. L´anziano cane («Il nostro nonnino») si aggira tra le gambe del tavolo. Ovunque ti giri dalle finestre scorgi il consueto fiorire di piante, fiori, erba. È stato quello il rifugio del tecnico, il paradiso dove staccare la spina e ricaricarsi. Ogni tanto appare un bellissimo gattino che vuole a modo suo salutare il padrone che parte per una «missione impossibile».
O quasi. «Ciao micio. Non ti piace la valigia?» sussurra Vavassori alla fuga del gatto di casa. La moglie, napoletana di Portici, finisce di stirare le camicie. «Il telefonino ce l´hai? Il carica telefonino anche? E l´agenda con i numeri? L´hai preso il maglione?». Giuan di Arcene annuisce mentre infila in tasca le immancabili ? bionde e inforca i mitici Ray-Ban. Il fermento dell´ultima ora è il segnale di quanto sia stata improvvisa la chiamata. E di quanto creda il tecnico nell´impresa di portare il Genoa in serie B.
Attraverso i playoff, d´accordo, ma la serie B avrebbe lo stesso sapore. L´approccio per il ritorno è di lunedì sera, il lunedì delle beffe. A Vavassori arriva una telefonata. È il presidente Preziosi: «Ci vediamo domattina a Milano» sono le uniche parole. Comincia presto la giornata di Vavassori. E comincia nel migliore dei modi. Nell´erba alta dei campi che fanno perdere la vista davanti alle finestre di casa e rendono il panorama somigliante ad un presepe ci sono due splendidi esemplari di daino. Il Vava sorride, ma va avanti. Sarà lunga la giornata. Il pensiero è già alla squadra, a come lavorare per rimettere in sesto il morale dei giocatori e centrare la promozione. Prevedibile che l´allenatore torni a puntare le maggiori attenzioni alla fase difensiva. In questo momento serve non prendere gol ed eventualmente segnarne qualcuno.
Meglio un pareggio che una sconfitta, direbbe Catalano, ma mai ovvietàè più calzante per il Genoa. «Pensiamo positivo e proviamo a fare risultato» ha confidato ad un amico al bar del paese durante la colazione. «Il presidente? L´ho visto abbastanza giù. Comprensibile anche se bisogna essere fiduciosi». Ma si vede lontano un miglio che il condottiero ritorna in sella con il piglio giusto.
Da ieri sera è di nuovo ad Arenzano. Stamane, poi, il rendez-vous con la squadra. Il tecnico vuole guardare i suoi ragazzi in faccia per capire dove e come intervenire, poi deciderà la cura. Scontata l´iniezione di tranquillità nella speranza di non ceffare le dosi. Il Grifone è un malato grave, ma gli serve autostima e compattezza. Tutti hanno il dovere di provarci.


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Nadia
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. Gn.: la rabbia Dopo il Cittadella squadra sotto assedio

Genova. La colonna sonora del finale di partita è un ritornello ascoltato già centinaia di volte: «A lavorare, andate a lavorare», con qualche spruzzatina di «Senza la maglia, giocate senza la maglia», fino al minaccioso «A mezzanotte, uscite a mezzanotte». La condanna alla violenza è pressoché unanime, ma contro il Cittadella la tifoseria sembrava concorde anche nel puntare il dito contro i giocatori. Già visto pure il dopo partita, con assedio in corso De Stefanis fin oltre le 19. Quando è uscita la squadra, quando è uscito Preziosi.
Tuttavia il solco fra i sostenitori di lotta e quelli di governo è profondo come non lo è mai stato dall'inizio della fine dell'era Spinelli: da una parte la Nord, contro il presidente, dall'altra il resto dello stadio. Quella frattura - si arrivò anche alle mani - portò fino allo scioglimento del Coordinamento Clubs Genoani. È una situazione che si sta ripetendo identica a distanza di anni. Lo confermano i fischi che si sono levati da Distinti, Tribuna e Gradinata Sud ai cori contro Preziosi partiti dalla Nord (ma anche in precedenza, quando è stato interrotto il minuto di raccoglimento per la strage di Nassiryia con tutto il Ferraris a zittire gli antagonisti). Che la situazione fosse pesante non era difficile accorgersene già entrando allo stadio, spoglio dei consueti striscioni. "I nostri striscioni? Meritateli!", spiegava un drappo affisso nei Distinti dall'Acg. Sempre nei Distinti i Figgi do Zena evocavano rabbiosamente il Sommo Poeta: "Dante, trova un girone per questi b...", mentre Old Block, Gav e Brigata Speloncia esprimevano solidarietà agli ultrà di San Benedetto del Tronto. Dalla Sud "È ora di svegliarsi, fuori palle e orgoglio".
È la Nord il covo del dissenso. La Gradinata, per par condicio, ha dedicato uno striscione al presidente ("Preziosi: son tre anni che sei qui e giochiamo in serie C") e uno ben più pesante a Fabiani, poi Preziosi è uscito per la prima volta con la scorta di carabinieri e Digos. Fuori dalla Nord, prima della partita, i contestatori hanno distribuito un volantino contro Preziosi: gli rinfacciano la C, l'accordo con Carraro, il mercato di gennaio, la Fondazione, il rapporto con la Gea.


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Onofri:«E' la scelta più logica»

Giuliano Gnecco: gli altri candidati Le due alternative alla panchina approvano il ritorno del tecnico bergamasco «In un mese non si fanno prove. Mai contattato dalla società». Torrente. «Soluzione giusta»

Genova. Il Genoa ai genoani. È una politica che, per una serie di concause, non ha funzionato con Attilio Perotti, il quale non ha grandi colpe specifiche. Il Genoa ai genoani: è stata una tentazione anche prima di richiamare Vavassori. Claudio Onofri l'antagonista principale, con Vincenzo Torrente a una lunghezza.
Eppure non c'è rimpianto, non c'è rammarico: «Se la società ha deciso di cambiare - conferma Onofri - mi sembra che quella di Vavassori sia la soluzione più logica. Poi ce ne sarebbero state altre: io, Torrente, un comitato di salute pubblica. Però Vavassori è l'allenatore che ha portato la squadra fino lì, che la conosce. Lo dico con sincerità: c'è un mese di lavoro, non c'è possibilità di fare prove. È la soluzione meno traumatica».
Concorda Torrente: «Sono contento per Vavassori; è una grande persona e un grande professionista». Fair play per il bene del Genoa: è ciò che serve in questo momento.
Però sia Onofri sia Torrente giurano di non essere mai stati contattati: «Ufficialmente non ho sentito nessuno nella società», giura Onofri. Anche se forse ci sono stati più che altro sondaggi informali da parte di persone che fanno parte dell'e ntourage. «La verità - taglia corto Onofri - è che ho sentito le voci sul mio conto e mi sono chiesto cosa dovevo fare. Non so, è una situazione che ti prende quando sei in certe situazioni, però c'era voglia anche di combattere contro me stesso. Sinceramente: in subordine si poteva pensare a un allenatore che vive qui e conosce l'ambiente, io o un altro. Lo avrei capito. Però se la società aveva deciso di cambiare, la soluzione di Vavassori rende tutto più semplice. Io stesso, parlando con gli amici, mi stupivo di non sentire il suo nome fra i possibili candidati».
Anche Torrente nega di aver ricevuto proposte: «Sono in società, mi avrebbero detto qualcosa. Io cerco di togliermi le mie soddisfazioni, abbiamo già ottenuto un grande successo vincendo il campionato Berretti precedendo squadre come Milan e Juve che hanno tradizione e fanno investimenti importanti. Proveremo a fare bene anche nelle finali». Non è un mistero che il sogno di Torrente sia quello di poter tornare un giorno sulla panchina del Genoa. Ma già una volta si è immolato per la causa, già una volta ci ha messo la faccia per spirito di servizio. Questa volta i tempi non sarebbero ancora stati maturi.


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03/05/2006 12:28
 
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Basta un pareggio per evitare il quarto posto

Genova. Un punto soltanto. Per evitare di aggiungere la beffa al danno, di vedersi sfuggire anche il secondo posto. Che non è importante solo per affrontare al primo turno dei playoff la squadra più abbordabile del lotto, ma soprattuto per partire da una posizione di forza: con quattro pareggi si andrebbe in serie B. Con un pareggio a Teramo il Grifone salirebbe a 56 punti; solo il Monza, che ospiterà il Giulianova, potrebbe raggiungerlo. Ma in virtù degli scontri diretti in campionato (0-0 al Brianteo, 3-0 per il Genoa al Ferraris), il secondo posto spetterebbe ai rossoblù. In caso di sconfitta in Abruzzo, invece, i brianzoli sarebbero secondi. E terzo sarebbe il Teramo, perché alla teorica vittoria casalinga abbinerebbe lo 0-0 di Marassi. Il secondo posto permette una rendita di posizione, di poter giocare per il pareggio. Il quarto posto obbligherebbe a imporre il gioco e a scoprirsi per cercare la vittoria.


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03/05/2006 14:42
 
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secondo posto vuol dire quasi promozione..esperienza vissuta lo scorso anno, che se i regolamento sono gli stessi, basta non perdere..o fare lo stesso risultato.

però mammamia..scusate se intervengo..ma non capisco perchè è stato prima esonerato vavvassori..cmq i playoff sono una vera lotteria..si lotta fino all'ultimo secondo e all'ultimo rigore..(esperienza vissuta..avellino-gualdo, gara interminabile a pescara, 1-1 fino ai supplementari e rigori interminabili)..
La mia gioia più grande sarebbe vedere il genoa che batte magari la salernitana in finale..godrò come un eschimese all'equatore.

in bocca al lupachiotto.

[Modificato da tempiosommerso 03/05/2006 14.43]

03/05/2006 15:01
 
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Caro tempietto, la vedo male ai play off... il vecchio grifo mi sembra bollito........
spero di sbagliare....


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03/05/2006 15:07
 
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Spero proprio che non la incontri la Salernitana ..........


Circa perchè hanno manadto via Vavassori e poi richiamato .. eheheheh, bella domanda .. chiedilo a tutti quei tifosi che all'arrivo di Perotti erano felici .. era arrivato Mandrake!
03/05/2006 15:20
 
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Io ero una di quelli..... chiedo venia cara fata.......

Facendo i conti della serva basta pareggiare sempre e con Vavassori la squadra non prendeva mai gol.....
speremmu ben....



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03/05/2006 15:48
 
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Re:

Scritto da: Danda63 03/05/2006 15.20
Io ero una di quelli..... chiedo venia cara fata.......

Facendo i conti della serva basta pareggiare sempre e con Vavassori la squadra non prendeva mai gol.....
speremmu ben....




Ero l'unica incazzata per il cambio di allenatore .. quando dicevo che perotti non aveva il tempo necessario mica dicevo una scemata .... dicevo che meglio di Vavassori non poteva fare e qualcuno mi disse di dargli il tempo ... quale tempo???

Vabbè cmq sia non dipende nè da te nè da me ... nella merda ci siamo e remiamo .. come sempre peraltro.

03/05/2006 16:00
 
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sei e sarai sempre una "vecchia" saggia

mia prendiamola in ridere altrimenti.....


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03/05/2006 16:16
 
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Basta che domenica si pareggi con il Teramo..poi bastano 4 pareggi..ma riusciremo??

E secondo voi...Lamacchi e Scarpi giocano???
03/05/2006 16:27
 
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Silvietta....... posso essere un pochino volgare?
me ne battu u belin di chi gioca......
basta che le pareggino tutte....


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03/05/2006 16:29
 
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Re:

Scritto da: Danda63 03/05/2006 16.27
Silvietta....... posso essere un pochino volgare?
me ne battu u belin di chi gioca......
basta che le pareggino tutte....



Già [SM=x714163] ..ma era per cambiare un po'discorso..sai..del tipo..che formazione schiererà e simili..cose prive di inca..atura..
03/05/2006 16:52
 
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si si cambiamo discorso altrimenti divento matta.....

allora scarpi e lamacchi... bhooooo
Con Vavassori non si è mai visto un gran calcio, anzi....... però non prendevamo gol nemmeno con le cannonate.....
basterebbe tornare all'assetto difensivo del girone di andata e il gioco è fatto.
Poi, nonostante fata mi prenda in giro, dovrebbe rientrare stellini, il cannavaro della c ahahahahahahah

[Modificato da Danda63 03/05/2006 16.52]



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03/05/2006 17:04
 
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Sinceramente non mi importa piu' di chi giocherà ... a me interessa il risultato finale.

04/05/2006 10:25
 
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Il Secolo XIX
VAVASSORI COPRE IL GENOA
Giovanni Ciolina:
Lungo colloquio tra il tecnico e i giocatori: «Serve cattiveria agonistica». «Ogni palla può essere decisiva». Arretra Rossi e rilancia Coppola.
Genova. La cura Vavassori comincia presto al Pio XII. Il tecnico parla a lungo con la squadra e guarda negli occhi uno per uno i suoi giocatori. Vuol capire lo stato d'animo, capire quella maledetta malattia psicologica che si insinua nelle teste rossoblù per esorcizzarla. «Manca tranquillità e condizione psicologica. E' determinante in questo frangente» evidenzia il tecnico che nel pomeriggio scende finalmente in campo a dirigere il suo primo allenamento. E per non sbagliare lascia libertà ai suoi ragazzi di giocare una partitella a campo ridotto. Il presidente Preziosi segue il tutto da bordocampo, il tecnico non perde un movimento. Alterna i tre portieri a disposizione. «Nessun problema con Scarpi e tanto meno con Lamacchi - taglia corto il Vava - Con Gianluca non c'è mai stato nulla da chiarire. Anzi mi ha reso felice vederlo andare ad allenarsi in piscina prima che venissi allontanato». Punto e a capo, per quanto riguarda i presunti (per qualcuno) nodi spinosi della squadra. Ma nelle partitelle a ranghi misti il tecnico lascia intravedere cosa potrà cambiare rispetto alle ultime nove uscite. Intanto Marco Rossi dovrebbe fare qualche passo indietro e assestarsi a centrocampo. «In questo momento la parte tattica è la meno importante - afferma Vavassori - I risultati si ottengono con buone prestazioni, ma i ragazzi hanno soprattutto bisogno di appoggio. Hanno l'esigenza di sentire attorno a loro l'incitamento dei tifosi. Nelle difficoltà ci si unisce, non ci si divide, perché altrimenti i problemi aumentano». Eccolo il nodo della questione. Come il presidente, anche il tecnico punta l'indice sull'unità d'intenti necessaria per raggiungere l'obiettivo finale. «Ho accettato la sfida con lo stesso entusiasmo di quando sono arrivato ad agosto» tranquillizza subito sul suo stato d'animo. «Le difficoltà c'erano e ci sono, ma con volontà e unità si raggiunge l'obiettivo. Bisogna guardare avanti e prepararsi per domenica. Poi penseremo ai playoff». Effettuare un passo per volta: è la teoria vavassoriana. E il primo ostacolo è il Teramo, domenica: «Dobbiamo fare risultato per arrivare nella condizione migliore alla lotteria finale dove anche il minimo episodio può essere determinante perché ti viene a mancare il tempo per recuperare. Ogni secondo, ma anche ogni palla giocata può decidere il futuro». Proprio per questa cura dei particolari, società e tecnico si trovano d'accordo nel continuare con le porte chiuse: «Ogni piccola folata di vento può diventare una bufera e noi dobbiamo evitarlo. Le ultime vicissitudini hanno inciso sui giocatori. Alcuni possono soffrire più di altri». Certo che il morale e l'umore dei rossoblù non è certo ideale «ma dai ragazzi voglio la massima professionalità. Niente di particolare. E' necessaria la voglia di fare risultato, serve la cattiveria agonistica di volere il risultato». «E' bello carico» si lascia scappare il presidente Preziosi riferendosi al tecnico. «Non mi sento vincitore - aggiunge il tecnico di Arcene - Avrei preferito non ci fosse questa conferenza stampa. Vorrei fosse ancora Perotti alla guida del Genoa, vorrebbe dire che le cose andrebbero meglio. Personalmente ho visto poco il Genoa negli ultimi due mesi. Non ero nello spirito giusto, ma i giocatori li conosco bene». E ieri pomeriggio li schiera nel modo a lui congeniale: ossia una squadra che subisce poco e quando può fa male. Ed ecco il prevedibile rilancio (se le condizioni fisiche lo permettono) di Mamede e Coppola. «Per fortuna gli infortunati stanno recuperando» tira un sospiro di sollievo. Lo stesso Stellini è vicino al rientro, mentre Zaniolo sarà pronto all'eventuale finale di playoff. Meglio che niente.



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04/05/2006 10:28
 
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Il Secolo XIX
Preziosi: "Squadra da sostenere"

Giovanni Ciolina:
Genova. «Chiedo scusa per i disagi, ma cercate di capire. La squadra mi ha espressamente chiesto di potersi allenare ancora qualche giorno a porte chiuse per ritriovare serenità e concentrazione. Mi sembra giusto, anche se capisco perfettamente il vostro dispiacere». Mancano pochi minuti alle 15 quando il presidente Enrico Prfeziosi si avvicina al cancellone del Pio per parlare con i circa trenta tifosi assiepati Il patron è accompagnato dall'amministratore delegato Zarbano. Accenna un sorriso e con le parole placa anche lo sfogo di un giovane tifoso della Gradinata Nord che chiede di svegliare i giocatori. «In questo momento dobbiamo stare tutti uniti e remare dalla stessa parte - continua Preziosi - Capisco la delusione, ma i playofff sono tutti da giocare e non possiamo lasciare nulla d'intentato». Insomma Preziosi delega a Zarbano la presentazione mattutina del nuovo tecnico, ma al momento dell'allenamento pomeridiano si presenta al fianco della squadra. Chiede massima comprensione e aiuto per non fallire l'obiettivo finale. «In questo frangente anche il minimo detttaglio può trasformarsi in un ostacolo insuperabile per la squadra - conclude Preziosi - Compattiamoci». Sorride il presidente quando un giovane gli chiede di riportarlo «a giocare a Milano». «Adesso pensiamo alla B», risponde. Intanto dopo Fabiani anche il team manager Stefano Mattiuzzo ha lasciato il Genoa. Fino a fine stagione il suo posto potrebbe essere preso da Mario Donatelli.


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04/05/2006 23:33
 
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io sono uno di quelli che ha difeso le scelte della società... al tempo era giusto mandare via vavassori per dare una scossa all'ambiente... il Genoa di quel periodo era già in ascesa...

Richiamare oggi Vavassori?... scelta drastica ma alla fin fine la più sensata. Era giusto anche in questa occasione rispettare Perotti che è stato aggredito durante gli allenamenti... come se i mali del Genoa di questa stagione fossero tutti suoi... anche se c'è da dire che... ultima partita a parte... ha recuperato due validi giocatori come Scarpi e Lamacchi troppo frettolosamente messi in disparte dal Vava...

Che deve fare Vavassori?... far giocare tizio o caio?... non lo so... ma io mi sono trovato in una situazione simile da giocatore e... non è bello... lo spogliatoio rischia di fare un macello... ricordiamoci che i giocatori sanno già che fine faranno per la prossima stagione... quindi chi lascerà genova potrebbe anche non rendere al massimo... e qui si punta al senso di professionalità del calciatore...

Dubito che vavassori possa ammettere i suoi errori e chiedere una specie di armistizio con chi ce l'aveva contro... mi sembra persona dura e decisa... una caratteristica che ho sempre apprezzato negli allenatori...

Sento che c'è chi vuole pareggiarle tutte fino alla fine... perchè la matematica dei giochi ci da per vincenti... ma stiamo attenti!...quando si scende in campo per il pareggio non sempre lo si riesce a portare a casa... e se non erro tra playoff e fine campionato mancano 5 partite... e su 5 speranze di pareggio... scendere in campo per volere 5 pareggi... prima o poi porti a casa un risultato non buono!...quindi o si gioca per vincere oppure nulla!... si può giocare la prima gara di playoff per volere vincere...se siamo a marassi si deve cercare il gol ma senza rischiare troppo... poi... a risultato acquisito nel primo incontro si deve giocare di conseguenza per il ritorno... ma volere 5 pareggi... giocare per 5 pareggi è rischioso!

05/05/2006 09:43
 
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IL GENOA RITROVA LA RABBIA

Giuliano Gnecco: la riscossa Scontri maschi in allenamento. Ma i compagni applaudono i gol di Lopez Spenti con il Cittadella, i rossoblù recuperano la voglia di reagire

Genova. Una scarica di adrenalina. E torna la voglia di lottare, la cattiveria sportiva, lo spirito di gruppo. Lunedì, dopo il Cittadella, la squadra sembrava priva di forze, svuotata mentalmente, senza la forza necessaria per reagire: una situazione da encefalogramma piatto. Una crisi psicologica che si era già manifestata a San Benedetto del Tronto dopo il raddoppio marchigiano. L'esonero di Perotti con il ritorno di Vavassori, insieme alle dimissioni di Fabiani, hanno dato la scossa. Ma non basta: il giocatori si sono guardati in faccia, si sono parlati, hanno fatto il punto della situazione. Si sono chiariti. E la forza di reagire è tornata.
A Pegli è tornata anche l'alta tensione. Stavolta quella positiva. Le blande partitelle degli ultimi tempi hanno lasciato spazio a una sfida al calor bianco con toni accesi ed entrate decise, fin troppo: sul filo del rasoio. È la voglia di conquistarsi una maglia da parte di chi, forse, con il Cittadella avrebbe forse preferito non dover scendere in campo. È la voglia di vincere nuovamente un campionato che era già vinto e che invece è sfuggito di mano senza quasi accorgersene.
Eppure sembrava che i bollenti spiriti dovessero essere raffreddati dall'acqua fuoriuscita improvvisamente dai bocchettoni per l'irrigazione che si sono aperti automaticamente per errore con la squadra giù in campo: allenamento brevemente interrotto, fondo leggermente allentato e doccia fuori programma per il medico sociale Mauro Casaleggio, seduto in panchina.
Invece pronti via: fallo fortuito di Iovine su De Vezze che urla, cade, resta a terra dolorante. Poi riprende, e alla prima occasione restituisce il favore. Piccola scaramuccia verbale, poi tutto termina nel migliore dei modi. Nel frattempo Di Maio e Caccia arrivano in contemporanea su uno spiovente; guardando la palla non si accorgono l'uno dell'altro finendo per darsi reciprocamente un calcio alla caviglia. Ha la peggio l'attaccante, che ha bisogno delle cure prima di poter rientrare. Dopo le ultime delusioni nessuno intende tirare indietro la gamba, neppure in partitella. Collisione Ambrogioni-Giuntoli, con la punta che plana a terra: nulla di grave.
All'ennesimo scontro Lamacchi, saggiamente, rimbrotta i compagni: «Dai ragazzi, diamoci una scossa». Sembra di assistere ad una gara del campionato inglese: interventi maschi, ma senza cattiveria né rancore. Solo la voglia di dimostrare la propria forza.
Ma non c'è solo cattiveria agonistica, c'è anche fair play e spirito di gruppo: Dante Lopez, giocatore in evidente difficoltà, segna una tripletta. Una rete è di rapina, una con una bomba della distanza. A ogni gol del paraguayano i compagni si fermano e applaudono convinti, strappando un sorriso all'attaccante triste. Applausi anche per una traversa di Mamede. Uno per tutti, tutti per uno, come i moschettieri di Dumas.
Però Vavassori tiene tutti sulla corda: normalmente giovedìè il giorno nel quale l'allenatore abbozza una formazione per la partita successiva. Invece il tecnico tiene mischia le carte. Solo Bacis e Zaniolo sono ancora indisponibili; precauzionalmente Baldini svolge un lavoro differenziato per un fastidio alla caviglia: nulla di preoccupante, a Teramo ci sarà. Vavassori divide il resto della rosa in due formazioni che non lasciano trasparire nulla delle sue intenzioni. In pettorina gialla c'è Barasso in porta, con Gazzoli nell'insolito ruolo di difensore esterno destro, Fusco e Di Maio centrali, Stellini a sinistra; a centrocampo Iovine, Mamede e Botta; in attacco Giuntoli, Lopez e Iliev. Contrariamente a quanto sperimentato mercoledì (il 4-4-2), anche l'altra squadra è schierata con il medesimo modulo: c'è Scarpi fra i pali; Rivaldo, Grando, Ambrogioni e Moretti nelle retrovie; Lamacchi, De Vezze e Coppola in mediana; Caccia, Grabbi e Rossi in prima linea.
Un'idea per il Genoa anti-Teramo? Si possono fare solo ipotesi. La più accreditata è Scarpi; Ambrogioni, Fusco, Baldini, Stellini; Lamacchi, Mamede, Coppola; Rossi, Grabbi, Iliev.


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Nadia
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05/05/2006 09:47
 
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Il Secolo XIX
TERAMO PRIMO OSTACOLO PER I PLAY OFF

G. Cio.: lo scenario Domenica l'antipasto di una sfida che quasi certamente si ripeterà agli spareggi. Il Grifone ha comunque un'arma in più La classifica avulsa decisiva. Ma anche gli avversari dovranno scoprirsi
Il Teramo è arbitro della promozione del Genoa. Perché dal risultato di domenica in Abruzzo dipenderà per il Grifone la posizione finale: secondo - dunque una posizione di vantaggio nei playoff - in caso di pareggio o vittoria, quarto invece in caso di sconfitta. Perché i giochi sembrano scontati: Monza e Pavia vinceranno le rispettive partite (più difficile la gara del Cittadella che comunque è messa male come scontri diretti), e a quel punto decisiva sarebbe la classifica avulsa. Sì, ma la vittoria delle due lombarde significherebbe anche che il Teramo sarà il primo avversario del Genoa dei playoff: Grifone secondo e abruzzesi quinti se gli uomini di Vavassari facessero risultato domenica; rossoblù quarti e teramani terzi in caso contrario. In ogni caso la gara di domenica al Comunale sarà solo l'antipasto per due sfide ben più importanti.

Genova. Playoff saranno. Non resta che vedere in quale posizione cominciarli, ma la roulette russa da lunedì pomeriggio è certa. E visto che di playoff bisogna parlare e obbligatoriamente non perire, una considerazione è d´obbligo sotto il profilo tecnico-tattico. Ovvio che la pressione sarà sempre sulle teste dei giocatori genoani costretti a vincere il campionato dalla porta di servizio dopo aver fallito quella principale, ma dal 21 maggio qualcosa cambierà anche per le dirette concorrenti. Soprattutto se il Genoa riuscirà a difendere a Teramo la seconda piazza.
D´ora in avanti avranno tutti qualcosa da perdere. A cominciare proprio dai teramani. E per i prossimi avversari del Grifone i conti già da domenica cominceranno a tarlare la serenità del non aver «nulla da perdere» che finora è stato il punto di forza della maggior parte degli avversari dei rossoblù.
Nei playoff anche le avversarie non potranno più limitarsi a guardare cosa fanno Baldini e compagni per poi colpire di rimessa. Questa non vuol dire che il compito dei rossoblù sia agevolato. Tutt´altro. Resta l´imperativo di salire nella cadetteria, ma anche le avversarie dovranno provare a fare qualcosa per vincere. A meno che non si accontentino di un´eliminazione con l´onore delle armi (pareggio).
Considerazione inappuntabile in caso di seconda piazza, ma anche nell´ipotesi (si spera remota) di piazzamento differente giocare la prima partita a Marassi potrebbe rappresentare un ostacolo non da poco. All´avversario di turno può bastare il pareggio, ma nell´inferno del Ferraris gli equilibri potrebbero non essere più completamente squilibrati come ora. A maggior ragione se nell´andata il Genoa riuscisse a vincere.
La classifica viene resettata e quindi non ci sono più punti di penalità a pesare sul Grifone. E la gestione del pari in trasferta andrebbe bene, mancando l´obbligo di vincere sempre e ovunque.
Cambiano quindi gli scenari, cambiano le opportunità: sarà più difficile vedere barricate al Ferraris, squadre arroccate e chiuse nel guscio per speculare. Insomma, i playoff sono ormai una realtà che non deve però diventare un incubo per i genoani. L´eventuale serie B sarebbe di prestigio come quella conquistata dallo Spezia e l´occasione non è da buttare via.


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Nadia
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