Eroe.E., 28/02/2017 15.33: A volte lo fanno credo. Sono favorevole anch'io in situazioni estreme in cui vivere pesa più di morire.
Fatascalza, 28/02/2017 21.19: ... Il presidente della Gigi Ghirotti a Primocanale: "Questa è solo una scelta terapeutica, il testamento biologico non c'entra". ...
Fatascalza, 28/02/2017 20.57:Se lo fanno fuori italia, è illegale? Credo anche io che in italia in casi estremi si faccia ... almeno per pietà verso chi soffre
Fatascalza, 01/03/2017 19.07:Dj Fabo ha aperto la strada, altre persone stanno andando in svizzera peraltro non costa mica poco
riccardo60, 02/03/2017 08.15: è proprio questo il punto, non è Fabo che ha aperto la strada, esiste da anni ma non è alla portata di tutti, bisogna avere soldi e conoscenze altrimenti non vai da nessuna parte. la stada meno complicata è procurarsi il kit di fine vita fin da ora, alcuni paesi lo commerciano.
strega@rossa, 02/03/2017 14.52:Ho trovato questo post su Facebook...non ha tutti i torti "La campagna da Pensiero Unico che si è scatenata nei mass media per EDUCARE GLI ITALIANI AL SUICIDIO ASSISTITO, prendendo a pretesto il caso pietoso di Fabo, sembra orientata a non accontentarsi della soluzione svizzera, della "morte con dignità" a pagamento in strutture private: si invoca invece il diritto al suicidio assistito a spese dello Stato e negli ospedali pubblici, come per l'aborto, in qualunque caso lo richieda l'interessato. La mia maggiore preoccupazione, però, non riguarda gli aspiranti suicidi che chiedano di essere aiutati a morire, ma l'abuso che potrebbe essere fatto di una norma sul suicidio assistito, allo scopo di SBARAZZARSI DI VECCHI, AMMALATI E DISABILI SCOMODI E COSTOSI. Per esempio, potrebbe bastare che i familiari facessero capire a un nonno o a un genitore ammalato (anche senza maltrattarlo) che è un peso troppo gravoso per loro, perché quello accetti generosamente di togliersi di mezzo chiedendo il suicidio assistito. O basterebbe abbandonare quel nonno o quell'anziano genitore in un ospizio, privandolo degli affetti familiari, per raggiungere lo stesso scopo, e magari incassare in anticipo la sua eredità. Se un tale "diritto" venisse effettivamente riconosciuto, si potrebbe arrivare al paradosso di uno Stato che garantisce il suicidio assistito a un disoccupato depresso che ha deciso di farla finita perché ha perso le speranze di trovare un lavoro, pur avendo secondo la Costituzione un diritto al lavoro che lo Stato non riesce a garantirgli. Ci sarebbe anche il rischio che, invece di curare le persone depresse e aiutarle a superare la loro depressione, si imbocchi la strada più facile e meno costosa dell'aiuto al "suicidio terapeutico", che elimini la malattia insieme con il malato. Un ulteriore rischio sarebbe quello di una riduzione della spesa sanitaria per le cure palliative e di assistenza (è già successo) a quei malati gravi che si ostinino a non voler morire "dignitosamente" in anticipo con il suicidio assistito offerto dallo Stato.