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PIOVE SEMPRE SUL BAGNATO

Ultimo Aggiornamento: 17/07/2005 23:03
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16/06/2005 20:38
 
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corrieredellasera.it
Nessun indagato al momento, ma per gli inquirenti «la situazione è fluida» Calcio, si allarga l'inchiesta su Genoa-Venezia Sentiti sei giocatori, trovati 250 mila euro in una valiga.
Si indaga anche su Piacenza-Genoa e altre partite: l'ipotesi è di combine.


GENOVA -
Non ci sono per ora indagati, ma solo persone informate sui fatti (cioè testimoni), nell'inchiesta avviata dalla procura di Genova sui presunti illeciti che si sarebbero verificati nelle ultime partite del Campionato di Serie B. Tra queste, le due gare del Genoa, quella esterna con il Piacenza, e soprattutto quella vinta per 3 a 2 contro il Venezia che ha deciso il ritorno in serie A della squadra rossoblu. «La situazione è dinamica», è il commento degli inquirenti dopo gli ultimi interrogatori effettuati a Venezia e Piacenza.

L'INCHIESTA -
A condurre l'inchiesta è il Pm Alberto Lari, in trasferta a Venezia dove ha già sentito sei giocatori. Lejsal e Borgobello, che erano compagni di stanza nell'albergo dove il Venezia è sceso a Genova, Oliveira e Vicente (autori dei due gol del Marassi), e Savino ed Esposito; questi ultimi due, arrivati come Borgobello al Venezia dalla Ternana, non avevano però preso parte al match con il Genoa. I sei giocatori del Venezia si sarebbero comunque tutti detti estranei a fatti ad eventuali fatti illeciti. Ad affiancare Lari nelle indagini è il collega Giovanni Arena, che è andato a Piacenza dove ha sentito due giocatori, sempre come persone informate sui fatti. E' in programma un vertice in procura per fare il punto dei risultati degli interrogatori. L'inchiesta, secondo quanto si è appreso, si avvarrebbe di materiale raccolto anche con intercettazioni ambientali.

LE IPOTESI -
L'11 giugno il Venezia ha perso 3-2 a Genova, presentandosi in campo con una formazione farcita di giovani (anche se le numerose assenze c'erano state anche nella gara precedente, contro il Catania) e dopo la gara un dirigente veneto è stato trovato in possesso di una valigetta contenente 250 mila euro «di dubbia provenienza» (la difesa parla di soldi con cui sarebbero stati pagati stipendi arretrati). La Procura ligure ipotizza una combine tra il Venezia (al momento della partita già retrocesso) e il Genoa (che aveva bisogno dei tre punti per conquistare la serie A). Le indagini proseguono in questa direzione. La società veneta tace: «Ci asteniamo da qualsiasi commento - dice un portavoce dei grifoni - aspettiamo che sia fatta chiarezza». «Per me è una cavolata, il Venezia ha fatto una partita di tutto rispetto, onorando il campionato fino alla fine», ha detto l'attaccante dei lagunari Massimilano Esposito. Se l'inchiesta dovesse confermare i dubbi della Procura, il Genoa, che attraverso il d.g. Stefano Capozucca si dichiara «estraneo ai fatti», rischia di restare in serie B o di essere fortemente penalizzato in A.
16 giugno 2005


Non ci voglio neanche pensare!!!
16/06/2005 23:45
 
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fonte televideo RAI

Non ci sono per ora indagati, ma solo persone informate sui fatti (testimoni),nell'inchiesta avviata dalla procura di Genova sui presunti illeciti che si sarebbero verificati nelle ultime
gare di B.Tra queste le due del Genoa, quella pareggiata Piacenza e quella interna vinta col Venezia.Nell'inchiesta è stato precisato dagli inquirenti-non sono coinvolti tesserati rossoblù.

Intanto domani in Procura sono previsti gli interrogatori di altri testimoni, probabilmente tesserati del Genoa.Mercoledì i pm Lari e Arena avevano interrogato 6 giocatori ed il tecnico Manzo del Venezia e 2 giocatori del Piacenza.
16/06/2005 23:54
 
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volevo fare una piccola osservazione...

è ancora una voce quella che il dirigente del Venezia sia stato fermato con 250.000€... quindi già la si dice lunga... ma soprattutto se fosse vera... per quel che ho sentito io... pare che sorpreso con i soldi ha fornito agli inquirenti la motivazione di tale denaro... certo che quando si ferma uno con mezzomiliardo delle vecchie lire... non è che lo si lasci andare via se la provenienza è poco chiara!!!!
Pare che i carramba abbiano restituito il denaro e non abbiano preso provvedimenti verso il dirigente!!!!... quindi... meglio che sia vera questa notizia perchè appoggia l'ipotesi che i soldi non erano di losca provenienza!!!!!!altriemnti ci sarebbe scattato un fermo come minimo ed un sequestro del denaro!!!

Domani faccio la prova... mi faccio fermare con mezzo miliardo... dico ai carramba che provengono da uno zio ricco... e loro mi lasciano andar via????...no!!!!!!... controllano!!!!.. e fino a quando non hanno la certezza che mio zio mi ha dato le palanche non mi lasciano andare!!!!!

I pagamenti per le partite truccate non si fanno così... il giorno dopo... semmai i giorni prima!e poi... in Svizzera!!!... caspita ci arriva pure un pirlotto come me!!!!

Tranquilli che sulla vicenda ne spareranno di grosse!ma ricordiamoci che il "bello" nel senso di Bettarini... non ha subito nulla... e lì le prove erano schiaccianti!!!!

Ve ne dico un'altra?... attaccateci... che qualche belinone di avvocato genoano tira subito in ballo il portiere dell'albinoleffe e cose simili... il pallone è rotondo ma pare che a genova sia anche quadrato!!!!

Ciaooo
17/06/2005 00:24
 
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Questa sera al tg3 regionale han parlato che non sono coinvolti per ora giocatori del genoa e del venezia, che han beccato un dirigente del venezia con una valigetta con 250 mila euro, e che chi è stato ascoltato è solo informato sui fatti quindi, appunto, non indagato.
Intendono estendere la cosa sulla partita di piacenza e anche su altre partite.

Nel frattempo c'è qualcuno che mangia baci perugina....[SM=g27826]
17/06/2005 09:33
 
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Quello che mi manda in bestia è che tutti parlano o di Genoa in Serie B, o con grossi punti di penalizzazione ....

Lo abbiamo già colpevolizzato????


Non ci sto capendo piu' niente ... davvero ... ed è sempre il Genoa .... ieri sera ho parlato con mio padre e la frase che mi ha detto :
"Belin cun u Xena nu se queta mai" .... dategli torto!

17/06/2005 12:23
 
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ANSA) - VENEZIA, 16 GIU - Il presidente del Venezia, Luigi Gallo, si e' detto 'completamente all'oscuro' della presunta combine in campionato con il Genoa. 'Ho saputo dell'inchiesta e degli interrogatori dai miei ragazzi - ha precisato Gallo - personalmente non ho avuto richieste da chi indaga, che del resto non ha avuto nessun contatto con la societa'. Per questo siamo tranquilli, anche perche' siamo al di fuori di tutto quanto affermato: le gare giocate anche dopo la retrocessione matematica lo dimostrano'.

ansa.it
17/06/2005 12:57
 
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Genoa, Preziosi indagato (Gazzetta dello Sport)
17/06/2005 9.30.00
Col figlio e Capozucca: frode sportiva per le gare con Piacenza e Venezia.
"Associazione a delinquere per frode sportiva": è questa l’ipotesi di reato per la quale è stato iscritto nel registro degli indagati il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, insieme al figlio Matteo e al direttore generale rossoblù, Stefano Capozucca, nell’inchiesta avviata dalla Procura di Genova sulle partite Piacenza-Genoa (2-2, giocata il 5 giugno scorso) e Genoa-Venezia (3-2, 11 giugno), quest’ultima decisiva per la promozione in serie A dei rossoblù dopo dieci anni.

Ieri, il pubblico ministero Alberto Lari ha completato la prima fase degli interrogatori a Venezia, rientrando a Genova nel pomeriggio, dove ha fatto il punto della situazione con il collega contitolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Giovanni Arena. Il quale, ieri, ha interrogato a Piacenza tre dei sette tesserati biancorossi che risultano persone informate dei fatti per Piacenza Genoa. Sulla base, pare, della frase pronunciata dal giocatore emiliano Abbate, che accusò i rossoblù di aver sollecitato nel prepartita lui ed i compagni a non impegnarsi in campo. Gli altri quattro piacentini, già in vacanza, verranno ascoltati entro i prossimi giorni, al pari di alcuni tesserati del Genoa.

Il colpo di scena martedì scorso, con il fermo da parte dei carabinieri dell’auto guidata da Giuseppe Pagliara, agente Fifa e collaboratore del presidente del Venezia, Luigi Gallo, mentre usciva dal cancello di via delle Primule 5, a Cogliate, in provincia di Milano, dove ha sede la Giochi Preziosi S. p. A. A bordo, una valigetta con 250 mila euro in contanti.
Secondo indiscrezioni, Pagliara avrebbe prima spiegato di essere solito viaggiare con ingenti quantitativi di contante e che, comunque, quella cifra era un acconto sulla cessione di Maldonado al Genoa, esibendo anche un contratto del giocatore retrodatato al 20 maggio scorso. Il fatto curioso è che lo stesso difensore, della sua cessione al Genoa, si dice all’oscuro: «So solo che sto partendo per le vacanze e me ne torno in Paraguay».

Preziosi si è affidato per la difesa allo studio dell’onorevole Alfredo Biondi, penalista di grido e tifoso genoano di antica data, ed all’avvocato Mattia Grassani, altro nome illustre, consulente legale per la parte sportiva e protagonista l’anno scorso di un’altra vicenda simile, quando aveva tutelato il Modena salvando il suo presidente Amadei dagli addebiti più gravi. Stavolta la vicenda è più complessa, ma Grassani chiarisce subito che «il presidente Preziosi è estraneo a ogni addebito».
17/06/2005 15:53
 
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Ciao io a sentire e leggere tutte queste belinate(forse vere purtroppo)sono confuso comunque stasera vedo di non pensarci.:smile99: :smile40:


<-------------------------->


Dino
17/06/2005 20:05
 
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Avvisi di garanzia per Preziosi, suo figlio Matteo e Capozucca.

Per il Venezia gli avvisi sono arrivati agli ex presidente e un dirigente ....!

Andiamo avanti ...........
18/06/2005 18:53
 
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Presidente, non si sbatte mostro in prima pagina


(ANSA) - GENOVA, 18 GIU -
'Non mollo': e' il grido rivolto ai tifosi lanciato dal presidente del Genoa Preziosi, dopo le accuse di frode sportiva. Nella tarda serata di ieri non appena salito sul palco della festa per la promozione in serie A, allestito in piazza della Vittoria, il patron rossoblu' ha ripetuto per ben sei volte il 'non mollo' anche perche', a suo dire, 'come e' cattiva abitudine in Italia, si sbatte il mostro in prima pagina senza sapere ancora se c'e' colpa o meno'.

ansa.it
18/06/2005 18:54
 
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Calcio: indagine partite Genoa, lunedi' interrogatorio per Preziosi


GENOVA - Saranno interrogati lunedi' nella procura di Genova il presidente del Genoa Enrico Preziosi, il figlio Matteo, e Stefano Capozucca, direttore generale della squadra ligure.
Il reato ipotizzato nei loro confronti e' associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva.
I vertici del Genoa sono infatti coinvolti nell'inchiesta di una presunta ''combine'' prima degli incontri di calcio Piacenza-Genoa e Genoa-Venezia che hanno portato in serie A, dopo dieci anni, la squadra del Grifone.


corrieredellasera.it
18/06/2005 22:29
 
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Millebollerossoblu!
Ecco quello che penso io di questo polverone.
Ha ragione Biondi.
Da chi è nato questo grandissimo interessamento per il Genoa?
CHI C@@@@ è LA MENTE MALATA...che fa stò putiferio?
Stan cercando di far fallire...Preziosi?
[SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=x714141]
19/06/2005 14:01
 
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Capisco perfettamente che quando uno trascrive decine e decine di righe, gli possa venir noia e quindi ignorare il tutto. Non ho la presunzione di credere che chiunque legga questo mio copia-incolla, ma consiglio vivamente ai genoani di leggere attentamente lo scritto di Hans Kelsen per tranquillizzare e non dare troppa importanza ai giornali o tavole rotonde.

In questa sezione non troverai notizie relative al "Caso Genoa" (quelle le potrai apprendere da giornali e Tv), ma l' approfondimento delle stesse grazie ad esperti in materia giuridica, fra cui anche gli interventi pubblici degli avvocati difensori del nostro Grifone. Siamo certi che la buona fede della società verrà dimostrata, in quanto il Genoa é tornato in serie A solo grazie alla forza del proprio organico, allestito dal Presidente Preziosi e condotto al primo posto dall' allenatore Cosmi.

Lunedì giornata importante (Hans Kelsen) (19/06/2005)
Domani è sicuramente una giornata importante, nello svolgersi di questa inchiesta indiziaria. Enrico verrà sentito, e, davanti al suo difensore, gli verranno contestati gli indizi che sono in possesso degli inquirenti-inquisitori. Come disse bene Biondi, la debolezza degli indizi - almeno di quelli noti - è tale che Enrico potrebbe tranquillamente avvalersi della facoltà di non rispondere, per non fornire neppure un minimo contributo al debole castello accusatorio. E' infatti ONERE dell'accusa provare i fatti che imputa all'indagato; siccome la Costituzione proclama a gran voce la presunzione di innocenza, fino a prova contraria. E' diritto dell'indagato, ovviamente, astenersi da qualunque cosa possa contribuire a facilitare il compito dell'accusa. Ma Enrico risponderà, sicuramente, evidenziando come ogni frase "intercettata" abbia un suo senso nel contesto, magari scherzoso, in cui è stata pronunziata: le prove "video" di cui ho letto stamattina mi fanno sorridere, se non ridere, e spero davvero che siano quelli gli assi in mano ai due inquisitori. Allo stadio si dice di tutto; tutti noi, sul 2-2, avremmo personalmente, per scherzo naturalmente, dato migliaia di euro a ciascun giocatore del Venezia e magari lo abbiamo pure detto. Ebbè? In ogni caso, la vita degli inquirenti non sarà facile; il loro compito è davvero duro, fortunatamente per noi, perché di cose da dimostrare - con PROVE - ce ne sono tante, ma davvero tante tante: l'accordo, la dazione di denaro finalizzata alla partita, il concorso (evidentemente necessario, dal punto di vista logico-giuridico) dei giocatori, l'alterazione del risultato normale della competizione (quasi che fosse "normale" che l'ultima in classifica avrebbe vinto in casa della seconda!). Insomma, abbiamo NOI tante belle carte da giocare, e stiano certi: le giocheremo tutte, al momento che l'ottimo Biondi deciderà di giocarle. Un segno di debolezza. Interrogare Enrico in una caserma e non a palazzo di Giustizia. Forse l'ambiente non è più tanto favorevole ai due p.m.; forse si temeva che un po' di persone circolassero nel Palazzo con i loro sguardi di morale condanna, o forse ancora si temeva che Enrico giungesse nella stanza dell'abuso circondato dall'affetto e dal sostegno di tutti i presenti. Enrico verrà interrogato. Dopo di lui, verranno sentiti gli altri indagati; probabilmente i giocatori del Genoa. Fatto questo, gli inquirenti dovranno decidere come proseguire: o chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio. Ferma l'ovvietà della richiesta di rinvio a giudizio, sarà poi il giudice dell'udienza preliminare a valutare se rimettere al dibattimento la faccenda: per noi, comunque, il processo sarebbe perfino un bene. Ne usciremo trionfatori. Sul fronte della giustizia sportiva - Codice alla mano - valgono le medesime considerazioni: anche in quel settore occorrono PROVE dell'illecito sportivo. Nessuno al momento è in grado di prevedere sanzioni o altre cose; perché tutto dipende dalle prove che i giudici avranno modo di valutare in atti. Le sanzioni sono tante (dalle più lievi alle più gravi), e prima di formulare previsioni occorre capire quali prove sono state portate a sostegno dell'accusa. Siccome, al momento: a) non c'è prova che il denaro, ammesso che esista, sia stato dato per la partita; b) c'è prova che esisteva un interessamento, con tanto di contratto, per un giocatore del Ve c) non c'è prova che la partita si sia svolta in modo sospetto. Tutto questo considerato, al momento, la giustizia sportiva non so proprio cosa possa fare, se non ravvisare nei contenuti delle intercettazioni una qualche scorrettezza, o una irregolarità nell'aver trattato fuori tempo un giocatore. Ci sono vari gradi di giudizio, e i precedenti dimostrano che, alla fine, spesso le cose si aggiustano. Aspettiamo domani con trepidazione e sicurezza, scortando Enrico all'incontro con gli inquisitori; loro due; noi migliaia.

Intervista all' On. A. Biondi (17/06/2005)
Sono gli altri che devono provare, non siamo noi che dobbiamo provare. I soldi trovati non sono una prova al massimo sono un elemento sul quale si può fondare un sospetto e i sospetti sono l' anticamera dell' errore perchè un indizio non è una prova. L' articolo 192 prevede che gli indizi devono essere gravi, precisi e concordanti, questi non sono gravi, sono imprecisi e discordanti e questo è l'inizio del processo. Stiano tranquilli che la presunzione di non colpevolezza scritta nella costituzione varrà per Preziosi, suo figlio, Capozucca e soprattutto per il Genoa che ha fatto un campionato straordinario, ha sofferto le ultime 2 partite, e io ho sofferto dalla tribuna con loro, e dire che sono state partite truccate o comprate è una cosa avventata della quale devono rispondere quelli che sostengono l' accusa, non quelli che come me sostengono la difesa e che queste accuse non sono fondate. Nel criterio del procedimento penale c'è una prevalenza, perchè il decreto dell' 89 prevede che gli elementi di accusa possano essere trasferiti nel processo sportivo, ma io non credo ci sia una giustizia di serie a e una di b e poi di questo ne parlerò poi con il Gen. Pappa col quale ho già preso contatto. Ripeto non daremo lascia passare a nessun elemento che consenta diffamare il Genoa. Ora vado alla Procura della Repubblica a chiedere perchè anche i segreti investigativi siano in italia i segreti di pulcinella. Come dice la costituzione per chi è indagato c'è la presunzione di non colpevolezza, sono i pubblici ministeri che dovranno provare ciò che un domani un giudice dovrà decidere e sono parecchi giudici, delle indagini preliminari, dell' udienza preliminare, di primo grado, appello e cassazione se credono che io gli faccia passare tutte queste cose come se fosse una passeggiata serena e tranquilla s'illudono. Quando le accuse sono assurde si può anche non rispondere, ordinarie e sportive, mi riservo anche di prendere ogni altra iniziativa contro chi abbia costruito questo castello accusatorio. Con il Generale Pappa ho avuto un colloquio solo per dire che noi, avendo assunto una difesa, naturalmente la manterremo in tutte le direzioni e le occasioni. Ho solo detto che l' art. 89 prevede quest' osmosi tra le due procedure e quando esiste un' accusa come quella di associazione questa è prevalente su ogni altra e quindi prima si dovrà provare quello che forma oggetto dell' accusa e dopo vedremo. L' accusa è talmente assurda, l' accusa è talmente assurda e assolutamente a mio modo di vedere giuridicamente e tecnicamente infondata che verrebbe voglia di non dare seguito nemmeno a questa cosa. Ora valuteremo se hanno titolo di averla fatta, se hanno usato gli strumenti giuridici giusti, chi è competente per il reato che hanno contestato e se gli elementi che hanno raccolto possono essere utilizzati, se il titolo del reato che hanno usato associazione è un titolo così fuori regola perchè lo contestano a padre, figlio e impiegato per cui chiunque potrebbe avere questo titolo di associazione per delinquere che dimostra una approssimazione accusatoria che non accetterò possa essere nemmeno evidenziata, non so ancora quello che farò. Credo che farò in modo che non abbiano una passiera di cocco su cui passare con queste accuse che io ritengo infondate. Credo che l'evidenza delle cose dimostra che non c'era nessun nascondimento o mistificazione di una realtà che è documentata. Leggendo i giornali io leggo che c'è un contratto di acquisto di un giocatore, quando si fa un contratto di acquisto di un giocatore si può dare un anticipo o meno. Chi ha visto quella partita sa che ci hanno fatto soffrire fino all' ultimo minuto, a Piacenza addirittura c'è stato un accanimento difensivo e anche offensivo che non ho visto in nessun altro campo. Squadre disinteressate che hanno fatto una battaglia come non ho mai visto fare e naturalmente questo avviene contro il Genoa. Ho letto una dichiarazione di Preziosi sulla gazzetta, ha ragione quest' uomo c'è qualcosa che non torna in giro, vedremo anche quello.

Servono le prove dell' accordo (Hans Kelsen) (17/06/2005)
Gli indizi debbono essere gravi, precisi e concordanti. La prova deve riguardare non solo che ci sia stato un accordo; ma che il risultato della partita sia stato alterato rispetto al normale esito che avrebbe avuto. Né l'una né l'altra circostanza sembrano al momento dimostrabili. Le intercettazioni sono fonte di prova; sono fonti di indizi; sempre che siano stato acquisite in modo legittimo (con l'autorizzazione dei giudici competenti); altrimenti non valgono niente, almeno in sede di dibattimento penale. Le altre prove (il denaro) non dicono nulla; se non che, ammesso che la circostanza del ritrovamento del denaro sia dimostrata, s'è concluso un contratto di compravendita di un giocatore, forse compiendo un'irregolarità (anche se il pagamento è comunque avvenuto a campionato finito). L'unica prova che potrebbe risolvere tutto, per gli inquisitori, è una confessione; che però nessuno farà, proprio perché l'accusa è sfornita di prove (in genere, le confessioni arrivano quando l'imputato è messo di fronte al fatto compiuto o quasi). Dunque, se la vicenda penale - per quello che se ne sa fino ad ora - è scarsamente supportata da prove; la faccenda della responsabilità sportiva (per illecito sportivo: rinvio sul punto al Codice di Giustizia sportiva, scaricabile dal sito della FIGC) può essere un pochino più complessa. I giudici sportivi sono meno vincolati a quelle regole che governano, invece, il processo penale. Anche in quella sede, tuttavia, occorre una prova dell'accordo per alterare il risultato della partita; e, naturalmente, occorre pure che l'evento sportivo sia stato davvero alterato per l'accordo intervenuto tra le parti. I precedenti testimoniano che, alla fine, anche quando c'erano intercettazioni provenienti da tesserati, le conseguenze per le società sono state molto tenui. Rimane da chiarire cosa davvero si dice nelle conversazioni intercettate; ma, qualunque cosa si dica, la difesa avrà carte facili nel dimostrare che si tratta di frasi ambigue, discutibili, o pronunziate in certi contesti e con certi significati. Non sufficienti, insomma, per applicare sanzioni gravi quali retrocessioni o cose del genere. Ciò che realisticamente, al momento, si rischia, sul piano sportivo, è una sanzione per irregolarità nella trattativa del giocatore; o, dipende qui dal vero contenuto delle intercettazioni, qualche punticino di penalizzazione (nessuno però, né giornali, né altri, può dire ora che saremo penalizzati di X o Y; ora non si può dire niente. Anzi una cosa si può dire: che PROVE non ce ne sono!).

Il pagamento in contanti di Maldonado (Hans Kelsen) (17/06/2005)
E' noto che l'obbligazione pecuniaria - tal è la prestazione che segue ad un contratto preliminare avente ad oggetto la cessione di un giocatore di calcio - va adempiuta attraverso il "pagamento" di denaro avente corso legale al tempo del pagamento (art. 1277 c.c.). Che poi si possa pagare una grossa somma anche in altro modo, è vero. Ma il primo dei sistemi di pagamento è quello in denaro. E se il creditore - nel caso di specie: il Venezia - chiese il pagamento in questa forma, il debitore - nel caso il Genoa - ha eseguito tale richiesta, anche in forza della correttezza che dovrebbe presiedere ai rapporti contrattuali (nel caso, tra l'altro, il Venezia abbisognava di liquidi spendibili rapidamente per poter pagare gli stipendi arretrati ed evitare perfino il fallimento della società). Sulle intercettazioni ci sarà da ridere. Migliaia saranno le interpretazioni possibili delle parole che leggeremo, e vorrei proprio vedere che da queste si tirassero fuori prove.

Il legame tra intercettazioni e denaro (Hans Kelsen) (17/06/2005)
Al momento: a sostegno del denaro c'è un patto scritto. Le intercettazioni sono tutte difficilmente interpretabili, e pongono solo qualche indizio di dubbio significato. Il combinato disposto di questi due elementi, probabilmente, farà naufragare il processo penale, ammesso che ci siano rinvii a giudizio all'esito dell'inchiesta. Ma il punto NON è il procedimento penale, che, comunque, passa attraverso tanti di quei gradi di giudizio che comportano almeno due anni. Il punto è la GIUSTIZIA SPORTIVA. Se i giudici sportivi, come auspichiamo, non ravvisano la prova dell'accordo (che, come ho già detto, può essere raggiunta solo se qualcuno confessa), al massimo ci si imputerà di aver comprato un giocatore in un periodo non consentito, con conseguenti sanzioni pecuniarie anche gravi. Se, invece, i giudici sportivi (anche nella giustizia sportiva, comunque, ci sono almeno due gradi di giudizio che percorreremo tutti) riscontreranno nelle intercettazioni la prova dell'accordo, le cose sono ovviamente più gravi (e qui si parlerà allora di penalizzazioni).

Iscrizione nel registro degli indagati (Hans Kelsen) (17/06/2005)
L' iscrizione nel registro degli indagati è tappa del tutto ovvia e dovuta di un' indagine preliminare che si propone, appunto, di verificare l'ipotesi di reato di frode sportiva, realizzata da dirigenti delle due società coinvolte. L'iscrizione non significa nulla. Dobbiamo rimanere calmi, e aspettarci nei prossimi giorni altri atti che magari ci seccheranno molto ma che sono del tutto scontati: interrogatori, perquisizioni e così via. Rimane ancora il fatto che le PROVE della colpevolezza dei nostri dirigenti, al momento, non ci sono. Il famoso denaro del dirigente del Venezia è coperto da un titolo - un contratto preliminare - relativa ad un calciatore del Venezia stesso. Detto contratto è stato concluso molto tempo addietro e, correttamente, il pagamento dell'anticipo sarebbe avvenuto dopo, e non prima, la partita incriminata. Questo è quello che risulterebbe dagli atti, tant'è vero che non risulta sia stato disposto il sequestro di questa somma di denaro. Tutto il resto sono illazioni, calunnie e ricostruzioni sommarie, che difficilmente possono portare ad una condanna. Le intercettazioni difficilmente rappresentano "prove" vere e proprio; ma, in quanto parole pronunziate in contesti particolari, al massimo possono rappresentare "indizi" (vedi caso Bettarini e compagnia bella). Dunque al momento i p.m. hanno una sola carta: ottenere una confessione di qualcuno. Il che non pare alle porte. D'altra parte, il reato di frode sportiva richiede, tra i suoi elementi costitutivi, che ci sia stata non solo la dazione di denaro (che, comunque, qui aveva una sua giustificazione), ma anche che da questa sia derivata la al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al leale e corretto svolgimento della competizione (art. 1, legge 401/89). Nel caso, dunque, occorre dimostrare che i giocatori fossero coinvolti, e che abbiano agito in modo tale da far vincere il Genoa, come se questo fosse il risultato "anomalo" della partita in questione. In altre parole, quand'anche fosse dimostrato che s'era dato del denaro per quel fine (il che non è), occorre anche che il risultato sportivo sia stato davvero alterato (e questo richiede, necessariamente, il concorso di chi sta in campo: cioè dei calciatori!). Di prove ce ne sono poche. E su questo dovremo puntare con la giustizia sportiva (per la quale, forse, la società dovrebbe ricorrere alla difesa di avvocati romani specialisti sul tema). Stupisce, poi, una fuga di notizie in palese violazione del segreto che dovrebbe presiedere alle indagini preliminari. Occorre calma e raziocinio. Molte cose all'inizio sembrano chissà cosa, e poi si sgonfiano nel nulla.






19/06/2005 17:42
 
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Ticche, questa storia vera, presunta, falsa ci sta danneggiando enormemente per il prossimo campionato.

Ora è tutto fermo, allenatori, giocatori... è questo che mi spaventa molto.

Aspettaimo domani, vediamo se ci saranno risvolti, aspettiamo giovedi' con l'arrivo della Federcalcio, ma in un modo o nell'altro bisogna porre fine a questo casino che ci sta danneggiando in tutti i sensi.

Come fai a stare tranquillo??

[SM=x714106]
19/06/2005 18:42
 
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Si bisogna stare tranquilli.

Dal giornale si evince (che parolone....[SM=g27828] )che da domani per il Genoa riprende il calciomercato in modo regolarissimo.

In ogni caso daranno al massimo nove punti di penalizzazione al Genoa se saranno accertati inciuci sportivi da frode calcistica, ma non essendoci indagati calciatori di nessuna squadra...ergo...non ci dovrebbero esser frodi di natura puramente sportiva.
20/06/2005 11:03
 
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Ansa.it delle 10:36


Per l'interrogatorio sul presunto caso di combine
(ANSA) - GENOVA,20 GIU - Il presidente del Genoa Preziosi e' nella caserma dei carabinieri per l'interrogatorio sulla presunta combine relativa al match col Venezia. Preziosi si e' presentato con il dg Capozucca e con gli avvocati Alfredo e Carlo Biondi. Alla caserma sono giunti anche Franco e Michele Dal Cin, ex proprietari del Venezia. L'accusa nei confronti dei dirigenti delle due squadre e' di associazione a delinquere per frode sportiva. All'ingresso della caserma presente anche un gruppo di tifosi del Genoa.
20/06/2005 11:11
 
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Scusate l'ignoranza ma.....
se nessun giocatore del genoa è indagato, se nessun giocatore del venezia è indagato....... mi spiegate come hanno fatto a falsare il risultato della partita????
Questo belin di denaro a cosa è servito? a pagare il pallone per non entrare nella porta del venezia???



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Nadia
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20/06/2005 11:36
 
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Re:

Scritto da: Danda63 20/06/2005 11.11
Scusate l'ignoranza ma.....
se nessun giocatore del genoa è indagato, se nessun giocatore del venezia è indagato....... mi spiegate come hanno fatto a falsare il risultato della partita????
Questo belin di denaro a cosa è servito? a pagare il pallone per non entrare nella porta del venezia???




ieri ho letto da qualche pèarte che un non citato giocatore del genoa parlando al telefono con uno del venezia ha detto "ci sono fiori per tutti".

Al momento nessun giocatore indagato, anche se sono stati ascoltati i giocatori del Piacenza .....
20/06/2005 11:53
 
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Re: Re:

Scritto da: Fatascalza 20/06/2005 11.36


ieri ho letto da qualche pèarte che un non citato giocatore del genoa parlando al telefono con uno del venezia ha detto "ci sono fiori per tutti".

Al momento nessun giocatore indagato, anche se sono stati ascoltati i giocatori del Piacenza .....



io ho letto che quella frase l'avrebbe detta Capozucca...
comunque senza prove e senza confessioni non possono fare niente, potrebbero aver promesso fiori veri, se non lo dimostri che sono soldi se non confessa nessuno, ed è molto difficile, ciuccia
e poi sembrerebbe che le famose cimici non possono essere ammesse come prove perchè non c'erano gli estremi di gravità per poterle autorizzare....

e poi non abbiamo i soldi per seguire, pedinari i terroristi e/o mafiosi.....
me tastu...




<-------------------------->


Nadia
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20/06/2005 11:53
 
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Interrogato il presidente Preziosi
lanazione.it



GENOVA, 20 GIUGNO 2005 - Insieme ad un centinaio di tifosi, il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, accompagnato dai legali Alfredo e Carlo Biondi, si è recato questa mattina al Comando provinciale dei Carabinieri per essere interrogato dai sostituti procuratori Alberto Lari e Giovanni Arena in merito all'inchiesta sulla presunta ''combine'' della partita Genoa-Venezia.

Al Comando sono arrivati anche l'ex presidente del Venezia Franco Dal Cin e il figlio Michele, oltre a Pino Pagliara, fermato dai carabinieri con una valigetta contenente 250 mila euro, denaro sul quale la procura di Monza sta cercando di appurare la destinazione.

I tifosi, che con tanto di bandiere rossoblù si sono raccolti per manifestare solidarietà al presidente della promozione, hanno attenso fuori dal Comando.

"Siamo sereni, completamente sereni'', ha dichiarato Enrico Preziosi all'uscita dalla caserma, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere.

''E' andata come deve andare in questa fase - ha aggiunto Preziosi - . Abbiamo lasciato una memoria in cui spieghiamo che non ci riconosciamo in questo capo di imputazione, che è strumentale. Un capo d'accusa che non posso accettare ne come uomo ne come presidente''.

''Ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere - ha aggiunto Preziosi - perché il capo di accusa è quello di essere un delinquente''.

Sul futuro del Genoa Preziosi non ha dubbi: ''Noi andremo a fare la nostra serie A - ha risposto a una domanda - perché siamo estranei ai fatti che ci hanno addebitato e lo dimostreremo''.

Sul contenuto dell'interrogatorio il presidente del Genoa ha aggiunto: ''Non abbiamo avuto assolutamente sorprese rispetto a quanto si sapeva. Non c'è stato un grande dibattito su questo fronte, abbiamo solamente depositato la nostra memoria, ripeto, e ci siamo rifiutati di rispondere''.



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