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Sta uscendo la verità

Ultimo Aggiornamento: 11/10/2006 16:18
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09/06/2006 12:39
 
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Caso Caf, Martellino invitato a dimettersi
di:Ma. Zin.
Del: 9-06-2006
IL FRONTE GENOA Rossi vuole azzerare la giustizia sportiva

Roma. «Ci sono elementi interessanti». È stato questo il commento sfuggito a uno degli inquirenti genovesi spediti a Roma dal procuratore Francesco Lalla, per acquisire file e atti della sentenza Caf sulla combine di Genoa-Venezia e su come era andato quel processo, al di là della oggettività delle accuse, la sua dinamica dopo il caso passato all'esame della Disciplinare, la cadenza dei file con cui venne scritto il comunicato della sentenza (non ancora parte del dispositivo ufficiale notificato il 16 agosto 2005) e di quelli successivi.
Con i cinque magistrati rimasti in camera di consiglio (in udienza e nelle camere di consiglio che decisero il no alle eccezioni difensive erano in dieci) e la scrittura della sentenza-motivazione avvenuta a firma di Cesare Martellino e su un computer di proprietà di un familiare, segno che il giudice aveva (fatto questo normale, spiegano alla Caf) svolto parte del lavoro a casa. Ma il caso Genoa potrebbe, con il blitz di due giorni fa, accelerare le decisioni possibili del commissario Figc, Guido Rossi, sull'impianto della giustizia sportiva.
Non è stato un caso che mercoledì Guido Rossi abbia fatto contattare la Procura di Genova parlando, in assenza del procuratore Lalla, con il procuratore aggiunto Mario Morisani, per dare tutta la disponibilità alla procedura penale in corso a Genova e concordare un incontro. Non sarebbe da escludere che Rossi chieda alla Procura di Genova copia degli atti allo stato cedibili alla magistratura inquirente sportiva (Borrelli) come la consulenza di parte di Enrico Preziosi, allegata alla denuncia del settembre 2005, e quella dei due tecnici genovesi consulenti della procura stessa, oltre a tutti gli altri atti sinora compiuti. Guido Rossi con l'inchiesta e i sequestri alla Caf si ritrova con un problema in più. Uno in più dopo la decisione del Csm di dire no alla prosecuzione degli incarichi ai magistrati ordinari a ricoprire incarichi nei ruoli sportivi dove, oggi, "militano" 55 toghe. Nessuna decisione invece per i giudici amministrativi.
Il primo: azzerare tutta la struttura della magistratura sportiva che perderà, dal primo luglio, quattro magistrati della caf (tra questi, tre del processo di appello al Genoa). Scelta pesante che potrebbe provvisoriamente vedere Rossi nominare un pool di giudicanti nuovo per la Caf e per la Corte Federale per i processi su Calciopoli.
Il secondo: in caso di rinvio dell'azzeramento c'è la delicata posizione del presidente Caf Cesare Martellino. Il giudice oggi a Eurojuce non è indagato, né direttamente intercettato. Ma in una telefonata si parla di lui tra Moggi e un suo interlocutore federale per il processo con il caso di due giocatori dell'Est sul cui tesseramento era sorto un caso giudiziario sportivo. Martellino potrebbe essere invitato a dimettersi?
Il terzo: il rischio ricusazione dei giudici del processo sportivo a Calciopoli che alcuni legali hanno già preannunciato in quanto tutti i giudici sono stati nominati dal vertice federale (Carraro) ora decaduto e inquisito. I legali non discutono l'onestà dei giudicanti sportivi, ma sollevano problemi di opportunità sulla loro presenza nei collegi giudicanti che rischiano di trovarsi a giudicare chi lì ha nominati, Carraro in testa.
Argomenti forti sul tavolo di Rossi e gli atti del caso Genoa potrebbe "aiutarlo" a decidere.
09/06/2006 12:39
 
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LA REPUBBLICA - IL LAVORO
La prossima settimana il vertice Rossi-Lalla
di:VINCENZO CURIA
Del: 9-06-2006
Definiti "interessanti" gli interrogatori romani Si attende il rientro a Genova del capo della Procura

LA PROSSIMA settimana sarà probabilmente cruciale e forse determinante per l´inchiesta genovese sull´ormai famosa sentenza di retrocessione del Genoa in Serie C. Per lunedì è previsto il rientro in sede del capo della procura Francesco Lalla: il magistrato si metterà subito al lavoro per esaminare la documentazione acquisita a Roma nei giorni scorsi dai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria presso la sede della Caf. Numerosi i file da "leggere", insieme con i verbali degli interrogatori del personale della Commissione di Appello Federale, di via Po e dell´ufficio stampa di cui è capo Antonello Valentini. Si tratta di un indispensabile lavoro preparatorio, in vista dell´incontro di Lalla con il commissario straordinario della Federcalcio Guido Rossi, che verrà a Genova proprio per prendere visione del materiale raccolto dai militari guidati dal maresciallo Francesco Perrotta. A proposito del blitz in parola, si è appreso che alla radice c´è una esplicita richiesta in tal senso, presentata la scorsa settimana dall´avvocato Maurizio Mascia, legale del patron del Genoa, Enrico Preziosi. Da qui le disposizioni impartite dal dottor Lalla alla Polizia giudiziaria, con un preciso riferimento a quanto sollecitato da Mascia. Cioè, l´acquisizione di qualsiasi documento utile per l´accertamento dei fatti oggetto dell´inchiesta e la ricostruzione della verità. I carabinieri, che avevano istruzioni precise, erano partiti per la capitale e piombati a sorpresa nella sede della Caf. Gli uffici passati al setaccio, il personale sottoposto a lunghi interrogatori - la permanenza dei carabinieri nella capitale si è protratta per due giorni interi - e preso a verbale. Come accennato, la spedizione è stata fruttuosa. Il contenuto dei documenti acquisiti potrebbe dare una svolta decisiva alle indagini. Anche se ormai gli elementi già in possesso della nostra procura proverebbero che il famoso verdetto punitivo fu redatto tre giorni prima - 3 agosto 2005 - della definitiva riunione in camera di consiglio. Camera di consiglio alla quale - così si dice - avrebbero partecipato soltanto cinque consiglieri anzichè dieci: fatto questo che, se avallato da riscontri certi, potrebbe costituire un ulteriore motivo per inficiare la sentenza.
09/06/2006 13:10
 
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13/06/2006 14:28
 
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Martellino sarebbe indagato a Napoli per abuso d'ufficio

(ANSA) - ROMA, 13 GIU - Cesare Martellino si dice amareggiato dopo aver letto sui giornali che sarebbe indagato a Napoli con l'accusa di abuso d'ufficio. 'Mi meraviglio dei colleghi di Napoli - ha detto il presidente Caf - Parlare di sentenza pilotata e' il massimo, ci vuole una faccia...'. A far scattare il provvedimento la vicenda di un anno e mezzo fa di due giovani calciatori, un uzbeko e un ucraino, svincolati dalla Juve, per i quali la Caf accolse l'appello del club bianconero.


[SM=x714187] [SM=x714187] [SM=x714187]

Belin, uno ad uno .....
14/06/2006 08:34
 
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Uno ad uno passano tutti sti belin di cadaveri.......
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TG1: "Martellino indagato per due sentenze Caf tra cui quella che ha decretato la retrocessione del Genoa; il presidente della sampdoria Garrone indagato per frode sportiva".


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Quando sei martello, batti [SM=x714113]
14/06/2006 12:55
 
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Re:

Scritto da: Fatascalza 14/06/2006 12.51
Quando sei martello, batti [SM=x714113]



olè

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Parlano di amnistia ... ed il Genoa???
14/06/2006 18:31
 
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Re:

Scritto da: Fatascalza 14/06/2006 12.56
Parlano di amnistia ... ed il Genoa???



ho paura del fatto che l'aministia sarà un regalo a juve..milan..e le altre squadre... per noi invece nulla... abbiamo sbagliato ed abbiamo pagato...stiamo pagando... e siamo stati più vittime di altri in questo sistema...

Che pensare?... non sono per nulla fiducioso... è un mondo quello del calcio che saranno ormai 5 o 6 anni che è allo sfascio... adesso come adesso non ci sono margini per avere certezze... l'unica cosa è aspettare e conquistarci la B sul campo!

...ma non sarebbe giusta l'amnistia!!!!
15/06/2006 12:53
 
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IL SECOLO XIX
Dopo Martellino dieci giudici nel mirino
di:Marcello Zinola
Del: 15-06-2006
"Dopo" Cesare Martellino.
Gli accertamenti dei pm napoletani dovranno ora ricostruire quanto denunciato da Enrico Preziosi (a Genova, come anticipato da Il Secolo XIX, resta l'indagine di merito, per ora contro ignoti, per uso di atto falso in relazione alla sospetta pre-scritturta della sentenza) a Napoli e prima ancora a Genova, e quanto emerge dalle intercettazioni. Secondo le quali alla Caf sarebbe stato possibile ribaltare una decisione della commissione tesseramenti, per due calciatori dell'Est euopeo (Budjanski e Zeythulyev), ingaggiati dalla Juve in modo irregolare. Gli accertamenti dovranno stabilire se e come Martellino, di cui si parla nelle intercettazioni, è stato contattato e come è, secondo l'attuale accusa, intervenuto per una decisione favorevole alle esigenze di Luciano Moggi.
Se la tesi dell'accusa regge, a rischiare potrebbero essere i componenti dei due collegi giudicanti del 2004 e del 2005 perché appare difficile pensare che da solo Martellino possa avere condizionato un intero collegio giudicante al punto tale da indurlo ad assumere una decisione "anomala". O, comunque, che ne abbia condizionato la maggioranza dei componenti.
Chi erano i giudici dei due collegi Caf?
Nel caso Budyanski-Zethulayev oltre al presidente Martellino c'erano i giudici Enzo Barbieri, Adelchi D'Ippolito, Raffaele De Luca Comandini, Sandro Sperandio.
Nel processo Genoa in aula entrarono dieci giudici tra ordinari e amministrativi (come per la combine Genoa-Venezia): appunto Martellini, Sergio Artico, De Luca Comandini, Gerardo Mastrandrea, Sandro Sperandio (firmatari poi della sentenza) oltre a Adelchi D'Ippolito, Barbieri, Claudio Marchitiello, Ettore Torri e Aldo Giubiliaro. Gli ultimi cinque spariscono però dalla camera di consiglio dopo essere stati in aula e avere partecipato alla decisione che respinse tutte le eccezioni difensive.
Dieci magistrati prestati alla giurisdizione sportiva che saranno quantomeno ascoltati come testimoni per capire quale fu l'andamento della camera di consiglio sul caso dei due calciatori stranieri e nella vicenda Genoa. Caso quest'ultimo più intricato in quanto la giustizia sportiva, dopo quella penale, partì dall'"oggettività" dei 250 mila euro sequestrati a Pino Pagliara come frutto della "colpa". Da lì iniziarono guai per tutti, il Genoa in prima battuta, a seguire a "rotoloni" per tutti gli altri.
23/06/2006 08:39
 
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da Il Giornale
Interessante questo articolo.....


Il giudice si è incartato
*
Da Il Giornale del 23/6/06 pagina 2
Di Diego Pistacchi
Il Genoa condannato a retrocedere da un giudice in vacanza al mare.
Il dispositivo della sentenza sarebbe stato scritto nel giorno in cui si teneva la camera di consiglio
.
*
La Federcalcio aveva scritto su tutti gli atti ufficiali che il processo al Genoa era stato limpido, inappuntabile.
Che la retrocessione in serie C1 con tre punti di penalizzazione per la partita “normalizzata” con il Venezia era stata decisa anche in secondo grado dalla Caf presieduta da Cesare Martellino dopo la camera di consiglio del 5 e 6 agosto 2005.
Ma proprio l'ex presidente della Caf, per difendersi dai sospetti di aver scritto quella sentenza prima di iniziare il processo (una perizia dimostra che l'ultima stampa del file è del 3 agosto, il processo iniziò il 5) ha rilasciato un'ampia intervista in cui ammette che il 6 agosto era al mare.
E scriveva il “dispositivo” della sentenza sul computer del figlio.
Parole sue, affidate a Repubblica, che però potrebbero dare una grossa mano a chi sostiene che il Genoa venne condannato senza processo.
“il segretario della Caf, Mestieri, è abituato a scrivere prima su un file i capitoli delle sentenze, tipo il caso Genoa, il caso Catania….- ribatte Martellino, ai sospetti sollevati dall'esposto preparato dall'avvocato Maurizio Mascia per conto di Enrico Preziosi-. Noi, tre giorni dopo abbiano attaccato il dispositivo regolarmente scritto”.
E quel “dispositivo” Martellino specifica di averlo scritto sul computer del figlio perché “era agosto, eravamo al mare e ho chiesto a mio figlio di prestarmi il computer. E allora?”.
Allora, il problema è che quel “dispositivo” risulta scritto il 6 agosto. Lo dicono ben 3 atti ufficiali della FGCI, due dei quali firmati dallo stesso ex presidente della Caf e uno dall'ex presidente Franco Carraio e dall'ex Segretario della Fgci Francesco Girelli.
E gli stessi atti confermano che il 5 e 6 agosto si sarebbe tenuta la camera di consiglio tra cinque dei dieci giudici della Caf.

Ma se Martellino era al mare?
C'è un altro dubbio. Accertato che dal 3 agosto il file della sentenza non è stato più stampato, come hanno fatto il Genoa e i suoi avvocati a ricevere l'8 agosto un fax con tutto il documento e non con la sola intestazione, visto che nel giorno dell'ultima stampa il file avrebbe dovuto contenere solo la scritta “caso Genoa”?
A proposito, il file scritto dal pc del figlio del presidente Caf non è quello del “dispositivo” della sentenza, ma quello della “motivazione”.
Un atto che dovrebbe essere successivo alla sentenza stessa.

Ma anche quello, come conferma la firma dello stesso Martellino è del 6 agosto. Quando ancora era in camera di consiglio. La Caf aveva già scritto sentenza, comunicato e motivazioni.
Efficienza record.


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L'ex presidente Caf: Il 6 agosto ero al mare. Per gli atti quel giorno i giudici discutevano la sentenza. di Diego Pistacchi

Sì, è vero, il Genoa è stato mandato in serie C con un processo-farsa, e con un nuovo falso riportato negli atti ufficiali della Figc. La conferma arriva persino dalle parole dell'ex presidente della Caf, Cesare Martellino che, cercando di difendere le scelte dei magistrati e di sminuire la gravità di quanto accaduto, rivela particolari che aggravano i dubbi sulla correttezza dei giudici e dello stesso processo. Ce n'è uno che ha dell'incredibile e che autorizza a credere che la colpa del Genoa e dei suoi avvocati sia stata quella di essersi presentati in giacca e cravatta e non con pinne, fucile e occhiali. Sì, perché la Caf, questo tribunale di altissimo livello composto da magistrati di prim'ordine, non ha neppure valutato le ragioni degli imputati in una riunione: la sentenza l'ha scritta il solo presidente Martellino, mentre era al mare. Lo ribadisce più volte lui stesso, in un'intervista rilasciata ieri a Repubblica, nel corso della quale non si accorge (ma non è l'unico), che quanto sostiene rappresenta la prova che il processo non è stato un vero processo. Le accuse che vengono mosse alla Caf sono le solite: aver scritto la sentenza prima ancora di iniziare a sentire le parti, come scoperto dall'avvocato Maurizio Mascia, e aver addirittura incaricato di scrivere la motivazione il figlio di Cesare Martellino, cioè quell'avvocato Giorgio Martellino che lavora nello studio del difensore di Franco Carraro e della Figc e che è egli stesso giudice sportivo della Lega Nazionale Dilettanti del Lazio. E Martellino padre si difende. Il file scritto prima? Il segretario della Caf, Metitieri, è abituato a scrivere prima su file i capitoli delle sentenze, caso Genoa, caso Catania (...) Così ha fatto e noi, tre giorni dopo, abbiamo attaccato il dispositivo regolarmente scritto. Martellino però non può negare che ci sia il marchio del pc di suo figlio come creatore del file che ha spedito il Genoa in C. E allora aggiunge: È vero che il dispositivo l'ho scritto sul computer di mio figlio. E allora? Era agosto, eravamo al mare, ho chiesto a mio figlio di prestarmi il suo computer. E allora? E allora vediamo tutti gli autogol di Martellino. Punto primo, il famoso file scritto prima. La perizia informatica conferma non tanto che quel file sia stato modificato successivamente, quanto piuttosto che dal 3 agosto non sia stato più stampato. Ora, visto che il documento è stato spedito ai condannati l'8 agosto, è evidente che il fax ha trasmesso i fogli stampati il 3. Se Martellino avesse aggiunto sul capitolo la sentenza, avrebbe dovuto ristampare il file, altrimenti agli interessati sarebbe arrivata solo l'intestazione. Ma così non è stato.

Poi c'è la perla. L'ex presidente della Caf fa un po' di confusione tra il dispositivo della sentenza, cioè la condanna vera e propria, e la successiva motivazione. Quella contestata e scritta sul computer del figlio è la motivazione, perché il dispositivo risulta invece creato correttamente da un computer registrato come Caf. Ebbene, Martellino dice di aver scritto il file al mare. Era agosto. Il 6 agosto per l'esattezza, come si legge negli atti ufficiali, sia nel dispostivo, sia nella motivazione, entrambi firmati da Cesare Martellino e datati Roma, 6 agosto. Intanto va notato che il magistrato doveva avere evidentemente molta fretta se nello stesso giorno aveva già scritto sia la sentenza, sia una motivazione che non gli ha richiesto troppo tempo e che di solito si prepara successivamente. Ma soprattutto, Martellino si dev'essere dimenticato che ufficialmente il 6 agosto era, insieme agli altri giudici della Caf, all'hotel Aldrovandi Palace di Roma, a confrontarsi e a ragionare su quale fosse la sentenza più giusta per il Genoa. La presunta esistenza di una riunione di camera di consiglio è infatti riportata sia nel comunicato ufficiale n.6/C della Ferdercalcio firmato da Franco Carraro e Francesco Ghirelli, sia nella motivazione della sentenza firmata da Cesare Martellino e sia nel dispositivo anch'esso firmato da Martellino. Il quale però era al mare. Nella sua intervista, l'ex presidente della Caf sostiene di fatto che quella camera di consiglio non ci fu, perché era agosto, eravamo al mare. Se ancora una volta le date tradiscono i magistrati che hanno condannato il Genoa, la memoria non fa un favore a Martellino. Il quale, per giustificare i colleghi che scrissero i bigliettini contro Preziosi, insiste nel dire che i giudici da 19 ore stavano ascoltando avvocati che parlavano, in quelle condizioni è normale che la tensione si abbassi. Questo non avrà un gran valore giuridico, ma a parte il fatto che gli inni alla camorra non cadono in prescrizione in 19 ore, vale la pena ricordare che quel processo iniziò alle 10 (per aspettare che i giudici facessero colazione), si concluse alle 22 e ci fu un'interruzione di oltre due ore per pranzo. E anche le accuse rivolte agli avvocati del Genoa, che entrando abusivamente in camera di consiglio e raccogliendo i bigliettini strappati hanno commesso una mezza dozzina di reati, cadono ricordando all'ex presidente della Caf che quegli appunti erano nell'aula dibattimentale dove gli avvocati avevano pieno diritto a stare. Piuttosto resta il dubbio se quei magistrati senza preconcetti nei confronti di Preziosi avessero il diritto di partecipare alla sentenza. Non li ho redarguiti perché non avevo la certezza di chi li avesse scritti, si assolve Martellino.








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'Sto pezzettino ..... era al mare e noi qui ad aspettare con l'ansia a palla.
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Genoa, portiere «testimone» per la sentenza fantasma - di Diego Pistacchi -


Diego Pistacchi

Ora lo ha detto anche l'ex presidente della Caf, Cesare Martellino. Ma potrebbe esserci anche un altro testimone a confermare che il 6 agosto dell'anno scorso i giudici erano al mare anziché essere riuniti per decidere la sorte del Genoa. È il portiere dell'hotel Aldrovandi di Roma, sede scelta dalla Caf per celebrare il processo sportivo di secondo grado. Quel 6 di agosto, fin dalla mattina, la sala riservata dalla Federcalcio era vuota. E ci fu una telefonata di Enrico Preziosi, impaziente di conoscere l'esito dell'appello, che verificò l'assenza di tutti i magistrati. Il presidente del Genoa chiamò il centralino dell'hotel, per avere notizie. Erano appena le 11 di mattina e alla reception gli risposero che della Caf non c'era più nessuno. Il dubbio che se ne fossero andati al mare sembrava allora soltanto una malignità, ma l'intervista di Martellino rivela oggi che non si trattava di cattivi pensieri.
A questo punto resta da verificare quanto scritto su tutti gli atti ufficiali della Figc e della Caf. Perché tutti riportano le date del 5 e del 6 agosto come quelle in cui la Commissione d'appello federale si riunì per decidere sul Genoa. Il 5, per la precisione, fu il giorno del dibattimento. Gli avvocati, come lamenta seccato lo stesso Martellino, parlarono tutto il giorno (giustificando così secondo l'ex presidente Caf un «calo di tensione» nei magistrati che si sentirono autorizzati a scrivere bigliettini di offese a Preziosi e di esaltazione della camorra) e dalle 10 di mattina si andò avanti fino alle 10 di sera con due e più ore di pausa pranzo
Tanto stanchi per aver dovuto ascoltare le parole degli avvocati, i giudici la sera del 5 non avranno certo discusso della sentenza. Che dovrebbe quindi essere stata valutata, stando agli atti ufficiali, il giorno successivo, il 6. Ma alle 11, lo conferma il portiere d'hotel «testimone», non c'era sicuramente più nessuno. E Martellino era al mare.
L'ipotesi sollevata dall'avvocato Maurizio Mascia che quella sentenza fosse stata scritta prima non sembra più solo avvalorata dalle perizie informatiche. E su questo aspetto si apre un altro piccolo giallo. Cesare Martellino annuncia che la Figc ha fatto fare una controperizia che dimostrerebbe la correttezza del lavoro della Caf. A prescindere dal fatto che si tratta di una perizia di parte, mentre quella chiesta dalla procura di Genova è stata affidata a tecnici esterni, resta da capire come abbia fatto la Federcalcio ad avere una copia della perizia che l'avvocato Mascia non ha dato neppure al suo cliente, Enrico Preziosi.
E a proposito di «forma», il processo Genoa può vantare un'altra esclusiva assoluta. I giudici che ascoltarono le arringhe degli avvocati erano dieci, quelli chiamati a comporre il collegio giudicante, soltanto cinque. Ebbene, la Caf decise questo taglio a sorpresa, a processo in corso. Basta dare un'occhiata a quanto fatto proprio ieri dal nuovo presidente della Caf, Cesare Ruperto, per capire che si tratta quantomeno di un'anomalia. Ieri Ruperto ha affidato a un comunicato la lista con i nomi dei giudici che comporranno il collegio giudicante per il processo a Calciopoli che deve ancora iniziare.
È quello che la Costituzione italiana, all'articolo 25, definisce il diritto a un imputato ad avere un «giudice naturale precostituito per legge». Ma l'anno scorso l'imputato era il Genoa.





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E la miss sfilerà tra i testimoni
di:Zin.-Men.
Del: 28-06-2006
CASO GENOA-VENEZIA Depositato il primo elenco di 59 testi dei pm Lari e Arena che hanno intenzione di convocare Chiara Oberti In aula anche Bazzani, Flachi, Carrozzieri, Di Canio oltre a Gallo, Romero e a tre ultrà rossoblù

Genova. Saranno più di cento. Sono i testimoni citati da accusa e difesa nel processo che, il 6 luglio, vedrà Enrico Preziosi scendere in campo (con Pino Pagliara, i due Dal Cin, Stefano Capozucca) di fronte al giudice monocratico Cascini per difendersi dall'accusa di frode sportiva.
Processo atteso dal patron rossoblù che ha rivendicato il giudizio, respingendo ogni ipotesi di patteggiamento (l'iter processuale avrebbe consentito un "accordo" su una condanna a sei mesi) per rivendicare la propria innocenza. E l'avere agito "comunque" per una sorta di legittima difesa in occasione dalla finale del torneo di B dello scorso anno, con la A perduta per la combine sanzionata dalla giustizia sportiva. Il primo elenco di testimoni depositato è quello dei pm Lari e Arena che hanno indicato 59 persone. Otto sono carabinieri (compresi i due che operarono il sequestro dei 250 mila euro, tuttora bloccati dalla magistratura come prova diretta del reato) e consulenti tecnici che hanno decrittato le intercettazioni e la famosa cassetta contenente la registrazione dell'incontro tra Enrico Preziosi e quattro tifosi (tre ultrà e il capo dei club associati del Genoa: Massimo Leopizzi, attualmente detenuto per altre vicende, Adolfo Pasini, Piermarco Pellizzari e Leo Berogno) tutti citati come testi.
Le curiosità non mancano. C'è pure un aspetto di mondanità con la citazione quale teste di miss Liguria e tifosa genoana Maria Chiara Oberti. Citata perché compare in alcune telefonate individuate, secondo l'accusa, come intercorse tra alcuni scommettitori. Il fronte scommesse emerge infatti dalla indicazione di alcuni testi e conferma come l'indagine, nata come tranche di un'inchiesta sulla clonazione delle carte di credito con un risvolto sul doping nelle palestre, avesse avuto anche un fronte sull'azzardo poi archiviato sul fronte penale. Fascicolo questo invece pendente da gennaio alla Procura Federale sportiva. Tra i testimoni ci sono anche alcuni calciatori che "nascono" come testi sempre dal filone del calcioscommesse: i sampdoriani Bazzani, Flachi e Carrozzieri, il laziale Di Canio, l'ex rossoblù Zanini con l'ex mister Cosmi, tutti già ascoltati dai pm genovesi e dagli inquirenti sportivi. Il giudice dovrà decidere sull'ammissione dei testi dell'accusa e di quelli che saranno indicati nei prossimi giorni dalle difese. Tra i nomi noti nel mondo sportivo e nella vicenda ruotata attorno a Genoa-Venezia ci sono l'ex presidente del Venezia, Luigi Gallo, con l'ex patron del Torino, Attilio Tilli Romero (entrambi indagati a Torino per la vicenda delle false fidejussioni per l'iscrizione ai campionati), citati in relazione al tentativo denunciato da Preziosi di pressioni sul Venezia. Ci sono poi i giocatori del Piacenza per la presunta (archiviata) tentata combine con gli emiliani nella penultima gara di campionato, dirigenti del Genoa (Scapini, Nicora, Bignone), i calciatori e dirigenti del Venezia compreso Martin Lejal, l'ex portiere lagunare indicato dalla giustizia sportiva e da quella penale come l'unico ad avere ammesso le anomalie di quella gara. E ci sarà anche Ruben Maldonado con il suo procuratore: il paraguyano (lo scorso campionato al Napoli) era stato indicato come l'oggetto dei contatti con il Venezia e i 250 mila euro sequestrati a Pagliara erano, per la difesa del Genoa, una tranche del pagamento dell'acquisto del calciatore. Una difesa, quella del Genoa, che come ha più volte anticipato l'avvocato Andrea Vernazza, con i colleghi Riccardo Passeggi, Mirko Mazzali, Alfredo e Carlo Biondi, votata all'attacco. A partire dalle tesi della legittima difesa, della contestazione delle intercettazioni e della competenza territoriale al giudizio.

11/10/2006 16:18
 
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11/10/2006 15.16.30
Un nuovo libro sui torti subiti dal Genoa
La via crucis giudiziaria del 2005 raccontata dai giornalisti Pistacchi e Menduni

Tutto quello che di strano è avvenuto nei processi sportivi di primo e secondo grado che hanno spedito il Genoa dalla serie A alla C. Atti, documenti e alcuni inediti per arrivare a conclusioni che non lasciano adito a molti dubbi. “Il File ingannevole del Genoa in C”, come si legge nel titolo dell’opera presentata alla Libreria Feltrinelli, è stato scritto a quattro mani dai giornalisti Diego Pistacchi e Marco Menduni. Alla presentazione è intervenuto anche il Presidente Onorario Aggiunto della Corte di Cassazione Mario Sossi: “Per quel poco di esperienza che ho maturato – ha ironizzato Sossi – questo processo sarebbe stato dichiarato nullo in Cassazione. Anzi, più che di nullità parlerei di abnormità. Probabilmente dalla Cassazione lo avremmo rispedito a più uffici di pm per verificare eventuali reati. Sono tali e tante le enormità che questo libro evidenzia e prova – prosegue Sossi – che il giurista che è in me rimane sconvolto. Siamo di fronte a un collegio che anticipa all’ufficio stampa le sue decisioni, a soggetti che si permettono di deridere un certo Franco Coppi, alla mortificante vicenda dei pizzini inneggianti alla camorra e in generale c’è una società che non conosce prima del processo quali saranno i suoi giudici, salvo poi scoprire che il collegio della Caf si è magicamente dimezzato, passando da 10 a 5 soli elementi… La lettura di questo volume permette anche a chi come me non è un grande conoscitore di calcio di capire quanto è realmente avvenuto in quella torrida estate del 2005. Ho trovato grossolane incompatibilità e in generale un processo che in tanti anni di carriera non mi è mai capitato di vedere con analoghe anomalie”.

genoacfc.it


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