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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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10/12/2016 23:27
 
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Re: Re:
possum jenkins, 07/12/2016 12.27:


Giovedì 15 Dicembre ore 20:00, così non mandi l'e-mail a Premium [SM=x714187] [SM=x714187] [SM=x714187] [SM=x714187]








ecco appunto ci stavo ripensando anche stasera
10/12/2016 23:29
 
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Sampdoria-Lazio 1-2, Milinkovic-Savic e Parolo: Inzaghi è quarto

I biancocelesti si rialzano subito dopo la sconfitta nel derby.
Due assist di Felipe Anderson danno il via alla vittoria: Lazio nuovamente quarta.
Alla Samp non basta Schick



È negli ultimi cinque minuti del primo tempo che la Lazio affonda i colpi che la riportano in lotta-Champions con un cambio di passo che lascia la Samp sulle gambe. Merito soprattutto di Felipe Anderson, che dopo le recenti critiche esce finalmente fuori con tutta la sua forza atletica e la sua ablità tecnica. Nel dribbling (saltato netto Linetty) e nel calcio: perfetto il cross per lo stacco sotto rete di Milinkovic, che schiaccia come un pallavolista. Senza che Silvestre riesca a contrastarlo: quando si dice lo strapotere fisico...

SPOSTAMENTI— Da notare che Milinkovic era stato usato fin lì da Inzaghi in una doppia veste tattica. Nei primi 25' agiva alle spalle di Immobile in modo da disturbare l'impostazione della manovra da parte di Torreira, con Biglia che si occupava di andare su Bruno Fernandes, cioè la fonte di gioco doriana più avanzata. Poi però Inzaghi ordinava a Biglia di tornare nel cuore della manovra ché altrimenti sarebbe partita sempre da Wallace (perdonato dopo lo svarione-choc del derby), e a Milinkovic di assistere più da vicino Immobile. Con questa mossa la Lazio acquistava una maggiore capacità di pressione, di circolazione palla e forza d'urto centrale.

RADDOPPIO — Dopo il perfetto cross per l'inzuccata di Milinkovic, arrivava una opportunità per Immobile, in precedenza beccato sempre in fuorigioco, che con una acrobazia in mezza girata obbligava Puggioni a una prodezza in tuffo che rimandava solo di un minuto e mezzo la seconda capitolazione. Stavolta l'iniziativa è di Parolo che arriva bello lanciato dal centrocampo e sull'uscita di Skrinjar scarica sulla destra e poi prosegue la sua corsa verso la porta dove viene raggiunto dalla perfetta chiusura del triangolo operata da Anderson: un passaggio al bacio che Parolo deve solo toccare.

REAZIONE — Giampaolo reagisce inserendo la terza punta, Schick al posto di Barreto (56') dopo che nell'intervallo aveva lasciato negli spogliatoi Bruno Fernandes rimpiazzato da Praet. Quando si fa male Biglia (65') anche Inzaghi modifica il suo assetto inserendo Keita e ordinando a Parolo e Lulic di stringersi in mezzo al campo in modo da sorreggere i tre paggetti di Immobile. Il quale nel frattempo aveva fallito il 3-0 a tu per tu col portiere (bravo Puggioni nell'uscita, comunque) e al 25' sbaglia la conclusione mancina dopo aver evitato in dribbling la disperata chiusura del portiere blucerchiato.

STRAKOSHA — A proposito di portieri, Marchetti non ha potuto rientrare dall'intervallo e il suo sostituto si è messo in mostra al 28' parando sia pure in due tempi un perfido rasoterra di Quagliarella su punizione dai venti metri. L'occasione più nitida, o meglio l'unica palla gol, costruita dalla Samp in un secondo tempo condotto con spirito garibaldino e le tre punte (Schick si è confermato un elemento interessante) contro una Lazio che ha comunque avuto per due volte con l'ex genoano Immobile le opportunità di chiudere la contesa. Ma Immobile ha evidentemente deciso di proseguire nel suo digiuno (è a dieta in campionato dal 30 ottobre) mentre i suoi compagni hanno sfogato la fame repressa nel derby addensando una Samp che non perdeva in casa dal 18 settembre (Milan, unico stop) ed era in serie positiva da cinque giornate. Certo la legnata da fuori area di Schick (un '96) h addolcito un pizzico l'amarezza, però la Lazio non ha rubato i tre punti.

Nicola Cecere

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/12/2016 23:29
 
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questa aspettavo binario [SM=x714078] [SM=x714078] [SM=x714078]

[SM=x714135] [SM=x714135] [SM=x714135]
11/12/2016 15:27
 
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Serie A, Cagliari-Napoli 0-5: Mertens tris, in gol anche Hamsik e Zielinski

Rossoblù travolti in casa: la squadra di Sarri dilaga e
riaggancia la Lazio alle spalle di Juve, Roma e Milan.
Unico neo l'infortunio a Koulibaly


A Cagliari è super Napoli. L'ora di pranzo stuzzica l'appetito della squadra di Sarri, che rifila cinque gol e una lezione di calcio a Rastelli, riagganciando la Lazio al quarto posto dietro Juve, Roma e Milan.


DOMINIO ASSOLUTO — La partita si trasforma presto in un monologo del Napoli. Tre conclusioni nei primi dieci minuti annunciano il dominio. Al 7' Callejon raccoglie una respinta corta della difesa e chiude alto, all'8' è Zielinski ad avventarsi su una respinta e stavolta il destro è appena a lato, mentre all'11' Mertens viene servito in area, disorienta con una finta Alves ma conclude fuori, dimostrando però di essere sempre più calato nel ruolo di centravanti. Al 18' Padoin salva il Cagliari, opponendosi sulla linea con il corpo alla battuta a colpo sicuro di Hamsik a due metri dalla porta, dopo una sponda aerea di Chiriches da angolo. Poi si scalda anche Insigne e al 23' sfiora il palo con un destro a giro da fuori. Tante occasioni sprecate non deprimono il Napoli, che offre soltanto un tiro a Padoin, deviato da Hysaj in angolo al 27'. Nel finale di tempo la squadra di Sarri dà l'accelerata decisiva. Il gol arriva al 34': Mertens riceve in area da Hamsik, si gira e conclude verso il secondo palo, giocata da grande prima punta. L'infortunio di Koulubaly al 40' - si fa male facendosi ammonire dopo un'uscita avventata - non ferma il diluvio. Una rovesciata di Mertens è il preludio al raddoppio, splendido, al 45', su azione aperta e chiusa da Hamsik. Il capitano del Napoli trova Insigne tra le linee, palla aperta a Callejon, cross per il colpo di testa di Lorenzo corretto sulla traversa da Storiari, am sul rimbalzo Hamsik insacca a porta vuota. Non c'è partita.

SUPER MERTENS — Nella ripresa il divario si amplia, perché dal Cagliari non arriva reazione. E il diluvio diventa inondazione. Callejon sul solito suggerimento di Insigne al 5' sbatte su Storari, ma un minuto dopo colpisce Zielinski con un destro secco dai 25 metri. Il resto è accademia, con il Napoli che si esercita nel possesso palla e nell'esaltazione del suo "nuovo" centravanti. Mertens in tre minuti tra il 24' e il 27' arriva alla tripletta, prima finalizzando un magistrale disimpegno partito dalla fascia difensiva sinistra su assist di Insigne, poi bevendosi in tunnel Ceppitelli. Nel finale gli unici due tiri in porta del Cagliari, con Farias controllato in due tempi da Reina e un colpo di testa di Padoin, a fronte di un contropiede 6 contro 2 in cui Callejon fallisce ancora a tu per tu con Storari. Zero minuti di recupero, basta così.

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/12/2016 15:39
 
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11/12/2016 17:04
 
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Re: Re: Re:
Fatascalza, 10/12/2016 23.27:




ecco appunto ci stavo ripensando anche stasera


Stasera ore 20:45 Inter-Genoa [SM=x714079]




11/12/2016 17:05
 
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Re:
Fatascalza, 11/12/2016 15.39:

Povero Cagliari


Hanno fatto i fighi prima come il Torino e le hanno prese [SM=g27828]




11/12/2016 18:14
 
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Atalanta-Udinese 1-3. Fofana, una magia per una vittoria pazzesca

Traversa di Kurtic, super Karnezis, 4 palle gol:
la squadra di Gasperini domina per 45' poi combina un pasticcio, punita dal colombiano.
Al 2' della ripresa il pari di Kurtic, Conti sfiora il bis.
Ma una magia di Fofana mette in ginocchio i bergamaschi, nel finale il tris di Thereau


Delneri fa ancora male alla "sua" Atalanta: da quando l’ha lasciato sono cinque vittorie su cinque, e quella di oggi dopo i primi 44’ era francamente impensabile. Ma l’Udinese ha avuto il merito di non crollare quando l’Atalanta si stava mordendo le mani per non aver concretizzato la sua superiorità. Dopo essersi aggrappata alle parate di Karnezis, si è fatta forte dei cambi (sistema di gioco e uomini) decisi da Delneri e poi ha vinto con un contropiede e mezzo. L’Atalanta, alla seconda sconfitta di fila dopo quella con la Juve, riflette: giocare benissimo per quasi un’ora a volte non basta.


LE SCELTE — Gasperini non fa sorprese, Delneri ne azzarda una. L’Atalanta è la stessa che nell’ultimo turno ha frenato contro la Juventus la sua straordinaria corsa, con l’unica eccezione del rientro di Gagliardini (squalificato allo Stadium) al posto di Freuler, e dunque Kurtic confermato alle spalle di Gomez e Petagna. L’Udinese non si veste con il 4-3-3, perché il tecnico bianconero risolve il ballottaggio Matos-De Paul rinunciando a entrambi e aggiungendo con Badu peso ad un centrocampo già abbastanza fisico: Halfredsson è davanti alla difesa e Thereau decolla da sinistra, partendo sulla stessa linea di Kums, Fofana e Badu, lasciando a Zapata il compito di aprire spazi per le incursioni da dietro.

PRIMO TEMPO — Il gol dell’Udinese al 45’ è mortificante per la clamorosa superiorità dimostrata dall’Atalanta nei primi 45’. Quando Zapata piazza il tap-in vincente dopo aver aperto l’azione vincendo un contrasto con Caldara (bravissimo il colombiano a rialzarsi e a passare alle spalle di Toloi), l’Udinese si è affacciata per la prima volta dalle parti di Sportiello. Fino a quel momento si era solo difesa da una superiorità di gioco schiacciante e da un assedio costante, non trasformato in gol solo per le parate di Karnezis: almeno cinque, su Gomez (tiro sporcato da una deviazione), Kurtic, Caldara, Petagna e Conti, più una traversa colpita da Kurtic (che poteva essere più spietato) e un salvataggio sulla linea di Danilo, con la collaborazione di Felipe, ad arginare un tentativo ravvicinato ancora di Petagna.

SECONDO TEMPO — Tanta superiorità si è finalmente concretizzata dopo 2’ della ripresa, quando su cross di Gomez da destra Kurtic ha colpito di testa, solissimo al centro dell’area. A quel punto Delneri ha capito che un atteggiamento così rinunciatario non avrebbe fatto altro che favorire l’Atalanta, e ha cambiato le carte in tavola: dentro Perica, con Thereau spostato in posizione centrale. Un 4-3-3 che ha dato più coraggio all’Udinese, trasformata non solo nell’atteggiamento tattico, ma anche nella concretezza e nell’aggressività. Come si è visto in occasione del 2-1, quando Thereau, in collaborazione con Matos, ha rubato palla a centrocampo e cambiato gioco su Fofana, che ha inventato un tiro all’incrocio su cui Sportiello non ha potuto fare nulla. Gasperini si è giocato il tutto per tutto aggiungendo Pesic a Petagna, ma a quel punto provando a vincere ha perso in contropiede, nato da una parata di Karnezis su Masiello: Dramé si è trovato solo contro tre, e Thereau ha chiuso i giochi.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/12/2016 18:17
 
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16/a di A, Bologna-Empoli 0-0.
Destro non sfonda, Krejci spreca. I toscani fanno muro

Al Dall'Ara finisce a reti inviolate.
I rossoblu sprecano tante occasioni con Destro e Krejci
ma i toscani sono bravi a chiudere gli spazi



Un pareggio scialbo, privo di emozioni, che lascia la bocca amara sia al Bologna, che ci ha provato di più nella ripresa, sia all’Empoli, che oggi avrebbe dovuto fare di tutto per aggiungere tre punti alla sua pericolosa classifica. C’è stata una sola grande occasione e l’ha sprecata Destro con un colpo di testa finito oltre la traversa.

PRIMO TEMPO — Donadoni lascia fuori Taider e si affida alla visione di gioco di Viviani. L’obiettivo è sfruttare bene le fasce con le sovrapposizioni dei terzini e i movimenti degli esterni offensivi. L’Empoli, invece, punta su un’invenzione centrale di Saponara e sul gran lavoro di Mchelidze che si spende in pressione sui centrali rossoblù. La partita resta ingolfata a metà campo, i difensori riescono ad anticipare sempre gli attaccanti avversari e così le due squadre cercano la soluzione da fuori. Il primo tiro nello specchio della porta è di Nagy addirittura al 40’: Skorupski para senza problemi e un minuto dopo deve impegnarsi un po’ di più per bloccare in due tempi un tentativo di Destro. Prima dell’intervallo anche l’Empoli riesce a verificare il livello di attenzione di Mirante: il portiere rossoblù devia in angolo un tiro di Maccarone da posizione angolata.

SECONDO TEMPO — A inizio ripresa Donadoni inserisce Krafth al posto di Masina e dirotta Torosidis a sinistra. Il gioco sulle fasce cresce, l’Empoli si abbassa troppo e intorno alla metà del tempo il Bologna accelera. Ma non ci sono grandi pericoli per Skorupski, che è sempre molto pronto nelle uscite. Donadoni cambia anche gli esterni offensivi inserendo Di Francesco e Okwonkwo al posto di Mounier e Krejci, mentre Martusciello sostituisce Maccarone con Gilardino. Al 41’ Krafth mette sulla testa di Destro la palla da tre punti, ma il centravanti spreca.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/12/2016 18:20
 
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Serie A, Palermo-Chievo 0-2: segnano Birsa e Pellissier

I gialloblù scavalcano momentaneamente l'Inter e agganciano la Samp a quota 22.
Centesimo gol in A per Pellissier. I rosanero restano ultimi a 6 punti


Disfatta rosanero. Nel giorno del debutto al Barbera di Corini sulla panchina del Palermo e della sfida con l’altra icona Sorrentino, grande ex, i siciliani (ultimi in classifica) si arrendono anche al Chievo campione di solidità e incassano la nona sconfitta di fila, record negativo di sempre in Serie A. Decisivi il gol di Birsa nel primo tempo e la centesima rete nella massima serie di Pellissier nella ripresa.


BIRSA SPIETATO — E’ la difesa rosanero ancora sul banco degli imputati. Stavolta è Andelkovic a farsi trovare impreparato al primo assalto dei gialloblù. Castro avvia l’azione al 14’, Gobbi incrocia l’assist al centro dell’area, dove Andelkovic si mostra difettoso in chiusura: ne approfitta Birsa che ha pure il tempo di mirare depositando di sinistro il pallone all’angolino. La reazione dei siciliani non si fa attendere, ma il Chievo è sempre lì in agguato pronto a scatenare i suoi leoni in attacco con ripartenze furiose: prova ne è il diagonale di Pellissier finito di poco a lato 2’ dopo il gol del vantaggio. Gli ospiti gettano un’ombra minacciosa sulla squadra rosanero (mai in questa stagione i gialloblù hanno perso una volta passati in vantaggio). E pure Meggiorini mostra il suo volto minaccioso a Posavec al 27’. Sempre il salita da 8 giornate a questa parte, il Palermo prova a rendersi pericoloso con Hiljemark alla mezz’ora, ma in generale la squadra di Corini fa un’enorme fatica a portarsi in zona tiro: per mancanza di qualità di alcune pedine e anche perché il Chievo è disposto in campo con criterio da Maran.

PELLISSIER IMPLACABILE — Nemmeno il tempo di organizzare una reazione credibile e il Palermo capitola in avvio di ripresa: goffo retropassaggio di Goldaniga al 4’, come un falco Pellissier si avventa sul pallone, anticipa e scarta Posavec depositando il pallone in rete. Una mazzata per i siciliani. Che rischiano pure il tris (Meggiorini). Corini cambia allora il confuso Goldaniga e immette Bruno Henrique trasformando il Palermo in un 4-3-2-1 con Rispoli in difesa e il nuovo entrato brasiliano sulla trequarti. La mossa produce subito una minaccia portata da Rispoli, poi Dainelli e Gamberini alzano il muro su cui il Palermo va a sbattere più volte. Encomiabile la curva rosanero: nonostante l’ennesima sconfitta, non fa mancare (soprattutto per l’affetto nei confronti di Corini) il sostegno alla squadra fino all’ultimo secondo, mentre il pubblico degli altri settori sommerge i rosanero di fischi al triplice fischio.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/12/2016 18:24
 
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Torino-Juventus 1-3: Belotti, doppietta di Higuain e Pjanic

Belotti porta avanti i granata, poi ci pensa Higuain con una doppietta a placare un bel Torino.
Nel finale la chiude Pjanic, appena entrato



Non basta il massaggiatore, non basta il popolo granata, non basta lo Stadio Olimpico Grande Torino. Il Dragone, per dirla alla Mihajlovic, non si spaventa, non si commuove: espugna il castello granata e manda un messaggio al regno intero della A. Chi vuole tagliargli la testa? Non ce la fa il Toro, che pure lotta alla pari a lungo e si porta anche in vantaggio con il cavaliere senza macchia e senza paura Belotti. Risponde Higuain, decide Higuain, la chiude il subentrato Pjanic. Tre a uno per la Juve, che ora risale a +7 sulle seconde, che si sfidano domani.

NOVE E CAMBI — E’ stato un derby per numeri 9, con i due centravanti migliori in campo, è stato un derby a lungo equilibrato (e negli ultimi anni non era così scontato). Il 3-1 finale è frutto del crollo dopo il bis di Higuain e dell’impatto immediato del subentrato Dybala, che fa a fette la difesa già provata partendo da destra. Già i cambi… Sinisa ne fa tre tutti insieme, quando mancano dieci minuti e siamo sull’1-1: sembra la mossa per provare a vincerla, ma alla ripresa del gioco ecco il lancio giusto, il controllo di Higuain, il diagonale perfetto dopo aver “mandato a spasso” Barreca. Alla fine è profetico lo striscione del settore bianconero, prima del match: “Cambia il nome, non la storia: su questo campo la nostra gloria”.

I BOMBER — Gara da bomber, dicevamo. Le clausole sono mica cosa per tutti. Quasi volessero confermare quei 200 milioni scarsi che mettono insieme “per la rescissione”, Belotti e Higuain si prendono i titoli e i flash del primo tempo. Sono loro, i più attesi, a fissare l’1-1. Il Gallo domina nei primi 20 minuti, durante i quali Rugani fatica a contenere le sue sportellate. Sul gol, poi Belotti sovrasta Lichtsteiner, facendo trovare la sua testa al cross che conclude una grande discesa di Baselli che ne salta due prima di crossare dal fondo. E’ il 16’, la Torino granata esulta insieme al suo numero 9, Mihajlovic richiama Rossettini per registrare la difesa. Avrebbe dovuto parlare anche con Castan, tagliato fuori 12 minuti dopo da un tocco di prima di Mandzukic (che pare involontario) su verticalizzazione di Cuadrado. Un’autostrada si apre di fronte a Higuain, che aveva preso la mira qualche minuto prima (parata di Hart) e stavolta non perdona: 1-1. La sfida a due se la prende il Pipita, con la 19esima doppietta in A, e il 6° gol in 7 partite al Toro.

MERITI — Scelte azzeccate e meriti per Allegri, che si adegua al clima da battaglia preferendo Sturaro a Pjanic, piazzando i suoi con un 4-3-3 spurio, che in fase difensiva diventa un 4-4-2 classico e quando si tratta di attaccare vede un sovraffollamento sul centro destra, con spazio per Alex Sandro per salire sulla sinistra. Dal triangolo Cuadrado-Mandzukic-Higuain, molto vicini, nasce il primo gol. Il croato è sempre nel vivo del gioco, sia che si tratti di offendere o di chiudere, il colombiano troverà più spazi nella ripresa, completando il lavoro con un paio di chiusure difensive. Dybala farà anche meglio, partendo da lì, mentre la difesa dopo qualche balbettio tiene.

TOTEM — Il Toro si muove intorno a un totem, Andrea Belotti: più che terminale, il Gallo corre ovunque, sradica palloni, detta passaggi e li fa. Rimedia falli e trascina i compagni. Il tridente dei miracoli e soprattutto lui, con Iago spento e Ljajic bloccato: il serbo però, quando il risultato è sul pareggio sfora il 2-1 co un tiro a giro che fa paura persino al Dragone. In mezzo Baselli è il migliore, dietro qualche ingenuità di troppo, specie nel finale. E la Juve non perdona.

Valerio Clari

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11/12/2016 23:39
 
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Inter-Genoa 2-0: Brozovic decide con una doppietta

A San Siro i nerazzurri stendono la squadra di Juric con un gol per tempo del croato:
Pioli si rilancia, la zona Europa è a 7 punti



San Siro di questi tempi è davvero santo con l'Inter. Sesta vittoria consecutiva - Europa League compresa - e Genoa domato da una doppietta di Brozovic malgrado gioco e intensità latitino e l'esperimento della difesa a tre non abbia certo diminuito la confusione. Però contano i risultati e almeno i nerazzurri sono tornati nella parte sinistra della classifica. Il Genoa per contro piace per lunghi tratti, ma spreca troppo e paga. Da segnalare che prima del match la Curva Nord ha spiegato i 5' di sciopero del tifo con uno striscione eloquente: "Chi non lotta, non corre, non fa gruppo e non ama la maglia a gennaio vada via perché se continuate così vi rompiamo il c...".

LAMPO NELLA NEBBIA — Pioli disegna una difesa a 3 ibrida, legata ai movimenti di Nagatomo sulla sinistra. In mezzo al campo ci sono Joao Mario e Brozovic, con Candreva a destra e Icardi spalleggiato da Eder e Palacio, alla prima da titolare in questo campionato. Juric risponde con Lazovic e Laxalt larghi nel consueto 3-4-3, con Rigoni e Ocampos ai lati di Simeone, stante l'indisponibilità di Pavoletti. Rigoni per la verità svarierà parecchio, muovendosi spesso anche da trequartista. L'Inter prova a fare la partita, ma rumina un calcio troppo lento per fare anche solo il solletico a Perin. Il Genoa per contro ha le idee chiare, gli uomini al posto giusto e soprattutto mostra la giusta intensità. Ogni ripartenza rossoblù porta scompiglio, soprattutto a destra dove Nagatomo non prende mai la targa a Lazovic che prima sfiora il gol (salvataggio di D'Ambrosio quasi sulla linea) e poi innesca i compagni con cross sui quali la difesa nerazzurra è sempre fuori posizione. Clamoroso il doppio liscio di testa di Rigoni e Simeone, solissimi davanti ad Handanovic, che poco dopo è reattivo sul colpo di testa di Ocampos. Eppure dal nulla e dalla nebbia, sulla prima conclusione in porta al 38' arriva il vantaggio interista. Corner di Joao Mario con traiettoria ad uscire, nessuno la prende e dal limite dell'area Brozovic azzecca il piattone a giro che beffa Perin.

SE SBAGLI... — Pioli non si fa ingannare dal risultato e nell'intervallo cerca di dare solidità in mezzo al campo inserendo Melo per Eder. Si passa al 3-4-1-2, con Joao Mario che sale sulla trequarti. Ma è sempre il Genoa a menare le danze e ad andare vicino al gol con Ocampos e Lazovic (bravo Handanovic). Al 12' Juric ci prova con Ninkovic per Ocampos e in contemporanea Perisic rileva uno spento Palacio, mettendosi a svariare in quello che diventa un 3-4-2-1. Il match rimane comunque brutto e pieno di errori. Anche perché ora l'Inter abbassa il baricentro e il Genoa trova meno spazio in ripartenza. E quando al 23' Lazovic sgomma di nuovo su Nagatomo ma invece di cercare la conclusione prova l'assist sballato per Simeone. Altro spreco punito da Brozovic, che sul ribaltamento di fronte sfrutta il tocco di Joao Mario per freddare Perin con una sorta di rigore in movimento. Sul 2-0 l'Inter si scioglie un minimo e sfiora il terzo gol prima con il solito Brozovic (voleé ancora da corner deviata in angolo), poi con Miranda (Perin vola) e poi con un destro a giro di Nagatomo di poco alto. Ma a strappare gli unici applausi di una curva imbufalita con i giocatori è soltanto l'ex Goran Pandev, osannato quando nel finale prende il posto di Rigoni. Anche le ultime fiammate di Lazovic portano brividi interisti ma nessun gol genoano. Per stasera va così.

Luca Taidelli

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Non sapevo chi aveva seegnato, sapevo che finiva in "ic" ... questo da dove è uscito?
13/12/2016 00:02
 
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Fiorentina-Sassuolo 2-1: Kalinic segna una doppietta

Splendida doppietta del croato nel primo tempo.
A 15' dalla fine Acerbi accorcia per gli emiliani, ma è troppo tardi



Doppio sorpasso. La Fiorentina batte il Sassuolo e si proietta al settimo posto in classifica superando Inter e Torino in attesa del recupero di giovedì contro il Genoa. Non riesce a muovere la classifica invece il Sassuolo che mantiene, comunque, un distacco importante dalla zona caldissima.

SUPER KALINIC — Paulo Sousa deve fare a meno di Borja Valero (forte contusione) inserendo Vecino dal primo minuto per lo spagnolo. Al posto di Tello confermato Chiesa con Ilicic a supporto di Kalinic. Nel Sassuolo è Defrel a fare la punta centrale con Ricci e Ragusa ai lati. Viola subito pericolosi con una punizione di Ilicic fuori di poco. Risponde il Sassuolo con un destro di Pellegrini che sibila oltre il palo destro della porta di Tatarusanu. Partita divertente impreziosita dalla bella girata a centro area di Kalinic, dopo un pallonetto di Badelj, che si infila alle spalle di Consigli. Settimo gol del croato in questo campionato, primo al Franchi. La formazione allenata da Di Francesco reagisce immediatamente sfiorando il pari con un colpo di testa di Acerbi: Tatarusanu salva miracolosamente anche se pochi secondi prima si era lasciato sfuggire dalle mani un pallone apparentemente innocuo. Il Sassuolo sta bene ed attacca soprattutto sulla sinistra mettendo in difficoltà un frastornato Salcedo. L'ennesimo errore del messicano mette Sensi in condizione di calciare di sinistro: palla ancora out. Nel finale di tempo la Fiorentina riprende campo. Badelj lancia Kalinic che perde il tempo davanti a Consigli. Al 39' il croato trova però la doppietta personale con uno straordinario colpo di tacco che bacia il palo e si insacca su assist di Chiesa. Prima dell'intervallo altro miracolo in uscita di Tatarusanu su Ricci e frazione che si chiude sul doppio vantaggio.

SASSUOLO ACCORCIA — Nessun cambio e ripresa che si apre con una conclusione, fuori, di Chiesa dopo una progressione personale. Al 58' Gazzola cade malissimo sulla schiena ed è costretto a lasciare il campo in barella: al suo posto Lirola. Il Sassuolo non riesce più ad impensierire la Fiorentina e così Di Francesco cambia ancora. Dentro Iemmello, fuori Sensi e neroverdi a trazione ultra offensiva con due attaccanti centrali e Ragusa-Ricci sugli esterni. Sousa risponde con Tello per Ilicic avanzando Bernardeschi. Il Sassuolo perde un altro pezzo. Magnanelli vede il suo ginocchio sinistro girarsi in modo poco naturale ed esce anche lui in barella tra la preoccupazione di compagni e staff medico. Dentro Mazzitelli. Al 72' in contropiede è Tello a mangiarsi il tris tutto solo davanti a Consigli. E così il Sassuolo torna in partita. Mischia clamorosa in area di rigore, Tatarusanu non è impeccabile ed Acerbi di sinistro riesce a girare nell'angolo. 2-1. Sousa fiuta il pericolo e copre la squadra inserendo un mediano, Sanchez, per Bernardeschi. Nel recupero prima Salcedo e poi Kalinic non riescono a sfruttare delle buone occasioni per chiudere la partita e così la sofferenza dei tifosi viola dura fino al quinto minuto di recupero. Poi Fabbri fischia e la Fiorentina può esultare. Puntando dritto al recupero di Genova giovedì per rilanciarsi definitivamente in classifica.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/12/2016 00:06
 
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Roma-Milan 1-0: decide un tiro di Nainggolan nella ripresa

Il rossonero sbaglia un rigore nel primo tempo, il belga decide la partita con un bellissimo sinistro nella ripresa.
Giallorossi a -4 dalla Juve, sabato supersfida allo Stadium



Un eurogol di Nainggolan tiene la Roma nella scia della Juve e le permette di issarsi solitaria al secondo posto, lasciandosi alle spalle il Milan di tre lunghezze. In una partita dominata più dai duelli e dalla frenesia, a spezzare l'equilibrio ci ha pensato proprio il gol del Ninja al 17' della ripresa, un colpo balistico di rara bellezza, dove la costruzione è stata forse anche più bella dell'esecuzione.

POCHE EMOZIONI — Spalletti alla fine preferisce Bruno Peres ad El Shaarawy, Montella si gioca invece la carta Niang e tiene Honda in panchina. Alla fine, per motivi diversi, le due mosse si rivelano quantomeno sfortunate, visto che il brasiliano al 42' è costretto a lasciare il campo per infortunio (la prima diagnosi dello staff medico giallorosso parla di trauma distorsivo alla caviglia sinistra, da valutare con esattezza domani) e il francese al 26' spreca la grande occasione per portare in vantaggio il Milan, facendosi parare il rigore da Szczesny (per lui è il secondo errore consecutivo, dopo quello con il Crotone). Per tutto il primo tempo, però, è stata una partita che ha vissuto di fiammate, pronta sempre ad accendersi ma senza decollare mai davvero. La Roma inizia con una pressione alta che sembra poter dare i suoi frutti e contemporaneamente lavora molto a destra proprio con Bruno Peres, riuscendo a rendersi anche pericolosa in un paio di occasioni con Dzeko, prima al 2' (destro dal limite ben parato da Donnarumma) e poi al 36', quando su lancio di Rüdiger va via bene tra Romagnoli e Paletta non trovando però la porta di un soffio. Dall'altra parte, invece, Montella la disegna bene la partita, con Bertolacci e Pasalic a togliere fiato e gioco ai centrocampisti giallorossi e Lapadula sempre pronto ad essere velenoso sul filo del fuorigioco. Così il centravanti prima non arriva per un soffio su un bel pallone tagliato da Suso, poi su verticalizzazione di Bertolacci si procura il rigore anticipando Szczesny in uscita (che poi si rifa su Niang).


RADJA-NIGHT — Pronti via e la ripresa riparte subito sull'onda dei duelli. Da una parte Rüdiger-Niang, dall'altra Romagnoli-Dzeko. A tratti sono anche scintille, man mano che passano i minuti, con un paio di conclusioni fuori misura di Perotti ad interrompere i primi 15' fatti soprattutto di fisicità e corsa. Poi al 17' ci pensa Nainggolan a spezzare l'equilibrio con un eurogol per preparazione (stop a seguire di rara eleganza) ed esecuzione, con il sinistro (non il suo piede) a girare che beffa Donnarumma dai venti metri. Subito il gol il Milan non riesce più a riorganizzarsi. Montella manda dentro Mati Fernandez per dare un pizzico di imprevedibilità al centrocampo e Luiz Adriano per dare forze fresche all'attacco. La sostanza però cambia poco, con Dzeko che al 36' approfitta di una dormita di Paletta e impegna dalla distanza Donnarumma. L'ultimo brivido però è rossonero, in pieno recupero, con Mati Fernandez che in area da terra mette paura a Szczesny. Poi finisce così, con la Roma che resta nella scia della Juventus e il Milan costretto a fermarsi sul più bello.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/12/2016 13:48
 
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SERIE A 2016/2017 16ª Giornata (16ª di Andata)

10/12/2016
Crotone - Pescara 2-1
Sampdoria - Lazio 1-2
11/12/2016
Cagliari - Napoli 0-5
Atalanta - Udinese 1-3
Bologna - Empoli 0-0
Palermo - Chievo 0-2
Torino - Juventus 1-3
Inter - Genoa 2-0
12/12/2016
Fiorentina - Sassuolo 2-1
Roma - Milan 1-0

Classifica
1) Juventus punti 39;
2) Roma punti 35;
3) Milan punti 32;
4) Napoli, Lazio punti 31;
6) Atalanta punti 28;
7) Fiorentina(*) punti 26;
8) Torino punti 25;
9) Inter punti 24;
10) Chievo e Sampdoria punti 22;
12) Udinese punti 21;
13) Genoa(*) e Cagliari punti 20;
15) Sassuolo e Bologna punti 17;
17) Empoli punti 11;
18) Crotone punti 9;
19) Pescara punti 8;
20) Palermo punti 6.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
16/12/2016 00:01
 
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Recupero
Genoa-Fiorentina 1-0, Lazovic conferma la legge del Ferraris

I rossoblù vincono il recupero della 3a giornata:
niente da fare per i viola, sconfitti dopo due vittorie di fila
e per la prima volta a secco in trasferta



Il Genoa conferma la legge del Ferraris e sconfigge la Fiorentina 1-0 nel recupero della 3° giornata, partita che era sospesa l’11 settembre per grandine. Si riprende dal 28’ e a Juric basta il gol di Lazovic al 37’ per battere la banda Sousa, che per la prima volta non riesce a segnare in trasferta. Dopo Milan e Juventus, a Marassi cadono anche i viola, che interrompono la striscia di due vittorie consecutive. I rossoblù si rialzano dopo la sconfitta di Milano e salgono a 23 punti.

IL FILM — Sousa lo aveva detto alla vigilia: “Il Genoa fisicamente ci è superiore”. E stravolge la Fiorentina in un 4-3-3 tutto nuovo, con Sanchez a dare forza alla mediana e Zarate falso nueve per sfruttarne la rapidità, rinunciando così a Kalinic. Juric risponde con Ninkovic in appoggio a Simeone. Rispetto alla gara interrotta cambia l’arbitro: Banti non sta bene, c’è Guida. Lo scorso 11 settembre la grandine era stata una manna dal cielo per i viola, messi sotto dal Genoa nei 28’ giocati, con Laxalt che aveva anche colpito la traversa. Ma il tempo sembra essersi fermato. Perché dopo l’illusorio tiro di Zarate dopo 1’, è solo Genoa: prima Gonzalo rimedia a un’uscita folle di Tatarusanu salvando su un tiro a porta vuota di Rigoni, poi Simeone arriva con un attimo di ritardo su una gran palla del solito Rigoni. Il gol è nell’aria e arriva 1’ dopo, cross di Ninkovic e Lazovic da un passo insacca.

TRAVERSA VIOLA — Il secondo tempo si apre con una grande giocata di Simeone, che salta Gonzalo ma spara alto. A quel punto Sousa non ha più scelta, il Kalinic dell’ultimo periodo serve come il pane. Fuori Milic, dentro il croato. E la Fiorentina si accende. Una botta clamorosa di Zarate si stampa sulla traversa, poi Vecino sfiora soltanto e mette a lato da un passo. I viola attaccano, il Genoa si difende con ordine e sfrutta le ripartenze. Al 25’ contropiede perfetto, ma Rigoni calcia a lato. Dall’altra parte Bernardeschi si libera in area con una magia, ma Burdisso smorza il tiro. Sousa si gioca la carta Ilicic, ma il Genoa regge benissimo dietro spinta dalla grinta di Juric. Con tre mesi di ritardo arrivano tre punti meritati per i rossoblù.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/12/2016 00:04
 
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SERIE A 2016/2017 Recupero 3ª Giornata

15/12/2016
Genoa - Fiorentina 1-0

Classifica
1) Juventus punti 39;
2) Roma punti 35;
3) Milan punti 32;
4) Napoli, Lazio punti 31;
6) Atalanta punti 28;
7) Fiorentina punti 26;
8) Torino punti 25;
9) Inter punti 24;
10) Genoa punti 23;
11) Chievo e Sampdoria punti 22;
13) Udinese punti 21;
14) Cagliari punti 20;
15) Sassuolo e Bologna punti 17;
17) Empoli punti 11;
18) Crotone punti 9;
19) Pescara punti 8;
20) Palermo punti 6.


(gazzetta.it)
17/12/2016 23:42
 
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Empoli-Cagliari 2-0, Mchedlidze segna, Skorupski para: sono punti salvezza

I toscani tornano alla vittoria grazie alla doppietta del
georgiano e al rigore di Joao Pedro parato dal suo portiere.
Il Cagliari si conferma peggior difesa e rimane inchiodato a 20 punti



Fuori dai guai col carattere e i gol di Mchedlidze. L’Empoli stende il Cagliari nell’atteso scontro diretto per la salvezza al Castellani e si porta momentaneamente a più 5 sul Crotone terz’ultimo in fondo ad una gara ricca di colpi di scena, di terribile intensità, con undici ammoniti e tanto nervosismo. Tre punti pesanti. I sardi, che falliscono un penalty con Joao Pedro (eccellente il solito Skorupski) al 35’ della ripresa, recriminano anche per un altro rigore inizialmente concesso e poi non assegnato da Rizzoli sempre nel secondo tempo, in seguito ad un contatto dubbio in area Diousse-Melchiorri.

VAI MCHEDLIDZE — Al primo vero assalto l’Empoli sfonda il «muretto» rossoblù, il più fragile della A: al 7’ Krunic in velocità sorpassa Pisacane e serve un filtrante al bacio per Marilungo che, sbarazzatosi di Ceppitelli, appoggia un pallone d’oro che Mchedlidze (primo gol di un attaccante in casa in questa stagione, seconda doppietta in A) spinge in rete con forza, lasciato libero da Isla. E’ il 4° gol al Castellani della squadra di Martusciello in questo campionato, mentre per gli ospiti è la 13esima gara di fila con almeno un gol subito: record negativo in A.

TERZINI K.O. — I padroni di casa resistono alle sfuriate in rapida serie dei sardi e ci riprovano al 20’: incursione di Marilungo e, appena in tempo, Ceppitelli anticipa Mchedlidze al momento di colpire a rete. In un sol colpo Martusciello perde i due terzini Zambelli e Pasqual, sostituiti da Cosic e Di Marco: proprio quest’ultimo innesca al 31’ Marilungo che, a tu per tu con Storari, manda alle stelle la sfera (nella circostanza incredibile lo spazio lasciato all’attaccante da Bruno Alves), mentre in chiusura Krunic si rende pericoloso con una punizione deviata dalla barriera. Rispetto ai padroni di casa, più concreti e determinati, gli ospiti nei sedici metri peccano d’imprecisione nell’ultimo passaggio. E il primo tempo va in archivio senza occasioni degne di questo nome da parte del Cagliari.

RETROMARCIA RIZZOLI — Dopo l’infortunio di Barella, al Cagliari viene inizialmente concesso un calcio di rigore per un presunto fallo di Diousse su Melchiorri al 10’, ma Rizzoli dopo un consulto con l’arbitro di porta Celi cambia idea e ammonisce pure Dessena per proteste. La partita prosegue tra assalti e ripartenze, poi Mchedlidze manda al tappeto al 27’ il Cagliari con un diagonale irresistibile di sinistro (assist di Marilungo), a riprova del momento magico dell’attaccante. I sardi non si arrendono e potrebbero accorciare le distanze con Joao Pedro dagli undici metri al 35’ (stavolta Rizzoli concedere il penalty per un fallo in area di Bellusci su Farias), ma il superlativo Skorupski ipnotizza in brasiliano e devia la conclusione. Finisce così, dopo due occasioni per Diousse e Giannetti senza esito: Empoli in festa e Cagliari in crisi, è il verdetto del Castellani.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
17/12/2016 23:45
 
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Milan-Atalanta 0-0, il gol sparisce nella nebbia

Dopo un primo tempo equilibrato gran ripresa dei rossoneri
che pressano gli avversari senza però riuscire a segnare.
Al 47' la migliore chance con il palo di Antonelli



La sfida d'Europa finisce senza gol, con un palo e senza troppe emozioni. Nel gelo di San Siro, immerse nella nebbia, Milan e Atalanta non vanno oltre lo 0 a 0, che non scalda più di tanto i rossoneri in vista della Supercoppa. Il Milan però ci ha provato più degli avversari e se una delle due doveva vincere era la squadra di Montella. L'allenatore aveva cambiato rispetto alla sconfitta (in parte immeritata) contro la Roma: stavolta Niang sta fuori (doveva farlo all'Olimpico prima di essere preferito a Honda all’ultimo istante), giocano Suso e Bonaventura ai lati di Lapadula. Il regista scelto per l'occasione è Bertolacci con lo squalificato Locatelli (un giallo sarebbe scontato a Doha in Supercoppa) in panchina. Solita formazione per l'Atalanta che mette Kurtic alle spalle della coppia d’attacco formata da Gomez e dall'ex Petagna. In mezzo i gioielli Kessie e Gagliardini (obiettivo rossonero). La nebbia non ha fermato la partita, visto che era garantita la necessaria visibilità: si vede di più il Milan che spinge nel primo quarto d’ora senza però riuscire a concretizzare. Il gioco però inizia a essere "montelliano", visto che il possesso palla è più rossonero, con l'Atalanta che si affida più alle ripartenze di Gomez e alle sponde di Petagna. Alla mezz'ora però si arriva senza tiri in porta: del Milan ad andare più vicino al gol è Antonelli su schema da calcio di punizione, per l'Atalanta va invece sottolineata l’azione personale in area di Petagna, che poi calcia sul fondo. Nel finale di tempo è invece più Atalanta, ancora con Petagna che manca un colpo di tacco su invito dalla destra di Kurtic, poi con il colpo di testa di Conti su cross di Spinazzola e soprattutto con Gagliardini a due passi da Donnarumma (bravo Gigio in due tempi). Il Milan replica con il palo colpito allo scadere da Antonelli. Il primo tempo è in gran parte racchiuso nel minuto di recupero.

VAI BACCA — La ripresa si annuncerebbe più viva, con il sinistro di Suso a cui risponde il mancino a giro di Kurtic, bloccato centrale da Donnarumma. Bonaventura, altro ex, ci prova in un paio di occasioni: alto, e poi a lato di pochissimo. L'inizio di tempo è ancora più rossonero, con l'Atalanta che aspetta. La pressione milanista trova però pochi sbocchi e Lapadula, utile per il gioco manovrato della squadra, si vede raramente in area. Al 17' sia lui che Bonaventura mancano di poco la deviazione sul cross basso di Abate. A metà secondo tempo Gasperini ha già utilizzato i suoi tre cambi: dentro Zukanovic, Dramè e Freuler. Alla conclusione dalla distanza va però il solito Gomez: a lato. Al 33' occasionissima Milan: su punizione dalla sinistra, Sportiello esce e a porta vuota Lapadula non trova la deviazione vincente ma l'opposizione di Toloi. Il Milan spinge forte in avanti ed è solido dietro, l'Atalanta inizia invece a subire la pressione, tentando di essere pericolosa in contropiede, e lo è con il colpo di testa in torsione di Toloi. A meno di dieci dalla fine è il turno di Bacca, che si rivede dopo aver saltato Empoli, Crotone e Roma: c’è la necessità di mettere su minuti prima della Juventus. Carlos entra accolto dal boato di San Siro ed è subito carichissimo: dopo meno di due minuti salta Sportiello e sbatte su Conti appostato sulla linea. Ancora di meno il tempo a disposizione di Niang, entrato quando il quarantesimo è ormai superato. Così, non c'è tempo per creare pericoli. Finisce senza gol.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
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