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Serie A 2009/2010 Risultati, notizie, classifica

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2010 13:54
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25/10/2009 19:39
 
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Cagliari, risolve Lazzari
Il Genoa non vince più

I sardi vincono 3-2 in rimonta con un gol nel finale del fantasista. Di Mesto, Nenè (su rigore), Floccari e Biondini le altre reti. Espulsi Moretti e Fabrizio Preziosi nella ripresa

CAGLIARI, 25 ottobre 2009 - Il Cagliari mette fine alla maledizione del Sant'Elia, conquistando i primi tre punti casalinghi in rimonta. Finisce 3-2, con il gol in extremis di Lazzari, entrato nella ripresa. Sprofonda il Genoa, che non riesce a gestire un doppio vantaggio e può recriminare su qualche episodio dubbio (espulso il d.g. Fabrizio Preziosi nel finale).

SCHIERAMENTI — Gasperini vuol mettere fine al periodo no e presenta una squadra più coperta rispetto al solito. Dietro si gioca a quattro, con l'inserimento di Papastathopoulos e lo slittamento di Bocchetti sulla sinistra. Zapater va in panchina e la cerniera di mezzo è formata da Rossi, Milanetto e Juric. Davanti c'è Floccari, supportato da Mesto e Palladino. Allegri dal canto suo deve rinunciare a Marzoratti, che ha accusato qualche problema in mattinata. Canini scala a destra, e rientra Lopez in mezzo. Davanti c'è l'esordio di Nenè, che finora aveva giocato 8 volte subentrando sempre a partita in corso.

MATCH BLOCCATO — Non ne viene fuori un bel match in avvio. Il Cagliari sente la pressione dopo il filotto negativo al Sant'Elia e cerca di fare la partita. Cossu è vivace, Biondini e Conti fanno il lavoro sporco, ma c'è poca intesa con i brasiliani Jeda e Nenè. L'ex centravanti del Nacional de Madeira si muove molto, ma non si fa trovare in area quando serve (soprattutto al 32', sull'invito di Cossu). Il Genoa risponde con ordine e senza colpi di testa: si chiude bene e riparte sfruttando la velocità di Palladino e Mesto sugli esterni.

EPISODI — La gara è brutta e si sblocca su un episodio abbastanza casuale, al termine del momento di maggior pressione ospite. Minuto 21: Mesto batte un calcio di punizione che beffa Marchetti grazie alla netta deviazione di Dessena. La squadra di Allegri incassa il colpo e si riporta in avanti. Le idee sono però poche e si infrangono puntualmente sul muro genoano. Gasperini perde Juric (risentimento muscolare) e rilancia Zapater. Alla mezzora gli isolani sfiorano il pari, ma la sfortuna dice no al bolide di Conti su calcio da fermo, che viene respinto dalla traversa.

RIPRESA — Si riprende senza cambi, ma con un ritmo molto più alto. Nei primi tre minuti si vedono più occasioni rispetto a tutto il primo tempo e non è un caso che al 10' arrivi il pareggio. Lo firma Biondini, dopo il palo di Dessena (da rivedere la posizione del centrocampista sul tiro del compagno). Passano quattro minuti e il Genoa passa nuovamente. E' Floccari a battere Marchetti di sinistro sull'assist involontario di Lopez.

RIBALTONE FINALE — Da lì in poi il match si accende definitivamente. Allegri dà spazio a Matri e Lazzari e il Cagliari si riversa in avanti senza soluzione di continuità. Al 32' la svolta. Moretti interviene con il braccio su un tiro ravvicinato in area: Gava concede il rigore ed espelle il difensore per doppia ammonizione. Sul dischetto va Nenè, che trova il palo-gol del 2-2. In dieci e con poche energie residue, il Genoa pensa a portare a casa almeno un punto: fuori Palladino, dentro Esposito. Ma la beffa è in agguato e si materializza al 42', quando Lazzari controlla un gran pallone in area e batte Amelia con un bel sinistro. Regalando la prima gioia casalinga ai suoi.

Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
25/10/2009 19:43
 
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Conte fa volare l'Atalanta
Il Parma torna sulla terra

Nel primo tempo Valdes su rigore (fallo di mano di Panucci), nel secondo colpo di testa di Tiribocchi. Paloschi, appena entrato, riduce le distanze, ma subito dopo è Peluso a chiudere i giochi

BERGAMO, 25 ottobre 2009 - L'Atalanta vince la "partita della vita", così l'aveva definita mister Conte alla vigilia: tre pareggi e due vittorie consecutive per l'ex tecnico del Bari, cha ha trasformato i nerazzurri. Il Parma di Bergamo, invece, non riesce a lasciare un'impronta ed è solo la brutta copia della squadra sorpresa di questo inizio di campionato.

NUOVO CINEMA PARADISO — Visto che ha portato bene contro l'Udinese, Conte replica, riunendo sabato sera tutta la squadra davanti al grande schermo. E già che ci siamo, poiché le superstizioni non sono mai troppe, anche l'undici titolare è quello vincente della trasferta friulana; in panchina si rivedono Barreto e Talamonti al rientro dopo i rispettivi infortuni. La febbre blocca Paci e Guidolin risolve dunque a favore di Lucarelli l'unico dubbio in difesa; in attacco la coppia annunciata alla vigilia Amoruso-Bojinov, Paloschi attende pazientemente il suo turno.

UN FILM GIÀ VISTO — L'inizio di gara ricorda pellicole già "ammirate" all'Atleti Azzurri d'Italia, con l'Atalanta che dimostra palesi difficoltà nell'impostazione della manovra, anche perché Capitan Doni non sembra in una delle sue migliori giornate. Il Parma si chiude bene, fa grande densità a centrocampo e non rischia praticamente nulla (anche se là davanti non è che faccia faville).

NATALE A BERGAMO — Così, per risolvere una gara tatticamente bloccata, ci vuole il classico episodio: ci pensa Panucci a travestirsi da Babbo Natale e regalare un rigore ai bergamaschi. Al 43', infatti, su cross di Guarente, l'esperto difensore allunga il braccio per anticipare Tiribocchi. Romeo, però, vede e provvede e Valdes realizza e sigla il suo secondo gol consecutivo dopo quello di settimana scorsa a Udine.

IL CAMIONISTA — A inizio ripresa ci si aspetterebbe un Parma tambureggiante alla ricerca del pareggio e invece passano solo 7' e l'Atalanta trova il raddoppio: Padoin sfugge sulla destra e mette in mezzo un pallone al miele, al Tir non resta che indirizzarlo di testa verso la porta, Mirante può solo ammirare il pallone finire in fondo al sacco. Il Parma non reagisce, almeno fino a quando Guidolin non fa entrare Paloschi, al quale bastano pochi secondi per riaprire la partita: colpo di testa sul primo palo su corner e Consigli, fino a quel momento insuperabile, si piega.

BRAVEHEART ATALANTA — Il finale alla ricerca del pareggio da parte degli emiliani, però, è all'insegna della frenesia e della confusione, che non scalfisce l'ordinata difesa nerazzurra. Anzi, prima della fine, i padroni di casa si tolgono anche lo sfizio di chiudere la gara con il primo gol in A del difensore Peluso che, su azione da calcio d'angolo, anticipa tutti sul primo palo e beffa Mirante.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
26/10/2009 09:31
 
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Doppio Nesta, super Dida
Il Milan passa a casa Chievo

Ancora una rimonta dei rossoneri dopo la Roma e il Real: vanno sotto dopo 7 minuti con il gol di PInzi, ma con una ripresa sontuosa ribaltano il risultato grazie alla doppietta del difensore nel finale. Strepitosa parata del brasiliano sull'1-1. Agganciati al quarto posto Palermo e Fiorentina

VERONA, 25 ottobre 2009 - Il solito Milan: primo tempo inguardabile con gol subito dopo soli sette minuti, e ripresa sontuosa, con ribaltone finale ampiamente meritato. Il gol dell'illusione porta la firma di Pinzi. Nel secondo tempo Leonardo corregge in attacco con l'ingresso decisivo di Borriello, anche se l'eroe è il difensore di razza Alessandro Nestra, autentico leader della squadra: doppietta storica di testa che lancia il Milan al quarto posto in compagnia di Palermo e Fiorentina.


OFFENSIVI — L'ordine di Mimmo Di Carlo? Pressare i portatori di palla e aggredire con la velocità. Solo così puoi battere il Milan. Il tecnico gialloblù è orfano di Yepes in difesa e schiera Mandelli che ha nelle gambe soli tre minuti di campionato. Nel 4-3-1-2, Pinzi è un trequartista anomalo perché oltre a ispirare Pellissier e Bogdani, deve concentrarsi su Pirlo e Seedorf, con il compito di sbarrare la strada. Leonardo dal canto suo tira dritto e conferma il 4-3-3 del secondo tempo di Madrid, questa volta con Huntelaar tra Pato e Ronaldinho: l'olandese ariete di turno con i due brasiliani larghi e liberi di gestirsi a piacere. Jankulovski va invece a ingrossare la lista degli infortunati: ora sono otto; il ceco verrà sottoposto nei prossimi giorni a intervento chirurgico per la rimozione della placca alla caviglia sinistra, applicata dopo l'infortunio del maggio 2005 quando giocava nell'Udinese. Al suo posto Leo schiera Antonini.

REAL CHIEVO — Ma chi si attende l'irriducibile Milan del Santiago Bernabeu si deve ben presto ricredere. Spavaldo e per nulla intimorito, il Chievo mette subito sotto i rossoneri e sfiora il gol a ripetizione. Sorpreso e pressato, il Milan capitola già al 7'. L'errore difensivo è evidente: Pinzi ha spazi aperti per ricevere al centro dell'area e battere Dida, incolpevole e preso in controtempo. La rete consapevolizza il Chievo che non molla un attimo la presa. Abile le mosse della squadra capace di compattarsi in fase di possesso palla e dare vita a un 4-4-2. Per il Milan sono quindici minuti di atroce sofferenza, dettati dalla bravura dei padroni di casa. Se i rossoneri attaccano, i gialloblù chiudono tutti gli spazi, trasformando il possesso palla del Milan in un noioso torello senza via d'uscita.


E POI C'E' SORRENTINO — Seedorf e Pirlo lavorano il doppio: si sacrificano in difesa e fanno ripartire l'azione ed è proprio sui piedi dell'olandese la grande occasione che sfuma sulla doppia parata di Sorrentino. Poi un'infinita sequenza di cross senza buon fine, che sottolinea semmai una certa incompatibilità fra lo spento Huntelaar e Pato. Alla fine ha la meglio l'organizzazione del Chievo, mentre il Milan mette in archivio l'ennesimo incomprensibile primo tempo. Eppure Leonardo conferma l'olandese anche all'inizio del secondo tempo, in cui il Milan schiaccia il Chievo nella sua trequarti mancando a più riprese il gol. Nitide le occasioni capitate a Huntelaar, chiuso da Morero, e a Ronaldinho, il cui tocco ravvicinato viene miracolosamente respinto sulla linea di porta da Sorrentino.

FINALMENTE BORRIELLO — E' un altro Milan, ma incapace di metterla dentro. Così al 15', alla ricerca disperata di un finalizzatore, Leonardo è costretto a sostituire Huntelaar con Borriello che, come a Madrid, regala consistenza in attacco. Il pressing è a tutto campo, ma i rischi sono dietro l'angolo. Cosa spreca, infatti, Pellissier al 17', quando in fuga solitaria si impappina in area e viene sopraffatto da Nesta. Il Chievo accusa un calo fisico, ma riesce ugualmente a frenare la pressione rossonera che punge con Borriello. Ma è ancora una volta Sorrentino a compiere il miracolo su Seedorf al 31'. Magico il tocco dell'olandese, strepitosa la deviazione in angolo del portiere. Ma l'ottimo numero 1 di Di Carlo capitola 36'. Borriello colpisce la traversa con un colpo di testa. Sulla respinta raccoglie Nesta che ribadisce in rete. Il Milan pressa e potrebbe ribaltare il risultato, ma sul colpo di tacco ravvicinato di Inzaghi c'è ancora una volta uno straordinario Sorrentino.


SANTO NESTA — Il recupero è un thriller pazzesco. Al 46' Dida si guadagna il suo stipendio cancellando la papera di Madrid con una parata che ha dell'incredibile sul colpo di testa da due passi di Granoche. Non sbaglia invece Nesta, ancora lui: inzuccata da bomber puro al 47' dal vertice dell'area piccola. Sorrentino è ancora battuto. Il progetto di Leonardo prende il volo.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
26/10/2009 12:50
 
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SERIE A 2009/2010 9ª Giornata (Andata)

Anticipi del 24/10/2009
Sampdoria - Bologna 4-1
Inter - Catania 2-1
Restanti del 25/10/2009
Atalanta - Parma 3-1
Bari - Lazio 2-0
Cagliari - Genoa 3-2
Fiorentina - Napoli 0-1
Palermo - Udinese 1-0
Roma - Livorno 0-1
Siena - Juventus 0-1
Chievo - Milan 1-2 (posticipo serale)

Classifica
1) Inter punti 22;
2) Sampdoria punti 20;
3) Juventus punti 18;
4) Fiorentina, Milan e Palermo punti 15;
7) Bari e Parma punti 14;
9) Genoa e Napoli punti 13
11) Chievo, Roma e Udinese punti 11;
14) Cagliari e Lazio punti 10;
16) Atalanta punti 9;
17) Catania punti 7;
19) Bologna e Livorno punti 6;
20) Siena punti 5.
28/10/2009 23:29
 
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Furia Juve sulla Samp
Mourinho è avvertito

Sorprendente metamorfosi della squadra di Ferrara, che non solo vince, ma trova una grande prestazione: 5-1. Doppietta di Amauri, gol di Chiellini, Camoranesi e Trezeguet: Diego e Giovinco su alti livelli. Pazzini e Cassano annullati, Samp schiacciata dalla prova di forza dei bianconeri

MILANO, 28 otobre 2009 - "Grazie di tutto Samp, ma a inseguire l'Inter ci pensiamo noi". La Juventus sembra mandare questo messaggio nella sfida fra aspiranti anti-nerazzurri. Cinque gol alla squadra di Delneri, ma soprattutto una grandissima prova di forza, con grandi prestazioni dei singoli, ma anche una manovra corale impressionante. Amauri sblocca la gara, e con una doppietta arriva a quattro gol nelle ultime tre partite in campionato, Diego ritorna ad alti livelli, difesa e centrocampo annullano la macchina in passato perfetta dei blucerchiati. Prova convincente, a pochi giorni da prestazione di livello molto più basso. Se durerà, qualcosa è cambiato, Mourinho e soci sono avvertiti.


CALCI PIAZZATI E FATTORE CHIELLINI — Il primo gol della Juve arriva da un calcio piazzato. Sta diventando decisamente un'arma in più dei bianconeri: perché Diego le batte molto bene e perché sono molti i "corazzieri" che possono andare a staccare di testa. Amauri, Chiellini, Cannavaro, Sissoko, Grosso, Melo: provate voi a marcarli tutti. Al 26' la Samp non ci riesce: sul pallone alto Amauri ci va di testa, colpisce Sissoko, la palla resta lì e il brasiliano infila la sua terza rete consecutiva. Poi arriverà anche la quarta, la crisi realizzativa è alla spalle: adesso è sicuro. E i calci da fermo di Diego sono un fattore: due miracoli di Castellazzi su Chiellini (corner) e su deviazione di Lucchini che cerca di anticipare Amauri (punizione) Il secondo gol della Juve lo costruisce Chiellini, l'uomo che è stato in forma e in palla anche quando il resto della Juve stentava: anticipo nella sua metà campo, fra Bellucci e Cassano, ripartenza palla al piede, apertura su Amauri e, non contento, proiezione in mezzo all'area. Lì lo pesca il cross basso del brasiliano, assistman, che passa fra le gambe di Gastaldello.


RIPRESA DILAGANTE — Nella ripresa la Juve dilagherà, con gli inserimenti sulle fasce e il talento di Camoranesi. Al 5' Diego apre per Giovinco, che inventa un bel cross basso arretrato a trovare Mauro German. L'italo argentino infila di piatto, mentre al 17' piazzerà l'ennesimo bel cross da destra: stavolta Amauri va in anticipo e piazza il 4-0. Chiude Trezeguet, su cross di Grosso: anche lui partecipa alla festa bianconera.


LA MIGLIORE JUVE — Metamorfosi in tre giorni: dalla gara di Siena è passato pochissimo, ma di simile, nelle due prestazioni bianconere, c'è solo il bottino: tre punti. Perché se in Toscana c'era stata una manovra faticosa e impacciata, all'Olimpico si vede probabilmente la migliore Juventus della stagione. Corta, fortissima fisicamente, costante nel pressing e ordinata nei passaggi e negli inserimenti dei terzini. Il 4-2-3-1 rischiava di lasciar spazio alla Samp sulle fasce, invece occupa perfettamente gli spazi. Diego torna quello di inizio campionato, rientra a prendersi i palloni e li smista in modo intelligente, saltando l'uomo se serve. Giovinco è attivo e continuo sulla sinistra, e fa quasi sempre la cosa giusta, Camoranesi regala giocate di classe. Melo e Sissoko fanno diga a centrocampo, risultando decisivi, Cannavaro va in anticipo costante su Cassano, Chiellini annulla Pazzini e si concede sortite. Singoli ad alto livello, ma è il collettivo che impressiona per capacità di muoversi in modo compatto ed efficace. Bell'esame passato da Ferrara, contro un "maestro" di tattica come Delneri.

SAMP BLOCCATA — Il tecnico doriano si accorge presto che le cose volgono al peggio: dopo mezz'ora fa già il primo cambio, più che giustificato. La Samp tiene il ritmo della Juve per una decina di minuti, poi inizia a soffrire: Mannini ci mette una pezza un paio di volte, facendo il difensore aggiunto, poi, a cavallo dei due tempi, il crollo. Non si vede praticamente mai il gioco che ha portato in alto i blucerchiati: la sola assenza di Palombo, out per infortunio, non può spiegare tutto. Mannini deve pensare a difendere, Ziegler non sfonda mai, Cassano è chiuso dai raddoppi, Pazzini vede pochissimi palloni. Il primo che riceve, un cross di Cassano, lo trasforma in rete: un bel colpo di testa in anticipo su Cannavaro. E' il 19' della ripresa, e a quel punto la frittata è fatta. I galloni di anti-Inter passano alla Juve. Se resta un episodio, di fronte a una squadra in palla, può anche non essere grave, per Delneri.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
28/10/2009 23:46
 
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Cuore Napoli
Milan afferrato al 93'

Sotto di due gol dopo sei minuti (Inzaghi e Pato), gli azzuri di Mazzarri rincorrono i rossoneri che restano in dieci all'86' per l'espulsione di Abate. Al 90' arriva lo splendido gol di Cigarini; sul filo di lana quello di Denis

NAPOLI, 28 ottobre 2009 - Bastano due acuti, quando il Napoli non ne ha più, per agguantare il Milan; quando ormai tutto sembra perduto. Annichiliti dopo soli cinque minuti di gioco per i gol di Inzaghi e Pato, gli azzurri ricuciono lo strappo, attaccano più con il cuore che con le gambe e dopo l'espulsione per doppia ammonizione di Abate all'86' raccolgono i frutti di una gara sofferta, accorciando prima con Cigarini al 90' e pareggiando al 93' di Denis. Bravi gli azzurri a crederci fino in fondo; ingenui i rossoneri che dopo un primo tempo con i fiocchi, gestiscono male la ripresa e il finale e vengono acciuffati dopo otto giorni di rimonte.


PARTITA A SCACCHI — L'autostima del Napoli si riconosce nell'entusiasmo di Walter Mazzarri che modella la squadra a piacere. C'è il Milan? Ecco quindi un più prudente 4-2-3-1, perché una punta sola (Quagliarella) non dà riferimenti e tre piedi buoni come quelli di Maggio, Lavezzi e Hamsik sanno fare tanto male. Per ostacolare senza limiti i rossoneri, piazza davanti alla difesa Pazienza e Gargano, uomini di rottura. L'autostima convince invece Leonardo a insistere sul 4-3-3, con quattro varianti rispetto a Verona: Abate per Oddo, Zambrotta per Antonini, Ambrosini al posto di Flamini e Inzaghi preferito a Huntelaar. E' la partita a scacchi ipotizzata dal tecnico rossonero che si riserva di correggere in corsa.

UNO-DUE — Ma le vie del calcio sono infinite e imprevedibili. Basta infatti poco al Milan per cucirsi addosso la partita e pochi secondi a Inzaghi per infilare De Sanctis. Bravo Seedorf a tagliare verticalmente la distratta difesa del Napoli e servire Inzaghi, pronto come un avvoltoio a raccogliere al limite, penetrare in area e battere di sinistro De Sanctis. Un pugno nello stomaco a cui si aggiunge il gancio destro micidiale di Pato quando scatta il 6'. Inzaghi allunga di testa dalla linea del centrocampo per lo straordinario "Papero" che fugge via: scatto bruciante e testa alta per metà campo, poi il bolide sicuro che incide il 2-0 sul tabellone. San Paolo ammutolito e Napoli che prima di riprendersi impiega una decina di minuti.


PAURA NESTA — La volontà non manca. Mazzarri predica velocità e la squadra applica i consigli, ma regna troppa confusione nonostante l'impegno di Hamsik e Maggio. Il Milan, senza Nesta dall'8' per un problema all'adduttore della gamba destra, si difende e riparte, ma senza esagerare, badando semmai a rallentare il ritmo. A funzionare, e questa è la nuova idea, è la posizione di Seedorf nel vertice alto del centrocampo. L'olandese recupera palle e si sacrifica coprendo spazi e i vuoti di Ronaldinho, il cui fuoco predicato da Leonardo è ancora un'immagine allegorica. Il Napoli ci mette il cuore, ma si perde negli ultimi metri per mancanza di lucidità e distrazione.

RIECCO DIDA — Dopo il riposo il Milan in possesso palla congela il gioco perché capisce che il Napoli ha polmoni e passione per andare in gol. Gli azzurri sono treni che volano sulle fasce e a ripetizione Dida deve esaltare il suo grande spessore. Prima respingendo due volte su Lavezzi e Maggio al 2', poi chiudendo la strada all'11' a Gargano, ad Hamsik e ancora a Lavezzi. Leonardo corre ai ripari per non rovinare la festa e abbandona il 4-3-3 per un compatto 4-4-2. Il sacrificato è Ronaldinho per l'interditore Flamini; il Gaucho non ci sta e manda a quel paese Leonardo. Mazzarri dal canto suo rivoluziona tutto: dentro Cigarini, Datolo e Denis, fuori Pazienza, Campagnaro e Quagliarella. Ma il passare del tempo coincide con il calo fisico degli azzurri che attaccano a folate, ma senza incidere. Il Milan ci mette poi del suo frammentando il ritmo con un sapiente possesso palla. Quello che poi fa ripartire l'azione e al 21' potrebbe regalare il 3-0 se Inzaghi, dopo avere evitato De Sanctis, non alzasse troppo la mira oltre la traversa. Al 40' è invece Grava ad anticipare Borriello al momento del tiro.


FINALE DA FILM — Dal 41' il Milan gioca in dieci per l'espulsione di Abate (doppia ammonizione) e l'uomo in più paga. Al 45' arriva infatti il gran gol di Cigarini: botta dalla distanza nel sette. E' proprio vero: le vie del calcio sono infinite e imprevedibili, perché il 48' regala lo splendido colpo di testa di Denis a fil di palo su cui Dida non può nulla. Giustissimo per il Napoli e Mazzarri; velenoso e difficile da digerire per il Milan e Leonardo. Proprio un finale da film. Che a De Laurentiis piacerà molto.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
28/10/2009 23:54
 
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Floro Flores scatenato
La Roma cade ancora

Una doppietta dell'attaccante su due situazioni di palla inattiva regalano all'Udinese una preziosa vittoria per 2-1 contro i giallorossi, cui non basta il momentaneo pari di De Rossi. Espulsi Taddei e Basta

UDINE, 28 ottobre 2009 - Una buona Roma si è arresa a un’Udinese capoccia, quella di uno scatenato Floro Flores. L’attaccante bianconero ha infatti risolto il match della decima giornata con due colpi di testa da situazione di palla inattiva. Ai giallorossi non è bastato il momentaneo pari di De Rossi. Gli infortuni non hanno aiutato certamente la truppa di Ranieri, oggi apparsa comunque viva. Il rammarico resta perché sono state molte le occasioni non sfruttate. Vucinic nel finale avrebbe anche potuto pareggiare. Però il successo dell’Udinese è meritato: i padroni di casa hanno colpito nei momenti giusti e preso tre punti pesanti. Per i giallorossi continua la crisi di risultati.


ERRORI — La partita è iniziata con un po’ di errori da ambo le parti. Poi è la Roma ad accendere il match con Vucinic, apparso in ottima serata da centroboa smistatore di palloni per gli inserimenti dei compagni da entrambe le fasce e dal centro. Al 9’ è Brighi a vedersi ribattuto un tiro in corner. Poi Mirko in due minuti libera prima De Rossi che calcia debolmente e poi Brighi che trova preparato Handanovic. E’ una bella Roma ma proprio nel momento migliore i giallorossi beccano il gol: da punizione sulla sinistra, incursione vincente di Floro Flores che trova l’incrocio dei pali. E’ il 21’. La Roma sbanda, l’Udinese potrebbe affondare ma non ci riesce malgrado alcune buone occasioni. In particolare al 24’ con Asamoah che solo davanti a Doni perde l’attimo per calciare, si allarga e lascia il tempo al portiere giallorosso di chiudere lo specchio.


IL PARI — Così la Roma resta unita e continua a creare gioco. Le occasioni si moltiplicano: al 32’ Guberti liscia un tiro al volo, al 38’ è Handanovic a respingere da pochi passi una legnata di Motta, bravissimo nello stop a seguire di petto. Il pari è maturo e al 42’ arriva meritato. Anche in questo caso da situazione di palla inattiva: corner da destra, stacco di Juan, Handanovic respinge dove è appostato De Rossi che da un metro mette dentro.

ASCENSORE — La ripresa è tutta diversa perché al 3’Taddei (innervosito da una manata di Inler) ne dice due di troppo al guardalinee e viene espulso. Un episodio che paradossalmente non aiuta l’Udinese: i friulani premono ma si trovano di fronte una buona organizzazione difensiva degli ospiti: la partita si inceppa. I due tecnici provano a cambiare il match inserendo Andreolli e Cicinho (la Roma), Isla e Pepe (l’Udinese). Al 33’ Basta prende il secondo giallo e le due squadre tornano in parità numerica. Tutto sembra dunque volgere al naturale pari quando al 39’, da corner, Floro Flores prende l’ascensore e di testa fulmina ancora Doni. Toccherebbe a Vucinic riequilibrare la partita, ma il tocco solo davanti ad Handanovic è clamorosamente fuori. Giusti i 3 punti all’Udinese.

Giusto Ferronato

Fonte: gazzetta
28/10/2009 23:59
 
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Muslera, ma che fai?
Il Cagliari inguaia la Lazio

I sardi vincono 1-0 all'Olimpico grazie a Matri, che sfrutta una papera del portiere biancoceleste per segnare il gol partita. Romani generosi ma mai brillanti

ROMA, 28 ottobre 2009 - Come sono lontani i fasti di Pechino. Una Lazio poco brillante, nervosa e contratta viene battuta 1-0 dal Cagliari all'Olimpico e aggrava la crisi che alla vigilia della partita ha portato 200 tifosi a contestare la squadra a Formello. Mossa che in realtà ha finito col far aumentare la tensione: la Lazio, già limitata di suo, gioca come se fosse imbrigliata dalle sue stesse paure. Bene invece il Cagliari di Allegri, che si conferma squadra molto adatta alle gare in trasferta. Buona organizzazione tattica, compattezza e uomini veloci per provare il contropiede. Anche se, senza il gentile omaggio di Muslera, magari avrebbe portato via solo un punto. Già, Muslera, il portierino che sembrava maturato ma che con l'errore sul gol decisivo di Matri è ripiombato nelle sue insicurezze. Altra brutta gatta da pelare per Ballardini, alle prese con un momento che definire complicato è un eufemismo.

MINI TURNOVER — Le tre partite previste in una settimana condizionano solo in parte le scelte di Ballardini, che dietro al tandem Zarate-Rocchi inizialmente ripropone lo scontento Foggia e a centrocampo lancia il baby Perpetuini, tenuto in grande considerazione dall'ex tecnico del Palermo. Allegri cambia ancora meno, l'unico vero titolare in panchina è Dessena, che lascia spazio a Biondini, a segno domenica scorsa col Genoa.

NOIA — La partenza promette bene. Matri si coordina bene per la girata, che però è centrale. Sull'altro fronte Kolarov entra in area e impegna col sinistro Marchetti. Ma i fuochi d'artificio, se vogliamo chiamarli così, finiscono qui. Il resto del primo tempo offre pochissimo. Il Cagliari si difende bene e non trema mai. Zarate invoca il rigore per una leggera trattenuta di Agostini, ma lo 0-0 al riposo rispecchia quanto (non) visto in campo.

MA COSA FA? — Si riparte con Mauri per Perpetuini, ma è un episodio ad accendere la gara. Al 5' una punizione di Conti, forte ma centrale, fa combinare la frittata a Muslera, che si fa sfuggire la palla in maniera incredibile consegnando a Matri un facile 1-0. Va proprio tutto male alla Lazio. La reazione dei biancocelesti è comunque velleitaria. Non basta la terza punta (Cruz) e nemmeno un paio di spunti indivuali di Zarate, sempre bello da vedere ma alla resa dei conti poco incisivo. Così sono i sinistri da lontano di Kolarov le più grosse preoccupazioni per l'attento Marchetti, che blinda la vittoria dei sardi, legittimata dal palo di Lazzari nel finale. Proprio come nello scorso campionato, concluso con una salvezza comoda. E la sensazione è che anche quest'anno possa essere così.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
29/10/2009 00:02
 
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Genoa cinico, 2-1 ai viola
Fiorentina ancora k.o.

Viola belli ma spuntati in attacco, proprio nel giorno del debutto del tridente Gila-Mutu-Jovetic. Rossoblù ancora in difficoltà nel gioco ma più concreti davanti, dove Palladino segna con un tacco delizioso e Mesto trova il raddoppio. In mezzo il gol di Marchionni. La squadra di Prandelli recrimina per due pali e due probabili rigori negati

GENOVA, 28 ottobre 2009 - Viene annunciato l'inedito tridente Gila-Mutu-Jovetic e ti aspetti una Fiorentina sfavillante in attacco. E invece vedi una squadra che gioca bene ma conclude poco, e quando lo fa lo deve a centrocampisti e difensori. Mentre un Genoa bruttino è però cinico quanto basta per metterla dentro quando serve e portare a casa i tre punti

SCHERMAGLIE — Si parte con vivaci schermaglie a centrocampo, dove entrambe le squadre pressano stretto. E con una leggera supremazia territoriale dei viola, che però stenta a produrre occasioni. Dall'altra parte invece la difesa viola si fa sorprendere da Sculli, che di testa su cross di Palladino sfiora il palo alla sinistra di un Frey immobile. Il campanello d'allarme si aziona subito e la reazione della Fiorentina è tale da produrre nell'area genoana due episodi su cui l'arbitro Saccani appare troppo "inglese". Prima è Vargas a riuscire a toccare in mezzo un pallone su cui si avventa Gila, che però viene spinto da dietro quel tanto che basta per ruzzolare su Amelia. Poi fa tutto Montolivo: tiro, respinta di Amelia a campanile, ancora Montolivo che va a saltare di testa da pochi passi ma che riceve una spintarella da dietro da Bocchetti sufficiente a sbilanciarlo e a far sfumare l'occasione. Poi sono ancora i viola a produrre gioco e ad attaccare, ma senza mai creare problemi veri ad Amelia. Sull'altro fronte, invece, quando i rossoblù riescono ad arrivare nei pressi dell'area sono decisamente più pericolosi: ci vuole il solito Frey per mettere una pezza prima su Sculli, poi su Palladino con un grande riflesso di piede a ancora su Modesto. Quando però Palladino riceve sul filo del fuorigioco (ma in posizione regolare, l'offside è di Crespo e ininfluente), stoppa di petto e si inventa un delizioso e angolatissimo tacco, anche il portierone francese deve arrendersi. E i viola vanno in spogliatoio recriminando contro l'arbitro ma anche contro la loro poca concretezza.

LA RIPRESA — Il Genoa riparte caricato, mentre i viola faticano ancora a produrre occasioni. E' soprattutto la gabbia anti-Jovetic escogitata da Gasperini a togliere fantasia alla manovra fiorentina a suon di raddoppi o anche marcature triplicate. Così Prandelli decide di richiamarlo in panca e di potenziare il gioco di fascia con Marchionni, mossa alla quale segue a breve giro di posta l'ingresso di Zanetti per Donadel. L'effetto è immediato: Montolivo prende un palo con uno splendido tiro dalla distanza e ne "ispira" un altro crossando per Gamberini che di testa coglie il montante. Poi finalmente ecco il gol: lo firma Marchionni ben innescato da Pasqual. Ma anche Gasperini, dalla tribuna, pilota i cambi giusti: entrano Palacio e Mesto e sono proprio loro a confezionare il gol del raddoppio. A quel punto sale in cattedra Amelia, che sventa su Dainelli oltre che sul solito Montolivo. Ed è determinante insieme a un po' di fortuna per difendere fino in fondo la vittoria.

Pier Luigi Todisco

Fonte: gazzetta
29/10/2009 00:06
 
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Parma 4° con Bojinov-Paloschi
Bari, primo scivolone esterno

La squadra di Guidolin lanciata a quota 17 punti da due prodezze dei suoi giovani attaccanti. Per gli uomini di Ventura prima volta con due reti al passivo

PARMA, 28 ottobre 2009 - Servivano due magie per perforare la difesa meno battuta del campionato. Il Parma ringrazia Bojinov e Paloschi per il 2-0 al Bari e vola al quarto posto a quota 17 punti. Per gli uomini di Ventura, che mai avevano subito due reti in questa stagione, è la prima sconfitta esterna che pone fine a una striscia positiva lunga quattro turni. Vittoria meritata quella degli emiliani, che hanno fatto la partita nel primo tempo mettendola in cassaforte nella ripresa. Il Bari in difesa è il solito muro, ma i pugliesi in avanti hanno combinato davvero poco, anche quando dalla panchina si è alzato Barreto

LE SCELTE — L'influenza costringe Guidolin a cambiare formazione: Dellafiore completa il terzetto difensivo con Panucci e Lucarelli, Antonelli si posiziona a sinistra di un centrocampo in cui Lunardini è il perno centrale, Paloschi e Lanzafame sono la coppia d'attacco. Ventura riaffida a Parisi la fascia sinistra difensiva, ripropone Gazzi a centrocampo e tiene Barreto in panchina, affidandosi in avanti a Meggiorini e Kutuzov.

TUTTO CHIUSO — Il primo tempo non è di quelli da ricordare: una sola occasione da gol, al 33', quando Kutuzov dribbla anche Mirante ma si allarga troppo consentendo a Antonelli di salvare sulla linea con una scivolata disperata. Prima e dopo è noia. Il Parma fa la partita, cercando di sfondare soprattutto a sinistra dove Antonelli è molto attivo ma poco preciso. Il Bari però in difesa è insormontabile, tanto che completa il decimo primo tempo della sua avventura in serie A senza subire una rete: Ranocchia e Bonucci sovrastano fisicamente Paloschi e Lanzafame, che sono costretti a girare al largo per vedere un pallone. Ma la squadra di Ventura si accontenta di contenere, con Alvarez latitante sulla destra e la coppia Donati-Gazzi che non riesce a fare gioco. Lo 0-0 del 45' è il risultato più logico.

LE MAGIE — Guidolin prova a dare la scossa al Parma inserendo Bojinov e Dzemaili per Lanzafame e Galloppa, dopo meno di dieci minuti della ripresa. La mossa ci mette poco a dare i suoi frutti: al 13' Bojinov converge da destra e spara un sinistro da fuori che si infila all'incrocio dei pali. Per il bulgaro è la rete numero 3 in stagione. Otto minuti dopo Paloschi raddoppia con un'altra magia: il 19enne in comproprietà col Milan controlla in area liberandosi di Ranocchia, e col destro disegna una parabola che si infila alle spalle di Gillet. Per il numero 43 è la quarta rete in stagione, la seconda in tre giorni dopo quella segnata domenica.

SOTTO CONTROLLO — Ventura si affida a Barreto per cercare di rimontare, ma il Bari ha poche idee e il Parma controlla bene. Gli uomini di Guidolin non rinunciano comunque ad attaccare, trascinati dalla voglia di Paloschi che corre dietro a ogni pallone, anche in difesa. Gli emiliani volano con la quarta vittoria casalinga in 5 esibizioni al Tardini, i pugliesi restano fermi a quota 14.

Davide Chinellato

Fonte: gazzetta
29/10/2009 00:10
 
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Marcolini, magia da tre punti
Catania k.o. con il Chievo

Il centrocampista si fa perdonare dopo il rigore sbagliato e regala il successo alla squadra di Di Carlo, passata in vantaggio nel primo tempo con Mantovani e raggiunta dal rigore di Mascara. Espulso Morimoto

CATANIA, 28 ottobre 2009 - Il Chievo si riprende dopo le due sconfitte consecutive e trova tre punti d'oro al Massimino. La squadra di Di Carlo si porta così a quota 14, spostandosi nelle acque tranquille della colonnina sinistra della graduatoria. Sprofonda invece il Catania, che viene sorpassato da Bologna e Livorno e si trova ora al penultimo posto.

SQUADRE — Atzori schiera l'undici annunciato, con il rientro dal 1' di Pablo Ledesma dopo i sei mesi di stop e quello di Andujar tra i pali; davanti non c'è Martinez: spazio a Ricchiuti e Mascara alle spalle di Morimoto. Di Carlo lancia invece Bentivoglio a supporto di Granoche e Pellissier, con Iori e Marcolini in regia; dietro c'è invece il fischiatissimo ex Sardo al posto di Frey.

DOPPIO MURO — La gara è subito vivace ma le occasioni latitano. Ci prova Bentivoglio di testa al 12' sul cross di Luciano, ma la sua deviazione è imprecisa. Per il resto vincono le difese: bene Spolli su Pellissier in un paio di circostanze, così come Yepes sui tentativi di assist di Mascara. Ricchiuti, molto mobile, prova il colpo in controbalzo ma non ha fortuna.

SCOSSA — Alla mezzora, la svolta. Al primo errore la retroguardia del Catania viene punita: calcio d'angolo, dormita generale e sinistro al volo di un indisturbato Mantovani che segna il suo primo gol in stagione. Nei minuti seguenti c'è un calo di tensione e succede un po' di tutto. Spolli atterra Pellissier in area e Marcolini fallisce lo 0-2 centrando il palo dagli undici metri. Passano sei minuti e Yepes restituisce il favore: fallo su Ricchiuti e calcio di rigore. Mascara non sbaglia e si va all'intervallo sull'1-1.

RIPRESA — Nel secondo tempo il Catania parte con un piglio migliore. Atzori dà spazio a Llama e Plasmati e guadagna un po' di vivacità. L'attacco rimane comunque leggero, e la coppia Mandelli-Yepes si salva sempre senza troppi affanni. Potenza e Plasmati ci provano con due colpi di testa, che si spengono sul fondo. Dall'altra parte si segnala un gol (giustamente) annullato a Luciano per fuorigioco e poco altro.

RISCOSSA — Il gol partita arriva al 25', quando Marcolini decide di farsi perdonare l'errore dal dischetto e inventa un grandissimo gol: sinistro incrociato dal vertice dell'area, con Andujar che non può nulla sulla palombella beffarda. L'episodio taglia le gambe al Catania, che aveva speso molto fino a quel momento. Gli etnei continuano a insistere e dove manca lucidità non arriva nemmeno la fortuna a riportare le cose nel verso giusto.

SUPER-PARATA — Al 32' Llama prova un gran sinistro da fuori, ma trova sulla sua strada un grande Sorrentino, fin lì poco impegnato. Confusi e vani tutti i tentativi finali del Catania; negli ultimi minuti arriva anche il rosso diretto a Morimoto, per un brutto fallo di frustrazione. I rosso-azzurri sprofondano così in piena zona retrocessione.
Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
29/10/2009 00:12
 
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Adailton esalta il Bologna
Siena k.o., Giampaolo via?

Un gol per tempo del brasiliano e di Osvaldo regalano il primo successo a Colomba. Inutile il 2-1 di Calaiò nel finale. Contestazione dei tifosi toscani che invocano un ritorno di Beretta

BOLOGNA, 28 ottobre 2009 - Vola, Colomba. Con l'arbitro Romeo, l'Osvaldo furioso e le lenzuola anti-Menarini alle finestre, la prima vittoria del tecnico subentrato a Papadopulo ha sapori antichi. Non a caso il migliore è Adailton, che proprio giovane non è (classe '77), anche se ormai è sempre più la sua stagione: 5 presenze, 3 gol. Con lui si esalta Viviano, premiato prima della partita come miglior numero uno della B nella passata stagione. C'era voglia di dimostrare qualcosa, evidentemente: Ghezzal, Maccarone e Codrea ci provano, ma non passano. Il Siena gioca meglio, ma non segna. Ore contate per Giampaolo? I tifosi invocano un ritorno di Beretta.

CHE ADAILTON — Nel Bologna non c'è Di Vaio, squalificato, al suo posto Osvaldo. Confermati Valiani e Adailton sulla trequarti. Dall'altra parte Rossi e non Del Grosso sulla sinistra, Ghezzal a far coppia con Maccarone. Calaiò si vede solo nella ripresa. Partono meglio i toscani, più squadra e più gioco, ma Adailton prende la mira: al 9' traversa su punizione. Jajalo impegna Viviano e sul ribaltamento il Bologna passa: Ficagna liscia la passa a centrocampo, Adailton s'invola e con uno splendido diagonale batte Curci (16'). Da qui in poi, solo Siena. Prima è Ghezzal a esaltare i riflessi di Viviano, poi tocca a Codrea provarci dalla distanza: punizione potente e destro in corsa, ma il rossoblù fa buonissima guardia. Colomba se la prende con Osvaldo che non fa salire i suoi. Per dirla col tecnico, "fa le delle cose buonissime ma poi perde la palla così...".


OSVALDO POLEMICO — L'italo-argentino si riscatta nella ripresa. La trama è la stessa, Siena che fa la partita, padroni di casa che ci provano di rimessa. Viviano deve smanacciare ancora su una punizione di Calaiò, subentrato a Codrea, poi salgono in cattedra i "dissidenti": cross di Lanna, testa di Osvaldo e 2-0. Per i più fischiati (assieme a Mudingayi) d'un colpo scrosciano applausi ma lo stesso l'esultanza dei due è polemica, con l'orecchio teso alla tribuna. Colomba gongola, Giampaolo si dispera e mette anche Paolucci, la quarta punta. Adailton esce tra gli applausi dopo aver colpito un'altra traversa, Calaiò accorcia al 42' ma non basta. Il Siena resta ultimo, il Bologna esce dalla zona retrocessione.

Claudio Lenzi

Fonte: gazzetta
29/10/2009 00:16
 
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Il Livorno di Cosmi vola
Prima sconfitta per Conte

Un colpo di testa di Miglionico, con evidente compartecipazione di Consigli, regala la seconda vittoria consecutiva ai toscani.

LIVORNO, 28 ottobre 2009 - Niente cinema, niente record e fine dell'imbattibilità per Conte. Il tecnico dell'Atalanta, che lamentava la presenza del fantasma Del Neri, si ferma a cinque risultati utili consecutivi, proprio come il suo predecessore. E proprio come il suo predecessore raccoglie una sconfitta che brucia. Per Cosmi seconda vittoria consecutiva dopo quella di Roma: massimo risultato col minimo sforzo per il Livorno, decide una papera di Consigli.

UN REGALO PER CONTE — In dubbio fino all'ultimo, come d'abitudine, Cristiano Doni recupera e parte titolare: Ceravolo deve aspettare ancora il suo turno in panchina; confermato, invece, il rientro di Talamonti al posto del connazionale Pellegrino. Nel Livorno Cosmi preferisce Diniz a Galante, Lucarelli ritrova la maglia da titolare e affianca Tavano in attacco; a centrocampo spazio a Filippini per 43', poi il centrocampista bresciano s'infortuna e al suo posto entra Marchini.

DIECIMILA CAFFE' — Sono quelli che servirebbero per tenersi svegli in un primo tempo che definire soporifero è un eufemismo. Squadre lentissime e imprecise (soprattutto il Livorno) e rarissime occasioni da rete. Anzi, due per la precisione, una in avvio per l'Atalanta - ma Tiribocchi spreca da ottima posizione un assist delizioso di Doni - e una per Pulzetti - che proprio all'ultimo secondo utile calcia fuori un rigore in movimento. Nel mezzo gli spettatori si cimentano in una gara di sbadigli.

BERGONZI-LUCARELLI 3-0 — Già in avvio di partita Lucarelli e Talamonti si erano scambiati "effusioni" in area, ma Bergonzi - intimidito - ha fatto finta di non vedere l'abbraccio del difensore. Poco dopo, lo stesso attaccante amaranto si regala un turno di riposo abbattendo l'argentino a centrocampo, rimediando il giallo e la squalifica automatica per la gara contro l'Inter. Come se non bastasse, ad inizio ripresa, altro tonfo in area sull'abbraccio di Talamonti, Bergonzi gli fischia ancora contro - immaginiamo per una presunta simulazione - ma se non altro gli risparmia la doccia anticipata. Cosmi, però, annusa il pericolo, lo toglie dal campo e inserisce Danilevicius.

PAPERISSIMA SPRINT — In una gara che è praticamente chiusa a doppia mandata, ci pensa Consigli a spalancare la porta: il colpo di testa di Miglionico al 23' è una palla facile facile per il portierino nerazzurro, peccato che si addormenti e se la faccia sfilare sotto le mani. Per il difensore uruguaiano è il primo gol in serie A, ma dovrebbe trovare il modo di sdebitarsi con l'estremo difensore bergamasco, autore di un regalo con tanto di fiocco. Della reazione atalantina - se si eccettua un maldestro tentativo di pallonetto di Ceravolo che termina alto - nessuna traccia.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
29/10/2009 23:38
 
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Pazza Inter: 5-3 al Palermo
Prima domina, poi barcolla

Balotelli e Eto'o portano i nerazzurri sul 4-0 nel primo tempo, nella ripresa grande reazione della squadra di Zenga: la doppietta di Miccoli e Hernandez riportano sotto i rosanero, che devono capitolare sull'ennesima grande azione di Maicon, trasformata in gol da Milito. Ora sono a +4 sulla Juventus

MILANO, 29 ottobre 2009 - Destini in continuo mutamento. Due giovani in rampa di lancio all'Inter, Balotelli e Santon: fino all'anno scorso Davide era il bravo ragazzo, il cocco di Mourinho, e Mario l'incorreggibile. Poi qualcosa è cambiato: Balotelli resta oggetto delle attenzioni particolari del tecnico, ma anche Santon non è più così perfettino. Ieri il definitivo cambio della guardia: Balotelli protagonista del primo tempo mostruoso da 4-0. Santon entra nella ripresa per Chivu, quando l'attaccante deve abbandonare, e diventa l'anello debole da cui parte il tentativo di rimonta del Palermo. Mourinho prima gli urla di tutto, poi si accorge che è in "bambola" e lo lascia stare. Ma il "bambino" dovrà sudare per recuperare la fiducia. Quei due sono le facce di un'Inter che chiude la gara subito, se la fa riaprire dal Palermo, e poi la richiude con il 5-3 di Milito, servito da un immenso Maicon.


BALOTELLI, SHOW INTERROTTO — In mezzo alla grande prestazione dell'Inter del primo tempo c'è la seratona di Balotelli. Mario inizia male, con una scenetta quando si procura il rigore: non vuole lasciarlo ad Eto'o, Zanetti deve portarlo via e lui inizialmente non esulta nemmeno per il gol. Poi si accorge della situazione e va ad abbracciare Eto'o, che lo aveva guardato male. Da lì in poi è un crescendo, con il colpo di testa su corner per il 2-0, la zampata a porta vuota sul colpo di testa di Cambiasso per il 3-0, l'assist a Eto'o per il 4-0. Balotelli show, che si interrompe al 3' del secondo tempo, quando si ferma in mezzo al campo, per un problema probabilmente legato a una reazione allergica a un farmaco, lasciando il posto a Milito. Seguiranno accertamenti.


INTER, PRIMA SPETTACOLO, POI ANSIA — "Pazza Inter, amala" suona alla fine della gara. E in effetti i nerazzurri sono pazzi, eccome. Nel primo tempo sono mostruosi, affondano a piacimento, nel secondo si sciolgono. Non solo Santon sul banco degli imputati, ma anche i due difensori centrali. Certezze, in entrambi i tempi: Cambiasso davanti alla difesa, ma soprattutto Maicon, probabilmente il "terzino" che sposta più equilibri, anche a livello europeo. C'è lui in molti dei gol nerazzurri, c'è la sua spinta costante quando il Palermo crede di non poter opporre resistenza, nel primo tempo. C'è la sua azione travolgente per chiudere la gara, con un cross che Milito deve solo spingere dentro. Il 5-3 riporta comunque l'Inter a +4 sulla Juventus. La risposta alla Juve arriva nel primo tempo, la ripresa sarà oggetto delle grida di Mourinho.


PALERMO, BUIO E POI LUCE — Walter Zenga ritorna in quella che è stata la "sua" casa e che vorrebbe ritrovare un giorno dal allenatore. Striscione "Bentornato Water, cuore della Nord", cori, applausi e commozione per il tecnico del Palermo. A voler essere cattivi, Zenga ricambia l'omaggio schierando il debuttante Melinte sulla sinistra: il romeno è una mezza sciagura, causando subito il fallo da rigore e poi non riuscendo mai a tenere Maicon, che affonda a piacimento. A dir la verità, Walter non ha tante scelte, con Balzaretti e Bovo squalificati. Tanto che per sostituirlo, nel secondo tempo, deve cambiare assetto, inserendo una punta: sotto 4-0, non c'è molto da perdere. C'è da rimontare, invece. Palermo con tre attaccanti, che si scambiano di posizione continuamente, più Pastore; Cassani straripante a destra, mentre dalla panchina arriva chiaro l'ordine di cercare sempre la verticalizzazione. In diciotto minuti, fra il 4' e il 22' della ripresa, il Palermo fa tre gol: il primo con un lancio lungo per Miccoli, il secondo con una delle tante poiezioni offensive di Cassani (assist per Hernandez), il terzo ancora con un filtrante di Cassani per lo scatto di Miccoli, che così raddoppia il suo bottino: sono i primi gol contro l'Inter. Non basteranno per l'incredibile rimonta, ma sono il sintomo che la squadra c'è.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
30/10/2009 21:46
 
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SERIE A 2009/2010 10ª Giornata (Andata)

Incontri del 28/10/2009
Bologna - Siena 2-1
Catania - Chievo 1-2
Genoa - Fiorentina 2-1
Juventus - Sampdoria 4-1
Lazio - Cagliari 0-1
Livorno - Atalanta 1-0
Napoli - Milan 2-2
Parma - Bari 2-0
Udinese - Roma 2-1
Posticipo del 29/10/2009
Inter - Palermo 5-3

Classifica
1) Inter punti 25;
2) Juventus 21 punti;
3) Sampdoria punti 20;
4) Parma punti 17;
5) Milan e Genoa punti 16;
7) Fiorentina e Palermo punti 15;
9) Bari, Chievo, Napoli e Udinese punti 14;
13) Cagliari punti 13;
14) Roma punti 11;
15) Lazio punti 10;
16) Atalanta e Bologna punti 9;
18) Livorno punti 9;
19) Catania punti 7;
20) Siena punti 5.
31/10/2009 21:13
 
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Juve, che imbarcata
Napoli, rimonta storica

Finisce 2-3 il primo anticipo dell'11ª giornata: bianconeri sul 2-0 con Trezeguet e Giovinco, poi entra Datolo e gli azzurri si scatenano con Hamsik (doppietta) e l'argentino. Nel finale espulso Amauri, Camoranesi out per infortunio

TORINO, 31 ottobre 2009 - Qualcosa è cambiato, dicevano i giocatori e i tifosi della Juve dopo lo scintillante 5-1 alla Samp. Mai parlare troppo presto. I bianconeri perdono una partita sanguinosa contro il Napoli. Da 2-0 a 2-3. Con un secondo tempo disastroso nel contesto di una prestazione mai troppo brillante. Ma una grande squadra, quando si trova avanti di due gol al 9' della ripresa senza grandi meriti, deve saper gestire. Non dare spazio a un Napoli già sull'orlo della sconfitta. Neppure Ferrara ci ha convinto. Proprio sicuro che sul 2-2, con una squadra già stanca perchè devastata dagli infortuni, fosse il caso di levare un mediano (Poulsen) per inserire Amauri?


SCELTE — Ferrara non vuole cambiare nulla dopo la Samp. La febbre dirotta in panchina Amauri, così è Trezeguet il terminale offensivo. Pousen è il partner di Melo in mediana: tutto scontato dopo lo stop di Sissoko. Mazzarri esclude Quagliarella a vantaggio di Denis. Più del gol in extremis al Milan incide la miglior compatibilità con Lavezzi, che ha bisogno di un giocatore prestante fisicamente per rendere al meglio. Il problema è il peso realizzativo dell'argentino, piuttosto trascurabile.

SUBITO OCCASIONE — Non si fa in tempo a battere il calcio d'inizio che Giovinco si trova a tu per tu con De Sanctis dopo un'errore della difesa di Mazzarri simile a quello commesso contro Pato in Napoli-Milan, trasformato dal papero nel provvisorio 2-0. Il piccolo fantasista incrocia la conclusione e manda a lato. Che spreco!

DENIS SCIUPA — La partita scorre piuttosto equilibrata. La fanta-Juve ammirata con la Samp è un ricordo. La circolazione di palla è piuttosto lenta. Poulsen non fa passare uno spillo, almeno finchè regge fisicamente, ma è scolastico quando imposta. Melo non è un regista. Diego alterna un paio di numeri a lunghi momenti di pausa. Così il Napoli, che si infila sui lati del 4-2-3-1 bianconero con i movimenti e la classe di Lavezzi e Hamsik, prende quota. Aronica stuzzica Buffon. Ma è German Denis a sprecare ciò che non andrebbe sciupato. Per due volte il Tanque si trova a saltare libero di testa dopo un corner e non trova la porta. Soprattutto nella prima circostanza bisognava fare gol. Sul banco degli imputati la difesa bianconera, con Cannavaro che per due volte si perde l'argentino.


ALTRO INFORTUNIO — Alla mezz'ora l'infermeria Juve, più affollata di una metropolitana nell'ora di punta, si ritrova con un altro pezzo da novanta. Scontro Camoranesi-Contini: la gomitata del difensore, che pare involontaria, apre la fronte dell'italo-argentino, che perde sangue a fiotti. dentro Tiago e Juve sempre più a pezzi. Quattro punti di sutura per uno dei giocatori Juve di Ferrara, che in Champions dovrebbe esserci.

RAZZA BOMBER — Tiago si piazza nella stessa zona del compagno, pur senza averne caratteristiche, passo e qualità. Non fai in tempo a pensare che la Juve ha perso molto che arriva il gol. Abbastanza inatteso. Grygera si improvvisa terzino dai piedi buoni e pennella un cross di sinistro notevole. Trezeguet brucia Campagnaro (colpevole) sul primo palo e impatta di testa la rete dell'1-0. La quinta stagionale, la 166ª in bianconero. Sono i suoi gol. Quelli di una prima punta che in area ha pochi rivali e che manda al riposo i bianconeri avanti. Non del tutto meritatamente.

AD ARMI PARI — Si riparte senza cambi. Il Napoli vuole giocarsela e alza il baricentro. La Juve non si accontenta di gestire. Il secondo tempo parte da subito a mille all'ora.

SCIAGURA CONTINI — Al 9' si mette male per il Napoli. Cross di Grosso dalla sinistra. Contini è da solo e può fare ciò che vuole. Ma l'ex parmigiano serve sciaguratamente Giovinco, che ringrazia del gentile omaggio e fulmina De Sanctis sul primo palo. Difficile vedere certi errori nella Lega Dilettanti, figuriamoci in serie A.

DATOLO SHOW — Mazzarri, sotto di due gol, corregge bene la formazione. Dentro Datolo per Campagnaro, con Aronica che arretra in difesa. L'argentino ci mette un minuto a far emergere i limiti di Grygera servendo un bel cross in mezzo. Grosso è in ritardo nella copertura di Hamsik sul secondo palo e lo slovacco ha vita facile. Lo scrollone non sveglia la Juve. Anzi. Prima Denis non arriva sull'invito di Datolo, poi la difesa Juve si concede un'altra dormita su palla inattiva. Per la terza volta nella partita Denis salta da solo: Buffon fa il miracolo, ma non può nulla sulla conclusione di Datolo, che merita il gol per come ha cambiato la partita.


AVANTI TUTTA — Dopo la bambola la Juve prova a riprendersi. Ma c'è molta stanchezza. Ferrara inserisce Amauri per Polusen (il molle e lento Tiago arretra) e vara una Juve molto offensiva. Forse troppo. Il Napoli ha praterie in contropiede. Soprattutto dalla parte di Grygera. Datolo (ancora lui) scappa via sulla sinistra e crossa, Tiago rende disastrosa una prestazione già insufficiente rinviando sui piedi di Hamsik. Lo slovacco non sbaglia e batte Buffon.

PIOVE SUL BAGNATO — La pressione finale della Juve è confusa. Solo qualche mischia che non spaventa De Sanctis. Mazzarri festeggia quella che può essere la vittoria della svolta per una squadra mai morta. A complicare le cose per la Juve anche l'arbitro Damato, che vede, bontà sua, un colpo di Amauri a De Sanctis in mischia durante il recupero. Il replay assolve il brasiliano. Che però a Bergamo non ci sarà. Unitamente a Del Piero e Iaquinta. E l'Inter a Livorno può andare a +7. Ferrara, si mette male.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
31/10/2009 23:43
 
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Borriello stende il Parma
Il Milan rivede il 4° posto

Due gol dell'attaccante, entrambi su assist di Ronaldinho, regalano la vittoria ai rossoneri, che per la prima volta dall'inizio del campionato salgono in zona Champions. Dida fa la sua parte con due interventi decisivi

MILANO, 31 ottobre 2009 - Due gol di Borriello, uno nel primo tempo e l'altro nel recupero, regalano al Milan la vittoria sul Parma e torna ad annusare il profumo di Champions con il momentaneo quarto posto. Successo nel complesso meritato, l'undici di Guidolin è apparso lontano dalla bella squadra vista mercoledì sera contro il Bari, ma nella vittoria dei rossoneri non sono da dimenticare due fondamentali interventi di Dida, che nel primo tempo ha salvato prima su un gran tiro di Dzemaili, poi su un colpo di testa da distanza ravvicinata di Bojinov.


DIDA SALVA, BORRIELLO SEGNA — Nel Milan c'è il rientrante Gattuso, che fa coppia in mezzo al campo con Pirlo; in difesa l'infortunato Nesta è sostituito da Kaladze, mentre sulla sinistra Leonardo concede un turno di riposo a Zambrotta schierando Antonini; Borriello torna al centro dell'attacco, supportato da Pato, Seedorf e Ronaldinho. Tante novità nel Parma: Guidolin preferisce Dellafiore a Paci nel cuore della difesa, completano il reparto Zaccardo a destra, Panucci al centro e Lucarelli a sinistra; centrocampo a quattro con Morrone, Dzemaili, Lunardini e Galloppa, mentre in attacco confermatissimi Bojinov e Paloschi. L'avvio degli ospiti è incoraggiante: al 10' Dzemaili ci prova con un gran destro dalla lunga distanza, Dida vola sulla sinistra e tocca con la punta delle dita deviando il pallone sulla traversa. Passano due minuti e il Milan trova il vantaggio: il Parma perde palla sulla trequarti avversaria, Pirlo lancia Ronaldinho in contropiede, il brasiliano si invola sulla sinistra sotto lo sguardo impaurito di Dellafiore, vede l'inserimento al centro di Borriello e lo serve con il contagiri, per l'ex genoano è un gioco da ragazzi battere Mirante. C'è una vita per recuperare, ma la reazione del Parma non è delle migliori: troppi velleitari tentativi dalla distanza, squadra lunga, Galloppa è molto attivo sulla sinistra ma tende ad accentarsi troppo lasciando praterie sulla destra per le sgroppate di Oddo, che però al cross ne azzecca poche. Al 23' il Parma va vicino al pareggio: cross dalla sinistra di Galloppa, testa di Bojinov e gran respinta di Dida, che toglie letteralmente la palla dalla linea di porta. Bojinov riesce a liberare il suo pericoloso sinistro al 29', ma la palla è a lato. Al 32' Oddo centra il suo primo traversone, ma Pato liberissimo in mezzo all'area riesce solo a sfiorare. Non accade più nulla fino al riposo: Leonardo rientra sereno negli spogliatoi, Guidolin scuro in volto e meditabondo.


PARMA SPUNTATO — Il gioco riprende con un giallo, anzi due, quelli che l'arbitro Russo commina a Gattuso e Panucci nel tunnel che riporta le squadre campo: i due si prendono a male parole, il direttore di gara passa da quelle parti e per scongiurare la rissa ammonisce entrambi. Il Parma cerca di alzare il ritmo, ma non riesce a sfondare: la squadra resta lunga, i tanti (troppi) traversoni dalla tre quarti sono prevedibili per Thiago Silva e Kaladze. Il Milan, che perde Antonini per un problema alla coscia (al suo posto Zambrotta) controlla senza grattacapi e si fa vedere in contropiede: al 13' è Seedorf a impegnare Mirante con un destro da posizione angolata che il portiere gialloblù respinge di piede. Guidolin ci prova con le tre punte, inserendo Amoruso al posto di Dzemaili, poi cerca di ravvivare la manovra offensiva gettando nella mischia Lanzafame per Bojinov. Episodio dubbio al 24': Pato in contropiede entra in area, passa in mezzo a Lunardini e Lucarelli che si stringono e lo buttano giù, sembra rigore ma l'arbitro fa proseguire. Due minuti dopo il Parma ha la più ghiotta occasione per pareggiare: Morrone lancia Paloschi in contropiede, l'attaccante di scuola rossonera si ritrova solo davanti a Dida ma calcia alto. Poi ci prova Lanzafame con un tiro dalla lunga distanza indirizzato all'angolino alto alla destra di Dida, che blocca in due tempi. Viste le difficoltà degli ospiti, il Milan potrebbe fare qualcosa di più in contropiede, ma i rossoneri sembrano non credere troppo in quest'arma. Nel finale Leonardo manda in campo Ambrosini per Gattuso e Flamini per Seedorf per rinfrescare e rafforzare il centrocampo. Nei cinque minuti di recupero il Milan chiude in bellezza: numero di Ronaldinho sulla sinistra, il brasiliano supera due difensori, mette al centro per Borriello che in sforbiciata raddoppia. Due a zero e tutti negli spogliatoi. Il Milan ne esce rilanciatissimo (tredicesimo punto in quattro partite, tre vittorie e un pareggio), mentre il Parma, ridimensionato, domani rischia di essere scavalcato anche da Genoa (o Palermo) e Fiorentina.

Omar Carelli

Fonte: gazzetta
01/11/2009 20:12
 
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Milito lancia la fuga
L'Inter passa a Livorno: +7

Primo tempo di sofferenza contro la squadra di Cosmi, poi i lampi di Milito e Maicon fissano il 2-0, che vale l'allungo in classifica. Prestazione non eccelsa, ma prima della trasferta di Kiev Mourinho voleva soprattutto i tre punti

MILANO, 1 novembre 2009 - Adesso può pensare a Kiev. E può iniziare a gestire il vantaggio in campionato: prima fuga stagionale per l'Inter di Mourinho. Sette punti su Juventus e Sampdoria, con qualche serio timore (per la suspence del torneo) che sia già quella buona. L'Inter va in fuga sfruttando le forature degli altri: a Livorno non è protagonista di un'azione epica, ma si mette a ruota degli amaranto, li contiene e quando questi vanno in crisi di energie li saluta, sfruttando due lampi, uno di Milito e uno di Maicon. I fuoriclasse sono quelli, i punti di vantaggio iniziano a essere tanti: cinque vittorie di fila, quattro punti più della scorsa stagione. Il Livorno si fa preferire nel primo tempo, ma non colpisce. Non così l'Inter, che sa far male.

INTER, LAMPI DI CLASSE — Non una grande prestazione, se non nella capacità di gestire tatticamente il vantaggio. Mourinho rilancia Mancini, che avrà un impatto quasi nullo sulla partita (partendo con Stankovic dietro a Milito, e poi cambiando varie posizioni) e fa debuttare dal primo minuto Khrin (prestazione sufficiente ma senza squilli), salvo sacrificarlo quando le cose non funzionano, inserendo Eto'o. Prima il progetto di riposo pre-Champions di Cambiasso era naufragato sull'infortunio di Muntari, che prende un calcione sul piede da Diniz, che provava il tiro. Poche idee nel primo tempo, Milito decisivo nell'aprire la gara liberandosi alla grande (finta e controfinta), sulla prima azione vera dei nerazzurri, quando già si era nella ripresa. Il Principe è letale, e quando è senza palla è fondamentale nell'aprire gli spazi. Spazi che sono terreno di conquista per Maicon: il Livorno lo limita per oltre un'ora, ma appena può, spostandosi al centro, infila il suo terzo gol in campionato. Non si cercavano conferme a Livorno, ma solo punti in attesa della gara di Champions, e sfruttando il regalo del Napoli. Così si può ringraziare qualche parata di Julio Cesar e si può passare sopra a uno Stankovic che fatica a trovare la posizione, su poche geometrie, su qualche passo indietro a livello di gioco.

LIVORNO, BUON PRIMO TEMPO — Non sarà esattamente Mago Merlino, ma Serse Cosmi sa sfruttare le risorse che ha: schiera un Livorno con una linea di cinque centrocampisti, più Pulzetti a dare fastidio a Vieira in fase difensiva e a supportare Tavano in fase offensiva. A centrocampo a sorpresa inserisce Vitale, col compito di aiutare Pieri a contenere il mostro Maicon: l'impresa riuscirà, e Vitale si permetterà anche qualche sortita. In mezzo per tutto il primo tempo trova la superiorità numerica, con Candreva che parte dietro ma riesce a ispirare e liberarsi al tiro (ma nella ripresa sbaglia qualche passaggio di troppo) e con i tre difensori che non corrono quasi mai grandi pericoli. Andato sotto, il Livorno si riassesta con due punte (poi diventeranno tre), e continuando a cercare la fase offensiva, ma a quel punto si rischia di più sul contropiede. E a un certo punto finiscono le energie, e l'Inter può gestire il possesso palla. Dopo due vittorie di fila, chiedere una terza magia a Cosmi sarebbe stato troppo.

Valerio Clari


Fonte: gazzetta
01/11/2009 20:20
 
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Viola, 3-1 al Catania
Marchionni trascinatore

Partita bella e combattuta nonostante gli errori arbitrali. Fiorentina subito in gol con l'ex juventino, poi un probabile rigore negato, la discussa espulsione di Dainelli, le difficoltà e il pari catanese a inizio ripresa. Quindi il rosso a Capuano ristabilisce la parità numerica: raddoppia ancora Marchionni, chiude Gila

FIRENZE, 1 novembre 2009 - Il tecnico Atzori aveva chiesto cuore al suo Catania in crisi. Il tecnico Prandelli aveva fatto lo stesso con i viola che in crisi non erano, ma in difficoltà sì. Le squadre obbediscono e ne nasce una gara bella e combattuta nonostante il divario tecnico e gli errori arbitrali. Con una Fiorentina che riprende a muovere la classifica e un Catania che non lo fa ma dimostra che il gioco c'è e il gruppo è unito intorno ad Atzori.

CREDENZIALI — Si parte, e ognuno presenta le sue credenziali. Grande grinta, come appunto chiesto da Atzori, da parte del Catania, che nei primissimi minuti colleziona corner a raffica. Cocktail grinta-qualità, per contro, sul fronte viola, che già al 5' produce risultati: solito traversone preciso e potente di Vargas dalla sinistra, Marchionni che riceve sul lato opposto, si aggiusta rapidamente palla e infila con un bel diagonale sul secondo palo. Partita in discesa? Non proprio, perché il cuore che vuole Atzori continua a battere. E perché la Fiorentina, che non disdegnerebbe un raddoppio in grado di chiudere la partita, lascia qualche spazio di troppo dietro. Così Plasmati prima obbliga Frey a un miracolo dei suoi su azione di angolo, e poi confeziona con Llama una situazione di superiorità numerica in area che poi lui stesso spreca sparando alto. E ancora c'è Terlizzi che su calcio piazzato da sinistra è liberissimo in area dalla parte opposta ma grazia Frey perché conclude totalmente sbilanciato. Dal canto loro, i viola spingono molto, più che altro sulla fascia sinistra, cioè sull'asse Gobbi-Vargas (la destra latita un po' perché Marchionni spazia molto e De Silvestri resta più arretrato), ma stentano a offrire palle veramente buone per Gilardino. Ma la vera complicazione per gli uomini di Prandelli arriva dall'espulsione di Dainelli, colpevole, da già ammonito, di trovarsi lungo il percorso del suo attaccante che finisce a terra: secondo giallo e poi rosso. Prandelli così, allo scadere di tempo, è costretto a sostituire un buon Santana con Kroldrup e ad affrontare la ripresa in 10.

LA RIPRESA — Il Catania raccoglie subito i frutti della superiorità numerica: dopo un paio di minuti dalla ripresa del gioco Mascara da venti metri sulla destra trova un gran tiro dei suoi imparabile sul secondo palo, a cui segue un abbraccio collettivo ad Atzori. La partita si scalda, anche perché c'è un evidente fallo di mano di Carboni (già ammonito) punito solo con il fallo. E a questo punto anche la spinta che Vargas aveva ricevuto nel primo tempo da dietro in area e che non era stata punita acquisisce un altro peso. L'arbitro Tagliavento alza le antenne, capisce l'aria ed è preciso nel doppio giallo a Capuano che ristabilisce la parità numerica. A quel punto i viola ritrovano prima il coraggio, poi il contlrollo della partita. E, nuovamente, il gol arriva puntuale: De Silvestri, che da inizio ripresa ha iniziato a imperversare sulla destra, scambia bene con Marchionni, arriva sul fondo e trova un diagonale con la calamita per l'ex juventino, nel frattempo spostatosi in mezzo al limite dell'area: splendido piatto al volo e gol. Il Catania prova a riorganizzarsi, Atzori toglie Plasmati per Ledesma ma ora i viola giocano bene: le fasce sono entrambe utilizzate da un vivace De Silvestri e dal solito devastante Vargas, così Marchionni può dare una mano a Gila che finalmente inizia a trovare la porta.

Pier Luigi Todisco

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01/11/2009 20:24
 
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Barreto grazia la Samp
A Marassi finisce 0-0

Succede tutto in pieno recupero: il brasiliano sbaglia un rigore, poi l'arbitro annulla un gol a Bonucci per un fuorigioco molto dubbio. il pareggio vale per i blucerchiati l'aggancio alla Juve al 2° posto, a -7 dall'Inter

GENOVA, 1 novembre 2009 - Nel giorno in cui Cassano affronta per la prima volta in carriera il "suo" Bari, la Sampdoria non va oltre uno 0-0 casalingo che può essere considerato un punto prezioso dai blucerchiati. Chi si dispera, infatti, sono gli uomini di Ventura, autori di una prova molto ordinata e vicinissimi per due volte al colpaccio in pieno recupero. Al 91', infatti, l'arbitro Valeri concede un rigore a Meggiorini per un contatto con Castellazzi, ma Barreto lo calcia fuori. E al 95' una sponda aerea dello stesso Barreto viene deviata in rete da Bonucci, ma il gol viene annullato per un fuorigioco molto dubbio. Materiale per le moviole, ma la segnalazione pare davvero errata. La Samp aggancia la Juve al 2° posto dopo 11 giornate: l'Inter capolista dista ora 7 punti, ma la corazzata di Mourinho, al momento, sta davvero disputando un campionato a parte.

TURNOVER — Nel pomeriggio di Marassi, Cassano fa subito capire alla sua ex squadra che non farà sconti: pronti-via ed ecco uno spunto coronato da un sinistro che esalta i rilfessi di Gillet. Sarà la prima di due buone chance per "Fantantonio", che sul finire di tempo conquisterà una punizione dal limite e se la vedrà ancora respingere dal portiere belga. Sono proprio le fiammate di Cassano a trascinare una Samp mandata in campo da Delneri con Franceschini sulla fascia sinistra e con Rossi e Cacciatore in difesa. Il turnover toglie qualcosina ai blucerchiati, ma è merito anche di un Bari schierato benissimo da Ventura. I pugliesi confermano tutto quello che di buono avevano fatto vedere a Verona, a Palermo e nelle due trasferte milanesi: difesa attenta (l'unica in serie A mai battuta nei primi tempi) ed esterni velocissimi a ripartire.

RANOCCHIA IMPECCABILE — Langella affonda spesso dalla parte di Cacciatore, Alvarez ingaggia un bel duello con Ziegler e il duo Kutuzov-Barreto tiene in costante apprensione i centrali blucerchiati. Nella parte centrale della prima frazione, il Bari sembra prendere il sopravvento, ma anche la Samp ha le sue armi e le sfrutta a dovere: Mannini è in un periodo di forma eccellente, Pazzini si fa valere nelle sponde aeree e poi c'è sempre Cassano, la variabile meno prevedibile in assoluto. Solo un paio di chiusure strepitose di Ranocchia fanno sì che si vada all'intervallo sullo 0-0.

BOTTA E RISPOSTA — Il secondo tempo inizia in modo ancora più scoppiettante: Cassano e Mannini chiamano subito Gillet a una doppia parata per nulla semplice, ma un istante più tardi è Alvarez a divorarsi la più nitida delle palle-gol. Strepitoso Castellazzi, nella circostanza. Poi le difese riprendono un po' le misure e per una mezz'ora succede poco, sebbene il ritmo si mantenga elevato.

FINALE INFUOCATO — L'ultima parte di gara si gioca all'insegna della generosità, perché le squadre pagano in termini di lucidità il ritmo altissimo che entrambe hanno accettato di imporre al match. E nel finale accade di tutto: prima il rigore contestato e sbagliato da Barreto, poi l'annullamento della rete di Bonucci. Saltano i nervi a tutti, il Bari protesta furiosamente. E sapere di aver conquistato il quinto risultato utile in trasferta, con la miglior difesa del torneo, consolerà ben poco i pugliesi.

Stefano Cantalupi

Fonte: gazzetta
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