Campionato di Serie A stagione 2016/2017

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binariomorto
00sabato 20 agosto 2016 23:34
Si ricomincia.

Il campionato 2016/2017 di Serie A passerà alla storia, non molto edificante del calcio italiano, per il contemporaneo passaggio in mani cinesi delle due squadre blasonate di Milano: prima l'Inter a Giugno, terminando dopo 21 anni di alti e tanti bassi l'epopea di Massimo Moratti presidente (l'indonesiano per ora conserva il 31% delle quote societarie); poi il Milan, ancora più a sorpresa con una accellerata in piena estate, ad altra cordata di imprenditori cinesi ma dai contorni meno limpidi e cristallini (una vera e propria scatola cinese di società messe in piedi in tempi record proprio per concludere l'affare), concludendo dopo 30 anni l'epoca rossonera del presidentissimo Silvio Berlusconi (ormai quasi fuori dai giochi anche in politica, pregiudicato e fisicamente malandato, cerca di capitalizzare quanto più possibile dal suo impero imprenditoriale, televisivo e sportivo per spartire il bottino agli eredi), certamente più ricca di trionfi rispetto alla stagione morattiana all'Inter. Con Berlusconi sembra al capolinea al Milan anche il suo braccio destro di sempre, quell'Adriano Galliani (l'alter-ego di Luciano Moggi ma senza i processi dell'ex dirigente juventino) destinato a prendere posto nel consiglio federale.

Il campionato comincia preceduto da due fuochi pirotecnici del mercato estivo. Il passaggio di Pogba dalla juventus al Manchester United per 105 milioni di euro, cifra record in Europa per un trasferimento di un calciatore, il passaggio di Higuain (36 reti nella precedente stagione) dal Napoli alla Juventus per 90 milioni di euro, cifra record per l'acquisto di un calciatore in Serie A.

Roberto Mancini, apparentemente riconfermato al termine della scorsa stagione, ha invece lasciato la panchina dell'Inter in maniera consensuale (dicono loro ...) dopo una serie di attriti col nuovo corso societario ed a conclusione di una campagna acquisti/cessioni non proprio esaltante per l'Inter, messa in ombra non solo dai colpi della Juve ma anche di Roma, Lazio e Napoli.

Infine un cordiale augurio al Crotone, matricola di questa stagione, alla sua prima esperienza in Serie A dopo il bel campionato cadetto dello scorso anno.
binariomorto
00sabato 20 agosto 2016 23:35
Roma-Udinese 4-0,
Perotti doppietta su rigore,
Dzeko e Salah chiudono i giochi

I giallorossi faticano nel primo tempo, poi l'argentino entra nella ripresa e trasforma due penalty:
buona partenza per Spalletti. Manolas esce per infortunio, si fa male anche Paredes


Un primo tempo di grande fatica e una ripresa di dominio assoluto. La Roma si sbarazza così per 4-0 dell'Udinese e lo fa negli ultimi 25 minuti di gioco, quando l'ingresso di Perotti cambia volto al match. Per Spalletti è però una vittoria dolorosa, contraddistinta anche dagli infortuni di Manolas e Paredes, entrambi a fortissimo rischio per la sfida di ritorno di Champions con il Porto, in programma martedì prossimo all'Olimpico.


DIFFICOLTÀ E ASPETTATIVE — Spalletti cambia 5 giocatori rispetto alla sfida di Champions League ad Oporto, mandando in campo dal via Szczesny, Emerson, Paredes, El Shaarawy e l'ultimo arrivato in casa giallorossa, l'ex torinista Bruno Peres. Iachini invece è senza lo squalificato Thereau e conferma il 3-5-2 (che diventa spesso 5-3-2) che è un po' il marchio di fabbrica dei friulani. Il primo tempo scivola via senza grandi palpitazioni, complice una manovra lenta e compassata della Roma, che non trova mai velocità né spazi per verticalizzare. Un po' perché Iachini è bravo a chiudere tutti gli spazi alla manovra romanista, un po' perché la Roma è effettivamente in difficoltà nel costruire gioco. Spalletti decide infatti di rinunciare dal via a Perotti e sembra un lusso che in questo momento non può permettersi, non avendo altri giocatori di "fosforo". Così le uniche occasioni arrivano da un paio di tiri innocui da fuori di Bruno Peres e da uno spunto di Salah su fallo laterale che Dzeko (con deviazione di un difensore) non riesce a tradurre in gol dal limite dell'area di rigore. Poi il bosniaco trova il modo di rendersi pericoloso anche in un altro paio di occasioni, ma mai niente di trascendentale. È addirittura più bravo al 33', quando di petto costruisce un bel pallone per El Shaarawy, il cui tiro è però centrale. E l'Udinese? Si affida alle ripartenze veloci ed allo strapotere fisico di Zapata, che davanti fa reparto praticamente da solo. Fofana fa fatica a impostare per la marcatura asfissiante di Nainggolan, così si lavora soprattutto sulla fascia destra. Al 16', anzi, i friulani reclamano un calcio di rigore per probabile fallo di Emerson su Widmer (un contatto in velocità tra i piedi destri dei due giocatori in effetti c'è) e nel finale di tempo mettono i brividi a Szczesny con un tiro al volo di De Paul, che però da ottima posizione calcia alle stelle.

DOMINIO GIALLOROSSO — Pronti via e al 3' della ripresa la Roma potrebbe cambiare volto alla partita: spunto di Salah che lascia sul posto Adnan e serve a Nainggolan un pallone d'oro, ma il belga di piatto da due passi mette alto in corsa. È il preludio ad un forcing giallorosso che porta a un miracolo di Karnezis (9') in controtempo su piattone al volo di Dzeko, al salvataggio sulla riga di Widmer su cross di Bruno Peres deviato da Adnan e al sinistro di Salah a girare (17') di un soffio fuori. Ora è tutta un'altra partita, con la Roma che spinge sull'acceleratore e trova il meritato gol al 20': palla in verticale di Bruno Peres per Dzeko (che parte in fuorigioco millimetrico), sterzata del bosniaco su Danilo e contatto dubbio santificato con il rigore. Sul dischetto va Perotti, che spiazza Karnezis e sblocca la partita. Poi tre minuti dopo la Roma può raddoppiare con Manolas, il cui colpo di testa da posizione centrale finisce però al lato. Il 2-0 però arriva. Al 30' e ancora con un rigore di Perotti, stavolta concesso per atterramento in corsa di Salah da parte di Badu dopo una ripartenza velenosa dello stesso Perotti. La brutta notizia per la Roma arriva però dopo ed è l'infortunio muscolare alla coscia sinistra di Manolas, a questo punto in fortissimo dubbio per il ritorno con il Porto (dove mancherà già Vermaelen espulso all'andata). Al 37' la Roma chiude i conti con Dzeko, che insacca a porta vuota su assist da terra di Nainggolan. Ma non è ancora finita: Perotti pesca Salah dall'altra parte, colpo di testa dell'egiziano parato da Karnezis, con lo stesso Salah che poi ribadisce in gol. La Roma chiude in dieci perché si fa male anche Paredes, che abbandona il campo a due minuti dalla fine. Finisce così, ora la Roma dovrà pensare subito al Porto.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
Fatascalza
00sabato 20 agosto 2016 23:35
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binariomorto
00sabato 20 agosto 2016 23:36
Juve-Fiorentina 2-1: Higuain segna al debutto e decide. Allegri, buona la prima

Apre Khedira sul finire del primo tempo, nella ripresa Kalinic illude Sousa: la risolve l'argentino arrivato dal Napoli


Una palla un gol”. Gonzalo Higuain è molto più di questo. Il suo senso del gol va oltre al dibattito sul peso. L'argentino non sarà attualmente pronto per la copertina di un Magazine sul Fitness, ma ci mette 9’ per segnare il primo gol bianconero. Alla prima palla toccata. Lui che all’esordio non segna mai, dicevano. Ma il 2-1 con cui la Juventus batte la Fiorentina e conquista la prima vittoria stagionale nasconde segnali preoccupanti per la concorrenza. Di sicuro c'è un concorso di colpa viola nel dominio della Juventus, ma la qualità bianconera, orfana inizialmente di Pjanic e Higuain, scende sulla partita minuto dopo minuto. A gocce costanti, modello fronte di Vincenzo Nibali mentre scala lo Zoncolan. Allegri a fine partita si lagnerà certamente per i troppi gol sbagliati: l’1-0 con cui si chiudono i primi 45’ non è un inno alla concretezza della Juve. Che infatti, preso gol sull’unica iniziativa Viola, deve affidarsi alla gemma del Pipita per evitare un pari che sarebbe oggettivamente ingiusto.


SUPER SPINTA — Il Conte Max sceglie Lemina play e le due locomotive brasiliane sulle fasce. Dybala arretra più spesso del solito a raccordare, per dare l’imprevedibilità che il francese non può dare. Ma è l’approccio della Juve a impressionare, opposto a quello mediocre della prima di un anno fa con l’Udinese. Squadra alta, i due brasiliani che vivono sulla trequarti e la Fiorentina che non riesce a stare dietro ai bianconeri. Sia fisicamente che sul piano della qualità. Il tremebondo Tatarusanu regala subito palla a Khedira, che alza da due passi. Massa e l’addizionale non giudicano il tocco col braccio di Astori volontario: niente rigore. Alves regala qualità a destra, Khedira va a ritmi precampionato ma ha un’intelligenza calcistica che andrebbe dichiarata alla dogana da quanto è ingombrante. La sblocca proprio il tedesco di testa, su insospettabile pennellata mancina di Chiellini. Il primo tempo Viola è rock, ma nel senso che ricorda un duo musicale, gli Zero Assoluto. Zero tiri in porta. Zero angoli. Zero iniziative. Il nulla.


CALO JUVE — La Juventus cala dopo 45’ super. E’ difficile vedere le squadre di Allegri dominare per 90’, a maggior ragione il 20 agosto. I bianconeri gestiscono, mentre Sousa inserisce Tello per un decoroso Federico Chiesa con Bernardeschi che va centrale. Il pareggio della Fiorentina, piuttosto inatteso, nasce da una doppia sciocchezza di un fin lì positivo Alex Sandro. L’ex Porto va prima a vuoto su Tello: da lì nasce il corner battuto da Ilicic per la testa di Kalinic, che salta in testa ancora al brasiliano e beffa Buffon.

AL POSTO GIUSTO — Bel problema per Allegri: la Juve non sembra avere più molta benzina. Il Pipita però, pur senza l’addominale tartarugato da mostrare ai tifosi, avrà sempre un rapporto gemellare col gol. Asamoah (tra i migliori in campo) pesca ancora Khedira in mezzo all’area. E sulla conclusione sporcata del tedesco il Pipita gioca a “Ok il posto è giusto” come solo gli eletti del gol sanno fare. Tocco di sinistro, gol, partita e incontro.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
Fatascalza
00domenica 21 agosto 2016 00:29
Ho sentito che per la Roma un rigore era dubbio

mentre il gol di Higuain ... come ha fatto non lo so .
binariomorto
00domenica 21 agosto 2016 21:08
Milan-Torino 3-2: tripletta di Bacca, Donnarumma para un rigore al 96'!

I rossoneri debuttano col piede giusto contro l'ex tecnico Mihajlovic:
Carlos scatenato segna di testa, di sinistro e su rigore. Gigio salva il risultato all'ultimo minuto


Il Milan debutta con il tris: steso 3 a 2 il Torino di Mihajlovic, con brivido finale. Lo stadio applaude e, addirittura, si diverte: da San Siro è la prima notizia. La seconda è che il merito è del Milan di Montella, che ha già uno stile e un entusiasmo diverso dalle precedenti edizioni. La squadra a disposizione del nuovo allenatore è sostanzialmente la stessa dalla passata stagione ma ha ritmo e trame di gioco assai differenti: così il pubblico è, almeno per il momento, riconquistato. Mihajlovic, che proprio da San Siro inizia la nuova avventura granata, esce con l’ennesima delusione anche se nel finale poteva incredibilmente pareggiare: la squadra pare solida ma sul gioco è schiacciata dagli avversari. Sinisa ha però la sfortuna di perdere Ljajic per infortunio e di subire il gol del 2 a 1 rossonero pochi minuti dopo aver pareggiato con Belotti, per un errore difensivo di Rossettini.


PRIMO TEMPO — L’impronta di Montella è subito evidente: il primo tiro in porta rossonero è di Niang dopo dieci minuti. M’Baye, che il Milan era intenzionato a cedere, è stato trattenuto dal nuovo allenatore, altro merito che gli si può presto attribuire. Niang è l’uomo in più del Milan, che sfonda sulla fascia (molto più di Suso dall’altra parte), crea pericoli alla difesa avversaria e poi splendidamente avvia l’azione del vantaggio rossonero. In tutto il primo tempo c’era stato in generale molto più Milan: al 15’ Bonaventura lancia in profondità Bacca che in versione assist-man (ma allora partecipa anche alla manovra!) serve Niang che calcia sull’esterno della rete. Suso invece spreca in contropiede e poi serve Bacca in verticale che però è murato da Rossettini. Il Toro di Sinisa, sempre in piedi in panchina, si limita a un tiro a lato di Ljajic, poi costretto al cambio per infortunio. Si arriva così all’azione dell’1-0 rossonero, manovra che il pubblico di San Siro ricorda come una delle più belle degli ultimi tempi e infatti applaude: Niang cambia campo per Abate che fa rimbalzare la palla e poi serve alla giusta altezza per la testa di Bacca che infila Padelli, con difesa Toro da rivedere. Anche il colombiano era destinato alla partenza, e invece ha subito riavviato il filo della scorsa stagione.


SUBITO PARI — Passata la ripresa il Torino trova subito il pari: cross di Molinaro e colpo di testa di Belotti, indirizzato dove Donnarumma non può arrivare. Nell’occasione Paletta salta a vuoto e Romagnoli si aggrappa in ritardo all’avversario. Due minuti e il Milan riconquista l’equilibrio: ancora Niang sulla fascia sinistra che inventa per Bacca. Ora sbaglia Moretti e Carlos fa doppietta. Per il colombiano la festa non è però ancora finita: mai aveva segnato una tripletta in rossonero e in un solo pomeriggio segna un sesto dei gol della passata stagione, quando in A furono 18. L’azione è ora di Bonaventura che si infila in area steso da Obi: rigore e centro di Bacca, che potrebbe anche trovare il poker sul successivo spunto di Suso. Al cambio riceverà comunque la standing ovation di San Siro. Il Torino aveva aumentato il potenziale d’attacco con Maxi Lopez, subito pericoloso in diagonale. Anche l’altro neo entrato Baselli si inserisce bene: prima un missile dalla distanza, poi il diagonale del 3-2 nel recupero. E’ sfortunato Bertolacci: entra ed è subito costretto al cambio per un colpo ricevuto. Brivido rossonero nel finale: è l’ultima azione della partita, Paletta tiene Belotti in area e Damato concede il giusto rigore. Il Gallo si incarica della battuta ma è fermato da Donnarumma che così ripaga Mihajlovic, l’allenatore ora avversario che lo aveva lanciato titolare al Milan. E alla fine lo stadio applaude soddisfatto, con contestazione per una domenica azzerata: chissà, magari, il Milan è davvero ripartito.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 21 agosto 2016 23:45
Serie A, Atalanta—Lazio 3-4. Immobile trascina i biancocelesti

Apre le danze la punta napoletana al 15’, imitato da Hoedt e Lombardi.
La doppietta di Kessié riapre i giochi. Chiude la partita Cataldi, inutile la terza rete di Petagna


na vittoria che più pazza non si può. La Lazio passa a Bergamo al termine di una partita in cui succede tutto e il contrario di tutto. Sette gol, una traversa, un gol annullato. Una partita che sembrava chiusa definitivamente dopo mezzora che invece si riapre nella ripresa grazie al grande cuore dell’Atalanta che non si arrende neppure dopo il gol del 4-2 e ci prova, inutilmente, fino al 95’. Inzaghi e Gasperini hanno parecchio da lavorare, soprattutto sulle rispettive fasi difensive. Ma il tecnico della Lazio, almeno, si consola con tre punti preziosissimi, giunti grazie a un 4-3 che pochi avrebbero potuto pronosticare. Gasp può invece gioire per il carattere mostrato dai suoi e per la personalità del giovane Kessie, al debutto in A. La sua doppietta illude l’Atalanta. Non basta, ma è sufficiente per far capire che questo ragazzo ha un futuro.

CONTROPIEDE MICIDIALE — La Lazio mette le mani sul match con un primo tempo che è un compendio di come annichilire gli avversari con le ripartenze. L’Atalanta parte in maniera volenterosa, costringe la squadra di Inzaghi nella sua metà campo e, dopo 8 minuti, potrebbe anche passare in vantaggio (il tiro di Paloschi, leggermente deviato da Biglia, finisce sulla traversa a Marchetti battuto). Ma la Lazio appena ha l’occasione di sfruttare gli ampi spazi che si aprono nella retroguardia atalantina non perdona. E così alla mezzora i romani sono già sul 3-0. Apre le marcature al quarto d’ora Immobile, che capitalizza al meglio una palla rubata sulla trequarti da Milinkovic e trasformata in un asseist al bacio. Al 20’ raddoppia Hoedt, di testa, su assist di Biglia. Quindi al 33’ il tris arriva dal piede del baby esordiente Lombardi che ribadisce in rete il tiro di Immobile respinto da Sportiello (decisiva la fuga sulla fascia di Kishna). L’Atalanta è ovviamente tramortita, si fa vedere solo nel finale di tempo con un colpo di testa di Spinazzola che esce di poco. In precedenza era stato giustamente annullato per fuorigioco un gol a Toloi. Poco prima dell’intervallo i bergamaschi perdono pure Dramé, costretto ad uscire per un colpo (fortuito) preso alla testa in uno scontro di gioco con Parolo.

LA REAZIONE — L’Atalanta non si dà per vinta, nonostante il passivo pesante prova lo stesso a reagire. L’ingresso di D’Alessandro al posto di Dramè le conferisce una maggiore brillantezza. La sua presenza consente anche a Gasperini di passare dal 3-5-2 di inizio partita ad un più funzionale 4-2-3-1. I padroni di casa si gettano così nella metà campo avversaria e potrebbero riaprire la gara già all’8’ della ripresa con un colpo di testa di Gomez sul quale Marchetti si supera. Ma dieci minuti più tardi il portiere della Lazio di fatto regala il gol all’Atalanta, facendosi trovare impreparato sul non irresistibile tiro-cross di Kessie. A quel punto comincia un’altra partita. La Lazio va in bambola ed ancora di più il suo estremo difensore Marchetti. Che dopo la frittata sul primo gol ne combina una ancora più grossa cinque minuti dopo, non riuscendo a trattenere un tiro telefonato di Kurtic: sulla respinta è ancora Kessie a segnare. Inzaghi a quel punto prova a correggere la squadra. Entrano Djordjevic e Wallace per Kishna e Lombardi e l’iniziale 4-3-3 si trasforma in un più abbottonato 5-3-2. L’Atalanta ci prova in tutti i modi, però grazie alla linea a cinque in difesa la Lazio tiene botta. Ma le emozioni non finiscono mai. A un minuto dal 90’ Cataldi porta a quattro le reti degli ospiti, sfruttando alla perfezione un cross di Basta. Sembra finita e invece no, perché al primo dei cinque minuti di recupero concessi da Banti Petagna riapre la partita sfruttando una palla sporca in area. L’Atalanta, però, non ne ha più e la Lazio porta a casa la sua pazza vittoria.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 21 agosto 2016 23:49
Chievo-Inter 2-0: Birsa doppietta, falsa partenza per De Boer

Il tecnico olandese sceglie la difesa a tre e viene steso dai due gol dell'ex milanista:
nerazzurri quasi mai pericolosi, la nuova era comincia malissimo



Quando è stato diramato il calendario di Serie A, Frank de Boer non era ancora l'allenatore dell'Inter: col senno di poi gli è andata malissimo perché alla sua prima esperienza in Italia, arrivato da appena due settimane al posto di Mancini, ha trovato uno dei peggiori avversari possibili, cioè una squadra che gioca nello stesso modo da anni. Il Chievo, così, riesce nel compito di spegnere subito l'entusiasmo per la nuova era (societaria, con l'arrivo dei cinesi di Suning, e in panchina, per quello di De Boer) e il fatto che sia un ex milanista, Valter Birsa, a segnare i gol del 2-0 gialloblù rende la sconfitta ancora più beffarda. C'erano pochi dubbi sul fatto che al nuovo tecnico servisse tempo: l'esordio lo ha semplicemente confermato, ma le sue scelte già fanno discutere anche perché la sua piccola rivoluzione, con la scelta della difesa a 3 che all'Ajax non aveva mai adottato, non ha funzionato affatto. Nel gioco e nel risultato.

SORPRESA — La rinuncia a Perisic sembrava già una mossa sufficientemente sorprendente, ma De Boer spiazza tutti scegliendo un sistema di gioco mazzarriano: in realtà, più che un 3-5-2, l'Inter va in campo con un 3-4-1-2 perché Banega, pur stazionando prevalentemente sul centrosinistra, in realtà prova a giocare tra le linee andando continuamente a caccia di una posizione che poi non troverà per tutta la partita. Probabilmente anche gli stessi giocatori sono un po' spiazzati perché Miranda e Ranocchia regalano subito due svarioni (l'italiano rischia il rigore su Meggiorini) e sono sempre loro a farsi trovare impreparati nell'unica vera palla gol che i veneti costruiscono in tutto il primo tempo, con Meggiorini che al 40' non sfrutta l'assist al bacio di Castro.

LIMITI — Anche l'Inter, a dire il vero, limita al minimo sindacale la produzione offensiva con un destro di Eder respinto da Sorrentino al 16' e un'occasione mancata da Ranocchia poco dopo sugli sviluppi di un angolo. Il problema dei nerazzurri è innanzitutto nel ritmo: la palla gira troppo lentamente, così il Chievo chiude facilmente tutti gli spazi rendendo impossibili le traiettorie di passaggio per Banega e impedendo a Icardi di entrare in partita. Il possesso palla, fatto di continui tocchi laterali, è reso sterile dai limiti di Medel e Kondogbia in fase di costruzione e da un sistema bloccato, dove Candreva e Nagatomo, sulle due fasce, non sono mai supportati perché D'Ambrosio non sale mai e così l'Inter resta in continua inferiorità numerica in mezzo al campo contro il rombo degli avversari.

BOTTA SENZA RISPOSTA — Probabilmente incoraggiato dall'atteggiamento dei nerazzurri, il Chievo entra in campo nella ripresa convinto di poter fare il colpaccio e dopo quattro minuti è già in vantaggio: Castro verticalizza per Cacciatore (un terzino che si sovrappone...), palla in mezzo per Birsa che mette a sedere D'Ambrosio e Ranocchia prima di fulminare Handanovic. De Boer aspetta il 61' per far entrare Perisic, ma toglie Candreva e conferma il 3-4-1-2, poi fa fuori anche lo spaesato Banega per Brozovic e inserisce Palacio al posto di Eder lasciando Jovetic in panchina. Ma tutto quello che ne ricava è subire il secondo gol, ancora da Birsa, stavolta con gran destro da fuori: lui sì che da trequartista ha trovato la posizione. E anche i due gol che hanno tarpato subito le ali all'Inter.

Ivan Palumbo

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 21 agosto 2016 23:53
Colpo esterno della Sampdoria, Empoli ko 0-1.
Genoa, 3-1 in rimonta sul Cagliari

Al Castellani decide il colombiano con un gran sinistro.
A Marassi invece succede di tutto:
vantaggio Cagliari di Borriello, risposta Genoa con Ntcham, Laxalt e Rigoni


Inizio da sogno per le genovesi, che conquistano due vittorie pesanti. Colpo esterno della Sampdoria ad Empoli; tre punti in rimonta per il Genoa, che batte il Cagliari a Marassi. Per i blucerchiati decisiva la rete di uno scatenato Muriel, mentre a Genova l’iniziale gol dell’ex di Borriello è neutralizzato dalle reti di Ntcham, Laxalt e Rigoni.

EMPOLI SAMPDORIA 0-1 — Martusciello deve fare a meno di Mchedlidze e Veseli, mentre Giampaolo è orfano di Skriniar (squalificato) e dell’ultimo arrivato Praet. Solo panchina per Dodò, Bruno Fernandes e Cigarini. Empoli in campo con il 4-3-1-2 con Saponara dietro a Pucciarelli e Maccarone, la Samp risponde in maniera speculare con Ricky Alvarez ad assistere Muriel e Quagliarella. Partono meglio i blucerchiati, che al 5’ sfiorano il gol con la conclusione da fuori di Alvarez: Pelagotti si distende e devia in calcio d’angolo. Poi tanto possesso palla, ma nessuna occasione degna di nota. Più contratto invece l’Empoli, con Maccarone che sbaglia un paio di palloni interessanti. Al 34’ ancora un tiro di Alvarez, dopo un rimpallo fortunato: palla fuori. Risponde immediatamente Big Mac, ma il suo tiro finisce alto sopra la traversa. Al 37’ la Samp passa in vantaggio: gran discesa di Muriel, che entra in area e lascia partire un potente sinistro sul primo palo che lascia di sasso Pelagotti: terzo gol stagionale per il colombiano. Cinque minuti più tardi Empoli vicino al pareggio: punizione in mezzo, Costa fa sponda di testa, Silvestre in spaccata salva prima del tap-in.

SECONDO TEMPO — L’Empoli deve recuperare, ma anche a inizio ripresa è la Samp a fare la partita. Risveglio toscano al 10’, con Pucciarelli che da buona posizione spara alto. Al 13’ i blucerchiati sfiorano il raddoppio: numero di Muriel, palla ad Alvarez e tiro che finisce fuori di un soffio. Il colombiano è indiavolato: quattro minuti più tardi s’infila tra due difensori empolesi e, pur scivolando a terra, riesce a servire Quagliarella, che conclude subito verso la porta: Pelagotti blocca a terra. Ma l’Empoli non si arrende: al 22’ buona occasione per Krunic, che spara addosso a Viviano. Due minuti più tardi lo stesso Viviano in uscita anticipa di un soffio Saponara. Al 39’ gli empolesi restano in dieci: espulsione diretta per Maccarone, autore di un brutto fallo in scivolata su Barreto: la partita, di fatto, finisce qui.


GENOA CAGLIARI 3-1 — Due indisponibili per Juric, Ninkovic e Munoz. Più lunga la lista degli assenti di Rastelli: Joao Pedro, Farias, Dessena e Melchiorri, oltre allo squalificato Barella. I liguri presentano il tridente offensivo Pandev-Pavoletti-Ocampos, i sardi rispondono con la coppia Borriello-Sau. In campo anche gli ex Juve Padoin e Isla. La prima occasione è per gli ospiti, con Sau che calcia addosso a Lamanna da buona posizione. Poi è sostanzialmente predominio Genoa: all’11’ Lazovic colpisce l’incrocio dei pali con un tiro-cross, al 22’ colpo di testa alto di Ocampos: l’argentino ci riprova dieci minuti più tardi con un tiro fuori misura. Trattamento “particolare” riservato a Borriello: prima un brutto intervento a forbice di Burdisso, punito con il giallo, poi un tocco duro di Izzo: l’attaccante cagliaritano si arrabbia e anche lui rimedia l’ammonizione.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa la musica non cambia: il Genoa fa la partita, il Cagliari aspetta e riparte. Al 4’ Pandev raccoglie palla in area, si gira e batte a rete: palla alta sopra la traversa. Cinque minuti dopo Ocampos in spaccata non arriva per un soffio sul cross di Lazovic. Al 17’ l’occasione più ghiotta di tutta la gara: discesa centrale di Laxalt, palla dentro per Pavoletti, stacco di testa e prodigiosa risposta di Storari, che si allunga e mette in angolo. Sembra essere in campo solo il Genoa, insomma, eppure è il Cagliari a passare in vantaggio al minuto 21. Palla dalle retrovie sull’esterno per Sau, che controlla in scivolata, si rialza e mette in mezzo: difensori disattenti, Borriello stacca di testa indisturbato e batte Lamanna per il più classico dei gol dell’ex. I liguri sono scossi e al 29’ il Cagliari sfiora il secondo gol con la punizione di Bruno Alves, deviata in angolo da Lamanna. Poi in tre minuti succede di tutto: al 32’ clamoroso palo dei sardi con Giannetti, appena entrato. Sul ribaltamento di fronte, al minuto 33, pareggio del Genoa con la conclusione da fuori di Ntcham: decisiva la sfortunata deviazione di Capuano. Al 34’, infine, l'incredibile raddoppio del Genoa: slalom di Laxalt, che entra in area e mette la palla sotto le gambe di Storari. Dal potenziale 0-2 al 2-1 nel giro di 180 secondi. Il Cagliari si sfalda e i padroni di casa trovano addirittura il tris al 43’: ennesimo cross di Lazovic e prodigioso stacco di testa del neo entrato Rigoni, che batte per la terza volta Storari.

Alessandro Benigni

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 21 agosto 2016 23:58
Sassuolo ok a Palermo con Berardi, Destro trascina il Bologna col Crotone

I neroverdi espugnano il Barbera con un rigore, l'attaccante rossoblu festeggia il ritorno
in campo dopo l'infortunio con il gol che vale il successo contro i calabresi neopromossi


PALERMO-SASSUOLO 0-1 — Berardi su rigore al 31'

L’Euro Sassuolo viaggia a vele spiegate anche in campionato. Conquista i primi tre punti del campionato contro un Palermo troppo povero e insufficiente soprattutto in attacco che merita immediatamente rinforzi. Ballardini opta per Quaison punte centrale del tridente con Balogh e Bentivegna ai fianchi, Di Francesco si affida per il terzetto offensivo consolidato Berardi-Defrel-Politano. Gli emiliani tengono in mano il gioco fin dall’inizio con i rosanero che fanno muro e provano a ripartire in modo inconsistente. Berardi dopo 7’ prova a pungere, Posavec è attento. Al 23’ Quaison lanciato in area si perde in un dribbling di troppo. Due minuti dopo Posavec si supera su Politano, ma non può nulla 31’ su rigore realizzato da Berardi per fallo di Rajkovic su Defrel. Il serbo prova a riscattarsi di testa in chiusura di tempo, ma Consigli vola a neutralizzare. Nella ripresa il Palermo accenna una reazione di orgoglio affidandosi alle folate di Bentivegna e Rispoli, ma risultano sterili, il Sassuolo riprende il comando del gioco, ma non sfrutta a dovere le occasioni con Politano e Mazzitelli. I rosanero ci provano con Sallai dal limite, ma Consigli si oppone. Al 27’ Berardi centra la traversa negandosi la gioia di una doppietta. Il Palermo fa troppo poco per raggiungere il pari e alle fine chiude in 10 per l’espulsione di Rajkovic.

Fabrizio Vitale



BOLOGNA-CROTONE 1-0 — Destro al 41' del s.t.

A Bologna è la notte di Mattia Destro. Al rientro dopo l'infortunio, l'attaccante firma il primo successo stagionale dei rossoblu contro il neopromosso Crotone. Donadoni lascia in panchina Dzemaili, ma dopo 5 mesi ritrova Destro, che torna al centro del tridente, con Verdi e Krejci a supporto. I calabresi si presentano alla loro prima in Serie A con i soliti Stoian e Palladino a servire il gigante Simy. La prima vera occasione è del Bologna, con il palo colpito di mancino da Krejci dopo sette minuti. Poco dopo è Destro a provarci ma Cordaz salva il risultato con una grandissima parata. I rossoblu crescono di intensità e trovano il gol due volte, prima con Destro e poi ancora con Krejci, tra i più brillanti in campo, ma entrambi vengono annullati per fuorigioco. Nicola mantiene le promesse, il "suo" Crotone gioca a viso aperto e dimostra di essere vivo, sebbene a rendersi pericoloso sia ancora una volta il Bologna, che al 36' colpisce un altro palo con Taider. Episodio controverso allo scadere del primo tempo: Cordaz stende Verdi in area, Gavillucci fischia il rigore ma poi ci ripensa, su segnalazione del guardalinee, che aveva visto un fuorigioco di Verdi. Doppio cambio nella ripresa per gli emiliani, l'infortunato Maietta e Verdi lasciano il posto a Oikonomou e Rizzo, ed è proprio quest'ultimo a rendersi pericoloso in un paio di occasioni. Donadoni si gioca l'ultima carta inserendo Dzemaili per Nagy e si rivela la mossa giusta. E' dai piedi dello svizzero che nasce l'azione che porta al gol del Bologna: è lui a lanciare in profondità Destro, che entra in area, salta con una finta un difensore, e di potenza trafigge Cordaz. Gol numero 50 per l'attaccante, che festeggia il suo ritorno in campo dopo l'infortunio nel migliore dei modi. Finisce 1-0, la vittoria dei rossoblu è meritata, ma il Crotone esce dal Dall'Ara a testa alta.

Federica Migliavacca

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 22 agosto 2016 00:01
Pescara-Napoli 2-2: entra Mertens e dà la sveglia. Anche Benali e Caprari in gol

Doppio vantaggio abruzzese, a sorpresa.
Nella ripresa, il belga fa il suo ingresso in campo e firma la doppietta del pari


La maledizione della prima questa volta non ha colpito il Napoli. Ma che paura per Sarri a Pescara. Il 2 a 2 dell’Adriatico è figlio della sfrontatezza dei ragazzi di Oddo di fronte alla maggiore caratura tecnica e fisica degli avversari e della qualità dei partenopei, soprattutto quella tenuta inizialmente in panchina. Alle prodezze di Benali e Caprari risponde infatti un doppio Mertens: entra e fa due gol in meno di dieci minuti.


PARTENZA ABBRUZZESE — All’8’ il primo imprevisto per Sarri. Verre illumina la scena e manda Benali davanti a Reina. Tocco morbido d’esterno del libico e Pescara in vantaggio. Shock per i partenopei, che un minuto dopo lasciano sfondare Biraghi sulla sinistra. Reina salva i suoi uscendo sui piedi del terzino abruzzese. Il Napoli trema quando allenta la pressione e i padroni di casa riescono a impostare con un po’ di libertà. Al 27’ Benali da destra per Verre, controllo e destro a botta sicura, Albiol fa muro ed evita il bis biancazzurro. La squadra di Sarri soffre tremendamente i folletti avversari, tanto che dopo la mezzora (35’) un’azione da applausi porta Zampano a tutta velocità in zona d’attacco. Il terzino serve Benali in area, ma il libico fa velo e regala a Caprari la palla del 2 a 0: piattone sotto la traversa che Reina neanche vede partire.

RIPRESA NAPOLETANA — Prima dell’intervallo, Albiol di testa sugli sviluppi di un angolo sfiora il palo alla destra di Bizzarri. Poco per riaprire la partita. Per questo Sarri fa scaldare i suoi assi seduti in panchina per riscrivere la partita. Mertens rileva Insigne (tanti applausi per l’ex), Milik al centro dell’attacco per Gabbiadini. Il belga ci mette sei minuti (entra al 9’ e segna al 15’) per dire al suo tecnico che quel posto nel tridente non si tocca: Allan lo pesca sulla trequarti, il numero 14 rientra e scarica il destro secco nell’angolino. Altri tre giri di lancette e Mertens ribadisce il concetto: sul cross di Hysaj, Coda buca malamente e l’esterno deve solo spingerla in porta per il pari. Al 33’ il giallo: Zuparic e Zielinski si scontrano in area, l’arbitro assegna il rigore, ma l’addizionale Rocchi lo richiama e gli fa ritirare la decisione. Sanzionato un fallo precedente di Albiol su Bizzarri.

Orlando D'Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
Fatascalza
00lunedì 22 agosto 2016 20:10
[SM=g1861822] [SM=g1861822] [SM=g1861822] [SM=g1861822] [SM=g1861822]

andiamo con la seconda binario [SM=x714128]
binariomorto
00sabato 27 agosto 2016 21:16
Re:
Fatascalza, 22/08/2016 20.10:

[SM=g1861822] [SM=g1861822] [SM=g1861822] [SM=g1861822] [SM=g1861822]

andiamo con la seconda binario [SM=x714128]





Ok ... Vengooooo !!!
binariomorto
00sabato 27 agosto 2016 21:16
Lazio-Juventus 0-1: entra Higuain, ma la sblocca Khedira

Secondo gol di fila del centrocampista tedesco, primo
tempo con due sole parate di Marchetti su Dybala e Asamoah.
Bene Bastos, esordio in A per Pjaca



Ci sono tabù e certezze che durano nel tempo. La Juventus continua a essere la bestia nera della Lazio, che dal 2003 non riesce a batterla, la Signora resta il solito animale rapace affamato di vittorie. Anche con il centrocampo ancora da sistemare (dopo l'addio di Pogba e con Pjanic ancora in fase di smaltimento dell'infortunio). In un pomeriggio senza bollicine e contro una squadra messa bene in campo dal suo allenatore riesce comunque a trovare il gol partita con Khedira (ancora lui) e a non subire gol, cosa importantissima dopo un precampionato non impeccabile dal punto di vista difensivo.

POCA INCISIVITÀ — Allegri rimette in panchina mister 90 milioni Higuain: dei nuovi in campo dall'inizio ci sono solo Dani Alves e Benatia (al posto di Bonucci, non convocato per motivi personali), Barzagli fa il centrale di difesa, in regia c'è Lemina e in panchina ci sono ben 145 milioni spesi sul mercato (oltre al Pipita e Pjanic, anche Pjaca). Nel primo tempo l'unico sussulto lo regala il cooling break, ovvero la pausa acqua per il troppo caldo (due minuti di stop: è stata la prima volta in Italia), i ritmi sono blandi (logico, vista la temperatura), la Juve è bellina da vedere ma tira pochissimo in porta, nonostante Allegri abbia scelto una versione molto offensiva, con Dani e Alex Sandro sulle fasce.

LAZIO COMPATTA E TONICA — I bianconeri attaccano sempre con almeno cinque uomini, Khedira e Asamoah s'inseriscono a turno e cercano di infilare la difesa della Lazio, per la prima volta a tre (con Bastos al debutto, il migliore dei biancocelesti), ma poco ci riescono. Lemina distrugge ma non crea e Dybala e in pratica il regista lo fa Dybala. La Lazio corre, la mette sul fisico e segue il diktat di Inzaghi junior: coprire e poi ripartire. Marchetti si sporca i guanti solo su un colpo di testa di Dybala (cross di Sandro) e su un tiro di Asamoah. Manca creatività a centrocampo e tutta la squadra ne risente, anche perché Mandzukic è fuori dal gioco. La Lazio ha un'occasione buona con Immobile (cross di Anderson) che però viene anticipato dall'ottimo Benatia.

PIPITA? NO KHEDIRA — A inizio ripresa Mandzukic si ritrova sul piede la palla buona per il vantaggio, ma se la fa respingere da Marchetti (con i pugni); l'azione prosegue con un tiro di Dybala di poco a lato. è il segnale che serve il Pipita. Detto fatto: Higuain entra e la Juve passa in vantaggio: no, non è lui a bucare Marchetti ma Khedira (due gol in due partite), che s'imbuca a meraviglia su un pallone telecomandato da Dybala (nell'occasione male De Vrij e Biglia, quest'ultimo non brillantissimo). Nel finale c'è spazio anche per il primo tiro in porta della Lazio (targato Parolo e per il debutto in A di Pjaca (al posto di Dybala): pochi minuti per prendersi gli applausi dei tifosi bianconeri: dribbling e tiro respinto. la Juve chiude con 113 milioni in campo su 145 e soprattutto con sei punti in due partite. E mancano ancora due pedine da inserire negli ultimi giorni di mercato...

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
Fatascalza
00sabato 27 agosto 2016 21:21
questi quest'anno veleggeranno [SM=g27813]
binariomorto
00sabato 27 agosto 2016 23:05
Re:
Fatascalza, 27/08/2016 21.21:

questi quest'anno veleggeranno [SM=g27813]




Il Napoli neppure scherza !
binariomorto
00sabato 27 agosto 2016 23:09
Napoli-Milan 4-2, Sarri fa festa con Milik e Callejon, Montella chiude in 9

Niang e Suso rimediano ai due gol del polacco, poi decide lo spagnolo con un'altra doppietta. Espulsi Kucka e Niang


Spettacolo, gol e nervi tesi. Napoli-Milan è stata una corrida e non a caso l'ha decisa Callejon con due reti, facili facili, nel secondo tempo. Hanno vinto meritatamente gli azzurri (4-2) ma i rossoneri hanno dimostrato di essere molto diversi dallo scorso anno. Grande protagonista della serata Arkadiusz Milik, l'unico neo acquisto del Napoli in campo dall'inizio. Dal 9 al 99, da Higuain a Milik. Qui, evidentemente, i centravanti si esaltano o forse ad esaltarli è il gioco di Sarri. Fatto sta che al suo esordio da titolare in Serie A il ventiduenne polacco ha steso il Milan con una doppietta che adesso potrebbe far venire i brividi a Kalinic, obiettivo di mercato azzurro. Milik ha messo il timbro su una partita che il Milan ha perso per via dei suoi troppi passaggi a vuoto di carattere mentale.


LA RAGIONE DI SARRI — Squadre schierate a specchio (anche se il Milan difendeva con il 4-1-4-1) con interpretazioni tattiche simili. Esordio assoluto per Gomez nella difesa rossonera (forte fisicamente ma grezzo nell'impostazione) mentre nel Napoli rientrava Jorginho al posto di Valdifiori e Montella, a sorpresa, lo faceva guardare a vista da Niang (con Bonaventura largo a sinistra). Il francese era spesso imprendibile per Hysaj, come in occasione del perfetto cross basso per Abate che al 7' sparava alto da posizione molto favorevole. Il Milan partiva bene, il Napoli colpiva al primo affondo con gli stessi protagonisti della rimonta di Pescara: Mertens e Milik. Bravo il belga a farsi trovare libero alle spalle di Abate su filtrante di Ghoulam, destro a giro del folletto azzurro e palo pieno. Da due passi Milik colpiva sporco e realizzava il gol del vantaggio, il suo primo in A. Gli azzurri prendevano fiducia e sfondavano spesso a sinistra dove Hamsik faceva da raccordo tra difesa e attacco mentre Mertens teneva in apprensione costante Donnarumma (autore di due belle parate nel giro di cinque minuti). Le sponde di Milik erano funzionali al gioco del Napoli mentre lo statico Bacca collaborava poco con Suso. Per dare ragione a Sarri che lo ha preferito al colombiano quest'estate, il polacco al 33' ha preso l'ascensore su calcio d'angolo di Callejon e di testa ha fatto doppietta. Stacco imperioso più in alto di Kucka, palla all'angolino e Higuain nel dimenticatoio.


ARMA NIANG — Dal Milan era lecito attendersi una reazione di orgoglio ma il Napoli si faceva trovare clamorosamente impreparato nei primi dieci minuti della ripresa. Niang si confermava la vera arma in più di Montella. Isolarlo in uno contro uno con Hysaj è stata una buona idea per tutta la partita e si è rivelata vincente al 6' del secondo tempo quando il francese ha puntato il terzino del Napoli, lo ha superato in velocità e ha battuto Reina in diagonale. Partita riaperta, Sarri espulso per proteste (reclamava un fallo di Suso in occasione del primo gol ospite) e Milan caricato a pallettoni. Da Niang nasceva anche l'azione del pari, che però era tutto merito di Suso che dopo una respinta di Albiol su Bonaventura tirava fuori dal cappello a cilindro uno splendido sinistro che finiva all'incrocio dei pali.

REAZIONE — Napoli scosso ma capace di reagire con veemenza, anche se i quattro gol subiti in due gare debbono far riflettere. I cambi diventavano decisivi e Zielinski era determinante nella sua prima fuga che spaccava il Milan, Mertens trovava ancora un super Donnarumma a respingergli la terza conclusione della serata ma il tap-in di Callejon era poi facilissimo. Napoli di nuovo avanti a un quarto d'ora dalla fine. Al Milan serviva lucidità, invece Kucka perdeva la testa e si faceva espellere per reiterate proteste dopo un fallo su Mertens. Montella aveva poche scelte a quel punto ed optava per il Principito Sosa, esordiente in rossonero ed ex di turno, e il fischiatissimo Lapadula, soffiato al Napoli ad inizio estate. Era una corrida, il Milan chiedeva un penalty per un mani di Albiol giudicato involontario da Valeri che poi cacciava Niang per doppia ammonizione dopo un fallo su Reina. In pratica la partita finiva lì anche se al 95' Callejon siglava il 4-2 dopo una azione personale di Insigne che nel tentativo di servire lo spagnolo trovava la goffa opposizione di Romagnoli con un braccio. Sulla linea Callejon spingeva in porta, il San Paolo chiudeva con il botto anzi con i botti della Curva B (multa in arrivo per la società).

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 28 agosto 2016 20:44
Inter-Palermo 1-1: Icardi risponde a Rispoli, De Boer già a -5 dalla Juve

Un tiro dell'esterno, deviato da Santon, porta avanti i siciliani:
poi il pari del capitano nerazzurro su cross di Candreva, entrato sullo 0-1



"Basta polemiche, basta scuse... Noi ci siamo sempre, dimostrate di esserci anche voi". La Curva dell'Inter accoglie così Icardi e compagni in fase di riscaldamento. Poi, pochi minuti prima della gara ecco il vicepresidente Zanetti che entra in campo con Joao Mario: giro d'onore a San Siro per il neo acquisto portoghese, popolo nerazzurro che gradisce. Ma al 90' ogni entusiasmo svanisce: l'Inter pareggia in rimonta (1-1) con il Palermo, e dopo 180' di campionato ha un solo punto in classifica. Sia chiaro, occasioni alla mano i nerazzurri meriterebbero i tre punti, però improvvisano in ogni momento della partita, vanno a sprazzi, spesso in maniera disordinata, contro un Palermo organizzato sì, ma comunque poco incisivo.


ANDAMENTO LENTO — De Boer conferma gli esperimenti della settimana e schiera Banega davanti alla difesa con Medel e Kondogbia come guardaspalle: difesa a quattro (rientra Murillo per Ranocchia), in attacco Eder, Icardi e Perisic. Sia Kondogbia-Medel sia Eder-Perisic si scambiano spesso di posizione. Palermo con il 3-5-2: c'è Gazzi in regia, in avanti Quaison a supporto di Nestorovski. Primo tempo a ritmo lento, noiosetto. Pericoloso subito il Palermo: Goldaniga, pescato tutto solo in area, manda a lato con Handanovic fermo. L'Inter per oltre 30' è solo passaggini inutili, molli: zero movimento senza palla. A dieci dalla fine Medel prova a dare la sveglia, ma il suo destro rasoterra viene respinto sulla linea da Andelkovic. Quindi arrivano il sinistro di Perisic (Povasec, incerto, manda in angolo), le testate di poco a lato di Miranda e Murillo, infine un altro destro di Medel non lontano dai pali palermitani.

LA RIPRESA — Nuovo approccio inadeguato dell'Inter nella ripresa, ed ecco il gol del Palermo, fortunoso a dire il vero: tira Rispoli da fuori, deviazione di Santon e Handanovic è spiazzato; il tutto nasce da una leggerezza a metà campo di Banega, regista troppo leggerino. L'Inter si sveglia solo a metà tempo, grazie all'ingresso di Candreva (fuori Perisic), che di fatto manda in tilt la retroguardia palermitana. L'azzurro ara la fascia di competenza (quella destra) e confeziona cross a raffica: Icardi prima sbaglia da due passi, poi incorna l'1-1 al 73'. E subito dopo altra gran giocata di Candreva con Eder che finora il 2-1 sempre di testa. Al 90' ancora Candreva: controllo e girata di sinistro alto di un soffio.

Mirko Graziano

Fonte: Gazzetta dello Sport
Fatascalza
00domenica 28 agosto 2016 21:03
Le milanesi non eccellono [SM=x714085]
binariomorto
00domenica 28 agosto 2016 23:03
Re:
Fatascalza, 28/08/2016 21.03:

Le milanesi non eccellono [SM=x714085]




Foza Inda ...
binariomorto
00domenica 28 agosto 2016 23:03
Super Belotti, il Torino batte 5-1 il Bologna

Il centravanti festeggia la prima convocazione in Nazionale con una tripletta.
Ottima prova dei granata, emiliani troppo timorosi e rinunciatari


Il calcio in fondo è materia semplice, alla faccia delle alchimie tattiche e degli schemi più o meno offensivi. Se hai un centravanti giovane, affamato e soprattutto bravo come Andrea Belotti (e il secondo rigore consecutivo sbagliato non sposta il giudizio), buona parte del lavoro è già fatto. Il ventiduenne bergamasco ha festeggiato la prima convocazione in Nazionale con una tripletta da vero uomo d’area, prima deviando di testa un cross dal lato piccolo dell’area di De Silvestri (fotocopia del gol del milanista Bacca subito proprio dal Toro domenica scorsa) e poi proteggendo benissimo palla su rimessa laterale (!) dal maldestro tentativo di copertura da parte di Oikonoumu e bruciando in diagonale Mirante.


Tutto questo nel primo tempo di Torino-Bologna, partita che doveva dare parecchie risposte su entrambe le squadre e così ha fatto, con responsi positivi, al di là del risultato, soprattutto per il Torino di Mihajlovic. Nonostante l’infortunio che, come domenica scorsa, ha costretto Ljajic, l’uomo di maggior qualità della squadra, a uscire dopo 25 minuti (problema muscolare poco sotto a un gluteo), i granata hanno messo in mostra un gioco d’attacco conseguenza di un’aggressività e di un ritmo davvero notevoli. Il Toro visto stasera è già figlio del carattere del suo allenatore, bravo a trasmettere ai suoi non soltanto la voglia, ma anche la capacità di tradurre in pratica l’idea di pressing a tutto campo che ha loro insegnato. Nel primo tempo il Torino ha controllato palla quasi 15’ contro i 9 dell’avversario, ha corso sempre in avanti e mai indietro. Almeno per stasera, Mihajlovic ha dimostrato di non essere tecnico attendista, bravo a coprirsi e ripartire, come è sempre stato dipinto. Invece, il suo Torino ha saputo alternare il lancio lungo di Vives per Belotti (bravissimo ad allungare la squadra col suo movimento in profondità) alla manovra palla a terra ad aggirare la difesa avversaria, con gli inserimenti dei terzini e gli uno contro uno di Iago Falque a destra e Martinez a sinistra. Importanti anche gli inserimenti offensivi delle due mezze ali, Benassi e Baselli, a nostro parere insostituibili a centrocampo per quantità e qualità delle loro giocate.


E poi, ripetiamo, Belotti: un centravanti che per movimento, corsa, spirito di sacrificio ricorda il miglior Immobile visto proprio in granata, ma che rispetto al collega ha forse addirittura più tecnica. Abbinata allo strapotere fisico sui difensori avversari, almeno nella circostanza, la sua capacità di proteggere palla girandosi poi rapidamente su stesso per partire in velocità ha prodotto stasera 2 ammonizioni ai danni di Pulgar e Gastaldello. Questa per Belotti è la prima stagione da titolare in A: nelle due precedenti ha segnato 6 gol nel Palermo e 12, in quella passata, al Toro, sempre o quasi partendo dalla panchina. Se tanto mi dà tanto… Nel frattempo, Mihajlovic si gode i primi cori della curva granata, che riconosce nel suo spirito quello che storicamente caratterizza il Toro. Ora la squadra dovrà dimostrare anche in trasferta di sapere prendere in mano la partita come fatto contro il Bologna; in questo senso, la coppia centrale difensiva composta da Bovo e Castan, nuova rispetto a quella vista col Milan, ha dato maggiore tranquillità a tutta la squadra. Del Bologna visto stasera poco da dire: squadra timorosa, contratta, capace di pareggiare subito il vantaggio iniziale granata, ma che non ha mai dato la sensazione di poter indirizzare la partita verso di sé. La squadra ha perso progressivamente fiducia, ma fin dall’inizio Destro è parso troppo isolato in attacco, poco assistito dai due esterni Verdi, mai pericoloso, e Rizzo, troppo difensivo. A centrocampo, Pulgar è stato il solo a cercare di costruire qualcosa; Dzemaili, alla prima da titolare, è stato impalpabile, taider si è visto solo per il gol. Dietro, Gastaldello e Oikonomou (sostituto dell’infortunato Maietta) hanno visto le streghe contro Belotti. Siamo all’inizio del campionato ed è prematuro trinciare giudizi in un senso o nell’altro, tra 2 settimane Toro e Bologna sono attesi alla controprova, rispettivamente a Bergamo e contro il Cagliari: impegni alla loro portata e proprio per questo ancora più delicati.

Fabrizio Salvio

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 28 agosto 2016 23:08
Samp, è Muriel-show: 2-1 all'Atalanta.
Genoa "Pavoloso", tris al Crotone

Altre due vittorie per blucerchiati e grifoni, che s'impongono in rimonta
rispettivamente contro Atalanta e Crotone e restano in testa alla classifica


Continua la corsa delle due genovesi, che infilano la seconda vittoria in altrettante partite e restano a punteggio pieno in vetta alla classifica di Serie A. La Sampdoria batte 2-1 in rimonta l'Atalanta, grazie a un Muriel in stato di grazia e all'espulsione di Carmona nel finale del primo tempo. Colpo esterno del Genoa, sempre in rimonta: tris al Crotone nel segno di Pavoletti (doppietta).

SAMPDORIA-ATALANTA 2-1 — Giampaolo conferma gli undici della vittoriosa trasferta di Empoli, con Alvarez alle spalle di Muriel e Quagliarella. Gasperini, che deve fare a meno di Pinilla e Toloi (sostituito da Masiello), punta tutto sul tridente offensivo D’Alessandro-Paloschi-Gomez e sulla vena di Kessie a centrocampo. La prima vera occasione è blucerchiata: al minuto 8 progressione di Muriel e botta sul primo palo che finisce fuori di poco. Ma è l’Atalanta a tenere in mano il pallino del gioco. I nerazzurri rispondono con due occasioni nel giro di un minuto. Al 22’ Barreto salva in scivolata su Kurtic imbeccato da Paloschi, al 23’ un lancio perfetto mette Gomez a tu per tu con Sportiello: il Papu tenta il pallonetto, palla fuori. La supremazia bergamasca si concretizza al 27’: punizione, la difesa respinge male e Kessie di sinistro batte Viviano. Terzo gol nel giro di due partite per il centrocampista ivoriano classe 1996. La Samp è solo Muriel: al 31’ il colombiano colpisce il palo con un tiro a effetto sul palo lontano, al 34’ recupera un ottimo pallone su errore di Raimondi e poi conquista un calcio di rigore su fallo dello stesso Raimondi, che cercando di rimediare al precedente pasticcio ne combina uno ben più grande. Dal dischetto Quagliarella trasforma con freddezza per l’1-1. Al 42’ episodio chiave: Carmona, già ammonito in precedenza per un brutta scivolata su Muriel, riceve il secondo giallo per un intervento su Linetty. Gasperini s’infuria: in effetti, il fallo non sembrava meritevole di un cartellino. Al 45’ Sampdoria in vantaggio: cross con il contagiri del solito Muriel, Barreto colpisce di testa e Sportiello si fa beffare colpevolmente sul primo palo. L’ex atalantino non esulta, ma la sostanza non cambia: 2-1 Samp.

SECONDO TEMPO — L’Atalanta prova a portarsi in avanti con generosità nonostante l’inferiorità numerica, ma la Sampdoria controlla senza troppe difficoltà. Al quarto d’ora debutto in serie A per Praet, il talentino belga da poco sbarcato a Genova. Passano i minuti e il risultato resta in bilico, con una Samp fin troppo timida che non riesce a chiudere la gara, lasciando vive le speranze bergamasche. Tuttavia gli uomini di Gasperini non riescono a rendersi pericolosi, limitandosi a sbattere sulla difesa blucerchiata: così arriva la seconda sconfitta per la Dea, mentre il popolo del Ferraris può festeggiare. (Alessandro Benigni)


CROTONE-GENOA 1-3 — Altra vittoria dei Grifoni che, così come all’esordio contro i sardi, si svegliano dopo aver subito il gol degli avversari. Il Crotone, oltre a dover giocare in campo neutro per l’indisponibilità dello Scida, perde a pochi minuti dal fischio iniziale anche il portiere Cordaz, uno dei punti fermi della formazione. Al suo posto Nicola è costretto a far giocare l’esordiente Festa. Il tecnico del Crotone può però contare sull’ultimo arrivato Rosi e su Tonev, che a Bologna non era disponibile. Il Genoa dell’ex Juric rinuncia a Pandev in favore di Ntchamp. Moduli speculari quelli dei due allenatori in un stadio desolatamente vuoto, visto che i tifosi di Crotone hanno disertato la trasferta per protesta per i noti fatti relativi alla ristrutturazione dello stadio. Al 18’ il Crotone sfiora il vantaggio con un colpo di testa dell’ex Rosi che colpisce il palo a Lamanna battuto, azione innescata dall'altro ex Palladino. Al 23’ Crotone ancora vicinissimo al vantaggio con Palladino che riceve da Tonev e nel cuore dall’area scaglia un destro che colpisce in pieno la traversa. Al 34’ il Crotone coglie il meritato vantaggio con Palladino che trasforma un’incursione di Martella sulla sinistra. La respinta della difesa ligure sul tiro di Simy è corta e Palladino spedisce alle spalle di Lamanna con un forte destro. Il Genoa si fa pericoloso due volte nel giro di pochi minuti ma Festa è strepitoso nel respingere prima un diagonale e poi una precisa incornata sempre a firma di Pavoletti.

SECONDO TEMPO — Il Genoa lascia negli spogliatoi Ocampos ripresentando Gakpe. Al 6’ arriva il pareggio del Genoa con un tiro cross di Ntcham sul quale si fiondano Rosi e Gapke ma l’ultimo tocco è del nuovo entrato per l’1-1. Al 10’ arriva il sorpasso del Genoa con Pavoletti che raccoglie un cross dalla trequarti di Munoz, anticipa i due centrali di difesa e batte Festa per la seconda volta. Il Genoa è implacabile al 19’ quando Izzo dalla fascia mette nel cuore dell’area dove Pavoletti, fresco di convocazione in nazionale, con la punta anticipa tutti e spedisce la palla sotto l’incrocio dove Festa non ci può arrivare. Il Crotone non ha la forza di rimontare, il Genoa merita la vittoria che poteva essere più larga se Festa in due occasioni non avesse chiuso la porta. (Luigi Saporito)

Benigni-Saporito

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 28 agosto 2016 23:11
Cagliari-Roma da 0-2 a 2-2: Borriello e Sau firmano la rimonta

Rigore di Perotti dopo 6', raddoppio di Strootman, poi i giallorossi
arretrano il baricentro e incassano la rimonta dei ragazzi di Rastelli



È guarita? Non è guarita. La Roma, dopo la sberla col Porto e l'eliminazione della Champions sta soffrendo e si vede. Accarezza la vittoria, quasi la agguanta, ma uscito Strootman perde la luce e un Cagliari coraggioso, generoso e anche forte, l'agguanta con Sau, il simbolo di un Sardegna che urla ad alta voce Forza Casteddu. Finisce 2-2 al S.Elia nel ritorno del Cagliari in serie A. La Roma dopo 46 minuti (gol di Petotti su Rigore e Strootman) sembra aver chiuso la pratica, ma lo fa grazie a due banali ingenuità degli uomini di Rastelli che, per il resto, lottano con una determinazione impressionante, spendono ogni energia e risorgono con Borriello che ha un contro aperto con la Roma: tre gol lo scorso campionato, uno subito ora. L'opera la completa Marco Sau che aveva chiuso a Vercelli la B con una spettacolare rovesciata e riprende l'opera di recupero in cui crede con un go di testa in mezzo ai marcantoni di Spalletti. Che ora dovrà lavorare ancora di più sulla testa dei suoi giocatori, dopo l'ennesima delusione.

PRIMO TEMPO — Due sorprese prima del via è una è la notizia del giorno: Spalletti toglie la fascia di capitano a De Rossi e la consegna ad Alessandro Florenzi, il vice è Strootman. De Rossi è in campo, ma degradato. Ceppitelli, nel Cagliari, si fa male durante il riscaldamento e Rastelli deve affidarsi a Salamon. Il tecnico di Torre del Greco torna alla difesa a 4 con Salamon e l'onnipresente Bruno Alves (le piglia tutte), consegnando al giovane talento dell'Under 19 vice campione d'Europa Barella il ruolo dell'infortunato Joao Pedro dietro le punte Borriello e Sau. Ma è la Roma che parte forte col tridente che corre e pressa e che, complice un'ingenuità di Isla (fallo netto su El Shaarawy) e la mancata uscita di Storari,ha l'opportunità del rigore dopo 5 minuti. Lo specialista Perotti, al terzo centro in due partite dal dischetto, spiazza Storari. La Roma cresce, il Cagliari è ancora frastornato, e su una bella combinazione El Sharaawy, Strootman Salah, l'egiziano tenta di piazzarla ma la manda fuori. La Roma in fase di non possesso pressa con Perotti e Salah trasformando il suo modulo in un 4-4-2, il Cagliari provato tenta di reagire, a volte in modo disordinato, ma con grande generosità. E' il talentino Barella a infilarsi tra le maglie bianche dopo 20' e a guadagnarsi stavolta il rigore (o la punizione, ma sembra più dentro che fuori) per un'entrata dura di Strootman. Mazzoleni fa giocare, Isla, nervoso e impreciso e da recuperare al più presto, si fa ammonire. E la partita diventa dura. Mazzoleni estrae il giallo altre tre volte, ma sbaglia parecchio, anche nel concedere un solo minuto di recupero, dopo che Borriello su splendido lancio di Di Gennaro colpisce il palo. Il presilente del Cagliari Giulini abbandona la sua seggiolino furibondo.

SECONDO TEMPO — Spalletti lascia a sorpresa El Shaarawy negli spogliatoi e inserisce Dzeko, ma ha ragione lui. Dopo 55 secondo su lancio di Salah il bosniaco con una bella sponda di testa e su dormita generale dei rossoblù serve Strootman che fa 2-0 senza problemi. È' un cazzotto tremendo per il Cagliari e una quasi certezza per la Roma, ma l'orgoglio sardo viene fuori, Sau fa una magia dentro l'area ubriacando la difesa giallorosso, ma Szczesny fa il miracolo, sui piedi di Borriello però che insacca segnando ancora una volta alla sua ex squadra. Spalletti cambia strategia, dentro Fazio per Perotti e passaggio alla difesa a tre con l'argentino al centro afiancato da Manolas e Vermaelen. Anche Rastelli rischia tentando il tutto per tutto, fuori l'esausto Padoin e dentro Niccolò Giannetti che a Genova ha mandato sul palo la palla del 2-0. Diventa un tridente quello del Cagliari, ma è la Roma che rischia di segnare il terzo gol con Storari che due volte si oppone da campione a Dzeko. Il pareggio del Cagliari (Sau) è annullato per fuorigioco. Ma Pattolino è pronto a rifarsi, come Isla, il peggiore dei suoi fino a quel momento, che infila il cross giusto per il piccoletto di Tonara che sale sopra i giganti giallorossi e pareggia. E' festa rossoblù, è rabbia romanista per un momentaccio che non vuole finire.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 28 agosto 2016 23:14
Fiorentina-Chievo 1-0, Sanchez gol:
Sousa si gode la festa dei 90 anni viola

Decide un colpo di testa del colombiano al 28' del primo tempo:
i viola rischiano solo su un tiro di Meggiorini respinto di tacco dal
giovane portiere Lezzerini, poi colpiscono una traversa con Ilicic



Festa completa. Un colpo di testa di Sanchez regala la prima vittoria alla Fiorentina in questo campionato, rendendo ancora migliore il morale dei tifosi accorsi allo stadio per festeggiare il compleanno numero 90 del club (nato il 29 agosto del 1926).

LA PARTITA — Paulo Sousa lancia dal primo minuto i nuovi Milic e Sanchez, Alonso arretra in difesa visto che Gonzalo Rodriguez è out per infortunio, Ilicic e Borja Valero giostrano dietro Kalinic. Il Chievo risponde con Birsa, che ha steso l'Inter alla prima con una doppietta, dietro Inglese e Meggiorini. Cinque minuti e i viola fronteggiano il primo problema. Un guaio muscolare toglie Vecino dal match, dentro Badelj. Nelle fasi iniziali è Tello il più ispirato, ma sui suoi traversoni taglienti non trova compagni pronti. Fa caldo a Firenze e i ritmi ne risentono. Serve un guizzo o un calcio piazzato per sbloccare il match. E così accade. Dopo 28 minuti senza occasioni un corner di Ilicic vede svettare la folta chioma di Sanchez, generalmente specialista in palloni recuperati più che in reti realizzate. Stavolta però si trasforma in bomber, palla all'angolo e viola in vantaggio. Due minuti più tardi Tatarusanu viene colpito in testa dal piede di Meggiorini. La botta si fa sentire e anche il romeno deve uscire: al suo posto Lezzerini. Ci prova anche il Chievo con Hetemaj, palla alta sopra la traversa. Prima dell'intervallo guizzo di Ilicic il cui destro termina out. E doppia occasione, senza esito, per Sanchez.

RIPRESA — Il primo brivido del secondo tempo porta la firma di Meggiorini che gira a botta sicura da pochi passi: Lezzerini salva tutto con la pianta del piede, con gli uomini di Maran già pronti ad esultare. Sessanta secondi dopo sono i viola a sfiorare il raddoppio con un sinistro a girare di Ilicic, sibilato di un niente alla destra di Sorrentino. All'11' terzo infortunio per la formazione di Sousa. Anche Sanchez va ko: Cristoforo non è ancora a disposizione quindi il tecnico portoghese inserisce Bernardeschi, arretrando Borja Valero sulla linea mediana. La Fiorentina sbuffa, a tratti soffre: Sousa urla, del resto tre cambi obbligati in meno di un'ora innervosirebbero chiunque. Maran butta dentro Pellissier per Birsa puntando su un tridente vero. L'urlo di gioia dei tifosi di casa viene ancora strozzato in gola quando la traversa ferma il colpo a girare del solito Ilicic. Finisce con la vittoria viola e la parate di stelle che hanno scritto la storia del club di casa omaggiate sul terreno di gioco. Davvero un bel compleanno per i fiorentini.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 28 agosto 2016 23:18
Il Sassuolo vola con Defrel e Berardi, l'Udinese piega l'Empoli 2-0

I neroverdi centrano il secondo successo di fila battendo 2-1 il Pescara,
i friulani riscattano il k.o. di Roma grazie ai gol di Felipe e Perica che valgono la prima vittoria stagionale



SASSUOLO-PESCARA 2-1 — Defrel (S) al 28'; Berardi (S) al 67', Manaj (P) all'81'

Di Francesco non fa sconti alla squadra della sua città e porta il Sassuolo in testa alla classifica, a punteggio pieno. È la vittoria del portiere Andrea Consigli che non entra nell'elenco dei marcatori ma effettua due parate decisive (una per tempo), mantenendo la partita sui binari più congeniali ai neroverdi. Tra i padroni di casa Defrel recupera in extremis e si posiziona al centro dell'attacco. Con lui, in avanti, Berardi (7 gol in 6 gare ufficiali) e Politano. Massimo Oddo conferma Caprari punta di manovra, rimandando l'esordio dal primo minuto del neoacquisto Bahebeck, ex Paris Saint Germain. Primi 35' di estrema personalità per gli ospiti: pressing alto, recupero rapido di palla, gioco a due tocchi e assenza di punti di riferimento in zona avanzata alzano il baricentro degli abruzzesi, pericolosi con Memushaj, Caprari e Brugman (2 volte). Decisiva la parata di Consigli in apertura di match (2' di gioco), quando il portiere devia in angolo un tiro di Caprari, giunto a pochi passi dall'area piccola. Il Sassuolo sembra alle corde ma non capitola. Anzi trova il colpo vincente al 37': merito di Defrel che entra in area da destra, ipnotizza Gyomber e supera Bizzarri sul primo palo. Copione simile nella ripresa con il Pescara che sfiora il gol del pareggio (super Consigli su Biraghi) e il Sassuolo che raddoppia (controbalzo di Berardi da fuori area). La rete di Manaj a dieci minuti dalla fine e il pressing degli abruzzesi non bastano per recuperare il punteggio. Di Francesco esulta. Col cuore spezzato.
Pietro Razzini


UDINESE-EMPOLI 2-0 — Felipe al 3'; Perica al 95'

Due gol, uno in apertura e uno in chiusura regalano i primi tre punti in campionato all'Udinese contro l'Empoli. Iachini passa alla difesa a 4 e in attacco schiera Zapata, De Paul e Lucas Evangelista, Martusciello risponde con lo stesso modulo, il 4-2-3-1, ma rivoluziona gli interpreti con gli inserimenti di Krunic, Dimarco e Diousse. In attacco, Pucciarelli e Gilardino, al debutto dal primo minuto, supportati da Saponara. L'Udinese ha voglia di riscattare il pesante k.o. incassato con la Roma e lo si capisce subito, perchè ci mette appena tre minuti a sbloccare il risultato. Sugli sviluppi del primo calcio d'angolo, Felipe raccoglie in area e conclude all'incrocio dei pali. Dopo il gol i ritmi calano fino alla mezz'ora, quando l'Empoli sfiora il pareggio in almeno tre occasioni con Saponara, al quale prima si oppone Karnezis e infine il palo. Il portiere greco è tra i protagonisti assoluti anche nella ripresa, quando compie un vero e proprio miracolo sul colpo di testa di Gilardino. Al 73' l'Empoli resta in dieci per l'espulsione di Laurini, punito da Maresca col rosso per l'entrataccia su Perica, l'Udinese mantiene il possesso palla per non correre rischi e al 95' trova persino il gol del raddoppio in contropiede: Perica vince un contrasto con Zambelli e a tu per tu con Pelagotti lo trafigge con un tiro di potenza. Al Friuli finisce 2-0 per i padroni di casa, che trovano il primo successo stagionale davanti ai propri tifosi.
Federica Migliavacca

Razzini-Migliavacca

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 28 agosto 2016 23:23
SERIE A 2016/2017 2ª Giornata (2ª di Andata)

27/08/2016
Lazio - Juventus
Napoli - Milan
28/08/2016
Inter - Palermo 1-1
Cagliari - Roma 2-2
Crotone - Genoa 1-3
Fiorentina - Chievo 1-0
Sampdoria - Atalanta 2-1
Sassuolo - Pescara 2-1
Torino - Bologna 5-1
Udinese - Empoli 2-0

Classifica
1) Genoa, Juventus, Sampdoria e Sassuolo punti 6;
5) Roma e Napoli punti 4;
7) Torino, Chievo, Lazio, Fiorentina, Milan, Udinese e Bologna punti 3;
14) Pescara, Palermo, Cagliari e Inter punti 1;
18) Atalanta, Crotone e Empoli punti 0.

(gazzetta.it)
binariomorto
00domenica 4 settembre 2016 15:38
Sassuolo-Pescara, 0-3 a tavolino: Ragusa non inserito nella lista dei 25

Ribaltato il 2-1 di domenica, dal comunicato ufficiale del giudice sportivo.
La Lega sostiene di non aver ricevuto la Pec con la sostituzione di un giocatore nella lista dei 25.
L'a.d. Carnevali: "Siamo tranquilli e presenteremo ricorso"



Il Pescara ha vinto 3-0 a tavolino la gara di domenica con il Sassuolo, finita 2-1 sul campo per la squadra di Di Francesco. La notizia, anticipata in esclusiva dalla Gazzetta,è stata confermata dal comunicato ufficiale numero 24 della Lega Nazionale Professionisti, quello con le decisioni del giudice sportivo per la seconda giornata di A. L'anomalia riscontrata dal giudice sportivo riguarda Antonio Ragusa, che ha giocato i 20 minuti finali della gara. Il tesseramento di Ragusa - preso il 26 agosto dal Cesena - è avvenuto dopo la consegna ufficiale dei 25 della rosa del Sassuolo alla Lega calcio. Per inserire il nuovo acquisto, regolarmente tesserato, il club ha dovuto sostituire un giocatore precedentemente inserito. In questo caso, la norma da un anno prevede che il club invii alla Lega calcio una Pec (posta certificata) con la notifica della sostituzione. Il Sassuolo sostiene di averla inviata, la Lega di non averla mai ricevuta. Il Pescara non ha presentato alcun reclamo, ma il giudice sportivo, d'ufficio, commina lo 0-3 al Sassuolo. Interpellato dalla Gazzetta, il legale del Sassuolo, Avv. Mattia Grassani, ha dichiarato: "la normativa è complessa ed è stata modificata anche di recente. La societa' ha immediatamente attivato ogni verifica tecnica per chiarire l'accaduto, auspicando di dimostrare in appello la correttezza del proprio operato".

LE REAZIONI — "Abbiamo ricevuto comunicato dalla Lega, noi abbiamo adempito a tutte le richieste per il tesseramento - ha dichiarato l'a.d. neroverde Carnevali a Sky Sport - nNoi siamo anche abbastanza tranquilli perché abbiamo seguito tutte le procedure richieste e non capiamo dove sia stata l'anomalia. Sembra che sia un problema informatico, ma noi siamo sicuri di aver fatto tutto e aspettiamo di capire cosa succederà. Ora verificheremo cosa è successo e assolutamente faremo reclamo per il ripristino del risultato ottenuto sul campo".

IL COMUNICATO UFFICIALE — " L’U.S. Sassuolo Calcio S.r.l., con riferimento al Comunicato Ufficiale n. 24, pubblicato in data odierna dal Giudice Sportivo c/o Lega Nazionale Professionisti Serie A, con il quale è stata comminata alla scrivente la sanzione della sconfitta per 0-3 all’esito della gara Sassuolo-Pescara, preso atto delle motivazioni poste alla base del citato provvedimento, comunica di avere posto in essere, ritualmente e tempestivamente, ogni adempimento prescritto dai vigenti regolamenti per il tesseramento del calciatore Antonio Ragusa, ritenendo, pertanto, regolare l’impiego del predetto atleta nella partita in questione. Considerato, comunque, che l’addebito mosso dal Giudice Sportivo riguarda un aspetto tecnico-informatico, comunica, altresì, di avere avviato le opportune verifiche finalizzate all’accertamento di quanto accaduto in relazione alla funzionalità del sistema informatizzato, ultimate le quali proporrà reclamo avverso la decisione del Giudice Sportivo per il ripristino del risultato conseguito sul campo."

Alessandro Catapano

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 4 settembre 2016 15:39
SERIE A 2016/2017 2ª Giornata (2ª di Andata)

27/08/2016
Lazio - Juventus
Napoli - Milan
28/08/2016
Inter - Palermo 1-1
Cagliari - Roma 2-2
Crotone - Genoa 1-3
Fiorentina - Chievo 1-0
Sampdoria - Atalanta 2-1
Sassuolo - Pescara 2-1 (0-3 a tavolino)
Torino - Bologna 5-1
Udinese - Empoli 2-0

Classifica
1) Genoa, Juventus, Sampdoria punti 6;
4) Roma, Pescara e Napoli punti 4;
7) Torino, Chievo, Lazio, Fiorentina, Milan, Udinese, Sassuolo e Bologna punti 3;
15) Palermo, Cagliari e Inter punti 1;
18) Atalanta, Crotone e Empoli punti 0.

(gazzetta.it)
binariomorto
00domenica 11 settembre 2016 07:15
Juve-Sassuolo 3-1: Higuain doppietta,
segna anche Pjanic, Allegri fa festa

Il Pipita segna due gol in 10 minuti, poi il tris del bosniaco all'esordio e la rete di Antei su errore di Buffon:
i bianconeri sfiorano più volte il poker, si concedono qualche sbandamento in difesa e centrano la terza vittoria in tre partite


Qualità HD. Anche più che HD. Com’è il nuovo formato? 4K? Ecco, siamo lì, anche se i gol della Juve sono solo 3 (a 1). Non solo Higuain e Dybala. La Juve contro il Sassuolo chiude in mezz’ora, ma soprattutto mostra doti tecniche e giocate di categoria superiore. Non solo ai rivali e alla concorrenza italiana in genere, ma anche rispetto al recente passato, quello dei 5 scudetti consecutivi. Da Pjanic a un Khedira in versione deluxe, dal sontuoso Alex Sandro fino al solito Bonucci dietro. Togliete Chiellini, che ha altre doti, e se siete difficili anche Lichtsteiner e Lemina: tutti gli altri danno del tu al pallone, coccolandolo pure.


GRAN GIOCO — Il resto, probabilmente, lo fa Allegri: i suoi finché non tirano inconsapevolmente i remi in barca occupano il terreno di gioco, creano azioni elaborate e belle da vedere, arrivano a tirare in porta una decina di volte e raccolgono una quindicina di corner. Max domani se la prenderà per le occasioni concesse a Ragusa e Politano, nella parte finale del match, con un risultato che non era abbastanza nel ghiaccio per quanto si era visto. A cercare per forza il pelo nell’uovo, serve più cattiveria, e Dybala almeno inizialmente mostra un po’ di sudditanza verso Higuain (vuole sempre dargliela, invece di tirare). Ma, neanche a dirlo, i più sovrastano i meno e l’impatto di Higuain fa tremare il campionato.

MERCATINO DEL GOL — Higuain-Pjanic: due clausole pagate, non proprio low cost, due aggiunte che spediscono la Juve in una nuova dimensione. Bastano 5’ per capire che allo Stadium, quest’anno, ci saranno cose belle da vedere. Corner per il Sassuolo, Miralem con una finta e una giocata fa saltare il pressing: si va in verticale da Khedira e poi Dybala. Apertura per Higuain: il diagonale di Gonzalo non perdona. Era la prima da titolare per mister “chili di troppo”: in 10’ segna una doppietta. Il secondo lampo è abbacinante: Khedira fa la torre su una respinta di testa della difesa, lui si inventa una girata al volo che se non vale i 90 milioni di euro, almeno li giustifica in prospettiva. Ma veniamo a Pjanic. Aveva già timbrato il cartellino con alcune giocate a centrocampo di quelle che spostano gli equilibri: arriva anche il gol, del 3-0 al 27’. Khedira (c’è sempre, lui) crossa da destra, Miralem al debutto colpisce di testa la traversa, poi si avventa sul rimpallo. Gioca avanzato, quasi da trequartista, sfiorerà il gol anche nella ripresa (grande azione, parata di Consigli): l’impressione è che vedremo l’esultanza col pollice in bocca abbastanza spesso.


CI PROVI L’INTER — Il Sassuolo segna con Antei, su corner di Politano, dopo un’uscita a vuoto di Buffon. Per un’oretta fa da sparring partner, poi alza la testa. Finirà nella parte alta della classifica, anche se Vrsaljko e Sansone non si sostituiscono in un giorno, anche se Matri pare parlare un’altra lingua, anche se il centrocampo (in inferiorità) soffre e la difesa a tratti balla. Però Politano ha dei guizzi, Berardi tornerà e Di Francesco non rinuncia a giocare. E poi, questa era la Juve HD. Ci provi l’Inter, il prossimo turno, a fare meglio.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 11 settembre 2016 07:16
Palermo-Napoli 0-3: Hamsik e Callejon, prima vittoria esterna per Sarri

I gol degli azzurri arrivano tutti nella ripresa: apre lo slovacco e subito dopo raddoppia lo spagnolo,
autore della seconda doppietta in stagione, dopo quella realizzata contro il Milan



Callejon risponde all’amico Higuain, insieme a Hamsik, con una nuova doppietta dopo quella realizzata al Milan e lancia il Napoli nella scia della Juventus: il Palermo è stato costretto alla resa dopo un primo tempo senza emozioni. E’ inaspettato il turn over di Maurizio Sarri. In campo ci sono Maggio, Zielinski e Insigne, rispettivamente per Hysaj, Allan e Mertens. Una scelta che conferma le preoccupazioni dell’allenatore in previsione dell’esordio in Champions League, martedì a Kiev, contro la Dinamo. Nel Palermo, invece, la novità è rappresentata dall’esclusione di Bruno Henrique, in panchina, al fianco di Possanzini che sostituisce lo squalificato De Zerbi. Nel primo tempo il ritmo è basso, il Napoli prova a impostare, ma gli manca l’incisività sulle fasce, mentre i rosanero contrastano in ogni zona del campo, lasciando pochi spazi alla manovra avversaria. Mancano le emozioni, quindi, perché le due squadre si concedono molto poco. La prima occasione capita a Milik, ma la sua battuta viene respinta dal piede di Rajkovic, marcatore impeccabile. Intorno alla mezz’ora, il Palermo reclama un rigore per un’ipotetica spinta di Insigne su Embalo, ma il fallo non c’è. La formazione siciliana si oppone all’offensiva napoletana in maniera ordinata, ma dalle parti di Reina ci arriva una sola volta, con Embalo (32’), la cui conclusione e bloccata dal portiere senza problemi. La prima parte finisce con un colpo di testa alto di Hamsik su angolo di Insigne.

LA SVOLTA NEL SECONDO TEMPO — In avvio di ripresa il Napoli trova subito il gol del vantaggio. Ghoulam scatta sul filo del fuorigioco e crossa verso il centro trovando la deviazione volante di Hamsik per l’uno a zero. Una vera mazzata per il Palermo che ha poco peso in attacco per tentare di pareggiare il risultato. Tanto più che gli avversari trovano il raddoppio, al 6’. L’azione si sviluppa sempre sulla sinistra e stavolta il cross parte dal destro di Insigne. Sullo spiovente prova a staccare Aleesami che manca il pallone, favorendo il tocco ravvicinato di Callejon per il due a zero napoletano. L’esterno spagnolo si ripete al 20’ approfittando di un’altra indecisione, questa volta di Posavec, per realizzare la seconda doppietta personale dopo quella segnata al Milan

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
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