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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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17/12/2016 23:48
 
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Juventus-Roma 1-0, decide Higuain. Bianconeri a +7, campione d'inverno

Decide un gol del Pipita nel primo tempo: la squadra di Allegri soffre nel finale ma allunga in classifica



Se "un diamante è per sempre", lo slogan allo Juventus Stadium vale anche se sostituiamo il gioiello più ambito dalle donne di tutto il mondo con una…Pipita. Juventus-Roma si decide con il quinto gol stagionale decisivo (decimo totale in campionato) di Gonzalo Higuain. Che inizia a pesare parecchio nell’economia della stagione. E così, dopo aver castigato il "suo" Napoli, manda la Juventus a più sette dalla Roma. Infliggendo un segnale pesantissimo al campionato prima di andarsi a giocare venerdì la Supercoppa col Milan. Anche se la Roma non esce ridimensionata dalla supersfida. La bilancia delle occasioni pende dalla parte della Juve. E Szczesny è il migliore della Roma. I giallorossi però sono alla pari sul piano mentale: non "sbracano" dopo un brutto inizio, chiudono le due frazioni in avanti. Quello che manca è la qualità nella rifinitura e nella conclusione. Perché se Higuain decide, Dzeko non incide, cedendo alla superiorità di Rugani e Chiellini.

GERSON? — Spalletti stupisce tutti. Che Salah parta dalla panchina è nell’ordine delle cose, ma la scelta di sostituirlo con l’inadeguato Gerson sorprende tutti. E soprattutto non porta a niente di buono. La catena di destra con Rudiger in fase offensiva è nulla. E per fortuna che Alex Sandro è in serata normale. Lo strappo iniziale della Juve nasce dalla voglia di mangiare la partita di Mandzukic, che confeziona il primo recupero con palla a Higuain dopo 50”. E Szczesny è bravissimo sul Pipita, imbeccato ancora dal croato. La Roma patisce l’inferiorità numerica in mezzo con De Rossi e Strootman in difficoltà iniziale. Pjanic è bravo a galleggiare tra le linee, pur senza inventare chissà cosa. La Roma si rinfranca nella seconda metà di tempo. E’ Nainggolan a prendersela sulle spalle: lo trovi a recuperare palla sulla sua area, ad appoggiare Dzeko, ad andare al tiro. Un giocatore totale. L’occasione più insidiosa per la Roma è una mischia da corner, con Manolas murato da Rugani e spazzato da Khedira. L’atteggiamento della Roma convince, la produzione un po’ meno. Anche perché dalle fasce, con un Perotti scialbo, arriva pochino.

TRE MODULI — L’infortunio di Pjanic in avvio di ripresa, che già non stava bene, ridisegna la Juve col 4-4-2 e Cuadrado. Mentre Spalletti è già ripartito col cambio non quotato dai bookmaker, Salah per Gerson. Mentre Mandzukic continua a far capire perché per Allegri sarà complicatissimo levarlo, Rugani si laurea col massimo dei voti, portando al professor Allegri la tesi su Dzeko. Il borsino giallorosso tende nuovamente al rialzo, dopo che Szczesny evita il 2-0 con una parata meravigliosa su Sturaro, messo in porta dal solito Mandzukic. C’è il rientrante Barzagli per il 3-5-2 Juve, e il faraone per De Rossi, per un 4-2-3-1 parecchio offensivo. La Roma, spinge, crea un paio di mischie pericolose. Ma è Szczesny a regalare la parata migliore in chiusura, ancora sull’ottimo Sturaro. Simbolo di una Juve che lotta sempre. E che certe partite non le sbaglia mai.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/12/2016 15:08
 
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Sassuolo-Inter 0-1. Candreva firma la prima vittoria in trasferta di Pioli

L'esterno nerazzurro piega la resistenza degli emiliani al 2' della ripresa dopo aver colpito un palo nel primo tempo.
Sullo 0-0 occasioni per Icardi e Perisic, poi Handa salva su Sensi e il croato fallisce il bis.
Nel recupero espulso Melo per doppio giallo, Gabigol in campo per 3'


Un lampo di Antonio Candreva e l'Inter supera i resti del Sassuolo (dieci indisponibili, oltre allo squalificato Peluso), ritrovando la vittoria in trasferta che le mancava dal 21 settembre, la prima della gestione Pioli. Terzo successo consecutivo, Coppa compresa, per i nerazzurri che salgono a quota 27. Minuti finali (3) per Gabigol, che si fa notare per un'ammonizione ingenua. Al 92' espulso Melo per doppio giallo. Mercoledì contro la Lazio mancherà anche Joao Mario, diffidato e a sua volta ammonito.


POCO ARROSTO — Di Francesco ne mette comunque in campo undici, con Dell'Orco per lo squalificato Peluso, Mazzitelli e Pellegrini ai lati di Sensi, Ricci e Ragusa a completare il tridente con Defrel. Come previsto, l'Inter balla tra il 3-4-2-1 e il 4-2-3-1. L'anomalia è Murillo sul centrodestra, con Miranda che a sinistra aiuta Ansaldi. Melo nel cuore del campo con Brozovic, Perisic preferito a Eder. I nerazzurri prendono in mano il pallino sfruttando bene le fasce. Candreva va vicino al gol due volte tra il 12' e il 15', ma Consigli e il palo gli dicono di no. Ma il Sassuolo fa il suo e quando riparte Ragusa su errore di Murillo per poco Mazzitelli non segna. Icardi tocca il primo pallone solo al 21'. Ed è in fuorigioco. Al 28' il capitano ha sulla testa la palla buona, ma sul cross di Candreva manda a fil di palo. Anche l'omologo Defrel fatica a vedere palloni puliti e deve abbassarsi spesso. Quando al 34' Sensi pesca il taglio proprio di Defrel, Handanovic è reattivo sul tocco al volo di sinistro. Ma è di nuovo Candreva a griffare le ultime azioni del tempo, approfittando degli stenti di Dell'Orco e della spinta di D'Ambrosio, che dei due terzini è quello che si sgancia più spesso. Prima dell'intervallo occasione per Perisic, sul quale chiude Consigli.

SI SBOCCA — Si riprende senza cambi, ma cambia subito il risultato. Passa l'Inter al 2' proprio con Candreva, che scarica in porta dopo la parata di Consigli su Joao Mario. Vantaggio meritato e firmato dal migliore in campo. Di Francesco corre ai ripari al 15': dentro Missiroli e Matri per Pellegrini e Ricci. Avanti col 4-3-3, ma con Defrel largo a destra, Missiroli basso e Sensi sul centro sinistra. Proprio quest'ultimo al 18' impegna Handanovic con un bel destro al volo su lancio di Missiroli. Si procede a strappi. Pesante il giallo di Joao Mario per fallo su Mazzitelli: diffidato, il portoghese salterà la Lazio e viene subito sostituito da Pioli, dentro Banega al 23'. In successione, vengono ammoniti anche Brozovic e Melo, a conferma che l'Inter fatica a gestire e soffre sulle ripartenze avversarie.

ECCO GABIGOL — Al 32' Di Francesco gioca la carta della disperazione, dentro Iemmello per Mazzitelli in un 4-2-4 da o la va o la spacca. Matri al 35' svirgola il destro sul tocco di Defrel. Al 39' Ragusa salta D'Ambrosio e sul cross basso libera Miranda, sfiorando l'autogol. Ma nel finale è Perisic a farsi irretire due volte a tu per tu con Consigli. Nel recupero entra addirittura Gabigol (fuori Candreva, in campo per 3') e Melo riesce a farsi espellere per doppia ammonizione. Miranda mura l'ultimo tentativo di Iemmello.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/12/2016 18:02
 
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Serie A, il Chievo batte la Samp 2-1.
Ora Maran è nono in classifica

I Gialloblù, con un grande primo tempo, schiantano i blucerchiati, cui non basta una ripresa all'assalto.
E Maran raggiunge il Toro


Meggiorini, Pellissier e una gran difesa danno al Chievo la seconda vittoria di fila, come non gli succedeva da settembre. Secondo k.o. di fila invece per la Samp, che si consola nel finale con la rete di Schick, a segno per la terza gara consecutiva. Squadre speculari, entrambe con il trequartista, ma a essere diversa è la determinazione.


GOL AL PRIMO AFFONDO — La Samp sembra iniziare in scioltezza, palleggiando sulla trequarti avversaria, il Chievo abbozza e colpisce al primo affondo. Minuto 9, Meggiorini approfitta di uno scontro tra Regini e Puggioni, con il portiere che resta un po' a metà strada e abbatte il proprio difensore, e infila a porta vuota. La partita si mette dunque ancora meglio per la squadra di Maran, che si copre e riparte. La Samp trova il tiro con Muriel al 20' su una seconda palla - blocca Sorrentino - ma rischia il 2-0 tre volte. Al 23' Puggioni d'istinto con il piede ribatte un colpo di testa di De Guzman su cross di Frey, al 24' Meggiorini può battere due volte ma trova il muro prima di Sala e poi di Palombo, al 35' su palla rubata da Pellissier a Palombo Birsa non premia la sovrapposizione di Castro ma va al tiro, abbracciato da Puggioni. Dopo una girata di testa di Barreto al 39', sulla prima azione aggirante della Samp, il 2-0 arriva comunque su rigore, grazie a un regalo di Sala che lascia scappare Meggiorini, poi atterrato da Puggioni: Pellissier dal dischetto fa 101 gol in Serie A.


TROPPO TARDI — I primi due cambi di Maran sono obbligati: subito a inizio ripresa Spolli per Gamberini (colpito alle costole da Muriel nel primo tempo), poi Rigoni per Castro. I primi due di Giampaolo voluti: Schick per Quagliarella, Bruno Fernandes per Alvarez. La Samp invade la metà campo avversaria, ma gli spazi sono asfittici e la difesa del Chievo sempre più densa come la nebbia che scende sul Bentegodi. Al 23' Praet calcia alto su appoggio di. Muriel, che al 29' dorme su un bel filtrante di Fernandes. Il portoghese al 35' finalmente impegna Sorrentino con un destro da fuori. Il Chievo potrebbe chiuderla prima in contropiede: al 39' Puggioni si allunga per deviare un diagonale di Meggiorini a conclusione di un tre contro due, al 46' Izco entrato al posto di Birsa alza la mira a porta spalancata dal solito Meggio. Così nell'ultimo di recupero Schick di testa su cross di Regini segna l'1-2. Troppo tardi.

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/12/2016 18:14
 
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Napoli-Toro 5-3, Mertens fenomeno con 4 gol

Tripletta del belga in 22 minuti nel primo tempo,
poi "condita" da un quarto gol "maradoniano" nella ripresa.
La squadra di Sarri sale al terzo posto.
In gol anche Chiriches, Belotti, Rossettini e Iago Falque su rigore


In attesa che arrivi un nuovo centravanti (Pavoletti) e che quello titolare (Milik) torni dall'infortunio, il Napoli ha trovato un nuovo bomber: Dries Mertens. Il belga ha "matato" il Toro con disarmante facilità, segnando praticamente in tutti i modi e vincendo il duello a distanza con Belotti, capace comunque di timbrare il cartellino. Il belga ha fatto poker, il Napoli addirittura cinquina proprio come a Cagliari. Per il Toro, comunque orgoglioso nella ripresa, un'altra mazzata pesante nella rincorsa all'Europa dopo il ko nel derby. Adesso sono dieci i centri di Mertens in campionato e otto le sue reti nelle ultime tre partite compresa la Champions. Numeri da urlo, come quelli del Napoli. Per gli azzurri 15 reti nelle ultime 4 gare, Champions compresa, e 55 gol in 20 partite di campionato a Fuorigrotta nel 2016. Sarri è terzo ad un punto dalla Roma.



MERTENS FA IL GALLO — Mihajlovic ha provato a coprirsi sul lato destro con De Silvestri terzino e Zappacosta ala, lasciando inizialmente Iago Falque in panchina. Il Napoli però ha sfondato quasi sempre centralmente visto che le due punte esterne stringevano sistematicamente alle spalle dello scatenato Mertens. Napoli superiore anche nell'approccio alla gara, non a caso era un calcio piazzato a sbloccare il risultato: schema perfetto tra Ghoulam e Callejon su azione d'angolo - mentre Valdifiori stava a guardare -, cross basso per la zampata vincente di Mertens. Un gol da attaccante di razza e non da falso nueve mentre il bomber granata Belotti tre minuti dopo non sfruttava a dovere con il sinistro un buon assist di Benassi. La gara in pratica svoltava lì perché il Napoli ripartiva e trovava il rigore del 2-0. Lancio preciso di Insigne per Mertens, Barreca tratteneva vistosamente il belga e Doveri assegnava il penalty (il primo per il Napoli in campionato, tanto atteso da Sarri). Per Mertens trasformare era una formalità. Quasi più semplice calare il tris: respinta corta di Hart su gran botta da fuori di Callejon e Mertens, in due tempi (primo tiro ribattuto da Rossettini), depositava in rete. Risultato già in ghiaccio per il Napoli, che arrivava in area avversaria con disarmante facilità mentre il Toro si vedeva poco dalle parti di Reina fino alla fine del primo tempo nonostante qualche guizzo di Liajic.



DIFESE ALLEGRE — Per dare un senso alla ripresa il Toro doveva cambiare marcia. L'innesto di Lukic per Valdifiori dava vivacità ai granata che rischiavano di subire il poker da Callejon prima e Insigne poi, ma si avvicinavano finalmente in modo pericoloso alla porta avversaria. Lijaic era il più ispirato dei suoi, da una delle sue scorribande arrivava il gol di Belotti: lesto il Gallo a metter dentro da pochi passi approfittando di un rimpallo su Ghoulam. A quel punto Mihajlovic passava al 4-2-4 (dentro Maxi Lopez) mentre il Napoli si metteva a fare possesso palla con Hamsik sugli scudi e vicino al gol di testa. Per gli azzurri si aprivano spazi invitanti ed in contropiede Chiriches (ri)chiudeva la pratica dopo una azione da manuale condotta da Mertens e rifinita da Callejon. Finita? Macché. Difese allegre, gol a raffica: Rossettini puniva una papera di Reina su punizione laterale di Liajic per il momentaneo 4-2 poi Mertens chiudeva il suo show personale con un pallonetto da posizione defilata che beffava Hart mandando il visibilio il San Paolo ed infine Iago Falque, su rigore, fissava il punteggio sul definitivo 5-3. Risultato pirotecnico ma vittoria del Napoli mai in discussione.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/12/2016 18:14
 
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Napoli-Toro 5-3, Mertens fenomeno con 4 gol

Tripletta del belga in 22 minuti nel primo tempo,
poi "condita" da un quarto gol "maradoniano" nella ripresa.
La squadra di Sarri sale al terzo posto.
In gol anche Chiriches, Belotti, Rossettini e Iago Falque su rigore


In attesa che arrivi un nuovo centravanti (Pavoletti) e che quello titolare (Milik) torni dall'infortunio, il Napoli ha trovato un nuovo bomber: Dries Mertens. Il belga ha "matato" il Toro con disarmante facilità, segnando praticamente in tutti i modi e vincendo il duello a distanza con Belotti, capace comunque di timbrare il cartellino. Il belga ha fatto poker, il Napoli addirittura cinquina proprio come a Cagliari. Per il Toro, comunque orgoglioso nella ripresa, un'altra mazzata pesante nella rincorsa all'Europa dopo il ko nel derby. Adesso sono dieci i centri di Mertens in campionato e otto le sue reti nelle ultime tre partite compresa la Champions. Numeri da urlo, come quelli del Napoli. Per gli azzurri 15 reti nelle ultime 4 gare, Champions compresa, e 55 gol in 20 partite di campionato a Fuorigrotta nel 2016. Sarri è terzo ad un punto dalla Roma.



MERTENS FA IL GALLO — Mihajlovic ha provato a coprirsi sul lato destro con De Silvestri terzino e Zappacosta ala, lasciando inizialmente Iago Falque in panchina. Il Napoli però ha sfondato quasi sempre centralmente visto che le due punte esterne stringevano sistematicamente alle spalle dello scatenato Mertens. Napoli superiore anche nell'approccio alla gara, non a caso era un calcio piazzato a sbloccare il risultato: schema perfetto tra Ghoulam e Callejon su azione d'angolo - mentre Valdifiori stava a guardare -, cross basso per la zampata vincente di Mertens. Un gol da attaccante di razza e non da falso nueve mentre il bomber granata Belotti tre minuti dopo non sfruttava a dovere con il sinistro un buon assist di Benassi. La gara in pratica svoltava lì perché il Napoli ripartiva e trovava il rigore del 2-0. Lancio preciso di Insigne per Mertens, Barreca tratteneva vistosamente il belga e Doveri assegnava il penalty (il primo per il Napoli in campionato, tanto atteso da Sarri). Per Mertens trasformare era una formalità. Quasi più semplice calare il tris: respinta corta di Hart su gran botta da fuori di Callejon e Mertens, in due tempi (primo tiro ribattuto da Rossettini), depositava in rete. Risultato già in ghiaccio per il Napoli, che arrivava in area avversaria con disarmante facilità mentre il Toro si vedeva poco dalle parti di Reina fino alla fine del primo tempo nonostante qualche guizzo di Liajic.



DIFESE ALLEGRE — Per dare un senso alla ripresa il Toro doveva cambiare marcia. L'innesto di Lukic per Valdifiori dava vivacità ai granata che rischiavano di subire il poker da Callejon prima e Insigne poi, ma si avvicinavano finalmente in modo pericoloso alla porta avversaria. Lijaic era il più ispirato dei suoi, da una delle sue scorribande arrivava il gol di Belotti: lesto il Gallo a metter dentro da pochi passi approfittando di un rimpallo su Ghoulam. A quel punto Mihajlovic passava al 4-2-4 (dentro Maxi Lopez) mentre il Napoli si metteva a fare possesso palla con Hamsik sugli scudi e vicino al gol di testa. Per gli azzurri si aprivano spazi invitanti ed in contropiede Chiriches (ri)chiudeva la pratica dopo una azione da manuale condotta da Mertens e rifinita da Callejon. Finita? Macché. Difese allegre, gol a raffica: Rossettini puniva una papera di Reina su punizione laterale di Liajic per il momentaneo 4-2 poi Mertens chiudeva il suo show personale con un pallonetto da posizione defilata che beffava Hart mandando il visibilio il San Paolo ed infine Iago Falque, su rigore, fissava il punteggio sul definitivo 5-3. Risultato pirotecnico ma vittoria del Napoli mai in discussione.

Gianluca Monti

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18/12/2016 18:21
 
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Pescara-Bologna 0-3, a segno Masina, Dzemaili e Krejci

Donadoni torna alla vittoria dopo un mese grazie a due gol nel primo tempo e a un rigore
nella ripresa che condannano gli abruzzesi, in dieci dal 16', al 9° k.o. nelle ultime 10 gare



Il Bologna si sblocca e torna a vincere in trasferta, evento che non accadeva dallo scorso 14 febbraio (1-0 a Udine, gol di Destro), puntellando una classifica tutt'altro che esaltante. Lo fa passeggiando sui guai di un Pescara allo sbando, quasi rassegnato, senza idee e senza grinta, rimasto in dieci per oltre un'ora. Dopo le contestazioni, questo bruciante 3-0 in casa sa tanto di condanna anticipata. Dubbi sul futuro di Oddo, che pure era stato confermato in settimana.

SUBITO IN DISCESA — La partita si mette subito bene per gli uomini di Donadoni: il gol arriva dopo una quasi autorete di Biraghi: calcio d'angolo da sinistra, lancio perfetto di Viviani sul secondo palo, Masina approfitta della dormita di Biraghi e batte Bizzarri, festeggiando così la sua gara numero 50 in A, tutte in rossoblù. Nove minuti dopo, il secondo episodio chiave: lo sciagurato Verre stende Mounier e si fa cacciare da Rocchi. È passato da poco un quarto d'ora e il Pescara, già in crisi di risultati e autostima, va in depressione. Intanto, il Bologna conquista campo e non lo molla più, dilettandosi in un prolungato possesso palla. Al minuto 20 Destro sbuccia una facile palla a centro area dimostrando di non aver superato il momento no. Intanto Oddo fa una mossa incomprensibile, togliendo Manaj (inconcludente, ma comunque unica punta di ruolo), per mettere Zampano centrocampista di destra. Donadoni ritocca la difesa: fuori Maietta (guai muscolari), dentro Krafth che va a fare il terzino destro con Torosidis che si sposta al centro. Al 41' Bologna raddoppia con tiro da fuori area di Dzemaili, tra i migliori, deviato da Gyomber: Bizzarri battuto e senza colpe. Pescara affondato.

CROLLO — La superiorità del Bologna è indiscussa. Diventa imbarazzante dopo il terzo gol: netto rigore per fallo di Crescenzi su Destro che nella caduta prende una botta alla spalla sinistra. A quel punto, la partita si può considerare chiusa. C'è tempo per vedere le occasioni di Viviani e Krejci sventate da Bizzarri: senza l'anziano portiere, autore di almeno 5 parate prodigiose, il k.o. sarebbe stato ancora più gravoso.

Guglielmo Longhi

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18/12/2016 18:34
 
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Udinese-Crotone 2-0, Thereau decide con una doppietta
I friulani superano la squadra di Nicola con un gol per tempo del francese
e centrano la terza vittoria di fila (dopo Bologna e Atalanta).
Espulso Cordaz



L’Udinese continua la sua serena crociera in campionato battendo il Crotone grazie a una doppietta di Cyril Thereau. Solo nel secondo tempo la squadra di Delneri ha legittimato il successo: nei primi 45’, infatti, il Crotone aveva giocato meglio e con maggiore aggressività sfiorando il vantaggio in un paio di occasioni. A fare la differenza è stata la maggiore qualità dei bianconeri.

PRIMO TEMPO — Il Crotone cerca di sorprendere in avvio i friulani e al 4’ Karnezis è bravissimo a murare Trotta che si era presentato davanti alla porta. Anche Cordaz, al 13’, merita applausi per una respinta di piedi su Zapata innescato da Widmer. E’ clamoroso, invece, l’errore di Palladino al 17’: servito da Trotta, l’ex juventino spara in curva da otto metri. Il Crotone continua a macinare gioco grazie alla continuità di Barberis e Crisetig, bravi a riconquistare in fretta la palla, e all’intraprendenza di Rohden e di Trotta. Proprio Trotta al 36’ è egoista perché preferisce un tiro dal limite a un comodo appoggio che avrebbe messo Falcinelli davanti a Karnezis. L’Udinese dovrebbe essere felice di tornare negli spogliatoi sullo 0-0 e invece riesce addirittura a trovare il gol del vantaggio al 43’: punizione di Jankto, tocco morbido di Thereau che sembrava in letargo e invece arriva puntuale sul pallone che sblocca e cambia partita.

SECONDO TEMPO — Da questo momento, infatti, il Crotone spegne la luce ed è un limite grave per una squadra che sta cercando di andare oltre le proprie difficoltà tecniche per guadagnarsi la salvezza. Nella ripresa la squadra di Nicola tirerà una volta sola, in pieno recupero, quando un colpo di testa di Falcinelli finirà alto. Il secondo tempo esalta la vena di Thereau, che sigla il raddoppio al 16’ con un preciso tiro di sinistro dopo assist di Zapata, sfiora il tris in un paio di occasioni, regala una palla-gol allo sprecone De Paul e fa espellere il bravissimo Cordaz anche se in realtà si tratta di un fraintendimento: vedendo Angella a terra, il portiere del Crotone cerca di buttare in fallo laterale la palla che invece rimbalza da Thereau che tira verso la porta. Cordaz fuori area prende la palla con le mani e viene inevitabilmente espulso. Il cartellino rosso a cinque minuti dal 90’ è l’atto finale della partita.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/12/2016 00:07
 
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Genoa-Palermo 3-4, super Simeone, poi clamorosa rimonta rosanero

Doppietta del Cholito e gol di Ninkovic per i rossoblu che si portano sul 3-1,
ma le reti di Goldaniga, Rispoli e Trajkovski regalano i tre punti a Corini


Il Palermo sbanca Marassi al termine di una gara rocambolesca (3-4). La squadra rosanero era sotto fino al 43’ del st. Poi ha firmato il sorpasso con Rispoli e Trajkovski in 2’. Primi tre punti per Corini che ora torna a sperare. Il Genoa perde l’imbattibilità casalinga, e per la prima volta nella sua storia il Palermo batte il Genoa a Marassi. I rosanero non avevano mai segnato più di un gol in questa stagione: è una serata speciale.

CHOLITO — Juric conferma la squadra che ha battuto la Fiorentina, Corini invece cambia 2 giocatori (Gazzi e Bruno Henrique). I rossoblù partono a razzo come contro i viola e dopo 4’ sono già in vantaggio: su un lancio di Burdisso la difesa palermitana si fa cogliere impreparata, la palla arriva a Simeone che da due passi non sbaglia (1-0). Il Cholito festeggia così il quinto gol in campionato.

VELOSO OUT — Sulle ali dell’entusiasmo il Genoa confeziona altre 2 palle gol nell’arco di 4’: prima è Laxalt a pescare Simeone sul secondo palo, ma l’attaccante argentino arriva scoordinato sulla conclusione. Poi è ancora Laxalt a seminare il panico sulla sinistra, la palla arriva da Rigoni al Cholito che spara alto. Al 25’ il Palermo reclama il rigore per un contatto tra Cofie e Bruno Henrique. Al 28’ Veloso si fa male e viene sostituito da Ntcham.

IL PARI — La squadra di Corini prende coraggio e inizia a farsi vedere dalle parti di Perin. Prima con un colpo di testa di Andelkovic (alto), poi nell’occasione del pareggio: da uno scontro tra Cofie e Gazzi a centrocampo, la palla arriva a Nestorovski, imbucata per Quaison che non dà scampo a Perin (1-1).

SEMBRA FINITA... — La ripresa si apre con un’occasione clamorosa per il Palermo: Munoz pasticcia, Bruno Henrique vede tutto solo Nestorovski che spara sopra la traversa. Sul ribaltamento di fronte Simeone fa le prove del gol di testa: alto. Al 12’ il Cholito si fa perdonare con uno stacco…alla Pavoletti su assist di Izzo (2-1). Il Palermo accusa il colpo e 7’ dopo va ancora sotto: cross di Simeone per Ninkovic che di testa firma il 3-1.

LA RIMONTA — Gara finita? Neanche per idea. Al 24’ i rosanero riaprono il match con una spizzicata di Goldaniga (3-2). Al 43’ Rispoli acciuffa il pareggio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. E un minuto dopo Trajkovski in contropiede firma il sorpasso clamoroso (3-4). Il Genoa esce tra i fischi della Nord.

Francesco Gambaro

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/12/2016 00:12
 
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Lazio-Fiorentina 3-1: gol di Keita, Biglia e Zarate

Segnano Keita, Biglia su rigore, Zarate e Radu.
Biancocelesti al terzo posto insieme al Napoli



La Lazio vince della Fiorentina e raggiunge il Napoli al terzo posto, a un punto dalla Roma. I gol di Keita e Biglia su rigore indirizzano la gara in favore dei biancocelesti già nel primo tempo. In avvio di ripresa, i viola potrebbero rientrare subito in partita ma il tiro dal dischetto di Ilicic viene respinto da Marchetti. Poi, il gol di Zarate riapre la gara che nel secondo tempo porta in cattedra la Fiorentina. Che però sui titoli di coda subisce ll k.o. di Radu con il colpo del definitivo 3-1.

SPRINT LAZIALE — Inzaghi si affida al 3-5-2. Squalificato Parolo. Recuperati Marchetti e Biglia. Tornano titolari Bastos, Keita e Cataldi. Sousa conferma il 4-2-3-1. Fermi per squalifica Salcedo e Badelj. Indisponibili Gonzalo Rodriguez e Borja Valero. Rientrano dal primo minuto Kalinic, Tello e Ilicic. De Maio e Tomovic le altre novità in formazione. La Lazio scatta all’attacco. Al 9’ Tatarusanu salva su colpo di testa di Bastos. Al 13’ replica della Fiorentina con botta di Bernardeschi bloccata da Marchetti. Gara a ritmi intensissimi. La squadra di Inzaghi accelera in fase offensiva. Al 22’ impreciso Immobile: calcia alto da buonissima posizione. Un minuto dopo la Lazio passa con una bella azione sulla destra: da Anderson per Milinkovic con velo di Cataldi, si inserisce Keita che fulmina Tatarusanu. Quinto gol in questo campionato per l’attaccante spagnolo-senegalese che eguaglia il suo primato personale del campionato 2013-14. La Fiorentina si scuote per riorganizzare la propria manovra. Mentre i biancocelesti rifiatano dopo la rincorsa per portarsi in vantaggio. Al 41’ colpo di testa di Bernardeschi sventato da Marchetti. Ma è la Lazio ad andare ancora a segno: al 48’ con Biglia su rigore concesso per atterramento di Tomovic su Milinkovic, protagonista di una esaltante incursione sulla sinistra. Graziato il difensore viola: era già ammonito e poteva essere espulso.

RINCORSA VIOLA — Dopo l’intervallo, però, Tomovic resta negli spogliatoi: Sousa lo avvicenda con Cristoforo. Che si mette subito in evidenza: al 3’ un intervento di Biglia ai suoi danni procura un rigore alla Fiorentina. Dal dischetto però Ilicic si fa ipnotizzare da Marchetti che devia la conclusione alla sua sinistra. Una serataccia per lo sloveno che dieci minuti dopo viene sostituito dall’ex Zarate. Che al 20’ colpisce insaccando un pallone sfuggito in area a uno stop di Biglia in scivolata. La Fiorentina rialza la testa. Al 23’ Inzaghi inserisce Kishna al posto di Keita. Bernardeschi scarica una staffilata dalla distanza e al 26’ prova a sorprendere Marchetti che devia in angolo. Fiorentina all’attacco, Lazio in grande affanno. Inzaghi rinsalda la difesa con Wallace che rileva Anderson. Si risistema con Lulic sulla corsia destra. Terzo per cambio per Sousa: Chiesa sostituisce Tello. Al 37’ gol annullato alla Fiorentina per mani di Sanchez che aveva spinto il pallone in rete. Murgia rileva Cataldi. Lazio chiude le sue ansie al 45’ con Radu che segna finalizzando una ripartenza di Immobile. Tre punti sofferti ma preziosi per la Lazio che festeggia al fischio finale l’ingresso in zona Champions

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
20/12/2016 00:07
 
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SERIE A 2016/2017 17ª Giornata (17ª di Andata)

17/12/2016
Empoli - Cagiari 2-0
Milan - Atalanta 0-0
Juventus - Roma 1-0
18/12/2016
Sassuolo - Inter 0-1
Chievo - Sampdoria 2-1
Napoli - Torino 5-3
Pescara - Bologna 0-3
Udinese - Crotone 2-0
Genoa - Palermo 3-4
Lazio - Fiorentina 3-1

Classifica
1) Juventus punti 42;
2) Roma punti 35;
3) Napoli e Lazio punti 34;
5) Milan punti 33;
6) Atalante punti 29;
7) Inter punti 27;
8) Fiorentina punti 26;
9) Torino e Chievo punti 25;
11) Udinese punti 24;
12) Genoa punti 23;
13) Sampdoria punti 22;
14) Bologna e Cagliari punti 20;
16) Sassuolo punti 17;
17) Empoli punti 14;
18) Crotone e Palermo punti 9;
20) Pescara punti 8;

(gazzetta.it)
20/12/2016 23:54
 
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Atalanta-Empoli 2-1. D'Alessandro da impazzire: gol vittoria al 94'

I bergamaschi spingono per tutta la partita ma sbagliano troppo sotto porta.
E rischiano la beffa. Ma ci pensano Kessie e D'Alessandro a regalare i 3 punti a Gasperini


L’Atalanta batte 2-1 l’Empoli nell’anticipo della 18esima giornata e torna al successo dopo 3 giornate. I bergamaschi si portano a 32 punti, un passo in avanti verso il sesto posto alla fine del girone di andata. Il successo matura in rimonta e nel finale, come quello contro la Roma, con un guizzo di D’Alessandro ma meritato per quanto visto nei 90 minuti, giocati tutti all’attacco dagli uomini di Gasperini.. Subito una sorpresa nella formazione toscana: un attacco febbrile a poche ore dal fischio d’inizio manda k.o. Saponara: il suo posto da trequartista viene preso da Croce, con Buchel a centrocampo. Nell’Atalanta, come si attendeva, Kessie parte dalla panchina dove si accomoda anche Caldara. In mezzo al campo Gasperini mette Freuler al fianco di Gagliardini, in difesa il terzetto è Toloi-Masiello-Zukanovic.


QUANTI ERRORI — La cronaca dei primi 45 minuti è tutta di marca atalantina. La squadra di Gasperini colleziona 7 calci d’angolo, va alla conclusione 8 volte, ma i tiri sono sempre fuori bersaglio, respinti dalla difesa o troppo lenti per mettere in difficoltà Skorupski. I nerazzurri si accendono soprattutto sulla fascia sinistra, dove Spinazzola e Gomez mettono più volte in difficoltà Cosic, ma la difesa di Martusciello, che dopo il quarto d’ora perde Costa per un problema muscolare, regge. Al 9’ e al 12’ ci prova Petagna, ma la palla va a sbattere sul corpo dei difensori toscani. Al 12’ un tiro cross del Papu Gomez dalla sinistra attraversa lo specchio della porta. Al 15’ è sempre l’argentino protagonista: su lancio dalle retrovie salta Cosic, si accentra e spara in porta, Skorupski devia in angolo. L’Empoli si vede con un paio di punizioni dalla trequarti che si risolvono in cross respinti dai difensori bergamaschi, poi è ancora Atalanta. Al 21’ Spinazzola tira alto dal limite, 4 minuti dopo il tiro sempre dalla distanza di Gomez è respinto da Skorupski. Il più veloce sulla ribattuta è Petagna che tocca il pallone e va a sbattere sul portiere toscano. Per Fabbri si può proseguire. Arrivano altri tiri da fuori di Gagliardini (lento e fuori misura), di Freuler (palla in fallo laterale) fino al primo minuto di recupero: punizione dello svizzero e Zukanovic dei testa manda alto.

IL GUIZZO D'ALESSANDRO — Gasperini inizia la ripresa con Kessie, ma a gelare l’Azzurri d’Italia al 6’ è Mchedlidze: il georgiano si lancia sulla punizione di Croce, anticipa Masiello e devia con un tocco di sinistro alle spalle di Berisha. Per lui è il terzo gol nelle ultime due gare. L’Atalanta schiuma di rabbia e si getta all’assalto. Ci provano Gagliardini di testa, palla deviata in angolo, Petagna di sinistro e Skorupski respinge alla grande. L’assedio viene premiato al 29’ ed è proprio Kessie a trovare il pari con una sassata di destro nell’angolo basso alla destra di Skorupski. L’assedio dell’Atalanta prosegue e i bergamaschi vanno più volte vicini al 2-1 con Kessie (traversa) e due volte con Gagliardini (tiro e colpo di testa fuori bersaglio). Quando il pareggio sembra segnato arriva il guizzo di D’Alessandro che in mischia regala i tre punti a Gasp: è un Natale da sogno a tutti i tifosi della Dea.

Davide Longo

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/12/2016 00:02
 
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Inter-Lazio 3-0, Banega e doppio Icardi show:
terza vittoria di fila per Pioli

I nerazzurri chiudono il 2016 con 30 punti in classifica grazie alla grande serata dei due argentini


L'Inter non si riposa nemmeno alla settima e contro una Lazio bifronte centra un'altra vittoria in quello che ormai è diventato un fortino. A San Siro, Coppa compresa, sono appunto sette le vittorie consecutive. E anche questa arriva dopo grandi sofferenze nel primo tempo. Perché Pioli non ha ancora trovato la vera quadra, ma di sicuro ha insegnato ai suoi a lottare. In un secondo tempo con i botti, segnano Banega e Icardi, alla quarta doppietta nelle ultime cinque interne di campionato. Lazio scintillante nel rimo tempo, ma rimasta di fatto negli spogliatoi dopo l'intervallo. E ora i nerazzurri sono a soli 4 punti dal terzo posto, aspettando che giochino Napoli e Milan.

MOLTA PIÙ LAZIO — Pioli fa le scelte più logiche per sostituire gli squalificati Joao Mario e Melo (l'Inter non farà ricorso per i due turni comminati al brasiliano) e inserisce Kondogbia al fianco di Brozovic e Banega sulla trequarti. Inzaghi risponde con Patric al posto dell'acciaccato Radu e Keita in panchina. Esterno sinistro del tridente offensivo c'è Lulic. Come accade spesso vedendo i match dell'Inter, la sensazione è che gli avversari abbiano le idee più chiare. Stavolta l'effetto è immediato, visto che dopo 40 secondi la Lazio ha una doppia clamorosa palla gol. Anderson sfonda a destra e innesca Immobile il cui destro è parato da Handanovic, sulla ribattuta Lulic viene murato da Murillo. Attorno al metronomo Biglia, gli ospiti si muovono a memoria, alternando gli esterni alti e sfruttando la classe di Milinkovic, cui è impossibile portare via la palla. L'Inter soffre, Icardi prova invano a liberarsi dalla morsa De Vrij-Wallace ma sul suo cross Perisic non trova il pallone. Il croato e Candreva (fischiato dagli ex tifosi) girano a vuoto. Al 19' sempre Anderson trova Immobile, ma Handa c'è. Il brasiliano qualche minuto dopo fa tutto da solo, ne salta tre ma il suo sinistro a colpo sicuro è intercettato da D'Ambrosio. Brozovic al 31' dà finalmente un senso alla serata di Marchetti, ma il tiro è centrale. Mentre il croato e Kondogbia in mezzo tengono, sulle fasce il confronto è impari. E solo due errori laziali in ripartenza e altrettante chiusure di Miranda evitano lo svantaggio. Ai nerazzurri non resta che provarci con i cross dalla trequarti, ma i due centrali difensivi di testa non ne mancano una. Ecco perché lo 0-0 all'intervallo è un affarone per la squadra di Pioli.

SOLO INTER — Nessun cambio a inizio ripresa, ma diverso è l'atteggiamento dell'Inter, che va a prendere l'avversario più alta. Al 9' un recupero sulla trequarti di Brozovic innesca Banega, che da fuori area scarica un destro potente su cui Marchetti non è impeccabile. Come già successo in casa contro Southampton e Genoa, i nerazzurri si ritrovano così in vantaggio pur avendo subito a lungo. E stavolta non mollano la presa, anzi piazzano l'uno-due all'11'. D'Ambrosio crossa da destra, Icardi è bravo a prendere il tempo a De Vrij e girare di testa sul secondo palo. Inzaghi a questo punto ci prova con Keita per Patric, con Lulic che scala in difesa. Il neo entrato ci prova subito, ma Handanovic è attento sul primo palo. La Lazio però resta in bambola, con De Vrij e Wallace che nel secondo tempo mandano in campo i loro fratelli sfigati. Icardi al 20' li beffa ancora, su schema da calcio piazzato, con Banega che lo pesca a centro area per la girata che Marchetti non trattiene. Un 3-0 surreale, considerato quanto visto nel primo tempo. Ma meritato per la sfuriata che non si placa, vedi liscio di Lulic - anche lui di colpo in affanno - che innesca Banega, sulla cui imbucata Icardi impegna Marchetti. L'ex Siviglia esce tra gli applausi, sostituito da Palacio. Nella Lazio entra Lombardi per Patric, con virata sul 3-5-2. Il resto è accademia, compresa una traversa del solito Icardi e l'ovazione per l'ingresso di Gabigol.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/12/2016 22:42
 
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che risultati stasera .... [SM=p1591640]
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Cagliari-Sassuolo 4-3, rimonta pazza dei sardi.
Decide una doppietta di Farias

La squadra di Rastelli spazza via i venti di crisi con un successo pirotecnico.
I neroverdi, in 10 per tutta la ripresa, sprecano il doppio vantaggio e incassano il terzo k.o. consecutivo



Altalena per forti di cuore. Il Cagliari batte 4-3 il Sassuolo ed esce con il batticuore da una situazione ambientale difficile, sofferta, con inevitabili strascichi. Ma intanto, 3 punti di platino per Massimo Rastelli e i suoi. Per Di Francesco - nove infortunati - serata stregata. In soldoni, la rivoluzione in maglia rossoblù paga. Ma quanta fatica.

LA GARA — Storari, Ceppitelli, Tachtsidis e Borriello in panca. Rastelli rovescia il tavolo e parte con quelli che ritiene più affidabili, fisicamente e tecnicamente. La scelta più rumorosa riguarda il portiere. Ci sarà da parlarne. Si parte a ritmi blandi. Celi sventola il giallo a Ragusa, gomitata su Barella. Il primo brivido al 4': Consigli esce in presa alta, il pallone gli sfugge, il Cagliari non ne approfitta. Replica il Sassuolo: all'11' Defrel impegna Rafael in due tempi. Il portiere brasiliano guadagna la standing ovation. Il vantaggio lo firma Sau, quarto gol stagionale. Corner di Di Gennaro, Salamon spizza, Sau, prima impegna Consigli, poi ribatte in rete. L'1-0 regala adrenalina pura. Ma l'incubo è appena cominciato. Intanto, la panchina rossoblù salta per aria. Sau esulta e mostra la maglia 9 di Melchiorri, ancora ai box: legamento crociato, operato ad aprile, di nuovo fuori causa. Il match lievita. Rastelli chiede la linea difensiva alta. Il Sassuolo fa girare palla. Di Francesco si sbraccia. Farias strappa l'applaudo per un'incursione a mille all'ora. Ma è Di Gennaro a prendersi la scena: tonico, preciso nel dare i ritmi, ritrovato anche nel fare filtro in mediana. Intanto, Sensi vien braccato da Sau e Farias. Alla mezzora il pareggio: Adjapong, servito da Mazzitelli, la mette dentro con una giocata da fantacalcio. L'1-1 mette le ali agli emiliani. Alves e soci rinculano, Rastelli urla.

PELLEGRINI GOL E ROSSO — Al 33' Pellegrini, con Dessena che lo lascia sfilare, sigla il 2-1 con una staffilata di destro. Una mazzata. Neanche un minuto e il Sassuolo rimane in dieci: Pellegrini entra a forbice su Di Gennaro, "rosso" diretto. Sau firma la reazione: rasoterra, Consigli c'è. Intanto, Rastelli piazza Borriello al posto di Dessena al 40': il capitano reagisce male. Esce senza passare dalla panca, lancia per terra la fascia e dà un calcio ai tabelloni pubblicitari. Ma è Sensi a impensierire Rafael: ripartenza assassina in superiorità numerica, tiro alto dal limite. I rossoblù sono fragili, i due gol incassati in tre minuti mettono a soqquadro fiducia e certezze. Thriller. Cagliari all'attacco nella ripresa. Ma è Sensi, favorito da un tocco sbagliato di Padoin, a far rabbrividire il Sant'Elia in due occasioni. Con la superiorità numerica, che a tratti si avverte poco, i rossoblù crescono. La trincea Sassuolo è ordinata e solida. Borriello svaria, si cercano le vie laterali, ci prova Bruno Alves di testa. Altro colpo di scena al 12': Pisacane strattona Ragusa, Celi indica il dischetto. Acerbi segna il 3-1.

LA RIMONTA — Pare quasi fatta, anche perché è bravo Salamon a bloccare Ragusa in scivolata. Butta male. Ci pensa Borriello a far risalire le azioni dei Rastelli boys. Volata di Farias, destro angolato del centravanti napoletano (settimo centro stagionale) che batte Consigli. Al 21' entra Joao Pedro, lascia Pisacane. Di Francesco si copre con Terranova, esce Adjapong. Proprio Joao sfiora il palo di testa. I padroni di casa tengono il pallino, gli ospiti provano a ripartire. Al 28' arriva il 3-3: Farias scarica di destro, la deviazione di un difensore inganna Consigli. Il Cagliari riprende fiato. Ma non è finita. Ancora Farias punisce il Sassuolo con una sassata da 25 metri: 4-3 e terzo gol in stagione. Anche in questo caso, scorie: Rastelli richiama Sau, per Giannetti, che esce senza dare il "cinque" al tecnico. I sintomi di uno spogliatoio "affaticato" e sull'orlo di una crisi di nervi. Intanto, il Sassuolo accusa il colpo. Di Francesco butta dentro Matri e Ricci per Lirola e Mazzitelli. Giannetti ha la palla per firmare il 5-3 ma Consigli non ci sta. Il Cagliari vola a quota 23 e vince la settima partita in casa, si tiene a +11 dal terzultimo posto. Messo a rischio in settimana, prontamente blindato dal presidente Giulini, Rastelli mangia il panettone. E forse, anche qualcosa di più.

Mario Frongia

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/12/2016 23:41
 
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Fiorentina-Napoli 3-3: super Bernardeschi, Gabbiadini pari al 94'

Il fantasista della Fiorentina segna due gol e serve a Zarate l'assist del 3-2:
Sarri due volte in vantaggio con Insigne (capolavoro) e Mertens, prima del pari su rigore nel recupero



Spettacolo al Franchi ed incredibile 3-3 finale tra Fiorentina e Napoli. Non basta uno straordinario Bernardeschi ai viola per trascinare Sousa alla vittoria perché un rigore procurato da Mertens e segnato da Gabbiadini nel quarto minuto di recupero strozza in gola l'urlo dei tifosi di casa. La Fiorentina ferma l'emorragia dopo due sconfitte consecutive, gli azzurri salgono a quota 35 dopo aver a lungo cullato la vittoria prima, ed essere stati ad un passo dalla caduta poi. Paulo Sousa deve rinunciare ad Ilicic (influenza) e non rischia Gonzalo Rodriguez (solo panchina). In campo quindi Cristoforo e Tomovic. Sarri preferisce Zielinski ad Allan e davanti punta ovviamente sul tridente Callejon-Mertens-Insigne. Pronti via e Tagliavento ammonisce in rapida successione Albiol e Kalinic nei primi due minuti di gioco. Il primo tiro è di Insigne al settimo minuto con Tatarusanu che respinge di pugno. Al 13' grandissime proteste viola. Kalinic lanciato a rete si presenta solo davanti a Reina ma Tagliavento blocca tutto per un presunto fallo commesso in precedenza dall'attaccante croato. Al 15' è Vecino a sprecare una buona occasione calciando a lato dal limite dell'area di rigore. Il Napoli reagisce al minuto numero venti. Mertens libera Callejon che esplode il destro, ma il pallone fila via lontano dal palo destro di Tatarusanu. Quattro minuti più tardi gli azzurri passano: Insigne riceve (in leggera posizione di fuorigioco), si accentra ed esplode un bolide dai 25 metri che si insacca sotto l'incrocio dei pali. La Fiorentina si blocca di colpo ed il Napoli rischia di dilagare. Al 34' Mertens troverebbe anche il raddoppio, ma la rete viene giustamente annullata per fuorigioco.

CONFESSIONE — Al 39' la Viola si scuote trovando una buona verticale con Cristoforo che serve Kalinic, il cui sinistro sfiora il palo. Prima dell'intervallo Kalinic lanciato a rete cade in area non toccato da Reina. Sarebbe giallo per simulazione ma prima che Tagliavento esegua il croato 'confessa' di essere caduto da solo, salvandosi. Reina protesta vivacemente, facendosi ammonire dal direttore di gara. Il primo tempo finisce con Maksimovic al posto dell'infortunato Chiriches ed il Napoli avanti.

SCIAGURA TOMOVIC, FURIA BERNA — Si riparte senza ulteriori cambi: Bernardeschi lancia subito Kalinic in profondità, Maksimovic lo stende e viene ammonito. La punizione di Bernardeschi viene deviata da Callejon in barriera spiazzando Reina ed insaccandosi dalla parte opposta. I viola prendono coraggio, Bernardeschi cresce con il passare dei minuti e al 60' prova ancora a calciare. Tiro deviato e calcio d'angolo sugli sviluppi del quale Vecino non riesce a girare in porta. Due minuti più tardi a sfiorare il vantaggio è però il Napoli. Il tocco di Mertens supera Tatarusanu, Maxi Olivera respinge nei pressi della linea di porta. Al 67' gli azzurri segnano. Mertens ringrazia lo sciagurato Tomovic che da ultimo uomo perde il pallone. Il belga avanza e segna fra la disperazione dei tifosi viola. Nemmeno il tempo di battere il calcio d'inizio che Bernardeschi si inventa un gran gol con un sinistro da fuori che bacia il palo ed entra. Sousa cambia. Dentro Sanchez e Zarate per Badelj e Cristoforo. La gara rimane bellissima, equilibrata ed estremamente aperta. E così la Fiorentina segna ancora. Bernardeschi inventa un taglio al millimetro per Zarate che calcia al volo indovinando l'angolo. 3-2. Sarri getta Gabbiadini nella mischia (per Diawara) aumentando il potenziale offensivo. Sousa si copre con Diks per l'ottimo Chiesa. Al 93', quando la Fiorentina assaporava il dolce sapore della vittoria, Mertens entra in area e trova un contatto con Salcedo. Tagliavento fischia il rigore che Gabbiadini trasforma freddamente. Finisce così con un pareggio spettacolare ed un po' di amarezza per entrambe le squadre incapaci di mantenere il vantaggio conquistando i tre punti.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/12/2016 23:44
 
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Palermo-Pescara 1-1, Biraghi risponde a Quaison

Il difensore abruzzese beffa i rosanero e risponde nel recupero al gol dello svedese nel primo tempo.
Oddo può recriminare anche per un gol regolare annullato



Un pareggio che non serve a nessuno in chiave salvezza. Il Palermo accarezza l'idea della prima vittoria in casa, stroncata nei minuti finali dal pareggio del Pescara, che ha avuto il merito crederci sino all'ultimo.

LA PARTITA — Corini deve fare a meno di Andelkovic, operato in giornata al menisco dal dott. Battistella a Novara e rilancia Gonzalez dal primo minuto dopo l'infortunio. In avanti Diamanti vince il ballottaggio con Bruno Henrique. Oddo ridisegna il Pescara mettendosi a specchio con i rosanero con Benali e Caprari alle spalle di Pettinari. Si inizia su ritmi alti, ma in sostanziale equilibrio: il Palermo prova a imporre la propria manovra ma trova un Pescara ben chiuso pronto a ripartire. E infatti i primi sussulti li regalano proprio gli abruzzesi, al quarto d'ora, con Pettinari, il cui tiro viene deviato in angolo da cui scaturisce un colpo di testa di Memushaj che termina alto. I rosanero si alzano sugli esterni, soprattutto dalla parte di Aleesami, da dove nascono le incursioni migliori grazie alla collaborazione di Diamanti. Al 23' Jajalo prova la soluzione da fuori area in modo però troppo tenero. La pressione di padroni casa aumenta col passare dei minuti, Diamanti (29') conquista una punizione sul vertice sinistro dell'area sulla quale Jajalo pesca Gonzalez che di testa spedisce a lato. La mole di gioco dei rosanero viene premiata al 33', quando Diamanti lancia in area Quaison che in velocità fa partire un missile che trafigge Bizzarri all’incrocio. Il finale di tempo è tutto di stampo rosanero.

REAZIONE — A inizio ripresa il Pescara preme sull'acceleratore e costringe gli uomini di Corini sulla difensiva soprattutto grazie ai guizzi di Caprari, pur senza alcun pericolo per la porta di Posavec. Il Palermo tiene botta e prova ad uscire. Corini inserisce Bruno Henrique per Diamanti, Oddo risponde con Brugman per Bruno. I rosanero si risistemano e si rifanno sotto: al 21', dagli sviluppi di un corner, Nestorovski di testa manda di poco al lato. È il Pescara, però, a cambiare l'inerzia: al 35' Aleesami perde palla e innesca la manovra avversaria che conclude con diagonale di Pettinari che termina fuori. Nel finale gli abruzzesi tentano l'assalto all'arma bianca e al 44' trovano pure il gol con Fornasier, annullato ingiustamente per fuorigioco. L'appuntamento è rinviato al 47', quando Biraghi trasforma un rigore per atterramento di Caprari da parte di Bruno Henrique. Il Pescara avrebbe anche la palla del match con Memushaj, Posavec, però si supera negando la gioia del colpaccio agli abruzzesi.

Fabrizio Vitale

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/12/2016 23:48
 
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Roma-Chievo 3-1, El Shaarawy, Dzeko e Perotti:
i giallorossi ripartono dopo la Juve

Il ritorno del Faraone (a digiuno da 6 partite) e quello del bosniaco (a secco da 3).
E per finire un rigore segnato da Perotti.
I giallorossi stendono i veneti e ripartono dopo il k.o. contro di Torino


Nove vittorie su nove in casa: la Roma all'Olimpico è una macchina che non sbaglia un colpo. La sconfitta con la Juventus è alle spalle, a rimetterci le penne è il Chievo, che pure nel primo tempo aveva trovato il gol del vantaggio con De Guzman, ex Napoli. Spalletti che a Natale si può godere il secondo posto chiude la serata sotto la curva Sud.


MODULO INEDITO — Spalletti sceglie per la Roma un inedito 3-4-3: fuori Gerson e Perotti, dentro Peres e El Shaarawy. Proprio questi due saranno i protagonisti, nel bene e nel male, del primo tempo giallorosso contro il Chievo, nel quale Maran recupera in extremis Gamberini al centro della difesa. Il Chievo se la gioca con un 4-3-1-2, ma Birsa ha il compito in fase difensiva di scalare sulla destra per comporre una linea a quattro a centrocampo. E' la Roma a partire meglio: all'11 Peres dà dentro per Dzeko, il bosniaco si gira e con il sinistro cerca il secondo palo, ma la conclusione non è precisa. Un minuto ed è il primo tiro in porta della Roma: angolo di Peres e tiro al volo di El Shaarawy, con Sorrentino che devia in angolo. Buona giocata giallorossa al minuto 15: El Shaarawy trova una linea di passaggio di Emerson che entra in area, palla arretrata per Salah che conclude alto. Al 18' ancora Peres in avanti: pallone per Salah, il cui colpo di testa è impreciso. Al 22' si affaccia il Chievo ed è un'occasione d'oro: Birsa è più rapido di Vermaelen, cross deviato da Fazio, sul secondo palo De Guzman si getta sul pallone anticipando pure il compagno Meggiorini, ma spedendo fuori. Stesso minuto, siamo dall'altra parte: El Shaarawy a giro con il destro, facile per Sorrentino. Che invece è bravissimo, pur con due interventi "artigianali", prima al 24' su un destro su punizione di Naiggolan (poi Fazio non è rapido per il tap-in), successivamente al 35' con un destro potente di Dzeko da fuori area, e conseguente parata con i piedi del portiere del Chievo. In mezzo, al 28', il palo esterno di Peres su punizione dal limite. Il Chievo è sornione ma pronto a colpire. E puntualmente accade: è il 37', Izco lavora un pallone sulla destra e mette in mezzo, a centro area si addormenta Peres che si fa anticipare da De Guzman, il cui colpo di testa beffa Szczesny. Roma sotto, l'Olimpico mugugna. Ma ci pensa El Shaarawy a fissare nuovamente il pareggio: è il primo dei due minuti di recupero concessi da Calvarese, il Faraone con il destro bacia il palo e batte Sorrentino alla sua destra.


A SENSO UNICO — Nel secondo tempo zero cambi, copione identico. Spalletti battibecca ferocemente con Peres, troppe volte impreciso. E proprio nella stessa azione, al 7', la Roma trova il 2-1: ancora El Shaarawy protagonista, entra in area da sinistra e cerca Dzeko con l'esterno, dopo una serie di rimpalli il pallone arriva davvero sui piedi del bosniaco che da un metro batte Sorrentino. Il Chievo accusa il colpo, la Roma è pericolosa con Peres al 13': destro di poco fuori. Così Maran cambia: fuori Birsa, minuti 14, e dentro Bastien. Il Chievo passa alla difesa a tre, è la Roma però a comandare le azioni. Doppia chance al minuto 30', entrambe per Dzeko, entrambe su assistenza di Peres: prima ilcolpo di test di bosniaco finisce sul palo, poi Dzeko incoccia male con il destro su un cross basso del brasiliano. Maran gioca la carta Pellissier, al posto di Inglese. Al 37' ci prova ancora El Shaarawy: destro a giro sul secondo palo troppo largo. E al 38' la chance capita sui piedi di Dzeko: lancio di El Shaarawy in verticale, il bosniaco tutto solo davanti a Sorrentino si fa deviare in angolo la conclusione. Al 45' altra occasione giallorossa: Peres per Dzeko che cerca il tocco sotto, Sorrentino respinge, poi Perotti sbaglia il tap-in a porta vuota. Ma l'argentino si rifà subito: prima si guadagna il rigore (ingenuo Costa), poi lo trasforma per il 3-1 finale, che regala alla Roma un secondo posto blindato sotto l'albero.

Davide Stoppini

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 22/12/2016 23:50]
23/12/2016 00:03
 
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Serie A, Sampdoria-Udinese 0-0:
Giampaolo e Delneri non si fanno male

I blucerchiati interrompono la serie di due k.o. consecutivi,
mentre i friulani non riescono a raggiungere il poker di successi


Sampdoria e Udinese non si fanno male: 0-0. Meglio i friulani nel primo tempo, più vivaci i blucerchiati nel secondo. Attacchi spuntati, difese sugli scudi. La Samp riparte dopo 2 k.o. di fila, l’Udinese allunga la striscia positiva (3 vittorie e 1 pareggio).

LA GARA — Giampaolo e Delneri optano per il turnover: il tecnico blucerchiato cambia 3 giocatori (Silvestre, Linetty, Fernandes), quello friulano 4 (Danilo, Badu, Faraoni, Hallfredsson). L'avvio è di marca bianconera grazie alla verve di Fofana e Thereau che mettono in crisi la difesa blucerchiata con i loro tagli verso il centro. Ma è la Samp a sfiorare per prima il gol grazie a un tocco fortuito di Skrinar sugli sviluppi di un corner: fuori. La risposta friulana non si fa attendere: al 9' Zapata s’invola in contropiede lanciato da Faraoni, tira a colpo sicuro, ma Puggioni risponde d’istinto. 3' dopo Delneri è costretto al primo cambio: Kums per Hallfredsson (torcicollo). Al 16' l'Udinese confeziona un’altra ripartenza ficcante con Thereau che fa tutto bene, tranne il tiro in bocca al portiere. Al 26' Muriel reclama un rigore, ma l’intervento di Samir sembra sulla palla. Col passare dei minuti la Samp cresce e guadagna metri, Torreira va via in slalom, ma allarga troppo la conclusione. Nella ripresa Giampaolo si gioca subito la carta Schick (3 gol nelle ultime 3 partite): l’attaccante ceco prende il posto di un Bruno Fernandes decisamente sotto tono. La Samp sembra più intraprendente e dopo 2’ potrebbe passare in vantaggio se Quagliarella angolasse di più il colpo di testa su assist di Sala. Al 12' Linetty si procura un calcio di punizione dal limite che Quagliarella spara contro la barriera. Al 19' Delneri butta in campo Matos al posto di De Paul per dare più vivacità all’attacco. Ma sono sempre i blucerchiati a rendersi pericolosi con Quagliarella, il cui diagonale viene deviato in corner da Karnezis. Al 27' Giampaolo toglie un opaco Muriel per Praet. Shick va a fare l’attaccante e sfiora il gol con un sinistro a fil di palo. Poi non succede più nulla.

Francesco Gambaro

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/12/2016 00:07
 
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Serie A, Torino-Genoa 1-0: Belotti lancia Mihajlovic. Pellegri, debutto record

Granata poco brillanti, ci pensa l'azzurro in avvio di secondo tempo.
Il giovane rossoblù esordisce a 15 anni e 280m giorni, come Amadei


C’è sempre una prima volta, quella di Belotti che al Genoa non aveva mai segnato, ma che firma il terzo gol consecutivo, record personale e sale in classifica cannonieri a quota 13. E c’è la prima volta di Pietro Pellegri, classe 2001, 15 anni e 280 giorni, debutto in serie A e record eguagliato di Amedeo Amadei (Roma).


ROSSOBLÙ IN EMERGENZA — Se il Toro torna alla vittoria dopo tre k.o. il merito è del Gallo puntuale sull’assist di Ljajic, dei guantoni di Hart paratutto, di un Genoa volenteroso ma confusionario. Lamanna dice no nel finale al raddoppio del Gallo, in stato di grazia. Un solo punto per il Genoa nelle ultime 6 trasferte, Mihajlovic per la gara contro il Genoa torna all’antico, alla squadra titolare, unica novità la presenza di Obi dal primo minuto, in ballottaggio fino all’ultimo con Baselli. Il Genoa in emergenza a centrocampo recupera in extremis Tomas Rincon ma lascia a casa Ntcham per scelta tecnica oltre alle assenze forzate di Perin, Rigoni, Pavoletti e Veloso. I rossoblù devono rifarsi dopo la rimonta casalinga subita contro il Palermo: il tecnico Juric opta per un 3-4-2-1 con Ocampos e Ninkovic alle spalle di Simeone.

HART ATTENTO — Pronti-via dovrebbe fare la partita il Toro con la schiuma alla bocca ma così non accade. Il Genoa fa densità nella propria metà campo pronti a ripartire in contropiede. Al 12’ Hart deve sbrogliare la matassa due volte, pericoloso il tiro di Cofie. Botta e risposta di Ljajic che in area impegna Lamanna. Il Torino fatica a costruire gioco, chiuso sulle corsie, con Valdifiori tallonato da Ninkovic a tutto campo. Pochi palloni e sporchi dalla difesa, ingiocabili per Belotti. Se è una tattica attendere l’avversario nella propria metà campo e poi ripartire, al Toro riesce bene, almeno nella prima parte, perché le ripartenze latitano, come la precisione nell’impostare l’azione di rimessa. Mihajlovic chiede ai centrocampisti di sradicare qualche pallone in più dai piedi dei rossoblù ma Obi fa fatica. Il Genoa per contro prova ad usare l’arma che fa più male al Torino, tra calci d’angolo e punizioni piovono palloni in area granata per la testa dei saltatori, e sono brividi per Hart anche se la mira non è sempre precisa. Nel finale di tempo Simeone impegna Hart e Ljajic risponde ma Lamanna devia in angolo.

GALLO-GOL — E’ il Toro a sbloccare il risultato in avvio di ripresa con le stesse armi degli avversari, con la differenza che Belotti in area è micidiale. Punizione al 4’ di Ljajic, difesa rossoblù tagliata fuori, Burdisso abbassa la testa e non colpisce il pallone, Belotti di destro devia in porta. Il Gallo al Genoa non aveva mai segnato, tredicesimo gol, a -1 da Icardi. Il vantaggio del Torino è una scossa per i rossoblù che attaccano a testa bassa ma non trovano la porta, al contrario Lamanna salva nel finale il raddoppio su conclusione ancora di Belotti.

Francesco Bramardo

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/12/2016 00:12
 
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SERIE A 2016/2017 18ª Giornata (18ª di Andata)

20/12/2016
Atalanta - Empoli 2-1
21/12/2016
Inter - Lazio 3-0
22/12/2016
Cagliari - Sassuolo 4-3
Fiorentina - Napoli 3-3
Palermo - Pescara 1-1
Roma - Chievo 3-1
Sampdoria - Udinese 0-0
Torino - Genoa 1-0

Crotone - Juventus (08/02/2017)
Bologna - Milan (08/02/2017)

Classifica
1) Juventus(*) punti 42;
2) Roma punti 38;
3) Napoli punti 35;
4) Lazio punti 34;
5) Milan(*) punti 33;
6) Atalanta punti 32;
7) Inter punti 30;
8) Torino punti 28;
9) Fiorentina punti 27;
10) Udinese e Chievo punti 25;
12) Genoa, Sampdoria e Cagliari punti 23;
15) Bologna(*) punti 20;
16) Sassuolo punti 17;
17) Empoli punti 14;
18) Palermo punti 10;
19) Crotone(*) e Pescara punti 9;

(*) Una partita in meno. Milan e Juventus, impegnate nella finale di Supercoppa italiana
a Doha, recupereranno i rispettivi incontri della 18ª Giornata mercoledì 8 febbraio 2017.
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