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Campionato di Serie A 2017/2018

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 12:22
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04/02/2018 18:28
 
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Udinese-Milan 1-1: gol di Suso, autogol di Donnarumma, Calabria espulso

Gattuso avanti con una perla dello spagnolo, nella ripresa il terzino lascia
i suoi in 10 per doppia ammonizione e l'autorete del portiere regala il pari a Oddo


Finisce 1-1 alla Dacia Arena tra Udinese e Milan. Il diciottesimo pareggio nei confronti tra le due squadre. Ed è giusto così. Passa il Milan, ruggisce l'Udinese che sfrutta l'uomo in più (rosso a Calabria) e un autogol di Donnarumma, ma preme finché può. A Rino Gattuso sfugge la quarta vittoria di fila in campionato, colleziona invece il secondo pareggio consecutivo dopo quello nella semifinale d'andata di Coppa Italia con la Lazio. I bilancio di Oddo continua a essere più che positivo: in 11 partite, ne ha perse solo due, Napoli in casa al debutto e Lazio fuori, il resto sono sei vittorie e tre pareggi. Il pubblico è felice e lo stadio pieno lo dimostra. Anche il pre alla Dacia Arena è, come spesso accade interessante e da partita di cartello: all'Auditorium c'è l'attore Sebastiano Somma, tifoso del Napoli, in mezzo ai tifosi vip Miss Italia Alice Rachele Arlanch, simpatizzante dichiarata dei rossoneri.

CAPOLAVORO SUSO — Il Milan parte con la formazione annunciata, l'Udinese invece punta sul Made in Italy sulle corsie e Oddo getta subito nella mischia il pupillo di Pescara Zampano, unico acquisto ottenuto al mercato di gennaio per far crescere col maestro Zeman il talento Ingellsson e comincia con una squadra un po' troppo abbottonata in 5-4-1 che vede Zampano e Pezzella accanto ai tre centrali, De Paul insieme ai tre di centrocampo e Lasagna unica punta pronto a colpire negli spazi. Anche il Milan non sta proprio nell'abito del 4-3-3 ma Gattuso tiene Biglia basso davanti alla difesa e Bonaventura pronto a sfruttare la propensione offensiva. Ne consegue un 4-1-4-1 con André Silva davanti a un quartetto che guadagna metri e infonde energia. Così dopo 9' Suso si libera della guardia di De Paul e fa partire un sinistro che si insacca all'incrocio dei pali. È un capolavoro. Lo spagnolo che è il rossonero che tira più nello specchio non si smentisce colpisce e porta a 6 i gol in campionato confermandosi cannoniere del Milan. L'Udinese accusa il colpo, Pezzella soffre le sgasate dello spagnolo, ma qualche volta riesce a distendersi. De Paul risponde, ma la piazza male. Poi è Silva (Kalinic, mattatore dell'andata, e Cutrone sono in panchina) non si capisce cosa faccia quando appoggia all'indietro per Bizzarri da ottima posizione. Oddo accenna a un 3-4-2-1, piazzando De Paul a sinistra (che mette in difficoltà Abate) e Jankto a destra a fare le ali per Lasagna che va come un treno e due volte di testa ci arriva, ma senza fortuna. Il Mian è concreto, ogni tanto sbanda, ma non affonda.

RUGGITO UDINESE — Si riparte senza scossoni, il primo è un consulto Var perché Lasagna stretto da Bonucci in area va giù ma Manganiello vede bene e conferma la decisione di far proseguire. Ma dopo 20 minuti Oddo comincia la girandola dei cambi, ha bisogno di forze fresche, i suoi sono decisamente più azzeccati: dentro Widmer per Pezzella e Maxi Lopez per un buon De Paul e poi anche il croato Balic (per Behrami) che gioca a testa alta e vede dove mandare il pallone. Ma in mezzo a tutto ciò c'è la svolta della gara. Dopo 23' Calabria blocca male una ripartenza di Jankto e il secondo giallo gli fa terminare la partita. L'Udinese a quel punto spinge a tutta, mentre Gattuso inserisce Kalinic per lo spento Silva: Donnarumma fa un miracolo sulla giravolta di Maxi Lopez, ma butta dentro la porta un minuto dopo (31') una pennellata delio scatenato Lasagna che Bonucci aveva sfiorato. Il pareggio ci sta tutto. Ma il Milan anche in 10 ruggisce ancora col solito Suso che fa ammattire Zampano. C'è ancora un brivido per una punizione dello spagnolo, ma la calcia sulla barriera. La sfida tra gli amici campioni del mondo 2006, Oddo e Gattuso, finisce qui con qualche dispiacere milanista e con una Dacia Arena stretta attorno ai suoi giocatori decisamente trasformati.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/02/2018 11:38
 
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Benevento-Napoli 0-2: gol di Mertens e Hamsik, infortunio al belga

Il centravanti di Sarri segna al 20', poi esce nella ripresa per un problema alla caviglia che non sembra grave.
Di Hamsik il raddoppio



Troppo poco Benevento per il Napoli, che torna capolista imponendosi nel derby con i cugini sanniti che hanno sfoderato tutte le loro armi ma, come sempre in questa stagione, sono stati colpevoli di troppe ingenuità ed anche sfortunati (il Var ha negato, giustamente comunque, ai giallorossi un penalty già assegnato). Contro i primi della classe ogni errore è stato sottolineato con la matita...azzurra. Mertens e Hamsik hanno così riportato la squadra di Sarri davanti alla Juve, il duello testa a testa continua.

LE SCELTE — De Zerbi ha scelto di imitare Donadoni: niente centravanti nella speranza che il Napoli potesse andare in difficoltà difensivamente come nel primo tempo contro il Bologna. Esordio assoluto per Puggioni, Sandro in campo dal primo minuto e con la fascia di capitano (positivo il suo esordio come frangiflutti davanti alla difesa). Mosse intelligenti che non hanno però smosso Sarri, che invece se l'e giocata con i titolarissimi e probabilmente andrà avanti così fino a fine stagione.

BRIVIDI E GOL — Padroni di casa combattivi in avvio con D'Alessandro e Brignola propositivi sugli esterni. Di Djuricic la prima conclusione, di Guilherme, falso nueve, la seconda. Il Napoli ha faticato a mettere la testa nella partita tanto che Reina è stato chiamato ad una parata a terra proprio da D'Alessandro. Poi però gli azzurri hanno iniziato a mostrare le loro qualità e Insigne, dopo uno slalom alla Tomba, si è inventato un pallonetto così dolce che ha baciato la traversa. Il Benevento si è impaurito, Hamsik invece ha preso coraggio ma non la porta da buona posizione. Al 24' Napoli avanti con Mertens, che supera nuovamente Higuain nella classifica cannonieri (14 a 13): taglio perfetto di Allan, palombella morbida del belga, con parabola indecifrabile, e pallone alle spalle di Puggioni. A quel punto il Napoli ha alzato il piede dall'acceleratore convinto di avere il risultato in tasca (Mertens ha rischiato di metterlo in ghiaccio ma Puggioni ha deviato oltre la traversa). Così prima dell'intervallo i sanniti hanno di nuovo messo la testa fuori grazie ad un contropiede ben orchestrato ma chiuso male da Djuricic con un mancino sul fondo da ottima posizione. Insomma, a fine primo tempo azzurri in vantaggio ma giallorossi assolutamente in partita e vittime dei loro troppi errori tecnici sotto porta.

ERRORE E VAR — A proposito di errori, quello di Venuti in avvio di ripresa dopo appena trenta secondi ha indirizzato la partita in modo definitivo: troppo facile a quel punto per Callejon, ben lanciato da Allan, servire ad Hamsik un cioccolatino solo da scartare. Due a zero e secondo tempo in discesa per il Napoli. Unico rischio per gli azzurri un calo di concentrazione, come in occasione del penalty - poi cancellato dal Var - causato da un distratto Koulibaly con un calcione a Costa. Il precedente fuorigioco di Sandro ha però vanificato ancora una volta gli sforzi del Benevento. Da elogiare, comunque, il coraggio dei sanniti che non hanno smesso di tenere il ritmo alto anche rischiando l'imbarcata (Callejon, specie nel finale, ed Allan sono andati vicino al tre a zero). Unico brivido, a quel punto, l'uscita anticipata di Mertens, per un colpo infertogli da Djimsiti: la sensazione è che la caviglia sinistra del belga si sia girata, anche se dalle prime valutazioni l'infortunio non pare grave. Domani se ne saprà di più, per adesso il Napoli si gode la vetta.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/02/2018 23:25
 
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Lazio-Genoa 1-2: gol di Pandev, Parolo e Laxalt al 92'

Un errore di De Vrij propizia il gol dell'ex, rimedia Parolo ma nel recupero arriva la doccia fredda per Inzaghi


Flop fragoroso della Lazio che contro il Genoa rimedia la terza sconfitta casalinga e perde la chance per rafforzare il terzo posto. Decide sui titoli di coda un colpo di testa di Laxalt che poco prima si era visto annullare un gol per un mani da Maresca con l’aiuto della Var. La squadra di Ballardini, reduce da due sconfitte, si era portata in vantaggio con Pandev, subito agganciato dall’illusorio pareggio di Parolo. Che ha tenuto alte le speranze biancocelesti per i tre punti sino alla fine anche in una serata con varie ombre sul piano della prova collettiva.

SENZA SBOCCHI — Inzaghi inserisce Lukaku e Murgia per sostituire Lulic e Milinkovic, fermati dal giudice sportivo. Al debutto in campionato Caceres. Radu centra le 300 gare in biancoceleste. Emergenza in difesa per Ballardini. Alla squalifica di Spolli si è aggiunta la defezione di Izzo. Viene arretrato Biraschi e entra Rossettini come centrale. Ma anche il centrocampo viene ribaltato rispetto all’ultima gara, quella persa con l’Udinese. In regia c’è Bertolacci al posto dell’infortunato Veloso, spazio a Pedro Pereira (Rosi k.o. nel riscaldamento) e Hiljemark, rinforzi al ritorno in Serie A, mentre Laxalt e Rigoni sono al rilancio dal primo minuto. In avanti tocca a Galabinov affiancare Pandev. La Lazio cerca di dare subito ritmo alla manovra per aggirare la cortina difensiva del Genoa. Che è guardingo ma anche pronto a sganciarsi in profondità. Tra i motivi della sfida il faccia a faccia a centrocampo tra i cognati Murgia e Bertolacci (marito di Nicole, la sorella del laziale). La squadra di Inzaghi non riesce a dare alle trame offensive la pericolosità delle ultime gare interne: molto compatto il fronte di copertura dei rossoblù. Così al 38’ Luis Alberto ci prova dalla distanza senza però inquadrare la porta. Al 40’ Pandev, che era a terra a metà campo per un precedente contrasto di gioco, si alza improvvisamente per attivare una ripartenza che innesca il tiro di Laxalt neutralizzato da Strakosha. Il macedone viene redarguito verbalmente dall’arbitro Maresca sotto un’ondata di fischi del suo vecchio pubblico. Ancora Luis Alberto tenta di sorprendere con una parabola Perin che è però vigile.

GRAN FINALE DI LAXALT — Dopo l’intervallo il Genoa infittisce i meccanismi difensivi. All’8’ Leiva si rende pericoloso: tiro deviato in angolo. Al 10’ il Genoa coglie l’attimo per portarsi in avanti: dalla destra traversone di Hiljemark, il colpo di tacco di Galabinov è gestito malissimo da De Vrij, che di fatto la stoppa per Pandev che infila Strakosha. Il vantaggio dei rossoblù gela l’Olimpico. Sesta rete da ex da parte del macedone. La Lazio trova la forza per reagire subito. Al 14’ un traversone dalla destra innesca il colpo vincente di Parolo, che con un bel tocco di sinistro fissa l'1-1. Ballardini avvicenda Rigoni con Medeiros. Inzaghi risponde con Felipe Anderson e Nani al posto di Marusic e Murgia. La Lazio passa al 3-4-2-1. I biancocelesti macinano gioco a caccia della soluzione per entrare in area. Al 34’ gran tiro a volo di Luis Alberto parato da Perin. Un minto dopo Laxalt si avvantaggia di un rimpallo con Caceres e va a segnare. Maresac ricorre però alla Var e annulla per un fallo di mani. Nel frattempo, Patric rileva Leiva, mentre Lazovic dà il cambio a Pereira e Bessa a Pandev. Al 47’ Laxalt va ancora a rete: questa volta è regolare il colpo di testa dell’uruguaiano su cross di Hiljemark. E’ il sigillo sui tre punti del Genoa tra l’amarezza della Lazio.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/02/2018 23:28
 
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SERIE A 2017/2018 23ª Giornata (4ª di Ritorno)

03/02/2018
Sampdoria - Torino 1-1
Inter - Crotone 1-1
04/02/2018
Hellas Verona - Roma 0-1
Atalanta - Chievo 1-0
Bologna - Fiorentina 1-2
Cagliari - Spal 2-0
Juventus - Sassuolo 7-0
Udinese - Milan 1-1
Benevento - Napoli 0-2
05/02/2018
Lazio - Genoa 1-2

Classifica
1) Napoli punti 60;
2) Juventus punti 59;
3) Lazio punti 46;
4) Inter punti 45;
5) Roma punti 44;
6) Sampdoria punti 38;
7) Atalanta punti 36;
8) Milan punti 35;
9) Udinese e Torino punti 33;
11) Fiorentina punti 31;
12) Bologna punti 27;
13) Genoa e Cagliari punti 24;
15) Chievo e Sassuolo punti 22;
17) Crotone punti 20;
18) Spal punti 17;
19) Hellas Verona punti 16;
20) Benevento punti 7.


(gazzetta.it)
[Modificato da binariomorto 05/02/2018 23:29]
10/02/2018 13:48
 
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Fiorentina-Juventus 0-2:
gol di Bernardeschi e Higuain,
Allegri in testa

Dopo un primo tempo sofferto (palo di Dias e rigore cancellato dalla Var),
perla su punizione del grande ex e raddoppio nel finale del Pipita


La dura legge dell'ex è firmata Federico Bernardeschi: Allegri lo lancia titolare e lui ringrazia spaccando la partitaccia del Franchi con una punizione alla Dybala. Bernardeschi tartassato fin dal momento in cui è sceso dal pullman, che come aveva previsto il tecnico ha giocato contro la Fiorentina in maniera scanzonata. Lui apre, Higuain chiude e la Signora vola in testa per una notte, aspettando il risultato di Napoli-Lazio.

RIGORE REVOCATO — L'episodio chiave arriva al 18' del primo tempo: tocco di braccio di Chiellini su tiro di Benassi, l'arbitro assegna un calcio di rigore che in realtà non verrà mai battuto. Veretout passa tre minuti abbondanti ad aggiustarsi il pallone sul dischetto, mentre l'arbitro resta agganciato all'auricolare in attesa di comunicazioni via Var. Quando arrivano, non fanno felici i tifosi viola: penalty revocato perché Benassi al momento del passaggio era in posizione di fuorigioco sulla giocata di Alex Sandro, comunque fortuita dopo il contrasto con Simeone. A quel punto si può ricominciare a giocare, con la Fiorentina che continua a spingere e la Juventus che contiene ma fa fatica a uscire dalla propria metà campo. Non a caso è la Viola ad andare più vicina al vantaggio prima dell'intervallo, con Gil Dias che su azione di contropiede colpisce il palo dopo aver evitato l'intervento di Lichtsteiner. La partita s'accende per qualche fallo di troppo e anche per un testa a testa Milenkovic-Higuain (provocato dal giovane serbo).

LA LEGGE DELL'EX — La svolta nella ripresa, quando il più fischiato (e insultato) dai padroni di casa diventa l'eroe della serata per i tifosi bianconeri: all'11' Bernardeschi diventa uno e trino, prima si procura una punizione da buona posizione (fallo di Badelj) e poi la trasforma nell'uno a zero: sinistro sul palo di Sportiello, che non fa molto per evitare lo svantaggio. Senza Dybala, specialista mancino dei calci piazzati, ci pensa l'ex viola, che adesso avrà un motivo in più per farsi odiare da Firenze. La Fiorentina non s'arrende e gioca la carta Thereau, che costringe subito Buffon a un intervento monstre per evitare il pari. Allegri invece toglie Marchisio e inserisce Douglas Costa ridisegnando la squadra con il 4-4-1-1 con il brasiliano in versione Dybala (così potrebbe giocare in Champions). La Viola ci prova ancora con una conclusione di Badelj (deviata da Benassi), ma i titoli di coda li scrive Higuain, che al Franchi si esalta: lanciato dal destro di Chiellini frega Sportiello con un diagonale chirurgico. Domani toccherà al Napoli riprendersi la testa.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/02/2018 12:07
 
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Spal-Milan 0-4: Cutrone doppietta, Biglia e Borini in gol.
Gattuso è sesto

Quarta vittoria nelle ultime cinque gare di campionato per i rossoneri, trascinati dal centravanti.
L'argentino si sblocca: prima gioia



Il Milan passa a Ferrara contro la Spal con un rotondo 4-0. Per i rossoneri era gara-chiave: per accorciare la classifica – almeno di 24 ore – la squadra aveva l’obbligo di vincere. Vittoria forzata anche per riscattare il pareggio di Udine e per avviarsi al meglio al tour de force italo-europeo che aspetta il gruppo. Prova superata, grazie alla doppietta di Cutrone e ai gol di Biglia e Borini.

LAMPO PATRICK — Gattuso rilancia Cutrone per l’infortunato Kalinic, Semplici si affida alla formazione e al modulo collaudati. In realtà anche i fedelissimi stavolta tradiscono: la posizione dell’allenatore è sempre più a rischio. Non c’è nemmeno troppo tempo per studiare schemi e partita, perché il vantaggio rossonero di Cutrone è immediato: Suso origina il cross su cui arriva Romagnoli, Meret respinge e Cutrone ribatte in rete. La reazione della Spal è affidata alle giocate di Lazzari, che sulla destra tiene basso Rodriguez. In mezzo però fatica: il centro area è casa della difesa rossonera e Antenucci sparisce. Tra i più pericolosi c’è così un difensore, Salamon, utile sui corner a colpire di testa. I piedi buoni ce li ha soprattutto il Milan che si accende con il destro di Calhanoglu: fuori di poco. Quelli della Spal sono del 77 Viviani, incaricato di tutte le punizioni dal limite: quella negli ultimi minuti sbatte sul palo esterno alla sinistra di Donnarumma. Il giallo rimediato da Kessie costerà all’ivoriano la prossima sfida contro la Samp.

CUTRONE BIS — Per rilanciare la sua squadra sotto di un gol e in generale anche per ravvivare una partita senza emozioni, Semplici lancia l’ex Paloschi in attacco. Ci prova in realtà Antenucci dalla distanza poi però è un altro baby cresciuto nel vivaio rossonero che colpisce di nuovo: ancora Cutrone sul solito invito di Suso a originare l’azione. Dalla destra parte lo spunto dello spagnolo che Patrick prima sbatte sul palo e poi infila in rete. Prima doppietta in campionato per il 63 rossonero, ora vero leader della gerarchia milanista in attacco. In una giornata positiva il Milan trova anche il gol di Biglia, il primo rossonero. Clamorosa però la complicità di Viviani e Meret che gli regalano il pallone: Lucas prende la mira e piazza il destro. E c’è tempo anche per calare il poker, con un bel diagonale del subentrato Borini su suggerimento di Montolivo, anche lui appena entrato dalla panchina. Dove l’Inter poco tempo fa si era fatta riprendere il Milan vince senza subire: in attesa delle altre partite di A, un altro tassello nella grande rincorsa.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/02/2018 12:12
 
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Crotone-Atalanta 1-1:
Mandragora sigla il vantaggio,
Palomino pareggia al 'gong'

Allo Scida 90' condizionati dalla pesante pioggia delle ultime ore.
Emozioni nel finale: all'80' errore di Berisha e gol dell'ex Juve,
ma 8' dopo il 28enne argentino trova il pari definitivo


In un match fortemente condizionato dal maltempo e da un terreno di gioco pesantissimo, Crotone e Atalanta non vanno oltre l'1-1 nell'anticipo della 24esima giornata di Serie A. Al netto di quanto visto allo 'Scida', un risultato sostanzialmente giusto che al contempo rappresenta una grande occasione persa per entrambe: Zenga non stacca le rivali nella corsa-salvezza (Spal in primis, k.o. 4-0 nel pomeriggio contro il Milan), mentre Gasperini non tiene il passo proprio dei rossoneri, ora con il rischio di farsi avvicinare da una tra Torino e Udinese, impegnate domani nello scontro diretto.


ACQUA E NOIA — Poco da segnalare in un primo tempo avaro di emozioni, con le due squadre che fanno fatica in fase di possesso e ad affacciarsi alle aree avversarie. Ci prova il Crotone al 17' con Ceccherini, che sugli sviluppi di un calcio d'angolo cerca il gol di testa: palla alta con Berisha che osserva. Lo stesso portiere albanese si supera 2' dopo su Nalini: gran botta del numero 9 e volo super con palla in angolo. Applausi. Al 24' risposta Atalanta con Ilicic, ma il suo sinistro dai 25 metri non sorprende Cordaz. Poco dopo (25') altro lampo Dea, questa volta con De Roon: la conclusione deviata del centrocampista olandese crea i brividi ai rossoblu, ma la sfera va sul fondo. Si va negli spogliatoi sullo 0-0.


TUTTO NEL FINALE — La ripresa sembra una replica di quanto visto nella prima frazione, con la gara che fatica a decollare. Il finale è però in antitesi con quanto visto fino al minuto 80: palla in area Atalanta, sponda del neo entrato Ajeti e uscita difettosa di Berisha (forse tradito dall'acqua) con Mandragora che si trova al posto giusto al momento giusto. Zenga avanti. Il Crotone sembra vedere la luce (Spal a quel punto a -6), ma quasi al 'gong' arriva il pari nerazzurro: tap-in vincente da pochi passi di Palomino dopo la respinta di Cordaz sul precedente tiro di Masiello. Giusto così, considerando che l'Atalanta non ha mollato cercando fino all'ultimo un pareggio che, comunque, non può soddisfare nessuna delle due. Ora per Gasp testa all'Europa League (giovedì 15 big match in casa del Borussia Dortmund), mentre Zenga farà visita al Benevento domenica prossima alle ore 15.00.

Francesco Fontana

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/02/2018 12:16
 
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Napoli-Lazio 4-1, Callejon risponde a De Vrij, Mertens chiude la rimonta

Torna in vetta con un grande secondo tempo:
apre De Vrij, pareggia Callejon, poi autogol di Wallace e gol di Zielinski e Mertens



Più il cammino si fa difficile, più il Napoli capolista si esalta. Contro la Lazio è entrata in campo una squadra tesa per l'infortunio di Ghoulam, l'emergenza in difesa e il sorpasso momentaneo della Juve. Una squadra per di più tramortita dal vantaggio iniziale degli ospiti, cui però il Napoli con calma, sicurezza e un pizzico di fortuna ha saputo porre rimedio dando l'ennesimo segnale di forza al campionato. La condizione atletica degli azzurri ha fatto la differenza ed è per Sarri un ottimo segnale in vista dello sprint tricolore mentre la Lazio, alla terza sconfitta consecutiva, ha chiuso pericolosamente sulle ginocchia ed ora rischia il terzo posto.

LE SCELTE — Sarri è stato costretto a rivoluzionare in parte la difesa facendo esordire in stagione Tonelli visto che Albiol è andato in panchina per onor di firma dopo l'infortunio mattutino di Chiriches che ha creato un buco al centro della retroguardia. Inzaghi di contro ha riproposto i suoi titolari, unico assente - in panchina - Felipe Anderson che è rimasto a casa per ragioni disciplinari. Azzurri in campo prima del fischio di inizio con la maglia numero 31 di Faouzi Ghoulam per lanciare un messaggio al compagno di squadra infortunato.

QUALITÀ — Come all'andata, Lazio avanti con De Vrij, stavolta dopo solo tre minuti, sugli sviluppi di una azione d'angolo: cross di Immobile, difesa azzurra ferma e tocco vincente sotto porta del difensore biancoceleste. Di conseguenza, partenza complicata per il Napoli apparso in avvio anche molto nervoso e un po' contratto (al 22' il primo squillo di Insigne, palla fuori di pochissimo dopo un pregevole stop su assist di Hamsik). Milinkovic ha preso spesso in consegna Jorginho e lasciato Hysaj libero di spingere a destra, dove in genere il Napoli è meno pericoloso. Attento invece Parolo su Hamsik dall'altro lato. La pressione dei padroni di casa è aumentata con il passare dei minuti quando Mertens, che si è lamentato per una spallata inutile di Wallace in area, ha iniziato a svariare sul fronte d'attacco. Stesso discorso nella Lazio per Luis Alberto, chiamato a non dare riferimenti a Koulibaly. Comunque, partita molto tattica e ad alta intensità anche se le giocate di qualità, specie di Insigne e Milinkovic (soprattutto nel fare da fionda per Immobile) non sono mancate. L'episodio favorevole che il Napoli ha cercato con insistenza lo ha trovato con Callejon al 44' grazie a Jorginho che ha sorpreso tutti trovando lo spagnolo solo alle spalle dei difensori. Gol facile per l'ex madridista e poi espulsione per Sarri che un minuto dopo ha chiesto il rosso per Milinkovic (ammonito) in virtù di una manata rifilata proprio a Callejon.

DEVIAZIONI — Ripresa al via con Zielinski in campo nelle fila azzurre al posto di Hamsik e con Insigne subito pericolosissimo dopo aver dribblato Wallace (palla fuori di un centimetro al 5'). Più verticale il gioco del Napoli, più bassa la Lazio a pressare tanto che Radu ha salvato su Insigne in area una situazione scabrosa per i suoi. L'avvio a mille all'ora ha prodotto l'autorete di Wallace al 9' con il quale la squadra di Sarri ha ribaltato il risultato: cross di Callejon ed intervento maldestro del difensore di Inzaghi. Una deviazione decisiva come quella due minuti dopo di Zielinski su un tiro abbastanza innocuo di Mario Rui. Insomma, Napoli sul 3-1 meritatamente ma con tre tiri nello specchio. La Lazio a quel punto si è sciolta nonostante le sostituzioni operate in fretta ed il cambio di modulo (3-4-3 con dentro Nani), il Napoli invece ha sfoderato una condizione fisica impressionante proprio grazie al neo entrato Zielinski, autore anche dell'assist per il quarto gol di Mertens (quindicesimo in campionato per il belga) che ha definitivamente chiuso la contesa. Napoli straripante, Lazio annichilita e Juventus ricacciata indietro e forse pure spaventata.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/02/2018 19:55
 
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Sassuolo-Cagliari 0-0: poche emozioni
e un pari che non accontenta nessuno

Al Mapei gara noiosa con nessun vinto:
da segnalare in avvio di ripresa un grave errore di Berardi,
che face to face con Cragno spara altissimo.
Emiliani a quota 23, sardi a 25 punti


Zero a zero. Un solo tiro in porta in 95’. Zero (o quasi) emozioni. Il Sassuolo sbatte sul Cagliari e deve rinviare l’appuntamento con la svolta. Reduce da due sconfitte di fila con nessun gol realizzato (peggior attacco della A con 14 reti in 24 gare) e ben 10 al passivo, la squadra di Iachini finisce col pareggiare contro i rossoblù, solidi in mezzo e pericolosi solo in un’occasione con Barella nel finale. Ai neroverdi non basta la verve di Politano: a sprecare l’occasione per vincere il match è Berardi, in avvio di ripresa.


SBADIGLI — Al Mapei Stadium partita ultrattica e fisica, come aveva anticipato Lopez alla vigilia: «Per lo spettacolo dovrete rivolgervi altrove…». Tra le pochissime emozioni del primo tempo una conclusione in acrobazia di Politano al 15’ col pallone che finisce di poco a lato. Al 26’ Cigarini deve uscire dal campo per infortunio dopo un fallo ai danni di Magnanelli. L’ingresso in campo di Sau non cambia l’assetto tattico iniziale (3-5-2): Joao Pedro arretrato sulla linea di centrocampisti, Sau e Farias sul fronte d’attacco, mentre Iachini sotto l’altra metà del cielo inverte gli esterni Berardi e Politano nel tentativo di sparigliare le carte altrui. Ma la prima frazione si chiude senza guizzi o sussulti, troppo prevedibile palla al piede l’azione sui corridoi esterni delle due squadre.

CHE OCCASIONE — La ripresa si apre con un’occasione d’oro sprecata malamente da Berardi (lanciato da Politano) a tu per tu con Cragno: la conclusione dell’esterno è alta sopra la traversa. Lo stesso attaccante del Sassuolo cerca di riscattarsi un quarto d’ora dopo ma nemmeno in quest’occasione inquadra la porta. I padroni di casa si dimostrano più continui nel guadagnare metri di campo. E con azioni da sviluppo da palla inattiva qualche grattacapo lo creano ai sardi. Ma il risultato non cambia. Nel finale ci prova Barella dalla distanza, ma Consigli alza sopra la traversa. Può bastare così.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/02/2018 19:58
 
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Chievo-Genoa 0-1: decide Laxalt sul finale

Si chiude 1-0 la sfida tra la squadra di Maran e i rossoblu.
L'uomo partita Laxalt regala tre punti fondamentali ai genoani.
I clivensi restano in difficoltà, con 22 punti in classifica


Secondo colpaccio esterno consecutivo del Genoa. A regalare i tre punti è sempre Laxalt dopo il 90', che colpisce con il mancino dal limite in pieno recupero. Quando tutti erano convinti e contenti dello 0-0. Il Chievo resta nei guai, ma si consola con le disgrazie altrui, in primis la sconfitta dell'Hellas. Certo, la banda Maran è sempre più avvilita. Aveva l'obbligo di muovere un po' la classifica trovandosi nel classico periodo negativo (due punti nelle ultime dieci partite, adesso) e quindi ha impostato una gara all'insegna del prima non prenderle, senza stare lì a considerare che giocava in casa (fra l'altro sabato ha un'altra occasione ospitando il Cagliari). Anche il Genoa, per la verità, si è subito mostrato felice di portare via dal Bentegodi un punticino, in modo da preparare in serenità la sfida di Marassi con l'Inter.


STERILITÀ — I tifosi di entrambe le squadre avrebbero gradito un po' di spettacolo. Invece la preoccupazione di restare imbattuti ha prodotto il nulla nelle due aree di rigore sino alle fiammate conclusive degli ospiti. Sia Maran che Ballardini hanno provato a trovare idee e soluzioni offensive in panchina. Lapadula ha sostituito Galabinov un attimo prima dell'intervallo, poi è comparso Pellissier al posto di un Inglese che sta ancora cercando di entrare in condizione. Un altro elemento importante, lontano da uno standard di forma competitivo, è Giaccherini, che si è alternato con Castro, convalescente. Nessuno di questi cambiamenti ha prodotto sussulti.

OCCASIONI — Ed eccoci al sorprendete finale, velenoso per il Chievo. È Pandev al minuto 86 a rompere il sonnolento tran-tran, facendosi largo in piena area. Solo che avrebbe dovuto calciare col destro sul primo dribbling, invece, fidandosi di più del sinistro, se l'è portata avanti. Quando ha effettuato il tiro col mancino aveva addosso il portiere: la sfera è così finita sulla faccia di Sorrentino, e di là in angolo. Sullo slancio, il Genoa è rimasto nella metà campo clivense, finché, sugli sviluppi di una manovra in zona destra il pallone colpito di testa da Lapadula è pervenuto al limite dalla parte opposta, dove Laxalt, il migliore in campo, ha lasciato partire un diagonale angolatissimo: niente da fare per Sorrentino.

COLPACCIO — Certo, visto il nulla prodotto fin lì, il pareggio sarebbe stato il risultato giusto. Però il Chievo non può recriminare, deve piuttosto cercare di venire fuori dalla sua sterilità, ormai impressionante. Il solo tentativo nello specchio da parte dei padroni di casa porta la firma del giovane Bastien, liberato al limite dell'area da un rasoterra di Giaccherini. Bastien arrivava in corsa da dietro e non aveva ostacoli davanti. Avrebbe potuto controllare e avanzare, invece ha battuto di prima intenzione, ma col piatto, invece che di potenza. Facile la parata di Perin, l'unica in 94'.

Nicola Cecere

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/02/2018 20:02
 
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Inter-Bologna 2-1, Karamoh sblocca i nerazzurri.
In gol Eder e Palacio

Dopo otto gare senza vittoria una perla del giovane francese riporta Spalletti al successo.
Inter ora terza in classifica



L'Inter torna a vincere in campionato dopo oltre due mesi (e otto gare senza vittorie) battendo 2-1 il Bologna al Meazza. Decidono i gol di Eder e Karamoh inframmezzati dal pareggio di Palacio. I nerazzurri, nonostante il periodo negativo, si ritrovano al terzo posto. Bologna generoso che chiude in nove per le espulsioni di Mbaye e Masina.

NOVITÀ — Luciano Spalletti lo aveva annunciato in conferenza: abbiamo lavorato su qualche novità. Questa novità ha un nome e un cognome, si tratta di Yann Karamoh. Esordio da titolare in campionato per il francese arrivato in estate dal Caen. A fargli posto, nel 4-3-1-2 di partenza, è Antonio Candreva. Punta centrale Eder ancora al posto di Mauro Icardi, infortunato e presente allo stadio (ha atteso i compagni alla fine del riscaldamento per dare un "cinque" a tutti). Roberto Donadoni replica con un 4-3-3 in cui Rodrigo Palacio è il terminale e Federico Di Francesco e Riccardo Orsolini i paggetti esterni.

BOTTA E RISPOSTA — Dopo 2' l'Inter passa. Karamoh lungo la verticale per Brozovic, cross per Eder che in spaccata anticipa Gonzalez e insacca. Secondo gol consecutivo per l'ex sampdoriano dopo quello di sabato scorso contro il Crotone. L'Inter parte con il 4-3-1-2 ma muta in continuazione. Brozovic lo si trova da trequartista, Perisic da interno di centrocampo e Karamoh molto vicino a Eder. Insomma, una creatura malleabile nei primi minuti di gara. All'11' il cross di Cancelo trova la testa di Brozovic che spara fuori. Interessante la trovata di Spalletti che evidentemente chiede a Marcelo di trasformarsi in una sorta di centravanti ombra quando i suoi attaccano con Eder che scivola verso sinistra. La reazione del Bologna si fa attendere fino al 23' quando Masina dalla sinistra trova la testa di Palacio: girata e volo di Handanovic a respingere. Miranda al 25' regala il pareggio al Bologna svirgolando il rinvio e lanciando Palacio in profondità. L'argentino controlla e calcia perfettamente sull'angolo opposto. Invece che scatenare la rabbia nerazzurra, il pubblico applaude l'ex con commovente riconoscenza per quello che ha fatto con la maglia interista. Il ritmo della squadra di Spalletti si abbassa man mano che passa il tempo e nemmeno il regalo di Gonzalez in fase di impostazione la rianima. Il difensore del Bologna lascia la palla a Perisic che sceglie di calciare subito in porta, ma è un destro debole sul quale Mirante non ha problemi.

FISCHI E GOL — Si ricomincia con Lisandro Lopez al posto di Miranda in mezzo alla difesa. Il brasiliano, da una prima analisi dello staff medico, lamenta un risentimento muscolare all'adduttore della coscia sinistra. Inter vicino al nuovo vantaggio dopo 3'. Corner di Brozovic, Vecino prolunga di testa, poi prima D'Ambrosio poi Skriniar falliscono due opportunità dentro l'area piccola. La fiammata del 9' è un altro cioccolatino scartato male. Eder fugge a destra, crossa per Perisic che di testa spara alto. L'imprecisione, figlia dell'apprensione, non aiuta certamente l'Inter mentre il Bologna inizia a giocare con il cronometro. Spalletti inserisce Rafinha al 13' per Brozovic fischiato da tutto il Meazza. Il croato ironicamente ricambia applaudendo prima di sedersi in panchina. Rafinha si piazza sulla trequarti per offrire acqua potabile a Eder e a tutta l'Inter. Ed è uno scambio tra l'ex Barcellona e Karamoh a stappare lo stadio. L'ala francese chiude con un sinistro preciso al 18' che consente di rimettere la testa avanti. Inter in sofferenza, come Perisic che gioca con la spalla sinistra malandata e immobilizzata. Donadoni inserisce Falletti per Orsolini per ridare vitalità offensiva. L'entusiasmo prende la creatura di Spalletti. Rafinha la guida come al 21' quando esce da una foresta di avversari e mette Karamoh davanti a Mirante, bravo a respingere.

ROSSI — Il Bologna al 23' resta in dieci: entrata da censurare di Mbaye su Rafinha, secondo giallo e conseguente rosso. Donadoni riequilibra la squadra inserendo Torosidis per Poli, mentre Spalletti inserisce Gagliardini per Karamoh. L'ex Atalanta si sistema davanti alla difesa e Rafinha si allarga a destra consentendo a Borja Valero di liberare i suoi pensieri sulla trequarti. L'ingresso di Avenatti per Di Francesco al 36' serve per giocare anche sulle palle alte. Al 39' l'arbitro Valeri interrompe il gioco e ricorre al Var per un tocco di mano in area di D'Ambrosio: dopo aver visionato le immagini decide che non è rigore. Un'altra volta l'Inter aiuta il Bologna. Inavvertitamente Gagliardini lancia in profondità Palacio, il cui tiro è respinto da Handanovic. Valeri ricorre ancora alla Var durante il recupero per valutare l'intervento di Masina su Lisandro Lopez. L'arbitro decide per l'espulsione diretta. Il Bologna chiude in 9, l'Inter chiude il periodo negativo. La vittoria per 2-1 riconsegna buonumore e terzo posto alla squadra di Spalletti.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/02/2018 20:05
 
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Sampdoria-Verona 2-0: Barreto apre, Quagliarella chiude

La squadra di Giampaolo porta meritatamente a casa la vittoria e tiene a 3 punti di distanza il Milan.
Verona: la salvezza è sempre più lontana



La Sampdoria rilancia la sua corsa verso l’Europa dominando il Verona con grande sicurezza, pur sprecando almeno quattro ottime occasioni da gol. Il Verona non ha l’approccio giusto, distratto, poco combattivo, piuttosto disordinato, non oppone resistenza alla Sampdoria. I blucerchiati, così, arrivano al tiro con incredibile facilità. Caprari è il primo a provare il tiro al 2’, trovando la risposta di Nicolas. La prima di una bella serie. Il portiere dei veneti, infatti, incappa in un paio di errori nel rinvio con i piedi, ma si esalta nelle parate: all’8’ cancella un gol a Linetty, all’11’ stoppa Quagliarella, sei minuti dopo il centravanti si vede ribattere un colpo di testa ravvicinato da Vukovic. Nicolas torna protagonista al 19’ su Zapata. Venti minuti nei quali la Samp spreca tutto e il Verona si ritrova, compattandosi e limitando i danni, pur senza riuscire a organizzare un contropiede. Ma è solo un momento di tregua.

LA SBLOCCA BARRETO — La sfida, infatti, si sblocca al 5’ del secondo tempo: Quagliarella imposta bene il contropiede, Caprari rifinisce per Barreto, che si inserisce tra i centrali e, di testa, fa 1 a 0. La reazione del Verona non c’è e la Samp amministra con calma, siglando il 2 a 0 con il solito Quagliarella, al 40’ su rigore, dopo un netto fallo di Valoti su Kownacki e dopo che Zapata aveva clamorosamente sprecato un’altra occasione al 11’.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/02/2018 20:08
 
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Torino-Udinese 2-0: N'Koulou e Belotti in gol,
la Var annulla una rete a Barak

Mazzarri stacca Oddo con le reti del difensore e del Gallo,
che si sblocca a quasi due mesi dall'ultimo centro.
I friulani perdono dopo 9 risultati utili consecutivi



Il Toro salta l’Udinese in una specie di spareggio europeo e continua la corsa: con Mazzarri sono 11 punti in 5 partite, con tre vittorie in casa, 8 gol segnati e 0 subiti.

DUBBIO VAR — I granata partono meglio e al 5’ vanno vicino al gol con quello che sarà il protagonista del pomeriggio: traversa di Iago su punizione che si procura per un fallo di Zampano, in affanno. Un paio di minuti dopo, brivido di Sirigu che regala una palla a Lasagna. È la squadra di Mazzarri a fare la partita (Lasagna salva sulla linea un colpo di testa di Burdisso). Però è l’Udinese a passare, ma la Var annulla il gol: cross di Widmer, Maxi Lopez è in fuorigioco (passivo) ma strattona anche Burdisso. L’azione prosegue, Lasagna colpisce la traversa e sul tap-in Barack batte Sirigu. I giocatori dell’Udinese esultano, ma il Var Maresca segnala ad Abisso l’irregolarità di Maxi. L’arbitro ascolta, poi va a vedere lo stesso sul monitor, allarga le braccia e decide: sono 4 minuti e il gol viene cancellato. Sventato il pericolo, il Torino passa: solito angolo di Iago da destra, testa di N’Koulou. Nel finale arriva la conferma che il vantaggio è giusto: Bizzarri salva nel giro di pochi secondi su Belotti (di piede) e Niang.

CHE GALLO — Nel secondo tempo, la qualità del gioco peggiora: l’Udinese si ritira nella sua metà, il Toro affonda i colpi. E raddoppia con Belotti, fino a quel momento in difficoltà, che ritrova il gol dopo quasi due mesi: è un gran contropiede di 50 metri, tutto muscoli e corsa. Il Gallo supera Nuytinck e resiste alla carica di Samir. A quel punto la squadra di Oddo scompare: va fuori Behrami, dentro De Paul per avere più spinta in avanti. Ma non serve. È ancora Iago protagonista, prima da trequartista nel 3-4-1-2 poi seconda punta nel 3-5-2. E il risultato non cambia più.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/02/2018 14:17
 
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Roma-Benevento 5-2: Under doppietta,
Di Francesco scavalca la Lazio

Il fanalino di coda segna con Guilherme, poi rimedia Fazio prima dello show del giovane turco,
che serve a Dzeko l'assist del 2-1 e firma una doppietta.
Primo gol giallorosso per Defrel


E allora ora non svegliatelo più. Perché ora che capisce e sa cosa fare, ha cambiato davvero marcia e sembra non volersi fermare più. La Roma così batte il Benevento e se torna dentro la zona Champions lo deve soprattutto a lui, Cengiz Under, capace di cambiare la partita in corsa con l'assist del 2-1 per Dzeko e la doppietta che di fatto ha chiuso il match. Prima, in verità, la Roma un po' aveva sofferto, anche perché il Benevento (passato in apertura con Guilherme) è venuto a giocarsi la gara e anche bene. Poi, alla fine, c'è spazio anche per il primo gol giallorosso di Defrel, su rigore che Dzeko ha lasciato tirare al francese.

BOTTA E RISPOSTA — Di Francesco alla fine sceglie Perotti come trequartista centrale e si riaffida al 4-2-3-1 con cui a Verona, domenica scorsa, ha spezzato il digiuno di vittorie. De Zerbi, invece, si gioca la carta del baby Enrico Brignola alle spalle del guizzante Guilherme e decide di mettersi a specchio, anche lui con il 4-2-3-1. Di fatto, De Zerbi rinuncia al centravanti (Coda) e decide di giocare con tutte mezze punte o giù di lì. E la scelta gli dà ragione, perché la partenza è tutta di marca sannita: prima Viola pesca D'Alessandro a trenta metri, con Djuricic che non arriva a chiudere sul secondo palo; poi al 7' è Guilherme a bruciare l'Olimpico con un sinistro da dentro l'area che beffa Alisson (complice una deviazione di Manolas). A quel punto la Roma prende in mano il pallino del gioco, anche se poi di occasioni importanti ne arrivano davvero poche. Under prova qualche spunto in velocità, Perotti fatica da trequartista (tanto che ad inizio ripresa si va a cambiare di posizione con El Shaarawy), ma i pericoli gli uomini di Di Francesco li creano soprattutto alzando la palla. Così di testa è pericoloso un paio di volte Dzeko e anche Manolas. In mezzo, sempre di testa, al 26' arriva anche il pari di Fazio, sugli sviluppi di una punizione laterale di Fazio. Poi per i giallorossi c'è anche un tiro in corsa di El Shaarawy al 40', messo in angolo da Puggioni. Più in generale il Benevento tiene bene in mezzo al campo, difendendosi 4-1-4-1, con Sandro e Viola a giocare palloni e coprire le linee di passaggio.

SPEEDY CENGIZ — La ripresa si apre con la Roma alla caccia del gol-vittoria e il Benevento a giocare palloni per cercare la ripartenza letale. Dopo 11' di gioco Di Francesco si gioca la carta Defrel, che va a fare il trequartista con Perotti spostato già dal via del secondo tempo in fascia. A fare la differenza, però, è ancora il baby turco Under. Prima al 14' da destra accelera, salta Letizia, e regala a Dzeko un pallone comodo comodo, solo da mettere in rete di testa, per il 2-1; poi al 17' va a rimorchio di Perotti e di piatto infila in corsa la palla del 3-1. Non basta, però, perché Under non è sazio e al 31' inventa un gol con sinistro a giro dal limite che strappa applausi. Pronti via, si riparte e stavolta è il Benevento a insaccare il pallone con il baby Brignola, bravo di piatto a mettere dentro una assist in corsa di Lombardi. Prima, invece, ad andare vicino al gol era stato Defrel, bravo ad addomesticare di petto un bel pallone ed a calciare bene in diagonale, con Sandro a salvare su una traiettoria che sembrava già gol. Prima del fischio finale arriva anche il gol di Defrel, su rigore concesso per fallo di mano di Djimsiti su cross basso di Dzeko. Il bosniaco lascia tirare il francese, che di giustezza non sbaglia. La Roma sale al quarto posto, supera la Lazio nella corsa alla Champions e tira un bel sospiro di sollievo. Per il Benevento, invece, una bella prestazione, che fa il paio con quella di sette giorni fa con il Napoli e che lascia ancora aperto un bagliore di speranza per il sogno-salvezza.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/02/2018 21:08
 
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SERIE A 2017/2018 24ª Giornata (5ª di Ritorno)

09/02/2018
Fiorentina - Juventus 0-2
10/02/2018
Spal - Milan 0-4
Crotone - Atalanta 1-1
Napoli - Lazio 4-1
11/02/2018
Sassuolo - Cagliari 0-0
Chievo - Genoa 0-1
Inter - Bologna 2-1
Sampdoria - Hellas Verona 2-0
Torino - Udinese 2-0
Roma - Benevento 5-2

Classifica
1) Napoli punti 63;
2) Juventus punti 62;
3) Inter punti 48;
4) Roma punti 47;
5) Lazio punti 46;
6) Sampdoria punti 41;
7) Milan punti 38;
8) Atalanta punti 37;
9) Torino punti 36;
10) Udinese punti 33;
11) Fiorentina punti 31;
12) Genoa e Bologna punti 27;
14) Cagliari punti 25;
15) Sassuolo punti 23;
16) Chievo punti 22;
17) Crotone punti 21;
18) Spal punti 17;
19) Hellas Verona punti 16;
20) Benevento punti 7.


(gazzetta.it)
17/02/2018 23:43
 
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Udinese-Roma 0-2: Ünder e Perotti a segno

In Friuli decidono il gran gol del giovane turco e il guizzo dell'argentino al 91':
i giallorossi scavalcano l'Inter portandosi da soli al terzo posto a quota 50 punti


La crisi sembra davvero dietro le spalle. La Roma vince la terza partita consecutiva, ma stavolta dà pieni segnali di guarigione contro una Udinese troppo piccola (e soprattutto troppo spuntata) per poterla impensierire. La squadra di Di Francesco si innalza al terzo posto blindando al momento la zona Champions League, grazie a un 0-2 santificato dai gol di Under (il 4° nelle ultime tre partite) e Perotti. Per le statistiche, il 10° successo consecutivo dei giallorossi contro i friulani.

TESTA ALLO SHAKHTAR — In partenza Oddo sceglie di sostituire l'infortunato Lasagna con Perica. La differenza è nella velocità di base, perché - con la linea difensiva giallorossa abbastanza alta - attaccando la profondità spazi ci sarebbero. Però il centravanti di giornata non può misurarsi nello scatto con Manolas, mentre gli inserimenti a turno di Fofana e Barak non sortiscono grossi risultati, così come i cross prodotti dalle fase a cura di Widmer e Ali Adnan. Insomma, se la fantasia è solo a cura di De Paul, non sorprende che nel primo tempo la migliore occasione bianconera arrivi da un retropassaggio avventato di Juan Jesus, su cui Perica conclude addosso ad Alisson in ottima uscita (7'). L'altro vero brivido, quindi, è solo un tiro da sedici metri di Fofana, che sfiora il palo destro del portiere brasiliano (20'). Con queste premesse, è ovvio che sia la Roma a fare di più la partita, aggredendo il 3-5-1-1 dell'Udinese, con un 4-2-3-1, che vede Nainggolan vertice alto del triangolo di centrocampo.
I giallorossi però - lasciando a riposo in avvio Kolarov e Perotti in vista dell'impegno di Champions League di mercoledì contro lo Shakhtar Donetsk - consumano soprattutto la fascia destra perché, con Juan Jesus bloccato a sinistra, tocca a Florenzi ed al vivace Under provare a servire palloni per Dzeko ed El Shaarawy, mentre Nainggolan svaria su tutta là trequarti a caccia di palloni utili da imbucare negli spazi. La prima emozione però lo dà la Var, quando al 10' il tocco di mano di Adan in area su Under, dopo il controllo, è considerato dagli arbitri è involontario. Al 14', poi, lo stesso Under costringe già Bizzari alla ribattuta, le due occasioni migliori le ha il Faraone, che le spreca entrambe. Al 30', servito da Nainggolan in percussione da sinistra sulla linea di fondo, tira fuori da ottima posizione, mentre al 35', lanciato in contropiede, conclude con un debole sinistro che il portiere argentino blocca. L'ultima buona palla è sempre del Ninja per Dzeko, che di testa devia trovando Bizzarri pronto a bloccare a terra.


UNDER SUPERSTAR — Nella ripresa la partita potrebbe svoltare, visto che al 7' Perica, su azione da rimessa laterale, dribbla Fazio ed è stoppato solo da Alisson in versione supereroe. Le squadre si allungano e al 12' El Shaarawy, su azione di contropiede, conclude alto da buona posizione. L'Udinese sembrata in crisi d'aria e Dzeko sta per approfittarne due volte: al 15' viene anticipato da Bizzarri sul bel cross di Under, un minuto più tardi invece il bosniaco va pin assolo e conclude a lato, tutto defilato sulla sinistra. A quel punto Oddo sostituisce Behrami affaticato con Jankto, spostando Fofana al centro. Non è una grande idea, perché la Roma prende campo e al 25' Under, servito da De Rossi, segna con un gran sinistro dal limite. I friulani provano a scuotersi, ma se Widmer conclude fra le braccia di Alisson (27'), negli spazi è Perotti che impegna ancora Bizzarri. Nel finale, con l'ingresso di Balic, l'Udinese passa al 4-2-3-1, avendo come terminale Maxi Lopez per lo spompato Perica. Effetti scarsi, se si eccettua una conclusione di De Paul, defilato da destra, su cui Alisson interviene benissimo in due tempi, alzando la palla a candela. Il finale è tutto giallorosso, col subentrato Defrel che al 45' sporca i guanti di Bizzarri e, pochi secondi più tardi, quando una palla persa al limite dell'area da Fofana - grazie a Defrel e Nainggolan - innesca ancora Perotti, che fa secco il connazionale portiere per lo 0-2. Stavolta è proprio finita. L'Udinese mastica malinconia, mentre la Roma avvisa lo Shakhtar: la lupa è ancora fame

Massimo Cecchini

Fonte: Gazzetta dello Sport
17/02/2018 23:58
 
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Chievo-Cagliari 2-1: Giaccherini e
Inglese in gol, Pavoletti rete inutile

L'ex Napoli entra e segna il primo gol in gialloblù con una bellissima punizione,
nel finale Sorrentino salva i suoi: Maran torna a vincere dopo 10 gare



I gol di Giaccherini e Inglese, la paratona di Sorrentino. Il Chievo rinasce grazie ai suoi uomini simbolo e affonda il Cagliari. Il nuovo (Giak) che entra dalla panchina e firma su punizione il primo gol in gialloblù; il bomber (Inglese) che torna a segnare; il portiere (Sorrentino) che al 43’ del secondo tempo ci mette la manona e respinge il possibile 2-2 di Pavoletti. Non vinceva dal 25 novembre Maran (2-1 alla Spal in casa) e questi tre punti (dopo i 2 fatti in 10 partite) sono una manna per una classifica che si stava facendo preoccupante (ora, a quota 25, ha affiancato proprio i rossoblù). Il Cagliari, che ha offeso poco, torna a casa deluso. Senza Cigarini, fuori per infortunio, si è abbassato troppo nel secondo tempo e ha pagato. Svegliandosi solo quando ha preso i due schiaffoni alla mezzora della ripresa.

POCA ROBA — Il primo tempo offre poco. Il Chievo gioca ma non riesce quasi mai a essere pericoloso. Lopez fa fatica a fare gioco. Dopo 50 secondi ci prova Lykogiannis: il greco avanza sulla sinistra e tira in porta, Joao Pedro non ci arriva e la palla esce alla sinistra di Sorrentino. Il Chievo è messo meglio, ha quasi sempre il pallone sui piedi e prova a costruire. Al 10’ Joao Pedro regala una palla a centrocampo, Castro ha spazio sulla destra e il suo cross viene girato a lato da Inglese. Al 36’ occasione per Ionita. Il moldavo approfitta di un rimpallo in area ma tira tra le braccia di Sorrentino. Due minuti dopo l’occasionissima è del Chievo: Birsa, che si è guadagnato l’angolo, crossa sulla testa di Inglese. L’attaccante lascia sul posto Andreolli, la girata è perfetta, ma Cragno è superlativo e con la mano aperta ricaccia il pallone fuori dalla porta rossoblù.

FUOCHI D’ARTIFICIO — Il secondo tempo inizia come il primo, a ritmo non troppo alto. Al 9’ Cragno per poco non fa il patatrac, attaccato da Birsa sul passaggio all’indietro di Castan ritarda il rilancio di piede e butta via il pallone praticamente sulla linea di porta. Al 23’ cross di Birsa, ancora Inglese di testa e ancora Cragno risponde alla grande. Il Cagliari si fa schiacciare, Padoin e Barella non costruiscono, il Chievo macina soprattutto sulla fascia sinistra, dove Gobbi (ex mai dimenticato in Sardegna) sale di giri. La mossa della serata arriva al 25’, quando Maran mette dentro Giaccherini. L’ex Napoli ci mette 4’ per indirizzare la partita e cambiare, forse, la stagione del suo Chievo: la sua punizione dal limite è perfetta, scavalca la barriera e batte Cragno. L’entusiasmo gialloblù è dirompente e al 31’ ecco servito il raddoppio: Inglese, stavolta di piede, riesce finalmente a battere Cragno. Tutto finito? Niente affatto. Perché il Cagliari, d’orgoglio, si butta in avanti: prima Pavoletti fima il 2-1, poi di nuovo Pavo va vicinissimo al clamoroso pareggio, ma super Sorrentino, fin lì solo spettatore, si oppone.

Carlo Angioni

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2018 11:30
 
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Genoa-Inter 2-0: Pandev e un autogol
di Ranocchia affondano i nerazzurri

Nerazzurri sotto per un clamoroso e sfortunato autogol, poi colpiti dall'ex:
Spalletti ora è quarto, ma rischia il sorpasso della Lazio lunedì


Un timido passo avanti una settimana fa con il Bologna. Due convinti balzi verso il basso oggi a Genova. Non era guarita l'Inter, la giocata e l'energia di Karamoh avevano solo mascherato i problemi. Il compatto e vigoroso Genoa di questi tempi (tre vittorie di fila) scopre il bluff e riapre le ferite di una squadra che perde anche il conforto del terzo posto a favore della Roma. E che rischia il sorpasso, lunedì, da parte della Lazio. L'Inter affonda 2-0, colpita da un Pandev in versione Triplete e da un clamoroso autogol di Ranocchia, simbolo suo malgrado dell'Inter post-Triplete. Le attenuanti generiche sono le assenze di Icardi, Perisic e Miranda, ma sicuri che con loro sarebbe andata diversamente?

IL PATATRAC — È un condensato delle ultime malaugurate stagioni nerazzurre di Ranocchia l'episodio che sblocca la partita in chiusura di primo tempo. Un mix di sfortuna e impotenza, con il centrale sostituto di Miranda al posto sbagliato nel momento sbagliato. Sul cross di Zukanovic il nuovo colonnello della difesa Skriniar rinvia alla disperata (un po' troppo alla disperata, vista la situazione) e lo centra. La palla colpisce il ginocchio di Ranocchia e fra tutte le direzioni che potrebbe prendere sceglie quella verso la porta di Handanovic. L'effetto è comico, per chi è neutrale. L'effetto principale è che l'Inter va negli spogliatoi sotto. La punizione è probabilmente eccessiva, ma il primo tempo non era stato esattamente convincente. I nerazzurri avevano già rischiato di prendere gol su un cross dalla trequarti di Pandev, che rimbalza davanti ad Handanovic e si stampa sulla traversa.

PANDEV BIS — I nerazzurri nel primo tempo avevano costruito un paio di occasioni chiare: con Eder poco coinvolto, le azioni partono ancora dalle fasce. Candreva, piazzato a sinistra, al 19' trova il cross giusto per Karamoh (che parte da destra ma è libero di svariare), ma il francesino al volo svirgola. Al 31' allora l'azzurro fa da solo, rientrando da sinistra per il tiro (sarà una costante): Perin sventa in tuffo. Prima di trovare la terza occasione però la squadra di Spalletti subisce un altro gol. A rendere più amara la serata degli interisti ci pensa Pandev (assolutamente fra i migliori anche prima del gol). Sugli sviluppi di un corner Laxalt tira rasoterra: a centro aerea il reduce del Triplete stoppa e infila in solitudine il 2-0. Gli ingressi di Rafinha, Pinamonti e Brozovic cambiano poco, un tiro a giro di Eder viene respinto sulla linea da Rossettini. Pressione finale, qualche giocata dell'ex Barça, ma il Genoa nemmeno suda troppo: ottimo match di lotta e di governo, per la squadra di Ballardini, che chiude qui ogni timore di lotta da salvezza.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2018 16:46
 
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Juve, Alex Sandro è un giocatore ritrovato.
E quanto pesa Bernardeschi

Grande partita del brasiliano, ancora a segno nel derby, e dell'ex viola.
Rugani bravissimo nel duello con Belotti, Asamoah sempre concreto



La Juve vince un derby pesantissimo, nonostante il Torino abbia mostrato di avere ancora limiti evidenti. A inizio partita mancavano per infortunio Matuidi, Cuadrado, Mandzukic e Barzagli, con Allegri che ha fatto rifiatare Benatia. L'infortunio iniziale di Higuain ha lasciato dal 13' al 66' Allegri senza centravanti, visto che Dybala (un gol fallito ma ottimi segnali al rientro) non aveva più di 30' nelle gambe. La vittoria nel derby non fa perdere terreno alla Juve in una giornata favorevole al Napoli, e mostra ancora una volta la forza mentale dei campioni d'Italia, che reagiscono subito alla rimonta subìta dal Tottenham. Scopriamo i protagonisti del derby.

BERNARDESCHI — Finito l'apprendistato bianconero, gli infortuni in attacco gli hanno dato lo spazio necessario per far vedere di essere da Juve. E Federico ha risposto alla grande: 6 tra gol e assist nelle ultime 7 presenze, una presenza a tutto campo continua, una cattiveria e una concretezza nelle giocate che non aveva appena arrivato a Torino. Esce per infortunio nel finale (iperestensione al ginocchio).

ALEX SANDRO — Dura stabilire il migliore in campo tra lui e Bernardeschi. Gioca alto nel tridente in un ruolo un po' alla Mandzukic e lo fa benissimo. Avvia alla grande e chiude l'azione del gol, castigando come all'andata il Torino, stavolta da due passi col destro. Solido in fase difensiva e negli strappi in avanti. Serve una palla stupenda a Dybala per il 2-0, ma la Joya calcia alto. Giocatore totalmente ritrovato.

RUGANI — Tolto il primo tempo col Sassuolo, non giocava dall'inizio dalla sconfitta di Genova con la Samp e doveva sostituire un Benatia in condizioni scintillanti. Inizia subito galleggiando bene nell'uno contro due tra Obi e Belotti, che graziano la Juve. Poi Rugani non concede più nulla a un Gallo con la cresta un po' bassa, bravo sia nel corpo a corpo che nelle letture.

ASAMOAH — Per la prima volta dall'inizio dell'anno gioca insieme ad Alex Sandro, a cui di solito dà fiato sulla fascia sinistra. E' il primo a sfiorare il gol, in fase difensiva concede il minimo sindacale a Iago Falque. Sembra sempre sul punto di partire, ma capiamo perché Allegri non se ne voglia mai privare.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2018 17:40
 
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Benevento-Crotone 3-2: Diabate firma il gol che blinda il risultato

Grandi emozioni al Vigorito per la sfida salvezza tra la squadra di De Zerbi e quella di Zenga.
Buon gioco dei sanniti, che riescono a recuperare con il gol dell'attaccante maliano



Roberto De Zerbi mette nel "frullatore" Benevento altri nuovi ingredienti e agita, con la speranza di realizzare la bevanda della speranza. Anche con i gol del brasiliano Sandro (già utilizzato nelle precedenti gare) e del franco-maliano Diabatè, alla sua "prima", la squadra campana si aggiudica per 3-2 la sfida col Crotone e riduce a 11 punti il distacco dalla formazione calabrese, quart’ultima in classifica. Resta un’impresa difficilissima, ma la corsa può continuare. Dopo l’1-1 del primo tempo, con sigilli di Sandro e Crociata (il ragazzo di scuola Milan, acquisito dal club di Vrenna), la partita propone una girandola di emozioni nella ripresa. Di nuovo avanti i campani, con Viola (e deviazione beffarda di Faraoni), il 2-2 segnato da Benali (primo centro con i rossoblù) e proprio in coda la zampata di Diabatè, al debutto assoluto, come Tosca, in Serie A. Strana coincidenza, sul match ci sono tutte… prime firme, cioè giocatori alla prima marcatura personale in questo campionato.

LE SCELTE — De Zerbi è costretto a fare scelte forzate, anche per le assenze di D’Alessandro e Guilherme, bloccati da infortuni, e per le condizioni ancora non al meglio di Sagna e Cataldi, quest’ultimo appena recuperato da un problema muscolare. Nel Benevento, schierato col 4-2-3-1, fa l’esordio il difensore Tosca, schierato al centro con Djimsiti, con Letizia e Venuti esterni; a centrocampo Sandro e Viola. In attacco Coda è il terminale, piazzato davanti al tridente composto da Brignola, Djuricic e Parigini. Zenga sorprende tutti, puntando sin dall’inizio su Ajeti (che aveva fatto bene nella ripresa contro l’Atalanta) nel ruolo di centrocampista, in mezzo a Benali e Mandragora – inizia in panchina Barberis – e su Crociata, che va a comporre con Ricci e Nalini un tridente offensivo, che non concede un riferimento preciso alla difesa avversaria.

CHE COLORE… — Gli ultras della curva sud ricordano con uno striscione Carmelo Imbriani, giocatore e allenatore giallorosso, morto il 15 febbraio 2013: "Il mondo ha narrato la tua esistenza, ora il cielo ne gode l’essenza. Per questa terra e la passione della sua gente: Carmelo vive negli occhi di non mente!". Questo il pensiero dedicatogli. Il Crotone può contare su circa 500 tifosi, arrivati al Vigorito, sognando l’ennesimo sgarbo agli storici rivali, che proprio contro i rossoblù hanno registrato cocenti delusioni, avendo perso due finali playoff per la promozione in B e una semifinale per il salto in C1.

RITMO — Il Benevento cerca subito di imporre un ritmo alto e già al 2’ si procura due occasioni. La conclusione di Coda è ribattuta da Martella, proprio davanti a Cordaz. Poi, sull’azione successiva, con cross di Brignola, Parigini di testa manda la palla a lato. I giallorossi fanno un giro palla rapidissimo, tentando di portare al tiro anche i centrocampisti. Ma al primo tentativo è il Crotone a sbloccare il risultato: all’11’, dalla destra Nalini effettua un cross sul quale Crociata (Venuti in scivolata non arriva a chiudere), appostato sul secondo palo, infila il portiere Puggioni e segna il suo primo gol in A. Passata in vantaggio la squadra di Zenga subisce la reazione di Sandro e compagni, che impegnano Cordaz con Brignola, Sandro, Viola e Coda, che su punizione sfiora la traversa. Dopo una costante pressione nella metà campo dei calabresi, il Benevento agguanta il meritato pareggio: da calcio d’angolo battuto da Viola, è Sandro a svettare su tutti, riuscendo a fare centro con un’incornata perfetta.

LA RIPRESA — Dopo l’intervallo De Zerbi inserisce Sagna al posto di Letizia (a destra, con Venuti che si sposta sull’altra fascia). I giallorossi creano subito un pericolo: da cross di Venuti, palla sul palo lontano, dove Martella allunga sul fondo, salvando tra Djuricic e Brignola. Zenga vuole dare maggiore peso all’attacco, così butta nella mischia Budimir (esce Crociata) e poi si affida anche a Barberis, che sostituisce Ajeti. È però il Benevento ad avere il colpo di fortuna, riuscendo ad andare di nuovo avanti: al 20’ su un tiro di sinistro di Viola, il portiere Cordaz è beffato dalla deviazione di Faraoni. Le squadre si allungano, si cerca l’immediata profondità con lanci lunghi, con Iemmello e Coda che fanno le torri per De Zerbi. Al 24’ l’arbitro Rocchi sospende per quasi due minuti la gara, a seguito di un petardo lanciato dai tifosi ospiti ed esploso vicino al portiere Puggioni. Il Crotone si lancia all’attacco e al 28’ ritrova la parità: Faraoni mette la palla a centro area, per Benali (lasciato smarcato da Sagna) che di testa firma il 2-2. Poco dopo i rossoblù fanno tremare ancora Puggioni, con una botta di sinistro di Trotta che colpisce il palo esterno. Quando la sfida sembra destinata sul pareggio, al 44’ arriva la rete che tiene in corsa la "strega". Da Iemmello palla in mezzo, Djimsiti di testa per Diabatè (in campo dal 32’ s.t. per Djuricic), che all’esordio realizza un gol pesantissimo.

Giuseppe Calvi

Fonte: Gazzetta dello Sport
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