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Il Secolo XIX
VAVASSORI COPRE IL GENOA
Giovanni Ciolina:
Lungo colloquio tra il tecnico e i giocatori: «Serve cattiveria agonistica». «Ogni palla può essere decisiva». Arretra Rossi e rilancia Coppola.
Genova. La cura Vavassori comincia presto al Pio XII. Il tecnico parla a lungo con la squadra e guarda negli occhi uno per uno i suoi giocatori. Vuol capire lo stato d'animo, capire quella maledetta malattia psicologica che si insinua nelle teste rossoblù per esorcizzarla. «Manca tranquillità e condizione psicologica. E' determinante in questo frangente» evidenzia il tecnico che nel pomeriggio scende finalmente in campo a dirigere il suo primo allenamento. E per non sbagliare lascia libertà ai suoi ragazzi di giocare una partitella a campo ridotto. Il presidente Preziosi segue il tutto da bordocampo, il tecnico non perde un movimento. Alterna i tre portieri a disposizione. «Nessun problema con Scarpi e tanto meno con Lamacchi - taglia corto il Vava - Con Gianluca non c'è mai stato nulla da chiarire. Anzi mi ha reso felice vederlo andare ad allenarsi in piscina prima che venissi allontanato». Punto e a capo, per quanto riguarda i presunti (per qualcuno) nodi spinosi della squadra. Ma nelle partitelle a ranghi misti il tecnico lascia intravedere cosa potrà cambiare rispetto alle ultime nove uscite. Intanto Marco Rossi dovrebbe fare qualche passo indietro e assestarsi a centrocampo. «In questo momento la parte tattica è la meno importante - afferma Vavassori - I risultati si ottengono con buone prestazioni, ma i ragazzi hanno soprattutto bisogno di appoggio. Hanno l'esigenza di sentire attorno a loro l'incitamento dei tifosi. Nelle difficoltà ci si unisce, non ci si divide, perché altrimenti i problemi aumentano». Eccolo il nodo della questione. Come il presidente, anche il tecnico punta l'indice sull'unità d'intenti necessaria per raggiungere l'obiettivo finale. «Ho accettato la sfida con lo stesso entusiasmo di quando sono arrivato ad agosto» tranquillizza subito sul suo stato d'animo. «Le difficoltà c'erano e ci sono, ma con volontà e unità si raggiunge l'obiettivo. Bisogna guardare avanti e prepararsi per domenica. Poi penseremo ai playoff». Effettuare un passo per volta: è la teoria vavassoriana. E il primo ostacolo è il Teramo, domenica: «Dobbiamo fare risultato per arrivare nella condizione migliore alla lotteria finale dove anche il minimo episodio può essere determinante perché ti viene a mancare il tempo per recuperare. Ogni secondo, ma anche ogni palla giocata può decidere il futuro». Proprio per questa cura dei particolari, società e tecnico si trovano d'accordo nel continuare con le porte chiuse: «Ogni piccola folata di vento può diventare una bufera e noi dobbiamo evitarlo. Le ultime vicissitudini hanno inciso sui giocatori. Alcuni possono soffrire più di altri». Certo che il morale e l'umore dei rossoblù non è certo ideale «ma dai ragazzi voglio la massima professionalità. Niente di particolare. E' necessaria la voglia di fare risultato, serve la cattiveria agonistica di volere il risultato». «E' bello carico» si lascia scappare il presidente Preziosi riferendosi al tecnico. «Non mi sento vincitore - aggiunge il tecnico di Arcene - Avrei preferito non ci fosse questa conferenza stampa. Vorrei fosse ancora Perotti alla guida del Genoa, vorrebbe dire che le cose andrebbero meglio. Personalmente ho visto poco il Genoa negli ultimi due mesi. Non ero nello spirito giusto, ma i giocatori li conosco bene». E ieri pomeriggio li schiera nel modo a lui congeniale: ossia una squadra che subisce poco e quando può fa male. Ed ecco il prevedibile rilancio (se le condizioni fisiche lo permettono) di Mamede e Coppola. «Per fortuna gli infortunati stanno recuperando» tira un sospiro di sollievo. Lo stesso Stellini è vicino al rientro, mentre Zaniolo sarà pronto all'eventuale finale di playoff. Meglio che niente.



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Nadia
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