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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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30/04/2017 20:30
 
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Bologna-Udinese 4-0: doppietta di Destro, in gol anche Taider

Una doppietta dell'attaccante marchigiano stende i friulani.
La squadra di Donadoni torna alla vittoria dopo tre sconfitte nelle ultime quattro partite


Che bel Bologna, fresco e scoppiettante. E che brutta Udinese, molle e svagata. Donadoni finalmente può essere soddisfatto dei suoi: 4-0 e una partita dominata dall’inizio.


INIZIO e FINE — Il primo tempo si apre e si chiude nel segno del Bologna. Al 2’ Donsah è libero di crossare dalla destra, palla a Destro, tiro, deviazione di Widmer che spiazza Karnezis. Al 46’ ancora Donsah, gran palla di controbalzo di Donsah, perfetto stop di Krejci, assist per Taider che approfitta dell’assenza di Widmer e del ritardo di Danilo per battere Karnezis. Giusto così, per la squadra di Donadoni, con il centrocampo decimato e 5 Primavera in panchina, fa la partita con molta più convinzione. Delneri conferma gli undici che hanno battuto il Cagliari, ma non vede la stessa grinta e voglia di fare il risultato. L’Udinese è sempre in affanno: Widmer, il più on forma, è controllato da Donsah e in seconda battuta da Mbaye, Hallfredsson fatica a costruire, la difesa non è impeccabile come al solito. Il Bologna sfrutta la ritrovata vena di Destro, secondo gol di fila (in casa non segna da novembre), potrebbe raddoppiare già al 5’, ma il gol di tacco di Krejci viene giustamente annullato per fuorigioco. Alla mezz’ora l’occasione migliore per l’Udinese: da Hallfredsson a Jankto, colpo di testa, Maietta salva sulla linea.

IL CROLLO — Il secondo tempo è la coppia del primo: il Bologna domina, l’Udinese si fa maltrattare. Al 13’ gran palla di Verdi per Destro che fa un tunnel a Karnezis (Angella dov’è?), che poi tocca in qualche modo, Destro riprende e segna. La partita si chiude qui. C’è tempo per l’incredibile quarto gol: tiro lento di Verdi, maldestra deviazione di Danilo che infila Karnezis. E anche per la paratona del povero portiere greco su tiro da fuori di Taider.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/04/2017 20:47
 
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Cagliari-Pescara 1-0: decide il gol su rigore di Joao Pedro

Ai ragazzi di Rastelli basta un tiro dal dischetto del brasiliano per conquistare la salvezza aritmetica.
Gli abruzzesi, matematicamente retrocessi, incassano la terza sconfitta di fila.


Adesso lo certifica anche la matematica: il Cagliari è salvo, con quattro giornate d’anticipo. Contro il Pescara decidono un rigore di Joao Pedro e due super parate di Rafael. Ma la festa del Sant’Elia viene rovinata nel finale da Muntari, che perde la testa per qualche insulto ricevuto dal pubblico rossoblù e poi lascia il campo al ’90, sbraitando contro arbitro e tifosi.


CI PENSA JOAO — Malgrado la retrocessione sia già una sentenza, il Pescara parte bene, ordinato e con voglia di onorare il campionato fino alla fine. Dall’altra parte c’è il Cagliari a caccia del punto per l’aritmetica salvezza. Ne esce una partita da ritmi non infernali ma comunque piacevole. La prima occasione capita sulla testa di Borriello, bravo a girare di testa un cross di Pisacane, ma la palla esce di poco. La risposta del Pescara è tutta in un sinistro debole di Memushaj. Poi al 23’ il Cagliari passa: Barrella avanza in slalom, entra in area e scarica di tacco per Joao Pedro, destro potente respinto dal braccio di Fornasier e rigore sacrosanto che lo stesso attaccante trasforma e che i tifosi del Cagliari accolgono che strana insoddisfazione. Volevano lasciasse la trasformazione a Borriello, impegnato a inseguire il gol numero 100 in A (è a 95). Un minuto dopo Fiorillo compie un miracolo sull’ennesimo stacco imperioso di Borriello, negandogli il raddoppio. Il Pescara poi torna a farsi vivo ma Rafael è attento prima in uscita bassa su Memushaj e poi sul destro a giro di Caprari, messo in angolo. Tra le due azioni abruzzesi ci sarebbe il raddoppio del Cagliari con Joao Pedro (34’), fermato però dal primo assistente Mondin per fuorigioco. Chiamata errata, c’era Zampano a tenerlo in gioco sul lob di Ionita.

QUANTA IMPRECISIONE — Nella ripresa il Cagliari parte col freno a mano tirato e allora il Pescara prova a raddrizzare la gara sfruttando soprattutto la vivacità di Caprari che spaventano il Sant’Elia. Il Pescara ci crede ma viene ancora fermato da Rafael, che si supera su Benali (26’). Fino al 90’ non succede quasi più nulla, con le squadre che sbagliano sempre l’ultimo passaggio. Poi la rabbia di Muntari, che lascia il campo al 90’, e la scivolata provvidenziale di Salamon a salvare su Caprari. Il Cagliari è salvo, il Pescara salva la faccia.

Vincenzo D'Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/04/2017 20:50
 
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Crotone-Milan 1-1, Paletta raggiunge Trotta.
I rossoneri non vincono più

I calabresi recuperano un punto su Empoli (ora lontano 4 punti) e Genoa (5).
Rossoneri senza vittorie dopo il closing



Il Milan non sa più vincere. E il problema assume proporzioni notevoli considerando che questo dovrebbe essere il momento per l’ultimo sprint in chiave europea. Dopo il pari nel derby e il k.o. con l’Empoli arriva un altro punticino a Crotone che fa perdere ai rossoneri, forse definitivamente, il contatto con il quarto e il quinto posto. L’unica buona notizia arriva dalla sconfitta della Fiorentina, che resta a distanza di sicurezza. Il Crotone non riesce nell’impresa di sottomettere anche l’altra milanese, e sorride soltanto a metà: questo pareggio, è vero, permette di recuperare un punto all’Empoli, ma all’appello ora mancano soltanto quattro partite, con altrettanti gradini da salire.

LE SCELTE — Il Crotone arrivava da 10 punti nella ultime quattro partite, quindi morale alto, altissimo e consapevolezze riscoperte nonostante il distacco dall’Empoli. Decisamente diversa la situazione in casa rossonera, dove nello stesso spicchio di torneo i punti ottenuti sono stati la metà. Nell’ultima settimana a Milanello si è respirata un’aria piuttosto nervosa, peraltro certificata dalle dichiarazioni molto chiare di Montella in vigilia: troppo mercato chiacchierato, troppe voci, troppe distrazioni proprio adesso che il Milan è nel momento decisivo della stagione. Nicola ha confermato le indicazioni filtrate in settimana con l’unica eccezione di Nalini al posto di Stoian. Attacco affidato a Trotta e Falcinelli, a due passi (12) dal record personale in campionato (14). Per Montella i problemi hanno riguardato soprattutto i terzini: con De Sciglio squalificato, e Abate e Antonelli infortunati la scelta è caduta obbligatoriamente su Calabria e Vangioni. In mediana Locatelli ha rilevato Sosa, fermato dal giudice sportivo, e in avanti Lapadula l’ha di nuovo spuntata su Bacca: è la prima volta che Montella lo preferisce al colombiano sulla base di una scelta tecnica pura.

CHE BRUTTO MILAN — Il primo tempo del Milan sale di diritto sul podio delle prime tre frazioni più brutte della stagione. Un atteggiamento per cui si fa molta fatica a trovare una spiegazione razionale: approccio molle, giro palla lento, zero idee e atteggiamento spento. Incomprensibile per una squadra ancora in lotta per un’Europa che continua a essere in miraggio: quando il Milan ci si avvicina, a un certo punto scompare. Il Crotone, peraltro, ha semplicemente fatto il suo: quell’aggressività che tutti si aspettavano, idee semplici ma chiare e un robusto arricchimento dalla compattezza fra i reparti. Linee corte all’interno delle quali il Milan ha faticato a inserirsi. Rossoneri male coralmente e anche in quasi tutti i singoli: da segnalare, in particolare, la pessima prova di Zapata (definirlo distratto è un eufemismo), Deulofeu (dov’è finito lo spunto di qualche settimana fa?) e Locatelli (quanti errori in appoggio), giusto per sceglierne tre nel mucchio. A lungo il Milan non è sembrato in grado di produrre tre passaggi giusti di fila, e infatti gli unici pericoli per Cordaz sono arrivati solo negli ultimi cinque minuti di frazione, con due spunti di Suso che il portiere dei calabresi ha neutralizzato ottimamente. Prima di allora, solo Crotone: dopo due minuti Donnarumma è volato all’incrocio su una punizione di Barberis, al 7’ Trotta ha fatto le prove generali del gol, arrivato un minuto dopo grazie a una marcatura oratoriale di Zapata. Trotta, aiutato dalle sponde e dai movimenti intelligenti di Falcinelli, è sempre riuscito a mettere in difficoltà la difesa rossonera.

RISALITA ROSSONERA — Nell’intervallo Montella deve aver alzato abbastanza la voce, perché il Milan è rientrato con un piglio decisamente diverso. Se escludiamo un brutto errore di Kucka che ha spedito al tiro ancora una volta Trotta (Donnarumma sempre molto reattivo), il pallino del gioco è rimasto per lo più in mani rossonere. E il gol arrivato dopo solo cinque minuti (mischione in area con Cordaz non impeccabile e Paletta che la spinge dentro da pochi passi) mette una buona verve agli uomini di Montella. Anche perché il Crotone commette l’errore di impaurirsi e quindi finisce con l’abbassarsi troppo. Così al 7’ Rosi salva sulla linea a porta sguarnita sul tocco ravvicinato di Lapadula e una decina di minuti più tardi Cordaz dice no a un destro insidioso di Kucka. Una pressione figlia anche del cambio di sistema operato da Montella, che passa al 4-2-3-1 con Mati trequartista alle spalle di Lapadula, e poi al 4-2-4 quando negli ultimi minuti entra anche Bacca. Una pressione che però non porta più a nulla di concreto, anzi: verso lo scadere è un siluro del solito Trotta a far venire i brividi ai rossoneri. La gara si chiude con l’espulsione di Kucka per doppia ammonizione: non è un guaio soltanto perché ormai mancano solo pochi secondi al fischio finale.

Marco Pasotto

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/04/2017 20:53
 
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Empoli-Sassuolo 1-3, gol di Peluso, Matri e Duncan

Toscani battuti meritatamente dai neroverdi.
Per i padroni di casa solo il rigore trasformato da Pucciarelli
e poi diverse occasioni nella ripresa non sfruttate



L’Empoli si complica la strada per la salvezza: dopo i successi esterni con Fiorentina e Milan, cade in casa con il Sassuolo. La pericolosa tendenza a farsi male da solo, i toscani la manifestano già al 7’, quando Barba si assopisce su un appoggio di Laurini e lascia via libera a Berardi: Skorupski rimedia, intercettando poi anche il secondo tentativo, a giro, di Ricci. La risposta è solo in un colpo di testa di Thiam al 9’: Consigli ci mette la mano. Da Crotone arriva la notizia del gol dei calabresi, e a peggiorare le cose è Peluso, in gol al 19’: Sensi crossa dall’angolo sul secondo palo, Matri rimette al centro, Skorupski devia ma sul corpo del terzino neroverde. Ricci però dà una mano, letteralmente, all’Empoli: tocco alto su colpo di testa di Tello, rigore che Pucciarelli trasforma per l’1-1 al 24’. Al 29’ altro errore in costruzione dei toscani, di Diousse che lancia Berardi: cross basso per Sensi, appoggio a Ricci che stoppa e tira a lato. Ancora Thiem di testa al 34’ sfiora i pali, ma subito dopo altra comica della difesa di Martusciello. Sul lancio di Aquilani, Bellusci scalcia Barba, che fa inciampare Bellusci: Berardi se ne va e regala a Matri il raddoppio. Al 44’ Pucciarelli non sfrutta una situazione analoga dall’altra parte (lancio di Diousse alle spalle di Letschert) e calcia in braccio a Consigli.

COLPO DEL K.O. — Nonostante l’occasione, a inizio ripresa non arrivano grandi segnali di rabbia e reazione dell’Empoli, neanche quando arriva la notizia del pareggio del Milan. È anzi Ricci ad avere due volte sul sinistro al volo la chance del gol (al 2’ e al 10’), ma non inquadra la porta. La inquadra invece alla perfezione Duncan al 12’: tracciante dai 20 metri che inchioda Skorupski, e il Sassuolo scappa. Martusciello ricorre a Maccarone, subito colpo di testa in anticipo (alto al 23’) e penetrazione con tiro-cross che attraversa l’area (24’). Un minuto dopo Pucciarelli spreca con un sinistro largo una combinazione El Kaddouri-Krunic, ma nel frattempo il Sassuolo ha praticamente smesso di giocare. Tutti tranne Consigli, che nella collezione di angoli toscani diventa il migliore in campo: deviazione su testata di Barba (30’), volo su diagonale di Pucciarelli (42’), presa bassa su tiro ravvicinato di Krunic (47’).

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/04/2017 20:56
 
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Genoa-Chievo 1-2: Pandev non basta.
Birsa regala i 3 punti a Maran

La squadra di Maran beffa i rossoblù e torna alla vittoria dopo aver perso le ultime 5 partite.
Per Juric l'incubo retrocessione è sempre vivo


Vince il Chievo, che interrompe così la sua lunga serie negativa e prolunga, invece, l'inferno rossoblu, ribaltando una sfida che pareva avviata ormai nelle mani del Genoa e che, dopo un doppio stop imposto dalle intemperanze dei tifosi genoani, si è improvvisamente trasformata. Il Genoa è teso, il Chievo un po’ sperimentale, con Maran che concede spazio ai giovani Bastien e Depaoli, quest’ultimo piazzato sul lato destro della difesa, dove viene puntato da Palladino e raddoppiato da Laxalt. Da quella parte il Genoa sfonda e crea pericoli, anche se fatica a concretizzare. La prima vera occasione così nasce da un errore di Cesar, che controlla male in area al 35’, poi viene affrontato da Pandev. La palla passa, l’attaccante rossoblù no, anche se non appare chiaro il fallo di Cesar. Per Pairetto è rigore (dubbio), ma Simeone calcia a lato dal dischetto. Il vantaggio è solo rimandato, perché al 43’ il duo Palladino-Laxalt sfonda ancora a sinistra, ma stavolta il cross dell’uruguaiano trova in Pandev il finalizzatore micidiale. Palla all’incrocio e 1 a 0.


IL COPIONE CAMBIA — All’improvviso tutto cambia. Nei primi minuti del secondo tempo gli ultrà rossoblu interrompono per due volte il gioco scagliando fumogeni. L’atmosfera cambia, il Genoa sparisce. Il buco a sinistra si chiude, resta solo Pandev a cercare soluzioni offensive. Tra i veneti, invece, emerge Castro, che diviene padrone del centrocampo. Al 15’ è lui a pescare con un cross preciso Bastien, il cui colpo di testa è letale. Dieci minuti ed arriva pure il colpo del k.o.: il cross stavolta è di Gobbi, la conclusione di testa di Birsa. Una mazzata tremenda, dalla quale il Genoa non si risolleva nonostante i sei minuti e mezzo di recupero e l’espulsione di Depaoli. Il Crotone recupera un punto e si porta a -5.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/04/2017 21:00
 
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Serie A, Palermo Fiorentina 2-0: decidono i gol di Diamanti e Aleesami

La punizione-gioiello dell'ex e la rete del norvegese rimandano la retrocessione matematica dei rosanero.
I viola, invece, perdono (forse) l'ultimo treno per tornare in corsa per il sesto posto


E la Fiorentina? Non pervenuta. Per una volta c'è solo il Palermo. Che vince a sorpresa al Barbera dopo quasi 3 mesi (dalla vittoria col Crotone del 5 febbraio) con i bei gol di Diamanti e Aleesami, al loro primo acuto stagionale, e rinvia la sentenza della retrocessione matematica. Il verdetto del match è sacrosanto: i siciliani mettono a nudo i limiti dei toscani grazie ad una tattica accorta, mentre gli ospiti si allontanano una volta di più dalla zona Europa.

PUNIZIONE DIVINA — Bortoluzzi rinuncia all'ultimo a Lo Faso (provato in settimana) e, a sorpresa, rispolvera Diamanti sulla trequarti (leader in pectore della squadra della prossima stagione), mentre Sousa schiera la Fiorentina col classico 3-4-2-1, senza Bernardeschi dal 1', ma affidandosi in attacco all'ex Ilicic in coppia con Borja Valero dietro a Babacar. A centrocampo confermata la coppia Badelj-Vecino. L'annunciata trama del match, viola in avanti, rosanero a difesa del fortino del Barbera, trova subito conferme: difficile passare, nonostante la manovra a tratti avvolgente degli ospiti. Ad un certo punto, puntualmente rimbalzati, i viola incassano su un rovesciamento di prospettiva il gol del Palermo, originato da una scorribanda di Chochev stoppato fallosamente sulla trequarti da Salcedo: la traiettoria carica di veleno di Diamanti, un nome che ritrova finalmente la sua dignità (forse perché finalmente gioca…), è imparabile per Tatasuranu. La reazione della Fiorentina è immediata e palpabile: al 38', l'appena entrato Chiesa segna, ma il gol viene annullato per fuorigioco di Sanchez, poi Ilicic ci prova su punizione ma la sfera finisce di poco sopra la traversa, quindi Fulignati dice no a Babacar da distanza ravvicinata con un riflesso notevole. La porta del Palermo non vuol saperne di aprirsi.

ALL?ATTACCO — Nella ripresa, Sousa ordina ai suoi di riportarsi su, eppure è ancora il Palermo a rendersi pericoloso con Nestorovski al 6' e Diamanti al 21'. La Fiorentina non ingrana proprio e si lancia in avanti alla disperata: il tecnico lancia nella mischia anche Saponara, ma i viola non riescono a spremere il gol. Al 29' Mlakar fallisce a porta vuota sul cross di Vecino, in altre occasioni il Palermo riesce a chiudere ogni varco. E il bel gol nel finale di Aleesami, con tanto di dribbling a Sanchez e diagonale preciso sul palo più lontano, è il giusto premio ad una partita interpretata con umiltà. Quella che manca alla Fiorentina.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
01/05/2017 00:19
 
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Inter-Napoli 0-1: Callejon gol, Nagatomo che errore.
Sarri a -1 dalla Roma

Decide lo spagnolo, che sfrutta un pasticcio del giapponese:
Pioli alla seconda sconfitta di fila, la quarta nelle ultime sei


Sesta gara consecutiva senza vittoria per l’Inter, ottavo risultato utile di fila per il Napoli. La serata del Meazza riassume due situazioni opposte. Il Napoli batte 1-0 l’Inter grazie a Callejon e si porta a un solo punto dalla Roma seconda. La volata più interessante diventa così quella per l’accesso diretto ai gironi di Champions. L’Inter invece resta inchiodata ancora (2 punti nelle ultime 6 uscite), avvolta da malumori e qualche fischio del Meazza. Il Milan ci guadagna pure con il pareggio di Crotone aumentando la distanza tra sé e i nerazzurri a tre punti. L’Europa League sta svanendo, come la figura di Pioli, ormai in dissolvenza. Il settimo posto, protetto dal k.o. della Fiorentina a Palermo, regalerà almeno la tournée asiatica della prossima estate.

REGALO NAGATOMO — Stefano Pioli arriva al Meazza consapevole di non poter utilizzare Miranda (risentimento muscolare al retto anteriore della coscia destra) e Perisic (il croato si accomoda però in panchina). Dentro quindi Murillo per il brasiliano ed Eder per il croato in un 4-2-3-1 che tende più al 4-4-1-1 questa volta. Maurizio Sarri risolve invece a favore di Ghoulam, Zielinski e Diawara i ballottaggi con Strinic, Rog e Jorginho. La partita spegne i motivi d’interesse della vigilia per i primi 10 minuti. Solo un tiro di Hamsik – impreciso e debole – accende l’entusiasmo. Il quale si nutre di un colpo di testa di Icardi al 12’: il capitano gira sul primo palo un corner facendo scrollare solo la rete esterna. Ancora una testa si avvicina al gol, questa volta è quella di Hamsik che al 25’ trova il cross di Callejon. Gesto tecnico interessante, conclusione sopra la traversa. L’occasione migliore è del Napoli: Zielinski al 34’ infila Mertens davanti a Handanovic, seppur defilato, consentendogli di calciare. Difficile segnare da quella angolazione, però il pallone del belga non passa lontano dal secondo palo. Il vantaggio del Napoli firmato Callejon è frutto di un vuoto di memoria di Nagatomo. Il giapponese dimentica di difendere, dimentica lo spagnolo e dimentica se stesso. Sul cross di Insigne, il pallone gli rimbalza davanti e invece di allungarlo in corner lo alza per Callejon che con il destro incrocia e infila Handanovic. Napoli avanti alla fine del primo tempo e virtualmente a un punto dalla Roma. Inter costretta a inseguire e con il Milan (e il relativo sesto posto) a tre lunghezze.

NIENTE RISCOSSA — L’avvio della ripresa non porta il vento della riscossa interista. La prima azione è napoletana con un destro di Insigne che sibila fuori di poco dal limite. Al 15’ il primo intervento di Pioli che inserisce Perisic per Joao Mario. La conseguenza è l’avvicinamento di Eder a Icardi. La risposta di Sarri arriva al 18’ con l’ingresso di Rog per Zielinski. Un minuto dopo Insigne chiama Handanovic per un volo basso sul destro a giro. Un intervento di Koulibaly su Murillo fa partire qualche “buuu” nei confronti del senegalese: si dovrà attendere il giudice sportivo per sapere se sono stati registrati o meno. Il destro di Candreva del 21’ – terminato a lato – certifica che l’Inter è ancora in partita. Nota insufficiente comunque per poter dire che i nerazzurri meritino il pareggio. Altri sessanta secondi infatti e Rog dall’interno dell’area spaventa ancora tutta la difesa di Pioli costringendo ancora Handanovic all’intervento. Un ulteriore minuto e la discesa di Ghoulam aumenta il battito cardiaco nerazzurro: il cross trova il tacco di Mertens e la deviazione di Murillo neutralizzati ancora dal portiere sloveno. Il Napoli arriva facilmente dalle parti dell’area interista giocando un calcio rapido di idee e di testa. L’Inter galleggia, ma senza ribattere. Il destro al volo di Perisic, bloccato da Reina, è un’opera estemporanea. Le sostituzioni del 28’ danno l’idea del momento. Sarri inserisce Allan per Hamsik irrobustendo la mediana, Pioli sceglie Banega al posto di Eder per cucire il gioco offensivo. L’ultima sostituzione è obbligata perché Murillo soffre per un taglio alla nuca subito in uno scontro nel primo tempo con la testa di Koulibaly. Al posto del colombiano entra Andreolli al 32’. L’ultimo cambio del Napoli riguarda Milik che prende il posto di Mertens. Il finale di partita non regala una sceneggiatura entusiasmante. Il Napoli vince 1-0 senza che l’Inter dia l’impressione di cavalcare l’onda della rimonta. L’elastico europeo premia Sarri: la Roma si avvicina.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
01/05/2017 00:22
 
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SERIE A 2016/2017 34ª Giornata (15ª di Ritorno)

28/04/2017
Atalanta - Juventus 2-2
29/04/2017
Torino - Sampdoria 1-1
30/04/2017
Roma - Lazio 1-3
Bologna - Udinese 4-0
Cagliari - Pescara 1-0
Crotone - Milan 1-1
Empoli - Sassuolo 1-3
Genoa - Chievo 1-2
Palermo - Fiorentina 2-0
Inter - Napoli 0-1

Classifica
1) Juventus punti 84;
2) Roma punti 75;
3) Napoli punti 74;
4) Lazio punti 67;
5) Atalanta punti 64;
6) Milan punti 59;
7) Inter punti 56;
8) Fiorentina punti 55;
9) Torino punti 49;
10) Sampdoria punti 46;
11) Udinese punti 43;
12) Chievo e Cagliari punti 41;
14) Sassuolo punti 39;
15) Bologna punti 38;
16) Genoa punti 30;
17) Empoli punti 29;
18) Crotone punti 25;
19) Palermo punti 19;
20) Pescara punti 14;

(gazzetta.it)
06/05/2017 23:53
 
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Napoli-Cagliari 3-1, Doppio Mertens: sono 30. Chiude Insigne

Tutto facile per la squadra di Sarri.
Il belga fa doppietta e raggiunge quota 30 in stagione.
I sardi mai pericolosi e a segno solo nel recupero con Farias



Trent'anni oggi e trenta gol in stagione, insomma trenta e lode. Dries Mertens si è regalato un compleanno da favola al San Paolo. Napoli-Cagliari doveva essere la sua partita ed in effetti lo è stata praticamente dall'inizio alla fine. Dopo due minuti, infatti, il belga ha portato avanti gli azzurri spianando la strada ad un successo che ha permesso alla squadra di Sarri (elogiato con uno striscione dalla Curva B) di superare, almeno per stanotte, la Roma che sarà impegnata domani in casa del Milan. È stato sempre Mertens a raddoppiare in avvio di ripresa e poi a servire ad Insigne il pallone del tre a zero. Il Cagliari ha prodotto davvero troppo poco ed è stato Farias all'ultimo istante a salvare almeno la faccia alla squadra isolana che ha palesato limiti atletici e di personalità.

QUANTE OCCASIONI — Scatenato dunque Mertens che ha "stappato" la partita con una volée di destro da centravanti puro: perfetto il cross di Ghoulam, colpevole però Salomon nel farsi sorprendere alle spalle dal capocannoniere del Napoli. Il bomber azzurro è stato un vero incubo per l'ex bresciano e nel primo tempo ha sfiorato il raddoppio a più riprese (in una circostanza è stato Murru a salvare sulla linea). Rastelli aveva immaginato un altro copione tattico (4-4-2 scolastico ma con Sau costretto a lunghi ripiegamenti sullo sinistra) però il suo Cagliari è stato costretto a giocarsela, nei limiti del possibile a viso aperto. Ritmi alti dopo l'uno a zero ma portieri poco impegnati per l'imprecisione degli attaccanti di casa. Nel Napoli erano Callejon ed Insigne a menare le danze anche se Lorenzinho al 29' falliva, tutto solo davanti a Rafael, una grande chance su lancio di Hamsik. Il capitano provava poi ad imitare Maradona con un pallonetto da quaranta metri che finiva alto di poco. Il primo tempo, invece, finiva uno a zero per il Napoli, nonostante le tante occasioni create dal Napoli (compresa l'ultima di Mertens, dopo l'ennesima topica di Salomon, con tiro debole tra le braccia di Rafael).

LORENZO 15 — La ripresa iniziava come una fotocopia del primo tempo, cioè con Callejon ed Insigne a tenere costantemente in apprensione la retroguardia ospite e Mertens a battere Rafael. Stavolta il destro del belga era scagliato da fuori area, non potente ma preciso: palla all'angolino e risultato in frigo. A quel punto, fisiologicamente, i ritmi calavano. Il Cagliari prendeva paradossalmente un po' di coraggio ma anche l'imbarcata. Prima c'era la traversa di Albiol su azione d'angolo, poi il tris di Insigne su assist al bacio del solito Mertens. Per lo scugnizzo di Frattamaggiore quindicesimo gol in campionato, la cartina di tornasole di una stagione fantastica. Bella anche la standing ovation che gli ha dedicato il San Paolo al momento della sua uscita dal campo, a dimostrazione di un legame sempre più forte con la gente di fede azzurra. Del resto, sono stati applausi per tutti a fine partita, anche per Farias autore del gol della bandiera del Cagliari con un bel taglio alle spalle di Hysay ed un destro a scavalcare Reina. Comunque, il Napoli vola, complice una condizione fisica stupefacente, al secondo posto. Per una notte, almeno, la pressione del preliminare Champions sarà tutta sulla Roma, attesa domani dal Milan.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/05/2017 23:56
 
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Juventus-Torino 1-1: capolavoro di Ljajic, rimedia Higuain

Prodezza del serbo in avvio di ripresa, poi rosso ad Acquah e il Pipita trova il pari nel recupero


Il derby è questo, sofferenza, resistenza fino allo stremo, capovolgimenti di fronte. Il Torino è passato dall'esaltazione massima alla disperazione per aver buttato via l'occasione di vincere, la Juventus invece si è risvegliata da un incubo grazie a Gonzalo Higuain, che al 47' del secondo tempo ha pareggiato i conti, mandando in frantumi il sogno granata. No Pipita no party: Allegri aveva scelto di farlo riposare dopo 24 partite giocate consecutivamente, ma serve lui per rimettere le cose a posto.

TURNOVER E TRAVERSA — Allegri lascia fuori oltre al Pipita Buffon, Pjanic, Alex Sandro, Chiellini e Dani Alves, lancia Rincon a centrocampo e rimette Mandzukic a fare il centravanti, con Sturaro in fascia. Il ritorno della semifinale di Champions incombe e non si possono correre rischi. Mihajlovic s'affida a Belotti, Ljajic e Iago Falque e spera nei miracoli del portiere Hart. A salvare il Torino però è la traversa, che si mette tra il gol e Benatia dopo 15 minuti: il colpo di testa del difensore (dopo angolo di Dybala) colpisce il legno e poi sbatte poco prima della linea di porta. Il Toro nel primo tempo praticamente non tira mai in porta, i centrali bianconeri sono molto bravi a tenere a bada Belotti, la Juventus è propositiva ma confusionaria e Dybala si divora l'occasione del vantaggio poco prima dell'intervallo: uno due con Mandzukic dopo apertura di Cuadrado (bella azione) e tiro addosso al portiere.

VANTAGGIO E DOPPIO ROSSO — Però nel secondo tempo sono i granata a passare subito in vantaggio: senza Pjanic, Ljajic si trasforma nel mago delle punizioni e lascia di sasso Neto con un bijou che s'infila sotto l'incrocio dei pali. Poco dopo arriva l'episodio che può cambiare la partita: fallo di Acquah, già ammonito, che si becca il secondo cartellino e finisce sotto la doccia in anticipo. I granata protestano parecchio e Mihajlovic entra addirittura in campo per affrontare l'arbitro: espulso pure lui.

CI PENSA SEMPRE LUI — Nel frattempo Allegri, che aveva già mandato in campo Higuain, inserisce pure Pjanic con il chiaro intento di ribaltare il risultato. La Juve però spreca troppo: Rincon e Khedira non centrano la porta, Bonucci arriva in scivolata su un buon pallone ma non riesce a indirizzarlo. Il finale di partita è un assalto bianconero e nei minuti di recupero Higuian segna l'1-1 con un diagonale che fa esplodere lo Stadium. Al Torino resta la soddisfazione di aver fermato la striscia di vittorie di fila dei bianconeri in casa (33) e di aver dato tutto, ma anche il rammarico di aver preso un gol nel finale.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/05/2017 15:07
 
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Udinese-Atalanta 1-1: Perica risponde a Cristante

La squadra di Gasperini non va oltre il pareggio.
E stasera il Milan può portarsi a -3


Va bene così. Alla Dacia Arena finisce 1-1 tra Udinese e Atalanta. Risultato giusto tra una squadra, l'Udinese che vuole chiudere alla grande una buona stagione e rifarsi dopo la deludente partita di Bologna, e un'altra l'Atalanta che è sempre più vicina al sogno europeo, ma deve fare i conti con una situazione di squalifiche e infermeria devastante. Per festeggiare il traguardo la banda di Gasperini deve aspettare una settimana e far risultato contro il Milan sabato sera nella partita più attesa.


PRIMO TEMPO — Gasperini è in emergenza, mancano Kessie, Conti e Freuler soprattutto. Oltre a Konko, Dramé e Zukanovic. Così decide di affidare la fascia destra a Cristian Raimondi, 36 anni, che non giocava titolare dalla seconda di campionato. D'Alessandro può aspettare in panchina, pronto per dare gas nella ripresa quando rileverà il capitano. Anche Delneri, idolatrato dalla piazza, stupisce: lancia dal primo minuto il regista ventenne croato Andrjia Balic che la società ha comprato due anni fa con l'etichetta di fenomeno. Se la cava. Perica vince il ballottaggio con Thereau, Adnan quello con Gabriel Silva. L'Udinese opta per un 4-4-2 arretrando un tantino De Paul, Gasperini punta su un 3-5-2 perché Petagna e il malconcio Gomez sono avanti a Kurtic che è piazzato in mezzo. C'è tanto equilibrio, anche se le squadra giocano e lottano. Widmer scende poco perché deve guardare Gomez, l'Udinese ci prova con Zapata, Berisha risponde, stessa cosa fa Karnezis (eroe della gara d'andata vinta dai friulani) prima su Gomez e poi su Petagna. L'equilibrio si spezza due volte prima per un errore di Di Bello (arbitraggio insufficiente e 7 gialli) che non punisce un'entrata fallosa di Raimondi su Zapata e sarebbe stato il secondo giallo, poi per il colpo di testa di Cristante che segna il terzo gol in stagione saltando di testa sul corner di Gomez al 41'. E' il tredicesimo gol dei nerazzurri Da calcio d'angolo. All'Udinese non va e al riposo si va sulle proteste.

SECONDO TEMPO — La rabbia dei friulani è evidente, infatti all'8 Stipe Perica pareggia. Sono i centri stagionali per l'attaccante che esige giustamente spazi e si danna l'anima in campo. De Paul fa ballare i Verdi bergamaschi e mette al centro e il gigante di Zara prima assiste alla prodezza di Berisha, poi lo batte senza pietà. Gasp prova a trovare linfa da quel che ha in panchina. E in 17 minuti ha già fatto i tre cambi: D'Alessandro (da inizio ripresa) per Raimondi, il '99 Bastioni per lo spento Kurtic e Mounier per Gomez che proprio non sta bene e si vede. Ma Mounier non è il Papu e si vede. Delneri capisce che per Balic va bene così e inserisce Kums. Poi cambia pure le punte, perché Perica non ne ha più, ma i venti minuti finali non creano particolari emozioni. Il punto va bene a tutti. Anche ai 1300 sostenitori della Dea arrivati da Bergamo, per realizzare il sogno.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/05/2017 19:42
 
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Chievo-Palermo 1-1: Pellissier condanna i rosanero alla Serie B

Non basta la rete di Goldaniga: il gol su rigore del capitano gialloblù fa retrocedere i rosanero,
che erano obbligati a vincere per alimentare le speranze di salvezza



E dunque il Palermo va in B, come ampiamente previsto. Serviva un miracolo, non c’è stato. Ma lo fa a testa alta perché contro il Chievo (uscito tra i fischi) non sfigura, raddrizzando con merito la partita e puntando sull’orgoglio. Peccato per il brutto infortunio a Gazzi, uscito all’inizio del secondo tempo, dopo un contrasto con Inglese. Il centrocampista ha subìto un forte colpo alla spalla sinistra e ha lasciato il campo in ambulanza.

RITMO BASSO — Primo tempo a ritmo di allenamento. Il Chievo sceglie il basso profilo, il Palermo dovrebbe fare la partita, ma non ci riesce. Manca Rispoli (influenzato) e Bortoluzzi mette sulla fascia Gonzalez, che non è un esterno e si vede. Davanti non c’è Nestorovski, per la prima volta in stagione: al suo posto, il giovane ungherese Sallai e Diamanti, trequartista libero di alzarsi sulla linea dell’attacco. Rispetto a domenica scorsa, novità anche per Maran: un solo attaccante (Pellissier), alle sue spalle la coppia Castro-Birsa. Lentezza e tanto equilibrio con un paio di occasioni per parte: minuto 8, contropiede di Castro, tiro di Pellissier, respinge bene Fulignati. Minuto 14, Sorrentino respinge su Sallai. Due anche gli episodi arbitrali che fanno (un minimo) discutere: al 16’ Pellissier protesta per un intervento di Cionek, ma sembra tutto regolare. Al 32’ p.t. annullato giustamente un gol a Sallai che prima del tiro strattona Cesar.

LA REAZIONE — La partita si accende al 22’ del secondo tempo quando il Chievo passa su rigore, evidente, fischiato per un fallo di Bruno Henrique su Inglese. Pellissier è impeccabile dal dischetto. Ci si potrebbe aspettare il crollo di una squadra rassegnata e invece il Palermo reagisce nel modo migliore. In 3 minuti, dal 26’ al 29’, Sorrentino salva su Diamanti Goldaniga e Chochev. Nel finale, prima del lunghissimo recupero per l’infortunio di Gazzi, arriva il meritato pari: involontario assist di testa di Pellissier che tiene in gioco Goldaniga che tira al volo di destro. Stavolta Sorrentino non può farci nulla. Ancora il difensore è protagonista tre minuti dopo quando devia in rete di testa, ma il gol è giustamente annullato per fuorigioco. Finisce così: Palermo in B.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/05/2017 19:47
 
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Genoa-Inter 1-0, Pandev segna, Lamanna para un rigore a Candreva

Kondogbia espulso nel finale, Icardi sostituito dopo il gol rossoblù:
continua la crisi nerazzurra. Genoa più vicino alla salvezza



E' finita l'Inter e sono finiti gli aggettivi. Per educazione, limitiamoci ad un imbarazzante nel commentare la (non) prestazione di Marassi, dove un Genoa con poca cifra tecnica ma con l'orgoglio che manca ai nerazzurri vince 1-0 con un gol di Pandev e allontana il rischio retrocessione. Nel finale Candreva sbaglia un rigore e Kondogbia si fa cacciare. Inter non pervenuta, molle e scollata. Ed è addio a quel sesto posto cui gli interisti confermano di non aver mai ambito.

CAOS CALMO — Juric lancia i '94 Beghetto e Biraschi in un 3-4-1-2 in cui Rigoni e Palladino stanno larghi alle spalle di Simeone. Pioli invece non rischia Gabigol, ma manda comunque in panchina sia Banega sia Joao Mario. Dietro a Icardi c'è Eder. Emergenza in difesa, al fianco di Medel gioca Andreolli, alla prima da titolare in campionato dopo due anni. Una gara già tesa di suo per il momento drammatico delle due squadre si infiamma già al 5'. Il cerino sulla benzina lo lancia il sestetto arbitrale guidato da Damato. Doppio l'errore sul lancio di Lazovic, visto che Simeone scatta in sospetto fuorigioco e viene steso in area da Medel. Non viene sanzionato nulla, Juric e Marassi esplodono. Con la beffa di perdere il Cholito, che nell'occasione si fa male alla caviglia e malgrado non voglia arrendersi dopo poco deve lasciare il posto all'ex Pandev. Si va a fiammate, tra errori marchiani e scivolate (Icardi non sta in piedi per tutto il primo tempo). Il Genoa ci mette più grinta ma si perde sulla trequarti, l'Inter ultima versione è al solito compassata e rimane di fatto spezzata in due, con D'Ambrosio che spinge meno del solito, Gagliardini e Kondogbia che non riescono quasi mai a cucire i reparti. In questa pochezza ci si affida ai tiri da fuori, ma Kondogbia sfiora il palo, Eder chiama al volo Lamanna che poi si esalta sul destro deviato di D'Ambrosio. Beghetto (che sostituisce lo squalificato Laxalt) è quasi sempre sulla linea dei difensori. Candreva non sfonda e Perisic dall'altra parte trova un solo vero lampo, ma al 41' sul suo cross dal fondo Eder non ci arriva e Candreva ci va molle e buca un facile tap-in.

DECIDE L'EX — Nessun cambio nell'intervallo. E non varia nemmeno il triste canovaccio. L'unica azione da registrare, al 13', porta a un sinistro di Perisic neutralizzato da Lamanna. L'Inter è lunga come la striscia senza vittorie (siamo a sette), il Genoa non trova sbocchi sulle fasce e idee sulla trequarti. La svolta al 25': Cataldi con un tocco intelligente libera Veloso nel deserto della mediana interista, gran botta sulla traversa e tap-in di Pandev. Pioli a questo punto decide di inserire Gabigol e Palacio per Icardi (che va in panchina ignorando il tecnico) ed Eder. Poco cambia, anche se agli ospiti nel finale arriva il regalo di un rigore per mani di Burdisso. Ma Candreva se lo fa parare da Lamanna e Kondogbia si fa espellere dopo aver mandato a quel paese l'arbitro. La grinta viene fuori solo quando si tratta di protestare. L'Inter ha davvero toccato il fondo. Anzi, forse no. Perché con questa squadra non c'è davvero limite al peggio.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/05/2017 19:51
 
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Lazio-Sampdoria 7-3, Europa in cassaforte

La squadra di Inzaghi timbra la qualificazione alle coppe con uno show propiziato
dall'espulsione di Skriniar che al 19' lascia i blucerchiati in 10.
Doppietta di Immobile, gol biancocelesti di Keita, Hoedt, Felipe Anderson, De Vrij e Lulic


I tre punti che servivano alla Lazio per timbrare la qualificazione in Europa arrivano dal 7-3 contro la Sampdoria in una gara frizzante che diverte anche Roberto Mancini, in tribuna nella veste di doppio ex. Blindato il sesto posto, ora la squadra di Inzaghi attende il posticipo di San Siro: se il Milan non vincerà contro la Roma, sarà aritmetico il quinto posto che permette l’accesso diretto alla fase a gironi. Davanti ai 40mila dell’Olimpico, la terza vittoria di fila della Lazio viene scandita dai gol di Keita, Immobile (doppietta), Hoedt, Felipe Anderson, De Vrij e Lulic, mentre la rete di Linetty (2-1) dà una fugace illusione per riaprire la gara e la doppietta di Quagliarella integra solo il 7-3 finale. Al di là del punteggio, schiacciante la supremazia dei biancocelesti sui doriani, che nelle ultime quattro giornate hanno incassato appena un punto.


LAZIO A VALANGA — Inzaghi rilancia il 3-5-2. In difesa, Hoedt viene preferito a Radu. Rientra dal primo minuto Felipe Anderson, che arretra in una mediana rimpastata per la squalifica di Parolo. In attacco, torna Immobile dopo il forfait nel derby. Giampaolo effettua tre ritocchi rispetto alla formazione che ha pareggiato in casa del Torino. Nel reparto arretrato, spazio a Dodò; in mediana, riecco Barreto; nella trequarti, c’è Djuricic. Al primo tentativo la Lazio sblocca la gara: al 2’, su lancio di Milinkovic, Keita brucia sullo scatto Skriniar e infila Puggioni. Sesto gol in tre giornate per l’attaccante senegalese, che si porta a quota 14 in campionato. La Sampdoria si riorganizza ed al 17’ ha una doppia chance, ma Strakosha è pronto ad opporsi a Djuricic e poi a Linetty. Al 19’ la Lazio raddoppia con Immobile su rigore concesso per atterramento di Keita da parte di Skriniar, che viene espulso. Giampaolo passa al 4-4-1 e riequilibra la difesa con l’ingresso di Regini al posto di Schick, che non è al meglio. Al 27’ la Lazio potrebbe triplicare, ma il sinistro di Keita è di pochissimo a lato. La Sampdoria coglie l’occasione per colpire: al 32’, su traversone di Bereszynski dalla destra, sbuca indisturbato Linetty e il suo sinistro angolato va a segno. Al 36’, Hoedt, innescato da un angolo di Biglia e da una sponda di Lulic, sigla con un tocco sotto porta il terzo gol della Lazio. Due minuti dopo ancora in gol la squadra d Inzaghi: Felipe Anderson trasforma il rigore concesso per fallo su Lulic da parte di Regini. Ma prima dell’intervallo la Lazio segna di nuovo. Dalla destra Biglia centra per De Vrij che dai 20 metri firma il 5-1.

FESTIVAL DEI GOL — La ripresa parte con una novità nella Sampdoria: Pavlovic rileva Dodò. La Lazio continua a dominare, proponendosi con disinvoltura in fase conclusiva. La squadra di Giampaolo si rimbocca le maniche con generosità, ma soffre i ritmi elevati degli avversari. Inzaghi avvicenda De Vrij e Milinkovic con Patric e Murgia. Al 20’, matura anche il sesto gol della Lazio: capocciata di Lulic su cross di Patric. Ultimi due cambi: Lombardi al posto di Biglia mentre Sala sostituisce Bereszynski. Al 25’ Keita ispira la zampata di Immobile, che così raggiunge il suo primato di gol, eguagliando le 22 reti col Torino nel 2013-14 quando fu capocannoniere. Sussulto della Samp: al 27’ su lancio lungo di Regini, Quagliarella batte Strakosha. Poi al 45’ su rigore (Wallace atterra Torreira), l’attaccante firma la sua doppietta prima della festa finale dall’Olimpico per il giro di campo della squadra di Inzaghi.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/05/2017 19:54
 
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Pescara-Crotone 0-1, decide Tonev

Gli uomini di Nicola faticano all’Adriatico contro i
biancoazzurri di Zeman, rimasti poi in 10 per il rosso a Benali.
Sblocca il risultato un gran tiro del bulgaro, entrato nella ripresa


La magia di Tonev a 20’ dalla fine probabilmente non basterà al Crotone per salvarsi: pesanti le contemporanee vittorie di Genoa (sempre a +5) e Empoli (resta a +4). Ma se non altro Nicola allunga la striscia positiva (sei risultati utili consecutivi, meglio della Juve da aprile, solo il Napoli come i calabresi) e alla squadra non resterà il rammarico di non averci provato. Anche se, a parte il destro del bulgaro all’incrocio, la partita l’ha giocata meglio - se per meglio si intende con più volontà - il Pescara di Zeman. Non è una novità.

POCHE OCCASIONI — Primo tempo decisamente noioso nella prima parte, sebbene la necessità di classifica del Crotone e soprattutto la voglia (non irresistibile) del Pescara di dare un senso al finale di stagione abbiano reso appena più vivace la seconda metà del primo tempo. L’occasione migliore - nonché unica da entrambe le parti - è capitata a Bahebeck, lanciato a rete da un improvvido retropassaggio calabrese dopo 37 (esatto, trentasette) minuti. Cordaz saltato, poi appoggio in porta dell’attaccante pescarese, talmente debole da consentire il rientro in corsa di Ferrari con deviazione in angolo.

I CARABINIERI — Nel secondo tempo tre sole segnalazioni. Il gol di Tonev dal limite dell’area - di cui si è già detto - e il conseguente parapiglia scoppiato in tribuna per l’esultanza - giudicata eccessiva dal focoso pubblico abruzzese - del d.g. calabrese Raffaele Vrenna. Sono dovuti accorrere i carabinieri per riportare la calma e allontanare i rappresentati del Crotone. Nel finale l’espulsione di Benali per proteste (voleva un rigore per contatto dubbio con Capezzi) ha azzerato anche le minime speranze di pareggio del Pescara.

Andrea Fanì

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/05/2017 19:57
 
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Sassuolo-Fiorentina 2-2, Bernardeschi firma il pari al 94!

Viola in vantaggio con Chiesa nel primo tempo, dopo che Consigli aveva parato un rigore a Kalinic.
Nella ripresa escono gli emiliani con Politano e Iemmello, poi l'attaccante viola pareggia a tempo scaduto.
Espulso Rodriguez



All’ultimo assalto la Fiorentina realizza con Bernardeschi il gol del 2-2. Un piccolo capolavoro del talento di Carrara. Un pareggio che però allontana ancora di più la squadra di Sousa dalla zona Coppe. Partita divertente. Condizionata da tante discusse decisioni dell’arbitro Gavillucci. La Fiorentina ha giocato buona parte della ripresa con un uomo in meno per l’espulsione di Gonzalo Rodriguez per fallo da ultimo uomo su Berardi.

IL MATCH — Parte bene il Sassuolo. Al 4’ uno schema da calcio d’angolo libera al tiro Duncan: la conclusione del centrocampista viene deviata da Tatarusanu sulla traversa. La squadra di Di Francesco insiste. E quattro minuti dopo è Berardi a sfruttare un errore di Sanchez e a presentarsi davanti al portiere rumeno. Conclusione immediata e grande risposta di Tatarusanu. Un infortunio muscolare di Badelj obbliga Sousa a ricorrere alla panchina. Al posto del croato entra Bernardeschi mentre Borja Valero arretra sulla linea ei centrocampisti. La novità giova alla Fiorentina che guadagna campo. Alla mezzora Bernardeschi dopo un bel numero sulla linea di fondo libera in area Kalinic ma la conclusione del centravanti viene respinta da Cannavaro. La squadra di Sousa insiste e al 33’ guadagna un calcio di rigore per un sospetto intervento di Adjapong su Bernardeschi. L’esecuzione è affidata a Kalinic. Consigli è strepitoso nel respingere la conclusione del croato e nell’opporsi anche alla successiva ribattuta. Pure il Sassuolo invoca un rigore per un contatto in area Gonzalo-Berardi. Ma l’arbitro Gavillucci fa segno di continuare. Al 37’ la Fiorentina passa in vantaggio. Delizioso assist di Borja Valero che pesca Chiesa in area, bello il controllo del talento viola che appoggia in rete sull’uscita di Consigli.

LA RIPRESA — Di Francesco inserisce a inizio ripresa Politano al posto di Ragusa. Il Sassuolo riparte con grande aggressività. Al 6’ Tatarusanu è bravo a ribattere una conclusione al volo da dentro l’area di Sensi. Gli emiliani insistono. Matri di testa impegna ancora il portiere viola. La Fiorentina fatica ad allentare l’assedio. Al 16’ Berardi semina avversari in dribbling. Spettacolo vero. Poi crolla a terra dopo un contatto con Cristoforo. Sousa corre ai ripari inserendo Tello al posto di uno stanco Chiesa. Il Sassuolo sfonda con facilità sulla corsia di destra grazie alle accelerazioni di Adjapong. Al 24’ l’arbitro Gavillucci annulla un gol di testa a Bernardeschi per dubbio fuorigioco del numero 10. E lo stesso succede un minuto dopo una conclusione vincente di Berardi. Pure lui segnalato in posizione irregolare. Di Francesco si gioca anche la carta Iemmello (un ex) inserito al posto di Matri (un altro ex). Al 28’ arriva il pareggio del Sassuolo. L’arbitro Gavillucci assegna un rigore per un contatto in area Gonzalo-Berardi. Il difensore viola viene espulso per fallo da ultimo uomo. Politano realizza l’1 -1 spiazzando Tatarusanu. Grandi polemiche da parte della Fiorentina per la decisione del signor Gavillucci. Contestato da entrambe le squadre per i rigori concessi e per altre valutazioni. Iemmello ha la palla buona per regalare il vantaggio al Sassuolo. Ma la conclusione è debole. L’attaccante emiliano fa molto meglio al 40’ realizzando il gol della vittoria con un perfetto colpo di testa. La Fiorentina però non si arrende e nel finale pareggio con un capolavoro di Bernardeschi, al 94'.

Luca Calamai

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/05/2017 23:16
 
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Empoli-Bologna 3-1: a segno Croce, Pasqual e Costa.
Verdi, perla inutile

La squadra di Martusciello ottiene la terza vittoria nelle ultime quattro partite.
Dopo il botta e risposta iniziale, le reti dell'ex Fiorentina e del centrale indirizzano la gara



Dopo la sosta contro il Sassuolo, l'Empoli torna a macinare punti e ottiene la terza vittoria nelle ultime 4 gare, compiendo un altro balzo in chiave salvezza. I toscani superano meritatamente il Bologna, passando in avvio di gara, trovando una seconda volta il vantaggio e poi controllando la partita una volta siglato, in avvio di ripresa, il 3-1. Apre le danze il primo gol in campionato di Croce, che da due passi gela Mirante. La risposta di Donadoni è affidata al solito Verdi: serpentina a cui segue un bolide che si insacca. L'Empoli però non ci sta e passa ancora: la rete che svolta la gara è quella di Pasqual. Una rete bella e di importanza capitale. In avvio di ripresa la partita va in ghiaccio, con Costa che segna il definitivo 3-1. Considerando i risultati degli altri campi, l'Empoli rimane a +4, quando mancano tre giornate alla fine.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/05/2017 23:19
 
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Milan-Roma 1-4: Dzeko doppietta, Pasalic, El Shaarawy e De Rossi gol

Prova di forza giallorossa al Meazza:
il bosniaco, l'ex e il centrocampista su rigore stendono i rossoneri,
inutile la rete del croato sullo 0-2.
Paletta espulso


La Roma rimonta il Napoli nella notte di San Siro: Spalletti comanda ancora su Sarri per il secondo posto, con distanza riportata a due punti. Per il Milan è la seconda sconfitta casalinga consecutiva, dopo quella con l’Empoli: una sola vittoria nelle ultime sei. Un riassunto di quello che pensa San Siro si ha già alla fine del primo tempo: fischi alla squadra, ma neppure troppi tanto è evidente la superiorità avversaria, e primi, sentiti, applausi per Francesco Totti già alla lettura delle formazioni (omaggiato con uno striscione anche nella ripresa). Il Milan aveva dovuto rinunciare a Calabria per un problema muscolare: contro Salah, dentro Vangioni. Confermata invece la terza panchina consecutiva per Bacca: davanti c’è Lapadula. Nella Roma ecco Perotti al posto dell’ex El Shaarawy.

DOMINIO ROMA — Alla fine dei primi 45’ la partita ha già raccontato moltissimo. Donnarumma ha fatto due volte il fenomeno, la Roma è pericolosa in ogni discesa (arrivando davanti a Gigio in velocità e con pochi tocchi) e Montella soffre accovacciato sulla linea dell’area tecnica: il suo Milan ha poche armi con cui ribattere. Il vantaggio giallorosso si concretizza già dopo otto minuti: doppio scambio tra Salah e Dzeko, in area il centravanti trova con il destro l’angolino alto alla sinistra di Donnarumma. Al 28’ il bosniaco, sempre più leader dei marcatori, raddoppia di testa su preciso angolo battuto da Paredes. E’ dominio Roma. In mezzo ci prova Salah, che solo in area calcia alto (la posizione dell’egiziano mette spesso in difficoltà Vangioni), lo stesso fa Dzeko e poi il tentativo di Perotti sbattuto sul portiere. Soprattutto i due tentativi deviati sul palo da uno straordinario Gigio: prima il destro a giro di Perotti, che senza il suo tocco avrebbe firmato il tris. E stesso discorso sulla conclusione di Nainggolan, fatta sbattere sul palo con Salah che in seguito spara altissimo. Il Milan? Nessun segnale dal centravanti, Lapadula. Pochissimo dagli esterni, Suso si vede raramente mentre Deulofeu è più dinamico ma insieme più confusionario. Si segnalano un paio di conclusioni dalla distanza: Mati e poi Sosa, nient’altro.

SORPRESA — Montella tenta subito il primo cambio: Bertolacci per Mati Fernandez (Spalletti replica con El Shaarawy per Perotti infortunato), ma è il ritmo rossonero che non cambia. La Roma giustamente si adatta e si arriva fino a metà tempo tra noia e monotonia, esclusi un tiro centrale di Emerson e una conclusione sbilenca di Dzeko. Il Milan, che butta dentro anche Ocampos, si affida ai soliti tiri dalla distanza: stavolta va Bertolacci, a lato. El Sha si esibisce nel proprio repertorio: stretta e tiro a giro, Gigio c’è. Alla mezz’ora, pare incredibile, il Milan la riapre: da azione d’angolo Ocampos fa da sponda e Pasalic arriva in tuffo per dimezzare lo svantaggio. Tanto suona strano che dopo appena 2’ la Roma trova il tris: sponda stavolta di Dzeko e destro all’angolo dell’ex El Shaarawy, che non esulta. Salah deviato da De Sciglio e infine l’ingresso di Bruno Peres (con lo stadio che invoca Totti: romanisti e milanisti, che applaudono il coro “c’è solo un capitano”). Anche così si spengono le luci a San Siro. Anzi, si riaccendono per il quarto gol romanista: Paletta (espulso) abbatte Salah in area, De Rossi trasforma dal dischetto per il poker giallorosso.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/05/2017 23:23
 
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SERIE A 2016/2017 35ª Giornata (16ª di Ritorno)

06/05/2017
Napoli - Cagliari 3-1
Juventus - Torino 1-1
07/05/2017
Udinese - Atalanta 1-1
Chievo - Palermo 1-1
Empoli - Bologna 3-1
Genoa - Inter 1-0
Lazio - Sampdoria 7-3
Pescara - Crotone 0-1
Sassuolo - Fiorentina 2-2
Milan - Roma 1-4

Classifica
1) Juventus punti 85;
2) Roma punti 78;
3) Napoli punti 77;
4) Lazio punti 70;
5) Atalanta punti 65;
6) Milan punti 59;
7) Inter e Fiorentina punti 56;
9) Torino punti 50;
10) Sampdoria punti 46;
11) Udinese punti 44;
12) Chievo punti 42;
13) Cagliari punti 41;
14) Sassuolo punti 40;
15) Bologna punti 38;
16) Genoa punti 33;
17) Empoli punti 32;
18) Crotone punti 28;
19) Palermo punti 20;
20) Pescara punti 14;

(gazzetta.it)
13/05/2017 23:33
 
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Fiorentina-Lazio 3-2: decisivo Kalinic, Parolo si infortuna

Tutto nella ripresa: Keita porta avanti Inzaghi, poi Babacar, il croato e l'autogol di Lombardi.
Inutile il gol di Murgia.
Contusione nel finale per il centrocampista: finale di Coppa Italia a rischio



Abulica per lunghi tratti, a un certo punto pure contestata dal suo pubblico (la contestazione in realtà c'è per i proprietari del club, ma anche i giocatori sono invitati a dare di più, per usare un eufemismo), ma alla fine la Fiorentina riesce lo stesso a ottenere un successo (3-2) che la rilancia nella corsa all'ultimo posto utile per l'Europa League. Le prossime partite diranno se sono stati tre punti utili o solo platonici. Intanto però i viola se li tengono stretti. La Lazio, invece, incassa il record di gol in campionato (sono 72, il precedente era di 71) e rinvia alle prossime gare gli altri tre primati (punti, vittorie esterne e complessive). Sconfitta indolore per la squadra di Inzaghi che è già con la testa alla finale di Coppa Italia con la Juve di mercoledì prossimo. Un impegno che la condiziona ancor prima di scendere in campo, con le scelte del tecnico che risparmia quasi tutti i titolari. Decisione favorita ovviamente dal fatto che i romani l'Europa League l'hanno già messa in cassaforte da una settimana.

AMICHEVOLE — Per quasi un'ora la partita somiglia molto ad un'amichevole nella quale le due squadre vivono di sprazzi senza dare l'impressione di volersela giocare fino in fondo. Le occasioni non mancano da una parte e dell'altra (Luis Alberto e Babacar i più attivi), ma lo 0-0 con cui le due squadre vanno al riposo rispecchia fedelmente l'andamento di una tipica gara di fine stagione. Atteggiamento comprensibile per gli ospiti, che non devono ormai ottenere più nulla da questo campionato, un po' meno da parte dei padroni di casa che al sesto posto possono ancora ambire.

RIPRESA PIU' ACCETTABILE — Dopo l'intervallo, però, la partita si accende. A provocare il cambio di scenario sono le accelerazioni della Lazio e in particolare di Keita, uno dei pochi titolari che Inzaghi manda in campo. Il senegalese prima sfiora il gol al 10', quindi un minuto più tardi lo realizza sul lancio di Luis Alberto (imbucata perfetta da parte dello spagnolo). La rete del vantaggio ospite sveglia la squadra di casa. Unitamente ai cambi che Sousa opera immediatamente. Dentro, tutti insieme, Kalinic, Tello e Sanchez per Olivera, Chiesa e Cristoforo. Il cambio di passo è immediato, tanto che nel giro di una decina di minuti la Viola ribalta completamente la partita. Pareggia Babacar, bravo ad anticipare di testa Lombardi e beffare Strakosha, la rete del sorpasso è di Kalinic, lesto a raccogliere una respinta di Strakosha su tiro di Tello che finisce sui piedi di Radu. Il tris arriva invece con un autogol di Lombardi. Sfortunatissima la prova del baby laziale, che entra poco prima del tracollo laziale al posto di Lukaku, che si ferma per un problema muscolare (probabilmente è out per mercoledì). Successivamente si blocca anche Parolo per una contusione (da valutare per la Juve), quando però Inzaghi ha già esaurito i cambi (Immobile e Anderson erano entrati per Keita e Djordjevic). Pur con l'uomo in meno la squadra di Inzaghi riapre comunque la gara con la rete di testa di Murgia (altro assist per Luis Alberto). Ma la partita finisce lì.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
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