20/06/2005 11:53 |
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Interrogato il presidente Preziosi lanazione.it
GENOVA, 20 GIUGNO 2005 - Insieme ad un centinaio di tifosi, il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, accompagnato dai legali Alfredo e Carlo Biondi, si è recato questa mattina al Comando provinciale dei Carabinieri per essere interrogato dai sostituti procuratori Alberto Lari e Giovanni Arena in merito all'inchiesta sulla presunta ''combine'' della partita Genoa-Venezia.
Al Comando sono arrivati anche l'ex presidente del Venezia Franco Dal Cin e il figlio Michele, oltre a Pino Pagliara, fermato dai carabinieri con una valigetta contenente 250 mila euro, denaro sul quale la procura di Monza sta cercando di appurare la destinazione.
I tifosi, che con tanto di bandiere rossoblù si sono raccolti per manifestare solidarietà al presidente della promozione, hanno attenso fuori dal Comando.
"Siamo sereni, completamente sereni'', ha dichiarato Enrico Preziosi all'uscita dalla caserma, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere.
''E' andata come deve andare in questa fase - ha aggiunto Preziosi - . Abbiamo lasciato una memoria in cui spieghiamo che non ci riconosciamo in questo capo di imputazione, che è strumentale. Un capo d'accusa che non posso accettare ne come uomo ne come presidente''.
''Ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere - ha aggiunto Preziosi - perché il capo di accusa è quello di essere un delinquente''.
Sul futuro del Genoa Preziosi non ha dubbi: ''Noi andremo a fare la nostra serie A - ha risposto a una domanda - perché siamo estranei ai fatti che ci hanno addebitato e lo dimostreremo''.
Sul contenuto dell'interrogatorio il presidente del Genoa ha aggiunto: ''Non abbiamo avuto assolutamente sorprese rispetto a quanto si sapeva. Non c'è stato un grande dibattito su questo fronte, abbiamo solamente depositato la nostra memoria, ripeto, e ci siamo rifiutati di rispondere''.
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