Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, [13], 14, 15
binariomorto
00domenica 2 aprile 2017 19:11
Pescara-Milan 1-1, errore Donnarumma,
autogol Paletta, pareggia Pasalic

Il portiere buca un retropassaggio di Paletta, Pasalic pareggia
a fine primo tempo, ma i rossoneri non trovano il secondo gol



La papera è uno strano essere: appare dove non lo aspetti. Gigio Donnarumma ha fatto il primo, grande, errore della sua carriera a Pescara, in una partita che il Milan sulla carta avrebbe dovuto vincere con una certa facilità. Invece niente: solo 1-1 e un palo di Romagnoli nel finale. Pessima notizia per le ambizioni europee di Montella, che vede allontanarsi l’Atalanta, ora a +4, e a due settimane dal derby non sorpassa l’Inter. Partita non bella, un po’ strana. Proprio Donnarumma, con concorso di colpa di Paletta, ha regalato a Zeman il vantaggio: ha mancato lo stop su un retropassaggio alto, forte, insidioso, e ha visto il pallone entrare in porta. Il Milan ha pareggiato con Pasalic prima che si andasse all’intervallo e nel secondo tempo è andato vicino al vantaggio tre volte. A 10 minuti dalla fine Fiorillo ha allontanato un cross da sinistra e Lapadula ha calciato a centro area: forte ma troppo centrale per non trovare la parata più importante della partita. A 5' dal 90’ un colpo di testa di Romagnoli è finito su palo, a due centimetri dai tre punti. Nel recupero, Campagnaro ha deviato in angolo un tiro di Lapadula che sembrava il classico gol dell’ex. Non abbastanza per non vivere una settimana di rimpianti.

MILAN NEGATIVO — Il momento più strano del weekend di A è arrivato al 12’ del primo tempo: Paletta ha girato a Donnarumma un pallone alto, abbastanza forte, nello specchio della porta. Non era facile gestirlo ma Gigio ha fatto la peggior cosa possibile: ha provato lo stop col mancino ma forse era sorpreso, forse non concentrato. Ha mancato il pallone e lo ha guardato rotolare in porta. All’Adriatico silenzio da shock, poi boato: Pescara avanti 1-0. Il Milan ha reagito con un tiro di Sosa centrale ma per almeno 45 minuti ha mostrato pochino. Mentre l’Atalanta, avversaria diretta, segnava due volte al Genoa, il Milan provava parecchi lanci verso gli esterni, con poco successo. Anzi, al minuto 25 Vangioni ha salvato in spaccata su un potenziale assist di Coulibaly e poco dopo Sosa di testa ha allontanato un cross da sinistra. Montella in quei minuti non poteva essere contento: il possesso è stato a tratti difficoltoso e c’è stata la solita difficoltà a connettersi con Bacca (o, quando è entrato, Lapadula).

MILAN POSITIVO — L’orgoglio, come sempre, invece è stato invece apprezzabile. Il Milan è piaciuto soprattutto nel finale, quando è andato vicino al 2-1 e ha fatto paura all’Adriatico, anche per merito di Lapadula, Locatelli e Kucka, tre cambi positivi. Per il resto, Deulofeu è stato il solito pericolo da uno contro uno mentre Bacca ha calciato solo una volta nel secondo tempo, quando Bovo ha salvato a centro area. Il Pescara invece ha giocato una delle partite migliori della stagione. Zemanianamente coerente, ha preso gol in contropiede mentre era in vantaggio, contro una squadra che aveva oltre il quadruplo dei suoi punti. Eppure è piaciuto a lungo e nel finale ha rischiato addirittura di vincere con Benali su cross di Bahebeck. Per la salvezza è tardi ma l’Adriatico, per un pomeriggio, si è divertito. Ha applaudito Lapadula e ha chiuso con il coro più divertente: "Vinceremo il tricolore".

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 2 aprile 2017 23:23
Napoli-Juventus 1-1, gol di Khedira e Hamsik

Bianconeri avanti al 7' col bel gol di Khedira, poi reazione
azzurra e nella ripresa pari di Hamsik e palo clamoroso di Mertens.
Allegri a +6 sulla Roma


Il primo round finisce in parità, con buona pace delle orecchie dei presenti al San Paolo, storditi dai fischietti anti Higuain. Il Napoli ferma la Juventus e alla fine si accontenta di un pareggio, anche se per come ha giocato avrebbe meritato qualcosa di più. Poco Higuain, contestato dal primo all'ultimo minuto, e poca verve della Signora, che chiude l'incontro con un solo tiro in porta.

GOL E RESISTENZA — Esiste un solo modo per zittire i fischi: segnare. Il gol di Khedira ha l'effetto immediato di un silenziatore: l'ammutolimento istantaneo del San Paolo diventa musica celestiale per le orecchie dei tifosi della Juventus, assenti al San Paolo per questioni di ordine pubblico ma presenti in massa davanti alle tv. Dopo 7 minuti uno-due del tedesco con Pjanic, inserimento perfetto e Rafael battuto. Cinica e chirurgica, la Juventus ridisegnata dall'alchimista Max (l'acciaccato Dybala in panchina con Cuadrado e Alex Sandro, solito 4-2-3-1 con Lemina a destra, Marchisio accanto a Khedira e Pjanic sulla trequarti) colpisce al primo colpo, poi decide di rintanarsi e aspettare. Il Napoli (4-3-3 senza Reina) accusa momentaneamente il colpo, ma reagisce. La squadra di Sarri fa la partita per tutto il primo tempo e se non fosse stato per problemi di mira probabilmente avrebbe pareggiato prima dell'intervallo. Ci provano Hamsik, Insigne e Mertens ma il risultato non cambia. La Juve resiste, dando segnali di sofferenza soprattutto quando il Napoli parte in velocità con i suoi folletti.


CI PENSA HAMSIK — La pazienza del Napoli porta i suoi frutti a inizio secondo tempo. La Juventus non cambia l'interpretazione della partita e i padroni di casa continuano ad attaccare. Callejon regala al San Paolo l'illusione del pareggio (7': gol annullato per netto fuorigioco), poco dopo ci pensa Hamsik a far esplodere di gioia tutto lo stadio: gran palla di Mertens e splendido tiro dello slovacco che pareggia i conti. Il gol è un pieno di energia per il Napoli, che parte subito a caccia del vantaggio: Mertens vince un rimpallo con Buffon dopo un grave errore di Asamoah e colpisce il palo esterno. Allegri inserisce prima Cuadrado e poi Dybala per cercare di far salire la squadra. Niente da fare: Higuain è un lupo solitario nel deserto, non gli arrivano palloni e lo marcano sempre almeno in due. Oltre al tiro di Khedira, la Juve non trova mai la porta. Appuntamento a mercoledì per il secondo round, sempre al San Paolo, che vale la finale di Coppa Italia.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 3 aprile 2017 23:33
Inter-Sampdoria 1-2, gol di D'Ambrosio, Schick e Quagliarella

Rimonta blucerchiata nella ripresa: i nerazzurri sono a 9 punti
dal terzo posto che vale la Champions. Clamoroso errore di Icardi sull'1-1



La serata che il popolo nerazzurro – 47 mila presenti al Meazza – non avrebbe voluto vivere. L’Inter perde in casa contro la Sampdoria 2-1 dopo esser passata in vantaggio con D’Ambrosio. Schick prima e il rigore di Quagliarella poi determinano forse l’addio al sogno di inseguire il terzo posto. Con l’aggravante di aver fatto avvicinare il Milan a -1 in un derby pasquale che al momento non vale più di un anonimo sesto posto.

LE SCELTE — Pioli lascia in panchina Kondogbia e accanto a Gagliardini rispolvera Brozovic nel 4-2-3-1. Il resto della formazione è annunciato con Banega alle spalle di Icardi. Giampaolo sceglie di piazzare Dodò a sinistra in difesa: un’opzione sorprendente visto che il brasiliano se la dovrà vedere con Candreva. L’allenatore conferma il 4-3-1-2 con Fernandes alle spalle di Quagliarella e Schick. La prima azione pericolosa nasce da Miranda che accende Perisic sulla sinistra con un preciso lancio. Il croato resiste alla chiusura di Sala e cross all’indietro per Banega che da ottima posizione centra Viviano. Il pallone arriva a Candreva che ha il tempo di mirare, ma calcia malissimo sul fondo. La manovra dell’Inter non scorre fluida e il tiro successivo verso Viviano arriva solo al 20’ con un sinistro di Brozovic altissimo. Sorte simile incontra il destro di Candreva del 24’, quando l’esterno nerazzurro calcia dalla distanza mangiando il pallone. Un minuto e Quagliarella mostra come si dovrebbe tirare: destro a scendere che colpisce il palo esterno con Handanovic impossibilitato ad arrivarci. L'Inter reagisce senza idee strepitose, ma con voglia. Il cross di Ansaldi mette in ansia Dodò che devia goffamente in corner, mentre un paio di minuti dopo il cross di Candreva trova Icardi che spizza di testa senza pescare l’angolo buono. I nerazzurri non sono pulitissimi e anche il gol del vantaggio segue la rotta della serata. Al 35’ Banega pennella un cross che trova l’accorrente D’Ambrosio il quale di piatto calcia a colpo sicuro trovando la deviazione decisiva di Bereszynski che spiazza Viviano. La Samp così si ritrova sotto.

BRIVIDI — Da non crederci però è l’occasione del 45’. Doppia a dire il vero: Medel anticipa Schick e la palla finisce a Fernandes che calcia dall’interno dell’area colpendo il palo. Sulla respinta, con la porta vuota visto che Handanovic aveva accorciato sul portoghese, Schick calcia troppo d’esterno mancando il bersaglio clamorosamente. Il primo tempo finisce 1-0 per i nerazzurri, ma il finale porta con sé troppi brividi per la squadra di Pioli.

FUORI GAGLIARDINI — L’allenatore nerazzurro deve mettere mano in panchina durante l’intervallo perché Gagliardini accusa un problema alla caviglia. Dentro Kondogbia che si piazza al fianco di Brozovic mantenendo inalterato il 4-2-3-1. L’avvio è la prosecuzione della prima frazione. Fernandes manda fuori giri Brozovic, cross per la testa di Silvestre che a palombella indirizza sul secondo palo dove Handanovic non arriva e Schick sì. Il tocco con la suola dell’attaccante ceco forse sarà anche ininfluente, ma il gol è suo ed è regolare perché lo tiene in gioco un poco reattivo Brozovic. Si riparte dall’1-1 quindi, risultato esattamente inutile per i piani di Pioli e meritato dai doriani. All’Inter servono 10 minuti abbondanti per rimettere ordine. Candreva al 17’ pesca Perisic che di testa indovina esattamente la figura di Viviano. La partita adesso è aperta e la tattica è sparita. Con annessi e connessi, ovvero perdita delle distanze ed equilibri vari.


BROZO, CHE FAI? — Pioli cerca freschezza e toglie Banega per Eder, il dodicesimo uomo nerazzurro, che si piazza più vicino a Icardi in un 4-2-3-1 che tende al 4-4-2. Ed è proprio Eder al 24’ che costringe Viviano alla parata su una violenta conclusione dal limite dell’area. I nerazzurri spingono, come Candreva che schianta gli avversari in velocità e serve a Icardi un pallone sul secondo palo scorbutico ma interessante (rimbalzava, forte e a porta a vuota). Il capitano, forse convinto di aver già segnato, ci arriva molle e spara altissimo da un metro. L’ultimo cambio coinvolge Perisic che lascia il posto a Joao Mario per un finale ultra-offensivo. Il nervosismo e la confusione prendono il sopravvento in casa Inter. Al 39’Brozovic commette un’altra ingenuità sulla punizione di Alvarez allargando il braccio. Calcio di rigore che Quagliarella trasforma calciando forte. La Sampdoria ribalta la serata inchiodando i nerazzurri al sesto posto (doppio preliminare di Europa League al momento) riportando il Milan a -1 dall’Inter.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 3 aprile 2017 23:37
SERIE A 2016/2017 30ª Giornata (11ª di Ritorno)

01/04/2017
Sassuolo - Lazio 1-2
Roma - Empoli 2-0
02/04/2017
Torino - Udinese 2-2
Chievo - Crotone 1-2
Fiorentina - Bologna 1-0
Genoa - Atalanta 0-5
Palermo - Cagliari 1-3
Pescara - Milan 1-1
Napoli - Juventus 1-1
03/04/2017
Inter - Sampdoria 1-2

Classifica
1) Juventus punti 74;
2) Roma punti 68;
3) Napoli punti 64;
4) Lazio punti 60;
5) Atalanta punti 58;
6) Inter punti 55;
7) Milan punti 54;
8) Fiorentina punti 51;
9) Sampdoria punti 44;
10) Torino punti 41;
11) Chievo punti 38;
12) Udinese punti 37;
13) Cagliari punti 35;
14) Bologna punti 34;
15) Sassuolo punti 31;
16) Genoa punti 29;
17) Empoli punti 22;
18) Crotone punti 17;
19) Palermo punti 15;
20) Pescara punti 13;

(gazzetta.it)
binariomorto
00sabato 8 aprile 2017 23:29
Empoli-Pescara 1-1, punto salvezza per i toscani.
Zeman, sempre più dura

La sfida salvezza del Castellani si chiude senza vincitori:
Zeman rimane a -9 dalla salvezza, Martusciello interrompe la striscia negativa



Pari e rimpianti. Soprattutto del Pescara. In fondo ad un match emozionante, l’Empoli riesce ad interrompere la serie nera di 7 sconfitte di fila (la peggior striscia nella storia del club in A) costringendo al pari gli abruzzesi che avrebbero meritato qualcosa in più per la loro generosità e la continua ricerca del gol. Finisce 1-1 con i gol di El Kaddouri e Caprari: agli abruzzesi manca il colpo risolutore in una ripresa giocata col piede sull’acceleratore, i toscani a quota 23 guadagnano momentaneamente un punto di vantaggio sul Crotone terz'ultimo con 17 punti.

BOTTA E RISPOSTA — Empoli e Pescara, com’era auspicabile, non si risparmiano e producono azioni da gol a raffica. Con continui rovesciamenti di prospettiva. Il primo assalto è degli ospiti: al 4’ liscio di Veseli che libera in area Campagnaro, il cui tiro a colpo sicuro è troppo angolato. Poi tocca alla squadra di Martusciello: è il palo interno a frenarla all’8’, Pasqual colpisce il legno alla destra di Fiorillo e il pallone passa dietro la schiena del portiere e si perde a lato. Ma un minuto dopo El Kaddouri riporta il sorriso sui volti dei tifosi, trovando l’angolino più lontano di sinistro da distanza ravvicinata. E al 15’ ancora Campagnaro salva stavolta sulla linea sul cross di Croce lanciato da Krunic. Il pallino, all’improvviso, passa a Zeman e ai suoi ragazzi. Che accentuano il tasso di autostima e s’intendono meglio dalla metà campo in su. E finalmente Caprari, dopo aver fallito una nitida occasione al 17’ solo davanti a Skorupski (nuovo strafalcione in disimpegno di Veseli), trova il tesoro che cercava firmando il pareggio al 31’ in contropiede, su assist di Bahebeck, al culmine di una ripartenza da manuale. Il primo tempo si chiede con la netta sensazione di non aver visto un Pescara capace di esprimere appieno il proprio potenziale d’attacco, mentre l’Empoli si mostra ancora discontinuo (in chiusura due nuove opportunità non sfruttate da Thiam e Croce).

EMOZIONI — Nella ripresa Zeman insiste con i piccoletti in attacco e i suoi riescono a tenere bene il campo, i toscani invece si rivelano ancora pericolosi con Pasqual da calcio piazzato al 10’. Col passare dei minuti le marcature si allentano e fioccano le occasioni. Sfiora il gol del sorpasso al 14’ Brugman con un tiro deviato in fondo ad una carambola in area. Poi è Fiorillo a salvare miracolosamente il Pescara al 18’: il portiere ipnotizza Krunic e devia a lato. Ancora il Pescara pericoloso con Benali: la squadra di Zeman alza il ritmo e, nonostante errori di rifinitura dei singoli, si porta con più insistenza in zona gol. Gli ultimi minuti sono incandescenti, di pura sofferenza soprattutto per l’Empoli: Biraghi al 39’ per poco fallisce il match point, l’ultimo assalto è firmato Memushaj ma non produce l’acuto tanto inseguito. Finale emozionante, niente sussulti: padroni di casa più vicini alla salvezza, eppure il Pescara è vivo più che mai.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 8 aprile 2017 23:34
Atalanta-Sassuolo 1-1, Cristante risponde a Pellegrini

Emiliani avanti nel primo tempo, raggiunti solo al 28' della ripresa.
Papu Gomez ci prova ripetutamente, ma la difesa di Di Francesco regge



L'Atalanta frena il suo volo e stavolta deve accontentarsi di un punto (1-1) contro un Sassuolo che si riprende quello perso contro la Lazio sabato scorso. Giampiero Ventura, Gigi Di Biagio, Marcello Lippi ed Emiliano Mondonico in tribuna hanno palpitato fino alla fine di una partita emozionante. Cristante risponde nella ripresa al Pellegrini del primo tempo. Incanta sempre Papu Gomez, incanta meno Domenico Berardi. Entrambi ammoniti, andranno in vacanza prima per Pasqua. L'Atalanta scatta forte, ma si incarta nel primo tempo, il Sassuolo si abbassa troppo nella ripresa (una sola conclusione che avrebbe chiuso la gara con Ragusa) e subisce la rabbia del Papu, instancabile, anche se stavolta a secco. E quando lui segna la Dea vince.

PRIMO TEMPO — Gasperini dà fiducia a Cristante per sostituire lo squalificato Kessie, Di Francesco lascia fuori Aquilani e pure Peluso. In questo finale c'è da vedere i giovani e quindi gioca ancora Dell'Orco, così come gioca Sensi che il tecnico del Sassuolo piazza a mo' di zanzara a dar fastidio e a raddoppiare sul lato sinistro in cui agisce Gomez. Gli emiliani corrono e pressano, Acerbi è incollato a Petagna, Adjapong non deve mai far scatenare il talento del Papu. L'Atalanta parte forte perché il Sassuolo pasticcia nei disimpegni. Proprio Gomez soffia il pallone ad Adjapong e calcia a giro ma fuori di poco dalla porta di Consigli, applaudito dai suoi ex tifosi. Ci prova anche Petagna, ma è macchinoso, tira banalmente e Acerbi non gli dà respiro. L'unico altro pericolo lo crea il Papu ma calcia sul palo esterno dopo 11 minuti. I primi in cui l'Atalanta fa l'Atalanta. Poi il Sassuolo prende coscienza e confidenza, i nerazzurri rimediano due gialli con Cristante e Petagna (per simulazione) e cominciano loro a pasticciare. Prima si fanno infilare in ripartenza da Defrel sul quale rimedia da super atleta Spinazzola, ma quattro minuti, dopo aver perso proprio Defrel per infortunio (con polemica per un fallo non visto da Rizzoli; entra Politano), subiscono gol in casa dopo cinque partite immacolate (avevano subito dall'Empoli il 22 dicembre scorso). Il pasticciaccio lo combina il gioiello Caldara che sbaglia l'appoggio per Toloi consegnando il pallone a Pellegrini che si invola da solo e batte Berisha. Non c'è altro, soprattutto non c'è la Dea. Che va negli spogliatoi, comunque applauditissima dal pubblico.

RIPRESA — Gasperini non vuole perdere punti per l'Europa e comincia all'attacco: dentro Grassi per Spinazzola e arretramento di Kurtic tra i tre di centrocampo, con lo stesso Kurtic che dopo 10 minuti si accomoda in panchina per far spazio alle sgasate di D'Alessandro. Ma è il Sassuolo che ha l'occasione per chiudere il match dopo 20': Duncan innesca Ragusa che è in posizione regolare, ma l'esterno cerca troppo la precisione e si divora il 2-0. Sul ribaltamento Conti va a saltare sull'ennesima pennellata di Gonez, stacca ma si fa male. Gasp non si arrende e butta dentro pure Mounier. Il suo coraggio è premiato perché al 28' su punizione del Papu Cristante brucia tutti e pareggia di testa. La Dea ha la spinta emotiva, l'esaltazione totale, la furia del Papu che fa ammattire Adjapong, e qui entra in scena Consigli che compie due prodezze su Grassi e Caldara. Di Francesco corre ai ripari e passa a cinque dietro inserendo Peluso. Il Papu si fa ammonire per una brutta entrata su Missiroli e sabato a Roma non ci potrà andare. Non giocherà neppure Berardi contro la Samp, che sul fuorigioco continua ad andare e si becca il giallo. Finisce 1-1 dopo cinque minuti e mezzo di recupero. All'Atalanta non va giù, il Sassuolo si tira su.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 8 aprile 2017 23:40
Juventus-Chievo 2-0: doppietta di Higuain, super Dybala

Una rete per tempo di Higuain, entrambe ispirate dalla Joya, decidono la partita.
Bianconeri momentaneamente a più 9 sulla Roma



Dybala sa bene che saltare Jordi Alba sulla fascia sarà un filo più dura che bersi Radovanovic. E il Pipita, che contro quegli altri ha giocato epiche sfide, sa che a centro area Piqué marca meglio di Spolli. La Juve, in generale, sa che martedì proietteranno un altro film: intanto, le prove generali prima del Barça contro il Chievo sono state sufficienti. Due gol e tre punti senza sussulti, come di consuetudine della casa, ma con una grande notizia: lo spettacolo dell’alta definizione si è riacceso. L’azione dell’1-0 in HD è il gioiello abbagliante mostrato a Luis Enrique: Dybala che scarta Radovanovic con un guizzo bruciante, cross docile al centro e calcio di prima di Higuain, lasciato libero dai centrali del Chievo. Il tutto ripetuto sul 2-0 con la partita al tramonto: in quel caso, l’assist arriva da Lichtsteiner, smarcato però dal solito Paulo. In ogni caso, l’H e la D stanno benone nel momento decisivo della stagione: il Pipita, non risparmiato da Allegri, ha ancora addosso l’energia delle notti napoletane; la Joya è ispirata, morde i rivali, sparge cioccolatini ai compagni, va vicino spesso al gol, anche se a volte sbaciucchia un po’ troppo il pallone. Funziona, soprattutto, l’asse fantasiosa con Cuadrado: è un mix di classe e follia, quello che spesso serve nelle notti di Champions.

PRIMO TEMPO — Il 4-3-1-2 di Maran sarebbe lo spartito che il Chievo ha mandato giù a memoria: all’inizio ci si affida al moto di Pellissier e nel primo tempo i veneti avrebbero pure qualche possibilità qua e là, figlia di errori individuali dei bianconeri. Su uno grossolano di Alex Sandro, è saggia la chiusura di Rugani, promosso titolare come scudiero di Barzagli. Allegri, da parte sua, deve rinunciare per la seconda partita di fila a Pjanic, non al meglio (sarà comunque decisivo il suo recupero per i quarti di Champions). Ma in mezzo può godersi il lento recupero di Marchisio e, soprattutto, le incursioni di Khedira, murato da Seculin su un destro pungente in avvio.

SECONDO TEMPO — Il secondo tempo inizia con un bel sinistro di Pellissier, uno che dalle parti di Torino si muove sempre con una certa disinvoltura: resta vigile Buffon, che ieri ha fatto un passo avanti nel suo primato di longevità, staccando Javier Zanetti per numero di presenze in Serie A (adesso sono 616 e davanti c’è solo Maldini). Il guizzo del Chievo, senza Gobbi e con Izco nella ripresa, lascerebbe pensare a una ripresa più audace e, invece, Maran lavora soprattutto con le ripartenze. Il concetto è da tenere a mente in ottica Barcellona: lanciati in velocità in campo aperto, i diavoli blaugrana farebbero assai più male. Oltre a una girata da cannibale fuori di poco del Pipita (da sommare, però, a un gol divorato col sinistro), Allegri può prendere altre buone nuove dalla serata: la difesa a 3, ad esempio, riprovata con l’ingresso di Bonucci, è sempre una coperta calda nei momenti di difficoltà. E Mandzukic può riposare con calma perché la forza fisica la porta in dote in dosi massicce Sturaro. Sull’efficacia sotto porta, beh, c’è da lavorare: col Barcellona serve eccome il croato, anche se ormai è tornato a segnare stabilmente il Pipita.

Filippo Conticello

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 9 aprile 2017 19:12
Bologna-Roma 0-3: apre Fazio, poi Salah e Dzeko

Ai rossoblù non basta un buon avvio di ripresa, con palo di Di Francesco.
Delude l'ex Fazio, tutto lo stadio applaude Totti, in campo nel finale



La Roma cancella subito la paura del contraccolpo psicologico dell'eliminazione con la Lazio in Coppa Italia e con il 3-0 rifilato al Bologna si tiene nella scia della Juventus, in attesa poi di sapere il destino serale del Napoli, impegnato in casa della Lazio. Decisive per i giallorossi le prove di Fazio e Salah, nel Bologna bene prima Verdi e poi Di Francesco. Ex non pervenuto Mattia Destro, ancora una volta deludente.

FAZIO DECISIVO — Donadoni alla fine recupera Masina sull'out sinistro, mentre Spalletti rilancia Fazio al centro della difesa dopo il turno di sosta nel derby di Coppa Italia. La partita fatica a decollare, a trovare una corsia su cui incanalarsi. Verdi prova spesso ad inventare, dall'altra parte è Nainggolan a cercare di cancellare le scorie del recente passato. E per un po' il Bologna ci prova anche a mettere paura alla Roma, che nei primi 20' fatica a trovare spazi e ritmo. Insomma, sembra una gara impantanata e per fortuna dei giallorossi le ripartenze giuste dei padroni di casa capitano sui piedi di Krafth (non proprio a suo agio con il controllo del pallone) e Dzemaili, incapace di andare fino in fondo. Poi, al 25', sugli sviluppi di un corner Fazio sblocca: angolo di El Shaarawy, De Rossi spizza un pallone che carambola tra Manolas e Gastaldello per poi finire sui piedi di Fazio, che di giustezza fa centro. Dopo la sosta ai box per il derby, l'argentino sembra di nuovo ai suoi livelli, soprattutto nelle chiusure difensive e nell'impostazione dal basso. Sbloccato il risultato, poi, è tutta altra partita, di fatto nelle mani dei giallorossi. Prima Dzeko arriva tardi sull'assist di Rüdiger, poi è El Shaarawy a non trovare il colpo decisivo a pochi metri da Mirante. Al 41', però, la Roma passa ancora: bel tocco in velocità di Dzeko per Salah, che resiste alla carica di Masina e supera Mirante con un pallonetto delizioso.

COLPO DEL K.O. — Ad inizio ripresa Donadoni è costretto a cambiare per infortunio Verdi con Di Francesco, ma il folletto rossoblù è la scheggia impazzita della ripresa. Prima (2') serve un cioccolatino a Dzemaili, che dal limite dell'area piccola sbaglia di testa un gol che sembrava impossibile sbagliare, poi al 5' va via in velocità e di fino beffa Szczesny, ma deve fare i conti con un palo beffardo. Le prime fiammate rossoblù però si esauriscono tutte qui, poi il Bologna riesce a creare poco per impensierire ancora la Roma. Anzi, in contropiede è Perotti per due volte a mettere i brividi a Mirante. E al 30' la Roma passa ancora: palla magistrale di Salah in verticale per Perotti, che a tu per tu con Mirante aspetta l'assistenza di Dzeko e gli offre un pallone solo da depositare in rete. Sul 3-0 non c'è davvero più partita e la cosa più bella del finale sono gli applausi del Dall'Ara all'ingresso di Francesco Totti.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 9 aprile 2017 19:13
Sampdoria-Fiorentina 2-2, Babacar salva la Viola al 90'

I blucerchiati si portano in vantaggio due volte con Bruno Fernandes e Alvarez,
ma ci pensa Babacar schierato titolare da Sousa a trovare il pareggio all'ultimo respiro...


Pari giusto, intenso e spettacolare tra Sampdoria e Fiorentina, con i viola che confermano la loro crescita a continuano a mantenere accesa la speranza di conquistare un posto in Europa. La Sampdoria sorprende al 5’ la Fiorentina con la trappola preparata da Giampaolo: lancio rapido di Torreira tra i difensori centrali e scatto di Fernandes, che si presenta solo davanti a Tatarusanu e lo batte facilmente. I viola provano a reagire, ma è ancora il fantasista portoghese ad andare vicino al raddoppio al 22’ quando Badely perde palla al limite dell’area, Schick pesca Fernandes nell’area di porta, ma stavolta Tatarusanu riesce a chiudere lo specchio in uscita bassa. La Fiorentina alla lunga riesce ad alzare il suo baricentro, anche se fatica a rendersi davvero pericolosa. Bernardeschi e impreciso di poco su punizione, Sanches manca il bersaglio, di testa, su angolo.


LA SFIDA ESPLODE — Il ritmo dei viola cresce nel secondo tempo e la Samp soffre: Tello imperversa a destra e all’11’ con un bel diagonale colpisce il palo. È il preludio al gol, che arriva al 15’ su calcio d’angolo: il cross di Borja Valero è perfetto, Rodriguez lo impatta alla perfezione e pareggia. La sfida esplode Schick, al 26’ innesca Alvarez, che riporta in vantaggio i blucerchiati. Kalinic, al 34’, colpisce bene di testa su cross di Tello, ma manda il pallone ancora sul palo. Il 2 a 2 lo firma Babacar, al 45’, con un tiro dal limite che sorprende Viviano. Il portiere però si rifà all’ultimo secondo di recupero, quando si oppone a Babacar, solo di fronte a lui. poco prima, però, era stato Tatarusanu a ribattere una conclusione pericolosa di Alvarez.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 9 aprile 2017 19:16
Cagliari-Torino 2-3: gol di Borriello, Ljajic, Belotti, Acquah e Han

I granata non vincevano in trasferta dal 20 novembre.
Per i rossoblù la consolazione del primo gol italiano del nordcoreano.
Espulso Acquah (doppia ammonizione) al 91'



Il nuovo Toro, quello che ritrova la vittoria in trasferta dopo quasi cinque mesi, ha gol "vecchi": il 24° del Gallo Belotti, che prosegue il suo spalla a spalla con Dzeko per il titolo dei marcatori. Ma non solo: il timbro della domenica è di Ljajic, che con un destro terrificante pareggia il temporaneo 1-0 di Borriello, prende coraggio e dà ragione alla "rivoluzione" tattica di Mihajlovic, che anticipa la svolta che caratterizzerà questo finale di stagione. Al Cagliari, che con un netto passo indietro rispetto alla vittoria di Palermo vede allontanarsi il 10° posto eletto a obiettivo di fine stagione, resta la consolazione di un gol non qualunque, quello segnato di testa dal nordcoreano Han.

LE SCELTE — Sorprende solo Mihajlovic, varando subito quel 4-2-3-1 che aveva catalogato alla voce soluzione futuribile, come "ponte" verso il 4-3-1-2 che forse sarà (quando Maxi Lopez sarà pronto per fare il titolare. In ogni caso, Toro a trazione anteriore: fuori Lukic (Acqua e Baselli davanti alla difesa) e dentro Iturbe, con il talento di Ljajic libero di muoversi alle spalle di Belotti, come nella seconda parte della ripresa di domenica scorsa contro l’Udinese. In difesa, perso anche Castan (oltre che lo squalificato Rossettini), c’è l’"oggetto misterioso" Carlao a fare coppia con Moretti. Rastelli non tocca il Cagliari che aveva vinto a Palermo: ancora 4-3-2-1, con Sau a galleggiare fra la posizione - in transizione difensiva - di secondo trequartista alle spalle di Borriello e quella di seconda punta in fase offensiva.

PRIMO TEMPO — Quasi venti minuti di calcio da prima estate, finché una mischia in area (su punizione calciata da Tachtsidis) non genera un rigore molto contestato dal Torino, per fallo di Carlao su Ionita. Borriello dal dischetto dice 14 (gol in campionato), nonostante Hart con la manona gli dia il brivido di un altro errore dopo quello contro la Lazio. Ma più che il gol subito, a scuotere la squadra di Mihajlovic sembra essere l’uscita dal campo dello stesso Borriello (sospetto stiramento), che segue di 10’ la rinuncia di Mihajlovic a Iturbe per un problema al ginocchio. Il tecnico serbo insiste con lo stesso sistema di gioco e con Boyé libero di accentrarsi in partenza dalla fascia sinistra nasce un altro Toro. Ma soprattutto si vede un altro Ljajic, al di là del destro spettacolare con cui rimette in parità la partita. Ormai c’è solo Toro: il Cagliari, con gli avanzamenti di Sau nel ruolo di punta centrale e di Ionita in linea con Joao Pedro alle sue spalle perde automatismi e sicurezze e il resto lo fa un grave errore in uscita di Tachtsidis, perché sugli sviluppi dell’azione Zappacosta disegna dalla destra l’ennesimo assist per Belotti, che si arrampica per il suo 24° gol in campionato, il 10° di testa.

SECONDO TEMPO — Al Toro bastano 9’ per mettere in cassaforte il risultato: il tempo per Acquah, servito da Iago Falque, di confermare la potenza delle sue conclusioni, ma anche le incertezze che Rafael si lascia scappare a volte (il tiro era centrale). Nonostante l’ingresso di Farias, che comunque aggiunge un po’ di freschezza e di idee, la partita resta in mano alla formazione di Mihajlovic, che può sperimentare con successo anche la soluzione con Boyè più vicino a Belotti e Iago Falque alle sue spalle, in versione mezzala. E anche uomo (quasi) assist, visto che per poco una sua palla in profondità non spalanca a Barreca la porta per il 4-1. Sfiorato anche da Belotti, che su intuizione di Ljajic colpisce il palo esterno. Ma proprio quando il Torino sembra esondare con l’incrocio dei pali colpito da Iago Falque, è il Cagliari a trovare il gol a sorpresa: del nord coreano Han, che su cross (dubbio, forse il pallone era uscito) di Farias approfitta della libertà che gli lascia la difesa del Toro per segnare un gol "storico" per il nostro campionato.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 9 aprile 2017 19:19
Crotone-Inter 2-1: doppio Falcinelli, non basta D'Ambrosio

Calabresi avanti 2-0 nel primo tempo, con un rigore e un gol in contropiede dell'attaccante.
Nella ripresa cresce l'Inter, ma adesso Pioli è settimo


Altro che Europa League: l'Inter deve ritrovare i valori spirituali e tecnici persi in meno di un mese, lasciati chissà dove. La squadra di Pioli perde 2-1 a Crotone (doppietta di Falcinelli), si ritrova settima a una settimana dal derby e con la Fiorentina a tre punti. Una congiuntura tremenda che lascia perplessi sulla reale consistenza del gruppo. Il Crotone di contro ha scritto una pagina storica battendo una big (qui hanno vinto Juve, Roma, Napoli) ritrovandosi a tre punti dall'Empoli. La salvezza non è un miraggio, ma un gradevole viaggio di fine stagione.

DOPPIO FALCINELLI — Nel pomeriggio di sole, vento e tanta euforia Davide Nicola costruisce il suo 4-4-2 lineare e aggressivo con Falcinelli e Trotta punte mentre il lavoro grosso sugli esterni lo portano avanti Rohden e Stoian. Stefano Pioli, per sostituire Gagliardini, avanza Medel al fianco di Kondogbia e ripropone Murillo al fianco di Miranda nel 4-2-3-1. Per Joao Mario, quinta panchina consecutiva, è ancora Banega a girare alle spalle di Icardi. L'avvio è solo calabrese. Dopo 3' Handanovic mette una toppa su Rosi, ma al 18' la mano è sbagliata perché è quella di Medel che frena così un passaggio di Trotta. Dal dischetto va Falcinelli che porta in vantaggio il Crotone. L'Inter è mentalmente assente e il raddoppio è una conseguenza del flusso crotonese. Una ripartenza precisa organizzata da Trotta mette a nudo limiti tattici e superficialità mentali della squadra di Pioli. E il tocco sotto di Falcinelli da posizione defilata rappresenta una delizia. Al 22' la storia del calcio propone un capitolo nuovo, il Crotone controlla l'Inter, la tiene legata e la schiaffeggia. Al 24' Rohden obbliga Handanovic a una respinta sul primo palo, al 26' si materializza il primo tiro (debole) nerazzurro con Banega bloccato da Cordaz. Pioli mette mano alla parte tattica abbassando Medel al centro della difesa, allargando i terzini e portando Banega sulla linea di Kondogbia. È un 5-4-1 in fase di non possesso, un 3-4-3 quando attacca ma è una rarità la seconda ipotesi. E così si ringrazia Miranda che al 41' si sostituisce a Handanovic e col petto respinge una conclusione di Rohden diretta in rete. Il lato positivo del primo tempo nerazzurro è che sia finita solo 2-0 per il Crotone che mai si era mostrato così bello quest'anno.

LA RIPRESA — La ripresa parte senza Ansaldi e Murillo e con Eder e Palacio. Trenta secondi e i primi due gialli sono per Rodrigo e Martella che si beccano subito. Un minuto in più e Ceccherini stende Eder lanciato in campo aperto: altro giallo. Inter più aggressiva per un secondo tempo che deve dare risposte spirituali e concrete. Pioli sceglie cinque attaccanti più Banega, giusto per non lasciare nulla di intentato a scapito dell'equilibrio. Banega deve svolgere il ruolo di filtro e il suo giallo al 6' per fermare Stoian mostra che sarà una ripresa di sofferenza. Perisic al 13' illude lo spicchio nerazzurro con un destro volante che sfiora la porta di Cordaz. Tre minuti e la testa di Kondogbia manda il pallone fuori di poco su corner di Candreva. Al 20' la partita si riapre, angolo di Candreva, Kondogbia gira di testa e D'Ambrosio interviene sulla traiettoria superando Cordaz. È bastato restare davanti 7 minuti per accatastare un gol. Più di costanza che di costrutto. Al 22' D'Ambrosio stende violentemente Stoian, ma regolarmente per l'arbitro. Nicola, per proteste, viene espulso. Entra Sampirisi per Rohden e contemporaneamente i tifosi dell'Inter intonano un coro per Pioli, altra testimonianza di come spetta alla squadra estrarre il carattere in giornate così.

ASSALTI FINALI — Nerazzurri vicini al pareggio con Eder che al 28' prende il palo. Si va di sussulti, ma ormai sarebbe impossibile pretendere altro. Nicola, spostato tre metri fuori dal campo e in posizione più elevata, ordina di togliere Trotta e mettere Acosty. C'è da correre, serve forza e freschezza e così esce Barberis ed entra Capezzi per ribattere nel cuore del campo. Al 32' Palacio calcia e trova Cordaz reattivo. L'ultima carta di Pioli si chiama Joao Mario che entra al posto di Kondogbia a 9 minuti dalla fine più recupero. Al 40' rapida ripartenza calabrese con Acosty che sceglie la soluzione a giro invece che servire un compagno meglio piazzato: Handanovic vola e devia. Perisic un minuto dopo ha sulla testa un buon assist di Palacio, ma la girata è larga. I minuti di recupero sono 6 e nel corso del primo Miranda strozza di destro un ottimo pallone nel cuore dell'area.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 9 aprile 2017 19:22
Serie A, Milan-Palermo 4-0: in gol Suso, Pasalic, Bacca e Deulofeu

Lo spagnolo ex Liverpool, al rientro, sblocca al 6' e ispira il raddoppio del croato.
Prima dell'intervallo arriva anche il tris del colombiano.
Nella ripresa, a segno l'ex Everton.
I rossoneri salgono a quota 57 punti in classifica,
a più 2 sull'Inter in vista del derby di sabato prossimo


Lo spirito del Milan passato - questa, almeno in teoria, era l’ultima partita dell’era Berlusconi - meritava un'ultima volta serena, una domenica di primavera per guardarsi intorno, sentire San Siro cantare, ripensare a ciò che è stato. Servita. Il Milan segna dopo 6 minuti con Suso, raddoppia al 19' con Pasalic, chiude la saracinesca con Bacca quando mancano 8 minuti all’intervallo. Tre a zero: se fosse baseball si finirebbe qui per manifesta superiorità, invece è calcio e bisogna continuare. Allora Donnarumma para il classico sinistro a giro di Diamanti e Deulofeu trova il 4-0 finale, più che meritato, con un destro a giro. Il Milan sale al sesto posto, a -2 dall’Atalanta e a +2 su Pioli: nel derby di sabato un pareggio non sarebbe da buttare. Quello che conta, in una partita così, però è il primo tempo. Il Palermo dal 1' al 45' è onestamente impresentabile - tutto chiuso nella sua metà campo, mai creativo, non lontanamente pericoloso - e a San Siro si rivedono momenti da grande Milan. La curva si innamora di Falcinelli, sente i gol del Crotone alla radio e annuncia le segnalazioni del tabellone con i classici "ooooohh" di chi aspetta. Quando dalla Calabria arriva il 2-0, lo stadio applaude come neanche al vantaggio di Suso.

MILAN SPAGNOLO — Suso, appunto. Il Milan sentiva la sua mancanza e Jesus, al ritorno dopo due partite di assenza, chiede perdono due volte in 20 minuti. Prima mette in porta una punizione dal limite concessa per un quasi-rigore su Deulofeu: sinistro a giro sopra la barriera e partita sbloccata presto, contrariamente alle abitudini. Poi taglia da destra col solito mancino e fa cadere la palla dall'altra parte, a mezzo metro dalla linea di porta. Fulignati non trova il tempo, Pasalic va a contrasto con Rispoli e vince il duello: 2-0. Il Palermo, anche sotto di due gol, non riesce a reagire, allora il Milan capisce che in un pomeriggio così restano due sole cose da fare: tifare per il Crotone e far segnare Bacca. Carlos al 25' spreca un'occasione che per il suo alter-ego di Siviglia sarebbe stata quasi semplice, poi svolta. Calabria, di questi tempi il miglior terzino crossatore del Milan, lo trova col giro da destra, Bacca cerca la palla con la testa e segna il 3-0. Per il povero Fulignati, tre tiri visti arrivare e tre gol subiti.

CHE FANNO A CROTONE? — Montella a quel punto si dedica alla tutela dei diffidati - fuori Sosa, dentro Locatelli - e alla protezione dei suoi talenti: sostituiti anche Suso e Deulofeu, tra i migliori in campo. Lopez invece prova Sallai e Trajkovski, ma il Palermo resta nullo e il Milan in controllo. Pasalic gioca da centrocampista di alto livello e Kucka al 10' del secondo tempo manda in porta Bacca con un passaggio degno di Robben, Bale e tutti gli esterni destri del mondo. Niente, Carlos sbaglia confermando il periodo un po' così. San Siro, nella domenica più serena dell’anno, perdona e divide gli occhi: uno sul campo per vedere i quasi-gol di Antonelli, Kucka, Pasalic, Lapadula e Bacca, uno sul telefonino per controllare il risultato dell'Inter. Arriva il 2-1 di D'Ambrosio, Eder prende il palo, poi il sospiro di sollievo finale. Unica nota negativa, il giallo a Pasalic: diffidato, non giocherà il derby. Il messaggio da Milan-Palermo però non cambia: Montella, a sei giorni dall'Inter, ha una squadra vera.

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 9 aprile 2017 19:24
Udinese-Genoa 3-0, gol di De Paul, Zapata e autorete di Rubinho

Gara senza storia: i primi 45' si chiudono con i friulani già avanti di due gol,
a inizio ripresa il portiere rossoblù è protagonista di una papera che chiude definitivamente il match. Samir esce in barella.
Mandorlini trema



Niente da fare, il Genoa non si rialza e Mandorlini ha le ore contate. Il suo futuro era legato a un risultato positivo a Udine, è arrivata una brutta sconfitta, la quarta consecutiva e il destino del tecnico, 4 punti in 6 partite, è legato a un filo. Due le ipotesi: il ritorno di Juric e la promozione di Stellini, allenatore della Primavera. Il Genoa tiene solo per venti minuti, i primi, quando prova a spingere con Laxalt e Simeone ha una discreta occasione dopo una palla persa e un recupero di Thereau. Poi, mentre entrano gli ultrà della Nord fuori per protesta contro gli ultimi Daspo, l’Udinese segna con un gran tiro da fuori di destro di De Paul servito da Evangelista e i rossoblù affondano. Impauriti, lenti, sconclusionati: regalano il campo alla squadra di Delneri. Al minuto 32 arriva il raddoppio: angolo della destra di Hallfredsson, Burdisso anticipa su Zapata, tiro di Angella, Munoz è in affanno, ancora Zapata si gira e tira con un violento destro. Rubinho non può farci nulla. Dodici minuti da incubo per il Genoa che non sa reagire. Il cambio di modulo deciso da Mandorlini (4-3-2-1) non serve: Simeone è troppo solo, il debuttante Morosini vuole strafare e non entra in partita, Ntcham inesistente.

IL CROLLO — Il goffo autogol di Rubino dopo 4' su angolo di De Paul da destra chiude la partita. C’è ancora quasi tutta la ripresa da giocare e per il Genoa è un’autentica sofferenza. Mandorlini manda in campo Palladino e Pandev per dare più spinta, c’è spazio anche per Veloso dopo due mesi. Al minuto 26 occasione per Palladino che approfitta di un rimpallo e sfiora il palo alla destra di Karnezis. Ma è un lampo nel buio. E a 10 minuti dalla fine se ne vanno anche i tifosi rossoblù, che erano entrati dopo un quarto d’ora in solidarietà con i colleghi di Udine.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 9 aprile 2017 23:08
Lazio-Napoli 0-3, doppietta di Insigne e Callejon

Nello scontro diretto per il terzo posto, il Napoli si impone con un gol per tempo.
Sfumano i sogni di preliminare per Inzaghi



Sesta vittoria esterna di fila per il Napoli che respinge l’assalto della Lazio per avvicinarsi al terzo posto con vista Champions: ora le distanze sono salite a sette punti. La squadra di Sarri resta nella scia della Roma, a quattro punti di distacco. Decidono Callejon e Insigne, che con una doppietta si porta a quota 14 gol, centrando il suo primato personale. Dopo otto gare utili si ferma la squadra di Inzaghi, reduce dalla conquista della finale di coppa Italia nel derby con la Roma. Pesano le assenze di De Vrij, Biglia e Lulic in un confronto delineato dalla superiorità tecnica del Napoli e dalla incisività dei suoi attaccanti.

SBLOCCA CALLEJON — Inzaghi si affida al 3-4-2-1. Rispetto alla gara col Sassuolo, in difesa entrano Wallace e Bastos. In mediana c’è Murgia nel mezzo, con Lukaku sulla corsia sinistra. Sarri conferma la formazione schierata contro la Juventus in campionato con il rientro di Reina tra i pali. Il Napoli impugna subito la manovra con una fitta rete di palleggi, ma la prima occasione è della Lazio con un tiro di Milikovic deviato in angolo da Koulibaly. Gara frizzante. La squadra di Sarri è aggressiva, quella di Inzaghi pronta nelle ripartenze. Al 13’ nuovo tentativo di Milinkovic: Reina vigila. La Lazio intensifica il pressing e il Napoli fatica a dare profondità al gioco. Ma al 25’ Insigne scova il varco per innescare Hamsik sulla sinistra: traversone per il tocco a rete di Callejon che infila Strakosha con la difesa laziale spiazzata dalla rapidità della trama napoletana. Nono gol in campionato per lo spagnolo che non segnava dal 21 gennaio (2-1 in casa del Milan). Il vantaggio non frema la squadra di Sarri. Al 30’ replica laziale con un’incursione di Anderson, ispirato da Immobile: Reina sventa. Col passare dei minuti le azioni del Napoli diventano più fluide. La Lazio patisce le assenze di Biglia e Lulic a centrocampo, dove il Napoli ha preso il sopravvento. Ma è sempre reattiva per crearsi opportunità in avanti, Al 44’ Insigne sciupa la chance per raddoppiare su una buona intuizione di Mertens: diagonale a lato.

INSIGNE, GRAN DOPPIETTA — L’attaccante si riscatta alla prima vera opportunità dopo l’intervallo. Al 6’, infatti, su lancio di Allan, trova la zampata per battere Strakosha e segnare Il 2-0. Inzaghi cambia: dentro Hoedt e Keita al posto di Bastos e Murgia. Milinkovic arretra a centrocampo. Keita si mette subito in mostra: sulla respinta di Reina allarga per Lukaku che poi smista su Anderson: palla fuori. Altra sostituzione nella Lazio: Patric rileva Basta. La formazione di Inzaghi lotta per arrivare al gol che può riaprire la partita. Al 24’ Reina vola per deviare una parabola insidiosa di Keita. Un minuto dopo va sul fondo una botta di Hoedt. E al 26’ salvataggio di Insigne su tocco di Patric a due passi dalla porta. Sarri avvicenda prima Callejon con Zieliski e poi Hamsik con Rog e Mertens con Milik. Si gioca a tutto campo. Il Napoli insegue con tenacia il tris, che arriva al 47’ con un gran destro di Insigne, apprezzato dal c.t. Ventura in tribuna. Finisce 3-0 e il Napoli ottiene la decima vitoria esterna in campionato.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 9 aprile 2017 23:16
SERIE A 2016/2017 31ª Giornata (12ª di Ritorno)

08/04/2017
Empoli - Pescara 1-1
Atalanta - Sassuolo 1-1
Juventus - Chievo 2-0
09/04/2017
Sampdoria - Fiorentina 2-2
Bologna - Roma 0-3
Cagliari - Torino 2-3
Crotone - Inter 2-1
Milan - Palermo 4-0
Udinese - Genoa 3-0
Lazio - Napoli 0-3

Classifica
1) Juventus punti 77;
2) Roma punti 71;
3) Napoli punti 67;
4) Lazio punti 60;
5) Atalanta punti 59;
6) Milan punti 57;
7) Inter punti 55;
8) Fiorentina punti 52;
9) Sampdoria punti 45;
10) Torino punti 44;
11) Udinese punti 40;
12) Chievo punti 38;
13) Cagliari punti 35;
14) Bologna punti 34;
15) Sassuolo punti 32;
16) Genoa punti 29;
17) Empoli punti 23;
18) Crotone punti 20;
19) Palermo punti 15;
20) Pescara punti 14;

(gazzetta.it)
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 17:26
Inter-Milan 2-2, derby pazzesco.
Zapata pareggia al 97'.
Non bastano Candreva-Icardi

Nerazzurri avanti con Candreva e Icardi, nel finale accorcia
Romagnoli e il colombiano trova il pareggio all'ultimo assalto


Per lo spettacolo si prega di ripassare, per adesso il mondo si accontenti di un derby teso e poco qualitativo. Finisce 2-2 dopo che l'Inter era andata in vantaggio con Candreva e Icardi. Il Milan rimette le cose a posto dal 38' al 52' della ripresa con un finale da brividi. Il punto serve solo ai rossoneri che restano sesti, due lunghezze davanti ai nerazzurri.

PRIME VOLTE — E' il derby delle prime volte. Si gioca alle 12.30, le proprietà sono entrambe cinesi, Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli sono dalla parte del campo dove non si era abituati a vederli. Insomma, ci sono tanti motivi per rendere interessante un Inter-Milan che calcisticamente vale un anonimo sesto posto (ovvero un doppio preliminare di Europa League). Sul campo nessuna sorpresa rispetto alla vigilia. Stefano Pioli, nel 4-2-3-1, sceglie Nagatomo per limitare Suso e Joao Mario per sostenere Icardi facendo sedere in panchina Ansaldi e Banega. Vincenzo Montella spinge sempre sul 4-3-3 con Suso-Bacca-Deulofeu a pungere. Poi confermate le indicazioni del lavoro settimanale con Mati e Zapata che hanno vinto i ballottaggi con Locatelli e Paletta.

PRIME OCCASIONI — Dopo lo spettacolo delle coreografie, inizia quello dei calciatori. I quali in realtà scelgono la strada della leggerezza per spalancare spazi agli avversari. Dopo 2' Gagliardini concede palla a Mati Fernandez che può aprire il contropiede rossonero. Deulofeu è un po' lento a controllare e calciare, Handanovic è bravo a respingere, poi sulla continuazione dell'azione Bacca spara alle stelle dal limite dell'area piccola. L'Inter non preme, attende. Al 6' azione personale di Joao Mario che sulla sinistra semina Calabria, crossa e pesca Icardi che disturbato manda alto. Intorno al quarto d'ora ci sono sessanta secondi di brividi in casa nerazzurra. Prima Suso costringe alla parata Handanovic da lontano, poi Deulofeu colpisce il palo crossando da posizione ravvicinata. Il Milan però si spegne qui dopo aver guidato per qualche tempo. Bastano due lampi di Inter e il mondo cambia.

DOPPIA INTER — Al 36' Gagliardini lancia Candreva, De Sciglio sbaglia tutto, tempo di intervento e intervento stesso, l'esterno interista lo anticipa e anticipa anche il tentativo di Donnarumma. Palla in gol ed esultanza sotto la Sud rossonera. Otto minuti dopo ecco il raddoppio. Azione a sinistra, scambio Icardi-Perisic con Calabria che ci capisce poco, il croato arriva sul fondo e trova sul secondo palo il capitano tutto solo che comodamente appoggia in rete. Il suo primo gol al Milan chiude il cerchio magico, adesso ha segnato a tutte le squadre dell'attuale Serie A (Inter esclusa) e l'Inter chiude il primo tempo sul 2-0.

INIZIO RIPRESA — Si ricomincia senza cambi. Partenza lenta, tra il silenzio delle due curve per cinque minuti e i fumogeni della Sud rossonera. Poi il primo segnale di vita in area rossonera con Candreva che calcia fuori da buona posizione. Non è un derby da stelle filanti, così per dargli un po' di brio Kucka disegna una rovesciata in area che finisce comoda nelle mani di Handanovic. Se saranno contenti gli spettatori a casa lo diranno i social network, al Meazza basta a strappare un generoso applauso. Il tempo inizia a scorrere e il Milan ha bisogno di un cenno del destino. Quando alza il baricentro, rischierà il contropiede, ma è una situazione difficile da evitare. Medel pesca Icardi con un lancio di 40 metri, l'argentino innesca subito Perisic che con la porta davanti agli occhi colpisce Donnarumma. Non siamo al luna park e quindi l'orsetto non lo porta a casa. Montella cambia filosofia al 12' inserendo Locatelli per Kucka: all'italiano il compito di far girare la squadra insieme con Sosa. Il doppio regista rossonero aumenta il controllo della partita da parte del Milan, ma per riaprire la gara bisogna creare occasioni.

LA RIMONTA — E fino al 21' non ve n'è traccia. Il minuto segnalato riguarda un destro di Deulofeu sul quale Handanovic deve impegnarsi per deviarlo in corner. Anche Pioli mette mano alla panchina. Dentro Eder per Perisic che cominciava ad accusare qualche problema muscolare alla gamba destra. Nel sistema di gioco interista cambia nulla, con il nazionale che prende il posto del croato a sinistra nel 4-2-3-1. Al 28' mezzo pasticcio di Handanovic e Miranda che quasi consegnano a Bacca la palla per riaprire la partita. Flash di una gara che non dà l'impressione di poter cambiare direzione. Montella prova a mutare l'aria girando la squadra. Dentro Lapadula, con la sua voglia, fuori Sosa per un 4-4-2 molto offensivo sugli esterni. Con un quarto d'ora più recupero a disposizione, non c'è molto da difendere. Ecco perché al 35' entra pure Ocampos per Calabria. Montella chiude con cinque attaccanti e Pioli risponde con Murillo per Joao Mario. Gli ultimi dieci minuti sono facilmente prevedibili: rossoneri intenti a guardare solo avanti, nerazzurri pazienti ad aspettare gli spazi per ripartire. Al 38' il Fato si manifesta sotto la suola di Romagnoli. Cross di Suso, Gagliardini non si accorge dell'arrivo del difensore alle spalle e con i tacchetti lo anticipa. Gol sul primo palo, tutti sorpresi, ma la corrida in salsa cinese è servita per gli ultimi 5' più recupero. Entra Biabiany per Candreva, urge gamba per giocare i minuti in più concessi da Orsato. La corrida produce grande confusione. Locatelli sfiora l'espulsione per un calcio rifilato a Nagatomo. Tutto il tempo perso si tramuta in ulteriori 2 minuti di recupero che aiutano il Milan. Sull'ultimo corner battuto da Deulofeu, Bacca anticipa il marcatore e la sua girata diventa un assist per Zapata che in precario equilibrio colpisce tutto solo: traversa e gol convalidato dalla tecnologia perché il pallone sbatte sotto la traversa, rimbalza e Medel lo allontana. Orsato indica il centro del campo: è 2-2, è finita. Come all'andata, pareggio ben oltre il 90'.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 22:12
Cagliari-Chievo 4-0, doppietta di Joao Pedro

Sardi avanti 3-0 già a fine primo tempo con Borriello, Sau e Joao Pedro.
Poi il brasiliano centra la doppietta nel finale


Il brillante Cagliari si diverte contro il declinante Chievo di questi tempi, che arriva alla quarta sconfitta di fila e non riesce più a fare un senso a questo campionato chiuso con la salvezza anticipata. Troppa differenza di ritmo ,di gioco, anche di motivazioni. La squadra di Rastelli controlla la partita fin dall’inizio: al minuto 11 è già in gol. Cacciatore perde palla, Tachtsidis ne approfitta e tira da fuori, Seculin respinge male, tap-in vincente di Borriello che arriva a quota 15. Quattro minuti dopo il raddoppio: gran palla di Joao Pedro per Sau, che con un dribbling secco fa sedere Cesar e batte Seculin. Il Chievo è scomparso: Maran prova a rimediare, mette un marcatore in più (Spolli) al posto di Cacciatore e passa al 3-4-1-2. Poi perde Maggiorini che, dopo aver colpito un palo, esce per infortunio al ginocchio sinistro: una partita segnata per il Chievo. Il Cagliari sfiora il terzo gol con Sau e Joao Pedro, poi lo trova col brasiliano che sfrutta una rivedibile respinta di Seculin su un cross di Ionita da sinistra. Tap-in ancora più facile di quello di Borriello.

IL CHIEVO NON C'È — Il secondo tempo è una fotocopia del primo, anzi più sbiadito perché non si vedono i lampi di gioco offerti dal Cagliari, che ora si limita a un prolungato possesso palla. Controllo totale per la squadra di Rastelli, che potrebbe affondare ma non lo fa. Il Chievo, in piena emergenza (otto assenti) sembra aspettare solo la fine di questa partita da dimenticare in fretta. E al 45’ arriva il gol del poker: azione insistita di Farias, Seculin para, Cesar però tocca il pallone e lo regala a Joao Pedro, che non ha difficoltà a a segnare. Poi Rastelli regala spiccioli di gloria al portiere di riserva Colombo, 41 anni, al debutto stagionale.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 22:16
Fiorentina-Empoli 1-2: El Kaddouri, pari di Tello e decide l'ex Pasqual su rigore

I viola sprecano la chance di riportarsi sotto in zona Europa.
Per gli ospiti un successo che sa di salvezza.
Il Franchi omaggia Pepito Rossi, reduce dall'ennesimo infortunio



Un rigore realizzato dall'ex capitano viola Pasqual nei minuti di recupero regala un successo storico per l'Empoli. Gli azzurri allungano sul Crotone mentre i viola danno il definitivo addio alla rincorsa europea. Tantissimi però gli errori di Mazzoleni e dei suoi assistenti durante il corso del match. Prima dell'incontro giusto pensiero dei giocatori viola nei confronti di Giuseppe Rossi "Pepito non mollare siamo con te": Rossi risponde via twitter 'Un gesto da veri campioni. Inaspettato. Grazie Fiorentina, sempre nel mio cuore. Forza Viola'. Poi tutti in campo. Sousa schiera una formazione ultra offensiva. Kalinic davanti con Bernardeschi e l'ex Saponara a supporto. Sulle fasce Tello e Chiesa. Risponde l'Empoli con El Kaddouri dietro Thiam e Mchedlidze. Fiorentina ad un passo dal vantaggio dopo 5 minuti: Chiesa tira forte, Skorupski respinge e Tello sbaglia clamorosamente da pochi metri il tocco vincente.

ERRORI E PASTICCI — L'Empoli risponde con due occasioni in un minuto. Prima Krunic si vede respingere il destro da Bernardeschi, poi Thiam calcia fuori da centro area. Gara equilibrata ed Empoli che risponde colpo su colpo alle sortite viola. Al 23' Saponara prova il cross, Buchel colpisce con il braccio alto ma Mazzoleni fa incredibilmente proseguire fra le proteste dei gigliati. Al 36' passa l'Empoli. Thiam parte in posizione di fuorigioco e mette il pallone al centro, Tatarusanu pasticcia ed El Kaddouri mette dentro senza difficoltà. Al 42' Bellusci salva miracolosamente a centro area, poi Astori tenta il sinistro senza fortuna.

PARI TELLO — Al 51' primo spunto di Tello, pallone al centro per Bernardeschi che gira forte ma centrale, con Skorupski bravo a deviare in corner. Al 60' ancora Tello si accentra e tira debole. Sousa prova il doppio cambio. Fuori Saponara e Bernardeschi, dentro Ilicic e Babacar. Tre minuti e la Fiorentina pareggia. Borja Valero, in netto fuorigioco, viene servito da Ilicic: aggancio e assist per Tello che segna l'1-1. Al 69' Thiam sfiora il nuovo vantaggio con un gran colpo di testa, Tatarusanu si riabilita e la toglie dall'angolo. Due minuti dopo tocca ai viola mangiarsi le mani con il destro potente di Chiesa che sfiora il palo e la punizione di Ilicic che tocca la traversa. Per lo sloveno settimo legno in campionato, una specie di record. Martusciello si copre inserendo Zambelli per El Kaddouri e abbassandosi ulteriormente.

DECIDE PASQUAL — A tre dal termine è però Tomovic a salvare tutto con un prodigioso recupero su Thiam a due passi da Tatarusanu. Nel secondo dei quattro minuti di recupero l'episodio chiave. Pucciarelli entra in area saltando Sanchez e forse viene toccato da Borja Valero. Mazzoleni fa ampi cenni che il contatto non c'è ed il gioco prosegue: poi, probabilmente richiamato dall'arbitro di porta Calvarese, torna indietro e concede il rigore. Pasqual, ex capitano e bandiera viola, trasforma e regala tre punti importantissimi all'Empoli. Finisce con il Franchi in ebollizione (Kalinic espulso per proteste dalla panchina) e la gioia ospite. Per la Fiorentina addio sogni europei.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 22:23
Genoa-Lazio 2-2: segnano Simeone, Biglia, Pandev e Luis Alberto

I biancocelesti rimangono al quarto posto in classifica.
I rossoblù spezzano la striscia di 4 sconfitte consecutive.
Da segnalare le espulsioni di Inzaghi e Juric


Gol, emozioni, partita in bilico fino all'ultimo dei sette minuti di recupero. E contestazioni per rigori dati e soprattutto non concessi. Con i due allenatori che finiscono negli spogliatoi molto prima del 90'. Partita bella e combattuta che tanto Genoa quanto Lazio avrebbero potuto vincere e non meritavano di perdere. Verdetto giusto così, dunque, con buona pace di quanti ritengono che il campionato italiano offra sempre spettacoli privi di emozioni. Il Genoa può esultare, perché pur vedendo sfumare un successo che al 90' sembrava fatto, interrompe la serie di 4 sconfitte consecutive e soprattutto fornisce una prestazione tutto cuore che la riconcilia con il suo pubblico. La Lazio sperava di allungare in classifica, ma per come si erano messe le cose può ritenersi soddisfatta, anche se resta la forte recriminazione per i due rigori parsi solari e non concessi da Maresca (specie il secondo, a metà ripresa, sull'1-1). Inzaghi comunque conserva il quarto posto in classifica con una giornata in meno da giocare.

BOTTA E RISPOSTA — La partita regala emozioni sin dall'inizio. La Lazio prova ad imporre il suo gioco, ma è il Genoa a portarsi in vantaggio già al 10'. Palladino lavora bene la palla sulla sinistra, il suo cross pesca Simeone al centro dell'area, il centravanti argentino non ha difficoltà a piazzarla di testa nell'angolino, anche perché Hoedt, che lo dovrebbe marcare, si addormenta. Il Genoa si carica e tenta subito di metterla al sicuro, ma la Lazio in qualche modo regge. Passata la buriana, la squadra di Inzaghi ricomincia a produrre gioco ed al 23' reclama un rigore che sembra netto (Burdisso stende Parolo che si accinge a calciare), ma l'arbitro Maresca lascia correre. Non ha invece dubbi il direttore di gara nell'indicare il dischetto poco prima dell'intervallo. Il tiro di Anderson viene respinto da Burdisso con l'aiuto di un braccio. Anche in questo il rigore pare esserci, ma sicuramente tra i due era più evidente quello non dato a Parolo. Il tiro di Biglia dagli 11 metri non è impeccabile, ma la respinta di Lamanna finisce sui piedi dello stesso argentino che realizza. E poi esulta sotto la curva genoana, provocando la reazione del pubblico di casa. Pareggio comunque meritato, perché già in precedenza la Lazio lo aveva sfiorato con le conclusioni di Milinkovic, Keita e Immobile.


RIPRESA SCOPPIETTANTE — La ripresa comincia com'era finito il primo tempo, con la Lazio che prova a mettere il marchio sulla partita. Ci prova Hoedt dalla distanza, ma Lamanna ci arriva. Poi, al 13', nuovo episodio contestato nell'area genoana. Anche in questo caso il fallo di Laxalt su Keita pare essere da rigore ma Maresca non interviene tra le vibranti proteste dei laziali. La partita vive poi una fase di stanca a metà ripresa, ma si rianima nel finale quando le squadre si allungano lasciando spazio ad occasioni da ambo le parti. Anderson ci prova poco prima di lasciare il posto a Lombardi, risponde Palladino, poi è il turno di Milinkovic per la Lazio e Lazovic per il Genoa. L'occasione migliore ce l'ha Lombardi che a tu per tu con Lamanna calcia fuori. Dall'altra parte invece Pandev non perdona sul cross di Lazovic e riporta il Genoa in vantaggio. La Lazio si getta nella metà campo avversaria alla ricerca del 2-2. Lo sfiora Immobile, ma Lamanna lo anticipa. Si arriva così al 90'. Maresca concede 7 minuti di recupero per i cambi e per le perdite di tempo e al 46' la Lazio pareggia con il primo gol italiano di Luis Alberto. Ma non è finita perché le due squadre, anziché accontentarsi, cercano la vittoria. E al gol va prima vicinissima la Lazio con un colpo di testa di Milinkovic che finisce fuori di un soffio, ma poi è Pandev ad avere un'occasione clamorosa su cui Strakosha si supera. Finisce 2-2. Giusto così.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 22:26
Palermo-Bologna 0-0, per Bortoluzzi un esordio amaro

I siciliani non sfruttano l'espulsione di Pulgar nel primo tempo e proseguono il periodo no.
La retrocessione in B si avvicina




L’inutile pari ferisce di più il Palermo: poteva essere l’occasione giusta per avvicinare l’Empoli quart’ultimo (adesso a 10 punti di distanza), ed invece finisce ancora tra i fischi del pubblico. Ennesima occasione sprecata e 0-0 tra i rimpianti contro il Bologna per più di un'ora in inferiorità numerica per l’espulsione di Pulgar nel primo tempo. Da una parte i rosanero devono pure ringraziare Fulignati, decisivo due volte su Di Francesco lanciato in contropiede, dall’altra dimostrano di non saper cogliere le occasioni in area altrui: Diamanti e Sallai falliscono nel modo più incredibile due match point nel finale.


DA DIEGO A DIEGO — I rosanero, guidati da Diego Bortoluzzi, 5° allenatore della stagione subentrato a Diego Lopez, si presentano in campo con il 4-3-3 rispolverato dall’ex vice di Guidolin. Ed è un Palermo dell’Est, piena espressione di Zamparini e del suo consulente Davor Curkovic (agente di ben 5 titolari dal 1’: Sunjic, Jajalo, Balogh, Nestorovski e Trajkovski). Senza Nagy, Donsah, Rizzo e Helander, Donadoni schiera invece il Bologna col tridente Verdi-Petkovic-Di Francesco, relegando in panchina Destro. Sono gli ospiti a manovrare con più efficacia, offrendo al pubblico palermitano (ai minimi storici) qualche bella trama fatta di tagli, sovrapposizioni e incursioni centrali. Gli errori dei siciliani in appoggio non si contano. Ed è davvero difficile portarsi nei sedici metri e pretendere di sorprendere l’avversario. Ci prova dalla distanza Bruno Henrique in un’occasione, poi al 19’ Verdi fallisce una nitida palla gol su cross di Di Francesco angolando troppo il colpo di testa in beata solitudine. La partita s’incattivisce all’improvviso al 24’ quando Pulgar rivolge un insulto a Banti e viene espulso col rosso diretto. Ma i padroni di casa non approfittano della superiorità numerica e, anzi, è il Bologna ad andare vicinissimo al gol con Di Francesco in contropiede lanciato da Petkovic: nella circostanza è eccellente Fulignati a restare fino all’ultimo in piedi e a respingere in tuffo la conclusione dell’esterno rossoblù.

BAGARRE — Nella ripresa il Bologna si ripropone col 4-4-1, mentre il Palermo attacca sfruttando di più la catena di sinistra. Al 18’ è il nuovo entrato Lo Faso ad impensierire Mirante con un destro sul palo più lontano che il portiere devia in angolo. Poi è ancora Fulignati a tenere in piedi i siciliani stoppando per la seconda volta Di Francesco lanciato in contropiede. Quindi il Palermo ha sui piedi di Diamanti (entrato da poco) il match-point a porta vuota al 38’, ma il fantasista cicca malamente il pallone servitogli da Lo Faso (a sua volta ispirato da Nestorovski) e l’azione sfuma tra lo sconcerto dei tifosi. Come al 43’ quando Sallai (altro subentrato nella ripresa) fallisce il gol a porta spalancata dopo la corta respinta di Mirante sul cross di Cionek. Niente da fare: i siciliani non sanno vincere. E la salvezza si allontana sempre di più.



Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 22:29
Pescara-Juventus 0-2: decide la doppietta di Higuain

Due gol del Pipita nel primo tempo, ispirati da Cuadrado a Mandzukic.
Dybala esce dopo un colpo alla caviglia


E' arrivato il gol numero 200 da quando gioca in Europa per Gonzalo Higuain e subito dopo anche il 201: il Pipita ha scelto il modo migliore, la doppietta, per prepararsi alla sfida del Camp Nou. Ma soprattutto è arrivato il pareggio della Roma in casa con l'Atalanta, che innalza la Juventus a +8 sulla seconda in classifica. Se non ci fosse stato l'infortunio di Dybala sarebbe stato il pomeriggio perfetto per la Signora: successo in trasferta sul Pescara per 2-0 e allungo sulla diretta inseguitrice. Quella caviglia dolorante di Paulo però tiene in apprensione i tifosi in vista del ritorno dei quarti di Champions League.

DOPPIO PIPITA — In attesa di capire meglio che cosa ha La Joya, è giusto godersi una vittoria molto importante, contro una squadra che Allegri temeva molto. Per questo il tecnico limita il turnover alla difesa e a mezzo centrocampo: ne cambia sei (portiere compreso) ma conferma i fantastici cinque, compreso Cuadrado che era dato in ballottaggio con Lemina alla vigilia. Il colombiano si dimostrerà indispensabile, perché è da un suo tiro che nasce il gol sblocca partita. Zeman non cambia lo spartito del suo 4-3-3, con Caprari, Brugman e Memushaj davanti, che per una ventina di minuti regge l'urto dell'armata bianconera. La partita è tosta e il caldo non aiuta. Il Pescara corre, pressa e picchia. Non a caso il primo giallo arriva dopo 3 minuti (Muntari per fallo su Dybala). La prima palla gol invece la confeziona Higuain per Mandzukic, murato da Fiorillo. Per il vantaggio bisogna aspettare il 23': azione personale di Cuadrado che va al tiro, sulla respinta di Fiorillo c'è il Pipita. Gonzalo è motivato, sfiora il raddoppio con il destro; Mandzukic invece si mangia un gol facile facile su suggerimento di Cuadrado ma poi si fa perdonare con una testata-assist per il 2-0 di Higuain (43'), che indirizza la sfera con la punta del piede.

ALLARME DYBALA — Il Pescara parte arrembante: tiro di Brugman alla prima azione, parato da Neto, poi costruisce ma si perde davanti alla porta avversaria. Però continua a menare anche nella ripresa e Dybala ne fa le spese: un brutto fallo di Muntari (già ammonito e graziato dal permissivo Di Bello) lo costringe a lasciare il campo a Sturaro dopo 8 minuti, dolorante alla caviglia destra e preoccupato, visto che mercoledì c'è la delicata gara di Champions con il Barcellona. Senza l'argentino Allegri passa al 4-3-3 e Sturaro dopo pochi minuti ha l'occasione del 3-0. La Juve nel secondo tempo fa il minimo indispensabile, il Pescara continua a lottare ma fa molto poco sotto porta: solo un tiro di Biraghi nel finale, parato da Neto. Così la Signora al fischio finale dell'Olimpico può festeggiare.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 22:32
Roma-Atalanta 1-1: Dzeko risponde a Kurtic, la Juve vola via a +8

Pessimo primo tempo dei giallorossi, buona ripresa, con un palo di De Rossi
e una traversa di Nainggolan, Totti in campo solamente negli ultimi 4'



La Roma si arena sull'Atalanta di Gasperini e deve dire probabilmente addio a qualsiasi residua speranza scudetto, vista anche la contemporanea vittoria della Juventus a Pescara. Per i giallorossi letale un primo tempo sbagliato in tutto e per tutto, con l'Atalanta che invece ha costruito calcio e meritato il temporaneo vantaggio. Nella ripresa, invece, tutto altro spartito, con la Roma che getta in campo cuore e idee e deve pagare i conti con il destino (palo di De Rossi, traversa di Nainggolan). Finisce 1-1, a far festa è Gasperini e non Spalletti, che chiude in ginocchio sull'ennesima mischia finale.

DEA PIÙ QUADRATA — Spalletti rilancia dal via Mario Rui e Perotti al posto di Juan Jesus ed El Shaarawy, dall'altra parte Gasperini schiera invece un'Atalanta abbottonatissima, con Il giovane olandese Hateboer a presidiare la fascia destra e un 3-5-1-1 che diventa spesso 3-4-2-1 in virtù della posizione di Cristante. Le mosse di Spalletti si rivelano subito errate, con Mario Rui che sbaglia tutto quello che c'è da sbagliare e Perotti che lascia spesso e volentieri a desiderare. Insomma, la catena sinistra della Roma è un mezzo disastro ed infatti è proprio da quella parte che l'Atalanta sfiora subito il vantaggio dopo appena 2', con Hateboer che spreca da pochi passi, contratto da Manolas. In generale è proprio l'Atalanta a giocare meglio, con Kessie che anestetizza Nainggolan a uomo e Conti che a sinistra vince spesso e volentieri i duelli uno contro uno con Rüdiger. E proprio da questo duello nasce il pallone giusto per Kurtic, che al 22' insacca di prima un bell'assist dello stesso Conti. E la Roma? Poco, davvero poco. Un paio di tentativi di testa di Fazio, uno di Dzeko da fuori e due sortite in mischia di De Rossi. Ma in generale tanta confusione e idee ridotte al lumicino.

ARREMBAGGIO GIALLOROSSO — Nella ripresa Spalletti manda dentro Bruno Peres e riporta Rüdiger al centro, trovando finalmente più spinta in fascia. Adesso è tutta un'altra Roma, che dopo 5' trova subito il pari: bel cross di Mario Rui, sponda di testa di Salah e tap-in vincente di Dzeko. Riequilibrati i conti, la Roma prova anche a vincere: Salah ha un paio di occasioni buone, Gollini dice di no a Perotti, Dzeko in spaccata non riesce a trovare la porta e De Rossi è sfortunato, con la sua sforbiciata su angolo di Nainggolan che si stampa sul palo. I conti con la sfortuna per i giallorossi non sono però finiti, perché al 19' è la traversa a dire di no ad un destro dal limite dello stesso Nainggolan. Insomma, l'inerzia in campo è cambiata radicalmente e ora la partita la fa solo la Roma, anche se al 24' l'Atalanta rischia di ripassare: tacco di Petagna per Cabezas (appena subentrato a Kurtic) e sinistro a tagliare tutta l'area su cui D'Alessandro arriva con un soffio di ritardo a porta vuota. Poi è tutto un forcing giallorosso fino alla fine, fatto però soprattutto di rabbia e di mischie. Vanno dentro anche El Shaarawy e Totti per l'assalto finale, ma il risultato non cambia più.

Anrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 22:36
Torino-Crotone 1-1, Belotti apre, Simy chiude

I granata passano col 25° gol stagionale del Gallo, ma sprecano troppo e permettono la rimonta ai calabresi.
Alla squadra di Nicola però il punto non serve in chiave salvezza: l'Empoli allunga ed è a +5


Al Torino non bastano la rabbia di Andrea Belotti e una dozzina di palle gol per prendere la dodicesima vittoria in campionato. Quando Cordaz sembra parare tutto, il Gallo decide di dare la scossa: parte da centrocampo, batte sullo sprint Ceccherini e poi va a cercare il fallo in area. Il rigore per la spinta è molto contestato dal Crotone ma l’attaccante non si impietosisce: infila al 66’ il 25° gol in campionato e sembra aver dato il successo al Torino. Invece il Crotone sa reagire, approfitta anche di uno sbaglio di Hart in uscita e pareggia con Simy, su assist di Nalini.


DOMINIO SENZA SUCCESSO — Il Torino avrebbe meritato di più, però paga i troppi errori: sotto porta, perché Cordaz è strepitoso però alcune volte viene anche graziato, e anche nella sua area. Lascia due palle gol e prende una rete. Il Crotone ha la prima occasione seria con Trotta che non riesce a infilare da due passi (20’), quindi il Toro è più sciolto e con sponde e triangolazioni basse riesce ad avvicinarsi a Cordaz. Il portiere però neutralizza tre chance pulite respingendo su Belotti, Maxi Lopez e Ljajic prima dell’intervallo. E prosegue anche dopo. Il Toro è senza Acquah, Molinaro, Iturbe, Castan e Obi, in difesa Mihajlovic conferma al centro il brasiliano Carlao, ai primi minuti in casa, facendo riposare così Moretti. A centrocampo si rivede Valdifiori dopo oltre due mesi. Davanti Ljajic è il trequartista e spesso torna per iniziare l’azione da lontano. Ma il 4-3-1-2 diventa poi 4-2-3-1 nella ripresa, quando Boyé prende il posto di Lopez. Si gioca a lungo in una sola metacampo, eppure i granata non chiudono la gara.

I CAMBI — Il Crotone arrivava da due vittorie consecutive che hanno riacceso le speranze per la salvezza, ma adesso di trova a 5 punti dall’Empoli. Davide Nicola usa un 4-4-2 piuttosto stretto che punta più alla protezione. Il sistema regge discretamente al centro, mentre è deficitario sui lati. I miracoli del portiere non possono durare tutta la gara, così quando il Crotone si fa trovare scoperto viene punito da Belotti. Però Nicola risale al pari con i cambi: Nalini, entrato per Trotta, serve di testa Simy, subentrato a Martella, e il nigeriano infila a porta vuota il suo secondo gol in A.

Pierfrancesco Archetti

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 22:39
Sassuolo-Sampdoria 2-1: segnano Schick, Ragusa e Acerbi

I neroverdi tornano al successo in casa che mancava dal 15 gennaio.
I blucerchiati non riescono ad approfittare dello stop del Torino


Più attento, concentrato e determinato, il Sassuolo batte la Sampdoria in rimonta (2-1), chiude una serie negativa che durava da sei partite e sfata il tabù Mapei dove non vinceva dal 15 gennaio (4-1 sul Palermo).


I PRIMI 45' — La Sampdoria impedisce fin dall’avvio ai neroverdi di alzare il ritmo. Chiuse le vie di passaggio centrali, gli emiliani trovano spiragli importanti sulle corsie laterali, in particolare a sinistra. Le incursioni di Ragusa, però, portano solo una lunga serie di calci d’angolo. I blucerchiati sono pericolosi solo a tratti. Schick fallisce di poco il pallonetto al 13’, il ceco è fortunato un quarto d’ora più tardi, quando, su azione da rimessa laterale, si vede carambolare su un braccio un tiro potente di Silvestre. La parabola che ne deriva è letale per Consigli. I padroni di casa stentano a reagire e protestano vivacemente quando, al 47’ la palla carambola sulla mano di Praet in piena area. Il belga è solo e viene tradito da un rimbalzo strano mentre effettua il rinvio, così l’arbitro Pairetto considera l’intervento involontario.

LA RIPRESA — In avvio di secondo tempo, però, tutto si ribalta: al 4’ Pellegrini innesca Ragusa a sinistra, l’ala stavolta punta dritta verso la rete e batte Viviano con sicurezza. La Sampdoria appare annebbiata ed arriva così anche il colpo del k.o.: angolo di Pellegrini e testa di Acerbi sul primo palo. Pure la reazione blucerchiata è annacquata e si rivela pericolosa solo con un colpo di testa, alto, di Skriniar, mentre Viviano è costretto a stoppare ancora Ragusa per evitare il 3 a 1.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 23:00
Napoli-Udinese 3-0: Mertens, Allan e Callejon, tutto nella ripresa

Primo tempo con poche occasioni, poi la squadra di Sarri dilaga:
secondo posto più vicino, ora la Roma è a +2



È bastato un quarto d'ora di vero Napoli per mandare al tappeto l'Udinese e mettere pressione alla Roma - lontana ora solo due punti dagli azzurri - nella corsa al secondo posto. Dopo un primo tempo sonnolento, fatto di solo possesso palla, la squadra di Sarri ha alzato i giri e risolto la pratica grazie all'ennesima perla di Mertens e ad un gol dell'ex di turno Allan appena dopo il palo colpito dall'altro ex Zapata che avrebbe potuto pareggiare. Il terzo gol di Callejon, anche lui in doppia cifra ora in campionato, ha cambiato la forma ma non la sostanza del risultato.

POCHE EMOZIONI — Il pari della Roma con l'Atalanta aveva messo il Napoli nella condizione di poter accorciare il distacco in classifica, di conseguenza Sarri ha puntato sull'usato sicuro riproponendo l'undici vittorioso all'Olimpico contro la Lazio. "Educato" il 4-5-1 di Delneri con De Paul e Thereau esterni di centrocampo. Una sola sorpresa: Hertaux al posto di Felipe al fianco di capitan Danilo. Almeno inizialmente niente barricate dei friulani, nelle cui fila si è sentita l'assenza di un vero regista, e qualche spazio in più del consueto per i padroni di casa con Hamsik libero di prendersi le solite licenze offensive e Mertens sempre pericoloso ai venti metri (al 14' la prima parata di Karmezis su tiro del belga). Il Napoli attaccando molto sulle fasce, specie quella sinistra con Insigne, finiva con il collezionare una miriade di angoli (alto il colpo di testa di Albiol al 41') ma l'Udinese difendeva bene sul perimetro badando però a non alzare troppo il baricentro (appena 24% di possesso palla per i friulani nei primi 45'). Di conseguenza, la squadra di Delneri arrivava all'intervallo indenne e neppure con troppi patemi.

DA UN EX ALL'ALTRO — La ripresa è stata un'altra storia anche perché si è aperta con il botto: imbeccata al bacio di Jorginho (molto ispirato) per Mertens che si infilava in un buco tra Herteaux e Danilo e faceva secco Karnezis con un destro all'angolino. Ventunesimo centro in campionato per il belga, i cui agenti erano in tribuna a discutere con De Laurentiis del rinnovo di contratto. A quel punto, l'Udinese doveva cambiare atteggiamento ed il compito di dare una scossa era affidato al giovane Perica. In effetti, i friulani con il 4-3-3 sono apparsi immediatamente più propositivi mettendo paura al Napoli con il palo colpito da Zapata al 17' che faceva correre un brivido al pubblico del San Paolo: cross perfetto di Adnan e colpo di testa del colombiano con pallone che scheggiava appunto il legno. Da un ex all'altro, gol sbagliato e gol subito: Allan, infatti, un minuto dopo rubava palla ad Adnan e segnava la sua prima rete stagionale mettendo in ghiaccio il risultato per il Napoli. Il brasiliano non esultava, il San Paolo tirava un sospiro di sollievo. Da quel momento il Napoli ha fatto accademia, Insigne ha provato a far gol di tacco e sugli sviluppi dell'azione è arrivato il tre a zero di Callejon con un destro sporco ma preciso. Adesso la lotta per la Champions diretta con la Roma si fa interessante, anzi incandescente.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 15 aprile 2017 23:00
SERIE A 2016/2017 32ª Giornata (13ª di Ritorno)

15/04/2017
Inter - Milan 2-2
Cagliari - Chievo 4-0
Fiorentina - Empoli 1-2
Genoa - Lazio 2-2
Palermo - Bologna 0-0
Pescara - Juventus 0-2
Roma - Atalanta 1-1
Torino - Crotone 1-1
Sassuolo - Sampdoria 2-1
Napoli - Udinese 3-0

Classifica
1) Juventus punti 80;
2) Roma punti 72;
3) Napoli punti 70;
4) Lazio punti 61;
5) Atalanta punti 60;
6) Milan punti 58;
7) Inter punti 56;
8) Fiorentina punti 52;
9) Torino e Sampdoria punti 45;
11) Udinese punti 40;
12) Chievo e Cagliari punti 38;
14) Sassuolo e Bologna punti 35;
16) Genoa punti 30;
17) Empoli punti 26;
18) Crotone punti 21;
19) Palermo punti 16;
20) Pescara punti 14;

(gazzetta.it)
binariomorto
00sabato 22 aprile 2017 23:57
Atalanta-Bologna 3-2: gol di Conti, Freuler, Destro, Di Francesco e Caldara

I nerazzurri si portano al quarto posto in classifica scavalcando la Lazio in attesa della gara di domani contro il Palermo.
I rossoblù si sbloccano dopo 3 gare senza segnare ma non riescono a fare il "colpaccio"


C’è profumo d’Europa nell’aria. Ma per poco l’Atalanta non ha rischiato di bruciare l’arrosto. Lo aveva cucinato in fretta la squadra di Gasperini, non facendo i conti con un Bologna grintoso, a dispetto della classifica che poco ancora ha da chiedere al campionato. Il 3-2 finale proietta i nerazzurri al quarto posto solitario per una notte, in attesa di Lazio-Palermo di domani. Per salire lassù, però, la Dea ha faticato non poco, facendosi rimontare due gol e trovando il sigillo finale con il solito guizzo di Caldara, difensore goleador se ce ne è uno.


SILENZIO — Prima del fischio d'inizio lo stadio ha ricordato Michele Scarponi, il ciclista morto stamattina in un incidente stradale. Davvero toccante il minuto di silenzio all’Atleti Azzurri d’Italia.

SPRINT — L’Atalanta ritrova il Papu Gomez dopo il turno di squalifica e recupera Spinazzola sulla sinistra. Gasperini, insomma, ha il suo undici base in campo. Il Bologna, privo di Verdi, schiera un 4-2-3-1 coraggioso sulla carta, anche se Dzemaili è un trequartista atipico e dà manforte pure in mezzo al campo. Pronti e via, al primo affondo i nerazzurri passano: verticalizzazione illuminante di Gomez, Conti scappa alle spalle di Masina e brucia Da Costa sotto le gambe. Tutto bello, anche se sul gol dopo appena 3’ incombe l’ombra del fuorigioco, che sfugge al guardalinee Pegorin. E’ regolarissimo invece il raddoppio al 14’: Petagna difende bene un pallone in area e col destro lo rimette in mezzo dove Freuler al volo fa secco di nuovo Da Costa. Splende il sole e l’Atalanta sul 2-0 si rilassa un po’ troppo. La punisce subito Destro, rapido e letale in spaccata sul tiro-cross di Di Francesco. Siamo al 16’, nessun calcio d’angolo, zero cartellini, nemmeno l’ombra di una parata o un tiro fuori, ma il punteggio dice già 2-1. E qui inizia un’altra partita, un po’ più tattica e meno aperta. La conduce più il Bologna, anche se a ritmi sincopati e senza sussulti. La squadra di Gasperini, che perde Kessie (infortunio dopo un contrasto con Dzemaili, entra Cristante), invece arretra il baricentro e chiude gli spazi. Un atteggiamento che non piace al tecnico nerazzurro, letteralmente imbufalito in panchina. Le occasioni, però, le ha comunque l’Atalanta: Kurtic (bell’affondo di Spinazzola sulla sinistra), calcia male e colpisce Maietta dall’altezza del dischetto, mentre al 42’ Caldara, tutto solo, allarga di testa troppo sul secondo palo.

ZAMPATA — Il canovaccio non cambia nella ripresa. I padroni di casa gigioneggiano troppo, gli ospiti tengono botta, pur senza strafare. Dzemaili buca il tiro al volo su cross di Krejci, ma è l’avvisaglia di ciò che succede al 16’. Conti perde banalmente palla sulla destra, Krejci crossa, la difesa libera male, Destro e Dzemaili confezionano per Di Francesco, bravissimo a liberarsi in area e trafiggere Berisha di sinistro. E’ una doccia gelata per l’Atalanta, che forse sentiva di averla chiusa troppo presto. Gasperini corre ai ripari inserendo D’Alessandro e passando al 4-4-2, ma la Dea non si sveglia. Quindi il tecnico cambia ancora, togliendo a sorpresa Petagna e scegliendo di giocare senza un centravanti vero per 20 minuti. Una mossa che vuole soprattutto esaltare le qualità d’inserimento di Cristante e Freuler, usando la copertura di Grassi. Il gol del 3-2 arriva però da calcio da fermo al 30’: sponda proprio di Cristante e zampata sotto porta di Caldara, che anticipa Gastaldello. E’ la settima rete in campionato per il difensore centrale, al primo anno in Serie A. Mica male. Il Bologna non molla, Donadoni si gioca la carta Petkovic e Di Francesco al 43’ chiama Berisha alla risposta in tuffo su violento destro da fuori. Due minuti dopo, il portiere albanese si ripete su Destro, grazie anche alla collaborazione dell’inesauribile Spinazzola. E’ l’ultimo brivido, poi l’Atleti Azzurri d’Italia può godersi il quarto posto con vista sull’Europa.

Marco Guidi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 23 aprile 2017 00:01
Fiorentina-Inter 5-4: Vecino e Babacar doppietta,
Icardi tripletta, gol di Astori e Perisic

Nerazzurri praticamente fuori dall'Europa: a Firenze si fanno
strapazzare dalla squadra di Paulo Sousa e si svegliano troppo tardi.
Pioli alla terza sconfitta nelle ultime quattro gare



Errori e gol si alternano in una partita incredibile. Vince la Fiorentina per 5-4. Allontanando probabilmente in maniera decisiva l'Inter dall'Europa. Protagonisti assoluti Babacar e Vecino, autori di una doppietta a testa. Ed Icardi, che firma tre gol. Difese da horror e secondo tempo pazzesco con reti ed occasioni a raffica. Pubblico di entrambe le squadre in silenzio in memoria del tifoso viola Marco Ficini morto a Lisbona con dinamiche ancora da chiarire. Sousa deve fare a meno di Gonzalo Rodriguez, fuori per una botta alla coscia, e Kalinic (squalificato). In difesa dentro Tomovic, davanti Babacar. Con Borja Valero e Bernardeschi a supporto. Nell'Inter tutto confermato con Icardi centravanti e il trio Candreva-Joao Mario-Perisic sulla trequarti. Dopo quindici minuti la Fiorentina aumenta la pressione: prima Milic spreca su bel taglio di Babacar, poi il terzino croato si riabilita mettendo al centro un rasoterra preciso girato sotto la traversa da Vecino. Handanovic incolpevole e primo gol in campionato per il centrocampista uruguagio.

RIBALTONE INTER — Reazione immediata degli uomini di Pioli, che 5' dopo trovano il pari. Perisic dà il via all'azione aprendo per Candreva: finta su Milic che cade malamente a terra e cross basso per lo stesso Perisic che insacca da due passi senza alcuna difficoltà. Al 34' sorpasso nerazzurro: Joao Mario sfrutta lo spazio centrale lasciato da Vecino tagliando splendidamente in verticale per Icardi. Sanchez è morbido nella marcatura ed il centravanti argentino torna a segnare in trasferta (non accadeva dalla sfida di Empoli) superando Tatarusanu in diagonale. Al 43' viola vicini al pari con un gran sinistro di Borja Valero deviato in corner dal balzo di Handanovic. Un minuto dopo lo stesso Handanovic si allunga sulla destra su un colpo di testa maldestro di Miranda.


ERRORE BERNA, RIMONTA VIOLA — Nessun cambio e subito brividi. D'Ambrosio trattiene Babacar in area, Valeri fischia un rigore decisamente contestato dai nerazzurri. Bernardeschi tenta una specie di cucchiaio che Handanovic para senza troppi problemi e Sousa corre ai ripari: fuori Tomovic (infortunato) e dentro Salcedo, ma soprattutto out uno spento Bernardeschi per far spazio ad Ilicic. La Fiorentina pareggia quasi subito con un colpo di testa preciso di Astori su corner di Valero. Nemmeno il tempo di respirare ed i viola passano ancora con una percussione centrale di Vecino terminata con il rasoterra vincente del centrocampista. Partita pazza condita da una quantità di errori impressionante. Come l'ennesimo della difesa nerazzurra che permette a Babacar di presentarsi nuovamente davanti ad Handanovic battendolo con un rasoterra chirurgico con Pioli incredulo ad osservare dalla panchina.

QUASI PARI — L'Inter, in pieno stato confusionale, imbarca acqua (e gol) da tutte le parti. Ed allora a dieci dal termine Salcedo vola sulla fascia destra servendo in area Babacar che, ancora solissimo, batte un incredulo Handanovic. I nerazzurri sembrano mollare definitivamente e il punteggio potrebbe assumere proporzioni ancora maggiori. Ma Icardi non ci sta: il capitano si gira a centro area trovando il destro vincente che si insacca dopo aver baciato il palo alla destra di Tatarusanu. Al 90' ancora gol e ancora Icardi che sugli sviluppi di un corner trova la tripletta personale. L'Inter ci crede, Astori salva sulla linea dopo un tiro di Brozovic facendo esultare il Franchi. Finisce 5-4 con le proteste interiste per il poco recupero finale. Vince la Fiorentina, l'Inter prosegue il periodo di magra con i soli due punti conquistati nelle ultime cinque partite di campionato.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 23 aprile 2017 15:22
Sassuolo-Napoli 2-2, Milik salva gli azzurri.
Ma la Roma può scappare

Gli azzurri frenati da due pali al Mapei Stadium e costretti
al pari in rimonta con gol decisivo del ritrovato polacco.
Lunedì i giallorossi a Pescara hanno la chance di andare a +4



Il Napoli fallisce il sorpasso sulla Roma. Un solo punto conquistato contro il Sassuolo, per giunta rincorso dopo essere passato in svantaggio poco dopo la mezz'ora del secondo tempo. Stavolta non sono bastate le prodezze di Mertens, ventiduesimo gol in campionato, e di Milik, ritornato al gol dopo sette mesi. Di contro, Di Francesco ha ritrovato il gol di Berardi ed ha interrotto la serie negative di 5 sconfitte consecutive al Mapei Stadium. Sarri non vuole rischiare niente. E per evitare qualche sorpresa inaspettata, schiera la formazione titolare: l'inseguimento alla Roma e, dunque, al secondo posto, non ammettono errori di valutazione. Il Sassuolo vivacchia nella fascia tranquilla della classifica e da questa partita si aspetta soltanto un risultato positivo, più per una questione di prestigio che non di necessità. I primi trenta minuti sono impalpabili, col Napoli a pressare e gli emiliani a tentare qualche ripartenza. Ma né Reina né Consigli vengono sollecitati. La gara ha qualche sobbalzo poco dopo la mezz'ora, con una serie di azioni travolgenti. Callejon (31') calcia sull'esterno della rete un suggerimento di Mertens, mentre la conclusione di Insigne (34') viene respinta da Consigli. Appena un minuto dopo e Berardi a sfiorare il palo con un diagonale di sinistro e Defrel calcia alto sulla traversa da buona posizione (42').

BOTTA E RISPOSTA — Al rientro in campo, Di Francesco tiene fuori Pellegrini, lento e svogliato su Hamsik, e inserisce Mazzitelli, mentre Matri prende il posto di Defrel. Ma è il Napoli a passare in vantaggio al 7'. L'apertura sulla destra di Hamsik trova Callejon pronto al cross, sul pallone si avventa Mertens che di testa fa esplodere l'esultanza dei 5.000 napoletani presenti al Mapei Stadium. Tutto molto bello, ma la gioia degli avversari dura appena 7 minuti, perché un errore di Hamsik (retropassaggio a Reina) consente a Berardi d'impadronirsi del pallone e di realizzare il gol del pareggio. Non è stata questa una delle migliori partite del capitano del Napoli. La rete del Sassuolo non cambia l'atteggiamento dei napoletani che continuano a tenere palla e ad esaltare le qualità del tridente offensivo. Al 20', la traversa respinge la punizione di Mertens e dieci minuti più tardi è il palo a negare il gol a Insigne.

PAURA NAPOLI — Nel momento di maggiore pressione del Napoli, però, arriva il raddoppio del Sassuolo. Ragusa assiste il diagonale di Mazzitelli per il 2-1. Sotto di un gol, Sarri inserisce Milik: la mossa si dimostrerà indovinata, perché sarà proprio il centravanti polacco a realizzare la rete del pareggio. Il suo ultimo gol in campionato risaliva al 17 settembre dello corso anno, contro il Bologna.

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 23 aprile 2017 18:46
Chievo-Torino 1-3: gol di Ljajic, Zappacosta, Pellissier e Iago Falque

I granata salgono al nono posto in classifica e approfittano del k.o. della Samp contro il Crotone.
I gialloblù incassano la quinta sconfitta di fila


Il Toro del 4-2-3-1 e del Ljajic ritrovato dà un altro segnale, al di là del quinto risultato utile consecutivo: il futuro è questo e per una volta si può vincere anche senza i gol di Belotti che, pur cercando il timbro personale fino alla fine, per una volta lavora per gli altri, con il velo che agevola l’1-0 di Ljajic e il pallone rubato che precede il 3-1 di Iago Falque. Chievo penalizzato dai troppi assenti: non un semplice alibi per la quinta sconfitta consecutiva, figlia di un’evidente gap di qualità rispetto ai mezzi offensivi evidenziati ancora una volta dal Torino. Quelli che Mihajlovic, con la sua svolta tattica, ha scelto di privilegiare.


LE SCELTE — Maran non rinnega il 4-3-1-2 nonostante ieri avesse provato anche uno schieramento con la difesa a tre, una sola punta e Birsa in appoggio. Nella linea a quattro però il laterale destro non è Izco, ma il giovane Depaoli (‘97), con Frey adattato a giocare a sinistra come previsto. Torna Birsa fra le linee, trequartista alle spalle della coppia Pellissier-Inglese. Solo una sorpresa (obbligata) per Mihajlovic: laterale destro De Silvestri e non Zappacosta, febbricitante, ma costretto a entrare in campo dopo 24’, per un problema muscolare dell’ex sampdoriano. Per il resto, confermato il rientro dopo 14 mesi abbondanti di Avelar sulla fascia sinistra e il 4-2-3-1, con il rientro di Acquah e il trio Iago-Ljajic-Boyé alle spalle di Belotti.

PRIMO TEMPO — Possesso palla del Toro per buona parte dei 45’, ma vince soprattutto la noia di una gara di fine stagione, con due squadre che hanno ormai poco da chiedere a questo campionato. Poche emozioni, al di là di una fuga di Inglese all’alba della partita - fermata ingiustamente dal guardalinee per un fuorigioco che non c’era - un contropiede del Toro chiuso da Ljajic (murato da Sorrentino) al 5’ e una traversa scheggiata (dopo deviazione) da Boyé all’8’. Da quel momento la squadra di Mihajlovic ha schiacciato il Chievo, ma senza trovare soluzioni offensive davvero pericolose: un colpo di testa di De Silvestri, due tentativi di Belotti, un tiro di Ljajic fuori di poco. Solo al 39’ Sorrentino ha riprovato un brivido, il più grande, quando un tiro di Boyé a porta teoricamente scoperta è stato neutralizzato da un’ottima chiusura di Depaoli. E il Chievo? Enormi difficoltà ad accendere Birsa, comunque il più lucido dei suoi, e dunque ad attivare Pellissier (un’ombra) e Inglese, che si è rivisto solo per un colpo di testa fuori misura al 27’.

SECONDO TEMPO — La partita gira al 7’ della ripresa, quando una palla conquistata da Iago diventa il cavatappi che dà via libera alle bollicine di Ljajic. Il gol numero 8 in campionato del serbo sblocca definitivamente il Toro, che trova quasi subito il raddoppio con un gran gol di Zappacosta: sugli sviluppi di un corner calciato da Avelar, con pallone allontanato da un difensore, l’azzurro - solissimo - inventa un gran tiro al volo, impossibile da respingere. La partita sembra chiusa lì e il sussulto del Chievo (Pellissier cerca e trova da Inglese la sponda per il blitz del 2-1) dà solo l’impressione di riaprirla. Il Toro non riesce a interrompere la striscia di partite con almeno un gol subito (ora sono 14), ma ha la forza di non sedersi troppo e di togliere il residuo coraggio alla squadra di Maran, che non ha mezzi per tentare la rimonta. Succede alla mezzora quando Belotti ruba palla a Radovanovic e la serve a Iago, che interrompe il suo digiuno con un sinistro a fil di palo. A quel punto la partita vive solo dei tentativi di Belotti di andare in gol, ma stavolta - dopo tre gare consecutive in gol - il Gallo resta a digiuno.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:03.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com