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Serie A 2009/2010 Risultati, notizie, classifica

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2010 13:54
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07/02/2010 22:53
 
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Colpo Catania all'Olimpico
La Lazio è terzultima

Dura contestazione dei tifosi nei confronti di Lotito e Ballardini. Nello scontro salvezza, i rossazzurri vincono grazie al gol di Maxi Lopez e scavalcano in classifica i biancocelesti

ROMA, 7 febbraio 2010 - Una vittoria che permette al Catania di uscire dalla zona retrocessione, dove invece sprofonda la Lazio. I siciliani scavalcano i biancocelesti , mentre la squadra di Lotito si ritrova sola al terzultimo posto. Una situazione che fa paura e a cui nessuno a Formello credeva veramente di poter arrivare.

LO STRANO CASO DI MAXI LOPEZ — A decidere l'incontro la rete al 18' della ripresa di Maxi Lopez, sedotto e abbandonato da Lotito durante il mercato di riparazione. Un brutto scherzo del destino: la Lazio era andata a tanto così dal prenderlo, poi la trattativa è naufragata. L’argentino dopo la rete, in cui tra l’altro è riuscito a eludere la marcatura del neoacquisto laziale Andre Dias, è andato ad esultare proprio sotto la tribuna autorità facendo il gesto delle orecchie. Una piccola rivincita sul presidente Lotito? Lui sostiene di no, però il dubbio resta...

LA CONTESTAZIONE — E Maxi Lopez non è il solo ad aver qualcosa da dire al numero uno della Lazio. Durante la gara e soprattutto dopo il gol, l'Olimpico è esploso in una dura contestazione verso lui e Ballardini. Contestazione che va avanti da mesi ma che, vista la delicatissima situazione in classifica, non può che crescere. Al termine della partita i tifosi della tribuna Monte Mario si sono avvicinati a Lotito, costretto ad allontanarsi velocemente con la sua scorta, mentre i curva Nord venivano bruciati i seggiolini.

LAZIO SENZA CATTIVERIA — Una reazione durissima, anche perché la squadra vista oggi contro il Catania, in quello che era per tutti l'incontro più delicato della giornata nella lotta per non retrocedere, è stata poco determinata, imprecisa, priva di carattere. Nel primo tempo era riuscita a creare qualcosa con Mauri, vicino al vantaggio in tre occasioni, e soprattutto con Zarate che ha colpito un palo su un tiro dalla distanza. Ma nella ripresa e dopo la rete di Lopez, quando tutti pensavano di vedere una reazione importante, la Lazio si è sciolta. Nessuna occasione concreta. Nessuno spunto coraggioso. Sarà stata la paura, ma se la Lazio è questa Ballardini e i tifosi devono preoccuparsi sul serio. Il Catania ha invece il merito di averci sempre creduto, pur producendo meno gioco. E alla fine, anche se le occasioni sono state poche da entrambe le parti, a vincere è stato quel po' di cattiveria in più che gli uomini di Mihajlovic hanno saputo mettere in campo.

APERTURA A LEDESMA — La Lazio ora deve darsi da fare. E tanto per cominciare potrebbe risolvere il caso Ledesma. Lotito potrebbe fare un passo indietro, come ha confermato il responsabile dell'area tecnica Igli Tare già prima dell'incontro: "Penso che il rapporto con il giocatore si possa ricucire - ha detto ai microfoni di Sky - il presidente ha fatto tutto quello che doveva in un incontro con lui. Hanno parlato e ieri a Formello si sono salutati. Adesso dobbiamo aspettare le scelte di Cristian, quindi prenderemo le decisioni per andare avanti insieme. Se il giocatore vorrà credo potrà tornare in gruppo".

Elisabetta Esposito

Fonte: gazzetta
07/02/2010 23:14
 
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Roma, colpaccio a Firenze
Vucinic colpisce nel finale

Una rete del montenegrino al 37' della ripresa punisce la Fiorentina che ha creato moltissimo ma mai concretizzato. Merito anche di Julio Sergio autore di alcune parate decisive. Nel primo tempo annullato un gol di Vargas per fuorigioco

FIRENZE, 7 febbraio 2010 - Sarà banale, ma il vecchio adagio che nel calcio occorre buttarla dentro ha colpito ancora. Stavolta il duro ripasso di lezione è toccato alla Fiorentina, attivissima ma alla fine gelata dalla Roma, ora da sola al secondo posto con due punti di vantaggio sul Milan (che deve comunque recuperare una partita). Occhi puntati ora a Parma per il recupero dell’Inter: se mercoledì sera i nerazzurri non dovessero vincere, i giallorossi potrebbero anche farci un pensierino. In fondo stasera hanno portato a casa tre punti pesanti malgrado un Totti a mezzo servizio (sostituito dopo il primo tempo a titolo precauzionale) e l’assenza di Luca Toni. Con l’organico al completo potrebbero fare ancora di più.

FATICA — Anche perché il match, soprattutto il primo tempo, è stato nettamente di marca viola. La Roma ha faticato non poco a contenere le folate offensive dei toscani, fermati più volte da Julio Sergio (molto attento e autore di almeno quattro importanti parate), dalla vista bionica del guardalinee (gol di Vargas giustamente annullato per fuorigioco) e dai propri errori (quello di De Silvestri solo davanti al portiere in un contropiede perfetto nel finale di frazione). In particolare è stato Vargas a creare difficoltà sul lato destro romano dove Motta è andato parecchio in difficoltà. In compenso Juan ha contenuto molto bene Gilardino e pure Mexes è apparso molto attento. Però in avanti i giallorossi hanno creato quasi niente con Totti e Vucinic sempre ben controllati.

SEGNALE — Nella ripresa i giallorossi hanno subito fallito l’1-0 con Vucinic, servito magnificamente dal solito spaventoso Riise. Ma dopo pochi istanti Gilardino, solo davanti a Julio Sergio, si è fatto parare il tiro. Sbagliare due gol davanti al portiere contro una squadra come la Roma non è un bel segnale. E difatti al 37’ proprio Vucinic si è fatto perdonare per quell’errore di inizio secondo tempo: corner da destra, sponda di testa per lui e botta di destro sotto la traversa per il delirio dei tifosi giallorossi che ora giustamente guardano la classifica e, forse, un pochino ci credono.

INCIDENTI — Peccato solo per i circa duecento tifosi viola che hanno cercato di raggiungere un gruppo di ultrà giallorossi all'ingresso del settore ospiti del Franchi, prima della partita. I sostenitori locali hanno lanciato sassi e altri oggetti contro le forze dell'ordine, che hanno evitato il contatto fra i due gruppi. I celerini sono intervenuti procedendo al fermo di alcuni tifosi della Fiorentina, che adesso si trovano in questura dove sono stati accompagnati anche alcuni tifosi romanisti, che tentavano di entrare allo stadio pur non essendo in possesso del biglietto.

Giusto Ferronato

Fonte: gazzetta
11/02/2010 00:15
 
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Recupero 22ª Giornata
L'Inter non chiude i giochi
A Parma 1-1: +9 sulla Roma

La capolista pareggia al Tardini: vantaggio di Bojinov e replica di Balotelli, appena entrato dalla panchina. Espulso Valiani per doppia ammonizione al 27' della ripresa, infortunio a Materazzi, che chiude centravanti. Nerazzurri a +9 in classifica

PARMA, 10 febbraio 2010 - L'Inter pareggia 1-1 a Parma nel recupero della 22ª giornata di serie A, e non dà il colpo di grazia ad un campionato su cui ha comunque chiaramente le mani. Ma al Tardini, in una serata fredda, ma in cui la paventata neve non si presenta, non riesce a stendere la squadra di Guidolin, che nelle ultime 6 partite aveva guadagnato solo un punticino e che non vince da prima di Natale. Ma stasera gli emiliani hanno fatto rivedere le qualità della squadra rivelazione della prima parte di stagione: bravissimi a chiudere gli spazi, tosti, scorbutici in mezzo quanto serve, contro squadre più forti, e capaci di ripartire con le volate da sprinter di Biabiany. Non ha guastato la serata di grazia di Mirante, decisivo su Pandev, Milito e Mariga. Mourinho ha ancora una volta risolto una situazione complicata, lo svantaggio firmato Bojinov, affidandosi a Balotelli, cui sono bastati due minuti, dal suo ingresso in campo, per firmare il pari definitivo. Che porta la capolista Inter a +9 sulla Roma, prima antagonista.


OCCASIONI INTER — Il primo tempo non è male. L'Inter prova a chiudere i conti della partita e forse del campionato. Pandev abbina quantità e qualità, e soprattutto cerca con caparbietà la conclusione in porta. Solo un ottimo Mirante gli nega la rete. E il portiere del Parma si ripete su Milito, che alla prima zampata va vicino all'1-0. Per il resto l'Inter preme, ma non esonda, il Parma si difende, ma non si nasconde e prova a piazzare il colpo coniugando la velocità di Biabiany alla tecnica di Bojinov. All'intervallo è 0-0. Risultato che premia un Parma coriaceo, che riempie il centrocampo e tutti gli spazi.


BOTTA E RISPOSTA — A inizio ripresa. Al 9' segna Bojinov, con un tocco di sinistro sottoporta sugli sviluppi di un angolo calciato da sinistra. Mourinho reagisce subito: dentro Santon per Cordoba e Balotelli per Thiago Motta. E al 14' in mischia arriva il pari di Balotelli, appena entrato in campo, sugli sviluppi di un corner. La gara si apre. L'Inter infatti è inevitabilmente sbilanciata, schierata con un 4-2-3-1 con interpreti offensivi, il Parma riparte nelle praterie, in contropiede.

ROSSO A VALIANI — Il Parma si ritrova in 10 uomini dal 27' della ripresa. Valiani viene infatti espulso per doppia ammonizione dopo un evidente fallo su Lucio, molto attivo, al solito, in avanti. Ma l'Inter non può approfittare della superiorità numerica, perchè a sostituzioni finite perde per infortunio - un problema muscolare - Materazzi, che finisce improbabile punta, chiaramente condizionato dall'infortunio. Nel frattempo di occasioni ce n'è stata una per parte: bravo Julio Cesar sul razzo Biabiany, e ancora Mirante sul nuovo entrato Mariga, l'atteso ex. La gara è viva fino al 94', quello del fischio conclusivo. Ma il risultato non cambia, finisce 1-1.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
12/02/2010 23:36
 
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SERIE A 2009/2010 23ª Giornata (4ª Ritorno)

Anticipi del 06/02/2010
Palermo - Parma 2-1
Livorno - Juventus 1-1
Restanti del 07/02/2010
Atalanta - Bari 1-0
Bologna - Milan 0-0
Genoa - Chievo 1-0
Inter - Cagliari 3-0
Lazio - Catania 0-1
Siena - Sampdoria 1-2
Udinese - Napoli 3-1
Fiorentina - Roma 0-1 (posticipo serale)

Classifica
1) Inter(*) punti 52;
2) Roma punti 44;
3) Milan(*) punti 42;
4) Napoli punti 38;
5) Palermo punti 37;
6) Sampdoria punti 36;
7) Genoa e Juventus punti 35;
9) Bari e Cagliari(*) punti 32;
11) Fiorentina(*) punti 31;
12) Chievo e Parma punti 29;
14) Bologna punti 25;
15) Udinese(*) punti 24;
16) Catania e Livorno punti 23;
18) Lazio punti 22;
19) Atalanta punti 20;
20) Siena punti 13.
(*) una partita in meno
[Modificato da binariomorto 12/02/2010 23:37]
13/02/2010 14:12
 
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Il Milan riparte da Huntelaar
Battuta l'Udinese 3-2

I rossoneri passano 3-2 nell'anticipo della 24ª. Protagonisti l'olandese (doppietta), Ronaldinho (2 assist). In gol anche Pato. Per i friulani Floro Flores e Di Natale. Ma i rossoneri perdono per infortunio Mancini e Thiago Silva

MILANO, 12 febbraio 2010 - Sorriso e vittoria ritrovati. Il Milan batte l'Udinese 3-2, scavalca momentaneamente al secondo posto la Roma e attende con buoni propositi il Manchester United di Sir Alex Ferguson, ospite in tribuna a San Siro, piombato nella tana del lupo per capirne di più. Che cosa? Che i rossoneri hanno valide alternative in attacco, che un Ronaldinho così fa davvero paura, che il recupero di Pato non ci voleva, ma che in difesa non sono più infallibili come tre anni fa. Di certo avrà apprezzato gli infortuni di Mancini e Thiago Silva. Per la cronaca, alla doppietta di Huntelaar e al gol di Pato alla Pato, l'Udinese replica con carattere e con le reti di Floro Flores e Di Natale.

TORNA L'OLANDESE — Trio d'attacco inedito per il Milan: tra Mancini (confermato) e Ronadinho c'è Huntelaar. Chissà Inzaghi, ma nella gerarchia c'è prima l'olandese. Si rivede Nesta, mentre Favalli copre la fascia sinistra. C'è anche Pato che parte dalla panchina. Spettatore per 13' soltanto, perché Mancini abbandona per problemi muscolari lasciando il posto al giovane connazionale. Con l'Udinese, che schiera il tridente Sanchez-Floro Flores-Di Natale, i rossoneri hanno un conto aperto dopo la sconfitta nella gara di andata e l'eliminazione in Coppa Italia, tra l'altro a San Siro. I presupposti ci sono tutti, perché dopo soli sette minuti sono già in vantaggio. Si capisce che è una serata da Ronaldinho. Il Gaucho dispensa palle pazzesche. Quella del vantaggio è miracolosa; uno pallonetto dopo una finta dal limite corto dell'area friulana. Bella anche l'inzuccata di Huntelaar che trafigge Handanovic.

DINHO, PATO E DI NATALE — Il Milan è bello, ma dura una ventina di minuti. L'Udinese infatti pressa e lo costringe ad arretrare. Fa bene Leonardo a perdere la pazienza. Troppo accessibile l'area di rigore rossonera, soprattutto quando è Di Natale a caricarsi addosso le sorti della squadra. Il capocannoniere del campionato gioca dappertutto e quando inventa dalla destra fa paura. Il Milan però sfrutta l'Udinese sbilanciata e al 39', dove accade di tutto, raddoppia. Ronaldinho da metà campo inventa un lancio chirurgico per Pato che irrompe in area, sfrutta un rimpallo, evita a sinistra Handonivic e infila il 2-0. Pochi secondi dopo Thiago Silva è costretto ad abbandonare per un nuovo problema muscolare. Non bene a cinque giorni dal Manchester. Entra Bonera. Sembra tutto deciso, almeno per i primi 45'. Invece, in pieno recupero, Di Natale scodella magicamente per Floro Flores; colpo violento di testa e palla sul corpo di Dida, con la sfera che schizza in rete.

IL CACCIATORE NON SBAGLIA — Un gol che aggiunge benzina e personalità all'Udinese, subito in pressing all'inizio della ripresa. I friulani attaccano, ma sempre accompagnati dall'estro di Di Natale che da solo non può salvare il mondo. L'assenza di D'Agostino pesa e la mancanza di profondità è un po' il limite della squadra di De Biasi. Il cinismo è invece quello che non manca al Milan che sfrutta al 13' una punizione. Il cross è di Ronaldinho; la palla va ad Ambrosini che di schiena fa da sponda a Huntelaar. Il "cacciatore" si gira e di destra fionda Handanovic. Ma non si spegne l'Udinese che sostituisce Inler con Lodi. Nel tentativo di riaprire la partita, i bianconeri pressano e fanno girare la palla, mentre il Milan agisce in contropiede. Schema prediletto la ripartenza di Ambrosini, straordinario, e l'assist di Ronaldinho. De Biasi che non ci sta carica l'attacco: fuori Floro Flores e Sammarco, dentro Geijo e Pepe. Ma sono i rossoneri a sfiorare tre volte il poker: prima con Huntelaar che sbaglia piede e conclude alto, poi con Gattuso che scarica su Huntelaar e infine con Dinho di testa: salva Pepe.

MICIDIALE TOTO' — Proprio il brasiliano lascia il posto a Beckham. Mossa forse avventata, perché l'inglese non entra in partita. Prima sbaglia lanciando Di Natale che manca il gol per un'inezia. Ma Totò non fallisce al 41', quando sfrutta un errore di Favalli e batte Dida con un diagonale geometrico. Il finale è il consueto thriller con l'Udinese che assedia il Milan. Ma la resistenza funziona, anche se contro lo United servirà ben altro. In tre parole, velocità, cattiveria, pressing.

Gaetano De Stefano

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13/02/2010 22:17
 
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La Roma stravince ancora
Palermo battuto 4-1

Una doppietta di Brighi e i gol di Baptista e Riise riportano i giallorossi al secondo posto. Comunque buona la prova dei rosanero, soprattutto nel primo tempo, che non meritavano un risultato così pesante

ROMA, 13 febbraio 2010 - Ranieri stavolta le azzecca tutte. Prendete Totti e Brighi. Due che oggi contro il Palermo non dovevano nemmeno giocare. Invece il tecnico ha ascoltato il capitano che ripeteva di sentirsi bene e preferito il centrocampista di Rimini a Perrotta. Al 33' del primo tempo Totti batte un angolo e Brighi insacca. Bravi loro e bravo Ranieri per la felice intuizione. Ma non è tutto: nella ripresa richiama Totti in panchina e inserisce Julio Baptista. Tempo otto minuti e il brasiliano raddoppia. Poi un Matteo Brighi in stato di grazia realizza il 3-0: per lui due gol e un assist. Non male. Nel finale, oltre al rigore firmato da Miccoli per i rosanero, segna pure Riise. Uno che di questi tempi non è certo in discussione, ma che probabilmente è esploso anche grazie alle motivazioni che negli ultimi mesi Ranieri ha saputo dare alla squadra. Con questa vittoria su un Palermo che comunque non merita un passivo così pesante (nel primo tempo Julio Sergio è tra i migliori in campo), la Roma scavalca di nuovo il Milan (a cui manca però un incontro) e si ritrova al secondo posto a sei punti dai nerazzurri, impegnati domani sera contro il Napoli.


TOTTI C'È E SI VEDE — Dicevamo di Totti. La presenza in campo del capitano dal primo minuto è stata la vera novità di giornata. Totti sta bene e la Roma gira nel verso giusto già dai primi minuti di gioco, anche se nel primo tempo è il Palermo ad avere le occasioni migliori, prima con Miccoli (splendido il velo di Cavani), poi con un tiro da fuori di Migliaccio e una botta al volo di Cavani. I giallorossi, complici le marcature alte e strette degli uomini di Delio Rossi, fanno fatica a trovare gli spazi per concludere, ma alla fine il gol del vantaggio arriva. E sarebbe potuto accadere anche prima se Vucinic, arrivato quasi nell'area piccola, avesse servito Totti invece di tentare la conclusione personale. Ma la Roma non ha dovuto attendere molto: al 33' dalla combinazione Totti-Brighi, con la deviazione decisiva di Bovo, arriva l'1-0. A fine primo tempo il capitano esce. Buona prova per lui, peccato per l'ammonizione: Totti era diffidato e non potrà giocare la sfida interna contro il Catania.


BRIGHI CI CREDE — Al suo posto ci sarà ancora Baptista che ha dimostrato anche oggi di essere in un buon momento: la sua rete arriva al termine di un'azione confusa in mezzo all'area del Palermo, viziata in partenza da una spinta di Taddei su Cassani: complice un errore di Bovo, Brighi riesce a servire il brasiliano che all'8' insacca senza problemi. Al 17' Brighi tenta la conclusione da fuori, il pallone prende uno strano giro e Sirigu non riesce a evitare il pesante 3-0. Il Palermo, che comunque riesce ad essere pericoloso anche se non come nel primo tempo, trova il gol soltanto al 35': fallo di Taddei su Pastore al limite dell'area, Miccoli dal dischetto torna a segnare dopo due mesi di astinenza. La festa giallorossa si chiude con il sinistro al volo di Riise, uno che dopo la rete alla Juventus sembra averci preso gusto. L'euforia dell'Olimpico è travolgente, lo sente anche l'eroe del giorno, Matteo Brighi: "Siamo fiduciosi, i risultati portano fiducia. Fino alla fine ci proveremo, finchè dura dobbiamo provarci".

Elisabetta Esposito

Fonte: gazzetta
13/02/2010 23:32
 
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Gioia Samp: è quarta
Fiorentina in crisi nera

Nell'anticipo di Marassi viola battuti 2-0 con reti di Semioli e Pazzini nel primo tempo. Per i blucerchiati è la quarta vittoria di fila. Per la squadra di Prandelli solo 1 punto in cinque gare

GENOVA, 13 febbraio 2010 - Dall’incrocio di Genova, lungo la strada per l’Europa, esce in carreggiata la Sampdoria, che con un primo tempo deciso e spietato indirizza la gara a suo favore e rimanda indietro le velleità continentali della Fiorentina. I blucerchiati, che si issano al quarto posto, hanno colpito con cinismo, sfruttando le incursioni sulle fasce di Guberti, a sinistra, e Semioli, a destra, bravi a creare tanti grattacapi alla retroguardia viola. Di Semioli, appunto, con deviazione decisiva di Pasqual, e Pazzini, le reti che nel primo tempo che hanno indirizzato il match. La Fiorentina, un punto nelle ultime cinque partite, mastica amaro: al di là degli infortuni, è apparsa in ombra, soprattutto con poca lucidità in fase offensiva, dove ci ha provato il solo Jovetic.


INFORTUNI VIOLA — La Fiorentina inizia con Kroldrup e Pasqual, rispettivamente, centrale ed esterno sinistro in difesa e Santana largo a destra a centrocampo. La Samp, ancora senza Cassano, schiera la coppia Pozzi-Pazzini in attacco, Poli è preferito a Tissone in mediana e Guberti diventa l'esterno di sinistra a centrocampo. Le strategie di Prandelli, però, vengono subito stravolte da un doppio infortunio: nel primo tempo, al 10' Gamberini deve lasciare per Felipe, al 16' è out Santana, che fa posto a Marchionni. Il primo gol è frutto della spinta di Guberti, che da sinistra crossa per Pozzi che centra la traversa; sugli sviluppi, colpo di testa di Semioli, che con la complicità di Pasqual, una sorta di incornata all’indietro, firma l’1-0. Gol rocambolesco, ma vantaggio legittimato dalle pericolose incursioni, in precedenza, di Poli e Ziegler, sempre imbeccati dall’ottimo Guberti.


RADDOPPIO — Incassato il gol, la Fiorentina ha alzato il baricentro, Montolivo ha cercato di dettare i tempi della manovra, si sono visti dei pericolosi cross dalle fasce, ma Storari è rimasto quasi inoperoso. E nel momento di maggiore spinta, la Fiorentina si è trovata sotto di due gol. Il raddoppio è una perla di Pazzini, ex della gara, che per la prima volta colpisce al cuore il suo passato viola. Lo fa di testa, con un movimento da centravanti di razza, girando alle spalle di Frey una punizione di Ziegler.

LA RIPRESA — La ripresa offre poco, un po’ per la superiorità, anche fisica, dei blucerchiati, eretti a difesa della loro porta, ma ben disposti a ripartire, un po’ per la pochezza della Fiorentina. Che ci prova, ma sbatte sulla retroguardia avversaria, che non va mai in affanno. Unici brividi da Pazzini, che inciampa - in due occasioni - sul pallone mentre è lanciato da solo in porta, e da Jovetic, con un rasoterra a lato e una bella girata al volo. Qualche segnale, inoltre, dal giovane Liajic, un giovane da seguire. La Sampdoria avanza così nel segno del 4: come la posizione raggiunta in classifica e le vittorie di fila. E tutte senza Cassano.

Massimo Brizzi

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14/02/2010 20:48
 
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Juve, ci pensa Del Piero
Genoa piegato 3-2

I bianconeri tornano alla vittoria che mancava dal 6 gennaio, primo successo con Zaccheroni in panchina. Ai rossoblù non basta la doppietta di Rossi, i bianconeri si impongono con il ritorno al gol di Amauri e alla doppietta del capitano, a segno con una super rete e un rigore molto dubbio

TORINO, 14 febbraio 2010 - La Juventus torna alla vittoria in campionato. Mancava dalla Befana, a Parma, ritorna per San Valentino, contro il Genoa. E porta la firma di chi della Juve è il primo innamorato, da sempre, tanto da aver ritoccato proprio oggi un paio di record: quello delle presenze in campionato - 445, superato Boniperti - e dei gol segnati, che diventano 268, primato che già deteneva, incrementato. Chi è lui? Troppo facile, Alessandro Del Piero. Che nel momento del bisogno, come spesso gli è accaduto anche nel recente passato, si trasforma nella coperta di Linus cui si aggrappa la Juve: la sua doppietta piega un buon Genoa 3-2. La Juve di Zaccheroni ancora non convince, soffre troppo in difesa e in fase di costruzione di gioco, ma almeno stavolta le sue punte rispondono all'appello: segna anche Amauri, ai rossoblù non basta la doppietta di un favoloso Rossi per celebrare le 100 panchine in serie A di Gasperini.


FORMAZIONI A SORPRESA — La Juve è senza Cannavaro e Grosso, due campioni del mondo. Il centrale, non al meglio, va in tribuna, l'esterno sinistro si accomoda in panchina. Al loro posto Zebina e De Ceglie. Il Genoa si presenta in una veste inedita: con il 4-4-2, scelta forzata dalla tanta assenze, l'ultima arrivata in extremis, quella di Milanetto, che dà forfeit dopo il riscaldamento. In avanti ripescato Suazo, che fa coppia con Acquafresca.


PIU' DI UN SIGNOR ROSSI — Il capitano rossoblù firma l'avvio di gara. Prima coglie un clamoroso palo con un gran destro da fuori area, Buffon non ci era arrivato. Poi segna il gol del vantaggio. Con un destro preciso sottoporta, su assist dalla destra di Acquafresca. Rete che testimonia il momentaccio della difesa bianconera, che pur potenziata nelle ultime due uscite, con lo schieramento a tre, ha sempre subìto gol, da quando c'è Zaccheroni in panchina. Infatti il "buco" difensivo porta la firma illustre di Chiellini, da sempre il baluardo bianconero. Se sbaglia pure lui...La Juve fa fatica a imporre una manovra perlomeno ordinata, se non brillante. Del resto non c'è un playmaker di centrocampo, se è vero che in assenza di un mediano, Felipe Melo, in mezzo il gioco scaturisce da un altro, Sissoko. Diego e le punte ricevono pochi palloni. E così il Genoa riduce al minimo i rischi, ripartendo in contropiede appena può.


FINALMENTE AMAURI — Il pari arriva grazie ad un'azione personale, quella di Cacerers, bravissimo a saltare due avversari e crossare tagliato dal fondo in mezzo. Dove Amauri si ricorda di essere il centravanti della Juventus e segna il suo primo gol del 2010, che arriva dopo 108 giorni di astinenza. È il suo quinto centro in campionato, che il brasiliano realizza di testa, di prepotenza, approfittando anche di un'uscita sbagliata di Amelia. All'intervallo è 1-1. La Juve ci può mettere la firma, per quello che si è visto.

BOTTA E RISPOSTA — La ripresa è più divertente. La Juve finalmente prende quota, il Genoa risponde colpo su colpo. I bianconeri si portano in vantaggio con un gran gol del capitano. Del Piero trova infatti una percussione centrale, dopo aver strappato palla a Criscito, raccoglie l'assist delizioso di tacco di Diego, e con un esterno destro anticipato mette fuori tempo e fuori gioco Amelia. Terzo gol in campionato del numero 10 della Juve, apparso in crescita atletica, Juve avanti 2-1. Ma il Genoa risponde subito. Ancora con Rossi, indemoniato. Che non dà ai tifosi di casa neanche il tempo di assimilare il vantaggio. Infatti pareggia subito, perfezionando la doppetta personale, approfittando di un erroraccio di Buffon, che si fa sorprendere da un cross di Mesto e respinge corto: il tap in è comodo. È il gol del 2-2.

DEL PIERO DI RIGORE — La Juve insiste. Attacca a testa bassa, e dove non arriva il gioco, ci prova il carattere. Marchisio, appena entrato, e che serve come il pane in quella posizione da playmaker a Zac e alla Juve, lancia Del Piero in profondità. Contatto (molto dubbio, anche perchè avviene fuori area) con Papastathopoulos, per l'arbitro Mazzoleni è rigore. Dal dischetto Del Piero segna l'ennesimo gol decisivo. È quello del successo, il primo targato Zaccheroni.

Riccardo Pratesi

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14/02/2010 21:23
 
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Reja sblocca la Lazio
Parma battuto 2-0

I biancocelesti non vincevano in trasferta dal 31 agosto. Segnano Stendardo e Zarate. La squadra di Guidolin resta in dieci per l'espulsione di Jimenez al 30' della ripresa. Nuovo infortunio per Paloschi

PARMA, 14 febbraio 2010 - La cura Reja già produce i suoi (buoni) effetti. Lotito gongola, i giocatori esultano. Ledesma se la ride. Un esordio col botto per il tecnico goriziano: la sua Lazio batte 2-0 il Parma con le reti di Stendardo e Zarate ed esce dal Tardini con tre punti preziosissimi per la classifica. Era terzultima, con questo successo supera Livorno, Catania e Udinese. Una bella boccata d'ossigeno. Tanto più se si pensa che i biancocelesti non vincevano in trasferta dal 31 agosto, seconda di campionato, quando si imposero sul Chievo 2-1. Un risultato figlio di scelte coraggiose, come quella di mandare Zarate in panchina per trequarti di gara: Rocchi ha giocato bene e quando l'argentino è entrato sembrava voler spaccare il mondo. Buon per lui. L'attaccante non segnava dal 27 settembre nella sfida dell'Olimpico contro il Palermo. E poi Reja verrà ricordato per aver riportato in campo Ledesma, fermo a zero presenze in questo campionato. Il centrocampista ha corso tanto e impostato bene il gioco dei biancocelesti. La sua assenza si è sentita eccome.


GOL MANGIATO E GOL FANTASMA — Nel primo tempo la Lazio appare più quadrata, il gioco più pulito, anche se il bilancio delle occasioni è a favore del Parma. I padroni di casa sono stati pericolosi con Jimenez in avvio di gara, poi con un'azione clamorosa di Biabiany che colpisce male a due metri dalla porta e ancora con il francese fermato in area da Stendardo. Nella Lazio va segnalato il tiro di Floccari dal limite dell’area, per il resto Mirante non ha sofferto troppo. Al rientro dagli spogliatoi il Parma appare molto più determinato, ma un Biabiany in gran forma e un Antonelli incontenibile non riescono a fare la differenza. A complicare la situazione della squadra di Guidolin arriva anche l'infortunio di Paloschi, appena entrato al posto di un evanescente Bojinov: l'attaccante su uno scatto sente un forte dolore alla coscia ed è costretto ad uscire, in lacrime. Poi la partita gira a favore della Lazio, anche se in un primo momento le cose sembrano andare diversamente. Al 17' un tiro di Floccari viene respinto da Paci dentro la porta, l'arbitro non dà il gol. "Fortuna che abbiamo vinto", dirà poi Reja. Passano infatti pochi minuti e il gol arriva con un colpo di testa di Stendardo. Per la Lazio gara in discesa: Jimenez viene espulso per proteste a un quarto d'ora dal termine. E nel finale ecco il sigillo di Zarate, servito alla perfezione da Floccari.

Elisabetta Esposito

Fonte: gazzetta
14/02/2010 21:24
 
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Il Cagliari torna a brillare
Il Bari è irriconoscibile

I sardi vincono 3-1 grazie a un gran primo tempo con i gol di Conti, Nené e Cossu. Di Salvatore Masiello la rete dei pugliesi. La squadra di Allegri è a due lunghezze dall'Europa League

CAGLIARI, 14 febbraio 2010 - Dopo il potente gancio al volto dell'Inter, il Cagliari rialza la testa e torna a vincere. Lo fa con il Bari, costruendo il successo con un primo tempo esagerato. Finisce 3-1 con i gol di Conti, Nenè (deviazione decisiva di Koman), Salvatore Masiello per i baresi, e Cossu (deviazione decisiva di Gazzi). Decisamente sottono la prova dei biancorossi che non si riconoscono nel 4-3-2-1 schierato da Ventura.


FESTIVAL DEGLI ASSENTI — Tanti gli assenti al Sant'Elia. Allegri deve fare a meno di Marchetti, Lopez, Dessena, Jeda e Pisano, ma si fida dei suoi e del suo gioco. E nel 4-3-1-2 il trequartista è Cossu alle spalle di Nené e Matri. Ventura, che deve già rinunciare a Ranocchia, Parisi, Kutuzov, Almiron e Langella per motivi fisici, è organo del bomber principe Barreto, out per squalifica.

MATRI BRASILIANO — Per la sfida in Sardegna, Ventura passa dal 4-4-2 al 4-3-2-1, rinunciando a Castillo. Meggiorni è la punta unica con Allegretti e Alvarez a supporto. Ma lo schema rende poco e si capisce dal primo minuto che ai giocatori del Bari non piace. Goffo e puntualmente sorpreso dalla cattiveria agonistioca del Cagliari, i biancorossi sono costretti a tamponare e rincorerre un Cagliari perennemente alto, in pressing e con molte soluzioni in attacco. Il forcing rende e al 13' è già gol. Il capolavoro lo fa Matri che irrompe in area e con una serie di dribbling ubriacanti in un fazzoletto di terra, tocca per Conti che in tuffo di testa batte Gillet.

SOLO CAGLIARI — Il gol è vitamina e il Cagliari di certo non si accontenta. I rossoblù irrompono, sono un'iradiddio e non concedono tregua ai pugliesi che fanno inutilmente muro a centrocampo. Ma Allegri invita i suoi a non mollare il colpo, così al 30' arriva il raddoppio. Velotto assegna una punizione al limite per un fallo di mano di Gazzi. Batte Nené, ma la deviazione decisiva di Koman in barriera inganna Gillet. Annichilito e poco propenso al modulo, il Bari si ritrova a difendersi con i denti perché il Cagliari non ne vuol sapere di accontentarsi, aiutato dai galletti che non aggrediscono.

BOTTA E RISPOSTA — L'inizio della ripresa non propone cambi, ma di certo un Bari più disinvolto. Capace tra l'altro di riaprire la partita. La gioia al 7' per il bel gol di Salvatore Masiello, sinistro a giro dal limite a fil di palo, viene smorzata in gola dal 3-1 del Cagliari che nell'azione successiva capitalizza un cross di Cossu dalla sinistra, deviato nella propria porta da Gazzi. Solo a quel punto Ventura cambia Allegretti con De Vezze. Sostituzione ritardata, così come appare avventata quella di Alvarez con Castillo. Il Bari che spinge non fa però paura al Cagliari che chiude bene tutti gli spazi. Allegri, col 3-1 in tasca, cambia invece Biondini e Matri con Parola e Larrivey. Il Bari però ci prova e sfiora con Castillo, la cui zampata in scivolata sull'ottimo suggerimento di Belmonte termina di poco a lato. Poi è pura accademia, con i muscoli duri e le squadre lunghe. Il Cagliari sale a quota 35 punti, a due dal Palermo e dall'Europpa League. Sognare non è impossibile.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
14/02/2010 21:26
 
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Bologna, vittoria d'oro
Il Livorno è terz'ultimo

I rossoblù vincono 1-0 al Picchi e si staccano ulteriormente dalla zona salvezza, dove invece ripiombano i toscani. Decide il nono gol stagionale di Di Vaio, che poi deve uscire per un guaio muscolare. Espulso Cosmi

LIVORNO, 14 febbraio 2010 - Vincere uno scontro-salvezza, quasi uno spareggio, e perdere il giocatore più importante (nonché match winner) per stiramento: il Bologna vive di queste sensazioni contrastanti. Batte il Livorno, si stacca con decisione dalla zona calda, ma saluta per almeno un mese Marco Di Vaio, che con il suo nono gol stagionale aveva risolto la partita con i toscani. Condannandoli al terz'ultimo posto: questo sì, preoccupante di per sé.


PUNTI PESANTI — Sfida tutt'altro che entusiasmante, al Picchi. I tre punti in palio pesano, e condizionano non poco entrambe le squadre. E' normale, quindi, vedere poche occasioni. Il Bologna in trasferta ha vinto una sola volta, a Firenze, e forse si accontenterebbe anche del pari. Al contrario del Livorno, che ha bisogno di allontanarsi dalla parte bassissima della classifica.

ZAMPATA — Partite come queste si risolvono con i colpi dei giocatori di classe. Banale a dirsi, ma fa tutta la differenza del mondo: i toscani hanno fuori Lucarelli e Tavano (senza togliere nulla a Danilevicius e Bellucci), mentre gli ospiti si affidano, come al solito, a Di Vaio. Così alla prima chance il Bologna colpisce. Casarini, appena entrato per l'infortunato Modesto, sfugge a Raimondi e mette in mezzo: Succi casca, ma dietro di lui c'è proprio Di Vaio, che appoggia in rete.


PALO BUSCÈ — Il gol è una frustata sulla schiena del Livorno, che in precedenza si era reso pericoloso solo con un tiro di Knezevic da fuori area. Purtroppo per il Bologna Di Vaio si stira subito dopo il gol, tentando uno scatto (dentro Adailton). In compenso Buscè prende un bel palo dalla distanza, a confermare il buon momento degli emiliani. Vantaggio più che meritato, insomma.

GUSCIO — La reazione livornese è blanda: paradossalmente, il più attivo è Cosmi. Che si fa espellere per proteste e si imbufalisce con il guardalinee Giordano. Con l'ingresso di Di Gennaro i toscani diventano un minimo più frizzanti, ma nemmeno troppo. Viviano, al rientro dopo l'infortunio, resta inoperoso, o quasi. Il guscio del Bologna non si smuove (Portanova e Moras monumentali), Colomba vince per la seconda volta in Toscana in un mese e si gode la tranquillità. Una cosa che al Livorno stanno smarrendo.

Alessandro Ruta

Fonte: gazzetta
14/02/2010 21:27
 
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Catania-Atalanta, è 0-0
Nerazzurri più pericolosi

Finisce in parità lo scontro salvezza al Massimino: ospiti molto più vicini al gol dei siciliani che hanno fallito un'ottima occasione con Morimoto. Espulso Bellini tra i lombardi ma nell'ultimo quarto d'ora i padroni di casa non ne approfittano

CATANIA, 14 febbraio 2010 - Una buona Atalanta e un Catania un po’ in difficoltà, il tutto su un campo insidioso e inzuppato d’acqua, soprattutto sulle fasce. Lo scontro salvezza del Massimino, flagellato dalla pioggia nelle tre ore precedenti la partita, è stato comunque un match intenso. È finito 0-0 ma le occasioni non sono mancate. E alla fine tutto sommato può andar bene a entrambe visto che i siciliani hanno mosso la classifica mentre i nerazzurri non hanno perso ulteriore contatto. Forse ci si aspettava qualcosa di più dagli uomini di Mihajlovic, oggi però messi in difficoltà da un’Atalanta molto efficace.


FUOCO DI PAGLIA — Il Catania comunque aveva aggredito immediatamente gli ospiti, creando un po’ di scompiglio tra i ragazzi di Mutti. Al 2’ Capuano ha obbligato Consigli a un bel tuffo in corner e dalla battuta colpo di testa di Silvestre deviato all’indietro da Padoin per una respinta sulla linea di Ferreira Pinto che ha fatto gridare al gol lo stadio. Un fuoco di paglia, però, perché l’Atalanta si è ricompattata tanto che a fine frazione è quella che ha avuto un po’ più da recriminare. In particolare Valdes a sinistra e Ferreira Pinto a destra sono riusciti coi loro veloci inserimenti a creare non pochi problemi ai difensori siciliani.

POZZE D'ACQUA — Malgrado le fastidiosissime pozze d’acqua sulle fasce è proprio da lì che sono nati pericoli per la porta di Andujar. Il più clamoroso al 13’ quando un lancio per Amoruso ha visto il bellissimo tocco di destro al volo scavalcare il portiere ma infrangersi sul palo. Il Catania ha reagito ma Talamonti e Manfredini se la sono sempre cavata al centro con lo scazzottatore Maxi Lopez, molto mobile ma poco incisivo. Anche perché poco servito, bisogna dire, e in questo i principali meriti sono stati di Guarente e Padoin, molto precisi nell’ostacolare le principali fonti di gioco avversarie, Mascara e Morimoto.

PREZIOSO — Nella ripresa si è proseguito sulla falsariga del primo tempo. Con il calo del fiato si sono però immediatamente moltiplicati gli errori da ambo le parti. L’Atalanta però è quella parsa più ordinata anche se all’11’ Morimoto ha avuto un’occasione d’oro sciupando tutto con un destro alto. E Mihajlovic lo ha sostituito con Martinez, quanto meno decisivo nel procurarsi il fallo di Bellini che costerà il secondo giallo e l’espulsione del nerazzurro. Al 19’ colpo di testa a palombella di Doni e Andujar toglie la palla dall’incrocio. Poi è ancora Ferreira Pinto a creare problemi ad Andujar. Il risultato è però rimasto inchiodato sullo 0-0 fino al 90’, pure malgrado la superiorità numerica del Catania. Bravo Mutti a dare fiato ai suoi inserendo Peluso e Tiribocchi per il pressing finale che è valso un prezioso punto su un campo comunque difficile.

Giusto Ferronato

Fonte: gazzetta
14/02/2010 21:29
 
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Reginaldo risveglia il Siena
Il Chievo dura dieci minuti

Con una rete del brasiliano al 30' della ripresa, i toscani passano a Verona e possono sperare ancora nella salvezza. Deludenti i veneti, che dopo una buona partenza colpiscono solo una traversa con Bentivoglio

VERONA, 14 febbraio 2010 - Il Siena non si arrende alla retrocessione. Il Chievo non è ancora salvo. Questi i temi di Chievo-Siena 0-1, decisa da un gol di Reginaldo al 30' della ripresa. L'impresa dei toscani, che hanno preso coraggio col passare dei minuti, resta difficile. Ma non impossibile. Questi tre punti fanno molto morale e facilitano il lavoro del coraggioso Alberto Malesani. Male invece il Chievo, che conferma di attraversare un periodo negativo.

PARTENZA CHE INGANNA — I veneti, schierati da Di Carlo con il consueto undici in cui Bogdani è il partner di Pellissier, partono subito forte sfruttando i timori del Siena. Curci esce bene su Pinzi e i primi dieci minuti del Chievo sono incoraggianti. Il Siena, con Codrea in tribuna per scelta tecnica e Calaiò per lo squalificato Maccarone, pare in difficoltà. Tuttavia l'azione del Chievo perde efficacia col passare del tempo. Il primo tempo scorre nella noia più assoluta. L'unico brivido nel finale, quando uno spunto di Tziolis sulla sinistra mette in difficoltà Yepes, che devia sul palo sfiorando l'autorete. Ma lo 0-0 al riposo rispecchia quanto visto in campo.


MERITATO — Nella ripresa il Siena prende coraggio perchè capisce che con Chievo così mediocre si può colpire. Calaiò, generoso ma impreciso, stuzzica subito Sorrentino. Di Carlo prova a scuotere la squadra con il doppio cambio Granoche-Bentivoglio per Bogdani e Pinzi. Il sudamericano impegna Curci di testa. Ma è un lampo nel vuoto. La giocata decisiva per il Siena arriva alla mezz'ora, con Reginaldo che trova la rete con un bel destro al volo dal limite dopo un rimpallo tra il nuovo entrato Larrondo e Mandelli.

POCO CHIEVO — Ci si aspetta la furiosa reazione del Chievo, ma la squadra di Di Carlo si accende solo in occasione del colpo di testa di Bentivoglio, che si spegne sulla traversa. Troppo poco. Domenica a Bergamo i veneti faranno bene a tornare la squadra che ha così ben impressionato fino a poche settimane fa. La zona pericolo resta lontana, ma giocando così non ci si può sentire già salvi.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
15/02/2010 13:20
 
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Napoli e Inter: solo i legni
Al San Paolo spettacolare 0-0

Nessun gol ma tante occasioni su entrambi i fronti in un San Paolo tutto esaurito. Il conto dei legni è 2-1 per gli azzurri: traverse di Hamsik e Muntari nel primo tempo, palo di Quagliarella nella ripresa. Julio Cesar blocca Denis, De Sanctis stoppa Pandev. L'Inter alla fine si accontenta del pari: ora la Roma è a -7

MILANO, 14 febbraio 2010 - Due legni a uno, nessun gol. Il Napoli impone il secondo pareggio consecutivo all'Inter di Mourinho, che così vede il suo vantaggio ridotto a 7 punti sulla Roma e a 9 sul Milan (che deve recuperare una gara). Il Napoli riaggancia il quarto posto e soprattutto mostra la grinta che gli aveva chiesto il suo allenatore. Per un tempo mette alle corde l'Inter, poi subisce il ritorno dei nerazzurri (e un normale calo di energie), ma sfiora il colpaccio con un palo di Quagliarella. Era il terzo legno della partita dopo due spettacolari traverse di Hamsik e Muntari nei primi 45'.

GRAN PARTENZA AZZURRA — Il San Paolo è una bolgia, mezz'ora prima della gara è già pieno: le maschere di Collina sono numerose in tribuna, insieme a fazzoletti bianchi per la "panolada". La squadra di Mazzarri sente la carica del suo pubblico, per i primi venti minuti corre molto più degli avversari, con un pressing continuo e scatenato. Ci vuole un gran Julio Cesar per dire di no a Denis, dopo la traversa di Hamsik. Finita la sfuriata, l'Inter prima reclama per un fallo di mano in area di Aronica, poi si riorganizza, e nel secondo tempo pare in grado di poter mettere in atto il "delitto perfetto", ma De Sanctis chiude due volte. Alla fine il pareggio è giusto e non disturba troppo nessuno. Continua la serie senza sconfitte in posticipo degli azzurri, mentre la squadra di Mourinho non perde le sue certezze in campionato.


NAPOLI, FUNZIONA L'ATTACCO — Mazzarri non cambia di fronte ai campioni. L'assenza di Maggio non si fa sentire in particolar modo, perché il suo sostituto, il colombiano Zuniga, è scatenato. Da una sua discesa palla al piede nasce l'occasione di Denis (cross di Hamsik, colpo di testa), la più chiara di tutto il primo tempo, traverse a parte. Muntari poi lo soffre, si fa ammonire presto, rischia pure il rosso, tanto da essere sostituito al 45'. Hamsik è quello delle serate di gloria: colpisce una traversa con un bel tiro a giro al 10', si presenta più volte al tiro, fa con profitto le due fasi. Ma è tutto l'attacco a girare, con Denis che fa il lavoro di Milito, dettando passaggi in profondità (e aggiungendoci tante sponde di testa), e con Quagliarella che "spara" verso la porta appena possibile. E se Aronica pare un po' l'anello debole in fase di costruzione, è lui stesso a dare equilibrio alla squadra quando si tratta di coprirsi. Buona gara dei tre dietro, che raramente si trovano uno contro uno contro gli attaccanti dell'Inter, e quindi chiudono i buchi.


INTER, SOLDITÀ MA MENO GIOCO — Funziona poi la gabbia di Mazzarri intorno a Sneijder: per tutto il primo tempo appena l'olandese prende palla si trova intorno una serie di meglie azzurre. Deve così accelerare la giocata e non sempre è preciso. In più l'Inter non ha lo straordinario Pandev di questi ultimi tempi: il macedone trova pochi palloni da giocare e a volte sparisce, specie nel primo tempo. Nel secondo cresce, ma quando ha la palla buona (18' s.t) non trova l'angolo giusto. Meno incisivi del solito Zanetti, Cambiasso e Maicon: specialmente il brasiliano scende poco sulla destra, tanto che nella ripresa Mourinho concede qualche libera uscita in più a Santon. Mariga gioca un tempo dimostrando di avere ancora tanti margini di miglioramento, specie con la palla fra i piedi. Spenta la luce Sneijder, con pochi spazi a disposizione, restano solo le accelerazioni di Milito per creare pericoli: può essere un problema, se si ripete, in campo europeo. In Italia, nonostante i due punti persi sulle inseguitrici, Mourinho non pare ancora avere troppi motivi per preoccuparsi. La sua squadra conferma comunque una solidità che in Italia può bastare.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
17/02/2010 14:03
 
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SERIE A 2009/2010 24ª Giornata (5ª Ritorno)

Anticipo del 12/02/2010
Milan - Udinese 3-2
Anticipi del 13/02/2010
Roma - Palermo 4-1
Sampdoria - Fiorentina 2-0
Restanti del 14/02/2010
Cagliari - Bari 3-1
Catania - Atalanta 0-0
Chievo - Siena 0-1
Juventus - Genoa 3-2
Livorno - Bologna 0-1
Parma - Lazio 0-2
Napoli - Inter 0-0 (posticipo serale)

Classifica
1) Inter punti 54;
2) Roma punti 47;
3) Milan(*) punti 45;
4) Napoli e Sampdoria punti 39;
6) Juventus punti 38;
7) Palermo punti 37;
8) Cagliari(*) e Genoa punti 35;
10) Bari punti 32;
11) Fiorentina(*) punti 31;
12) Parma punti 30;
13) Chievo punti 29;
14) Bologna punti 28;
15) Lazio punti 25;
16) Catania e Udinese(*) punti 24;
18) Livorno punti 23;
19) Atalanta punti 21;
20) Siena punti 16.
(*) una partita in meno
20/02/2010 23:34
 
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Doppio Acquafresca
Genoa a valanga

I rossoblù schiantano 3-0 l'Udinese nell'anticipo della 25a giornata e si portano al provvisiorio 6° posto, alla pari della Juve. Eroe della serata l'attaccante, doppietta, ai primi gol con il Grifone. A segno pure Palacio. I friulani partono bene, poi vengono travolti

GENOVA, 20 febbraio 2010 - Il Genoa, contro l’Udinese, si riprende con gli interessi quanto aveva lasciato domenica sul campo della Juve. Perentorio 3-0, propiziato da Acquafresca, che si sblocca pure con la maglia rossoblù del Genoa e spinge il Grifone al provvisorio 6° posto, alla pari proprio con la Juventus. Per i friulani, invece, continua la crisi in trasferta: la vittoria lontano dal Friuli manca dal 9 maggio 2009 e al momento la classifica non è per niente rassicurante.


MANTO VERDE — La cosa che risalta di più dell’avvio di gara è il nuovo manto del Ferraris: finalmente verde, dopo che per troppo tempo pareva un campo, non da calcio, ma destinato alla coltivazione di barbabietole. Il rinnovato terreno di gioco, però incoraggia lo spettacolo solo al tratti. Nei primi 15’ c'è molto disordine, il pallino del gioco lo tiene l’Udinese, meglio disposta, più pronta a inaridire le fonti del gioco rossoblù e pericolosa in un paio di circostanze. Di Natale canta e porta la croce: è la spina nel fianco della difesa rossoblù - al 14’, ben servito in area, Amelia deve mettere una pezza al suo tiro da distanza ravvicinata -, ma arretra spesso pure a centrocampo per proporre a favore dei compagni. Friulani ben disposti, coperti e accorti, ma che avvertono la mancanza di un faro come D’Agostino in regia.

GRIFONE CINICO — Il Genoa, parte contratto, soffre un po’ in fase di impostazione, ma ha la freddezza e la capacità di colpire al primo vero affondo. Il lampo che spariglia l’equilibrio è di Acquafresca, che ribadisce in rete da pochi passi una corta, e imperfetta, respinta di Handanovic dopo una balla girata di Sculli dal centro dell’area. Dopo il gol, si aprono le maglie della difesa bianconera, il Genoa si propone di più con lanci di prima, ma non trova il guizzo per il raddoppio.


LA RIPRESA — Il secondo tempo diventa una passerella per il Genoa, già dall’8’, dopo che l’ingresso di Pepe pareva poter aiutare la rimonta dei friulani. Su corner, Coda stende Acquafresca in area: è rigore che lo stesso attaccante realizza per il 2-0. Il Ferraris si accende, il pubblico alza il volume dei cori, e il Genoa si impossessa della partita. Zapata si fa ammonire due volte in 1’ e i rossoblù ringraziano: davanti a loro si aprono delle praterie che Palacio, in tuffo di testa, sfrutta al meglio per il 3-0. I giochi sono fatti, il Grifone controlla il campo, Floro Flores spreca su dormita della difesa rossoblù e c’è il tempo per registrare gli ingressi in campo di Ferronetti e Jankovic. Quest’ultimo, al pari di Zapater, fa venire gli ultimi brividi ad Handanovic, ma le loro belle conclusioni finiscono fuori di poco.

CONCLUSIONI — Per il Genoa un’affermazione convincente, che ne rilancia le ambizioni europee, soprattutto considerando le tante assenze. In avvio, di gara, però il Grifone ha faticato parecchio a trovare il ritmo, anche se poi ha controllato a piacimento e la difesa non ha dovuto correre troppi rischi. Per l’Udinese si tratta di un un passivo che va oltre i propri demeriti. La squadra in avvio ha proposto belle cose, ma è chiaro che dipende da Di Natale. Evidentemente, però, nella sindrome da trasferta c’entra soprattutto l’aspetto psicologico: dopo il primo pugno è andata k.o. e non è più riuscita ad alzarsi.

Massimo Brizzi

Fonte: gazzetta
20/02/2010 23:44
 
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L'Inter resiste anche in 9
Ma la Roma "vede" il -5

Non basta la doppia superiorità numerica alla Samp per avere ragione dei nerazzurri: Samuel Cordoba espulsi nel primo tempo, ma il fortino di Mou regge. Rosso anche per Pazzini al 28' s.t. e subito dopo è Eto'o ad avere il match point, ma Storari salva

MILANO, 20 febbraio 2010 - Carlo Ancelotti, davanti alla tivù, si sarà divertito. Non è la vigilia liscia che sognavano Mourinho e Moratti prima dell’impegno di Champions. L’Inter deve sfiancarsi per portare a casa uno 0-0 contro la Samp e mantenere l’imbattibilità interna. Gioca oltre un tempo in nove, dopo i rossi a Samuel e Cordoba, copre il campo come può, prova persino a colpire in contropiede. Nervi e corsa, mentre la Samp non sfrutta un’ottima occasione per dare una spallata al dominio nerazzurro in Italia. Già, perché ci sarebbe anche il campionato: il pareggio potrebbe far riavvicinare Roma e Milan, ma lo 0-0, alla fine, è accolto come una vittoria da San Siro. Terzo pareggio di fila, secondo gara senza gol, ma i campioni non hanno intenzione di abdicare. Si sentono però in lotta contro il mondo intero e anche per questo forse si spiega il silenzio stampa a fine partita.


SETTE MINUTI, DUE ROSSI — I sei minuti che infiammano la partita arrivano fra il 31’ e il 38’ del primo tempo, dopo una mezz’ora di calma quasi piatta (un tiro per parte, squadre corte, pochi spazi). Lancio lungo per Pozzi, Cordoba buca, Samuel difende la posizione sull’attaccante allargando il braccio che va sul collo di Pozzi. L’argentino è già ammonito, Tagliavento comunque gli rifila un rosso diretto. Sulla punizione Cordoba esce chiaramente troppo presto dalla barriera: giallo. Passa qualche minuto e su una palla a centrocampo Cordoba entra come un treno su Pozzi, che peraltro ci aggiunge un "carpiato". Secondo giallo, Inter in nove. Ok, Pozzi non vincerà il premio fair-play (già dai primi minuti tendeva ad accentuare i contatti), ma se l’Inter finisce in nove buona parte della colpa è nell’ingenuità e nel nervosismo, più che in chiari errori di Tagliavento. Mourinho aggiusta con un 4-3-1 con Cambiasso centrale difensivo e Eto’o e Sneijder centrocampisti esterni (Stankovic centrale). Nel frattempo San Siro si infiamma e Mourinho si lascia andare a uno show personale che toccherà il vertice del cattivo gusto nel gesto delle manette mostrato in Eurovisione.

PAÑOLADA — La tensione non cala nel secondo tempo: l’Inter come da recente usanza entra in ritardo (stavolta con l’arbitro), all’11’ scatta la pañolada: cross sul secondo palo, Eto’o va giù in area. Non c’è contatto con Zauri, ma al giallo per simulazione (Tagliavento poteva evitarlo) dagli spalti spuntano migliaia di fazzoletti bianchi. Protesta corale, mentre Mourinho scoppia a ridere in panchina.


SAMP, MANCA L'AFFONDO — In doppia superiorità numerica per un tempo (diventerà singola quando Pazzini riceverà il secondo giallo per un fallo su Stankovic), la Sampdoria non riesce ad affondare, né a far paura a Julio Cesar: la prima conclusione è un colpo di testa debole di Pozzi alla mezz’ora, le due punte (finché sono due) non ricevono palle giocabili, nonostante Palombo, che gode di libertà, provi ad allargare il gioco. Semioli, Guberti e Mannini non saltano mai l’uomo.

INTER DI SACRIFICIO — Se l’imbattibilità interna nerazzurra resiste in condizioni estreme, però, non è solo per demerito della Samp. Milito è fondamentale nel tenere palla in attacco e abbozzare dei contropiede, Sneijder ed Eto’o si sacrificano a centrocampo, Lucio ci mette energia e senso della posizione, Cambiasso e Zanetti si confermano il cervello della squadra di Mourinho. Che prova persino a vincere, con una punizione dai trenta metri di Sneijder e con un contropiede Pandev-Eto’o (al 33’): Storari chiude la porta al camerunese.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
[Modificato da binariomorto 20/02/2010 23:48]
20/02/2010 23:51
 
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Espulsi Samuel, Cordoba e Pazzini
Fra Inter e Samp 0-0 sul filo dei nervi

Terzo pari consecutivo per la squadra di un nervosissimo Mourinho con la Roma che incombe. Una gomitata a Pozzi costa il rosso diretto all'argentino, doppio giallo per il colombiano e anche per il doriano. Si prosegue in 9 contro 10 in una brutta partita. Grande occasione per Eto'o

MILANO, 20 febbraio 2010 - Finisce col terzo pari consecutivo per l'Inter e oggi la Roma di Ranieri potrebbe rosicchiare altri due punti e avvicinare i nerazzurri a -5, battendo il Catania. Sarà l'impegno imminente col Chelsea, ma i nervi a fior di pelle fanno un brutto scherzo alla squadra di Mourinho che contro la Samp si ritrova già nel primo tempo in 9 contro 11. Il tecnico portoghese fa scena in panchina, il pubblico di San Siro protesta ma le decisioni di Tagliavento sono sostanzialmente corrette. Perché Samuel (già ammonito) dopo mezz'ora allunga il gomito su Pozzi e lo stende beccandosi il rosso diretto: fallo da ultimo uomo o gioco violento cambia poco. Così come Cordoba viene prima ammonito perché arriva a tre metri da Ziegler che sta calciando una punizione di prima e poi fa fallo su Pozzi (che accentua la caduta): quest'ultimo intervento forse poteva essere valutato meno severamente. Corretta anche l'espulsione di Pazzini (doppio giallo) per fallo su Stankovic. Partita brutta e spezzettata: si gioca soprattutto sul filo dei nervi: poco gioco e tante risse. All'andata vinse la squadra di Delneri, e fu la prima (di due) sconfitte dell'Inter, che oggi deve difendere il bottino di sette punti sulla Roma e nove (ma potenzialmente sei) sul Milan. Il terzo pareggio di fila (o peggio una sconfitta) per Mourinho significherebbe dare speranze e forze agli inseguitori. Ma è indubbio che parte della testa dei suoi è già alla sfida di Champions.


FATTORE MOURINHO — Dalla parte dell'Inter c'è il fattore San Siro, dove Mourinho non ha mai perso in competizioni nazionali (striscia di 158 partite consecutive, comprese le gare interne alla guida del Chelsea e del Porto) e in effetti.i nerazzurri anche fra tante difficoltà non mollano e non concedono quasi nulla alla Samp che gioca per circa 40' con ben due uomini in più. Censurabili gli atteggiamenti in panchina di Mourinho che mima le manette e dà in escandescenze per un altro giallo a Eto'o per simulazione, chiedendo un rigore che non c'è. Ma è proprio il camerunense a sprecare l'occasione migliore nel finale su ottimo assist di Pandev. e il tifo nerazzurro improvvisa una panolada (con i fazzoletti bianchi) per protesta all'arbitraggio.

FORMAZIONE INTER — Mou non potrà contare sui suoi giovani italiani, Balotelli e Santon, mentre per riportare in forma Eto'o lo ripropone titolare al fianco di Milito. Il sempre-presente Zanetti completare la difesa sudamericana con Maicon, Samel e Cordoba (lucio è in panca), a centrocampo Stankovic c'è, a dispetto delle previsioni, è Thiago Motta a partire tra le riserve. A Balotelli, che aveva seguito a S. Siro la partita del Milan contro il Man Utd, dedicato uno striscione ironico dei tifosi: "Mario ti sei divertito martedì? Anche noi :-)".

FORMAZIONE SAMP — Nella Sampdoria il dubbio maggiore era legato a Pozzi, non al meglio in settimana: ma l'attaccante ce la fa a far coppia con Pazzini in attacco. Confermata anche la coppia centrale della difesa Lucchini-Gastaldello, con Marco Rossi in panchina e Ziegler e Zauri sugli esterni. A centrocampo Poli vince il ballottaggio con Tissone.

v.cla.

Fonte: gazzetta
21/02/2010 22:08
 
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Juve, vittoria e 4° posto
Bologna battuto 2-1

I bianconeri si impongono al Dall'Ara grazie alle reti di Diego e Candreva, intervallate dal centro di Buscè. È la terza vittoria consecutiva per la squadra di Zaccheroni. Espulso Raggi al 90'. Due legni per gli emiliani: traversa di Adailton e palo di Gimenez, palo di Diego

BOLOGNA, 21 febbraio 2010 - La Juventus vince ancora. Per la terza volta di fila, stavolta a Bologna, 2-1. Gol di Diego e Candreva, ai padroni di casa, generosi e poco fortunati, non basta la momentanea rete del pari di Buscè.


QUARTO POSTO — I bianconeri si issano così solitari al quarto posto in classifica, l'obiettivo minimo di campionato, quello che vale la prossima Champions, seppure di rincorsa, dai preliminari. La Juve dimostra una buona tenuta fisica - considerate le recenti fatiche di coppa - e una fiducia ritrovata, che gli ha permesso di portare a casa tre punti da una gara vissuta tutta in apnea, in cui il Bologna non ha regalato nulla, confermando il buon momento, testimoniato dai sei risultati utili consecutivi, interrotti questo pomeriggio. Zaccheroni si gode il ritorno al gol di Diego, il primo in assoluto in serie A di Candreva, e il solito Del Piero di queste ultime uscite, splendido in fase di rifinitura e nel cucire centrocampo e attacco. Da registrare anche il ritorno in campo, nel finale, di Camoranesi. Una macchia rimane, però: nelle 5 uscite con Zac in panchina la Juve ha sempre subìto gol, sia con la difesa a tre che con quella a quattro, schierata stasera.


DIEGO GOL — La Juve parte col botto. Sì, perchè dopo Amauri, in zona gol si risveglia anche Diego, che segna già al 4' il sesto centro stagionale. Non andava a segno da novembre, a Bergamo contro l'Atalanta. L'ex Werder Brema va a bersaglio con un destro vincente a porta vuota dopo una prima parata di Viviano proprio sul brasiliano. Juve avanti.

UN LEGNO PER PARTE — La gara è piacevole. Equilibrata, giocata a buon ritmo. Con occasioni da gol che non si fanno attendere. La Juve, rinfrancata dai successi consecutivi su Genoa e Ajax, è più manovriera del solito a centrocampo, dove spicca la qualità di Marchisio, il Bologna è volitivo e verticalizza con facilità. La Juve sfiora il 2-0 ancora con Diego, che colpisce un palo sulla respinta di Viviano che si salva come può su un destro tagliato di Marchisio dalla distanza. Ma poi è il Bologna a rammaricarsi per la malasorte, quando Adailton colpisce una clamorosa traversa - a Buffon battuto - sulla punizione regalata da Felipe Melo con un mani evidente proprio al limite dell'area. C'è ancora il tempo per un'ultimo brivido, allo scadere di tempo: Guana si mangia l'1-1, il suo interno destro con la porta spalancata finisce di poco largo. All'intervallo una buona Juve è in vantaggio.


BOLOGNA: GOL E PALO — La squadra di Colomba pareggia subito a inizio ripresa. Con Buscè, dopo un rimpallo sul palo, che corregge in rete un cross dalla sinistra che sorprende Buffon. Zaccheroni corre ai ripari: la Juve ha sul groppone le fatiche di Europa League e deve dosare le forze. E quindi esce Marchisio, dentro Sissoko: staffetta prevista perchè entrambi fisicamente non sono al massimo. E poi, dentro Candreva, per Diego, calato alla distanza. Intanto il Bologna insiste: palo di Gimenez - sciagurato - a porta vuota, dopo un numero di tacco di Zalayeta, bravissimo stasera da ex, che lo aveva mandato in porta. Bologna sfortunato, e Juve che tira un mega sospiro di sollievo.

DEL PIERO INVENTA, CANDREVA SEGNA — Gol mancato, gol subito: un classico del calcio. Che si verifica una volta di più. Del Piero, ancora strepitoso in fase di rifinitura (i padroni di casa protestano per un presunto mani nel controllo), inventa per Candreva, che segna il suo primo gol in maglia bianconera. Il Bologna allora carica a testa bassa, generoso, alla ricerca di un pari che sente di meritare. Il finale è vibrante, Raggi viene espulso per un fallaccio su Felipe Melo, Candreva prima e Portanova poi sfiorano la rete. Ma finisce 1-2. E la Juve sorride: ha trovato continuità di risultati.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
21/02/2010 22:17
 
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Ancora Vucinic
La Roma è a -5

I giallorossi battono il Catania con un gol del montenegrino al 18' del primo tempo e avvicinano i nerazzurri in classifica: è la settima vittoria di fila. Rossazzurri ben disposti, ma poco incisivi. De Rossi e Taddei sfiorano il 2-0

ROMA, 21 febbraio 2010 - La marea giallorossa avanza, e i primi schizzi incominciano a bagnare la schiena dell’Inter. La Roma, infatti, batte il Catania e si porta a -5 dai nerazzurri e deve ringraziare ancora Mirko Vucinic, l’attaccante di scorta, ma sempre pronto a rispondere “presente” quando si tratta di segnare gol pesanti. Come a Firenze è del montenegrino il gol decisivo che indirizza la partita sul piano inclinato favorevole ai giallorossi. La Roma infila la settima vittoria di fila, 15° risultato utile consecutivo in campionato, pur senza brillare come al solito, controllando tranquillamente un Catania ben disposto, ma privo del cambio di passo, e di marcia, per rendersi pericoloso. L’attenta difesa giallorossa, infatti, fa buona guardia davanti a Doni, portiere al centro di tante polemiche, ma applaudito da buona parte dello stadio, e, alla fine, quasi inoperoso.


PICCOLO TROTTO — La Roma schiera Burdisso, Menez, Brighi, mette Perrotta in panchina e fa a meno di Pizarro (out per problemi fisici) e Mexes, dispensato dalla gara perché nella notte gli hanno svaligiato casa e ha passato la notte al commissariato. Avvio con poche geometrie, spazi occupati a centrocampo dove le linee delle due squadre sono ravvicinate e non si riescono a imbastire azioni degne di nota. Qualche lancio in profondità del Catania, da una parte, alcuni begli spunti dall'altro di Cerci, che sull’out di destra ci prova con maggiore incisività, ma nei primi 15’ non si vede una sola conclusione nello specchio della porta.


SEMPRE MIRKO — Ci pensa ancora Vucinic, come a Firenze, a sbrogliare la matassa della manovra giallorossa e portare in vantaggio i suoi. Una mano gliela dà la difesa rossazzurra, e in particolare Capuano, che gli lascia la libertà necessaria, ai limiti dell’area piccola, per colpire al volo su calcio d’angolo. Trovato il vantaggio, la Roma pensa a presidiare al meglio il campo, con De Rossi, ottimo a impostare e arginare, che fallisce da pochi passi l’occasione del 2-0: è il 40’ e la conclusione di Capitan Futuro, arrivata dopo un bel fraseggio dei giallorossi in area, trova la splendida risposta del portiere Andujar. Il primo tempo si chiude senza altri brividi: la sensazione è che la Roma ne abbia a sufficienza per gestire il vantaggio.

LE RIPRESA — La ripresa conferma l’andamento della gara: le squadre sono un po’ più lunghe, il Catania cerca spazi, ma la Roma non gliene concede e si limita a controllare. L’ingresso di Martinez che dovrebbe vivacizzare la manovra dei rossazzurri non dà gli affetti sperati, la Roma procede al piccolo trotto, Menez si muove bene, Perrotta dà il cambio all’ottimo Cerci, ma ai giallorossi manca lo spunto per il raddoppio. L’opportunità capita sui piedi di Taddei, ben servito da Baptista, ma il brasiliano, in area, tira alto da ottima posizione. Nel recupero qualche schermaglia che l’arbitro placa con un paio di cartellini gialli. Poi è solo festa: l’Inter è lì, adesso, per il popolo giallorosso, è lecito sognare.

Massimo Brizzi

Fonte: gazzetta
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