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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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Juventus-Genoa 4-0: autogol di Munoz, Dybala, Mandzukic e Bonucci

I bianconeri dominano la partita e vanno a +11 sulla Roma impegnata domani a Pescara.
Nel finale esordio per Mandragora



Nella mente e nel cuore il Barcellona si confonde col Monaco: allo Stadium la gente ha ancora negli occhi l’impresa catalana e sogna di ripeterla nel Principato. In mezzo ci sarebbe però il Genoa, annichilito senza dover sudare troppo. Questa in campionato contro il Grifone doveva essere la “partita scudetto” secondo il pensiero di Allegri in vigilia e il 4-0 finale certifica, se mai ce ne fosse bisogno, che il tricolore sarà nuovamente cucito sul bianconero. In più, la Juve vendica la partita folle dell’andata a Marassi, quella in cui la truppa adesso arrivata in semifinale di Champions ha patito di più. Ma stavolta in campo non c’è alcuna traccia di quel Grifone che rifilò tre sberle in 29 minuti, anzi le parti sono naturalmente rovesciate. E negli applausi finali del pubblico, uno è dedicato a Mandragora, all’esordio in bianconero: ecco una scheggia di futuro proprio contro la ex squadra del talentino napoletano.

PRIMO TEMPO — All’inizio c’è Benatia a fare da scudiero a Bonucci tra i centrali. E Lichtsteiner, alto come mai prima d’ora, a fare il Cuadrado. È quest’ultima una variante non considerata nella maxi pretattica di Allegri: il 4-2-3-1, comunque, non si tocca più e la Juve bagna il pane nella difesa di burro di Juric, un trio argentino altamente rivedibile. I primi due gol arrivano come un lampo: al 17’ un goffo autogol di Munoz dopo una incursione di Marchisio. Il passaggio di Higuain è morbido e appetitoso, il tocco del Principino sbilenco, ma il difensore argentino finisce per buttarsela dentro. Sessanta secondi dopo Dybala, uno che è amico di Munoz e l’ha usato come traduttore appena arrivato in Italia, segna il 2-0 dopo un uno scambio stretto con Khedira: il sinistro radente è sul primo palo, ma per purezza ricorda quello della notte magica contro il Barcellona. Anche in questo caso, la manovra inizia dal Pipita, meno killer d’area e più punta di raccordo. Certo, anche lui dovrebbe segnare per avvicinarsi al top in classifica cannonieri, ma ci prova nel primo tempo soltanto con un sinistro floscio dal limite. Più robusto, bello ed efficace il destro di prima di Mandzukic del 3-0: l’azione è aperta da un altro zuccherino di Dybala e il croato è bravissimo a trovare l’interno sul secondo palo. Il tutto in 41’ minuti, dodici in più di quelli che erano serviti al Genoa per regolare i bianconeri all’andata. Ma questo Grifone, già sazio e senza nulla da chiedere alla stagione, non è neanche lontano parente di quello assatanato di cinque mesi fa. Nel complesso pare pochissima cosa e basta una Juve normale dopo le fatiche di Coppa per rendere inutile la ripresa.

SECONDO TEMPO — Vista la prima parte, nella seconda si rischia di morire di noia perché, in fondo, niente cambia davvero. Il ritmo basso del Genoa agevola la manovra dei bianconeri, bravi a far transitare il pallone da una fascia all’altra e a trovare il corridoio più adeguato per le punte. Mandzukic, rimproverato spesso da Allegri nonostante il gol, assume una posizione più arretrata e spesso lontana dal cuore delle azioni offensive: i cori dei tifosi, continui e potenti, lo ricambiano però delle infinite corse in questa stagione. Un sussulto arriva con un gol annullato a Bonucci per un fallo in mezzo all’area su punizione di Dybala, ma è enorme il suo gol convalidato una decina di minuti dopo: Leo ha un che di Scirea quando esce palla al piede, salta un uomo e con un tiro leggermente deviato batte il povero Lamanna. Certo, il contrasto dei rossoblù è pressoché assente, ma l’azione è impetuosa, da giocatore totale, e arriva dopo una super prestazione in Catalogna. Chi manca al party? Solo il Pipita che prende il palo a botta sicuro dall’area piccola dopo un incrocio colpito di sinistro da Marchisio, finalmente in palla e con la fascia da capitano per 90 minuti. Anche se un terzo palo sarà poi colpito da Asamoah, è questa l’azione più bella della serata, la foto di una Juve che sa essere bella nella sua tremenda praticità. Lo sanno bene in Catalogna, lo temono a Montecarlo.

Filippo Conticello

Fonte: Gazzetta dello Sport
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