Campionato di Serie A stagione 2016/2017

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binariomorto
00domenica 11 settembre 2016 17:09
Bologna-Cagliari 2-1: Verdi-Di Francesco, gli emiliani fanno festa

Un gol per tempo dei due giovani attaccanti regalano tre punti preziosi a Donadoni.
Sardi sconfitti, non basta la punizione del difensore portoghese



Seconda in casa e secondo successo per il Bologna, che aiutato dalla pausa cancella le cinque sberle di Torino e stende il Cagliari con i gol di Verdi e del figlio d'arte Federico Di Francesco, al primo decisivo centro in Serie A.

APRE VERDI — Si capisce subito che il caldo terrà bassi i ritmi. La temperatura favorisce il Bologna, più ordinato e quadrato, rispetto a un Cagliari che senza la velocità di manovra si schiaccia presto e delega ai due centrali difensivi il lancio, troppo insistito e troppo poco preciso. Il Bologna lavora sulle fasce e al 12' un cross da destra di Krafth allungato da Salamon trova il sinistro al volo di Taider sul secondo palo, Storari copre lo specchio sulla prima occasione della partita. La seconda - dopo una deviazione di Borriello sull'esterno della rete al 16' - è quella buona per il Bologna. Al 23' punizione non limpidissima per fallo di Salamon su Destro sui 25 metri, da fermo Verdi calcia dritto per dritto sul palo di Storari che non amministra bene il rimbalzo e si fa superare dal pallone. Il portiere del Cagliari fa meglio al 27' su un gran sinistro a giro ancora di Verdi dalla distanza, corretto in volo in calcio d'angolo. Poi il time out per il caldo, seguito da un tentativo di pressione del Cagliari, che tuttavia inquadra la porta solo con tiri deboli di Barella al 42' e del volenteroso Borriello al 46'.

MALE STORARI — Che Storari sia destinato a essere il protagonista negativo si capisce al'8' della ripresa, quando ferma fallosamente Krejci lanciato a rete e si becca il rosso. In dieci - fuori Barella per far spazio a Rafael in porta - il Cagliari fatica a contenere le trame del Bologna e si espone al contropiede. Al 17' Dzemaili ne spreca uno giocato quattro contro tre, al 19' Rafael si oppone alla grande alla deviazione di Destro dall'angolo. L'ingresso di Di Francesco è un ulteriore moto d'impeto. E "junior", reduce da una doppietta con l'Under 21, impiega appena due minuti a lasciare il segno: numero di Krejci con tunnel a Isla e cross basso per Di Francesco che brucia Padoin per il 2-0. Ionita sfiora la traversa al 31', Bruno Alves con una punizione alla Ronaldo al 38' potrebbe riaprire la gara, anche perché un po' di paura al Bologna viene. Da Costa deve uscire su Farias per salvare il 2-2 dopo un'errata copertura di Oikonomou, ma l'uscita per infortunio di Ionita appena prima del 90' rende impossibile l'impresa sarda.

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 11 settembre 2016 17:16
Milan-Udinese 0-1, Perica gol all'88', Montella sconfitto a San Siro

I friulani la spuntano nel finale grazie a un tiro del croato deviato da Abate:
nel primo tempo traversa di Sosa, ma i rossoneri non brillano e vengono beffati



Stipe Perica, attaccante croato del 1995, entra nel libro nero delle figurine del Milan: giocatori poco conosciuti che firmano storiche sconfitte. Quando Milan-Udinese sembrava dover diventare quello che… era stata per 90 minuti, cioè uno 0-0, il croato ha girato in porta un cross di Badu. Siccome il calcio a volte punisce chi ha fatto poco per vincere, una deviazione di Abate ha messo fuori gioco Donnarumma: 0-1 e seconda sconfitta in tre partite. Il Milan però avrebbe dovuto preoccuparsi comunque, anche se non avesse preso gol a due minuti dal 90’. La scuola, che a Milano inizia domani, rischia di essere più divertente di questo pomeriggio a San Siro, tra ritmi lenti e possesso poco produttivo. Lo stadio era più vuoto che pieno e il Milan ha fatto contenti i 28mila paganti solo episodicamente. Quattro minuti interessanti nel primo tempo, un dribbling di Suso qui, un tiro di Sosa lì. Per il resto, poche idee, Bacca isolato, Sosa e Suso positivi nel primo tempo e poi scomparsi. Il Milan ha rischiato di andare in vantaggio solo una volta, dopo 33 minuti, quando Sosa ha colpito la traversa con un tiro al volo dopo assist di petto di Montolivo. L’Udinese però si è difesa e ha retto sempre con ordine. Se le brutte notizie per il Milan non bastassero, l’infermeria: Antonelli ha lasciato la partita e lo stadio per un trauma cervicale, generato da uno scontro – probabilmente doppio, con Thereau e Paletta – a centro area. Cosciente, ha passato il pomeriggio in ospedale per accertamenti.

LA TRAVERSA — Montella ha scelto Poli nel solito 4-3-3 e si è difeso basso, nella sua metà campo, con Suso e Bonaventura spesso sulla linea dei centrocampisti. In fase di possesso, ritmi bassi e Sosa spesso in zona centrale a costruire al posto di Montolivo: quasi un doppio play per portare la palla a Bonaventura e Suso, gli unici con creatività. Meglio lo spagnolo, protagonista nel momento migliore del primo tempo del Milan. Minuto 17: angolo per l’Udinese, Bacca al volo e Montolivo con una bella giocata lanciano un contropiede, Suso trova il colombiano che sul più bello si fa rimontare. Minuto 18: triangolo Antonelli-Sosa-Antonelli a sinistra, ma il cross del terzino della Nazionale è troppo su Karnezis. Minuto 20: Suso crossa da destra, Bonaventura taglia al centro e arriva con mezzo secondo di ritardo.

UN TIRO — Sembrava l’inizio di qualcosa ma l’Udinese si è difesa in modo ordinato e ogni tanto ha dimostrato che De Paul sa creare la superiorità, oppure che Zapata e Thereau possono costruire un’azione pericolosa: nel primo tempo, contropiede del colombiano e tiro del francese dal limite bloccato da Donnarumma. Il Milan, pur senza spaventarsi, non ha mai trovato il modo di attaccare la difesa schierata. Ha dato un brivido solo con una girata di testa di Bonaventura, unico tiro in porta rossonero se si esclude la traversa, e un taglio di Honda visto da Poli. Poi più nulla, anche con Suso mezzala, anche con Lapadula a dare una mano a Bacca, sempre solo e mai pericoloso quando coinvolto. San Siro alla fine ha fischiato un po’ ma nemmeno tanto, quasi svogliato.

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 11 settembre 2016 17:21
Chievo-Lazio parola alla difesa, 1-1 firmato Gamberini-De Vrij

Tanto caldo e Bentegodi semivuoto per un (giusto) pareggio deciso in
quattro minuti, nella ripresa, dai colpi di testa dei due centrali


Dieci minuti di fuochi d’artificio (dal 5’ al quarto d’ora della ripresa), un primo tempo soporifero e un pareggio meritato. Se si aggiungono il caldo e un Bentegodi per pochi intimi, Chievo-Lazio si può archiviare così, decisa in quattro minuti da due colpi di testa (imperioso quello di Gamberini, furbo quello di De Vrij) in altrettanti azioni nelle quali le difese hanno regalato ai difensori-goleador un pomeriggio di celebrità.

PENNICHELLA PER 45’ — Il primo tempo era scivolato via praticamente senza sussulti, condizionato dal caldo estivo (cooling break in entrambi i tempi), questo sì protagonista indiscusso. Le due sole occasioni, forse neanche degne di tal nome, sono arrivate in apertura, subito con Immobile (diagonale non pericoloso) e, al quarto d’ora, da un colpo di testa di Cacciatore, lasciato libero di colpire in area, all’altezza del dischetto eppure incapace di cercare l’angolino: Marchetti devia in tuffo la zuccata centrale. Centrocampo laziale sotto tono (Biglia sopratutto) e difesa del Chievo invece molto attenta: anche questo ha contribuito alla pennichella generale nei primi 45’. E dire che solo nella passata stagione, tra Chievo e Lazio erano stati fuochi d’artificio con il 4-0 gialloblù dell’andata e il 4-1 restituito all’Olimpico dai biancazzurri.

CHE RIPRESA — Tutt’altro ritmo nella ripresa, inaugurata al 5’ con Pellissier che, servito da un bel cross millimetrico di Gobbi, manca il pallone per l’incornata a due passi da Marchetti. Sull’angolo successivo, al 6’, il colpo di testa è stavolta vincente: sul primo palo Gamberini (alla gara numero 350 in A) salta in cielo come Materazzi al Mondiale 2006 e Marchetti può solo guardare. Al 10’ l’immediato pareggio nasce da una punizione sulla trequarti, respinta a campanile poi doppio colpo di testa: assist di Keita e girata di De Vrij che s’infila sul secondo palo passando in mezzo a quattro giocatori del Chievo. Un gol che, per la sua dinamica, fa arrabbiare parecchio Maran. Al 12’, altra punizione, in questo caso per i padroni di casa, tocco di Cacciatore e tap in alto a pochi metri da Marchetti da parte di Meggiorini. Al 16’ - manco a dirlo - con un colpo di testa, ancora Gamberini, lasciato abbastanza libero in mezzo all’area, costringe Marchetti a una difficile deviazione. Per vedere un’occasione coi piedi bisogna aspettare la mezzora, quando Milinkovic, da buona posizione poco fuori dall’area, tenta il destro a giro non trovando però lo specchio. Tre minuti dopo assolo sulla destra di Keita (entrato nella ripresa) e diagonale mancino bloccato a terra da Sorrentino.
Poi tutti a bere un tè. Freddo, magari.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
Fatascalza
00domenica 11 settembre 2016 19:19
Binario ne manca una [SM=x714113]


Roma Sampdoria
Nubifragio anche sull'Olimpico di Roma. Partita sospesa per oltre un'ora tra il primo e il secondo tempo, con la Sampdoria in vantaggio 2-1. Poi nei secondi 45' i giallorossi ribaltano il risultato, decisivo Totti: suo il gol del 3-2 su rigore al 93'.

ansa.it
binariomorto
00domenica 11 settembre 2016 20:32
Re:
Fatascalza, 11/09/2016 19.19:

Binario ne manca una [SM=x714113]


Roma Sampdoria
Nubifragio anche sull'Olimpico di Roma. Partita sospesa per oltre un'ora tra il primo e il secondo tempo, con la Sampdoria in vantaggio 2-1. Poi nei secondi 45' i giallorossi ribaltano il risultato, decisivo Totti: suo il gol del 3-2 su rigore al 93'.

ansa.it




Stanno arrivando ...

binariomorto
00domenica 11 settembre 2016 20:33
Atalanta-Torino 2-1, Hart debutta con una papera. Mihajlovic espulso

Tutti i gol nella ripresa: i granata passano in vantaggio con
Iago Falque ma vengono subito raggiunti da Masiello.
Poi Kessiè segna su rigore il gol che decide il match.
Mihajlovic espulso alla mezz'ora del primo tempo, Gasperini nei minuti finali



Ancora Franck Kessie, per la prima volta Atalanta. E’ l’ivoriano, con il suo quarto gol in tre partite, a regalare il primo sorriso a Gasperini, espulso nel finale come molto prima di lui Mihajlovic: proteste per entrambi, ma il tecnico dell’Atalanta sembra ce l’avesse con i suoi, mentre il tecnico del Toro aveva a lungo contestato una decisione di Mariani. Ma difficilmente Sinisa farà i complimenti ai suoi, per un primo tempo deludente e poi per l’epilogo di una gara che sembrava avviata ad un 1-1: il rigore dell’1-1, trasformato da Kessie (che ha "rubato" il tiro a Paloschi), è nato da un contropiede avviato da un rinvio di Sportiello e concretizzato da Gomez, con un fuga che De Silvestri ha interrotto con un fallo in area.

LE SCELTE — Sorprese da una parte e dall’altra, più da Gasperini che sterza sia dal punto di vista tattico che della scelta di uomini: difesa a quattro con Masiello e Konko laterali e nei tre d’attacco fiducia al ritrovato Pinilla, appena rientrato dalla nazionale, a discapito di Paloschi, con Gomez che torna largo a sinistra. Mihajlovic, persi Ljaic e Belotti, davanti non ha molta scelta, ma decide di rischiare Maxi Lopez, non al meglio, rinunciando inizialmente a Boye. Confermati i debutti in granata del portiere della nazionale inglese, John Hart, e dell’altro neoacquisto dell’ultim'ora, il play Valdifiori.

PRIMO TEMPO — Le due squadre si specchiano in tutto, non solo nel 4-3-3 di partenza, che però vede - nell’Atalanta - Kurtic andare spesso a giocare quasi in asse con Freuler, non solo per oscurare le idee di Valdifiori. Che dopo 20’ prende un colpo che frena ulteriormente la logica ricerca di automatismi in un reparto per lui nuovo. Anche se le vere occasioni da gol più o meno si equivalgono, convince di più l’Atalanta, vicina all’1-0 tre volte e sempre con Kessie: al 20’ un suo tiro dopo spunto in area viene fermato da Hart e sulla respinta Pinilla si trova involontariamente sulla traiettoria del tentativo di Konko; al 27’ e al 49’ sono prima D’Alessandro e poi Gomez a trovare l’ivoriano, che però in particolare nella seconda occasione manca clamorosamente l’inquadramento della porta. Ancora più estemporanee le offensive del Toro, con Sportiello impegnato solo due volte (tentativo di Benassi all’11’ e al 45’ diagonale di Molinaro), anche se la chance migliore era stata per Maxi Lopez, che al 29’ si era trovato la porta quasi spalancata e aveva calciato alto.

SECONDO TEMPO — La partita è sbocciata nei primi 11’ della ripresa, con un botta e risposta nato da calci piazzati: punizione (guadagnata da Maxi Lopez) al veleno di Iago Falque dopo 9’ e 1-1 appena 2’, su corner smanacciato da Hart e tap-in vincente di Masiello. Lì è iniziata una partita a scacchi anche fra i sue allenatori: Mihajlovic dalla tribuna ha ordinato un 4-2-3-1 tendente al 4-2-4 in base ai movimenti di Martinez, con Boye largo a sinistra (e l’argentino ha impegnato seriamente Sprtiello al 31’); Gasperini ha cercato di annullare la ricerca d larghezza del Toro con un 3-4-3 che in fase difensiva era più che altro un 5-4-1. Ma forse era destino che la partita fosse decisa da un episodio.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 11 settembre 2016 20:36
Roma-Samp 3-2: gol di Salah, Muriel, Quagliarella, Dzeko. Rigore di Totti

A Roma la gara comincia con il caldo torrido, le squadre fanno anche un time-out,
poi dal 44' viene giù un nubifragio: 80' di sospensione.
Si riprende con gli ospiti in vantaggio.
Il match si chiude con un penalty del capitano al 93'



L'uragano si abbatte solo sulla Sampdoria e si chiama Francesco Totti, che decide di bagnare - è il caso di dirlo - con una prestazione da urlo il debutto stagionale, ribaltando con mille giocate e un rigore al 48' s.t. il 2-1 con cui la squadra di Giampaolo aveva chiuso il primo tempo. Gol numero 305 in giallorosso (249 in Serie A), l'assist a Dzeko per il momentaneo 2-2, una serie di palloni invitanti serviti ai compagni e non sfruttati a dovere, vuoi per l'imprecisione degli attaccanti di Spalletti, vuoi perché Viviano, portiere blucerchiato, è stato l'altro grande protagonista del match. Il 3-2 lascia l'amaro in bocca alla Samp che protesta per la concessione del rigore, dopo un contatto in area tra Dzeko e il neo entrato Skriniar.

URAGANO — Nel primo tempo succede di tutto. E non è un modo di dire, se nel giro di 15 minuti si passa dal time-out concesso dall'arbitro Giacomelli per l'eccessivo caldo all'uragano che porta alla sospensione momentanea della partita. Succede di tutto, perché la Roma, messa in campo da Spalletti con il tridente leggero e senza Dzeko, parte svagata tanto da concedere due tiri in porta alla Sampdoria nello stesso minuto, il 6', entrambi dopo palloni persi malamente: prima Muriel manda sull'esterno della rete dopo un svarione di De Rossi, poi Szczesny su rinvio serve di fatto Quagliarella, centrale la conclusione di destro. All'improvviso, la fiammata giallorossa: minuto 8, El Shaarawy allarga a sinistra per Perotti, delizioso l'assist con il destro dell'argentino sul secondo palo per il colpo di testa vincente di Salah. Neppure un minuto e la Roma ha l'occasione del raddoppio: ancora un pallone geniale di Perotti, sul secondo palo El Shaarawy manda alto con il sinistro di prima intenzione. Poi la Roma si siede, la Sampdoria comincia a macinare gioco e individua il punto debole della difesa giallorossa, la zona sinistra, lì dove al 18' si infila perfettamente Muriel: lancio lungo di Regini, il colombiano si coordina e con un destro al volo incrociato batte Szczesny. Due minuti più tardi, è il 20', sempre nella stessa zona Muriel buca e colpisce con il destro, deviato in angolo da un grande intervento di Szczesny. La Roma è clamorosamente lunga in campo, la Samp sa accorciare bene ed è ben diretta in mezzo al campo da Torreira. De Rossi e Nainggolan sono in affanno, Strootman ancor di più: l'unico lampo dell'olandese è un pallone dentro per Salah al 33', ma l'egiziano non riesce a ribadire in rete dopo un contrasto con Viviano. La Samp è pericolosa, neppure a dirlo dove: da destra Alvarez mette in mezzo due palloni pericolosi, al 34' Quagliarella non arriva al tap-in, al 40' è decisivo Nainggolan nella copertura. E' l'antipasto del gol, quando sull'Olimpico ha già cominciato a diluviare: angolo di Avarez, Szczesny buca l'uscita, Juan Jesus non copre su Quagliarella che a porta vuota mette dentro. Risultato ribaltato e ci vuole un super Szczesny, al minuto 43' per deviare in angolo un colpo di tacco di Quagliarella a cinque metri dal 3-1. Poi la pioggia diventa grandine, Giacomelli in pieno recupero sbaglia a fermare Nainggolan nella conclusione (ma in ogni caso il belga si era fatto respingere il tiro da Viviano).


RIBALTONE — Il secondo tempo ricomincia 75' dopo la fine del primo, dopo due sopralluoghi dell'arbitro Giacomelli: il campo ha retto a pioggia e grandine, si può ripartire alle 17.05. E Spalletti lo fa con due cambi di formazione: fuori Perotti ed El Shaarawy, a completare il tridente con Salah ci sono Dzeko e Totti, all'esordio stagionale. Giampaolo sceglie invece Dodò in fascia al posto di Pavlovic. Ma è decisamente più efficace la svolta giallorossa (Dodò sarà poi pure sostituito nel finale). Dopo soli 55" è Strootman a sprecare il possibile 2-2, con Viviano autore del primo di una serie di interventi miracolosi della ripresa. Al 13' primo pallone giocato da Totti, assist per Dzeko il cui destro sporco è ancora deviato in angolo da Viviano. Al 16' la Roma agguanta il 2-2: il capitano giallorosso serve il bosniaco, che controlla un pallone aereo e beffa con un tocco destro-sinistro in rapida successione il portiere della Sampdoria. Si gioca a senso unico, la Samp non riesce più a ripartire e infatti Giampaolo sceglie Budimir al posto di Muriel. Ma la Roma è un'onda inarrestabile e in serie spreca almeno cinque occasioni nitide per il 3-2: al 21' Salah manda alto di testa su cross di Strootman, al 22' doppia occasione prima per Dzeko (Viviano d'istinto sul sinistro del bosniaco) e poi per Salah, ma ancora il portiere di Giampaolo miracoloso. Altra fiammata Roma al 28', con una doppia occasione: prima Totti serve a Dzeko appena dentro l'area, ma il bosniaco spara alto, poi ancora il numero 10 manda in porta Salah, ma Viviano si salva in angolo. La Roma pare non averne più, il massimo sforzo è prodotto. La Samp respira e torna ad affacciarsi dalle parti di Szczesny, attento a bloccare un destro di Alvarez. Spalletti mette dentro Iturbe, Giampaolo inserisce Škriniar. Proprio quest'ultimo, nell'ultima azione del match, viene a contatto in area con Dzeko: Giacomelli concede il rigore, Viviano deve arrendersi al destro di Totti. Finisce 3-2, ad Alvarez saltano i nervi e viene espulso. Non c'è più tempo, ne resta solo per un'altra pagina di storia della Roma scritta dal suo capitano.

Davide Stoppini

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 11 settembre 2016 23:01
Pescara-Inter 1-2:
Icardi fa doppietta e decide al 91',
prima vittoria per De Boer

Nerazzurri sotto con Bahebeck, poi si scatena il capitano: doppietta e ribaltone nel finale, Juve a 5 punti



All'ultimo respiro, Mauro Icardi accende l'Inter e le regala una pesantissima vittoria in rimonta su un Pescara generosissimo ma anche ingenuo. Il bomber di Rosario risponde al guizzo di Bahebeck in un finale surreale. Dopo il gol dell'1-1, in pieno recupero sfrutta un rimpallo di Gyomber, artiglia un pallone in area e fredda Bizzarri sul primo palo. Una rete senza prezzo, nella settimana che porta alla super sfida contro i marziani juventini.

TRAVERSA VERRE — Oddo tiene inizialmente in panchina Aquilani e l'ex Manaj, mentre De Boer lancia Joao Mario al fianco di Medel in un 4-2-3-1 con Candreva, Banega e Perisic alle spalle di Icardi. Santon preferito a Nagatomo. Nerazzurri subito aggressivi e pronti a pressare alto, il Pescara fatica ad uscire e al 12' rischia sul taglio centrale di Icardi, innescato da Perisic. L'Inter è brava a recuperare palla sulla trequarti e a sfondare - quasi sempre a sinistra, come testimoniano i 5 corner da quel lato già conquistati al 20' -, ma poi le mancano concretezza e cattiveria negli ultimi metri. Per vivere un'emozione bisogna quindi superare la mezz'ora. Su una rimessa sbagliata da Perisic, si invola Caprari che innesca Benali, sul cui sinistro a colpo sicuro è prodigiosa la chiusura di Miranda. Ancor più clamorosa l'occasione che subito dopo capita a Cristante, che s'impappina a due metri da Handanovic su un'amnesia difensiva dei nerazzurri. Il match almeno si accende e serve un doppio super Bizzarri per dire di no in sequenza a Banega e Candreva. Che però l'Inter non sia ancora squadra compatta lo dimostra la facilità con cui ripartono i padroni di casa. Nel finale di tempo Verre può prima colpire una clamorosa traversa e poi costringere Handanovic al tuffo a favore dei fotografi.

LA STOCCATA DEL CAMPIONE — Nessun cambio nell'intervallo. Potrebbe in compenso variare il risultato, se al 4' il colpo di testa di Icardi su cross mancino di Candreva non uscisse di un nulla e sul cambio di fronte Handanovic non intercettasse il destro dal limite di Memushaj. Si riparte insomma col festival del rimpianto, visto che in un amen Banega, Candreva e Icardi sfiorano di nuovo il gol. Oddo ci prova con Bahebeck al posto di Benali. Caprari scala sull'esterno. L'attaccante in prestito dal Psg al 18' colpisce subito sul cross di Zampano. D'Ambrosio lo perde e lui fredda Handanovic con un piatto sinistro al volo. L'Inter sbanda e Verre la grazia sparando su Handanovic in contropiede, prima di lasciare il campo per l'ingresso di Aquilani. La squadra di De Boer ci prova, ma anche quando le riescono quelle rare sovrapposizioni sugli esterni i terzini sbagliano sistematicamente il cross dal fondo. Per il disperato assalto finale, FdB prova una mossa alla Mourinho, mandando in campo contemporaneamente Eder, Jovetic e Palacio per Candreva, Medel e Perisic. Gli dice bene che al 32', sul cross dalla trequarti di Banega, Icardi di testa trova il guizzo giusto. Sbilanciatissimi, i nerazzurri rischiano grosso con Bahebeck che costringe Handanovic al miracolo. Nel recupero Palacio prima invece che cercare il tiro prova l'assist per Banega, poi esalta Bizzarri. Sembra la foto di una squadra bella ma ancora senz'anima. Invece Icardi piazza la stoccata del campione.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 12 settembre 2016 23:45
Empoli-Crotone 2-1. Sblocca Bellusci, pari di Sampirisi, decide Costa

I toscani trovano la prima vittoria del campionato, i calabresi restano gli unici a 0 punti in classifica.
Nel finale la squadra di Nicola rimane in 10 per il rosso a Dussenne



L’Empoli si sblocca e, nel posticipo della terza giornata, ottiene la prima vittoria di questo campionato grazie al 2-1 su un Crotone che resta sul fondo della classifica a zero punti. Al 31' sblocca un colpo di testa di Bellusci, nel secondo minuto di recupero del primo tempo Sampirisi trova il pari; all'undicesimo della ripresa Costa pesca - anche lui di testa - il gol da tre punti. La squadra di Nicola conclude in dieci uomini per l'espulsione di Dussenne (al 35' della ripresa), per un doppio giallo. Nel finale entra anche Gilardino, giusto in tempo per timbrare la sua presenza numero 500 in carriera in Serie A.

JOSÈ MAURI, CHE PADRONANZA — La prima occasione arriva all’11' ed è di Maccarone che dal limite dell’area si gira e colpisce con un destro potente su cui Cordaz si accascia a terra e blocca. Sul ribaltamento di fronte si vedono i calabresi con Falcinelli pericoloso in area, ma Skorupski esce e lo anticipa nell'area piccola. Poco dopo Falcinelli finisce in fuorigioco su un lancio dalla difesa: evidentemente Nicola ha dato ordine ai suoi di saltare tutta la mediana azzurra, sempre alta e pronta al pressing, ma la difesa toscana è attenta. L’Empoli in questa fase è padrone del campo e gestisce bene il gioco con Josè Mauri (all’esordio ha già preso in pugno il centrocampo): al 21' Tello pericoloso dalla trequarti, sulla conclusione Cordaz si tuffa e para. Sempre da fuori area ci prova anche Pucciarelli, ancora Cordaz pronto. Al 31’ lascia la partita l'infortunato Rosi sostituito da Sampirisi, e subito dopo - sugli sviluppi del primo corner dell’Empoli - il cross di Pasqual viene schiacciato a rete di testa da Bellusci. L'Empoli passa meritatamente in vantaggio, prende fiducia e, in particolare a sinistra, spinge moltissimo con Pasqual e Croce.

NICOLA TORNA IN PARTITA — Ma proprio nel momento migliore dell'Empoli, il Crotone riesce a trovare il guizzo e a raddrizzare momentaneamente l'inerzia dell'incontro. Nell’ultimo minuto dei due di recupero, forse approfittando di un calo di tensione dei toscani, la squadra di Nicola pareggia sulla prima e vera unica azione: siamo al 47’ quando Salzano entra in area, serve in mezzo Sampirisi che scambia e poi riceve da Rohden ed insacca di testa. Doccia fredda per la squadra di Martusciello che aveva tenuto in mano il pallino del gioco per tutto il primo tempo.

COSTA, POSIZIONE DUBBIA — Nella ripresa parte subito bene il Crotone, ancora motivatissimo dopo il pari: al 4' Palladino s'incunea in area e prova un tiro a giro di destro che esce di un soffio. All'11' l’Empoli torna avanti: altro assist da calcio piazzato di Pasqual, stavolta su punizione dalla destra, e Costa insacca anche lui di testa anche se parta da una posizione dubbia di fuorigioco. Il Crotone si spegne e non riesce più a incidere, nonostante Nicola inserisca prima Nalini e poi anche Trotta con un undici tutto a trazione anteriore. Invece è l'Empoli a sfiorare il terzo gol: al 28', su contropiede, botta di sinistro di Zambelli che in corsa prova il gol della serata, ma la mira è sbagliata e la porta è lontana.

500 GILA — Di fatto, al 35’ si chiude l'incontro con l’espulsione per doppia ammonizione di Dussenne, che si becca il secondo giallo dopo aver messo a terra Marilungo al limite dell’area dopo un paio di dribbling dell’ex atalantino. Nel finale c’è spazio anche per Gilardino che così raggiunge le 500 presenze in Serie A. Non accade più nulla nonostante il tentativo disperato del Crotone di agguantare un pari difficilissimo in inferiorità numerica. Per l'Empoli è la prima vittoria in campionato.

Giacomo Cioni

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 12 settembre 2016 23:45
SERIE A 2016/2017 3ª Giornata (3ª di Andata)

10/09/2016
Juventus - Sassuolo 3-1
Palermo - Napoli 0-3
11/09/2016
Bologna - Cagliari 2-1
Atalanta - Torino 2-1
Chievo - Lazio 1-1
Genoa - Fiorentina 0-0 (sosp.)
Milan - Udinese 0-1
Roma - Sampdoria 3-2
Pescara - Inter 1-2
12/09/2016
Empoli - Crotone 2-1

Classifica
1) Juventus punti 9;
2) Napoli e Roma punti 7;
4) Genoa (*), Sampdoria, Udinese e Bologna punti 6;
8) Pescara, Chievo, Lazio, e Inter punti 4;
12) Fiorentina(*), Torino, Atalanta, Milan, Empoli e Sassuolo punti 3;
18) Cagliari e Palermo punti 1;
20) Crotone punti 0.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 00:22
Sampdoria-Milan 0-1. Decide Bacca al 40' del secondo tempo

Montella dà fiducia a Lapadula in avvio, poi al 64' inserisce Carlos che buca Viviano su assist di Suso.
Nella ripresa due pali (di Bacca e Muriel) e due gol annullati alla Samp




Il Milan passa in casa della Samp: soffre per quasi tutta la partita e poi trova il colpo finale con Bacca. L'anno scorso, all'esordio sulla panchina rossonera di Brocchi, finì alla stessa maniera. Montella cambia il Milan, privato del suo cannoniere: Bacca. Al suo posto c’è Lapadula, sostenuto da Suso e dal rientrante Niang. Nella Samp c’è l’esordio da titolare di Praet.

SOLO SAMPDORIA — Montella aveva chiesto orgoglio alla vigilia e, se si guarda al primo tempo, non sembra che i suoi lo abbiano ascoltato molto. Dal primo tiro fino all’ultima conclusione è tutto marca Samp. Inizia all’11' Torreira con una botta dalla distanza che fa volare Donnarumma. Muriel è il più scatenato dell’attacco: prima, in area, non trova tempo e spazio per il tocco ravvicinato, poi ci riprova in azione personale. Ci si mette anche Donnarumma che con un rinvio sbagliato fa scattare in piedi in tribuna il presidente Ferrero: la sua Samp però non ne approfitta. E lo stesso fa Linetty, quando scivola al tiro dopo un'azione avviata da Praet. E il Milan? Montella si sbraccia in panchina, anche solo per dare indicazione alla barriera sulle punizione avversarie. Sembrano davvero poche le cose che lo soddisfano. Lapadula, scelto come titolare, si vede una sola volta, anzi due. Nella prima servito da Bonaventura ha una buona chance al tiro ma spara altissimo e nella seconda viene ammonito per un tocco di mano su calcio piazzato Samp. Tutto qui. Così è di nuovo Samp, prima di nuovo Muriel che conclude a lato e nel finale di tempo il bolide di Barreto deviato ancora in angolo da Donnarumma.L'esultanza di Carlos Bacca, 30 anni. Ansa

MARCA MURIEL — La ripresa sembra iniziare nello stesso segno, ma con un solo protagonista: Muriel va prima via in velocità alla mediana rossonera, per poi arrivare sul fondo senza grande fortuna, e poi tenta una mezza girata su cui interviene facile Donnarumma. E la palla resta quasi sempre della Samp, l’opposto di quanto pretenda la filosofia di gioco di Montella, che infatti cambia: fuori Sosa e dentro Locatelli. Arriva così, al 14’ della ripresa, il primo tiro in porta del Milan: Suso dalla distanza, blocca Viviano. Per cambiare anche l’attacco Montella fa entrare Bacca (19’) per Lapadula, che non ha proprio sfruttato nel miglior modo possibile la chance che gli era stata concessa. Sul gol che la Samp trova a metà tempo c’è il tocco di Barreto davanti a Donnarumma: il guardalinee segnala il fuorigioco e fa annullare ma la posizione sembra regolare.

È BACCA SHOW — Il Milan replica con un colpo di testa a lato di Bacca e poi, sempre con Carlos, con un tiro a giro che trova l’opposizione di Viviano e del palo. Il colombiano è subito decisamente più incisivo di Lapadula. Quando Pereira atterra Niang in area il contatto sembra esserci ma l’arbitro lascia proseguire e nessun rossonero protesta più di tanto. Così Muriel si riprende la scena: il suo diagonale finisce sul palo. Uno a uno il conto dei legni colombiani. Irrati lascia proseguire anche su un altro contatto in area: Pereira atterra Bonaventura e stavolta il Milan, giocatori e panchina, si infuriano. Dopo vorrebbe protestare la Samp: Muriel segna ma l’arbitro non lo fa esultare e lo ammonisce, per un evidente fallo di mano. Così al 40’ arriva la punizione: colpisce Bacca servito da Suso, destro preciso che infila Viviano. E il Milan può riprendere fiato ed entusiasmo.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 00:28
Lazio-Pescara, 3-0. Tutto in 9 minuti:
in gol Milinkovic-Savic, Radu e Immobile

Un’ottima Lazio rischia nel primo tempo (rigore sbagliato da Memushaj) ma poi convince e dilaga nella ripresa


Un lungo e faticoso inseguimento ai tre punti per la Lazio, decisamente imprecisa prima di sbloccare la gara col Pescara. Poi, a metà ripresa, nel giro di nove minuti la formazione di Inzaghi sforna tre reti che portano a casa la vittoria. Un tris di alta qualità: i gol di Milinkovic, Radu e Immobile finalizzano giocate eccellenti. Come già col Chievo, l’ingresso di Keita riaccende l’attacco della Lazio. Molte recriminazioni per il Pescara, sbadato in difesa e amareggiato per il rigore fallito nel primo tempo da Memushaj che poteva dare un corso diverso alla sua gara, giocata a testa alta fino al primo gol.

RIGORE SCIUPATO — Inzaghi passa al 3-5-2 per dare una vocazione più offensiva alla Lazio. Infortunato Biglia, c’è Cataldi in regia. Al rientro da titolari Milinkovic e Djordjevic. Oddo deve rinunciare a Bahebeck e conferma il Pescara schierato contro l’Inter. La strategia della Lazio mira subito all’attacco. Al 5’ annullato un gol di Immobile per fuorigioco. Al 16’ Bizzarri sventa un pallone insidioso carambolato su De Vrij. Insiste la Lazio. Al 27’ palo su conclusione di Immobile deviata da Bizzarri. Subito dopo una doppia chance sui colpi di testa di Milinkovic e Parolo. La squadra di Oddo prova a rifiatare allargando la manovra. I trequartisti Benali e Verre si muovono molto per creare spazi. E al 35’ Maresca concede un rigore al Pescara per un intervento in spaccata di Bastos su Caprari, ma Memushaj sciupa dal dischetto: pallone fuori. Pericolo scampato per la Lazio che però non capitalizza con Immobile (tiro debole parato da Bizzarri) un buon traversone di Anderson. Al 40’ riemerge il Pescara: Marchetti si oppone a una sassata di Cristante. Finale di tempo nel segno della Lazio, ma i tentativi di Immobile e Anderson non colpiscono mentre su un tiro-cross di Radu Bizzarri si salva con l’aiuto della traversa.


TRIS LAZIALE — Al rientro in campo Oddo rileva Benali con Manaj. E dopo appena quattro minuti di gioco fa entrare Fornasier al posto dell’infortunato Gyomber. La Lazio si rilancia: al 6’ un’incornata di De Vrij va fuori bersaglio. Ma all’11’ l’Olimpico impreca: Bizzarri disinnesca in uscita un buon pallone per Djordjevic su lancio di Lulic. Rischiano i biancocelesti in difesa: Verre e Manaj fermati tra tanti affanni. Al quarto d’ora Inzaghi inserisce Keita e toglie Djordjevic. Lazio volitiva, Pescara sempre in guardia. Bizzarri si salva su Parolo. Poi sulla ripartenza abruzzese è Marchetti a rimediare su Manaj. Al 22’ la Lazio sblocca la gara con uno spettacolare colpo di testa di Milinkovic, ispirato da un cross di Anderson pennellato dalla destra. La formazione di Inzaghi si sente liberata e fissa il raddoppio: al 27’ su angolo di Cataldi, segna Radu di testa: il romeno aveva firmato anche la precedente vittoria all’Olimpico nel campionato 2012-13. Il Pescara si sgonfia e viene infilzato dal tris della Lazio. Al 31’ progressione d’applausi di Keita sulla destra, pallone d’oro al centro per il tocco vincente dell’ex Immobile. Il 3-0 timbra il verdetto finale della gara che riserva a Murgia l’emozione dell’esordio in A nella prima vittoria stagionale della Lazio all’Olimpico.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 00:31
Napoli-Bologna 3-1, Milik entra e fa doppietta: Sarri ora è al comando

Verdi risponde a Callejon, poi il polacco sostituisce Gabbiadini e decide la partita:
gli azzurri scavalcano temporaneamente la Juve


In testa al campionato per una notte con Milik alla seconda doppietta in campionato (la terza in stagione) e Callejon capocannoniere: il Napoli non poteva immaginare un avvio di stagione migliore. Il successo sul Bologna è stato specchio fedele di queste prime quattro giornate che hanno evidenziato come qualcosa è cambiato negli schemi di Sarri ma anche come sia rimasta inalterata la sostanza di una squadra che crea occasioni da gol con incredibile facilità (e che adesso ha tante alternative di valore). Non male, almeno nella ripresa, il Bologna, con Verdi falso nueve che non ha fatto rimpiangere Destro. Il Napoli però aveva più soluzioni in panchina e alla fine ha vinto perché Sarri è stato bravo a sfruttarle.

LE ALI PER VOLARE — Squadre votate più al fioretto che alla sciabola. Meglio costruire che distruggere, nonostante il prato del San Paolo non si presentasse in perfette condizioni. Bologna spavaldo in avvio perché Nagy tra le linee dava fastidio a Jorginho e Dzemaili si inseriva con i tempi giusti. Reina impediva allo svizzero il gol dell'ex con un grande intervento dopo tre minuti. Sarri chiedeva qualità ai suoi interni Zielinski ed Hamsik e profondità agli esterni Callejon ed Insigne. Lorenzo era prima pericoloso al 12' con un destro da fuori che sfiorava il palo e poi sublime nell'assist per il gol di Callejon (colpevole Torosidis in marcatura) che ricordava quello di sette giorni fa a Palermo. Facile il colpo di testa dello spagnolo, al suo quinto gol in campionato, per il vantaggio azzurro. Il Napoli volava grazie alle sue ali e sulle ali dell'entusiasmo, ma Da Costa, e un pizzico di fortuna, tenevano in piedi il Bologna su due conclusioni di uno scatenato Insigne. In pratica, per il Bologna la migliore notizia all'intervallo era il risultato perché i ragazzi di Donadoni erano ancora in partita.

ENTRA E DECIDE — Legittimo aspettarsi qualcosa in più dagli ospiti che iniziavano la ripresa con il piglio giusto e con un Taider più propositivo rispetto alla prima frazione (suo un tiro da fuori parato da Reina). Il Napoli si allungava un po' perché l'impegno di Champions si faceva sentire e Verdi, che al San Paolo aveva segnato già con l'Empoli, trovava il pareggio al 12' con una botta di destro, non certo la specialità della casa, che trovava Reina impreparato. Pari e patta quando iniziava la girandola dei cambi con Donadoni che tornava al 4-3-3 e Sarri che si affidava a Milik per un impalpabile Gabbiadini. Il polacco lo ripagava subito con il tocco del 2-1 (il primo della sua partita) su una uscita incerta di Da Costa dopo uno splendido filtrante di Hamsik. A quel punto il San Paolo era ai suoi piedi. Specie il sinistro, a dire il vero, visto che è con un potente mancino che Milik ha fatto doppietta al 33' mandando in visibilio Fuorigrotta. Anche in questo caso Da Costa non è stato immune da colpe ma la prodezza di Milik da fuori area va comunque rimarcata. Gioco, partita e incontro soprattutto perché poco dopo Krafth veniva espulso per fallo da ultimo uomo su Zielinski, l'altro eroe di NaPolonia.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 16:26
Udinese-Chievo 1-2: Cacciatore ribalta il risultato al 95'

La squadra di Maran, in svantaggio dopo 25 minuti col gol di Zapata,
pareggia i conti con Castro all'82' e in pieno recupero trova il gol vittoria



La vittoria arriva all’ultimo secondo, ma è meritatissima: il Chievo sbanca il Friuli rimontando l’Udinese e giocando meglio fin dall’inizio della partita. Quello che era mancato nel primo tempo, ossia la precisione e l’incisività sotto porta, è arrivato negli ultimi minuti della gara: i gialloblù erano sotto per 1-0 al 37’ della ripresa, ma poi hanno ribaltato la gara mostrando un gioco collaudato e anche una mentalità vincente, visto che non si sono accontentati del pareggio ma hanno cercato il successo anche durante il recupero. L’Udinese ha profondamente deluso: nessuna azione pericolosa e tutto affidato alle iniziative di Zapata.

PRIMO TEMPO — Il Chievo parte meglio e per venti minuti fa la partita andando al tiro in cinque occasioni, però senza mai centrare lo specchio della porta. Soprattutto Birsa ha la possibilità di mandare in vantaggio la sua squadra, ma al 14’ mette fuori di testa un cross di Inglese. La pressione dei gialloblù mette in difficoltà l’Udinese, che non riesce a costruire nulla: De Paul non entra in partita, Thereau fa lo spettatore e solo Zapata prova a dare fastidio ai difensori avversari. La partita cambia all’improvviso al 25’ quando proprio Zapata sfrutta alla perfezione un bel cross da sinistra di Hallfredsson: Cesar non riesce a controllare il centravanti bianconero, Gobbi arriva tardi e l’Udinese passa sorprendentemente in vantaggio. Una combinazione Thereau-Zapata spaventa Sorrentino, bravo a deviare in angolo. Nel finale di tempo il Chievo si riprende e centra finalmente lo specchio della porta prima con Inglese e poi con Meggiorini: i due colpi di testa, però, sono centrali e non creano problemi a Karnezis.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa la pressione del Chievo aumenta minuto dopo minuto. Maran (in tribuna per la squalifica) cambia le punte: dentro Pellissier prima e Floro Flores poi al posto di Inglese e Meggiorini. Al 31’ Cacciatore spreca una grande occasione deviando fuori di testa un cross di Gobbi. Al 37’ arriva il pareggio: cross di Hetemaj, testa di Pellissier che prolunga per Castro, la mezzala tocca di coscia e segna a porta vuota. L’arbitro Pairetto assegna cinque minuti di recupero e il Chievo insiste. Proprio a venti secondi dalla fine Gobbi serve Castro, cross preciso per Cacciatore che realizza da pochi passi il gol della sacrosanta vittoria.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 17:57
Cagliari-Atalanta 3-0, Crotone-Palermo 1-1: Borriello show, calabresi al 1° punto

L'attaccante rossoblù trascina i suoi con una doppietta.
La squadra di Nicola conquista il primo mattoncino in massima serie


CAGLIARI-ATALANTA 3-0 — Borriello all'8' p.t.; Sau al 10' s.t., Borriello al 28' p.t.

Più forte, più motivato, più tutto. Il Cagliari stende l’Atalanta al Sant’Elia e conquista i primi 3 punti della stagione proprio davanti al suo pubblico. È il gol di Borriello, all'8', a segnare la differenza: il cross di Joao Pedro, una forza della natura, viene girato in rete di sinistro dal centravanti ex nerazzurro con un tocco preciso all'incrocio. Ed è l'apoteosi cagliaritana.

cuore grandeIl Sant'Elia, che aveva a lungo protestato in avvio di gara con l'arbitro Fabbri per un'entrata scomposta in area di rigore di Berisha in uscita sullo stesso Joao Pedro, si infiamma come ai vecchi tempi. E il trio Tachtsidis (colui che ha avviato l’azione), Sau e Borriello mostrano al pubblico, esultando, la maglia numero 21 di Ionita, il centrocampista che resterà fuori per 4 mesi per la frattura del perone destro sofferta nei giorni scorsi. Sardi scatenati, come se il lungo applauso per ricordare Nenè, prima del match, li avesse rigenerati dopo la sconfitta di Bologna: Sau potrebbe raddoppiare al 13', provvidenziale stavolta il portiere dell'Atalanta. La squadra di Gasperini, in evidente difficoltà, si rialza grazie al gioco propositivo di Kessie e al 35' potrebbe pareggiare in virtù di un calcio di rigore a dir poco generoso (il fallo di Pisacane su Gomez è fuori dall’area) concesso dall'incerto Fabbri (mal consigliato da De Pinto in occasione di un fuorigioco di Kurtic non rilevato al 22'), ma Paloschi dagli undici metri si fa ipnotizzare da Rafael, sostituto di Storari, ingenerosamente contestato da parte della curva. Sul rovesciamento di fronte, ancora Sau e Borriello vanno vicinissimi al raddoppio. Una partita, come è facile intuire, di intensità terribile, giocata senza risparmio dalle due squadre.


COPPIA SUPER - Alla ripresa del gioco il Cagliari spinge ancora sull'acceleratore e, con merito, ottiene un meritato bis con Sau, lesto ad insaccare il cross basso di Isla ispirato da Borriello. L'attaccante costituisce l'unità di misura del momento del Cagliari, una squadra elettrica. E proprio il suo simbolo sfiora la doppietta al 26' - tutto solo davanti a Berisha, lo dribbla e poi si fa deviare il tiro a colpo sicuro sul palo -, prima del tris vero di Borriello 2' dopo direttamente da calcio di punizione a scavalcare la barriera: il portiere dell’Atalanta non riesce a trattenere. E nei titoli di coda Munari, a porta vuota, non arriva per un soffio sull’assist di Bittante. Stadio in festa e rossoblù acclamati al triplice fischio: Gasperini e la sua Atalanta sparita dal campo devono riflettere suoi propri errori. Il principale: aver concesso durante la sfida troppo spazio a Joao Pedro, vera arma tattica del match. (dal nostro inviato Alessio D’Urso)

CROTONE-PALERMO 1-1 — Trotta (C) al 23' p.t.; Nestorovski (P) al 21' s.t.

Il Crotone cancella lo zero dalla sua classifica, ma deve rinviare l'appuntamento con la prima storica vittoria in Serie A. Primo punto per il Palermo targato De Zerbi. A Pescara (lo stadio Scida non è ancora pronto) finisce 1-1. Il gol di Trotta, a metà primo tempo, porta avanti la squadra di Nicola che viene raggiunta, nel mezzo della ripresa, dal pareggio di Nestorovski. Un tempo per ciascuno, tanti rimpianti per le due squadre che però devono fare ancora tanto per trovare una propria identità.

AVANTI CONN TROTTA - Nicola compone il Crotone con un 3-4-3 in grado di trasformarsi in un 4-4-2 per rafforzare la fase di copertura. In difesa c’è Dos Santos al posto dello squalificato Dussenne. A metà campo, entra Capezzi. In avanti, prima da titolare per Trotta. De Zerbi ritocca ogni reparto del Palermo rispetto alla formazione schierata contro il Napoli. In difesa, tocca a Gonzalez. In mediana, la novità è Bruno Henrique. In prima linea, spazio a Nestorovski. Il Crotone si lancia subito in avanti. Al 5' Falcinelli calcia alto. Il Palermo si affida al fraseggio per impadronirsi del gioco. Diamanti impegna Cordaz, poi ci prova Nestorovski. La squadra di Nicola pronta al contrattacco: su incursione di Ferrari, Aleesami libera sulla linea. Al 23' il Crotone schioda la partita. Innescato da Palladino, Falcinelli si fionda verso la porta, irrompe Rajkovic che si scontra pure con Posavec in uscita, entra Trotta che insacca. Il difensore dei siciliani va k.o. e viene sostituito da Goldaniga. La manovra del Palermo difetta della profondità necessaria per una reazione adeguata. Mentre il Crotone mostra una maggiore sicurezza e sprigiona un efficace pressing.


RISPONDE NESTOROVSKI - Dopo l'intervallo De Zerbi innesta Embalo al posto di Sallai: una mossa per scuotere il fronte offensivo. Il Palermo appare più dinamico. Non centra il bersaglio Diamanti che sbuca davanti alla porta dopo un'incursione di Rispoli. Il Crotone arretra il suo baricentro senza tralasciare le opportunità offensive che però non vengono capitalizzate da Dos Santos e Trotta. Dopo le prove generali con un colpo di testa parato da Cordaz, Nestorovski al 21' centra il pareggio. Sinistro angolato che chiude a rete un bel traversone di Aleesami. Primo gol in Serie A per il macedone. Nicola rinfresca il centrocampo con l'ingresso di Sampirisi che rileva Martella e poi di Barberis al posto di Capezzi. Fanno però tanta fatica i calabresi, mentre i siciliani continuano a premere. Cordaz deve allungarsi per deviare una sassata di Hiljemark. Nicola inserisce pure Stoian (out Palladino) per l'assalto finale. Sfiora il colpaccio il Palermo con una girata di Nestorovoski sventata da Cordaz, così come il Crotone non trova il tocco decisivo con Falcinelli e Stoian. (dal nostro inviato Nicola Berardino)

D'Urso-Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 18:01
Sassuolo-Genoa 2-0 con super Defrel. E c’è l’esordio di Simeone jr

Assente Berardi, è il francese a trascinare i padroni di casa
conquistando prima il rigore, trasformato da Politano, e poi segnando di testa.
Debutto coi rossoblu del figlio del Cholo


L’euforia da Europa non si attenua. Il Sassuolo riprende la marcia in campionato costringendo alla prima sconfitta il Genoa.

STRATEGIE — Di Francesco cambia cinque uomini rispetto al match di coppa contro l’Athletic, per sfuggire alla sindrome da stanchezza europea. A scatenarla però è il Genoa, che costringe i neroverdi al continuo confronto fisico, frutto di un’aggressione costante. Al 6’ la prima chance è per Laxalt, che su palla che esce dall’area prova il destro al volo, a lato di poco. Il Sassuolo ha un’occasionissima, l’unica, all’8’: lancio di Magnanelli per Defrel intercettato da Burdisso, sulla seconda palla si avventa Duncan che penetra in area e batte in diagonale, andando a baciare il palo interno. Poi tanto Genoa, che occupa il campo, aggredisce, toglie ossigeno alle giocate neroverdi, e a poco serve il doppio scambio di fascia tra l’evanescente Ragusa e Politano, un po’ più effervescente pur senza incidere, se non con una penetrazione con tiro alto al 36’. Per contro il Genoa crossa tanto ma non tira mai, anche se al 22’ sugli sviluppi di un angolo Rigoni segna a gioco fermo (fallo di Burdisso).

DOPPIETTA — E allora il Genoa prova ad aggiungere concretezza. E nei primi 7 minuti della ripresa crea 4 chance: punizione di Veloso messa in angolo da Consigli al 2’, Burdisso di testa a lato sul corner che segue, ancora Veloso al 6’ con un diagonale di poco largo e un minuto dopo tocco a lato di Pavoletti in anticipo sul primo palo su cross basso di Lazovic. Il Genoa sembra padrone del campo ma è il Sassuolo, che ha ricominciato con Ricci per Ragusa, a passare. Al 12’, sugli sviluppi di un angolo l’ex Pavoletti rimasto nella propria area la combina grossa: si fa saltare in tunnel da Defrel e lo stende. Rigore che Politano trasforma con precisione. Juric non perde tempo, subito dentro Pandev per Rigoni, e altre due occasioni sventate da Consigli: su Veloso da fuori al 18’ e su Lazovic al 20’. Il Genoa però attacca con quattro punte più Laxalt e finisce per perdere equilibrio, mentre il Sassuolo recupera i propri automatismi. Al 21’ doppio miracolo di Perin sulle conclusioni ravvicinate di Defrel e Ricci, ma il raddoppio è solo rimandato: pochi secondi dopo, cross preciso di Peluso e Defrel in tuffo di testa fa 2-0. Juric aumenta ancora l’arsenale con Simeone e Ocampos ma la partita ormai è andata, e l’espulsione di Veloso al 41’ per un vaffa all’arbitro completa il quadro.

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 18:04
Torino-Empoli 0-0, sprechi e rimpianti per i granata

La squadra di Mihajlovic non riesce a ritrovare la vittoria:
nel primo tempo fallisce quattro occasioni con Obi, Acquah, Martinez e Bojé.
Una chance per Gilardino nella ripresa


Primo pareggio della stagione per entrambe le squadre, punto guadagnato dall’Empoli in una trasferta insidiosa, due punti persi per il Torino pericoloso nei primi 45', in debito di ossigeno nella ripresa. Schizzofrenico, arruffato, confusionario, in tre parole il film di Toro-Empoli. Archiviato il sonnolento giropalla di Giampiero Ventura, il nuovo Toro la mette sulla tenzone, sulla corsa, mischie e risse per arrivare al tiro. L'Empoli si adatta, pressing a tutto campo, qualche calcio di troppo, schemi e tre passaggi di fila manco a parlarne. Nonostante tutto conta la sostanza ed il Torino solo nel primo tempo crea quattro palle gol, due occasioni ghiotte sventate da due miracoli tra i pali di Skorupski.


EL TORO — Senza Belotti, il capocannoniere del campionato, il Toro punta sull’argentino Lucas Boyè al centro del trio di attaccanti latini. Boyè, "El Toro", fa a sportellate davanti all’area di rigore, gran fisico, controllo di palla e fiuto del gol. L’attaccante granata appena ha la palla tra i piedi ci prova sempre e comunque costringendo il portiere dell’Empoli agli straordinari. L'Empoli soffre e Saponara a ridosso delle due punte fatica a trovare gli spazi per servire Gilardino (in giornata no) e Pucciarelli. Torino vicino al gol dopo sette minuti con Obi che costringe ad un salvataggio in angolo Skorupski. Padroni di casa che rischiano di rimanere in dieci per uno sgambetto a gioco fermo di Molinaro ai danni di Tello passibile anche di cartellino rosso, giallo per il direttore di gara Chiffi. Boyè sul fronte d'attacco non tira indietro la gamba alla ricerca di palloni giocabili ed al secondo intervento pericoloso si becca il giallo per un'entrata in scivolata su Torino vicino al gol al 28' con una palla scodellata in mezzo da Iago Falque per Acquah che di testa manda a lato. Alla mezz'ora s'infortuna Molinaro (distorsione al ginocchio) sostituito da Barreca al debutto in A. Il giovane difensore entra subito in partita con un assist per Boyè ma la girata al volo dell’argentino è alta.

ARREMBAGGIO — Nel finale di tempo due occasioni per i padroni di casa con Boyè, gran parata di Skolupski, e colpo di testa di Acquah di poco a lato. Secondo tempo con occasione ghiotta per l'Empoli dopo sei minuti, assist di Saponara ma Gilardino a due passi da Hart manca la deviazione. Crescono i toscani nella ripresa, Laurini prova ad impensierire Hart, il Toro prova l'arrembaggio nel finale ma senza pericoli veri.

Francesco Bramardo

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 22:52
Inter-Juve 2-1, Lichtsteiner-Icardi in 2 minuti, poi decide Perisic

Grande partita dei nerazzurri che infliggono ai campioni d'Italia la prima sconfitta stagionale:
Allegri va in vantaggio con lo svizzero, De Boer ribalta tutto grazie al capitano che prima pareggia,
poi regala al croato l'assist del gol partita. Nel finale espulso Banega


Come non detto. Rifacciamo tutto. Il campionato dell’Inter probabilmente comincia qui, i timori di un dominio incontrastato della Juventus sulla A forse finiscono. La squadra di De Boer passa dal peggio del giovedì al meglio della domenica come se fosse la cosa più naturale del mondo. Cade la Juve alla quarta giornata, sotto i colpi della migliore Inter vista da un po’, non solo in questa gestione. Icardi trascinatore, Banega sontuoso, Joao Mario ovunque. Due a uno, segnano Maurito e Perisic, che cancellano Lichtsteiner, San Siro si esalta come ai tempi belli, quelli di Milito e Materazzi, peraltro rispolverati in mezzo al campo prima del match.


VINCE FRANK Allegri si sentirà le sue, per aver concesso poco più di 20’ a Higuain (una sola conclusione di testa, vicino al gol). Frank de Boer spazza via i fantasmi di esonero, incartando il collega con un pressing alto e soprattutto mostrando una squadra con un’anima, un’idea e un progetto. E anche uomini su cui costruire. Certo, qualche problema resta, a partire dagli esterni difensivi, ma vogliamo parlare delle aspettative della vigilia? Si temeva un derby d’Italia nel segno dello squilibrio della nuova A, ne è venuta fuori una gara tesa, giocata a viso aperto, con le consuete tensioni e pure il classico caso da moviola (Chiellini su Icardi).


I GOL — La tensione e l’elettricità trovano sfogo dopo 21’ della ripresa, quando Alex Sandro va via a D’Ambrosio e piazza un cross che Lichtsteiner deve solo spingere dentro, anticipando Santon. Stavolta però lo svantaggio non affossa l’Inter, anzi. Passano due minuti e arriva il pareggio: la Juve incassa il terzo gol da corner della stagione, ed è un signor gol. Banega la mette bene al centro, Icardi prende il volo, va sopra Mandzukic e colpisce di testa verso il palo lontano. Gran partita di Maurito, che al 33’ sugli sviluppi di una palla persa sanguinosa di Asamoah inventa un gran cross d’esterno che il subentrato Perisic, ancora di testa, trasforma nel 2-1.

OCCASIONI — I tre gol in 12’ arrivano dopo un inizio ripresa di marca interista e un primo tempo equilibrato anche dal punto di vista delle occasioni, con il palo esterno di Icardi (che sradica un pallone dai piedi di Chiellini e tira a giro) che fa il paio con il colpo di testa “smorzato” da Khedira, quando Alex Sandro lo aveva trovato solo in mezzo all’area. È il top dei primi 45’, ma arrivano al tiro anche Eder e Pjanic, e le difese devono sbrogliare qualche altro problemino. Sul 2-1 le squadre si allungano, gli spazi si aprono, ma la Juve anche con Pjaca e con un uomo in più nel recupero (espulso Banega) non va mai veramente vicina al pareggio se non con un colpo di testa di Higuain.

COME HA FATTO? — Come ha fatto l’Inter a cancellare in 90’ le impressioni di un mese? Sono passate meno di 72 ore, ma è tutta un’altra squadra rispetto all'Hapoel Beer Sheva (se fosse uguale sarebbe un delitto): De Boer lancia i suoi in un pressing altissimo, fin da Buffon, con il coltello virtuale fra i denti. Banega impedisce la ricezione facile a Pjanic, Medel e Joao Mario cercano l’anticipo su Dybala, Icardi rincorre tutti, infiammando il pubblico da vero capitano. La misura, rischiosa e dispendiosa, paga dividendi, perché la Juve si inceppa, anche per demeriti propri. I tre in mezzo (Pjanic fa il centrale, con Khedira c’è Asamoah) non paiono nella loro miglior giornata, la manovra trova un po’ di sfogo e accelerazione solo quando si trova Alex Sandro, o quando Dybala riesce a creare superiorità. Anche in fase offensiva i nerazzurri sono diversi: più raccolti, più stretti, con Banega e Joao Mario che viene a prendersi la palla ovunque, ed Eder pericoloso (lascerà il posto a Perisic). La Juve invece non fa vedere nulla delle giocate lineari, pulite, quasi barcellonesche viste col Sassuolo. Aveva ragione Allegri: non sarà una passeggiata. Magra consolazione, per chi esce da San Siro battuto, e forse ridimensionato.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 23:01
Fiorentina-Roma 1-0: decide Badelj all'82', Nainggolan fermato dal palo

A Firenze la risolve il croato con un tiro da fuori all'82':
Kalinic in fuorigioco attivo, ma l'arbitro non vede.
Poco prima il belga aveva sfiorato il colpaccio


Alla fine la decide quello che era sembrato a lungo tra i peggiori in campo, stranamente impreciso come poche altre volte gli era successo. Ed invece a dieci minuti dalla fine Badelj trova il jolly da 20 metri (anche se c'è un fuorigioco attivo di Kalinic non visto da Rizzoli) e regala alla Fiorentina un successo pesantissimo. I viola così allontanano un periodo un po' buio, la Roma ci sprofonda dentro, dopo aver accarezzato il sogno di volare in testa insieme al Napoli.


PARTENZA A VUOTO — Paulo Sousa lascia ancora una volta fuori Bernardeschi (dopo le polemiche vissute in settimana) e mette dentro un evanescente Tello, Spalletti conferma Fazio al centro della difesa, in coppia con Manolas. È una partita che pesa, anche perché la Juve ha perso e c'è la possibilità di portare a casa punti importanti per entrambe. Si parte però tra il becerume dei tifosi, con quelli viola che fischiano il minuto di silenzio dedicato a Carlo Azeglio Ciampi e quelli giallorossi che rispondono con insulti agli avversari. Poi si gioca e la Fiorentina appare subito troppo compassata, a tratti anche slegata, tanto che i viola abbassano quasi sempre il baricentro del gioco con il risultato che Kalinic si trova sempre da solo contro tutti e ogni tanto può godere solo dell'assistenza di Ilicic. Così a fare la partita è quasi sempre la Roma, almeno dal punto di vista territoriale. E i giallorossi creano tre pericoli praticamente in fotocopia, con due palle di Florenzi e una "passante" di De Rossi sempre per Dzeko e sempre a pescare il bosniaco alle spalle del difensore e sul palo opposto. Dzeko però la prima volta la mette fuori di testa, la seconda calcia alto da ottima posizione e la terza (29') viene messo giù da Tomovic, con un probabile rigore che la Roma reclama vistosamente. E i viola? La reazione è tutta in un paio di giocate di Ilicic, che prima al 25' non riesce ad andare via a campo aperto (anche grazie ad un super recupero di Manolas) e poi si porta via mezza difesa ma alla fine calcia al lato. Più in generale, la Fiorentina paga l'imprecisione di Badelj, un Rodriguez stranamente distratto e un Borja Valero troppo basso. Tra i giallorossi, invece, Perotti va a intermittenza, Florenzi scende bene e Salah fa i conti con uno stadio a dir poco ostile.


LA CHIAVE — La ripresa si apre con una Fiorentina più coraggiosa, tanto che dopo due soli minuti è Szczesny a doversi superare per salvare su di un sinistro di Milic quasi a ridosso dell'area piccola. Al 10' altro pericolo in mezzo all'area giallorossa, con Manolas che libera un angolo un pallone che Kalinic poteva calciare a colpo sicuro. Allora Spalletti decide di invertire Perotti e Salah, e di alzare ancora di più Nainggolan. Al 18' è proprio Perotti ad impegnare Tatarusanu in angolo, tre minuti dopo è invece Kalinic a divorarsi un gol grosso come una casa: angolo di Bernardeschi (entrato poco prima), con il centravanti viola che da solo davanti a Szczesny gli consegna la palla di testa. A 13 minuti dalla fine Paulo Sousa si gioca la carta Babacar per aumentare il potenziale offensivo (passando al 3-4-1-2, con Borja trequartista e il senegalese vicino a Kalinic), Spalletti risponde con l'ingresso di Totti e la speranza del genio del capitano giallorosso. Ed è proprio Totti al 35' ad avviare l'azione che porta al palo di Nainggolan, su assist di Florenzi. Scampato il pericolo, la Fiorentina passa al 37': siluro di Badelj da fuori che colpisce il palo alla destra di Szczesny e si insacca, ma il tiro è viziato dal fuorigioco di Kalinic, che allarga le gambe per far passare il pallone. Prima della fine è Tatarusanu a salvare su El Shaarawy, mentre un destro da fuori di Totti mette i brividi a tutto il Franchi ma finisce di un soffio fuori. Vince la Fiorentina, per la Roma è sempre più buio.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 settembre 2016 23:08
SERIE A 2016/2017 4ª Giornata (4ª di Andata)

16/09/2016
Sampdoria - Milan 0-1
17/09/2016
Lazio - Pescara 3-0
Napoli - Bologna 3-1
Chievo - Lazio 1-1
18/09/2016
Udinese - Chievo 1-2
Cagliari - Atalante 3-0
Crotone - Palermo 1-1
Sassuolo - Genoa 2-0
Torino - Empoli 0-0
Inter - Juventus 2-1
Fiorentina - Roma 1-0

Classifica
1) Napoli punti 10;
2) Juventus punti 9;
3) Roma, Lazio, Chievo e Inter punti 7;
7) Genoa (*), Fiorentina(*), Sampdoria, Milan, Sassuolo, Udinese e Bologna punti 6;
14) Torino, Cagliari, Pescara e Empoli punti 4;
18) Atalanta punti 3;
19) Palermo punti 2;
20) Crotone punti 1.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
binariomorto
00martedì 20 settembre 2016 23:19
Milan-Lazio 2-0, Bacca-Niang,
Montella sorride ancora:
notte al 2° posto

Il colombiano sblocca dopo 37' di noia, il francese raddoppia su rigore nella ripresa:
senza brillare, i rossoneri vincono la seconda gara consecutiva (come non capitava dal 3 febbraio)
e volano temporaneamente a pari merito con la Juve


Carlos Bacca, che da ragazzo controllava i biglietti sugli autobus in Colombia, timbra con una certa regolarità. Al minuto 36 di Milan-Lazio, De Vrij si è preso la libertà di abbandonare per una volta la difesa e nessuno lo ha coperto. Quando Parolo ha perso palla, Kucka ha visto il corridoio per Bacca – non difficile, ma il calcio è anche cose semplici al momento giusto – e lo ha messo in porta. Il 70 ha fatto sembrare tutto facile: corsa palla al piede verso Strakosha, portiere all’esordio in A, destro sul palo lontano e 1-0 Milan. Niang nel secondo tempo ha aggiunto il 2-0 su rigore ma è stato il primo gol a cambiare il Milan: da quel punto, è stato più convincente, ha subito meno e costruito di più. Bacca nello stesso momento ha aggiornato le statistiche stagionali: 10 tiri, 5 gol. E’ matematica da scuole elementari, un'esultanza ogni 2 tiri, da eccellenza mondiale. Montella in estate ci ha pensato un po’, era poco convinto, poi si è deciso: per una squadra in formazione, il colombiano è perfetto. Del resto sui due successi consecutivi (non capitava dal 3 febbraio) c'è il suo marchio, come sul secondo posto temporaneo del Milan.


BRAVI RAGAZZI — Donnarumma ha visto l’azione dell’1-0 in ginocchio, quasi invocando il gol. Prima, aveva messo le mani su un paio di azioni pericolose della Lazio: al 3’ tiro centrale di Djordjevic dopo sponda intelligente di Immobile, all’11’ colpo di testa di Milinkovic in anticipo su Montolivo, bravo a rimediare sdraiandosi per chiudere la ribattuta. A proposito di Donnarumma, i ragazzi del Milan sono piaciuti parecchio: ottimo Calabria a destra, positivo Locatelli nei 25 minuti passati in campo. Il resto del primo tempo, invece, è stato un po’ di confusione, con il classico 4-3-3 del Milan a esterni intercambiabili – Suso e Niang si sono invertiti – e una Lazio da 3-4-1-2 con Milinkovic utile sia come schermo su Montolivo sia in fase di possesso. Niang ha creato e distrutto, sprecando anche una discreta azione dopo un quarto d’ora, ma è stato il gol a cambiare la partita. Negli ultimi cinque minuti del primo tempo, Strakosha ha ringraziato le divinità di San Siro per una doppia carambola. Quando ha sbagliato presa su un tiro di Bonaventura, si è ritrovato il pallone in mano. Quando Bastos ha deviato verso la sua porta un cross di Suso, la palla gli è finita sulla testa (e Bonaventura, sugli sviluppi, ha tirato su Basta).

NIANG FA, NIANG DISTRUGGE — Inzaghi nell’intervallo ha preso il pennarello e cambiato la Lazio: Basta nei tre difensori e Felipe Anderson largo a destra come nel weekend. Il Milan però è stato pericoloso dall’altra parte: minuto 11, Bacca spalle alla porta ha visto Calabria che ha crossato basso per Niang. A pochi passi dalla porta, il francese si è mangiato un gol grande come una delle torri di San Siro. Per la notte senza sensi di colpa, può ringraziare Paletta e Radu. Il compagno trenta secondi dopo ha salvato in scivolata da difensore XXL su Keita, solo davanti a Donnarumma. Il difensore della Lazio al 28’ è andato in scivolata col braccio largo proprio su un cross di Niang: rigore indiscutibile e M'Baye perfetto sul dischetto per il 2-0. La partita più o meno è finita in quel momento: la Lazio ha provato anche con Luis Alberto (successo molto relativo), Kucka ha rischiato di fare 3-0 con una punizione respinta da Strakosha e Immobile all'ultimo secondo ha sbagliato di testa da due centimetri facendo scomparire l'errore a porta vuota di Niang. Niente, 2-0 era e 2-0 è rimasto, confermando la regola di Milan-Lazio: dal 2011-12, una volta finisce 1, l’altra X. Tra un anno, pareggio scritto?

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
Fatascalza
00mercoledì 21 settembre 2016 20:33
Questa binario la posto io [SM=x714113] [SM=x714113] [SM=x714113]

Bologna Sampdoria 2-0

Il Bologna cancella Napoli e infligge alla Sampdoria il terzo stop di fila. Al "Dall'Ara" la squadra di Donadoni si impone per 2-0 e sale a quota 9 punti. La partita è decisa da un meraviglioso tiro al volo di Verdi, che al 45' lascia senza scampo Viviano. Il raddoppio arriva a inizio ripresa, con una zampata di Destro al 5'. L'espulsione di Barreto al 24' cancella ogni speranza di rimonta dei liguri. Nel recupero rosso anche a Di Francesco.


LA PARTITACi si aspettava una bella partita tra due formazioni che sanno giocare a calcio, pur senza tanti nomi di grido in campo, e così è stato. Alla fine i 90 minuti hanno premiato il Bologna, trasportato al successo dalle invenzioni del talento Krajci e dai gol di Verdi e Destro. Boccone amaro, invece, per la Samp, che ha incassato il terzo stop di fila dopo quelli contro Roma e Milan, nonostante elogi e buone prestazioni. Il primo tempo, però, è partito avaro di occasioni, anche se è stata la Sampdoria a fare qualcosa in più rispetto al Bologna. Almeno all'inizio. La verità, però, è che Da Costa è stato impegnato solo su un paio di tiri dalla distanza non certo irresistibili di Muriel, mentre Viviano ha dovuto respingere con i piedi un colpo a botta sicura di Destro, bravo a liberarsi del suo marcatore. E' stata questa la scintilla che ha acceso la squadra di Donadoni, che poco dopo ha sfiorato il palo con un destro da fuori di Dzemaili ed è andata vicino al vantaggio con un botta e risposta in area respinto con un po' di fortuna. Solo questione di tempo, però, perché allo scadere del primo tempo Verdi si è inventato un gol fantastico (imbeccato da una sventagliata millimetrica di Krejci), con un tiro al volo nell'angolino destro, che non ha dato scampo al portiere blucerchiato. Il giusto premio a una frazione in crescita, che ha lasciato ai liguri solo le proteste per un contatto in area tra Praet e Masina non punito dall'arbitro. La differenza l'hanno fatta gli attaccanti, con quelli rossoblù decisamente più pericolosi rispetto soprattutto a un Quagliarella lontano dai suoi giorni migliori. A conferma di questo è arrivato immediatamente il raddoppio del Bologna, che ha iniziato il secondo tempo con il gol di Destro, bravo a toccare quanto basta un traversone del solito Krejci e beffare Viviano sotto le gambe. Con tanto di dedica all'infortunato Mirante. Giampaolo a questo punto ha cambiato tutto, buttando nella mischia Schick e Cigarini e qualcosa si è visto subito. Barreto ha sfiorato due volte la rete, ma si è reso anche protagonista dell'episodio che ha cancellato le speranze della Samp, facendosi espellere per un inutile fallo da dietro su Praet. Con la sua uscita, di fatto, è calata la parola fine sul match e sulle speranze di rilancio della Samp, fermata anche da una traversa su punizione di Bruno Fernandes nel recupero dopo il rosso a Di Francesco.

IL TABELLINOBOLOGNA-SAMPDORIA 2-0
Bologna (4-3-3): Da Costa; Torosidis, Gastaldello, Maietta, Masina (21' st Morleo); Dzemaili, Nagy (34' st Pulgar), Taider; Verdi, Destro, Krejci (28' st Di Francesco). A disp.: Sarr, Ravaglia, Mbaye, Oikonomou, Helander, Donsah, Rizzo, Mounier, Floccari. All.: Donadoni
Sampdoria (4-3-1-2): Viviano; Pereira, Silvestre, Skriniar, Regini; Barreto, Torreira (8' st Cigarini), Linetty; Praet; Muriel (28' st Bruno Fernandes), Quagliarella (8' st Schick). A disp.: Puggioni, Krapikas, Dodò, Krajnc, Djuricic, Eramo, Palombo, Budimir. All.: Giampaolo
Arbitro: Calvarese
Marcatori: 45' Verdi, 5' st Destro
Ammoniti: Verdi (B), Pereira, Praet, Linetty (S)
Espulsi: Barreto (S) per fallo da dietro su Praet, Di Francesco (B) per fallo su Linetty
Fatascalza
00mercoledì 21 settembre 2016 21:44
#serieapremium - Parziali
#JuveCagliari 3-0
#EmpoliInter 0-2
#GenoaNapoli 0-0
#UdiFiorentina 2-1
#RomaCrotone 2-0

Non vorrei portare sfiga ma l'inter mi sa che ha preso il volo (vabbè gioca conl'empoli)
binariomorto
00mercoledì 21 settembre 2016 23:04
Brava, così m'asparagno un poco ...
binariomorto
00mercoledì 21 settembre 2016 23:11
Atalanta-Palermo 0-1: Nestorovski inguaia Gasperini, De Zerbi fa festa

Una girata dell'attaccante rosanero regala il primo successo in campionato ai siciliani.
Per i bergamaschi è già crisi: quarta sconfitta in cinque partite



Colpo esterno del Palermo a Bergamo: una gara bloccata fino agli ultimi istanti viene decisa dalla zampata di Nestorovski a 180 secondi dal fischio finale. Come contro il Crotone, è lui l'uomo copertina del Palermo, mentre per l'Atalanta (alla quarta sconfitta in cinque giornate) adesso si fa durissima.

ZERO SPETTACOLO — Alla quinta giornata è presto per mettersi a tavolino e fare i conti con la classifica, ma è chiaro che la sfida rappresenta comunque uno primo snodo fondamentale per due squadre protagoniste di un avvio di stagione incerto. Gasperini e De Zerbi provano a sorprendersi a vicenda, mettendo nel cassetto - almeno per una notte - il proprio credo tattico: il tecnico dei bergamaschi abbandona la difesa a 3 per virare su una sorta di 4-2-3-1, con Pinilla unico terminale offensivo al posto di un opaco Paloschi (reduce dall'errore dal dischetto di Cagliari); fa ancora più scalpore, se possibile, la scelta di De Zerbi, che a sorpresa sceglie il 3-4-2-1 nel quale Diamanti e Hiljemark sono chiamati a ispirare Nestorovski. Ne viene fuori un match colloso, ruvido, che vive di lampi estemporanei. L'Atalanta si affida alle giocate di Gomez e risulta più continua nell'arco dei primi 45', ma è del Palermo l'azione più ghiotta. Al 17', Nestorovski lavora bene un pallone a metà campo e smista poi sulla destra per Diamanti, l'ex di giornata galoppa sulla fascia e serve intelligentemente Rispoli, che tocca con la punta del piede: Berisha è anticipato, ma la sfera batte sul palo. Sulla respinta si avventa Hiljemark, il tentativo dello svedese però termina la sua corsa sul fondo.

POSAVEC VS GOMEZ — L'inizio di ripresa è illusorio: i ritmi sono di tutta un'altra intensità, e dopo appena 60 secondi D'Alessandro viene servito in maniera deliziosa da Pinilla. Incredibilmente, il numero 7 nerazzurro spara alto da due passi, graziando Posavec. Proprio il portiere croato sale in cattedra, ingaggiando un duello all'ultimo colpo con Gomez: il Papu ci prova due volte tra il 6' e il 18', prima con un tiro (deviato) e poi con un colpo di testa, in entrambi i casi l'estremo difensore rosanero è bravo a dire di no. È un bene per il Palermo, autore di un secondo tempo tutto votato alla difesa: intenzione rafforzata dall'ingresso di Gazzi per Hiljemark, con l'ex Torino che va a rinforzare la mediana dei siciliani tornata così a 5. L'Atalanta, tuttavia, non trova mai il guizzo giusto per sfondare il muro eretto dalla squadra di De Zerbi. Anzi, rischia addirittura la beffa a 10' dal termine, quando sugli sviluppi di una punizione calciata da Diamanti, Goldaniga viene lasciato tutto solo dalla difesa atalantina colpendo però il pallone con la spalla: conclusione lontana dai pali difesi da Berisha.

DECIDE NESTOROVSKI — Quando ormai la sfida sembra incanalata sui binari dello 0-0, con l'Atalanta rassegnata al pareggio, ecco che la beffa per i padroni di casa arriva per davvero. Il gol arriva da calcio d'angolo, e in un certo senso è decisivo De Zerbi che fa allontanare Rispoli e dice a Jajalo "batti tu". La scelta si rivela super azzeccata: dal piede del centrocampista ex Siena parte un pallone perfetto per Nestorovski, bravo a girare in rete sul primo palo il gol partita con Berisha pietrificato. Il secondo gol (consecutivo) in campionato della punta macedone regala la prima vittoria (e una bella dose di autostima) al Palermo. Per l'Atalanta, invece, è notte fonda.

Luigi Polce

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00mercoledì 21 settembre 2016 23:15
Chievo-Sassuolo 2-1, Rigoni e Castro gol, Maran terzo in classifica

I veneti viaggiano alla media di due punti a partita come Inter e Roma:
seconda sconfitta sul campo per gli emiliani che trovano il momentaneo pari con Defrel,
ma poi non si rendono più pericolosi pagando una condizione fisica deficitaria



Beato tra le grandi, ma non meravigliatevi più di tanto. Dietro alla Juve e al Napoli e a pari merito con Inter e Roma c'è una squadra che gioca a "trova l'intruso": è il Chievo, terzo in classifica e primo delle provinciali. Il 2-1 al Sassuolo è anche in tal senso una conferma: il derby tra le vecchie "favole" della Serie A, ormai diventate una realtà consolidata, regala ai veneti la seconda vittoria consecutiva dopo quella di Udine e vale il sorpasso sugli emiliani come punti ottenuti sul campo, 10 contro 9 (ma Di Francesco se n'è visto togliere 3 a tavolino ed è fermo a 6). Anche l'anno scorso Maran centrò lo stesso score in partenza: 3 successi, 1 pari e 1 sconfitta nelle prime 5 giornate, media di 2 punti a partita. Chiedergli di continuare su questa strada significherebbe rivedere il Chievo in Europa e lì sì che sarebbe un miracolo, ma se per due stagioni di fila cominci così bene non può essere più un caso.

LA CHIAVE— Come quasi tutte le partite al Bentegodi lo spettacolo viene messo in secondo piano. La forza del Chievo è tutta in un dato: baricentro sufficientemente basso per chiudere ogni spazio e sufficientemente alto per non farsi schiacciare. Il gol subito arriva anche stavolta e a causarlo è sempre un errore individuale: stavolta è Hetemaj con un retropassaggio sciagurato che Rigoni non riesce a controllare a mettere Defrel davanti alla porta. Sarà l'unica volta che il Sassuolo entrerà il area in tutta la partita: ripensando alle tante occasioni create anche contro la Juve allo Stadium, la deduzione è che gran parte del merito va all'organizzazione di Maran. Poi, tra le chiavi della partita, c'è quella fisica: Di Francesco cambia 5 giocatori su 6 rispetto al successo sul Genoa, ma il turnover non basta a non pagare dazio ai tanti impegni (l'Europa League pesa) e i cambi obbligati di Matri, Cannavaro e Duncan per infortunio sono lo dimostrazione di una condizione deficitaria.

I GOL — La rete che sblocca la partita arriva dopo 21 minuti di (quasi) nulla: Rigoni si coordina benissimo sulla respinta della difesa e calcia al volo, la deviazione di Biondini inganna Sorrentino. Al 28' il pari già descritto: Defrel, che sta imparando a fare il centravanti, segna giocando nel suo vecchio ruolo di ala destra e arriva già a quota 3 in 4 partite. Il francese, però, non ha ancora imparato a fare il difensore: c'è lui, anzi, dovrebbe esserci lui su Castro quando l'argentino colpisce indisturbato sul corner di Birsa e al 40' va a segno per la seconda gara consecutiva. Il problema, per il Sassuolo, è che poi non trova modo di farsi perdonare e del resto non può pensarci sempre lui: alla lunga Di Francesco paga anche l'assenza di Berardi, perché Iemmello (subentrato a Matri) non va oltre il sacrificio, mentre Ricci, a sinistra, non si trova a suo agio, e Politano, in campo nella ripresa, non ripete le belle prove dell'avvio di campionato. Così, mentre il Sassuolo si lecca le ferite, il Chievo gestisce il vantaggio. Da grande squadra, anche se non lo è.

Ivan Palumbo

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00mercoledì 21 settembre 2016 23:19
Serie A, Empoli-Inter 0-2, doppio Icardi decide in meno di 20', De Boer terzo

Seconda vittoria di fila, primi passi nella ricerca della continuità:
Mauro capocannoniere, assist di Candreva e Joao Mario, fra i migliori in campo



Due gol del tuo centravanti in 17 minuti, e tanti saluti. Ci sono pochi modi migliori per affrontare una gara che sei quasi obbligato a vincere, per continuare sulle ali di un entusiasmo costruito con l'impresa di San Siro. Operazione continuità, tappa 1: l'Inter passa ad Empoli in scioltezza, con altri due gol di Icardi e mettendo insieme un altro paio di certezze. La prima: Candreva è una risorsa di cross che in nerazzurro non vedevano da un po', Joao Mario è pronto, prontissimo, per essere un pilastro del centrocampo nerazzurro. Il resto è una classifica che inizia a farsi interessante (terzo posto condiviso) e una classifica marcatori dove ormai comanda Maurito Icardi, sei gol in cinque gare, due reti nelle prime due occasioni capitategli fra testa e piedi (ne avrà una terza, fallendola).

POCO EMPOLI — Le insidie costituite dall'Empoli, sottolineate più volte da Frank de Boer a partire dal post-partita con la Juve, si rivelano più che sostenibili: i toscani semplificano la vita all'Inter in occasione dei due gol, abbozzano una reazione solo quando sono sotto 2-0, con un paio di tiri di Dimarco, peraltro un interista in prestito. Nella ripresa provano a sfruttare un calo di tensione di Murillo e compagni, ma a quel punto la vittoria sembra saldamente in mani nerazzurre.

I GOL — I tre punti li ha presi Maurito Icardi, fra il 10' e il 17'. Il primo gol arriva dopo una combinazione fra Candreva e D'Ambrosio: bravo il terzino a restituire palla all'Ex laziale, meno brava la difesa a lasciargli tempo di mirare e crossare, puntuale l'argentino in tuffo a fare 1-0. Quarto gol in stagione di testa, a conferma di un miglioramento nel fondamentale, oltre che a munizioni che arrivano più frequenti. La seconda rete nasce a centrocampo, con Joao Mario che la strappa dai piedi avversari e la manda in verticale per il numero 9: discreta solitudine e comoda conclusione sul primo palo, per il 2-0.Un retropassaggio "folle" di Diousse manda ancora in porta Icardi, ma stavolta Skorupski esce e chiude.


4-2-3-1 COMPATTO — La ripresa non è probabilmente all'altezza dell'inizio, la squadra nerazzurra alza un po' presto il piede dall'acceleratore, ma rischia pochissimo, salvo un paio di svarioni senza conseguenze gravi di Murillo e Santon. Però la squadra resta compatta e sempre più a suo agio nel 4-2-3-1, che si trasforma in 4-5-1 in fase difensiva, grazie ai ripiegamenti degli esterni. E ha l'Icardi versione 2.0, non solo bomber, ma anche guerriero. L'assernza dello squalificato Banega non si fa sentire, grazie al doppio lavoro di Joao Mario e quello soddisfacente di Kondogbia, mentre l'esordio di Gabigol è rinviato. La nota negativa sono i quattro gialli (Miranda, Murillo, Medel, Joao Mario): forse troppi, per una gara che era ben indirizzata già dopo 20 minuti.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00mercoledì 21 settembre 2016 23:24
Genoa-Napoli 0-0: Sarri molla il primo posto

Ritmi alti, aggressività e molte emozioni, ma la sfida di Marassi non produce gol.
Bravissimi i due portieri, Hamsik colpisce una traversa.
In classifica i campani scivolano al secondo posto dietro alla Juve


Quattro giorni appena, tanto è durato il primato del Napoli. Il pareggio di Marassi ne ha frenato la corsa e nel finale due interventi di Pepe Reina hanno evitato la sconfitta.È il primo esame tosto per il Napoli dopo un avvio di campionato abbastanza leggero. Marassi è un campo difficile e lo dimostra anche questa volta. Il Genoa accetta la sfida, non si rintana nella propria metà campo e prova ad attaccare il Napoli centralmente, mentre Sarri propone il solito gioco sugli esterni: a sinistra ritorna Mertens, con Insigne in panchina


BOTTA E RISPOSTA — Partenze e contro ripartenze: è questo il tema della gara. Il Napoli arriva vicinissimo al vantaggio, al 19’. Callejon, al limite dell’area, tocca indietro per l’accorrente Hamsik: la deviazione del capitano napoletano si stampa sulla traversa. Un minuto appena e dall’altra parte, Reina toglie letteralmente dalla testa di Pavoletti un pallone che l’attaccante genoano avrebbe dovuto spingere in rete. È ancora Pavoletti a impegnare l’estremo difensore napoletano (25’) con un altro colpo di testa, ma Reina blocca. Il Genoa, tuttavia, è costretto a rinunciare al suo uomo di punta, intorno alla mezz’ora: il centravanti lascia per un problema muscolare, al suo posto entra il giovane Simeone.

NAPOLI, BENE A METÀ — Anche a inizio ripresa i ritmi sono sostenuti. Il Napoli sfiora il gol con un colpo di testa di Albiol (2’), mentre Reina para a terra un diagonale di Lazovic (12’). A spingere di più è il collettivo di Sarri, costantemente nella metà campo genoana, ma la manovra funziona fino alla trequarti; oltre, Milik e Callejon sbattono contro il muro eretto dai difensori avversari. Il Napoli protesta, al 23’, per una presunta trattenuta in aera di Orban su Milik, ma Damato lascia giocare. L’occasione più limpida, però capita sul destro di Insigne, al 29’, ma tutto solo dinanzi a Perin calcia debole favorendo la parata del portiere genoano. Dall’altra parte, Reina deve superarsi (40’) per respingere una conclusione da dentro l’area di Simeone, che si ripete quasi allo scadere, e il portiere compie un miracolo.



Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00mercoledì 21 settembre 2016 23:28
Juve-Cagliari 4-0, gol di Rugani, Higuain,
Dani Alves e autogol di Ceppitelli.
Bianconeri primi

Allo Stadium una partita senza storia finisce dopo 40':
a segno Rugani, Higuain e Dani Alves.
Nel finale autogol di Ceppitelli: i bianconeri si riprendono il primo posto



Chissà se la sconfitta di San Siro è stata davvero utile per riportare la Juve coi piedi per terra. Non può essere un Cagliari davvero troppo tenero in fase difensiva a dare tutte le risposte. Ma il comodo 4-0 con cui la Juve si sbarazza della squadra di Rastelli serve a ribadire che la differenza di qualità tra i bianconeri e le medio-piccole della serie A è ai confini dell'imbarazzante. I sardi non hanno tradito i loro principi: si cerca sempre di giocare a calcio senza chiudersi. Ma il risultato è stato sconfortante, con la Juve a chiudere la partita in meno di un tempo e Storari a limitare il passivo.

FESTA PER MOLTI — Ben presto la partita per la Juve distribuisce flebo di autostima per i giocatori di Allegri. Daniele Rugani festeggia il primo gol in bianconero all'esordio stagionale da titolare, dopo che Storari si supera su Higuain. La concorrenza per l'ex Empoli è tremenda, ma resta un giocatore fondamentale per presente e soprattutto futuro. Gonzalo Higuain dopo essere stato bloccato dal palo e da Storari in due occasioni finalizza l'azione del 2-0, avviata da Alex Sandro e interrotta dal portiere del Cagliari con la parata su Pjanic. E fanno 4 in campionato. Al 39' anche Dani Alves entra nella lista degli ammessi alla festa: destro da fuori dal corner di Pjanic (ma quanto ci ha messo il Cagliari a uscire?) e prima esultanza bianconera. Tutto facile per la Juve, che crea gioco con buone trame sulla destra e dall'altro lato con un Alex Sandro in versione iradiddio. Persino Hernanes, non esattamente il più amato dallo Stadium, strappa timidi applausi. Unica nota stonata il mancato gol per Dybala, che non trova il gol nonostante una buona partita e nella ripresa lascia spazio a Pjaca.

PARTITELLA DEL GIOVEDÌ — Rastelli dichiara chiusa la partita togliendo all'intervallo i due giocatori più forti, Joao Pedro e Borriello. Allegri risparmia Buffon (contusione). Del resto lunedì c'è la Samp. Il Cagliari resta piuttosto basso per evitare l'imbarcata, la Juve resta dentro la partita, ammira qualche fiammata di Pjaca e nel finale trova il poker con una sfortunata deviazione di Ceppitelli, che toglie il gol a Lemina. Giusto in tempo per seguire gli ultimi minuti di Genoa-Napoli, che si chiude 0-0 e riporta i bianconeri in testa alla classifica.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00mercoledì 21 settembre 2016 23:34
Pescara-Torino 0-0: Acquah e Vives espulsi

Il Pescara fa la partita, ma sono i granata - in doppia inferiorità numerica - ad andare vicini al colpaccio con Belotti


A volte anche uno zero a zero può essere scintillante e pieno di emozioni. Pescara e Torino devono accontentarsi di un punto a testa all’Adriatico. Oddo impreca contro sfortuna e imprecisione, Mihajlovic tira un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo (chiude in nove) e per il buon rientro nel finale del Gallo Belotti, subito tra i trascinatori. Avrebbe meritato qualcosa in più la squadra abruzzese, ma le pezze di Hart valgono un punto che alla fine risulta pesante.

PRIMO TMPO — Fin dal 28’ il portiere inglese si esalta sul tiro dal limite di Verre indirizzato all’incrocio. Al 40’ Biraghi crossa dal fondo per Memushaj, controllo sbagliato dell’albanese in area e pericolo scampato per il Toro. Trema l’Adriatico sullo sfondamento centrale di Boyè, che salta avversari e portiere: l’uscita di Bizzarri sporca il pallone e Martinez non riesce ad approfittare del rimpallo favorevole. Finale di tempo arroventato: Acquah è ingenuo e dannoso, si fa ammonire per la seconda volta (brutto intervento scomposto su Caprari a metà campo) e lascia i suoi in dieci. Prima della pausa, Cristante al volo sfiora il vantaggio.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa Mihajlovic toglie Aramu dal tridente e inserisce Benassi per un 4-3-2 che sembra quasi favorire i granata. Aveva ragione Liedholm: coprono benissimo il campo, imbrigliano il centrocampo di Oddo e comandano nei 15’ iniziali della ripresa. Il Pescara senza un riferimento avanzato fatica a salire, è il momento di Manaj. Pochi istanti e la partita si riequilibra: da un angolo sbuca Aquilani nell’area piccola, serve il piedone provvidenziale di Zappacosta per salvare la porta del Torino. Al 29’ Hart decisivo sul sinistro ravvicinato di Memushaj. Il momento migliore degli abruzzesi non produce a sufficienza, tocca anche al folletto Mitrita nel finale. Uno scatto del romeno causa il rosso di Vives e Mihajlovic resta con nove uomini. Un palo di Memushaj a 10’ dalla fine, Belotti lo imita al 38’. Il finale resta a senso unico e Oddo è furente dopo che Biraghi al 90’ spreca di testa da due metri e Zampano nel recupero non tira da buona posizione e il Pescara resta ancora a secco di vittorie (sul campo).

Orlando D’Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
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