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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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07/01/2017 23:35
 
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Empoli-Palermo 1-0, Maccarone flash: entra e segna dopo 118"

Un rigore realizzato al 33' della ripresa da Maccarone,
a meno di due minuti dal suo ingresso in campo,
regala ai toscani la vittoria che vale il +7 sui rosanero terzultimi



Maccarone, e chi altrimenti. Il grande ex della partita, simbolo dell'Empoli, decide l'atteso scontro salvezza del Castellani piegando il Palermo dagli undici metri 1'58"’ dopo il suo ingresso in campo (solo Cataldi della Lazio contro l’Atalanta – 1'41"’ – è stato più rapido a segnare entrando dalla panchina in questa Serie A). Così, alla mezz'ora della ripresa, Big Mac si procura il calcio di rigore e lo realizza con precisione e freddezza: Castellani in delirio e Palermo col capo chino, a -7 dai toscani e col morale sotto i tacchetti.

TIRO MANCINO — Una partita tattica e due squadre fin dall'inizio molto attente a non commettere errori: troppo alta la posta in palio. Il pallone viene trattato con cura da difensori e centrocampisti, nulla è concesso all'improvvisazione. Gli ospiti partono con intraprendenza e danno l'impressione di poter imporre un marchio sullo scontro salvezza. Ma nei sedici metri è dura penetrare il muro centrale formato da Bellusci e Cosic, laddove Laurini è impeccabile nel contrastare le scorribande di Morganella. L'iniziativa dei rosanero, ben ordinata, dura venti minuti, poi i ruoli si invertono ed è l'Empoli a guadagnare metri di campo e a rendersi pericoloso con Bellusci al 25': un siluro scagliato di sinistro, quello del difensore (primo tiro in porta della gara), che l'elettrico Posavec alza sopra la traversa. Ci prova 2' dopo anche Diousse dal limite dell'area, ma la mira stavolta è imprecisa. Poi in due occasioni, sugli sviluppi della stessa azione, Cionek salva la sua squadra liberando l'area in extremis. I siciliani chiudono la prima frazione alzando il baricentro e contrastando i portatori di palla empolesi con puntualità fino al termine.

LA SVOLTA — Corini, alla ripresa del gioco, decide di avanzare qualche metro Quaison al fianco di Nestorovski e di arretrare Bruno Henrique (in marcatura du Krunic), il cui lavoro in copertura garantisce equilibrio tattico al Palermo. La tensione è palpabile: falli a ripetizione, gioco in mezzo al campo col contagocce. Stavolta è il Palermo a creare la prima occasione da gol: merito di Quaison che al 21' lascia partire un destro dal limite deviato in tuffo da Skorupski. Ma è un fuoco di paglia. La partita si trascina fino alla mezz’ora, poi all'improvviso Martusciello decide di gettare nella mischia Maccarone e la svolta è servita: sul bel cross di Krunic, in fondo ad una ripartenza bruciante dell’Empoli, Cionek atterra Big Mac e Valeri indica giustamente il dischetto. Dagli undici metri l'uomo decisivo della serata infilza Posavec alla sua destra e spinge su l'Empoli. Fine della storia: i padroni di casa resistono agli assalti finali dei rosanero (Balogh, in particolare, pericoloso in un'occasione, infine i siciliani chiedono a torto un penalty per una presunta spinta di Krunic su Rispoli) e ormeggiano in porto tre punti pesantissimi.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/01/2017 23:39
 
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Napoli-Sampdoria 2-1. Tonelli, gol vittoria al 95'

I blucerchiati approfittano dei primi 45' orribili degli azzurri:
avanti all'intervallo, giocano la ripresa in 10 per il rosso a Silvestre.
Gabbiadini timbra il pari, nel recupero il gol vittoria


Incredibile, ma Napoli. All'ultimo assalto, al 95', in rimonta e con un gol di Tonelli che era all'esordio, la squadra azzurra ha la meglio su una Sampdoria penalizzata dall'arbitro Di Bello che ha espulso ingiustamente Silvestre quando i blucerchiati erano ancora in vantaggio. Finisce 2-1 per gli azzurri sotto al 30' con un autogol di Hysaj, pari al 77' di Gabbiadini e nel finale il colpo da k.o. di Tonelli. Così, la corsa scudetto continua anche se stavolta il risultato premia la squadra di Sarri oltre i propri meriti. Nel gelo di Fuorigrotta, il tecnico toscano si "vendicava" per gli errori commessi da Diawara e Zielinski a Firenze dando spazio in avvio ad Allan e Jorginho. Esordio per Tonelli al fianco di Maksimovic, anche lui deludente al Franchi. La vera sorpresa, invece, era l'assenza iniziale di Muriel nella Sampdoria (in panchina come Pavoletti nel Napoli). Alvarez trequartista dietro Schick e Quagliarella, questa la soluzione scelta da Giampaolo.


ERRORI POCO ... SCHICK — Poco Napoli e tanta Samp nel primo tempo per via dell'organizzazione tattica degli ospiti e degli errori tecnici dei padroni di casa, soprattutto in fase di palleggio. Eppure gli azzurri avevano spazio per affondare sugli esterni dove erano in superiorità numerica. Tuttavia, Insigne sembrava poco ispirato al pari di Mertens (autore comunque dell'unico tiro in porta di una certa pericolosità). Di contro, Alvarez trovava spesso spazio alle spalle di Jorginho anche se poi non era fortunato al momento di calciare in porta (punizione alta di un soffio al 28'). Più fortunato, invece, Schick nell'occasione che portava in vantaggio la Sampdoria: bravo l'ex Sparta Praga ad approfittare dell'errore di Chiriches nell'anticipo e ad involarsi verso Reina, il cross impattava su Hysaj e finiva in rete ghiacciando il San Paolo. La reazione del Napoli era sterile, anzi la Sampdoria non andava mai in sofferenza fino all'intervallo.


ROSSO E SVOLTA — Sarri deve essersi fatto sentire durante l'intervallo perché dopo due minuti il Napoli andava vicinissimo al pareggio con Mertens che sparava alto da ottima posizione su un disimpegno sbagliato di Regini. Era l'inizio di un forcing che portava Hamsik due volte al tiro mentre Giampaolo si giocava la carta Muriel per il contropiede e per pochissimo non raddoppiava con il solito Schick, il cui tiro a botta sicuro era murato da Hysaj. Il tempo del corner che Di Bello estraeva il rosso per doppia ammonizione a Silvestre, reo secondo l'arbitro di un tocco su Reina dopo un rilancio del portiere azzurro. Secondo giallo davvero discutibile perché il contatto sembra non esserci e Sampdoria in dieci.

LA MOSSA DI MANOLO — A quel punto ospiti tutti dietro, tranne l'indiavolato Muriel, e Napoli d'assalto (4-2-3-1 con l'innesto di Gabbiadini per Jorginho) ma impreciso con Mertens al 24' su sponda perfetta di Callejon. Il fortino doriano crollava proprio sotto i colpi di Gabbiadini, che al 32' spingeva in rete da pochi passi un assist di Callejon su cross al bacio di Insigne. Gabbiadini, autore del secondo gol consecutivo dopo quello di Firenze, sembrava quasi psicologicamente sbloccato dall'imminente cessione e metteva di nuovo i brividi a Puggioni a cinque minuti dal termine (bravo il portiere doriano a respingere come a mettere in corner poco dopo un destro di Hamsik). Le mischie finali sembravano improduttive ma al 50' Strinic, grazie ad un rimpallo, si trovava il pallone giusto da servire all'indietro per l'accorrente Tonelli: piattone destro, palla in rete, San Paolo in estasi e Sampdoria beffata.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/01/2017 23:40
 
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08/01/2017 12:03
 
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Il Joker dell'Oasi
oggi ho schierato Ninkovic titolare......
08/01/2017 12:50
 
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Fatascalza, 07/01/2017 23.40:

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ho visto il gol in diretta e ho immaginato te che cadi dal divano per la gioia. [SM=x714078]
08/01/2017 15:38
 
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Udinese-Inter 1-2: Perisic doppietta dopo il gol di Jankto

Una doppietta del croato regala ai nerazzurri il quarto successo consecutivo in campionato.
Inutile la rete del ceco nel primo tempo che illude i friulani



Il primo pranzo pallonaro del 2017 va di traverso all'Udinese, che contro l'Inter si illude con Jankto ma poi deve inchinarsi alla classe di Perisic, autore della doppietta che permette alla squadra di Pioli di vincere la quarta gara consecutiva e tenere il passo Champions. Nerazzurri bravi a crederci sino in fondo e fortunati a non essere andati sotto di due reti (palo di De Paul) in un primo tempo in cui hanno faticato a leggere alcune situazioni tattiche. In tribuna anche Steven Zhang, figlio del boss di Suning Jindong, ormai una sorta di porta fortuna per i suoi.

BINARIO IMPARI — Delneri recupera Thereau in un 4-3-3 che diventa 4-1-4-1 in fase di non possesso con il francese e De Paul che si abbassano e Kums piantato davanti alla difesa. Pioli preferisce Banega a Joao Mario in un 4-2-3-1 ibrido per i movimenti dell'argentino, che spesso scende a trovare palloni giocabili. Parte meglio l'Inter, che cerca di pressare alto e fare la partita. Il problema è che quando l'Udinese recupera palla i nerazzurri faticano a recuperare le posizioni. È chiaro dopo pochi minuti che la partita pende dalla parte del binario sinistro dei padroni di casa. Samir cancella Candreva, ma soprattutto Jankto trova poca opposizione in Brozovic e in coppia con Thereau fa quello che vuole tra D'Ambrosio e Murillo. Al 6' Fofana e il ceco impegnano due volte Handanovic. L'Inter risponde solo con una telefonata di Candreva a Karnezis. La svolta al 17', con Samir che prende palla a centrocampo, ne salta tre e pesca l'inserimento di Jankto, freddo sull'uscita di Handanovic. L'Inter balla, Zapata trova il fondo sempre a sinistra e serve De Paul, che colpisce il palo. Due minuti dopo ancora Jankto sfrutta gli affanni di Murillo, ma non trova il raddoppio. Al 32' Zapata segna a gioco fermo, dopo un fallo di Thereau su D'Ambrosio, bravo a recuperare dopo un numero del francese. Annullata una rete anche ai nerazzurri, con Perisic appena oltre la linea sul cross di Candreva. Widmer al 45' si mangia il raddoppio da angolo sporcato e l'Udinese viene punita all'ultimo secondo del recupero. Bravo Icardi a lavorare un pallone sull'estremo sinistro dell'area e a servire Perisic, che di sinistro beffa un colpevole Karnezis sul suo palo.

UOMO DEI FINALI — Inter più sul pezzo a inizio ripresa, con Murillo che dopo gli stenti iniziali non sbaglia più nulla, mentre Brozovic e Candreva ora sono nel vivo del gioco. Banega al 4' non trova l'angolo giusto sul cross dell'ex Lazio e lascia il campo subito dopo un sinistro di Zapata vicino al palo. La mobilità di Joao Mario dà subito un'altra dimensione alla manovra, anche perché svariando sul fronte d'attacco il portoghese spesso costringe uno tra Danilo e Felipe ad uscire dall'area. Anche Kums fatica a tenere l'ex Sporting, così Delneri al 18' lo sostituisce con Halfredsson. Al 25' Perisic si guadagna una punizione centrale appena fuori dall'area (fallo di Danilo) ma poi apre troppo il sinistro. Perica rileva uno spremuto De Paul in un finale in cui le squadre si allungano assai. Zapata, che sembrava essersi infortunato a metà primo tempo, invece è l'unico attaccante bianconero a finire la gara, visto che Thereau lascia il posto a Matos. Ma le squadre ora sembrano stanche e faticano a farsi del male. A ravvivare il finale ci prova al 38' Karnezis, con un'uscita a farfalle. Joao Mario si ritrova la porta spalancata, ma sul suo destro a colpo sicuro fa il miracolo Widmer. Mossa disperata di Pioli, con Eder per Kondogbia e Joao che scala. L'oriundo al 42' si guadagna una punizione sulla trequarti che Joao Mario pennella per la testa di Perisic, lasciato solo sul secondo palo per il gol del trionfo interista.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/01/2017 19:15
 
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Chievo-Atalanta 1-4: Papu Gomez doppietta e gol di Conti e Freuler

Per la squadra di Gasperini è il quinto successo esterno (in A solo la Juve ha fatto altrettanto).
Il neo-interista Gagliardini e Caldara in panca. Veneti deludenti


I ragazzi terribili di Gasperini danno una lezione che i veterani di Maran difficilmente dimenticheranno. La sorprendente Atalanta (quinta vittoria in trasferta, come solo la Juve ha saputo fare) stupisce ancora, demolisce il Chievo dopo averlo cucinato a fuoco lento e si propone per un posto in Europa: 4 gol, diverse altre occasioni e una dimostrazione imbarazzante di superiorità. Al Bentegodi è finita 1-4: serve altro?

PAPU SHOW — Le cose si mettono subito bene per Gasperini che lascia in panchina i gioielli Gagliardini, a un passo dall’Inter, e Caldara, reduce dalla febbre e juventino tra un anno e mezzo. I gol sono un capolavoro di velocità e organizzazione. Il primo: da Petagna a Freuler che da sinistra mette al centro. Dainelli in ritardo, palla a Gomez che batte Sorrentino. Il secondo: l’assist è di Spinazzola che da sinistra lascia partire un cross basso, il Papu controlla e replica. Il terzo: tiro di Petagna ribattuto, riprende il solito Gomez, Sorrentino respinge, per Conti è semplicissimo segnare col piattone a porta vuota. E il passivo avrebbe potuto essere ancora più pesante se al 39’ l’arbitro avesse fischiato un rigore per un mani in area di Dainelli.

PETAGNA UOMO ASSIST — Maran nell’intervallo prova a dare una scossa a una squadra allo sbando: fuori l’apatico De Guzman, dentro Bastien. Fuori Meggiorini, nullo: dentro Floro Flores che va a segno ma è in evidente fuorigioco. Freuler ha la palla del poker (13’, ma Sorrentino si salva col piede), poi è Kurtic a sbagliare la mira dopo un altro, imbarazzante errore di Dainelli. C’è il gol di Pellissier, che parte in fuorigioco e poi scarta Toloi, che poco prima aveva salvato sulla linea un tiro di Radovanovic. Il Chievo sembra dare segnali di vita: testa di Floro Flores su cross di Castro. Ma è un’illusione perché al minuto 24 l’Atalanta colpisce ancora: Petagna si conferma uomo assist, taglia la molle difesa gialloblù e manda in gol Freuler. E finisce qui, che sofferenza per il Chievo.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/01/2017 19:18
 
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Genoa-Roma 0-1, decide un autogol di Izzo.
Szczesny sigilla il risultato

Spalletti trova la vittoria su un campo difficile, Perin esce per infortunio dopo 8 minuti, Dzeko si ferma al palo


La Roma spezza l’incantesimo, che vedeva il Genoa imbattuto in casa contro le grandi, grazie ad un colpo fortunato, l’autogol di Izzo, e ad una prova poco spettacolare ma solida. L’avvio della sfida è una promessa: 48” e Laxalt prova la conclusione di destro, impegnando Szczesny. Altri due minuti ed è Perin a ribattere, con una parata strepitosa, la conclusione di Dzeko. Nell’occasione il portiere si infortuna al ginocchio sinistro e deve lasciare il campo, sostituito da Lamanna.

IL GOL — La Roma, superiore a centrocampo, si fa preferire, ma all’occasione di Nainggolan, destro impreciso al 15’, risponde Ocampos, che chiama all’intervento Szczesny. L’equilibrio lo rompe però un episodio fortuito: al 36’ un cross teso di Peres, infatti, colpisce Izzo e ne causa l’autogol. Si salva, invece, tre minuti dopo il portiere giallorosso, su una deviazione ravvicinata su punizione di Ninkovic. Il Genoa è in sofferenza, cerca di reagire ma fatica a trovare varchi nella difesa ospite.

PALO DI DZEKO — E’ la Roma, così, ad andare più vicino al gol del k.o., grazie allo spunto di Nainggolan al 12’ del secondo tempo: il belga sfonda a destra, cross perfetto come la deviazione volante di Dzeko. Palo pieno e speranze intatte per il Genoa, che nell’ultimo quarto d’ora prova l’assalto inserendo Pinilla. In pieno recupero però è Szczesny il grande protagonista, con una parata spettacolare sulla conclusione di Ocampos.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/01/2017 19:21
 
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Fatascalza, 07/01/2017 23.40:

[SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568] [SM=j5188568]




Chi vuole il male degli altri ...

A proposito di chi si scansa e chi no ... ma dove stavano i 12 leoni che hanno strapazzato la Juventus ?
Aggià ... neanche la Roma ha la casacca a strisce bianche e nere ...


[SM=g5199692]

08/01/2017 19:25
 
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Lazio-Crotone 1-0: Immobile all'ultimo respiro

Biancocelesti spreconi: Biglia sbaglia un rigore.
Ma al 90' una zampata di Ciro fa crollare il muro dei calabresi



Riecco Ciro Immobile. Dopo sette giornate di digiuno il bomber torna a segnare e firma al 45’ della ripresa il gol-partita contro il Crotone. Una vittoria in salita per la squadra di Inzaghi, che ha incontrato più difficoltà del previsto contro la coraggiosa formazione di Nicola. Molto attenta la squadra calabrese in difesa salvo poi arrendersi alla fine. I biancocelesti incartano tre punti per consolidare il quarto posto alla vigilia del 117esimo compleanno del club.

RIGORE CONTRO LA TRAVERSA — Inzaghi rilancia Hoedt in difesa. Cambiano anche le ali: squalificati Felipe Anderson e Lulic, Keita impegnato per la Coppa d’Africa, spazio a Lombardi e a Luis Alberto, che è alla prima da titolare in Serie A. Nicola schiera Festa tra i pali al posto di Cordaz, fermato da squalifica. Sampirisi viene preferito a Rosi per la corsia destra difensiva, mentre Stoian rileva Palladino sulla sinistra del centrocampo. Avvio compassato. A 16’, gol annullato alla Lazio per fuorigioco di Lombardi. Al 23’, buona chance per Immobile, ma Festa si allunga per deviare. La Lazio non riesce a dare incisività al gioco offensivo. E Al 30’ sciupa anche un rigore concesso per fallo di Stoian su Lombardi. La botta di Biglia dal dischetto rimbalza contro la traversa. Un minuto dopo ancora Festa in evidenza: si oppone a Parolo. La squadra di Inzaghi comincia a carburare in avanti. È però Marchetti a segnalarsi da protagonista al 36’: il portiere d’istinto ribatte una conclusione ravvicinata di Falcinelli. Al 39’, ancora Parolo al tiro e Festa vola. La Lazio alza il ritmo, ma il bunker difensivo del Crotone resiste.

IL COLPO DI IMMOBILE — In avvio di ripresa, Nicola inserisce Palladino al posto di Stoian. La Lazio si lancia in avanti tra le tante trappole difensive dei calabresi, che sono molto efficaci anche sul piano pressing. Al 13’ sorvola la traversa un’incornata di De Vrij. Al 24’ il Crotone va a segno, ma l’azione era stata appena fermata per fuorigioco di Rohden. Inzaghi prova a ravvivare la fascia destra: al 32’ Kishna subentra a Lombardi. Lazio molto frenetica e imprecisa in fase di impostazione. Nicola si copre con Rosi che rileva Trotta. Inzaghi fa entrare l’ex Cataldi e il bomber della Primavera, Rossi, che al debutto in A, e richiama in panchina Biglia e Luis Alberto. Assalto finale dei biancocelesti. Al 40’ Festa si esalta su una rasoiata di Immobile. Che cinque minuti dopo sblocca il risultato avventandosi su un pallone mal controllato da Martella. Esplode la gioia dell’Olimpico e del bomber al decimo gol stagionale. I cinque minuti di recupero non cambiano più nulla. La Lazio fa festa e il Crotone patisce la beffa più atroce.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/01/2017 19:30
 
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Sassuolo-Torino 0-0. Berardi torna in campo dopo 4 mesi e mezzo

I granata dominano nei primi 45' ma senza sfondare.
Nella ripresa maggiore equilibrio e poche occasioni.
Debutta Iturbe, si rivede l'attaccante calabrese dopo il lungo infortunio


Il Toro frena nella sua rincorsa all'Europa League, se frenata si può definire un pareggio sul campo di un Sassuolo ancora in emergenza, ma comunque abbastanza vivo da interrompere un’emorragia da tre sconfitte consecutive. Tre conferme: il rendimento esterno del Toro non è da corsa (solo 9 punti su 29); la prima partita dopo la sosta invernale non è roba sua, se è vero che non vince della 1995; se non segna Belotti, che ha interrotto una striscia da tre gare in gol di fila, fa molta più fatica a trovare la porta. Negli ultimi 20' si rivede Berardi, al rientro dall'infortunio che lo ha tenuto a riposo per quattro mesi e mezzo.


LE SCELTE — Di Francesco, nonostante l’emergenza infortuni acuita dalle squalifiche di Mazzitelli e Pellegrini, non ha rinunciato al 4-3-3, arretrando Ragusa nel ruolo di mezzala e rilanciando nel tridente Politano (al rientro dopo quasi due mesi). Subito al debutto, non solo per necessità, il neo acquisto Aquilani - da mezzala, con Sensi play - mentre in difesa spazio a Letschert al fianco di Acerbi. Mihajlovic, pur avendo recuperato Castan e Baselli almeno fra i disponibili, ha dato fiducia a Moretti e Obi, provati a lungo in settimana. Non cambia il tridente offensivo: il "colpo" Iturbe ha iniziato la sua avventura granata in panchina.

ROVESCIATA DA URLO — Più Torino che Sassuolo nel primo tempo, ma la squadra di Mihajlovic non raccoglie per quanto crea, trovando superiorità soprattutto sulle fasce da dove Benassi (per Obi) e Barreca (per lo stesso Benassi) disegnano cross che meriterebbero colpi di testa migliori. Ma la pressione granata è intermittente e solo intorno alla mezzora, prima con un invito di Zappacosta per Ljajic che non aggancia e poi un lancio millimetrico di Valdifiori per Belotti (tiro alto), certifica la definitiva padronanza della partita della squadra di Mihajlovic. Il Sassuolo fatica troppo a trovare i suoi automatismi offensivi (solo un lampo di Politano dopo 9’, ma Ricci chiude malissimo il taglio con un tiro smozzicato) e non riesce a guadagnare metri neanche in ripartenza. Di Francesco, viste le difficoltà di Ragusa su Benassi, chiama anche il cambio di sistema: 4-2-3-1 con Ragusa più alto e Politano libero di muoversi alle spalle del fin lì isolato Defrel, ma è ancora il Toro ad andare vicinissimo al vantaggio con Belotti, che su ennesimo cross di Zappacosta sfiora il palo con una rovesciata da urlo.


TRAVERSA IN FUORIGIOCO — Il vero Toro finisce praticamente lì, perché nella ripresa ha un calo vistoso dal punto di vista dell’intensità e dunque della pericolosità. Anche perché il Sassuolo, assestato meglio nella nuova versione tattica, trova in Aquilani un ottimo ispiratore e sposta in avanti il baricentro di almeno trenta metri. Vere occasioni gol, però, non pervenute da entrambe le parti. Nonostante Mihajlovic faccia esordire Iturbe al posto di Ljajic e Di Francesco - che nel finale tenta anche la trazione anteriore con Matri e un 4-2-4 - ritrovi dopo quattro mesi e mezzo Berardi, che si mette in luce in particolare con i suoi calci da fermo, che non hanno perso pericolosità: per due volte mette davanti alla porta Ragusa, che però una volta è quasi sorpreso dalla traiettoria (e Hart si ritrova addosso la sua deviazione) e la seconda, a tempo scaduto, colpisce la traversa ma in fuorigioco.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/01/2017 23:53
 
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Milan-Cagliari 1-0: Bacca si sblocca e decide all'88', assist di Lapadula

Il colombiano si sblocca e decide contro i sardi, sfruttando un passaggio dell'ex Pescara, entrato nel finale.
Montella ritrova il successo dopo due turni senza vittorie



Il Milan doveva vincere per tenere il passo Europa e l’ha fatto, con fatica ma portando a casa il risultato. Il Cagliari ha fatto una buona figura, cadendo solo a 2’ dalla fine: decide un gol di Carlos Bacca, che si sblocca dopo 594 minuti di digiuno.

PALLEGGIO E SUCCESSO — Il tridente schierato da Montella non si vedeva dal derby del 20 novembre scorso: Suso confermatissimo a destra, Bacca di nuovo tra i titolari e Niang che riconquista il posto a sinistra. Il primo tempo è rossonero, nel senso del palleggio e del possesso di palla: poche però le occasioni create specie se si guarda al comando del gioco, quasi totale. Il Cagliari si vede una sola volta nella prima mezzora, quando però è pericolosissimo con una conclusione di Barella dal limite dell’area: Donnarumma devia in angolo. Prima e dopo c’era stato soltanto Milan: si vede l’impronta di Montella nella volontà di essere padroni del gioco. Il primo tentativo è di Bacca servito da Suso che aveva recuperato palla sulla trequarti: fuori. Il gioco pende a destra dove Abate spinge molto: il capitano del Milan è però costretto al cambio per infortunio. A destra finisce De Sciglio con Antonelli sulla corsia opposta. Altri tentativi rossoneri da registrare sono un esterno di Bacca, un tiro di Niang dalla distanza e una punizione di Bonaventura, tutti fuori bersaglio. Niang è volenteroso ma impreciso mentre Bacca fa pochino per rompere il lunghissimo digiuno, anche se il Milan manca proprio nell’ultimo passaggio, quello che dovrebbe rifornire il centravanti.


BACCA GOL — Il secondo tempo si riapre come si era concluso il primo e cioè con il Milan in possesso: la prima conclusione è in realtà ospite (ancora Dessena, alto) ma il resto è rossonero. Bacca la sfiora sul cross di Suso, Paletta ci prova da lontanissimo. Il Cagliari difende con dieci uomini e con due linee (difesa e centrocampo) vicine e compatte. Con pochissimi spazi in cui infilarsi il Milan fatica: Niang dal limite dell’area piccola chiude a lato. A metà ripresa Montella ci prova con Bertolacci al posto di Bonaventura. Al 23’ il Cagliari passerebbe con Isla ma il cileno sulla precedente conclusione di Farias è in fuorigioco: il Cagliari protesta ma la decisione dell’arbitro Giacomelli è corretta. Recuperato almeno un po’ di coraggio Rastelli cambia l’attacco: fuori Sau dentro l’ex Borriello, poi ecco Joao Pedro per Farias. Il secondo tempo è più equilibrato e riesce a fare una buona figura anche la difesa del Cagliari, la più battuta del campionato (da ieri sera 43 gol subiti) nonostante i nuovi tentativi di Suso (bravo Rafael) e Locatelli. La nuova carta di Montella è Lapadula inserito per Pasalic. Ma l’equilibrio non si sblocca ed è significativo anche un altro dato: nessun ammonito, segno che il ritmo non è stato altissimo e che le squadre non sono state troppo cattive (l’espulsione all’ultimo secondo di Alves è per fallo da ultimo uomo). Ma a due minuti dalla fine ci pensa Bacca a regalare la vittoria al Milan: bella l’azione con De Sciglio che crossa in mezzo e gran bel lavoro di Lapadula che invita Carlos. Per il colombiano è il settimo gol in campionato, gol che mancava dal due ottobre scorso. Così Bacca può tornare a far festa. E San Siro pure.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/01/2017 23:56
 
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Juve-Bologna 3-0: doppietta di Higuain e gol di Dybala su rigore

I bianconeri sbloccano dopo 7' e passeggiano: la Joya segna su rigore, l'ex Napoli fa doppietta.
Nel finale debutta Rincon



R come record e anche come riscatto. Il 2017 della Juventus parte nel segno della HD, doppietta di Higuain e rigore di Dybala per stendere un Bologna inesistente e continuare la corsa inarrestabile in campionato. Ora la squadra di Allegri è tornata a più quattro sulla seconda (con una partita in meno) e ha superato se stessa, arrivando a 26 vittorie di fila allo Stadium. Meglio della Juve di Conte (con la partecipazione dello stesso Allegri), che si era fermata a 25.

CI PENSA HIGUAIN — La Roma e il Napoli vincono, l'Inter pure? Niente paura: la capolista ci mette 7 minuti a ristabilire le gerarchie: buon pallone di Pjanic per Higuain, che non pare affatto appesantito dalle vacanze natalizie, e gol dell'1-0. Per il Bologna, che non era ancora entrato in partita, è il colpo di grazia. La squadra di Donadoni accusa il colpo e per venti minuti abbondanti non riesce a fare tre passaggi di fila. La Juventus invece ha lasciato in Qatar la sua brutta copia versione Supercoppa ed è tornata agli standard del campionato. Dybala è di nuovo titolare dopo due mesi e mezzo abbondanti, Pjanic fa il trequartista, Barzagli ha ripreso il suo posto nella difesa a quattro accanto a Chiellini e Asamoah fa il terzino sinistro per mancanza di alternative (Alex Sandro è infortunato ed Evra non è stato convocato per questioni di mercato: potrebbe partire); in porta c'è Neto perché Buffon è influenzato.

IL RISCATTO DI DYBALA — Il Bologna si presenta con un 4-3-3 in cui Destro è il terminale offensivo troppo solo; l'obiettivo è rubare palla e ripartire, ma la squadra di Donadoni poche volte ci riesce. La prima parata di Neto è su un tiro a giro di Di Francesco (19'), l'altra è su occasione di Dzemaili. Tutto qui. Troppo poco, anche perché la Juventus raddoppia prima dell'intervallo: fallo di Oikonomou su Sturaro, Dybala va sul dischetto e cancella l'errore di Doha. Per l'attaccante argentino è un gol che ha il sapore della liberazione: non giocava titolare dal 22 ottobre e non segnava dalla doppietta all'Udinese del 15 ottobre. Bologna non pervenuto e la musica non cambia dopo l'intervallo, quando dopo 10 minuti un cross di Lichtseiner attraversa tutta l'area di rigore e finisce sulla testa di Higuain, che tutto solo realizza il 3-0. Così il Pipita arriva a 12 reti in campionato, confermando che lui e Dybala insieme funzionano. Higuain esce tra gli applausi per fare spazio a Mandzukic, ma dalla faccia non pare contento: voleva segnare qualche gol in più. Nel finale c'è spazio anche per l'esordio di Rincon. La Signora non Italia non ha rivali.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/01/2017 23:59
 
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SERIE A 2016/2017 19ª Giornata (19ª di Andata)

07/01/2017
Empoli - Palermo 1-0
Napoli - Sampdoria 2-1
08/01/2017
Udinese - Inter 1-2
Chievo - Atalanta 1-4
Genoa - Roma 0-1
Lazio - Crotone 1-0
Pescara - Fiorentina (rinv.)
Sassuolo - Torino 0-0
Milan - Cagliari 1-0
Juventus - Bologna 3-0

Classifica
1) Juventus(*) punti 45;
2) Roma punti 41;
3) Napoli punti 38;
4) Lazio punti 37;
5) Milan(*) punti 36;
6) Atalanta punti 35;
7) Inter punti 33;
8) Torino punti 29;
9) Fiorentina punti 27;
10) Udinese e Chievo punti 25;
12) Genoa, Sampdoria e Cagliari punti 23;
15) Bologna(*) punti 20;
16) Sassuolo punti 18;
17) Empoli punti 17;
18) Palermo punti 10;
19) Crotone(*) e Pescara punti 9;

(*) Una partita in meno. Milan e Juventus, impegnate nella finale di Supercoppa italiana
a Doha, recupereranno i rispettivi incontri della 18ª Giornata mercoledì 8 febbraio 2017.
Crotone - Juventus (08/02/2017)
Bologna - Milan (08/02/2017)

(gazzetta.it)
15/01/2017 00:28
 
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Serie A, Crotone-Bologna 0-1:
decide il gol di Dzemaili al 51'

La squadra di Donadoni sale a +13 sul terz'ultimo posto.
I calabresi, a 9 punti, sono quasi spacciati


Un solo gol basta al Bologna per portarsi a casa una vittoria senza doversi strapazzare più del dovuto. Uno a zero come all’andata in una partita povera di contenuti tecnici. I felsinei vincono la seconda gara in trasferta (dopo quella di Pescara) e si issano a quota 23 in classifica cominciando a respirare aria di salvezza. Per il Crotone la nottata si allunga sempre di più e al momento non si vedono spiragli per una uscita immediata dalla crisi. Quinto k.o. interno e tifosi spazientiti a fine gara.

LA GARA — Donadoni recupera Gastaldello e Nagy, rispetto a Roma Nicola ripropone Rosi, Capezzi e Palladino dall'inizio. Partenza blanda senza emozioni. Palladino si fa subito notare per un pestone a Torosids che gli costa il giallo (e la squalifica a Marassi contro il Genoa), i portieri non corrono mai rischi sui tiri di Destro e di Falcinelli. Il Bologna perde Torosidis per infortunio (dentro Kraft), mentre il secondo assistente al 31' segnala la posizione irregolare di Trotta, che da pochi passi aveva messo in rete la palla del vantaggio calabrese. Non è una serata fortunata per Donadoni che al 35' deve rinunciare anche a Gastaldello (ammonito un minuto prima) sempre per infortunio; al suo posto Oikonomou. Dopo il riposo il Bologna dà l'impressione di voler osare di più e al 6' trova il vantaggio, con un destro in diagonale millimetrico di Dzemaili, che beffa Cordaz: il portiere calabrese non accenna nemmeno alla parata.

Al 10' Dzemaili ci riprova da fuori area, ma questa volta Cordaz è reattivo e neutralizza in due tempi. Passa un minuto e il Crotone sfiora il pari. Rodhen viene pescato in area da Palladino, ma sul suo destro Mirante è reattivo e di piede respinge. Nicola opera il primo cambio: dentro Nalini per Capezzi. Al 15' nuova palla gol per gli ospiti, con Krejci: Cordaz respinge con difficoltà. Al 19' fa il suo esordio in serie A nelle file del Crotone Gnahorè al posto di Trotta. Al 22' Destro costruisce una palla gol per Dzemaili, che di piatto calcia in porta sfiorando di un nulla il raddoppio. Nicola inserisce anche Simy e il Crotone va vicino al pari al 37': Gnahorè di testa mette nel cuore dell’area, dove Falcinelli in rovesciata sfiora il bersaglio. Nel finale, i padroni di casa attaccano in maniera confusionaria senza mai disturbare Mirante.

Luigi Saporito

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/01/2017 00:34
 
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Inter-Chievo 3-1: gol di Pellissier, Icardi, Perisic ed Eder

I nerazzurri dominano ma vanno sotto, nella ripresa la meritatissima rimonta



La quinta vittoria consecutiva dell'Inter di Pioli, che batte in rimonta per 3-1 il Chievo a San Siro, porta con sé due messaggi forti oltre al risultato. I nerazzurri stanno cominciando a esprimere il calcio che una squadra con questa qualità complessiva deve offrire con continuità. Il secondo, ancora più importante, è che Pioli riesce a portare via i tre punti anche con la mentalità. Come fanno squadre più abituate a vincere. Continuando a giocare anche quando si va sotto in modo oggettivamente beffardo. In una squadra che sembra già un'altra rispetto all'era De Boer, il nuovo acquisto Gagliardini si è inserito in scioltezza. Un po' alla maniera dei grandi seduttori, che per blandire la prossima preda al primo appuntamento le sussurrano "mi sembra di conoscerti da sempre". Ma nel caso dell'ex Atalanta è tutto verissimo. Personalità, testa alta e bei tempi di inserimento.

SOLO IL RISULTATO — Il primo tempo dell'Inter offre lampi di grande calcio. Intensità, facilità nel recupero palla con Gagliardini e il rigenerato Kondogbia, tocchi rapidi e campo allargato grazie a Candreva e Perisic. I numeri sostengono le sensazioni, con 15 tiri totali in 45', di cui 5 nello specchio della porta (record stagionale). A volte si esagera con i cross, ben 34 nel solo primo tempo, ma l'Inter convince in pieno. Il Chievo, tra le migliori fasi difensive della serie A, si aggrappa a un eccellente Sorrentino, portiere che a fine carriera si chiederà non senza ragione perché non gli hanno mai affidato la porta di una grande. Il portiere è bravo due volte su Gagliardini, Candreva e Icardi. Maran, che sarebbe già felice di chiudere il primo tempo sullo 0-0, va al riposo in vantaggio perché l'altro veterano Pellissier porta a scuola D'Ambrosio sul corner di Birsa e segna un gran gol. Fanno 4 nelle ultime 5 per un attaccante che ne festeggerà 37 ad aprile.

CHE CONTINUITÀ — L'Inter riparte con la stessa intensità, con Maran che rinuncia a Birsa e per compattarsi in mezzo al campo. Il Chievo non riparte quasi mai, Sorrentino para su Perisic e su Eder, subito dentro la partita al posto di Ansaldi. Poi ci vogliono i campioni per uscire da situazioni così. Nell'1-1 sono due le perle: il meraviglioso cross di Candreva e l'anticipo sul primo palo del 9 più vero del nostro campionato, Mauro Icardi. Il pari mette le ali all'Inter, che sta anche molto bene fisicamente. Così succede che per una volta Sorrentino non sia perfetto sul destro di Perisic e l'Inter ribalti la partita, prima della soddisfazione personale per Eder nel recupero.

RAMPA DI LANCIO — Ora, prima della Juve, l'Inter andrà in trasferta a Palermo e riceverà il Pescara. La vecchia Inter troverebbe il modo di non fare sei punti, questa è attesa al varco e non dovrà fallire. Perché centrare la Champions, nonostante l'handicap iniziale, è tutt'altro che impossibile.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/01/2017 14:49
 
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In casa il Cagliari non sbaglia un colpo,
4-1 al Genoa con Borriello protagonista

I sardi ribaltano lo svantaggio firmato Simeone alla
mezz’ora del primo tempo con una doppietta del loro centravanti.
Segnano anche i brasiliani Joao Pedro e Farias



Travolgente. Scatenato. Cinico al momento giusto. È il Cagliari. Trascinato da Borriello e dai suoi fedeli alleati Joao Pedro e Farias, la squadra di Rastelli cala il poker al Sant’Elia e schianta in rimonta il Genoa, sparito dal campo dopo l’acuto iniziale di Simeone. I padroni di casa, grazie ad un secondo tempo pirotecnico, si regalano la prima vittoria del 2017 in casa (la settima interna stagionale) e si mettono così al sicuro in classifica senza nemmeno l’apporto della curva, chiusa per squalifica in seguito al petardo esploso in mano ad un addetto alla sicurezza (ferito gravemente alla mano destra) durante la sfida col Sassuolo del 22 dicembre.


DI GENNARO K.O. — Rastelli fa rifiatare Sau e Pisacane e deve subito rinunciare a Di Gennaro, già iscritto a referto tra i titolari, prima che la partita cominci: il centrocampista è dolorante e tocca a Tachtsidis sostituirlo in mezzo. I rossoblù partono bene e si regalano la prima nitida palla gol all’8’: in mischia Joao Pedro colpisce di tacco a porta ormai sguarnita, ma il pallone finisce sul fondo di pochissimo.

Col passare dei minuti il Genoa prende le misure al Cagliari e comincia a mettere il naso oltre la metà campo con regolarità. E al 28’ gli ospiti trovano il tesoro che cercavano grazie ad un cross col contagiri di Edenilson (lanciato dal debuttante Cataldi) e alla testa vincente di Simeone, abile a infiltrarsi in area e ad infilzare Rafael in tuffo (Dessena in ritardo in marcatura). Il Cagliari, punto nell’orgoglio, si riorganizza mostrando comunque palesi difficoltà nel dispiegare il proprio abituale gioco in verticale. Il pareggio dei padroni di casa è più casuale che cercato: al 40’, dal limite dell’area Tachtsidis libera il sinistro raccogliendo un cross di Isla e, sulla corta respinta di Lamanna, Borriello spinge in rete in pallone tenuto in gioco da Muñoz. Tra i liguri, nel frattempo, si spegne inspiegabilmente la luce. E la squadra di Rastelli ne approfitta: combinazione magistrale Barella-Borriello, sul cross del trequartista, al 44’, ancora il centravanti colpisce il palo di testa e, nel tentativo di rinviare, Cofie scaglia il pallone sullo stinco di Joao Pedro ed è un rocambolesco 2-1.


ALL’ARREMBAGGIO — Nella ripresa si ripresenta in campo un Cagliari indiavolato. E Lamanna deve capitolare dopo tre interventi di fila eccellenti nel corso della stessa azione. Barella, scatenato, penetra in area al 13’, serve Joao Pedro la cui conclusione d’interno viene deviata dal portiere genoano. Che si ripete in altre due circostanze (la seconda vede protagonista Joao Pedro al tiro) prima di arrendersi alla conclusione di controbalzo di Borriello al 15’. Il Genoa è al tappeto e non si rialza più.

Lo stesso Lamanna prima alza sulla traversa un siluro di Farias, poi non trattiene un tiro dalla distanza: sul prosieguo dell’azione Izzo spinge Murru e Fabbri indica il dischetto. Farias, ancora lui, trasforma il penalty al 19’ con freddezza siglando l’apoteosi cagliaritana: meritata la standing ovation per l’esterno al momento del cambio con Sau. E anche Rafael si merita applausi per gli interventi in tuffo su una punizione carica di veleno di Cataldi e su una bellissima girata al volo di Pinilla nel finale.



Alessio D’Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/01/2017 20:17
 
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Lazio-Atalanta 2-1: Milinkovic e Immobile rispondono a Petagna

I biancocelesti tornano in zona Champions, a 40 punti, uno meno del Napoli terzo.
La Dea, invece, resta in zona Europa League, settima a 35 punti


Successo in rimonta della Lazio contro l'Atalanta. Milinkovic e Immobile su rigore ribaltano il vantaggio iniziale di Petagna. Gara molto combattuta e tesa sino all'ultimo istante dei quattro minuti di recupero. La squadra di Inzaghi ha il merito di restare lucida anche nei momenti più difficili, mentre quella di Gasperini, dopo esser salita in cattedra, rallenta alla distanza. Tre punti importanti per la Lazio, che bissa il successo dell'andata, consolida il quarto posto e frena l'Atalanta che mirava al sorpasso in classifica.

RINCORSA LAZIO — Inzaghi si affida a un 3-4-2-1 molo elastico. In difesa Bastos viene preferito a Wallace. Rientrano Lulic e Felipe Anderson dopo una giornata di squalifica. Gasperini inserisce Caldara e Konko al posto di Toloi e Grassi. Lazio subito insidiosa con una fiondata di Immobile a lato. Immediata la replica dell'Atalanta con un diagonale di Gomez fuori bersaglio. Insistono i biancocelesti: al 14' palo di Luis Alberto. I nerazzurri controllano con attenzione aspettando il varco giusto che arriva al 21' quando Freuler innesca Petagna che si gira e infila Marchetti tra i disattenti difensori di Inzaghi. Quarto gol in campionato per l’attaccante, che non segnava da tre mesi. La Lazio tenta di reagire allo svantaggio riportandosi subito in attacco. La ragnatela difensiva dell’Atalanta si infittisce però davanti all’area. Si fa male Konko e viene rilevato da Grassi. La Lazio non riesce ad arrivare in profondità. Felipe Anderson va spesso in dribbling senza riuscire a ispirare i compagni. Al 39' Pairetto allontana dalla panchina Simone Inzaghi per proteste. Lazio in difficoltà, Atalanta disinvolta e convinta. Al 44' Marchetti anticipa Freuler in uscita. Al 46', su un bel cross di Lulic, sbuca però l’incornata di Milinkovic che firma il pareggio. Quarto gol stagionale anche per il serbo.

IMMOBILE FA 11 — È l'Atalanta a creare il primo pericolo nella ripresa: al 4' Spinazzola calcia a lato da posizione propizia. All’8' assolo di Gomez sulla sinistra: Marchetti si salva con una manata in scivolata. La squadra di Gasperini governa il gioco. La Lazio si riassesta: fuori Luis Alberto per Patric. Lo spagnolo si colloca in mediana e Felipe Anderson va stabilmente nella trequarti. Immobile arriva in ritardo su un pallone sotto porta. Partita a tutto campo. Al quarto d'ora, siluro di Petagna sopra la traversa. Al 23' la Lazio coglie l’occasione per far svoltare la partita. Immobile viene atterrato in area da Berisha: rigore netto. Dal dischetto è lo stesso centravanti a firmare il vantaggio della Lazio con il suo undicesimo gol. I biancocelesti cambiano assetto passando al 4-5-1 con Patric in difesa. Gasperini potenzia l'attacco: Paloschi avvicenda Kurtic. La squadra di Inzaghi protesa in avanti: prima bella incursione di Anderson, ma Biglia non conclude, poi Immobile fa allungare Berisha per deviare in angolo. Altro cambio di Gasperini: D'Alessandro subentra a Zukanovic. Al 34' anche il tecnico dell’Atalanta viene allontanato dalla panchina per proteste. I nerazzurri sono calati causa anche l'impegno sostenuto in settimana contro la Juventus in Coppa Italia. Nella Lazio Anderson cede il posto a Wallace per rafforzare gli ormeggi in difesa. Al 40' Milinkovic sciupa clamorosamente davanti alla porta. Applausi per Immobile, sostituito da Djordjevic. Assedio finale dell’Atalanta, ma la Lazio regge e festeggia il secondo successo di fila del 2017 salendo a 40 punti.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/01/2017 20:25
 
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Napoli-Pescara 3-1. Tonelli sblocca, raddoppia Hamsik. Tris di Mertens

Al 47' il difensore buca Bizzarri di testa, al 49' bis di Marek, poi il timbro del belga.
Insigne, Callejon e Jorginho (traversa) sfiorano il gol.
Al 93' Caprari segna su rigore. Sarri resta 3°


Terza partita consecutiva in casa per il Napoli in questo 2017 e terzo successo di fila. Il Pescara dura un tempo, poi si fa prendere dalle solite disattenzioni e viene punito (3-1) dalla squadra di Sarri che tiene il passo di Inter e Roma. Il nuovo bomber azzurro è Lorenzo Tonelli, due reti in due partite con la maglia azzurra, mentre Hamsik e Mertens (dodici in campionato) non sono certo una sorpresa quanto a verve realizzativa. Sono stati loro tre a decidere una partita inizialmente complicata per il Napoli.


POCHI STRAPPI — Sarri ripartiva dalle sue certezze ritrovando un positivo Albiol al centro della difesa con Jorginho preferito a Diawara in regia. Il Pescara di Oddo, falcidiato dalle assenze compresa quella last minute di Stendardo, si presentava con un centrocampo folto ma senza in pratica esterni di ruolo. Esordio (deludente) per Gilardino al centro dell'attacco. Così agli ospiti restava l'arma del possesso palla, mentre il Napoli provava ad allargare il gioco a sinistra con l'ex Insigne molto ispirato (suo il primo tiro pericoloso del match) ed Hamsik bravo a farsi trovare alle spalle di Cristante per guardare la porta e andare a calciare. Era quello l'asse che funzionava meglio per Sarri (Callejon invece tagliava spesso verso il centro più che alle spalle di Verre) mentre gli ospiti palleggiavano bene fino alla trequarti perché Caprari (alta una sua punizione da buona posizione) faceva più da collante con il centrocampo che da spalla al centravanti. Pochi strappi in generale e quindi poche occasioni fino a fine primo tempo.

uno-due da k.o. — Troppo bello per essere vero il Pescara nei 45' iniziali, la classifica è quella perché gli abruzzesi hanno troppe amnesie difensive. Nei primi quattro minuti della ripresa gli ospiti beccavano due gol: il primo su palla inattiva con il colpo di testa vincente di Tonelli, il secondo ad opera di Hamsik, bravo a mettere in porta con un bel sinistro al volo lo splendido assist confezionato da Zielinski. Nel mezzo di quei 120 secondi decisivi anche un contatto in area tra il solito Tonelli e Gilardino con Gavillucci che riteneva l'abbraccio tra i due reciproco ed una clamorosa occasione fallita da Callejon. A quel punto, era dura rialzarsi per gli ospiti anche perché prima di uscire dal campo un disastroso Gilardino non scartava il regalo di Strinic a due passi da Reina. Di conseguenza, il Napoli poteva gestire e affondare a suo piacimento sfiorando il tris a ripetizione (paratone di Bizzarri su Insigne e, con l'aiuto della traversa, su Jorginho). Quando Mertens faceva cinquanta con il Napoli, deviando in rete il cross di Allan, la partita andava definitivamente in archivio. Il San Paolo cantava già per Maradona e per i suoi nuovi idoli mentre Mitrita si procurava il rigore del 3-1 trasformato al fotofinish, al terzo minuto di recupero, da Caprari.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/01/2017 20:42
 
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Sampdoria-Empoli 0-0: Puggioni para un rigore a Mchedlidze

Al 30' del primo tempo l'attaccante georgiano si fa ipnotizzare dal dischetto.
Tante occasioni per Muriel ma troppa imprecisione sotto porta


Sampdoria ed Empoli si accontentano (0-0). La squadra toscana, però, recrimina per un rigore sbagliato da Mchedlidze nel primo tempo. Gli ospiti sono apparsi più in palla, ma hanno peccato di concretezza. Brutta prova della Samp che non si è quasi mai resa pericolosa dalle parti di Skorupski, a parte con Muriel nel secondo tempo. L’Empoli si conferma squadra regina degli 0-0. Con quello di Marassi sono già 6 in questo campionato.

LE SCELTE — Giampaolo opera 3 cambi rispetto alla trasferta di Napoli (Palombo per Silvestre, Linetty per Barreto, Muriel per Quagliarella), Martusciello invece conferma la squadra che ha battuto il Palermo.


OCCASIONI — L’Empoli parte col piglio giusto, mettendo in difficoltà la Samp sul piano del ritmo e dell’aggressività. La prima occasione da gol capita al 13’ sui piedi di Marilungo, la cui conclusione viene deviata sopra la traversa. Ed è ancora l’Empoli pericoloso 5’ dopo con Mchedlidze che elude il fuorigioco, ma viene stoppato in extremis da Palombo autore di un recupero provvidenziale.

RIGORE — Gli ospiti fanno la partita, la Samp punge in contropiede: Praet lancia Muriel che mette a lato di poco. Al 29’ l’Empoli ha la chance più ghiotta per passare in vantaggio: Mchedlidze viene steso in area da Palombo: rigore che lo stesso attaccante si fa respingere da Puggioni. Il pericolo corso scuote i blucerchiati che al 37’ sfiorano il gol con Alvarez, il cui colpo di testa esalta i riflessi di Skorupski.

RIPRESA — Il secondo tempo si apre sulla falsariga del primo tempo: Empoli subito aggressivo, Samp troppo attendista. Il pubblico di Marassi comincia a rumoreggiare. Al 55’ si male Cosic: dentro Costa. Martusciello ridisegna l’attacco, cambiando Marilungo con Pucciarelli. Giampaolo risponde con Bruno Fernandes al posto di Praet. Ed è proprio il numero 10 blucerchiato ad avere sui piedi la chance del vantaggio da buona posizione: tiro troppo angolato. Ma l’occasione più ghiotta capita sui piedi di Muriel, la cui conclusione viene salvata sulla linea da Laurini. Poi non succede più nulla. La Samp esce tra i fischi.

Francesco Gambaro

Fonte: Gazzetta dello Sport
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